VOCABOLARIO
MILANESE-ITALIANO
del professore
GIUSEPPE BANFI
TERZA EDIZIONE
accresciuta; e rifusa
MILANO
PRESSO U EDITORE GAETANO BRIGOLA
Corso Vittorio Emanuele , 26.
1870
Si ricordano i diritti di proprietà
ÙÌ
Milano
— Tip. della Società Cooperativa — Piazza Carmine, N. i.
AL SUO AMICO
DA TANTI ANNI
PROFESSORE PIETRO MOLINELLI
QUESTO LAVORO DI PATRIO VERNACOLO
OFFRE
L'AU T ORE
PREFAZIONE
Uno dei mezzi più efficaci e d'un effetto
più generale, particolarmente nelle no-
stre circostanze, per propagare una
lingua, è, come tutti sanno, un voca-
bolario.
A. Manzoni. Dell' Unità della Lingua
e dei Mezzi di diffonderla.
Farmi che giovi al comune linguaggio d' Italia
chiunque si prenda pensiero di raccogliere le vocile
le locuzioni de' suoi cento differenti dialetti, sì per-
chè può contribuire ad arricchirne il parlare, sì per-
chè quelle voci e locuzioni portano seco l'impronto
originale e manifesto della derivazione loro e servono
grandemente a conoscere la fonte, alla quale esse
furono attinte, e a rettificarne le etimologie.
Ma certamente giova una tale raccolta di dialetti a
salvarne la integrità fi ionomica da una rivoluzione
che sta per isvisarne L>ro i tipi. Ci corre però l'ob-
bligo di affrettarci a interrogare nelle fucine , nei
campi, entro alle valli, pei monti, e scriverne le
voci e le locuzioni per consegnarle alla posterità
tali e quali i cittadini, i campagnuoli, i montagnardi
le parlano.
Causa di tale rivoluzione sono il vapore e la libertà
e unità d' Italia. Atterrate una volta le barriere che
sorgevano
Fra T Italia e V Italia,
VI
per il rimescolarsi delle genti del lei paese, siconfon-
oleranno gli uni vernacoli cogli altri, sì che i Lombardi,
per esempio, perderanno il loro impronto, poiché an-
dranno a svisarsi e fondersi coi pedemontani, e quelli
e questi cogli emiliani, e così dici degli altri. Fatto
che già accade vedere nelle fucine.
Allo importantissimo studio dei dialetti si è atteso
da pochi anni a oggi con tale assennata operosità, e
massimamente dal nostro Cherubini (1) e dal Biondelli,
che oramai tutte le provincie lombarde hanno il pro-
prio vernacolo vocabolario, tranne Lodi (2).
Milano ha il copiosissimo del Cherubini; ma perchè
tornano troppo a disagio que' suoi cinque grossi vo-
lumi, tolsi a dar fuori per la stampa la terza edizione
del mio Vocabolario Milanese Italiano coir intendi-
mento di ajutare i giovani a voltare il nostro dialetto
nella lingua nazionale attinta, per quanto si può e ho
potuto io, a Firenze.
Esso uscirà accresciuto ben del doppio di quello
della seconda edizione. Il mio andar frugone nelle
fucine, e d'autunno nella campagna mi procurò voci
e locuzioni vernacole non poche o sfuggite al mio
maestro e a me, o nate di fresco, o introdotte di re-
cente in un con certe arti e industrie.
Le opere del Carena, del Fanfani (3), del Thouar, del
Palma, del Gardi, del Giusti, del Tommaseo e di altri,
mi diedero molte voci corrispondenti alle nostre ver-
nacole che prima non sapevo. Di altre non si leggerà
che la definizione, perchè invano chiesi ajuto a vari
Fiorentini, i quali non saviamente si fanno avari di
una eredità che non è di Firenze solamente, nè della
Toscana, ma d'Italia tutta. Anzi, ci duole il dirlo, pare
che coloro di mal occhio vedano che i non Fiorentini si
occupino della lingua nazionale per farla diffusa a tutta
VII
la patria, giacché pregati per lettera o non rispondono,
o se sì, vengono poi meno alla promessa (4); e se
danno fuori un Vocabolario non lo arricchiscono delle
fatiche durate nelle loro terre da un Carena, da un
Tommaseo, da un Palma, e via. Ma c'è di più. In quel
Vocabolario invano cerchi le voci che leggi negli
scritti dei Fiorentini stessi, come di un Thouar, di un
Lambruschini, di un Giusti, per dirne tre. Staremo a
vedere il Nuovo Vocabolario della lingua italiana del
prof. Giorgini; perchè quel po' che or ora è uscito non
mi sa di nulla, per dirla con Ghita la setajuola.
Sapete invece chi m'ha ajutato, e a cui sarò sem-
pre gratissimo? L'illustre C. Cantù, in un momento
eh' e' si trovava a Firenze.... « Bisogna esser qua, mi
scrisse inoltre , per vedere come la teorica svaghi
dalla pratica; e come poco si pòssa applicare il si-
stema di adottar solo quel che si dice in Firenze.
Sono incerti essi medesimi, e han voci diverse agli
oggetti identici. Non parlo poi della campagna, chè
la Maremma, il Casentino, il Yaldarno, il Val di Nie-
volo usan nomi affatto varj. Per E. colla sua lista alla
mano, chiesi a un colto signore di qua come si chia-
ma lo specchio che sta sopra il camino — R. Spec-
chio o Specchiera — E non caminiera? — R. 0 no;
cotesto nome si dà a quella cassetta elegante che si
tien presso al camino per la legna — Vo da una si-
gnorina, e le mostro a dito lo specchio, e le chiedo
come lo chiami — R. Caminiera — Oh come? ma la
caminiera non è cotesta cassa? — R. Che che? e ri-
deva. Questa è la paniera o la. cassa della legna —
Or va e accozza.... E dopo avermi posto a fianco di
molte voci milanesi la corrispondente fiorentina.... Ma
per farcisi bisognerebbe esser qua proprio. Una ser-
vente che mi rifà la camera, dicea che l'altro giorno
Vili
la padrona le fece una parrucca (una lavata di capo).
Le chiedevo perchè avesse legati i polsi, rispose che
ha freddo perchè rigoverna. — E stavo così bene a
casa mia, dove i miei fratelli mi facevano il circon-
dino. — E mi narrava d'un suo fratellino che s'è am-
mencito (avvizzito). Di questi lecchezzi potrebbe rac-
cogliersene tutti i giorni, chi stesse col popolo e colla
gente che sulle gazzette non perde nè il buon pen-
sare, nè il ben parlare. E di questi gingilli son pieni
il Giuliani, il Bresciani, ecc.; ma quel che importa di
vedere e studiare qui è il giuoco della frase, e la fe-
lice concisione , è la spigliatezza degli ausiliarj , dei
dovere, potere, ecc., e questa non si trascrive e non
s'insegna. — I saluti. »
Firenze deve però fissarsi per il luogo ove tutti
dobbiamo attignere la lingua nazionale e se vi han
voci diverse agli oggetti identici, scelgansi per la
lingua quelle che sono le più usitate. Lavoro arduo (5)
ma effettuabile. Da questo luogo i sommi scrittori,
da Dante al nostro Alessandro Manzoni, hanno tolto,
chi non lo sa?
Lo bello stile che loro fece onore.
Ma v'è un'altra osservazione. Tutto che si pensa e si
dice nelle altre città, non si pensa e si dice a Firenze;
dove manca l'oggetto, ne manca il nome. A Firenze
dicono la pampara, il panetone, il risotto in cagnone,
la bonza, il dosino, la bosinata dei Milanesi, ilpan spe-
zia dei Bolognesi, la resta dei Cremaschi,il brizzolà
e lo sbovarinar dei Mantovani, la pistola dei Romani,
la sluzza o slussa dei Pavesi, il bussola dei Bresciani,
le amarette di Saronno, la fasolada e il nosetto dei
Cremonesi, la facci di vecchia dei Siciliani, il ghirin-
ghell, la giubbianna, il masigott del Milanese, il tir»
IX
Untoceli e il zingherlin dei Comaschi..., e mille altre
yoci esprimenti mille altri concetti?
A Firenze hanno cognizione di tanti nostri giuochi
fanciulleschi e no , come della gatta-leccarda , del
pan bruciato, della barca, della giaccola , dei bag-
ger, ecc.? I Fiorentini non hanno la bara (carro),
quindi non il nome di quella, né del barizzon o ba-
rée, della cimbarda. Non usano quel che significa la
solenne voce del berinà dei nostri contadini, nè il
costoro legar V asino o lo spiedo, nè la braga o sca-
nell che si sovrappone alla botte per sostenere la
pevera, quando s'imbotta il vino, ecc.
In Toscana non è concessa la coltivazione del riso,
per dirne una, fuorché nei terreni palustri, e non su-
scettivi d'altre colture (Palma) ; sicché le poche sue ri-
saje sono permanenti. Or come avrà i nomi delle nostre
risaje alterne? Qual nome alla nostra risina? Tanto
che i Toscani tolsero a noi le voci brusone o carolo
certa malattia del riso. Noi Lombardi abbiamo il fieno
maggese, V agostano e il terziruolo ; e i Toscani no.
Ci sono anche, per esempio, tra noi e i Fiorentini
voci di senso affatto avverso e dubbio. Noi per se-
mola intendiamo il fior di farina, essi la crusca; lat-
tajo tra loro chi lavora in latta (lolla) e chi vende
latte; tra noi solo chi vende latte, l'altro lo diciamo
lattoniere (tollée), brutta parola che sa dello spa-
gnuolo latonero, forse, ma non c'è anfibologia, e trae
dal. fiorentino latta; noi diremo a un bambino che
ha il pallone in mano, sgonfia, cioè gonfialo, un fio-
rentino intenderà per sgonfia il contrario, sebbene
anche là da poco hanno imparato da noi a dar a
quella voce il nostro significato, ecc. Noi per guer-
cio o linoeucc intendiamo chi è cieco d'un occhio, essi
invece intendono per guercio chi ha gli occhi torti (6)>
cioè il nostro losco; ed essi per losco o cischero o
bircio che si dica, intendono il nostro tobis o tobiola
(da Tobia?), corto di vista, miope, cioè che ha cattivi
lucci, ecc.
Or come fare con queste voci provinciali? (7) Quel
che i Fiorentini fanno delle loro voci di simile esclu-
sivo significato e valore ; cioè scriverle italianamente.
Infatti il Vocabolario del Fanfani accoglie come voci
di lingua nazionale, s'ho a dirne alcune, le seguenti: il
pan papalino, il pupazzo e il maritozzo dei Romani,
il pamparigi, la grattacela e X acquatinta (8) dei Sa-
nesi, il biroldo e la gesuita dei Pistojesi, la luganiga,
la cervellata , il cotichino o cotighino dei Milanesi,
la biciancola dei Sanesi, Chiancianesi, Yolterranesi ,
Cameriensi, il giardinetto dei Livornesi, ecc.
Dunque non tutta la lingua nazionale può aversi
battezzata nel bel San Giovanni; tuttavia, per la mag-
gior parte di essa, bisogna fissare questo battistero.
Guai se ogni Municipio volesse scrivere le voci del
suo popolo! Il Milanese, per chiamare quella fine-
stra sopra tetto, la quale si fa con una alzata di
muro coperto, per dar lume al soppalco, o a stanze,
le quali per altro modo non lo possono avere, ed
anche per uscire sopra i medesimi tetti, o per tirar
su dalla via il fieno da riporsi nel fenile, dirà usell,
orbiseli, Itiseli, l'oscolano lusell, il pavese uselerà,
il lodigiano usel, il bergamasco lusareul, il cremasco
lu zar ola , il comasco lusél, usél^ il piacentino lusa-
ron, il cremonese luseron , il bresciano luzarula ,
luzaroeula , balconéra , antana, il mantovano lusso-
ron, lusnaron, ussnaron, il parmigiano luzron, luz-
ronzett, il reggiano lusgnól, il bolognese luminarol,
il ferrarese luminari , il torinese lusél , il genovese
luxerna, il veneziano luminal, il veronese luminaro,
XI
lanternina l'udinense luminarie, l'anconitano lucer-
nario, il napoletano lucerna, il siciliano mantelletto
de lo stitto, altri baroale, baoral, frate, lucernario,
abbaino, finestra sopra tetto, ecc. Col Muratori la si
chiamerà luminandolo (9), e secondo vari atti notarili
dell' 800 luxellum (parva lux), dalla qual voce (cosa
notabile) trassero la loro quasi tutte le terre d'Italia,
cui i Vocabolari italiani tutti traducono erroneamente
in latino impluvium. Così, per altri esempi, vedi le
voci Salvan, e Tricchtracch in questo Vocabolario 7
pag. xx.
Da qui ognun vede la necessità di scrivere in quel-
l' idioma in cui dettarono i sommi. Che in esso abbia
scritto Dante Alighieri, ei lo dice apertamente qua e là
nelle sue opere. Nel Convito: « Io mi mossi al vol-
gare commento, e lasciai il latino per lo naturai
amore della propria loquela.... Della mia loquela pro-
pria, non solamente amore ma perfettissimo amore
di quella è in me.... Dal principio della mia vita ho
avuto col volgare benevolenza e conversazione , e
usato quello , deliberando , interpretando e quistio-
nando.... Lo quale (volgare) naturalmente e acciden-
talmente amo ed ho amato.... Questo mio volgare fu
congiugnitore delli miei generanti, che con esso par-
lavano..., perchè manifesto è lui essere concorso alla
mia generazione; e così essere alcuna cagione del
mio essere. Ancora questo mio volgare fu introduci-
tore di me nella via di scienza.... Dico (Volgare Elo-
quenza) che il parlar volgare chiamo quello, nel quale
ì fanciulli sono assuefatti dagli stenti, quando primie-
ramente cominciano a distinguere le voci, ovvero,
come più brevemente si può dire, affermo il volgar
parlare essere quello, il quale senz' altra regola s'im-
para, imitando la balia.... » E qua e là nella sua De*
XII
vina Commedia e' fa dirsi da vari personaggi di par-
lare (cioè scrivere) in lingua fiorentina :
La tua loquela ti fa manifesto
Di quella nobil patria natio ,
Alla qual forse fui troppo molesto.
La nobil patria, cioè Firenze. Così gli dice Farinata
(Inf. C. X, 25).
In questa stessa bolgia Dante (Inf. C. XXIII, 76) si
sente chiamare da
.... un, che intese la parola tosca....
Cioè la pronuncia e i modi.
P non so chi tu sie, nè per che modo
Venuto se' quaggiù : ma Fiorentino
Mi sembri veramente, quand' i' t' odo...
gli dice Ugolino (Inf. C. XXXIII, 10) — Anzi, par-
lando del suo Poema, Dante stesso ce lo dice chia-
ramente: « Io chiamo l'opera mia Commedia, perchè
scrìtta in umile modo, e per aver usato il parlar vol-
gare, in cui comunicano i loro sensi anche donnic-
ciuole (Vita Nuova). » Il Boccaccio, nella sua Vita
di Dante, dice che la Divina Commedia è scritta in
fiorentino idioma; così lo ripete nella prima quar-
tina del suo sonetto:
Dante Alighieri son, Minerva oscura
D' intelligenza ed arte ; nel cui ingegno
L'eleganza materna aggiunse al segno,
Che si tien gran miracol di natura.
L'eleganza materna, cioè V idioma fiorentino.
Il Tommaseo è tanto persuaso che Dante ha scritto
il suo Poema in fiorentino idioma, che alla parola
Manicar (Inf. C. XXXIII, v. 60, nella nota 20), dice:
« Questa voce è condannata come plebea fiorentina
XIII
nella Volgare Eloquenza. Segno che tutto il Poema
è scritto in volgar fiorentino. » Così nella frase « e
andammo introcque (ivi XX, 130), egli scrive: An-
tica voce fiorentina {Inter hoc) usata dal volgarizza-
tore di Livio. Dante la condanna nella Volgare Elo-
quenza. Di qui si vede che il Poema suo non è scritto
nella lingua detta da lui cortigiana. » Finalmente
Dante, nella Volgare Eloquenza, condanna, come pue-
rili per lo stile tragico della poesia, le parole mamma
e babbo; e poi le usa
.... non è impresa da pigliar a gabbo ,
Descriver fondo a tutto l' universo ,
Nè da lingua che chiami mamma e babbo.
(ivi, xxxn, 9).
Che A. Manzoni abbia rasciacquati i suoi cenci nel-
l'Arno, devo dirlo e provarlo?
Di alcune voci solamente ho creduto bene dare qui
la derivazione; prima perchè questo non è un libro
a ciò, poi perchè, secondo il mio avviso, prima di
venire a questo studio, per non dare in assurdità, e'
bisogna, più che non s'è fatto sin qua, raccogliere,
sgroppare, paragonare, intendere la lingua furbesca,
che pure gli antichi monelli avranno avuto , e gran
parte della quale sarà passata ad essere linguaggio
comune , come vediamo accadere oggidì, onde tanto
strillano ed errano gli etimologisti. Inoltre, il parlare
zingaresco (10) per gli etimologisti va pure cerco e
studiato, sì nella lingua che ne' vernacoli; anzi dirò
anche quel goffo parlare chiamato jonadattico (11) che
è piuttosto una specie di parlare furbesco introdottosi
e divenuto famigliare agli accademici della Crusca.
Vorrei finalmente che questo mio lavoro persuadesse
tutti (ma stento a crederlo, massime negli uffici) a seri-
XIV
vere nella lingua nazionale, viva. E allora non legge-
remo: qui si molano coltelli, bombonere, azette e ram-
pini, posizione e tarima o terima (voce spagnuola ,
negli uffici), fiomba, una sidella, uno scopino col por-
iaruffo e le molle col bernacehio; gallette bucche ,
inerentemente, in base, il prestino, il prestinaio, i ci-
sternieri, i fr egoni, etichetta, il plafone , il timbro ,
timbrare, i panchi, il frach, i docenti, la cannuccia
della penna, le finche, gli inservienti, esonerare (12)
nè per farci intendere si scriverebbe « carielli del
cesso (vulgo tajée), » ecc. Vorremmo che le guardie
della città (non bene, sorveglianti municipali) sapes-
sero la lingua e dessero notizia di questi barbarismi
che leggono sulle case nostre; ma essi, i poverini,
li credono buona lingua e tirano diritto.
Quello poi che fa più. vergogna, e rende immerite-
voli di essere italiani liberi e uni si è che nelle scuole
pubbliche si impongono libri di testo che sotto la
mala signoria sarebbero stati ributtati. Gli scienziati
arrossiscano una volta di non scrivere nella lingua
nazionale e viva.
E voi, giovani, se avete nel cuore l'Italia, voi pei
quali fu scritto questo libro, volonterosi mettetevi
.allo studio della vostra lingua; nè lasciate che essa,
come già la sua terra, vada sbocconcellata; non sappia
lo straniero che non vogliamo avere la fonte ove atti-
gnerla, ma che, siccome sanno che Roma è la capi-
tale d' Italia , così che Firenze è la fonte della sua
lingua.
Milano, 1 agosto 1870.
NOTE
(1) Nella Ambrosiana giaciono vari manoscritti di dialetti di
questo sapientissimo filologo ed educatore. La Dialettologia
Italiana consta di 12 grossi volumi in foglio. In capo a ogni
facciata Y autore scrisse, cominciando dal primo volume, e per
alfabeto, una o due o anche tre voci principali della lingua, e
sotto, nei tre casellini in cui è distinta ogni pagina, pose la
voce vernacola accosta al nome del paese dov' è parlata. Tutti
i vernacoli divise in 16 gruppi , di che diamo qui presso un
saggio sulla parola Raganella. L' ultimo volume è destinato
solamente alla Storia Naturale, ed è il più compiuto. E lavoro
che per tirarlo a fine , non basta la vita di sei uomini ; e il
Cherubini stesso n'era persuaso; onde, in fronte a ciascun
volume, oltre a una epigrafe latina a ciò o ad altro alludente,
scrisse: Dialettologia Italiana che si verrà compilando da Fran-
cesco Cherubini o da chi altri verrà dopo morto lui. Qua e là
di quella sua opera veramente colossale e nella letteratura forse
unica al mondo pel suo genere, avverte egli che in fogli volanti
e in altri attaccati ai detti volumi scrisse a lungo della sua
Dialettologìa ; ma sì gli uni fogli che gli altri non si trovano.
(2) Nell'Ambrosiana giace manoscritto un Vocabolario Meto-
dico Bergamasco , Italiano e Latino dell'abate Angelini; grosso
volume in foglio , del quale il Cherubini fece un Estratto che
colà pur giace. Duole che lo Zappettini non lo abbia consultato,
nè la Grammatica Bergomense-Italiana (1855) del Mosconi, nè
molte poesie stampate come la Gerusalemme Liberata del Tasso
voltata nel vernacolo bergamasco dall'Assonica, pel suo Voca-
bolario Bergamasco-Italiano , il quale non sarebbe riuscito più
che meschino.
XVI
(3) Pregevolissimo n' è il Vocabolario della Lingua Italiana
(1865); ma quando dice Voce Antiquata, vorrei che ne desse la
viva, come dimergolare j addocciare , ecc.; non vi leggo il don-
dolo (mil. scocca), la moscardina ch'ha il Thouar , il pagliuco-
lajo del Lambruschini , La sozza Frucola j La vii Tartuca , La
Talpa e il Granchio Là si trabuca del Giusti, ecc.; non cuffia
nel senso che è nel Tommaseo, che scrive: « Oggidì cuffia^ a
Firenze è il velo, che, appeso alla berretta o alla tesa del cappello,
scende sul viso, e può essere gettato dietro le spalle o da banda.
In altri dialetti toscani, cuffino. » E moltissimi altri vocaboli. Vi
leggo poi molte voci che non appare se sieno della lingua parlata,
come: le nonnaje cioè le veteres avias di Persio (Sat. V, v. 92)
di cui il Monti nelle note alla versione di queir autore scrive :
« cioè gli errori istillati dalle nonne } o dalle nutrici;» espres-
sione arditissima e rapidissima, di cui non credo capace la no-
stra lingua , benché il Salvini abbia giudicato diversamente ,
traducendo al suo solito :
Mentre dal tuo polmon nonnaje io svello.
Versione però, a parer nostro, più rapida, più ardita e bella che
non quella del Monti :
.... e mentre l'error, di che t' infece
La nonna, al cor ti svello ....
y (4) Riveritissimo Signor Banfi,
Figline (vai d'Arno in Toscana), 24 maggio 1856.
Ricevetti, il 18 corrente, la sua lettera del io, e mi propo-
nevo, spicciate appena alcune mie coserelle, di rimandarle la
sua nota di termini Lombardi coi Toscani corrispondenti. Ma,
datale ora un' occhiata, m' avveggo che mi bisognerà un poco
di tempo , a fine d' informarmi , se alcuni dei suddetti voca-
boli hanno qui l'equivalente. Ed acciocché ella non creda che
io ricusi di compiacerla, non voglio più indugiare ad avvertirla
con una mia letterina speditale per mezzo d' un amico, che, ap-
pena le mie indagini saranno compite , le riscriverò diretta-
mente, rimandandole la sua nota con quelle maggiori e migliori
dichiarazioni, con che mi verrà fatto di soddisfare al deside-
rio suo.
XVII
Le scrivo di qui dove dimoro abitualmente , e le scrivo per
mano d'altri, atteso un indebolimento di vista che mi travaglia
da più di un anno.
Ho il piacere di professarmi
suo 0&&. Servo
Raff. Lambruschini.
(o) Dico arduo. Infatti per voltare nella lingua viva il mila-
nese scovasc del forno, il Fanfani mi dà spazzatojo , spazza-
forno , frugatojo da forno , spegnato jo , fruciandolo , strofinaccio-
lo, ecc. Or quale è di questi vocaboli il più usitato , quale il
fiorentino? Il Carena ha i primi due.
(6) Il Guerrazzi nel suo libro : L'Assedio di Firenze (Gapit. V)
definisce il Guercio così, parlando di Cencio. « Il sopran-
nome accennava un difetto di lui; quando la pupilla de-
stra fissava in un punto determinato , deviava la manca in
molto sconcia maniera ; quando la manca andava al segno,
sbalestrava la destra. » E che guercio significhili nostro milanese
losco lo conferma anche nel Capitolo XY ove il Malatesla dice
a Cencio Guercio : « Cencio, tieni un occhio al paese e 1' altro
al gatto. » Ma possibile che i Fiorentini non abbiano una sola
parola per indicare con essa sola uno che è cieco d'un occhio?
Forse monocolo?
(7) Il Cherubini ha un Vocabolario della lingua provinciale
che cita sovente nelle sue opere giacenti nell'Ambrosiana, e
che è manoscritto presso il suo biografo dott. G. B. De Capitani,
il quale mi promise di darmene da pubblicare qui un saggio ,
e poi venne meno.
(8) Acquatinta. «I Senesi dicono tuttora Acquatinta per Nevi-
schio. Uno dirà, per esempio: Guarda , guarda, nevica, e l'altro
risponderà: No, sai, non è neve, è acquatinta. Di tutti i com-
mentatori di Dante che se n'ha a dire, i quali saltano a pie
pari quel verso del C. VI, Inf. v. 10: — Grandine grossa, e
acquatinta e neve Per V aer tenebroso si riversa — quando po-
tevano far spiccare la bella gradazione che fa il poeta , met-
tendo in mezzo alla grandine e alla neve Y acquatinta? Che se
n'ha a dire? diciamo che lì tutti quanti ebber gli occhi tra' peli. »
(Fanfani).
(9) Annali d'Italia, pag. 169, tomo IV, Lucca.
XVIII
(10) In questo parlare, per esempio, Cass significa Fieno; e i
nostri campagnuoli chiamano Cass quel luogo delle fattorie dove
si raccoglie gran fieno dai prati ; specie di cascina. Ne' tempi
andati le nostre campagne eran pure infestate dagli zingari,
gente nomade; e perchè avranno pernottato spesso su quelle
specie di cascine, avranno lasciato loro un tal nome.
(11) Il parlar jonadattico è formato di vocaboli capricciosi, i
quali non hanno altro del vero vocabolo da pronunciarsi che
le prime lettere, come Seminato in cambio di Senno, Panciolle
per Panciatichi, e simili. Faustina, per esempio, in lingua jo-
nadaltica vuol dire Fava, cioè, Alterigia, Superbia; Tegolo, Teo-
logo; Intelai atissimi arciconigli per Itendentissimi arciconsoli, e
simili baggianate.
(12) Esonerare. Voce latina exonerare, ex onere. Non ha buoni
esempi per esentare, esimere da, ecc. Il Gorio l'usa nella sua
Storia di Milano (Capit. I, pag. 2), ma nel significato latino
togliere alcuna parte del peso (ex onere): « Ambigato, re de'
Galli . . . volendo esonerarsi del grandissimo popolo . . . ecc.
SAGGIO
DELLA
DIALETTOLOGIA ITALIANA
DI
FRANCESCO CHERUBINI
Tolto dal manoscritto giacente nella Ambrosiana.
XX
1. Raganella (picciola ragana); 2.. (specie di
razzo); 3. (strumento da suonarsi agli uffizj delle
tenebre) (1).
Torinese
bèta d'ia sniana santa,
fossanese
monferrino
Astigiano
Alessandrino
Tortonese
Saluzzese
Barbettino
Aostano
Savojardo
riN Geradadda
a Clusone
raniaj .
a Treviglio
Os solano
3. Cantar ana, Ta-
3. Tenebrori.
3. la Troia.
3. Gri, Troia, Pa~
3. Trabàcola.
3. Ticchetacch.
Milanese 1. Ranna Sanpèder o 2. Sereselt a bissa,
de la Madonnaro de San Gio-
vami o martinna o Ranetta o
Rag aggetta o Nanastrell.
3. Trìcchetràcch.
Brianzuolo
Pavese
tra eh.
3. Trìcchetràcch.
3. Rattireula, Trich
XXI
1. Raganella (picciola ragana); 2. (specie di
razzo); 3. (strumento da suonarsi agli uffizj delle
tenebre) (1).
i lodigiano
codognino
Rivoltano
Novarese
Comasco
bàcola.
Piacentino
zar (mula. Cantar agna.
Cremonese
Cremasco
Verranense 2. Ver datola.
Lariense
Girighera.
Luganese
ruote dentate), Tippetapp (se
Basso Valtellinese
Valligiano svizzero
Bresciano
Grìcra, Trmhtracch (2).
Bergamasco
Gardesano
Mantovano
tola?
3. la Batiòla.
3. la Berlocca.
3. la Troia.
3. Tenebrori.
3. Trichtràchj Tra-
Z.Battarceùla,Sgrin-
3. la Berlocca.
3. Grì.
3. Tricchetracch }
3. Ghirighèra (se a
a martelli).
3. Maozùle.
3. Ciàcola , Grì ,
3. Grì.
3. Tampèla, Bài-
XXII
1. Raganella (picciola ragana); 2. (specie di
razzo); 3. (strumento da suonarsi agli uffìzj delle
tenebre) (1).
sa
Ferrarese
tuia.
i POLESINESCO
I Parmigiano
nèmbra.
ÌBussetano
» i MODANESE
Reggiano
Bolognese
Bell inzone se
Trentino
l ROVERETANO
> Valdinonese
' Valmagino
Valverzasca
i Alto
Basso
| Nizzardo
! monachese
Sampietrino
3. Taracela 9 Bai
3. Battrceùla , To
3. Tempella.
3. Tempèrla.
3. Battla.
3. Tarlichtarlàch.
3. FoZòn.
3. Cricrài.
XXIII
I. Raganella (picciola ragana); 2. (specie di
razzo); 3. (strumento da suonarsi agli uffizj delle
tenebre) (1).
Veneziano 1. Lodrineto, 2. Scarcaoalo, 3. Rang anela.
Padovano 3. Cighìgnòla, Ba-
toleta} Ràcola.
Vicentino
3. Ràcola, Racolòn.
T I-J 1\W _N -Lj O Ili
3. Ratavela.
lane
/Bellunese
!11CZ
\ Trevisiano
i Fiumano
' Skrebetaljka.
3. Skrabalnìka 3
Dalmatino
3. Fercaljkaj Zvar-
coka.
Zaratino
3. le Trapatàcole.
fa
Udinese e Friulano 3. Cràzzule , Crè-
zola, Crezolar (sonarla)^ Crazzulon, Bateùl, Scràz-
zule.
] Valdifassese
I LlVINALONGHESE
' Goriziano
XXIV
1. Raganella (picciola ragana); 2, (specie di
razzo); 3. (strumento da suonarsi agli uffizj delle
tenebre) (1).
Ravennate
> Faentino
|* l Forlivese
9 I Imolese
' Anconetano
Urbinate
| Ascolano
I Camefinese
OSIMO
Fiorentino
3. Scannala .
3. Cròcciola?
3. Turione.
3. Raganella, Ta-
bella} Taccolone.
Sanese 3. Tempella? (redi
però Vocabolario di Napoli), Battistero simile alla
Grièra de' Bresciani.
Livornese
Elbano
Pisano
Lucchese
Garfagnino
\PlSTOJESE
3. Crepitàcolo?
3. Tenebrone.
3. Graditone.
3. Tabella?
XXV
1. Raganella (picciola ragana); 2. (specie di
razzo); 3. (strumento da suonarsi agli uffìzj delle
tenebre) (1).
Aretino
Maremmano
i Volterrano
] Corso montano
Corso costiero
Massese
3. Crialeso.
3. Cròtalo?
' Romanesco
nela? Roganello?
§ 1 Norcino
5 i
1 Spoletano
3. Se annoto , Raca-
Napoletano
$ \ Sabino
a
5 1 Pugliese
I
"3
6 l
«8
m
3. Trocola.
XXVI
1. Raganella (picciola ragana); 2. (specie di
razzo); 3. (strumento da suonarsi agli uffizj delle
tenebre) (1).
I TARENTINO
^ I Leccese
£ ] Otrantino
pfi /
£ ì Reggiano
& F.
Albanese.
' Palermitano 3. Tricchitracchi, la
Tròccula
o
§ ] Catanie se
g 1 Messinese
53 i
' Girgentino
: Campidanese 3. Matracca ,
Reùlas.
1 Capodisoprano
© /Algherese
-
é 1 Sassarese
'Logodurese
XXVII
1. Raganella (picciola ragana) ; 2. (specie di
razzo); 3. (strumento da suonarsi agli uffìzj delle
tenebre) (1).
7. — Comunense 3. Racolòn (volga-
re veneziano
Q
»g 1 13. — Comunense
a
3 ]B0SCHIGIAN0
Alto Valtellinese
* / Le VENTINE SE
8 >
£ i | l Bregnasco
Si* JAlto Engadinese
8 (Basso Engadinese
Punico. — Maltese
(1) Crecèlle francese, Matraca spagnuolo.
(2) Lo strumento è ad un solo scopo; ma dal variar della
forma varia di nome. Tricchtracch ^ per esempio, è come il
nostro a martelli o campanelle impernate mobili in un asse.
Gr\_, è una rotella dentata che s'agita a mano. Griera^, un
asse con più ruote dentate che, conculcata, le fa strepitar
tutte.
CIMI SUL DIALETTO MILANESE
Il nostro dialetto suona nella terra « che sta fra Como e la
riva orientale del suo lago, compresa la Valassina, indi la
riva di quel di Lecco, colla Valsassina, poi lungo l'Adda fino
quasi a Lodi, e di là piegando verso Pavia, e risalendo pel
Ticino e per la riva sinistra del Vernano fino alle valli del
Varesotto (i). » Esso è di fondo italiano , e da alcuni nomi
propri, s'induce che fosse già usato nel XIII secolo; del XIV
se n'ha documenti, poi nel 1600 cominciano scrittori; ma in
tutta la sua potenza apparve a' nostri giorni nella mordace
musa del Porta, nella patetica del Grossi, nella piantina del
Raiberti.
La lingua greca gli diede alcune voci: usmà (aspa), peston
(ttecjtov), toma (7TTO|j.a), beiseli (jfocri^), trabescà (Tpair zoQoci); ca-
gnara (xauapa), ruff (puwos), mar/ari (piaxaptos), caca (xaxa^ cose
cattive), ecc.
La latina moltissimo : sidella (sitella), ameda (amita)> prestili
(pislrinum), presi inée ( pristinarius ) , pasquée (pasqua), sber-
gna (spernari) , venter (venter), semper (sempre), Uber (lib«r),
micca (mica), cogoma (cucuma), offella (ofella), burett (buris),
gremà (cremare), stiva (stiva), trident (tridens), cobbi (cubitus),
cobbià (cubare), coller (culter), toppia (topia), II (I!), vide (vi-
dere), dà el rugh (dare rudem), mo (modo), dà ansa (dare an-
sam) , mar emagna (maremagnum), cum quibus (cum quibus),
barbìs (barbitium) , catta (captare) , romp (rumpus) , amola (ha-
mula), peli (pellex), poggimi (podius), noster (noster), and (an-
tes), pivell, pivella (pueilus, puella), luccià (lugere), pepe (pupus),
popola (pupa, pupilla), stabiell (stabulum) , giavanà (juvanari),
cicc (ciccus), freguj (fregi), semola (simila), salin (salinum), tan-
dem (tandem), anta (anta), ligà (rigare), ecc.
Come dei Galli abbiamo il tipo della fisonomia, così del par-
lar loro le nasali ari; on, en; la en, la oèit, la u. « E chi ode
il dialetto di Marsiglia, facilmente lo può scambiare pel mila-
nese, dice 0. Gantù, mentre a fatica è intelligibile ai Francesi;
e la somiglianza è tanto più notevole, in quanto che già si riscon-
tra nelle poesie dei Trovadori, poeti provenzali del ÀII secolo, e
non solo quanto a parole, ma anche a forme grammaticali (2). »
XXX
Dai Celti abbiamo il davo e Yaves forse ; dalla lingua d'oc il tacere
Yr in fine avverbi; l'uscire in er in più vocaboli, e in aa, ii3
uu nei participi ; e son di quella lingua provenzale molte voci
fatte nostre, come str'ion (strimi), sgognà (degaugnar, pron. de-
gognà) , ramadan (roumadan , pron. rumadan) , doma che (ma
que, pron. ma che), tapascià (tavegar), derusc (druse), fo (fan,
pron. fo), bobàa (bobo), dervì (durbir), ecc.
Nel seicento, quei carissimi Spagnuoli ce ne lasciarono delle
loro : geneffa (cenefa), alt e bass (alti baxos), menus (menudos),
pamposs (pamposado) , desasì (desaseo) , recatton (regaton), se-
cudì (sacudir), teppa (tepe) despoeù (despué), lócch (loco), stra-
noccià (trasnochar), tomates (tornate), lottonée (latonero), mocci-
glia (mochila), rosciada (rociada), ecc.
Assai la Rivoluzione francese , e più ancora di quel popolo
la moda, le letture, le invenzioni: ciasma (chasma), plafon,
scemisetla 3 volò, bisgió , gilè, gabaré , conceur press-papié,, pa-
nar is , ecran 3 etasger , forgon (fourgon) , e via via. Noi, poi,
come quella nazione, non distinguiamo nel plurale coli' articolo
i generi, giacché diciamo : i omen, i donn} ecc.
Ne abbiamo anco di tedesche : scoss (schoos), sbrojà (brùhen),
sloffen (schlofen per schlafen), chiffer (kiffels), che i Fiorentini
accarezzarono in chifello , come pure il caffeehaus in caffeaos
{Fanfani), erbei (erbse), ganza (ganse), sciceli (schick, schicken),
fórt (furth), lobbia (laube -bia), sleppa (sclappen), sgura (schuren),
spila, spilador3 spili (spielen, spieler, spiel), ecc.
Ungaresi sono le voci dolmanda (dolmany) e s' giaco (czako), ecc.
Le invenzioni o altro ce ne hanno recate anche di Inglesi:
vagone (wagon), tilber (tylburn), bol-docch (bull-dog, toro-cane),
slippa (sleepeesj, ecc.
Distinguiamo talvolta i generi del plurale, dicendo duu o trii
omenn, dò o tre donn; talora sotto un genere solo ci piace in-
tendere il maschile e il femminile italiano : on per (un pero o
una pera); l'articolo indeterminante lo costruiamo diversamente
dal numerale : on piozucc, mazzen vun; scempiamo spesso le con-
sonanti doppie delle sillabe medie dei polisillabi ; le addoppiamo
invece nelle iniziali e finali ; facciamo pronunziar la z per s.
I verbi, secondo che sono susseguiti da preposizioni diverse,
voltan significato ; se due medesimi nella terza persona singo-
lare dell' indicativo hanno tra loro le voci che te , queste non
servono che a dar più forza: e tira che te tira, e rid che H
rid (e tira e tira, e ridi e ridi) ; se incomincian da vocale, in-
seriamo un efeleustico : mi gWhòo, ti te gh'et ; se da consonante,
un pronome reciproco sovrabbondante: ti te copiet , lu el dirà
nient? Finalmente notisi che nelle conjugazionì usiamo solo il
passato composto nell'indicativo: e che fra le due consonanti
se e sg, quando si hanno a proferire sibilanti, si frappone loro
un apostrofe s'e, s'g: $' ceppa, s'giacch.
Sono queste le cose che del nostro dialetto noi crediamo le
xxxr
più importanti per ora a sapersi da' giovanetti ; e le avevamo
già mandate al torchio , quando ci fu ricapitata , in data del
5 aprile corrente (3), una lunghissima e fittissima lettera in te-
desco fino da Werchetz, nel Banato, da un tal Simeone Mangiuca,
giurista. L'erudita lettera incomincia così: « La prego di scu-
sarmi, se mi sono tolto la libertà di scrivere a lei, persona a
me sconosciuta. Se non che io la conosco per la sua opera
intitolata Vocabolario Milanese Italiano (4), che è tornata utile
anche a me nella mia materia. » Indi più sotto, venendo più
propriamente a parlare del nostro vernacolo, così scrive : «... La
lingua orientale romana (chiamata dagli stranieri anche Valacca)
concorda col dialetto milanese nelle cose seguenti: a) nel cam-
biare la l in r, come: milanese pures, romano purecu (un u
(così segnato non si pronuncia, ovvero si pronuncia solamente
per metà); milanese gora, romano gura; milanese dori, romano
dure; milanese sgora, romano sburà (le due ultime voci deri-
vano dal latino exvolare, qualora si voglia ammettere la lingua
latina scritta come norma di confronto; b) nell'uso della par-
ticella des , come preposizione inseparabile nei verbi, invece
dell' italiano dis, per esempio : milanese desgorga, romana des-
gurgà; milanese despettenà , romano despeptenà ; milanese des-
toppà, romano destupà; c) nel cambiare l'italiano gli in j ,
come : milanese paja, romano pajiì; milanese puj, romano pujù;
milanese maj 3 romano maju ; d) nel trasformare l'italiano ce
in zz, come : milanese azzai, romano azelu; milanese lazz, ro-
mano lazu , ecc. La voce milanese zippa (zirlare) suona pari-
menti nella lingua orientale-romana zipà ; ma col significato di
mandar fuori piangendo un suono stridulo , come i bambini.
Così dicasi delle seguenti voci milanesi non ammesse , per
quanto io sappia, nella lingua dotta italiana: bagola (sterco di
pecora) consuona colla romana baliga (sterco di pecora o vacca)
nella lingua romana questa voce compare mutata nelle sillabe
per metatesi ; milanese biott, romano biotù , povero, miserabile.
Anche la voce milanese verz (cavolo) consuona colla romana
vearza, cavolo, legume, ecc.
(1) Milano e il suo Territorio.
(2) Grande illustrazione del Lombardo Veneto, pag. 93, voi. I.
(3) S'intende 1857.
(4) La prima edizione.
ABBREVIATURE
agg. — aggettivo.
fig. — figurato.
par. — paragrafo.
sig. — significato.
V. — Vedi.
pron. — pronuncia.
Al.
A. A.
A. Io — A vegn^ io vengo.
A. Essi, Esse — A mognen i vide
Essi, Esse scacchiano le viti.
A. Ci, Vi. in quel luogo — A voo
pù_, Non ci vado più.
A'. Anche — Lavora a'i desti., La-
vorano anco )e bestie.
A (particella intensitiva). A set
brutte Sei brutto.
A ! Ah ! — Al se mincionna minga J
Ah! non si fa celia.
A. Egli, Ei, E', (pleonasmo) — A
pioeuve Egli piove.
AÀN! Ah! esclamazione di ram-
marico.
AÀN? Ahn? esclamazione di do-
manda, e vale: Sono o non sono
un uomo io? Si poteva trovar
di meglio? Vi sarebbe venuto in
mente ? E cento cose simili.
ABÀA Abate. — Ori abàa desba-
dàa„ Uno che ha lasciato o gab-
bato S. Pietro — Vestiss de abàaJ
Pigliar l'abito di abate, vestir
di lungo.
ABÀAGHICC, ABÀA D ON GHICC. Aba-
tuccolo, Abatuzzo , Abatuccio .
Abatonzolo.
ABACHIN. Abbachino, Librettine.
ABASGIOR. Ventola, Cappelletto da
lucerna. Dal frane. Abat-jour e
— Gabbia del lume: specie di
globo, fatto di velo, talora con
ossatura di filo di ferro che si
colloca sur un lume, perchè la
luce sia diffusa e meno abba-
gliante.
ABASS- Abbasso. — Trà abasSe
Svilire, Deprimere.
ABECÉE. Abbici, Abbi.
ABET. Abito — Quella veste con
cappuccio che s'indossano i fra-
Banfi, Voc.
telli delle confraternite — Vess
scritt in V abete Portar 1' abito
della confraternita.
ABETDE LAMADONNA. Abitino, Abito
di de vozionemome di due pezzetti
di panno attaccati a due nastri
da portar appesi al collo per
devozione alla Beata Vergine
del Carmine — Vess scritt in
V abet de. . . Avere o Portar
l'abitino ....
ABiEZZ. Abete, Abeto (Pinus abies,
dei bot.) — Bosch de abiezz
Abetaja, Abetina — Ras de a-
biezze Abietina.
ABITA- Abitare.
ABITA- Mangiare, Digerire — Son
de stomegh insci debol che podi
minga abita nagotte Sono di sto-
maco cosi debole, che non posso
tener giù niente.
ABITT. Appetito.
ABONÀ. Bonificare, Far un abbono.
ABONÀA. Abbonato — per Avven-
tore V.
ABONAMENT. Abbonamento.
ABONASS- Abbonarsi.
ABONDANZIOS. Abbondante.
ABORTI. Abortire — Freggiare :
delle bestie.
ABREIT Abbrividito.
ABRESGÉ. Compendio, Ristretto.
ABSENZI- Assenzio (Artemisia ab-
sintium, Linn.) — Liquore con
infusione d'assenzio — Acqua
con dent V absenzie Acqua as-
senziata.
ACASGIO. Acagiù (Cassuvium po-
miferum, dei bot.) — per Mo-
gliene V.
ACCIUMM. Ecci: voce indicante il
rumore nello starnutare.
ACESS. Viottola: strada che mette
i
ACE 2
in comunicazione tra loro i cam-
pi, i poderi, e questi colla casa
del contadino e colla strada
pubblica — Strada privata: pur-
ché non sia comune a più di
cinque compossessori.
ACESSIÀ. Dare accesso a..., Met-
tere a un luogo.
ACETOSA- Acetosa: acqua accon-
cia con aceto, zucchero, o con
giulebbe acetoso.
AGIDENT. Accidente, Caso — Ac-
cidente,Coccolone: malattia che
coglie improvviso — fulminante
a secco, a ferraiolo, a cam-
pana — - On tócch d'addenta Un
tocco d'accidente.
ACCIDENT D1 ON OMM (ON). Un de-
monio d'uomo.
ACQU (I). Bagni, Acque.
ACQU (I) Acque (Le): linfa o serio-
sità che, divenuta troppa cras-
sa, si arresta o s1 infiltra a poco
a poco nella cavità della mem-
brana cellulare delle gambe
delle vacche, tacchine, e simili
bestie.
ACQUA- Acqua — donna de bev e
potabile , bevibile — che lassa
la nivola sui veder J fresca —
de rapinna^ Torrente — di piatta
Ranno — che s' è doperàa per
lavà i piatta Rigovernatura —
corriva e corrente — morta e
morta, Stagno, Marese — Acqua
cheta — fig. di chi simula
quiete e sotto sotto lavora per
riuscire a' suoi fini — possa^
stantìa — spessa^ fangosa, tor-
bida — sporca^ Sciacquatura —
scolaizza e colaticcia — Andà
fozura % acqu, Straripare — Cava
l'acqua J Attignere — Chi bev do-
ma acqua e Astemio — Chi va
sott'acqua^ Palombaro, Maran-
gone — Fa bonna l'acqua avun^
Assistere di propria tasca al-
cuno — Giugà in l'acqua^ Aver
il giuoco nell'osso , Aver Tasso
nel ventriglio {perdèe) — Lassass
vegnì l'acqua adosSe Indugiar,
Ridursi air olio santo , nel far
che che sia: cioè agli estremi
— No legni pù nè vin^ nè acqua^
Non poter stare, Non capir nei
panni o nella pelle dalla gioia5ec.
ACQ
— Per de s fo Negà in d' on cu-
giàa d' a equa e Affogare in un
bicchier d' acqua , Rompere il
collo in un fil d'acqua — Quell
de l'acqua fresca e Acquafre-
scajo — Quell de V acqua e Ac-
quaiolo — Scriv in l'acqua^ Por-
tar arena al lido, Seminare nel-
l'arena: affaticarsi senza prò
— Sta dessoravia de V acqua
Galleggiare sopra l'acqua, Stare
a galla dell' acqua — Trass a
l'acqua^ Trarre il dado: tentar
la sorte; anche, Correre o Scor-
rere la cavallina: fare o ca-
varsi ogni suo piacere — Vegnì
a l'acqua ciara^ Sapere in quan-
t' acqua si peschi — Vess cont
un pè a moeuj e l'alter in Vac-
quae Essere tra gli alari (i cu-
nin)e e la pentola, o tra l'uscio
e il muro, o tra l'uscio e l'arca
— Vess o Naviga in acqua bassa^
Esser bassa l'acqua: Averpochi
mezzi di fortuna — Vess vòlt i
acque Essere rigonfie le acque
— fio. Esser marina gonfiata,
o torbata, o gran fuoco nel-
l'orcio, o tempo nero: essere
corrucciato o pieno di mal ta-
lento — Acqua in bocca^ Acqua
in bocca: bisogna tacere.
ACQUA. Acqua, Pioggia — de vilan
che passa el gabane Acqua del
mal villano, che pare non piova
e passa il gabbano — piovesa-
sanae piovana — Sta su l'acqua^,
Non dar acqua: non piovere — •
Vess tutt'on'acqua^ Essere fra-
cido, macero d'acqua.
ACQUA. Acqua: umore o liquore
acqueo, che gocciola dai vege-
tali — Andà in acqua e Andar
in acqua : di focaccia (carsenza)
di latte, o simili, che per aver
dato un bollore (tràa on buj)si
scioglie in acqua.
ACQUA. Acqua: la qualità della
trasparenza delle pietre pre-
ziose.
AGQUA Acqua, Orina, Sudore, La-
grime e altri umori acquei del
corpo — Andà tutt in d' on' ac-
qua e Andarsene in acqua: su-
dar forte — Trà-via acqua^ Far
acqua: orina— Vegnìgiò acqua
ACQ 3 ACQ
del nas* Gemere acqua dal na-
so , ecc. — Vegnì V acqua ai
osucc* imbambolare, Luccicare.
Luccicolare, Far i lucciconi o
i luccicoloni , Aver le lagrime
in pelle, Esser pelle pelle le la-
grime — Vess tutt in d'ona ac-
qua* Esser sudato fracido, ma-
cero di sudore.
ACQUA. Acqua — con zuccher e
azèe * V. Acetosa — d'agher*
V. Agher {On) — caffeltada* in-
fusione di caffè — cotta* Deco-
zione o Decotto di gramigna
{gramegna) — de Cologn* Acqua
di Colonia — de marenn* V. Ma-
rennada — de sparli., v. Acqua-
forta — Dolza o (per celia)
sporca * v. Acqua {On') — ga-
zosa* v. Gazosa (Ona) — lirao-
nada* V. Limonada — matrical
o de camamella * V. in Cara-
mella — panada, Acqua panata
— rasa* V. Acquar asa — sola*
Acqua schietta — Fà fàl' acqua
ai cocumer* ai zucchetta e sim.
Far perder l'acqua ai cetriuoli,
alle zucchette , ecc.: il che si
ottiene insalandoli affettati e
crudi, e lasciandoli alcun tempo
in quiete.
ACQUA. Acqua, Fiume, Torrente, ec
— Passa V acqua dove l'è bassa*
Volger largo ai canti, Far lepre
vecchia : dar addietro quando
si vede il pericolo.
ACQUA- Cadenza, Pendio — El tecc
de la mia cà el gh' ha pocch' ac-
qua* Il tetto della mia casa ha
poco di pendio.
ACQUA. Acqua, Saliva — cor l'ac-
qua in bocca o ai dent* Venir
l'acquolina alla bocca o sull'u-
gola (ugora), Far la gola lappe
lappe: desiderar ardentemente.
AGQUA-E-LATT. Beuta.
ACQUA-E-VIN. Vino inacquato.
ACQUADA- Acquazzone, Acquarone.
ACQUADOR. Acquaiolo: chi dirige
acqua — per Dacquador* v.
ABQUAFORTA. Acquaforte — Intajà
con l'acquaforta* Intagliare, In-
cidere d'acquaforte o all'acqua-
forte.
ACQUA (ON') Un'acqua: acconcia,
soavizzata.
ACQUARASA. Acqua di ragia {ras).,
Acquarasa, Olio essenziale e vo-
latile, Essenza di trementina,
{trementinna).
ACQUARELLA. Disegnar d' acque-
rello, Acquerellare.
ACQUARffiU. Acquajo; lo stanzino
dove si rigovernano i piatti —
anche , Pietra fermata sur un
muricciuolo , con suo condotto
{canna) per ricevere il ranno
{l'acqua di piatt) o altra ri-
governatura {acqua sporca) —
fig. Una fogna, Una gola di
acquajo: di chi mangia moltis-
simo e di ogni cosa — Scola-
toio.
ACQUARCEU. Acquaio: nelle bar-
che, lo spazio senza pagliuolo
{sterno) a uso d'aggottare {tra
fcetcra V acquea) colla gottazza
{scàsser).
ACQUARffiU. Acquajuolo : chi ven-
de, porta o dirige acqua.
ACQUAROZZ Stomachini (Gli): que-
gli umori quasi acquei, che ci
imbarazzano lo stomaco e le
prime vie, e i quali ci inducono
ad arcoreggiare ( ai ampi de
vomet).
ACQUASANTA. Acqua santa o be-
nedetta — Robb de benedì con
l'acquasanta* Cose che se ne
vanno con l'acquasanta.
ACQUASANTA. Pila dell'acqua be-
nedetta — de lett* Piletta: va-
setto per l'acquasanta, appeso
a capo del letto — Secchiolino:
nel quale si reca l'acqua bene-
detta coll'aspersorio.
ACQUAVITTA. Acquavite — forta o
sgresgia* di vinacce {legasc) —
rafìnada* V. Spiret de vin—dà
de bev l'acquavitta* Dare il be-
veraggio; piccola mancia.
ACQUASCIA. Acquacela
ACQUAVITÉE. Acquavitaio.
ACQUAVITERA. Acquavitai a.
ACQUÉRL Scossone , Sfuriata di
pioggia.
ACQUETTA. Acquerella — meniir-
dra* Acqueruggiola.
ACQUETTA. Acquetta : specie di
vernice che i doratori danno
sopra l'argento — Specie di ve-
leno d'ignota composizione.
ACQ
4
AGO
ACQUINNA. Acquicella, Acquzza,
Un po' d'acqua.
ACQUIRGEU. V. Acquarceli.
ACUSADA. Accusata: l'accusare
che punto uno ha in mano nel
giuoco.
ACDNT. Acconto — Dà o Ricev in
acunt^ Dare o Ricevere in o per
acconto.
ADACQUA- V. Dacquà.
ADACQUATOCI. Adacquarle.
ADACQUATR1ZZ. Adacquatrice, Fos-
so irrigatorio: rogia o gora {ron-
sgia) a uso di adacquare i prati.
AD AL. Dentice (Sparus dentex,
Linn.): pesce di mare.
ADASI. Adagio.
ADEQUÀA. Prezzo adequato.
ADESS- Adesso, Ora — Adess adess
che mi...- Che si, che si che
io.... — Adess corri' è adess J Ora
come ora.... — L' è lì adess che
l'è andàa.... Gli è il tempo che
se n'è ito.... — Sì^ adess! Si,
appunto.
ADOVÀA. Addogato, Allistato : di
lavori dei panierai fatti a scheg-
ge ingraticolate.
AD RÈE Addietro, Dietro, Appresso
— Avegh adrée una robba., Aver
che che sia seco —Andàadrèe
a..., Continuare — Corteggiare —
Accompagnare — Andà adrée
con la rnan^ cont el corp.... Dar
I* andata con |la mano, con la
persona — Chi adrée ^ Qui
presso , intorno — Fass vardà
adrée ^ Dar da dire , da parlare
di sè, Far dire di sè — Lì adrée J
Li oltre, Lì presso; anche, ivi
oltre, In quel torno, Giù di lì —
Lì adrée,, in l'istess temp ^ Su
per giù nel medesimo tempo.
ADRÉE ADRÉE. Rasente — Andà
adrée adrèe^ Rasentare.
ADREZZ. Indirizzo, Ricapito — per
Sorascritta^ v.
ADR1TTURA. Addirittura, Difilato.
AFACC Affatto — Afacc af accise ^
Affatto affatto — Fa afacc J Far
del resto : sciupare tutto il ri-
manente che si ha.
ADUS. Appuntino.
AFARI. Affare — In un atem l'è
stàa fàa l' afari ^ in quattr' e
quattr'otto fu conchiuso il nego-
zio — Vè afari feniiJ È negozio
aggiustato , il pateracchio è
beli1 e fatto — Vess on afari fi-
sechJstracchJ balorda tocche ec*
Essere un affare spallato.
AFIN (AVENN MAI). Non venirne
mai a capo — Non darvi mai
spaccio.
AFITTANZA. Affittazione, Locazio-
ne — Dà-via in afittanza^ Affit-
tare — La scrittura d' afittan-
za La scritta d'affitanza. Fra
noi dicesi de'soli poderi di cam-
pagna.
AFOND. Fondo, Profondo.
AGELITÀA. Destrezza, Sveltezza,
Disinvoltura.
AGEVOLA. Agevolare, Far piacere,
cortesia: nei prezzi.
AGEVOLEZZA. Agevolezza, Piacere,
cortesia: nei prezzi.
AGHER. Agrifoglio, Pungitopomag-
giore (Ilex aquifolium, Linn.): al-
bero. Detto anche Làvor salva-
deg h o ross oche spongJ Bruscon.
AGHER. Agro : del sapore del li-
mone specialmente — Vetrino:
di ferro crudo che facilmente
si spezza — Pigro: di strumento
o simili che scorre o si muove
duramente — Acre : di latte o
simili che s' accosta al mor-
dente — Agro: dilchi è duro a
spendere — Brusco : di chi è di
mal umore.
AGHER o AGHER DE ZEDER. Agro di
cedro — Acqua cedrata.
AGHER BIANCH o DE MONTAGNA.
Acero fico o tiglio (Acer pseu-
doplatanus, de'bot.): albero.
AGHETT (TIRA I). Tirar il calzino
o Tajuolo : morire.
AGHI (I). Provino: arnese di che
si servono i saggiatori di zecca,
per saggiare le monete,
AGIO. Aggio: vantaggio sulle mo-
nete.
AGOROS. Ulivo della Madonna, Pù-
tine. Anagiride (Anagyris fosti-
da): pianta fruticosa.
AGNIS. Lo stesso che Onisc.
AGNUS, AGNUSDEI Agnusdei,Agnus-
rìeo: involtino con entro reli-
quie ed orazioni che portasi al
collo per divozione.
AGOLINA. Lo stesso che Albora,
AGO
5
AJO
AGON. Agone (cyprinus Lariensis):
pesce — Vess cott come on a-
gon^ Essere bacato : fieramente
innamorato — bastarda Agone
bastardo: quello che passa il
peso di due once fra i Lariensi
e di quattro fra i Verbanensi —
cott a la barchirceula ^ Agone
cotto in barca appena pescato
— V. Antesin^ stacchetta^ Mìs-
soltin^ Linda con mapp„ roz-
zoeu^ Redacquèe.
AGORD. Ardito, Buono, Grosso: di
cosa che oltrepassa la sua de-
terminata misura o l'atteso gua-
dagno.
AGOST (PAGA) Pagare agosto: pa-
tir la febbre intermittente per
la mal'aria ch'è d'agosto nelle
risaje della bassa Lombardia.
AGRA. Agra: il siero molto inaci-
dito, una cui dose moderata i
caciaj {casée) pongono nei ma-
scherponi {mascarpon). Anche
dicono Maestra.
AGRAFF. Affibbiagli, Affibbiatojo,
Affibbiatura.
AGRAMAN- Agrimani: ornamenti
alle vesti ed ai mobili.
AGRÉE. Lo stesso che Gràa.
AGREMAN. Cortesia, Piacere.
AH! Non mai, No — Set a fojì Sei
a secco? — Ah! — No.
AIRON. Sgarza cenerina, Nonna,
Berta grossa ( Ardea major,
Linn.): uccello di ripa — Nonna
col ciuffo, Pavoncella di padule
(Ardea Nycticorax, Linn.): uc-
cello di ripa — bianchJ Airone
minore, Airone piccolo, Aghella,
Gianna piccola (Ardea garzetta,
Linn.): uccello di ripa V. Sgol-
gia^ Sgolgetta.
AIROSA. Sorta di ballo contadi-
nesco.
AJ! Ahi! Ahimè!
AJ. Aglio (Allium sativum , dei
bot.) — Parti: Bar&a, eoo Fe-
sa J Rusca ^ eoa o Sgausc —
cucchi vano, vuoto — matt ^
matto — Ona campagna d' aj
V. Ajée— Mangia aj ^ fig. Pop-
parsi di rabbia — Fa mangia
aj * fig. Far mangiare l'aglio,
Far rodere di stizza e dispetto
— El m'ha fàa mangia vun de
quij aj..., ci ho rimesso un'ala
di fegato, Mi fece sputare un'ala
di polmone — Fa su i coronn
d' aj Mettere in resta l'aglio
— Ona coronna d'aj Una filza
o resta d'agli, Una fune di resta
d'aglio — On cozzind'ajJ A-
glietto — Quell de l'aj^ Agliajo:
che vende aglio — Rusch d'aj ^
Sfoglie d'aglio — Pela Vaj^ Sfo-
gliare^l'aglio.
AJ DE LOFF.Cipollaccio, Cipollone,
Porriolo, Cipolla salvatica o ca-
nina, o di serpe (Hyacintus co-
mosus,de'bot.): pianta perenne,
il cui bulbo (scigolla) chiamasi
vampagioli. Dicesi anche Ajoeu.
AJ DE LOFF-Bella di undici ore, Latte
di gallina (Ornithogalum umbel-
latum, de' bot.): pianta a bulbi
numerosi.
AJ MATT. Aglio matto o falsoca-
lamo (Allium angulosum , dei
bot.): pianta.
AJ SCIALÒ. Scalogno, Aglio di Spa-
gna, cipolla d'Egitto (Allium
ascalonicum, Linn.): pianta.
AJA! Ahi!
AJADA Agliata: sapore infusovi
dell'aglio — fig. per cialada^v.
AJADA- Ajata; tanto di grano e
di biade in paglia quanto basta
a empir l'aja (era).
AJADA. Chiassata, Schiammazzo.
AJBELLA. Molto tempo.
AJÉE- Agliajo '.campagna piantata
d'aglio.
AJÈZ. Latte spremuto che si con-
serva più mesi in chiusi bigon-
cioli o barili, e serve a bevanda
pregiata dei Verzaschesi.
AJIN. V. Ajoeu. sign. 1.
AJCEU. Aglietto: aglio fresco e
non ancora capitato, nè spic-
chiuto — Tamburino : aglio che
nasce senza la divisione a spic-
chi (fes).
AJCEU. Pancacciuolo, Gigliarello,
Monacucce, Spadacciuola. Spa-
derella, Spagherella (Gladiolus
communis, dei bot.): pianta— per
Aj de lóff^ Sign. l , V. — salva-
degh^ V. Aj de lófì'^ sign. 1 e 2.
AJON- Aglione: grosso aglio.
AJON Aglio maschio o serpentino
o tamburino (Allium victoralis,
AJO 6 ALB
de'bot,): aglio non a spicchi (a
fes)* e d'un sol bulbo {scigolla).
AJUTANTA. Ajutantessa(per celia).
AJDTANT DE CUSINNA. Bardotto di
cucina.
AJDTT per Levativi V.
ALA. Ala — Alzà i al^ fig. Alzare
il viso, la cresta: venire in su-
perbia — Cascia i at, Metter le
ali — Sbassò i al^ fig. Abbassar
il viso, la cresta — Slarga i al*
Spandere le ali; figur. Uscir
di pupillo: far a modo suo —
Slarga i al pussée del bisogn*
Allargar le ali più del nido: far
da più che uno non è — Rasa o
Smoccia i al^ Tarpar le ali;
fig. Tarpar le ali: cioè fiacca-
re, tórre o scemare la baldanza.
ALA. Ala: parte rotonda ed emi-
nente d'un organo del corpo
animale, come del fegato, del
polmone (coradella) — Nome di
ognuno di quei piani rettangoli
dolcemente inclinati, nei quali
è diviso un prato marcitolo
(pràa de marscida) — Adacqua-
trice: uno dei canalini di scolo
minore ne'nostri prati marcitoj
e nelle risaje — Coperta : nome
delle due falde della sella — Ala:
nome dei due pioventi della tet-
toia dei capanni camperecci di
legno o paglia — Finta: lista di
panno cucita poco sopra l'a-
pertura della tasca a copri-
mento di quella, quando è late-
ralmente nelle falde — Tesa: la
falda del cappello eh' è unita
intorno alla base della fascia e
fa solecchio — Ritto: nome di
quei due pezzi di ferro posti in
piedi nelle*staffe da cav alcare —
Visiera: pezzo di tela rigida o
d'altro sul davanti del caschetto
o simili, che fa solecchio e ri-
paro agli occhi.
ALA D'ON PONT. Pila o Pigna d'un
ponte.
ALABASTRINE. Alabastraio.
ALBANA. Lo stesso che Ugo, usel-
linna* v.
ALBAR Labbro.
ALBARELL Alberello : vaso ci-
lindrico di cristallo o altro (per
lo più arrotato con coperchio a
disco) per mettere in mostra
colori, confetti, ecc.
ALBAROTT. Betula pelosa (Betula
pubescens, de'bot.) — Betula
pigmea o nana (Betula nana,
de'bot.) — Betula pendente (Be-
tula pendula, de'bot).
ALBER. V. Pianta.
ALBER. Albero: la verga mobile
superiore del teiajo di ferro da
far calze — Albero del tamburo:
asticciuola cilindrica d'acciajo,
con più riprese o scalini, la
quale attraversa il tamburo (ba-
rigilè) dell'orologio nella dire-
zione dell'asse — Cilindro: quello
che, mosso dall'acqua, fa an-
dare gli edifizi delle macine
(moeul) della carta e simili —
Asta: quel pezzo che va da co-
scia a coscia del banco (ban-
càa) di un tornio.
ALBERA , ALBARA. Trèmolo , Albe-
rella (Populus tremula, de'bot.).
ALBERA, ALBARA. Albagìa , Alteri-
gia.
ALBERA. Canapiglia, Morigiana,
Cicalone (Anas streperà): uc-
cello acquatico.
ALBERA per Bianchèra* V.
ALBERA. Alberare : piantar alberi.
ALBI. Truogolo: vaso ove si tiene
il mangiar de' porci — Abbeve-
ratoio — per Bisoeu* V.
ALBICOCCH. V. Arbicocch* Arbi-
cocca.
ALBKEU. Conserva: cassetta che
serve a mandar i' acqua nella
pila (in del foli) — Truogolo,
Albio: cassetta nelle stie (capo*
nèr) ove ponesi il becchime ai
polli — Beccatojo, Cassetta del
mangiare: quella nelle gabbie —
per Navell* sig. 3. V.
ALBICEULIN- V. Bevirceu.
ALBIUMM. V. Biumm.
ALBOR. V. Alber e Pianta.
ALBORA. Alborella. Pesce argen-
tino (Cyprinus albor): pesciolino,
che fritto, ha dell' amarognolo.
Appena nato lo dicono Oggìtt.
ALBORA BASTARDA o SGARZOLOSA.
Rarissimo pesciolino che si tro-
va nelle acque lariensi, i cui
caratteri s' accostano a quelli
del Trulla Trai* Triott. Il voi-
ALB
1
ALI
go lo crede frutto dell'accoppia-
mento dell'alborella (arbora)con
]a scàrdova (sgarzola^ onde lo
aggiunto sgarzolàa).
ALBORÉE. Rete di maglie strette
da pescare il pesce argentino
(dibora).
ALBORELLA. Lo stesso di Albora.
ALBORINNA. Lo stesso che Albora.
ALBORETT. Alberetto : nome di o-
gnuna di quelle due verghe del
telaio da far calze, che poste
sulla sbarra degli aghi tengono
in guida il telaio stesso nel suo
montare e scendere.
ALB0R1N. Albero: quell'albero che
dal fondo d'un infrantolo d'olio
(frangia) aggiunge alla soffitta
del fattojo (toro de l'oli).
ALBRA. Albaro (Populus nigra dei
bot.) — pirceula Pioppo cipres-
sino (Populus fastigiata de'bot.)
ALBUM. Albo.
ALDRICC- Bello, ,Nuov o — Giachetta
pù aldriccJ Giacchetta più bella.
ALEATEGH. Aliatico, Liatico: nome
di una sorta d'uva, di cui si fa
vino squisito, che porta lo stesso
nome.
ALÉGHER ! Addio!
ALÉGHER. Allegro — Andà già o
là alègUer^ Allargare o Caricare
la mano: con mancle, ecc. —
Avcgh de sta alègher^ Averne
sciali o sfoggi, Esservi da scia-
larla — Podè sta su alégher ^
FiG-, Poterne spuntar la voglia:
dimettere il pensiero — Sta alè-
gìier^ Fare il gaudente.
ALÉGHER- Veloce — Vivace, Vivo.
ALÉGHER. Avvinazzato, Cottlccio,
Brillo, Alticcio, Ciuschero, Alto,
Altetto, Alto dal vino, Avvinato
— L'è minga cott^ ma l'è alé-
gherE' non è cotto ancora, ma
gli è bazzotto, allegro.
ALEGRAMENT. Allegramente — A
piene mani.
ALEGRIOTTA. V. Ciocca^ Ciocchetta.
ALEMAR. Alamaro : bottone con
riscontro (lazz), o con allaccia-
tura — Bruco: l'attaccagnolo
dei segnali che si pongono nei
messali, breviarj o altri simili.
ALERON. Sommolo : estremità, pun-
ta delle ale.
ALEST. Lesto.
ALETT (I). Palette (Le): due denti
piani, o alette, infisse a squa-
dra, anzi ad angolo un po' mag-
giore del retto nella lunghezza
dell'asta della bilancia {balan-
siè) dell' oriuolo, distanti l'una
dall'altra, quanto è il diametro
della serpentina {serpe), ne' cui
denti ciascuna delle palette im-
bocca e urta alternamente, me-
diante il moto contrario e al-
terno dello spirale {spiragli).
ALETTA. Aletta : piccola ala — Pin-
na, Natatoja: l'ala dei pesci —
Sfaldatura di polso: uno dei ta-
gli del bove che fa parte del
dorso (spalletta) ed è contermi-
nato dal capocollo (coppa), dai
collo, dallo spigolo (rida) e dalle
costole del garrese (de la erós)
— Aletta: gruppo di penne im-
piantato sul pollice, posto die-
tro l'angolo dell'ala degli uc-
celli.
ALETTA, ALETTIN. Aliuzza maschio
di color bianco (Muscicapa al-
bicollis): uccello silv. — del coli
negher^ Balia nera (Muscicapa
luctuosa): uccello silv. — bian-
ca e negraj, Boccalepre, Griset-
tina, Grisola (Muscicapa griso-
la): uccello silvano — Saltin-
palo, Pigliamosche, Saltinselce
moro , Saltinpunta , Fornaiolo
(Motacila rubicola): uccello silv.
Uccelli pure detti Stimarceli.,
Tricchtracch^ Piamosch.
ALETTA. Copertina : nome di quelle
parti di cuoio che in alcune selle
ricoprono le coperte (al) e sotto
le quali sono fermati gli staffili
(portastaff) — Orecchiolo : nome
di quelle liste che hanno certi
berretti per uso di coprir le orec-
chie — per Patelettinna^ v.
ALETTON per Parafangh di
rceud^ V.
ALEV ALEVV Allievo — Reda, Al-
lievo, Bestia matricina: quella
riservata per figliare — Pianta
matricina: che nel taglio si la-
scia per semenza o per alle-
vare.
ALIZZARI. Alizzari, Arizzari: le ra-
1 dici della robbia (Rubia tincto-
ALL
8
ALZ
rum) che intere si versano nel
commercio. V. Robbia.
ALLOCH. V.scisciceu— Barb agianni,
Allocco comune o bianco (Strix
flammea degli ornit.) : uccello di
rapina.
ALLOK 1 Alò! Su via!
ALLUMA. Alluminare.
ALP. Alpe. Nome di quei pianori
vestiti di folte erbe sostanziose
e fragranti, per cui uomini di
alpe (alpèe) conducono d'estate
le mandre alla pasciona {pastu-
ra), e donde dopo avere fab-
bricati burri, caci, ecc., ne scen-
dono in autunno — Stalla con
cascina sui monti a ricovero di
pastori e di armenti.
ALPA, ALPEGGIA. Tenere sugli alpi
le mandre — fig. Starsene scio-
peratamente.
ALPADOR. Guardalpe: persona a
cui sono affidate le mandre e i
pascoli alpini.
ALPÉE. Uomo d'alpe, Mandriano,
Alpigiano. Pastore montano.
ALPESÈL, ALPET. Piccolo alpe, Pic-
colo pascolo montano.
ALS. V. Alz, sig. 1.
ALT. Alto — Alt!, Alt i boccili,
Alto 11!
ALT. Alto : di carnevale o pasqua
vale che dura o ricorre più inol-
trato tra l'anno — Di tela, stof
fa, ecc., vale che è assai larga.
ALT ALENNA Altalena: gioco for-
mato d'una trave ficcata in ter-
ra, in capo a cui èbiliciataun'al-
tra trave più lunga per lo tra-
verso, e commessa in tal modo
che l'un capo si china e l'altro
si leva in alto. Su ciascun di
questi capi siede un fanciullo e
fanno ad alzarsi e abbassarsi a
vicenda — Giugà air altalena^
Altalenare, Fare all' altalena —
per Scocca^ V.
ALTALENNA. Mazzacavallo: stru-
mento per attignere acqua dai
pozzi, formato da un legno che,
bilicato, o diremo accavallato
sopra un altro,s'ab bassa e s'alza.
ALTAN- V. Voltan.
ALTANA. Rete da trote.
ALTANEL. Rete da beccacce {gal-
linazz): ha maglie larghe.
ALTAPAGA. Caposoldo.
ALTAR1N. Altarino — Squajà i al-
tarini fig. Scoprire gli altarini
o gli altari: palesare le altrui
magagne o male opere.
ALTEA. Altea (Hibiscus palustris):
erba annua — Malva rosa, Mal-
voni,Rosoni (Altea rosea):pian-
ta perenne.
ALTÈN- Alteno : la vite mandata
sugli alberi.
ALTEZZA. Altezza — Telo : pezzo
di tela o altro che cucito con
altri compone vestito, lenzuo-
lo, ecc.
ALZ. Rialzo, Alzo: cuoio che met-
tesi nella forma per gonfiar più
0 meno il tomaio {tornerà) al
collo del piede della scarpa — »
Zeppa: pezzo di legno o d'altro
che si pone sotto l'armadio, im-
posta, cassettone {cumò) e si-
mili per alzarli o tenerli ritti.
ALZA- Alzare — fig. Aizzare, Isti-
gare — Bevere all'ingrosso, Cion-
care — su ^ Sollevare, Sorreg-
gere.
ALZADA. Alzata — Pianta : V al-
tezza della scala o dello sca-
lino, ecc. — Bietta: quel pezzo
di panno che si cuce ne'calzoni
fra i dietri (i partici dedrèe) e
la serra {falzetta) — Dà l'alzada
a on uss^ a orìanta^ Mettere a
leva un uscio, un'imposta, ecc.:
sollevarlo con la leva {g uggia)
— d' ingegn^ Alzata d'ingegno:
fig. artifizio, furberia —perPar-
terr^ v. — Dà V alzada^ Cavar
1 calcetti: fig. levar ad arte dì
bocca ciò che uno non vorrebbe
dire.
ALZADA. Alzata — Dà l'alzada^
fig. Dare lo sfratto. V. Rugìi
{Dà el).
ALZAMANTES. Alzamantici : conge-
gno che sxa a destra della ta-
stiera di un organo, il quale ti-
rato a sè da chi s'accinge a
sonarlo, avvisa il tiramantici
ch'egli abbia a dar dentro in essi
a mandar l'aria alle canne.
ALZAPÈ, ALZAPÉE. Saliscendo, Sa-
liscendi: lama di ferro o di le-
gno, che imperniata dall'un capi
nell'imposta {anta) ed accaval-
/
ALZ 9 AMP
ciando il monachetto [cagnozu)
serra usci o finestre o altro —
Parti: Cagnceu^, Cambretta., Pa-
lett o Manetta — Scalena: sorta
di piccol lacciuolo da pigliare
uccelli — Arganello: stanga o
simile che tirasi in capo a un
viottolo o a una stradicciuola
nelle campagne per impedire
che passino le carrette e le be-
stie. Detto pure Tornella zap-
pell.
ALZETTA. Sessitura, Basta, Basto-
lina, Ritrebbio : ripiegatura oriz-
zontale della sottana {pedagn) o
dei grembiuli {scossda) o d'altro
che vi si cuce per accorciarli o
allungarli all'uopo.
ALZON Ferro della gabbia: quel
ferro che di peso sostiene tutta
la gabbia deltelajo da far calze.
AMALÀA Malato. — Andà-giò ama-
làa^ Cadere , Cascare malato —
Per sta volta set amalàa^ fig.
Per questa volta hai bell'e frit-
to : non ne fai nulla — Trass
amalàa^ Buttarsi a fingersi ma-
lato — Tornà a andà-giò ama-
làa^ Ridar giù malato — Vess
amalàa^ Esser malato, Esser di
parto, Stare in parto, Aver il
mal delle due milze (per celia).
AMALASTANT. A mala pena, A
stento,
AMARANT. Amarantoidi , Perpe-
tuini, Semprevivolo rosso (Gom-
ph ena globosa): pianta annua
— Zolfino, Semprevivolo o So-
poravivolo giallo, Perpetuino
giallo (Graphalium orientale):
pianta perenne.
AMARETT. Amaretto, Amarino —
Spumiglio.
AMARETTA. Amarina, Amaretta:
sorta di paste dolci, assai in
grido, di Saronno.
AMBA. Socchiudere, Rabbattere,
Accostare.
AMBRCEUS- ( Ben in la tazza de Sant).
Dettato milanese per dire : Bersi
con facilità tutto che ci vien
detto — Omm de quij de San-
t'AmòrceusJ Uomo del popolo di
Sant'Ambrogio: di antica lealtà.
AMBROSIAN. Ambrogiano.
AMED. Amido — Salda: acqua in
cui sia stato disciolto amido —
Dà famedi v. Inamedà.
AMED A. Zia — Me arneda^ Quel-
l'amico : dicesi volendo accen-
nare o chiamare a sè coperta-
mente alcuno. Voce latina : A~
mìta.
AMEDÉE. Amidajo.
AMEDIN. Zia — per Pronevod^
Biàdegh^ V.
AMEDINNA.V. Pronevoda^ Biàdega*
AMEN! Pazienza! — Cosi sia!
AMIA. Zia.
AMIS. Amico — Ganzo — che se
desgusta per nagotta^ Amico di
vetro — de cappella Amico da
starnuti : dal quale non puoi
aspettarti altro che un salute!
quando starnuti. E ora nè an-
che quel salute! „ perchè il pro-
gresso ha tolto un simile augu-
rio, giacché fa troppo scomodo
per chi starnuta il doverci ri-
spondere grazie! — Amis del
Lella^ Amico da bonaccia> v.
Leila.
AMISCKEU. Amo : piccolo strumento
d' acciaio da pigliar pesci, un-
cinato, con punta a guisa dì
àncora.
AMM-_ Lo stesso che Amiscioeu.
AMMÒ. Ancora.
AMNiSC Lo stesso che Onisc.
AMOREDEI. Gratuitamente.
AMORISC Volontieri, Con piacere.
Con gusto.
AMOROTT. Calenzuolo, Verdone,
Verdello (Loxia Chloris): uc-
cello silvano.
AMPI. Afa — fig. Noia.
AMPIA- Voglia, Brama.
AMPI DE VOMIT. Arco, Archeggia-
mento di vomito o di stomaco:
atto o sforzo di vomitare — A-
vegh i ampi de roomittJ Amo-
reggiare, Dar di stomaco, Alzar
lo stomaco.
AMPLAMEMT. Apertamente, Schiet-
tamente , A parole di scatole.
AMPOI, AMPOL, AMPOMOL. Lo stes-
so che Fambrós.
AMPRADA. Pavimento di assi —
Tavolato, Assito.
AMPRO. Legno orizzontale che for-
ma parapetto alla mangiatoia,
con buchi, in cui entrano le ca-
AND
10
AND
tene del collo delle bestie bo-
vine — Asse da sedervi o per
altro uso.
ANADA. V. A-neda.
ANANASS- Ananasse , Ananasso ,
Ananas (Bromelia Ananas): pian-
ta perenne.
ANC V. Ancia.
ANCA, ANCH- Anche, Anco, Ancora
— Inclusive.
ANCABEN. Ancorché, Tuttoché,
Sebbene, Quantunque.
ANCAMÒ. v. Anniò.
ANCASI- Oltracciò, Inoltre.
ANCASICHÈ. V. Ancaben.
ANCHÉN. Tela anchina.
ANCHETTA. Coscia: la prima por-
zione dell'estremità dei volatili,
la quale s'articola col tronco in
alto e colla gamba abbasso —
Lacchetta : la coscia o anca
de' quadrupedi — Tira i ancliettJ
fig. Tirar il calzino : morire.
ANCHQUANT. V. Ancaben.
ANCIA. Ancia, Linguetta: cannuc-
cia o zampognetta con cui si
dà fiato ad alcuni strumenti mu-
sicali.
ANCOJ. Oggi.
ANCONNA. Tabernacolo: cappel-
letta nelle vie o altrove — Nic-
chia — Custodia: di riporvi sa-
cre immagini.
ANCONNETTA. Scarabattola: fog-
gia di stipo o studiolo, traspa-
rente da una o più parti, dove,
a guardia di cristalli , si con-
servano tutti i generi di minute
miscee, cui la rarità, la ric-
chezza e il lavoro, rende care,
preziose o stimabili.
ANCOYA. Alcova, Arcova, Alcove
AND- Passata : ogni striscia di
vangata, di zappata, di lavoro
fatto da contadini da un capo
all'altro d'un campo — Fa on
andJ duu and^ ecc., Fare una
passata, due passate, ecc. —
Pienta lì V and e'I camp^ fig.
Legarsi le scarpe e fumarsela:
lasciar in tronco un'impresa.
AND A. Zia.
ANDÀ. Viaggio — Te se in andaJ
Tu sei in viaggio — Andà in
anda^ Andar attorno, in volta.
ANDÀ- Andare, Ire, Gire — A tut-
t'andà^ Andare a speron bat-
tuti, a briglia sciolta, a dirotta,
via di vela, a ruotoli — Avviarsi
per le poste, a rovina, a falli-
mento, o simili — Andare: mo-
rire — Staccarsi: dei bimbi che
incominciano a mover da sé i
primi passi senza interamente
sorreggersi — Dervii foeura e
Tassella andà^ Ammanna o Af-
fastella ch'io legno, Suona ch'io
ballo: dicesi a coloro che lan-
ciano, raccontando bugie e fal-
sità manifeste, per mostrar di
non le passar loro — E va che
te vaJ E vai e vai, E via vai —
Falla andàj Tener gran vita:
trattarsi alla grande — Lassa
andà., Trascurare, Negligere —
Spetezzare.
ANDÀ. Bollire a ricorsojo [a Za
disperada) — Sgomberare: sca-
ricar il ventre — Fa andàJ Cuo-
cere, Cucinare — Friggere, Fer-
mare le carni : dar loro una
prima cottura perchè meglio si
conservino — Metter la posta:
nel giuoco — Torna a fa andà^
Rifriggere — Ardere: di camini.
ANDÀ. Convenire, Bisognare — An-
darav vess on santJ E' bisogne-
rebbe essere un santo — Anda-
re, Compensare — Costare — Do-
vere, Esser debitore — Se la gite
vaJ Se la gli è dovuta — Corre-
re: di denaro in corso o no-
Vestire — La va in ton^ Veste
alla moda — Volerci «~ Ma ghe
va tant a mollagli on scuffiott?
Ma e' ci vuol tanto a sonargli
uno scapezzone? — Appartene-
re, Spettare — Va un poo via!
O vacci !
ANDADOA. V. Andadora.
ANDÀ-GIÒ- Far il parto.
ANDADORA.Andito — Androne —per
Corridore V. — Pancone : grosso
assono e lungo , attraversato
da regoloni di legno, sul quale
si stanno i fornaciaj ad allo-
gare il materiale nella fornace
dal mezzo in su — Scala porta-
tile, che si colloca in piano in-
clinato, e che in luogo di piuoli
ha scalini di assi. È usata nelle
fabbriche.
AND
11
ANE
ANDADURA. Camminatura: il modo
che uno ha nel camminare.
ANDÀ (L') INNANZ INDRÉE DE LA
GENT- Il via va , Il va e vieni
della gente.
ANDANA. Andatura — fig. Tener
di vita, Mal vezzo.
ANDANA. Andano: nome dei pic-
coli solchi tra aiuola e rivuola
in giardino.
ANDANA. Andana: quella parte
della corderia [cordarla) che è
accanto allo scolo, nella quale
si fanno i lavori di commet-
taggio.
ANDANNA. Andano: spazio non
molto largo tra due filari di al-
beri, di panche, di fieno in cam-
pagna od altro —Tratto di cam-
po che di mano in mano la con-
tadina sarchia o pianta, prima
che ripigli da capo lo stesso
lavoro nello spazio contiguo —
Serie delle falde di fieno tagliate
dal segatore, e allontanate di
volta in volta colla falce fie-
najadalsuo sito. Anche Ondana.
ANDAT, ANDIT. Accesso , Transito
— Diritto di passaggio.
ANDEGHÉE. Zazzerone, Zazzerotto,
Medaglione: uomo di costumi
all'antica — Ciondolone : chi non
cava mai le mani di nulla— per
Endes^ V.
ANDEGHÉRA. Zazzerona , Meda-
gliona.
ANDULOT. Sorta di salume usato
in Val Tellina.
ANDEMM ! Andiamo! Su via '. — Fi-
niamola !
ANDRÈJA'. che portèe Za mia U-
vreja^ stèe su la prèja. Oh car
Signor! parli nanca el me ser-
vitori Dicesi di que' signori di
poco conto che dan noja ai loro
servitori o vogliono farla da
grande a sproposito. Il dettato
viene dal pretendere che fanno
quei signori che il loro servi-
tore, da noi in generale nomi-
nato Andrèja J li segua per le
vie, stando sempre com' essi,
Sul marciapiede {prèja), onde
la gente s'avveda eh' è al loro
servizio. V. Birceu* Meneghin.
ÀNEDA. Anitra, Anatra (Anas): uc-
cello acquatico — d' India* Fi-
stione turco, Fischione col ciuf-
fo, ^Germano turco, Caporosso
maggiore (Anasrufina): uccello
acquatico — faraonna Anitra
di Faraone (Anas numidica) —
foppana Anitra domestica :
detta da noi cosi dallo starsi
ne' cavi {fapp) presso le case
ov'è comune — salvadega^ Ger-
mano reale, Colloverde (il ma-
schio), Anatra salvatica (la fem-
mina) (Anas boscas) — stelona*
Anitra allettajuola: che col can-
to o coll'arte aletta la anatra
a calar nelle reti.
ANEDIN (FA L')- Far P anitrino :
nuotar de'piedi agitando le mani
giunte dietro la schiena a imi-
tazione dello aliare delle^anitre.
ANEDOTT. Anatrotto, Anitroccolo
— per Sciabalon^ V.
ANELL. Anello— Campanella: cer-
chio, per lo più di ferro, fatto a
guisa d'anello, che s'appicchia
all'uscio per picchiare ; e nome
di molti altri anelli fitti o no
ne' muri per diversi usi — Dicesi
di quei cerchietti di fil di ferro
attaccati alle portiere, alle ten-
de e simili, che si infilano in un
ferro appeso in aria per farli
scorrere , a fine d'aprire o ser-
rarele dette portiere, tende, ecc.
— avert o de fa passa * Campa-
nella aperta o da aprire — de
tacca su el battagg della cam-
panna* Cattivello, Gruccia, An-
sola.
ANELL. Borchia , Fiorone : nella
crociera [forcella) della briglia.
ANELLÉRA. Misura degli anelli :
cerchietto metallico, nel quale
sono infilati vari anelli di varie
dimensioni marcate per prender
la misura delle dita di chi al-
loga agli orefici un anello.
ANELLIN- Anellino — Campanellina
— Maglietta: nome di quellecam-
panelline che tengono le due
estremità del fucile, ecc.
ANELLIN DE REFF- Cappio : nome
di quei nastrini o trecciuoli che
sono sostituiti alle campanelli-
ne [anellitt) nelle tende che si
appiccano ad altrettanti arpion-
ANE
12
ANI
Cini {canchenitt) conficcati in
fila nel palchetto (geneff'a).
ANELLON. Anellone.
ANELLON. Bandellone; dicesi di
quelle grosse spiagge {resg) di
ferro con maniglia dov'entra il
cignone {zenton), le quali si in-
vitano e si inchiodano sotto
pianta della carrozza — arete-
nuda o col potiteli de leti in-
cassàa^ Bandelloni fatti a sgor-
bio.
ANELLON. Campanella : sorta di
cerchietti o orecchini che ten-
gono le donne agli orecchi, per
lo più d'oro ; e qualunque orna-
mento d'oro e d'argento, pen-
dente a guisa di campanella
{campanella).
ANELLON. Campanellone — per
Ason de campanna^ v.
ANELLOTT. Campanelletta.
ANEMA. Anima — Andà a V ane-
,maJ Toccare il cuore - iwewa
dó-e-foeura^ Arnesaccio trinato:
soggettaccio scaltrito — Ane-
ma d' ora^ Anima mia: si dice
per esprimere sommo affetto —
Anema treggia ^ Lo stesso che
Polla treggia., V. — Avegìi sett
anem e V animin^ Essere come
i gatti, se non danno col muso,
non muoion mai; Aver le sette
curatene; Aver il sopravivolo
(sempiterno) come i gatti: di-
cesi di chi non muore cosi fa-
cilmente e per lo più si suol
dire delle donne — Mangiass
l,anemaJ pig. Rodersi il cuore,
Stritolarsi — Mettegh de V ane-
ma j Mettersi coir anima e col
corpo a....
ANEMA. Asse di legno rotondo con
un gran buco nel centro , la
quale si mette nel secchione del
latte di trasporto per impedirvi
l'agitazione.
ANEMA. Anima: la parte interna
di molte cose — del botton^ v.
Fondin — di cann d'orghen^ A-
nima — de la cassetta del foeugh^
Padellina — de l'argen^ Anima,
Fuso: quei pezzo di legno del-
l'argano (argen) che girando
avvolge la fune — de la scala^
Anima della scala: quella parte
dove s'appoggiano nell'interno
gli scalini {ì)asej) — d'on viorin^
e simili, Anima d'un violino:
pezzetto di legno posto ritto tra
il fondo e il coperchio sotto il
ponticello (scagnell) — de sop-
pressaj, Anima.
ANES. Anice (Pimpinella anisum)
— Acqua d'anes^ Acqua anicia~
ta — Anes stellàa^ Anice stel-
lato o stellare, Finocchio della
China (Illicium anisatum) — Ani-
ce: il seme della pianta di si-
mii nome.
ANESIN. Anicie in camicia: cioè
confettato — On pizzegh d'ane-
sin ^ Una pizzicata d'anici in
camicia.
ANESIN. Anisette : liquore con gu-
sto d'anici — Confettino di semi
d'anici imbrattati.
ANESON. Anisone: liquore con gu-
sto d'anice.
ANGALETT. Augnatura, Aunghiatu-
ra: taglio fatto obliquamente —
V. Incass.
ANGARON. Angarone: specie d'e-
bano rosso, adoperato dagli in-
tarsiatori.
ANGIOLÌN- Angelino — Caterattino:
si fa sui fossatelli delle risaje
e dei prati marcitoj {marscid)
per adacquarli insensibilissi-
mamente. Parti: Suin^ Stipeti
soeuja^ Tajon. Il nostro nome
viene dall'avere la porta che si
alza e si abbassa due grosse
prese (manett) da impugnarsi
ai lati , a guisa delle ali d' un
angelino.
ANGIOLITT. Le samare, Le scro-
tule : cioè i semi dell'acero (opi).
ANGOSIA. Brama ardentissima.
ANGURIA. Cocomero (Cucumis an-
guria) — El castell di anguria
Il midollone dei cocomeri — Ona
campagna d' anguria Un coco-
merajo — Quel di anguria Co-
comerajo.
ANGUILÀ Anguillare : muoversi
in giro come anguilla — fig. Ti-
tubare.
ANI ANI. Ani ani, Ane ane : voci
con le quali le massaje chia-
mano le anatre.
ANIMETTA. Ammetta, Palla: quel
ANM
13
ANT
pezzo quadro di tela insaldato
con cui alla Messa, dall' offer-
torio alla comunione, coprono
i preti il calice —Lunetta, Mez-
zalunetta: parte dell'ostensorio,
così detta dalla sua forma a
foggia di luna crescente, in cui
s'adatta l'Ostia consacrata —
Anima: quel pezzuolo dentel-
lato inferiormente che nell'in-
terno della canna d'un organo
viene contrapposto alla parte
inferiore della bocca di essa e
dà forma al suono.
ANMÌ, Anch'io, lo pure.
ANMÒ. Anco, Ancora, Anche — An-
cora , Dell'altro — Picchen an-
mò^ Picchiano, daccapo — Pur
pure, Manco male, Ei sipotrebbe
comportare, Va.
ANN. Anno — Andà in di cinqu^
in di ses ann^ ecc., Entrare nei
cinque, nei sei anni, ecc.— Andà
per i vott^ nceuv^ des ann^ ecc.,
Andar gli otto, nove, dieci an-
ni, ecc : esser gli otto, i nove,
i dieci anni dacché, ecc. — Avè
i ann de la baila e pceu i sca-
lin del Domm^ Aver i suoi an-
nucci e coda, Aver tanti anni e
coda: dicesi a chi vuol farsi
giovane più che non è — Avè
minga di ann per nagott Non
aver dormito gli anni , Essere
stato prima vino che aceto : non
aver passato gli anni senza aver
guadagnato di esperienza — Avè
passda i sett atm., Esser andato
fuori di dentini, Esser finita l'età
del pupillo — Giugo, i ann^ Far
di nulla: giocare senza che in-
tervenga il denaro o altro —
V è anni annorum^ Sono anni
Domini che...: è gran tempo, o
sono anni infiniti, e quasi quanti
sono corsi dalla nascita di no-
stro Signore (Domini), che, ecc.
Maniera tolta ai Latini dei bassi
tempi che solean mettere nelle
iscrizioni A. D., cioè, Anno Do-
mini— Vessinnanz cont i ann.,
Essere oltre o in là con gli anni.
ANNADA. Annata.
ANNAVOJANT. Disavvedutamente,
a tastone.
ANNIN, ANN PININ. Annatina : an-
nata misera, scarsa, di poco o
nessun reddito agrario.
ANNITT. Annucci — Avegh i so
annitt^ Aver qualche annuccio,
Non esser più d'oggi nè di j eri.
ANNON- Annatona: fior d' annata»
anno ubertoso.
ANOLIN. Anolino: specie di raviolo
(ravioeu) con ripieno di burro r
formaggio granone e droghe.
ANSA. Ansa: appicco, attacco»
pretesto, occasione — Dà ansa^
Dar campo — Dar ardire, rigo-
glio, baldanza, gambone — per
Asa^ V.
ANSAI. Ansima, Ansamento.
ANSIBÉN. Quantunque , Sebbene »
Tuttoché.
ANT. V. And — per Antell^ v.
ANTA. Imposta — Parti: Anenxa^
ArmaduraJBatent^ CancìienAn-
telaradura ^ Ossadura ^ Sara-
dura — Anta scura^ impennata
— fodrada^ imposta addoppiata
— fodrada de ferr^ rivestita di
fervo — intelar ada o fodrinada^
intelaiata — intraversada o tra-
versada^ con traverse orizzon-
tali — rasada^ a muro — reli-
gada^ a due bande — requa-
dradaJ con traverse orizzontali
e verticali — snodada^a, libro, a
libriccino, a bande ripiegate —
sprangadaJ sprangata — Dà ai
ant o Dà l'anta^ fjg. Tirar le
calze: morire.
ANTA. Desinenza della parola qua-
vanta^ cinquanta., ecc. Essa ar-
ricchì di bei modi di dire i ver-
nacoli e la lingua anco d'Italia.
Avè sarda la primma^ le se-
gonde^ ecc. anta,, Essere giunto
all'anta (cioè ai 40 anni), ai se-
condo anta (ai 50) ecc.
ANTA. Sportello, Portello — de oot-
tega^ Banda, Battente: nome di
ognuna delle tavole formanti
l' intero serrarne di una bottega
o simili, le quali talora si pie-
gano a libro e son tenute in-
sieme con bandelle (rampon),
talora sono sciolte.
ANTANA, ANTANELLA. Ragna: rete
con la quale si prendono le bec-
cacce [galinazz) e simili. Dicesi
ai due panni della ragna di fuo-
ANT 14 APE
ri, Arfnadure {arnxadur)\ alle
due funicelle che son da capo
e servono per distenderla, Mae-
struzze {eòo de sott)\ e Maestra
{Cóo de sora) alla fune princi-
pale che la regge; e Filetti [Cor-
din) a quelle funicelle che si
legano da basso per tenerla ti-
rata; e quel legare dicesi Affi-
lettare. Quella parte del panno
dove riman preso l'uccello si
dice Sacco {Borsa); il tirar su
detto panno, e farne i sacchi
nelle maglie (rnagg) dell'arma-
tura, si dice Appannare (Fa i
bors) ; e Spannare (Desfà i bors)
il mandarlo giù.
ANTECffiUR ! Diamine!
ANTEGCEUR. Crudele,
ANTELL. Passatella: piccola pas-
sata {And).
ANTEGIÀ. Raccoglier castagne nei
castagneti.
ANTENNA. Stilo, Stile: lungo fusto
d'albero diritto e rimondo, per
10 più di Abete, per ciò detto
anche Abetella, il quale serve
alle fabbriche per costruire pon-
ti. Parti: Speron o Pè o Scalz^
SrnussJ BraghèeJ Resgia — An-
tenna : legno rotondo, per lo più
di Abete (Abiezz), che sostiene
le vele delle barche. Detto pure
Asa^ Asta., Aston^, Pertega.
ANTEPART. Ciò che dalla derrata
si leva pel padrone prima di
farne la divisione tra lui e il
mezzaiuolo.
ANTESIN. Antesito, Antisito: pic-
colo agone (Cyprinus lariensis)
che si pesca presso il lido di
Malgrate,il quale può aver pre-
so, scrive il Giulini, il nome da
quelle rive chiamato Lido di
Antisito; se però, come lascia
dubbio il Cantù,illido non trasse
11 nome dal paese.
ANTICAMERA PER VUN ( VESSEGH
MINGA). Non ritenersi portiera
ad alcuno, Non ci esser portie-
ra per alcuno, Non esser tenuto
uscio o porta ad alcuno: es-
sergli lasciato libero il passo,
ancorché egli non si sia fatto
annunziare.
ANTIGH, Antico , Antiquato — An-
tigh come el caga a brasca An-
tico quanto il brodetto: anti-
chissimo.
ANTIGOTT. Attempatolo.
ANTIN. Sportello — de carta ^ o
tila^ o stemègna^ Impannata —
de veder o cristalli Vetriata —
Mett-su^ Tira giò i antin^m-
gangherare , Sgangherare gli
sportelli.
ANTINNA. Sportelletto, Sportellino.
ANTIPAST. I Principii, i Cominci:
i piattini che si servono in sul
principio del pasto.
ANTIPORT. Usciale, Paravento —
de bajettaJ Usciale volante: chiu-
so con bajetta o carta — de ve-
der — Uscio a vetri.
ANTlFORTperFrontespizzi mort,Y.
ANTIPORTIN, TON. Uscialetto , U-
scialone.
ANTIQUARI. Antiquario : chi studia
o vende cose antiche — Meda-
glista: chi si occupa delle me-
daglie — fig. per Andeghée —
fig. Vecchiume.
ANTOCÀ o ALTOCÀ. Parasole , Om-
brello bianco, Ombrella bianca :
strumento che facendo ombra,
serve a parare il sole.
ANTON- Portone: grande porta o
imposta — Portone: tavolato
dei sostegni [concìi) d'un canale,
che chiuso, ne imbriglia le acque,
e, aperto, sfogano.
ANTONNA- Sportellone — Impo-
stone.
ANTRESOL. Mezzanino. Dal fr. En-
tresol.
ANVELOPP. Busta, [Coperta di let-
tera. Dal fr, Enveloppe.
ANZANNA. Alzaja: fune di che si
servono i bardotti (navirosu) a
tirare i battelli (barchett) per
le acque.
ANZANNA (STRADA). V. Strada.
ANZIAN o LANZIAN. Maestro de*fu-
neralh
AP ARATI. Il diacono e il suddia-
cono assistenti il celebrante.
AOF. No — Oibò.
APELL- Appello — Chiama (La):
l'appello degli scolari che fa il
maestro.
APENNA. Appena.
APERTURA Apertura — Allenta-
APE 15 AQU
tura: allontanamento di qual-
che viscere del proprio sito —
Tanti scolar per la ginnastica
s' ìiin fàa on' apertura Tanti
scolari per la ginnastica si sono
allentati.
APETITT. V. Petitt. — Fa vegnì
V apetitt^ Aprire 1' appetito —
Guzzà V apetitt^ Aguzzare, Ac-
cendere l'appetito — Per la fab-
brica de l'apetitt^ A prò del
pentolino.
APIAN. Piano.
APIS- Lapis, Matita, Amatita —
carbonzin^ Matita nera : mine-
rale — piombin^ piombina : com-
posizione — ross^ Matita rossa:
minerale — con legn^ Cilindretto
di lapis — a coliss^, Lapis ad
anello corsojo — de legnavnèe^
da legnaiuolo — cannetta d' a-
pisJ Portalapis, Matitatoio, Toc-
calapis — Tempera V apìs ^ Ap-
puntare la matita — V. anche
Pontinna.
ÀPOGG. Appoggiatoio, Appoggio —
Appoggiatoio: quel bracciuolo
lunghetto che rigira verso il
mezze le fiancate interne delle
carrozze ad oggetto di posarvi
disteso l'avambraccio chi v'è
seduto dentro.
APONT. Appunto, Per l'appunto.
APONTAMENT. Appuntamento, Con-
vegno, Ritrovo — Dàss l'aponta-
vnent^ Darsi l' intesa, la posta —
Assegnamento: stipendio-
APu*S. Dietro, Dopo.
APOSITAMENT. Apposta , A posta,
Appostatamente.
APRETT- Cartone , Apparecchio :
lustro che si dà ai panni — Dà
Vaprett^ V. Aprettà.
APRETT. Colla , Gomma : lustro
che si dà ai cappelli , alle
tele.
APRETTÀ. Rincartare, Dare l'ap-
parecchio, il cartone a' panni,
a' cappelli — Dare la colla, la
gomma.
APRETTADOR. Rincartatore. Appa-
recchiatore — Incollatore.
APRffiUF, APRCEUV. Appresso — A-
prozuf a poc^ Presso a poco, A
un dipresso. I Friulani dicono
Dapruf; e nell'italiano antico
dicevasi A pruove. il latino
Apud.
AQUADOR. V. Lavandin.
ARA. Travaglio : ordigno compo-
sto di travi, nel quale i mani-
scalchi mettono le bestie per
ferrarle o medicarle.
ARA- Arare — per la primma voi-
?<2,Fendere. Rompere, Dissodare
— de rampon^ Riscuotere: cioè
arare a un solo solco — per la
terza volta o de coltura ^ Ter-
zare, Rifendere — per la quarta
voltaj lnq.uartareJ Lavorare in-
crociando i solchi già fatti di-
cesi Intraversare^ Il passare
l'aratro sulle coste o sui lati
della porca {soldi) dove fu la
semente l'anno prima dicesi Co-
steggiare o Dicigliare o Arare
in costa. L'arare col coltro è
detto Coltrare. Far solchi cosi
serrati coli' aratro che i por-
chetti riescano stretti e addos-
sati l'uno all'altro, dicesi Mìnu-
tarej Arare alla minuta.
ARÀA- Aratro a due orecchie (tra
noi) V. Sciloria — Parti: Buretta
Ciocche colter^ Concìli Dentala
Ghiaa^ Gionghera ^ Gamber ^
Massa J Greggia ^ Orbisceu^ Re-
golatore Stivo o Streva^ Stom-
bol ^ Tendea — Quel che fa i a-
ràa^ Aratolajo.
AQUADÌJ. Lo stesso che Bàsger.
ARAGOSTA. Lupicante, Aliusta(Can-
cer astacus): sorta di gambero
marino.
ÀRABA. Di vero, Di certo.
ARALDA. Erba nalda o aralda(Di-
gitalis purpurea): pianta pe-
renne.
ARADÉL. V. Arda.
ARAS- Raso — Pien Aràs^ Pieno
raso.
ARATORI. Arativo.
ARBARELLA. V. Albarella.
AQUÉE. La più ampia rete dei pe-
scatori Lariensi. È in due grandi
ali, e a spiegarla s'impiegano
due barche. Gettasi perpendi-
colarmente nell'acqua in semi-
cerchio, e ciascuna barca la
tira a sè orizzontalmente dalla
sua ala. La si usa sulla fine di
gennaio fino ad aprile, massime
ARB 16 ARC
per la pesca di cavedini e di
encobie.
ARBARCEULA. Ciliegio o Ciriegio a
pigna o a grappoli (Prunus ce-
rasus avium): albero — Ciliegia
o Ciriegia a pigna o a grappo-
li : il frutto del ciliegio a pigna
— Ciliegio o Ciriegio salvatico,
Ciriegiuolo, Cerasuolo (Prunus
cerasus sylvestris): albero —
Ciliegia o Ciriegia salvatìca, Ci-
liegiuola, Cerasuola: il frutto
del ciriegiuolo.
ARBAROTT. V. Albarott.
ARBEJ. v. Erbion.
ARBICOCCA. Albicocca: frutto del-
l'albicocco (arbicocch).
ARBICOCCH. Albicocco (Prunus ar-
meniaca): albero.
ARBIELL- Truogoletto de'porci.
ARBIJADA- Quantità di piselli. Gran
ricatto di piselli (arbion).
ARBIÓN. V. Erbión — per Tacco-
la V.
ARBOR IMPERIAI, (GIUGÀ A L1) Giuo-
care o Fare all'imperiale: spe-
cie di giuoco che si fa colle
carte da picchetto.
ARBORÀA. Alberato — Pomifero.
ARBOREE. V. Alborèe.
ARBOSEL. Alberetto.
ARBOSELL, ARBORELL. V. Castanell.
ARBORA- V. Albora.
ARBUSELL. Albero della barca.
ARCADA- Arcata.
ARCASSA. Chiurlo grosso, Ciurlotto,
Beccaccia marina (Numenius
arquata): uccello di ripa.
ARCH. Arco — intregh o a tutta
monta ^ a tutto sesto — acutt o
a terz agùu ^ a terzo acuto —
sfLancàa _, ellittico — zopp o a
pont trovàa^ zoppo o scemo o
schiacciato — a quart a sesl
acutt ^ a quarto , a sesto acuto
— rialzàaJ rialzato.
ARCH (I). Archi: nome di quegli
arconcelli di legno, che forma-
no l'ossatura dei mantici (bof-
fet) da calesse Parti : Brascioeu^
Canton de fer ^ Fermer O j-
giceu^ Pignon^ Saetton.
ARCH DEL BAST o DE LA SELLA.
Arcione : quella parte della sella
e de'basti che s' inalza in for-
ma d' arco davanti e di dietro
al cavalcatore, ond' è una detta
anteriore V altra posteriore.
Anche dicono Arson^ cavalletta
Arcion^ Asseti.
ARCH DI ZIJ. Arco delle ciglia:
queir archetto di peli eh' è di
sopra l'occhio.
ARCHETT. Arcocchio , Arcuccio:
sottile stecca di legno, piegata
in arco sulla culla, per tener
alquanto sollevato il pannolino
con cui si copre il viso del bam-
bino che vi si pone a dormire —
Archetto: spranghetta di balena
o di ferro con manico, alla cui
cima è una minugia {corda de
budell) con che si fa girare la
saettuzza (ponta) del trapano —
Saéppolo :"arco da pallottole per
saettare gli uccellini — Archet-
to : armatura di ferro, con ma-
nico onde si armano le seghette
{reseghett) o le lime — Archetto
del violino, ecc. Parti: Becche
Impugnadura ^ Sedol ^ Gringa^
Pesa — Sonà o Tira l'archetti
fig. Andar a babboriveggoli (a
riveder il babbo): morire — Ar-
chetto : nome di quei fregiuzzi
nell'ordine composito e corintio
in mezzo ai quali stanno i den-
telli—Bacchetta piegata in arco,
davanti al cui laccio ponesi
una rufola {gamber de terra)
ancor viva, o altra esca (boc-
con) per cacciare gli uccellini
— Mett giò V archetti Tendere
gli archi. V. Alapè^ Foinera^
Lazz gassar era jSpiringon^Tra-
bocchetti ecc. — Arco : ogni pezzo
di legno ch'è posto per il lungo
del cielo delle carrozze — Arco,
Archetto : la spranghetta del
violino {viorin) degli scultori.
Parti: Lama^ Maneghj Masca-
rizZi.Vit — Archetto, Arco: no-
me di quei tralci [trós) più o
meno curvi, di cui V una parte
si lascia sopra terra, l'altra
sotto.
ARCHETTADA- Archettata : colpo
d' archetto.
ARCHINÀ. Arrancare, Affannarsi,
Affaticarsi, Lavorare con l'arco
della schiena. Anche dicono Ran-
chino..
ARC
17
ARG
ARCION- V. Arscionàa.
ARCIPRESS.V. Cipressi sig. 2. — per
Evita cipressinnaJ v.
ARCISBROFFON. V. Barellato.
ARCIVA. V. Stiva.
ARCOBALENNO- Arcobaleno, Arco-
celeste , Iride, Iri. Quel segno
arcato di sette colori dello spet-
tro solare, il rosso, il ranciato,
il giallo, il verde, l'azzurro,
l'indaco, il violetto, che appare
nell'aria quando una nuvola si
scioglie in pioggia alla parte
opposta del sole, trovandosi
questo poco lontano dall' oriz-
zonte, e percuotendo sulle goc-
cie di pioggia cadenti.
ARCOJ. Catenelle o Funicelle: per
tener fermi i bovi al giogo (giov).
Diconsi anche Fàlcor.
ARCON. Madia del pane o della
farina: presso i fornaj.
ARCOVA- V. Ancova.
ARDENZA (METTES IN). Levarsi in
ardenza.
ARDI ON. Ardiglione : specie di can-
noncino nelle fìbbie con due o
tre rebbj (pont) che si piantano
nei riscontri (lazz) o nei buco-
lini di che che sia — Metter in
ardion^ ftg. Mettere in assetto,
in ordine.
ARED (FA). Rendere — Stoo liber
el farà aredì Questo libro ren-
derà ? — Fa ared^ fig. Fare spoc-
chia, comparita, compariscenza-
ARELLA. V. Tavola di bigatt.
ARENA. Stagnare: del commercio
allorché cessa di essere vivo
come per lo innanzi.
AREN AMENI". Ristagno: del com-
mercio. V. Arena.
ARENNA- Arena. Uno dei migliori
nostri monumenti. Vi si danno
pubblici spettacoli; le sue car-
ceri son fatte cogli avanzi del
castello di Trezzo sull'Adda ; il
pulvinare ha un insigne portico
ad otto colonne corintie di gra-
nito rosso pulito, delle quali A
furono tolte al monastero di
Sant'Agostino; il recinto è fatto
delle pietre del demolito nostro
castello , come delle bugne dei
suoi torrioni si fecero i portici
ad esso laterali. Un rigagnolo
Banfi , Voc.
tra il podio e l'arena dà acque
per allagare tutto il piano, sia
per regate, sia per sdrucciolare
sul diaccio. Cape trentamila
spettatori; è lavoro del Cano-
nica.
ARENT. Presso, appresso, Rasente,
Accanto, Accosto — Andà arent
al mur ^ Rasentare il muro —
Fa arentJ fig. Ragunare, Rac-
cattare, Raccogliere, Raggruz-
zolare, Far gruzzolo: per lo più
del far quattrini — Avvicinare
— Sta arent arent J Attenersi
alle falde di.. . . — Star vicino,
accosto, accosto — Tira arent
on uss^ Accostare un uscio.
ARES- Larice (Pinus larix): albero
— SU pien de aresJ Lariceto.
ARESC (FASS). Arrendersi.
ARETRÀA. Arretrati (Gii) — Vess
in aretràa con...^ Non essere
in pari con..., Essere in arre-
trato di....
ARGAGN. istrumenti, Ordigni: i ferri
d'un mestiere.
ARGAN. Lampada d'Argand. È a
doppia corrente d'aria per aver
il lucignolo [stoppin) cavo.
ARGASTER. Ergastolo.
ARGEN- Argine — fig. Riparo — -
impedimento — Argine: rialzo
di terra più o meno elevato,
secondo la maggiore o minore
inclinazione del fondo, che cinge
la risaja (riséra) e serve a con-
tenere le acque, nelle quali ve-
geta il riso — La riva dei fos-
satelli dei prati a marcita.
ARGENIN. Arginello: ciascuno di
quei piccoli argini tra versi, pra-
ticati nella risaia, onde vengono
a formarsi le ajuole, e serve di
viottolino pel passaggio dei ri-
sajuoli — La ripa dei fossatelli
nei prati marcitoj.
ARGEN T. Argento — inatta ve-
lato.
ARGENTEE. Argentiere, Argentalo.
ARGENTERI. Argenteria.
ARGENTISI- Saltaleone: filo ela-
stico d'ottone, in cui s'infilano
le avemarie , i paternostri, i
gloria d'una corona, e si usa
anche per corde di mandoiiino,
chitarra, ecc. — Argentino: spe-
2
ARG
18
ARI
eie di arenaria {molerà) di co-
lore turchiniccio.
ARGENT VIV. Argento vivo , Mer-
curio : metallo liquido, scorre-
vole— Avegìi adossl'argent viVj
Aver l'argento vivo addosso:
dicesi di fanciullo che non sta
mai fermo.
ARGHEN. Argano — Voregh i ar-
gìien a..., Volerci gli argini a....
ARGIADIN. Lo stesso che Barbet-
taJ sign. 2.
ARGIN- Strettoio: cilindro col quale
il pastajo, girandolo, stringe le
paste nelle loro stampe [forma
de la pasta).
ARGINA. Arginare — Ciglionare.
ARGINADURA- Arginatura — I ci-
glioni.
ARI. Arri: modo di incitare e sol-
lecitare le bestie da soma per-
chè camminino.
ARI (PERD L'). Sviarsi, Perder l'o-
rizzonte — vess giò d'aria Es-
sersi sviato, Aver perduto l'o-
rizzonte.
ARI (I). Drappelloni pendenti per
intervallo dalla soffitta del pal-
co, e rappresentanti nuvolaglia,
cielo, e simile, nei teatri.
ARIA. Aria — del paes ^ nativa —
finna^ sottile — libera^ aperta,
della campagna — malsanna^
viziata — remondinna ^ secca
— superbaJ sanissima — Brusà
per aria o Porta via per aria
la robba^ Andar via a ruba —
Fa andà in aria on afari^ecc.^
Mandar in aria un affare, ecc.
— Mett in d'un sii de no vede pu
aria ^ Mettere in gattabuia; in
prigione — Mett per aria di
robb... , Mettere in mezzo.... —
Farla per aria,, Parlare in aria:
senza fondamento — Pianta Ili
TObb per aria^ Lasciar le cose
per aria: non conchiuderle —
Resta a mezz' aria ^ Rimanere
in tronco : in abbandono — Romp
l'aria cont el foeugh., Sbilanciar
l'aria col fuoco: di quando l'a-
ria essendo uno stagno fermo,
col fuoco la si mette in movi-
mento — Scioppettà l'aria., Fare
scoppio: pigliar meraviglia, fare
pompa o comparsa — Slargass
l'aria^ Raddolcirsi l'aria — Tira
aria caldaJ Esservi un' aria cal-
da: fig. Esservi pericoli di colpi
di fucile, ecc. — Tira nanca on
freguj^ on boff^ on grizz ona
presa d'aria (diceva quel buon
mio padre Luigi), Non tirar una
bava d" aria — Tira aria catti-
va_, fig. Non vi esser buon'aria
per.... — Tegnx in aria on..., Te-
nere in collo un...: trattenere
dal corso suo che che sia —
Vede pu aria ^ fig. Morir nelle
bujose: in prigione — Vess in
mezz a do ariJ Essere fra due
riscontri d'aria — Vessegh di
ari o aria passanta^Esservi del
riscontro d'aria.
ARIA. Aria: lo spazio in che si
muove qualsivoglia pezzo d' o-
riuolo o altro — Il vano eh' è
tra le due lame delle forbici e
simili; detto pure Terza — B-
spressione degli affetti o dell'in-
dole nell'aspetto — Avè de l'a-
ria ^ Mettere , Fare aria insu-
perbire — Fa da-giò i ari^ fig.
Far cader l' ali — Mett giò o
■Bassa i arij Cagliare, Chinar le
corna — Vess sui ari ^ Baldan-
zeggiare, Imbaldanzire , Essere
in baldo o in ruzzo....
ARIA. Vento — Aria de la Bassa ^
tra noi Milanesi; Vento meri-
dionale, Austro, V. Bassa — de
la bergamasca^ Vento orientale,
Levante — de Tesin^ Libeccio,
Garbino, Africo.
ARIA. Aria: canzonetta per mu-
sica, o messa in musica — Di-
cesi anche della musica mede-
sima sulla quale si cantano le
arie — de bauli ^ Aria di baule:
aria prediletta da un cantante,
ch'e' la vorrebbe introdotta in
ogni spartito, ancorché imper-
tinente; l'aria per cosi dire in-
tercalare di un cantante — de
bravura^ Aria di bravura: quella
per la quale il cantante può dar
saggio brillante della voce e
dell'arte che possiede — descom-
pagna Aria dissimbola: che
non somiglia, differente, scom-
pagna — de la pissa^ Aria dei
sorbetti: che nell'opera in mu-
ARI 19 ARM
sica è posta nel punto meno im-
portante di essa opera; ed al-
lora gli ascoltatori che vogliono
prendere ilsorbetto, lo pigliano,
e tra i Milanesi al cantarsi di
quella si esce di teatro per fare
acqua (pissa) - anche Aria delle
seconde parti:dicesi di quell'aria
onde incomincia il secondo atto
d'un melodramma, che è can-
tata da una seconda parte in-
tanto che gli ascoltatori sono
tuttora fuori di teatro — obli-
gadaJ Aria obbligata: quella in
cui il cantante è obbligato a se-
guire il suono.
ARIA! Aria!, Sgombra!, Via di qua !:
a mo' d' esclamazioni s'usano
per mandar via qualcuno o di
torno a sè, o d'un luogo.
ARIANNA. Lo stesso che Rida „
Manna., V.
ARIASCIA- Ariaccia — Aria di mal
tempo.
ARIETTA. Arietta — Zefiro , Favo-
nio — Zeiiretto.
ARIEZZA. Albagìa, Boria.
Merda ai vost ariezz^
Marcanaggipajasc deforestèe;
Andèe fceura di pèe;
Tornèe pu per on pezz;
Femmela stareginna di finezz.
(Porta, Ode)
ARIO (VESS MINGA IN DEL SO). Non
esser nell'aria sua nativa.
ARIZZON. Ricciaja: quantità di
capelli ricciuti, o inanellamento
di essi — Capelliera posticcia
fatta a ricci. Dal francese Hè-
risson.
ARLA. V. Ara.
ARLECCHIN. Arlecchino : perso-
naggio della scena italiana, il
più anticoche si conosca; abito
stretto, corto, a pezzo di panni
triangolari di diversi colori;
scarpe senza tacco {talon)\ te-
sta rapata [melonada)\ cappello
che copre appena; maschera
nera surrogata alla fuliggine
(carisna), di cui gli antichi mi-
mi si tingevano il volto; dialetto
bergamasco, per dargli un ac-
cento più comico e una certa
grazia— Vestii d'Arlecchin, Ve-
stito d'Arlecchino : formato di
più pezzi che mal convengono
insieme e di colori scompagni <—
Dicesi anche Arlecchin battoc-
cio. Questa voce battoccio vuoisi
che sia corruzione della voce
Battoggia , casale bergamasco
nella valle San Martino, d'onde
quella maschera trarrebbe i na-
tali da unafamiglia,il cui cogno-
me sarebbe appunto Arlecchino.
ARLECCHIN*. Arlecchino: gelato o
sorbetto di più d'un colore e sa-
pore.
ARLECCHIN (FA EL FffiUGH D')- Far
il fuoco d'Arlecchino: allestire
il fuoco allogando le legne
grosse per di sotto alle minute,
e rendendo cosi difficilissimo
per non dire impossibile l' ac-
cenderlo— fig. Far come Schiz-
zone che prima finiva e poi ab-
bozzava: cioè fare le cose a ro-
vescio.
ARLECCHINADA. Lazzo : gesto da
Arlecchino — Zannata, Zanne-
ria: cosa da Zanni (cioè Gio-
vanni, nome che rappresenta
un servo semplice e goffo, ber-
gamasco), cosa frivola.
ARLECCHINADA. Mascherata da Ar-
lecchini.
ARLECCHINNA. Erba pappagallo s
Pappagallo, Maraviglia, Mara-
viglia di Spagna (Amaranthus
tricolor): erba annua; le sue
foglie, colorate di rosso, di
giallo e di verde, la rendono
stimabile per ornamento dei
giardini e dei parterri (par-
terr). Anche Erba arlecchinna.
ARLIA. Ubbia: opinione, o pen-
siero superstizioso o malaugu-
roso — Avegh doma di arlij „
Essere ubbioso. La parola mi-
lanese sembra trarre dal latino
HariolusJ che suona Indovino;
e tutti sanno come chi fa pro-
fessione d'indovino non può la-
sciar d'essere spacciatore di
follie e superstizioni.
ARMA. Arma, Arme — A V arnia,
a l'arma! All'arme ! — bianca^.
bianca — curta corta — de
fceughj da fuoco — eie ponta,, da
punta — de taj„ da taglio —Port
ARM
20
ARM
d'arma^ Patente d'armi — Pre-
sentà l'arma^ Presentar Tarme,
Dare l'onore delle armi — Re-
nonzià i arma a San Giorg^i-
nunziar l'armi a San Giorgio.
ARMA. Granello , Anima: il seme
dei frutti — Borchia.
ARMA- Arma, Stemma: lo scudo in
cui sono dipinte le insegne e le
distinzioni simboliche di una fa-
miglia, di uno Stato, di una na-
zione, della patria — Fa arma
Visconla^, Camminare come l'ar-
ma dei Visconti. Questa frase
origina dall'essere lo stemma
dei nostri Visconti una biscia a
zigzag in campo d'argento con
fanciullo nascente dalle sue
fauci — L'arma de la cittàa de
Milana Lo stemma della città
di Milano. Esso parta in bianco
la croce rossa con ornato di
palme e olivi.
ARMA. Centinatura: il centinare
(scentenà), o piuttosto l'effetto
di tale azione, ossia l'opera ese
guita colle centine (scentenn) e
anche il garbo della centina
(scenten).
ARMA. Armare — per Scentenà^ V.
ARMADA. Esercito.
ARMADI. Armadio: mobile di legno
che chiudesi con sportelli {ant),
di dentro diviso da palchetti
{pian), e avente talora una o
più cassette (cassettoni) ; serve
a conservar vestiti sospesi a
grucce (orniti), perchè non pren
dano il grinzo (piega^ refign), o
a riporre biancheria, o altro -
in del mur_, Armadio a muro
V. Guarnèrì.
ARM ADURA. Armatura — di redJ
Armatura: il cingerle d'una
fune chiamata ralinga ad ogni
tre pollici con un ritorto, per
rafforzarla — di ant^ o simili.
Armatura: quei legnami che la-
teralmente/alle due estremità
sono sovrapposte all'ossatura
— per cavriadaJ v. — per Pont
de murador de pittor^ ecc. V.
in Pont-
ARMANDOLA. Mandorlo (Amygda-
lus communis): albero — - Man-
dorla: il frutto del mandorlo
a la perlinna^ confettata o per-
lina — armellinna^ Mandorlina
amara — dura^ Mandorla dura;
di guscio liscio, durissimo, pun-
teggiato di fiorellini.
ARMANDOLÀA- Mandorlato , Am-
mandorlato: pasta dolce com-
posta per la maggior parte di
mandorle.
ARMANDOLETTA. Semini: pasta da
minestra, ridotta in grani minuti
e ovali, di forma simile ai semi
(gandolitt) di popone (melon), e
di tale altro frutto —Fiore, Man-
dorla: fregio laterale delle calze,
a guisa di ricamo , stretto e lun-
go , e piglia dalla punta supe-
riore del quaderletto (chignceu),
e arriva a mezza gamba
ARMANDOLETTA Mandola: specie
di piccol liuto che si suona co-
me questo strumento, ma ac-
cordato differentemente; ha otto
gruppi di minugie (cord de bu-
dell), e si distingue dalmandor-
lino (armandolin) pel manico
più corto e per la mole, mag-
giore.
ARMANDOLIN. Mandolino : stru-
mento più piccolo del liuto, ma
della stessa foggia; il nostro ha
sei corde, di cui le prime sono
ramate, e l'accordatura è sol
(basso del violino) si ma la re
mi; suonasi con una penna ta-
gliata come uno stuzzicadenti
piano. 11 napolitano s'accorda
come il violino, colla differenza
che le sue corde sono d' ottone
e il doppio. Parti: cadenn^ Cap-
taste Roeusa^ Tastadura^ Ti-
rant.
ARMARI. V. Armadi — per GUar-
nèrie V.
ARM ARIA Armeria.
ARMELIN. Dito mignolo, Il mignolo.
V. anche Mar mei.
ARMELLA. Nocciolo: di pesca e
simili — per Gandolitt de me-
lon* V.
ARMELLIN. Armellina: pelle del-
l'arine llino — chinese^ chinese :
listata di nero.
ARMESTIZZI , MESTIZZL Armistizio:
sospensione patteggiata delle
ostilità. Breve tregua. Questa è
ARM
21
ARS
parola nuova nel nostro popo-
lo; ebbe vita nel 1848.
ARMETTA. Annetta : piccolo stem-
ma — per Gandolitt de melonJ
— per Louis (moneta) V.
ARMIROSU. Armajolo. V. Armorèe.
ARMOAR- Lo stesso che Armadi.
ARMONESA- Armonica: denomina-
zione generale di certi stru-
menti, nei quali il vetro è sosti-
tuito ad altro corpo sonoro. V.
Cembolin e Filarmonega.
ARMONEGA A MANTES. Armonica a
manticino: strumentino da fiato,
per lo più da fanciulli, fatto a
forma di soffietto, che mosso
come quello manda un suono
pastorale alquanto malinconico
— sernpicij abocca: strumentino
da fanciulli, diverso nella forma
e simile nel suono all'armonica
a manticino, il quale si suona a
bocca, come lo scacciapensieri
(zanforgna).
ARMONIUM. Organetto a tavolino:
strumento musicale, in cui vi
sono ancie (lengioett) metalliche,
le quali, mosse in vibrazione
dall'aria, che loro si dà me-
diante tasti di uno o due man-
ticini, alternativamente co'pie-
di, producono un grato suono.
Og'ni Scuola comunale elemen-
tare di Milano ne ha uno per lo
insegnamento del canto, di cui
un saggio dassi da più di tre-
mila bambini nella Arena (A-
renna) il di della Festa nazio-
nale.
ARMONNA. Armone.
ARMORÉE (I). Gli Armorari. Nome
storico portato da una nostra
via di Milano. Esso rammenta
non solamente, ma ricorda pure
le nostre armi della Lupa. E-
rano esse cercate da tutta Eu-
ropa e fino tra Saracini. Due
soli armajoli nostri in pochi
giorni fornirono onde armare
4000 cavalieri e il doppio di
fanti: e Milano esibì a Filippo
Maria di mantenere stabilmente
10,000 cavalieri ed altrettanti
pedoni se le fossero lasciate le
gabelle e i tributi di essa città >
libero al Visconte di valersi a,
talento di quelle delle altre cit-
tà. Per carità il Municipio con-
servi il vanto di questo eroico
nome a una tale via. Non basta
forse che ci si porti via il col-
legio militare, ecc.?
ARNES. Arnese — Avegh isò ornes
a V orden^ Avere ago e filo in
pronto.
ARNES (I). Masserizie, Utensili di
casa, Arnesi.
ARNICA. Arnica, Panacea per le
percosse (Arnica montana): er-
ba spontanea, medicinale; fo-
glie opposte, alterne (disper)\
fiori gialli che ridotti in polvere
si attraggono per le nari, onde
starnutire , e si fumano , come
pure le sue. foglie.
ARPA- Arpa: strumento musicale
di forma triangolare, le cui
corde si stendono in direzioni
parallele dell' arco (mesola) al
corpo o alla colonna. Parti:
Cotogna ^ordion di pedala corp^
Tavola armonega Sordinna^
Mesola^ Biroeu^ Zappett o zoc-
colata captaste Bottonitt^ Me-
cartismo ^ Mastell ^ Pedal o Pe-
dalerà Pè o Pescitt.
ARPA. Arpa. Opportunissimo or-
digno ove disporre i bozzoli
{gaietta) a sviluppare le farfalle
Iparpaj), inventato nel 1814 da
don Andrea Mauri di Bergamo.
ARPEGÀ. Lo stesso che Erpegà. V.
ARPIN- Lo stesso che Ghitara a
arpin. V.
ARS. Avido, Ingordo , Bramosissi-
mo — de la set^ Assetato — A-
vegh la bocca arsa * Aver l'a-
sciugaggine o 1' arsione della
bocca.
ARSCIONÀA. Cerchi del coperchio
della barca, v. anche Scòrse,
Se er scelta Scerscèj.
ARSCIONN- Arcuccio da culla — fig.
Strambo di gambe.
ARSELA. V, Arzella — fig. Mi-
gnatta : seccatore importuno.
ARSENAL. Arsenale — Avegh a-
doss V arsenale o V arsenal de
IVenezia^ Diciamo di donna che
abbia in dosso troppo d'oro, di
vesti, e simili.
ARS
22
ASA
ARSGÌAN. Argento — Denari, Soldi,
I Cumquibus.
ARSON- Arco: asta curvata d'a-
bete {abiezz) con una cante-
rella {corda de budell), per la
quale si batte, ossia si scuote il
pelo da far cappelli, per isfioc-
carlo quand'è rappallottolato, o
per rimescolarlo quand'è di qua-
lità diverse che si vogliono riu-
nire — per Arch del bast^ de la
sella.. V.
ARSONÀ. Battere e Scuotere col-
l'arco (Arsèn).
ARTESAN Artigiano — Artefice —
Artiere.
ARTiBAìtfCH, ARCHIBANCH. Cassa-
panca.
ARTICIOCCH. Carciofo , Carciofolo,
Carciofano (Cynara scolymus):
pianta perenne— Carciofo: frutto
del Carciofolo — de scimmaJC&r-
ciofo vettaiuolo — fìoron^ pri-
mo o madornale — cont i spon-
g ignori (Cynara cardunculus),
Sgalera, Carciofo salvatico, Car-
duccio, Presame, Presura, Ca-
glio — senza spongignonJ Maz-
za ferrata — nostrana comune
o nostrale — Óùu&e articiocchJ
Girello del carciofo — Qtcell di
articiocch J carciofaio — cam-
pagna de articioccli _, Carciofa-
ja, Carciofeto — per disprezzo,
Uomo buono a nulla e dappoco
— Cardoni o Gobbio si dicono le
piante dei carciofi, che s'im-
biancano e si vendono tenere
riseppellendole nel terreno. Car-
ducci o cardia sono le piante
rimessiticce dei carciofi.
ARTICIOCCH. Carciofo : nome di un
panetto che ritrae alla forma di
un carciofo
ARTICIOCCH per Spongignceu^ V.
ARTICIOCCHÉRA. Carciofaio , Car-
ciofoleto, carciofaja: luogo pian-
tato di carciofi.
ARTICOL. Articolo: di giornale —
Articolo, Capo di mercanzia,
Derrata.
ARTICOL. In quanto a, Per rispetto
a — Artìcol sonetti l'è el so fort^
In verbo a sonetto è il suo forte.
ARTICOLISTA. Scrittore di articoli.
ARUSC V. Rusc.
ARVÌ. V. Dervì.
ARZ- Razzo: fuoco artificiale.
ARZÀA. Aridissimo.
ARZADEGH. Arzavola, Bozzolo, Ba-
ruzzola, Bozzaracchio, Arzago-
la, Anatra querquedola o marza-
iuola (Anas crecca): uccello
acquatico; becco bruno nero ;
specchio verde superiormente,
inferiormente nero azzurro, mar-
ginato anteriormente e poste-
riormente di biancastro (ma-
schio e femmina); vertice rosso
castagno; petto pallato di nero
(maschio). Esso cigola.
ARZELLA. Nicchio: involucro pie-
troso dei molluschi — Nicchia
dei pittori — Nicchione : quel
vuoto a occhio nella cupola di
certe chiese, nel quale sono per
lo più i quattro Evangelisti.
ARZELLA. Pasticca, Pastiglia.
ARZIJ. Mughetto (Lilium conval-
lium): pianta perenne.
ARZIR03U. Ardente: randellino fat-
to seccare, che, acceso nello
sfogatoio {bocchetta) a lato al
forno , dà lume a infornare o
altro — per Castagnoeura. V.
ARZIS per Narsis^ V.
ASA. Anello, ogni laminetta di
ferro entro cui scorre il bastone
dei chiavistello {cadenazz) —
Cappio: annodamento un cui
capo entra addoppiato nel nodo
(gropp) . ed esce cosi ripiegato
in forma di staffa — corent,, Cap-
pio scorsoio — Bandella: lama
di ferro inchiodata orizzontal-
mente nell'imposta {anta) a ri-
scontro dell'arpione {cancheri),
e nel suo occhio {oggioeu)o anello
che s'infila e gira l'ago {spin-
na) dell'arpione — Presa: qua-
lunque risalto nel centro del
coperchio, o nelle pareti late-
rali di un vaso , o in che che
sia d'altro per poterlo prendere
— Laccetto: nastro o cordellina
di seta nera o altro simile che
a foggia appunto di cappietto
{asetta), ovvero di fiocco {galla)
con grosso bottone in mezzo, si
mette per ornamento a una delle
rialzature del cappello arric-
ciato {de trii canton omontàa)
ASC 2
Talora è rappresentato da alcu-
ne filze di margheritine nere o di
perline d' acciajo (azzalitt) —
Asa per Antenna V. — Fà
gropp e asaJ fig. Far la cam-
pana tutto d'un pezzo, Fare lo
scoppio e il baleno a un tratto:
finire una sua faccenda senza in-
termissione—V. Alette ramvin.
ASCA. Oltre, Di pili — Senza. Dal
latino absque.
ASCÀ. Osare, Ardire.
ASCADISC; Pigro, Poltrone.
ASCASS. Ardire, Osare.
ASCENDENT (AVÈ SORA VUN DE V).
Aver deli' autorità presso al-
cuno.
ASCETTA. Matassina, Matassetta.
ASCIA. Matassa — Cattagh l'ascia^
fig. Ravviare o Trovare il ban-
dolo {bander): trovare il modo
di vincere le difficoltà — Compì
l'ascia., Colmare il sacco: fare
in che che sia tutto il possibile
con ogni soprabbondanza — El
gropp de l'asciaJ II ruffello o il
garbuglio della matassa — In
fin o eoo de l'ascia^ Alla fin dei
conti, del fatto , Al tirar delle
tende — Tira i asc^ fig. Andare
a far terra da cavolini: morire.
ASCIAL- Lo stesso che Schinca.
ASCIffiU, ASCNEULA. Matassina.
ASCICEURIN- Matassina.
ASCORT. Accorto.
ASÉE. Aceto — Acqua con l'asèe J
Acqua acetata — Andà in asèe^
Acetire,lnacetire — Asèe di quat-
ter laderJ Aceto dei quattro la-
dri: è medicinale , e vuoisi tro-
vato da quattro ladri, che usa-
tone, si preservarono dallapeste
che nel 1720 infieri in Marsiglia
— rabida J che arrabbia, mor-
dace — romategh medicato —
rosàa^ rosato — Fa sta in V a-
sèeJ fig. Mettere uno o Averlo
in un calcetto: farcelo stare,
abbatterlo, confonderlo, attu-
tirlo — Inguaia de l'asèe J An-
guilletta dell'aceto (Vibrio aceti)
— Mamma de l'asèe^ Madre del-
l'aceto — Mercant d'asèeJ V. Ase-
vèe — Mett giò in V asèe ^ Ac-
conciare, Conciare nell'aceto —
Mett % penser sul bari de l'asèe..
ASE
fig. Attaccare i pensieri alla
campanella [aneli) dell'uscio,
Appiccare, Attaccare le voglie
all'arpione {canchen): por giù
la voglia e il desiderio di che
che sia — anche, Baciare la
campanella: abbandonare un
luogo — Mett sul bari de l'asèe ^
fig. Far il pianto di...: levarne
il pensiero, reputar perduto —
anche, Addormentare che che
sia: non ne parlar altro — Quell
de V asèe J V Asevée — Vassell
eh' ha ciapàa de V asèe * Botte
acetata — Rend asèe per vin ^
fig. Render pan per focaccia:
per un'ingiuria ricevuta, farla
pari e maggiore.
ASEN. Asino, Bricco, Somaro,
Giumento, Miccio, Ciuco (Equus
asinus). I Sardi lo dicono
violenti^ V. Raggia^ Ragg„ G-ua-
risch — Andà a cavali d'on asen^
Montar ad asino, Asinare — Asen
de razza^ Asino di guadagno —
salvadeghJ salvatico, Onagro —
Fa l'asenJ fig. Far il lecchino :
far il corteggiatore con le don-
ne, specialmente se azzimato e
tutto in punto.
ASEN (GIUGÀ A CASCIA L'), Fare al
tordo, Fare al pagaloste — V.
Fittavoli sig. 3.
ASEN- Asino, Somaro, Bricco, Giu-
mento, Miccio, Ciuco: fig. di
persona ignorante o zotica e
scortese — On alter asen adess^.
To' qua un nuovo bescio — Asen>
grand e gross e scopassùu^ Asino
grauiie, grosso e tondo.
ASEN. Asino: quel palo avente un
cavicchio (ficcaroeu) quasi a
metà, con cui i nostri contadini
trasportano paglia o altro.
ASEN (LIGÀ L1). Legare l'asino. Chi
tra i contadini vicini finisce
prima un lavoro va a legar l'a-
sino a chi è ancora dietro ; cioè
aduna un mucchio di stoppia o
di grano o di legna, e ci mette
alcun bastone in mezzo, secondo
che il lavoro incompiuto è di
mietere, far legna, ecc. Dicono
poi a chi deve avere la beffa
che ove uno compia il lavoro
e' va a farsi dar l'asino.
ASE 24 ASP
ASERON. Acetone: aceto potente.
ASETT E RAMPIN , AS E RAMPIN.
Gangherini: denominazione com-
prendente il gangherello {ram-
pivi) e la femminella {asetta) —
Lazza cont i asett e rampin ^
Aggangherare, Ingangherare —
Deslazzà i asett e rampin ^
Sgangherare — As o Asett e
rampin,, Uncini, Graffi: fig. di-
cesi di brutto carattere — Mett
as e rampin^ fig. Menar il can
per Taja, Mettere in musica:
mandar in lungo una cosa.
ASETTA. Bandellina: piccola ban-
della (asa) — Cappietto: piccol
cappio {asa) — Femminella, Gan-
gherella: maglietta di sottil filo
metallico, ripiegato ai due capi
per poterla cucire al panno, in
corrispondenza del gangherello
{rampin), il cui gancetto si in-
troduce nella maglia della gan-
gherella per affibbiare. V. Asett
e rampin.
ASETTA. Piegatello: ogni pezzetto
di ferro piegato e che confic-
casi nei lavori per legatura o
sostegno o guida.
ASEVEE. Fabbricatore d'aceto —
Venditor d'aceto, Acetaro, Ace-
tato.
ASIE. V. Nesià.. Nesiè.
ASMGEUJ- Liscivio: acqua cene-
rata bollita che si versa di
nuovo bollente sui panni, dopo
la seconda liscivia (rebuj) per
avere il bucato, V. Lessiva.
ASNA- Asina.
ASNADA. Asinità, Ciucata, Asinata.
ASNADA- Asinata: fascio di paglia
o strame portato sull1 asino,
V. Asen^ sign. 3.
ASINARIA- Asineria.
ASNIN. Asinino, Asinelio, Ciuchino.
Bricchetto, Asinetto, Somarello.
ASNINADA Asinata: gita fatta per
diporto a cavallo agli asini da
una brigatella di villeggianti o
simili.
ASNINELLA. Micciarella.
ASNINNA. Asinella, Asinina.
ASNON. Asinone, Asinaccio.
ASNONNA- Asinona.
ASNONON- Asino colle costole a
quattro lunghezze.
ASNONSCELL- Asinuolo.
ASON. Bandellone: grossa ban-
della {asa).
ASÒN, pi. Grappe, Ganozze: pa-
recchi pezzi di bronzo, ripiegati
a squadra, fermati lungo le due
parti dei carro {car) del tor-
chio dello stampatore, e desti-
nati a impedirgli ogni movi-
mento trasversale, nello scor-
rere che fa esso sulle spade
{carensg).
ASÒN. Treccia, Manico: finimento
della campana, foggiato in due
o tre occhi o ciambelle , che si
incassano nel mezzo {testa), per
tenerla sospesa.
ASPA- Aspo,Naspo: strumento per
ridurre in matassa {ascia) il fi-
lato — a man^ Aspo manesco o
manevole: cioè bastoncello di
circa tre palmi di lunghezza,
attraversato presso ciascuna
estremità da un piuolo ad an-
goli retti uno coir altro ; e su
quei piuoli s'innaspa il filo — •
a rozudaJ Aspo girevole: quello
che si fa girare orizzontalmente
su di sè mediante una mano-
vella {manuella). Parti: Cor-
nucc Pè^ Maneggia, Pientann,
Travers.
ASPADA. Naspata, Aspata: quan-
tità di seta o altro, posta sul
naspo a dipanare {fa-giò).
ASPA DE FILA. Aspo, Nappo del fi-
lato.) o. Parti: eros o crosin ,
Bietta strencia e Bietta doppia,
Coa con polles, Paletta, Riga
ASPA DE FILANDA. Tavella , Guin-
dolo: specie di arcolajo {bicoc-
ca) orizzontale o naspo {aspa)
sostituito alla rocchetta {roc~
chett) nel valico da torcere {va-
ligh de torg).
ASPA DEL ZILÉE. Aspo, Naspo:
grosso e corto cilindro formato
di stecche, vicine le une alle
altre, girevole su due pernj,sul
quale s'innaspa lo stoppino al-
l'uscir dalla filiera {fer de eoo).
ASPART. In disparte, A parte, Ap-
partatamente.
A SPAS (GIUGÀ A) Lo stesso che
Ciappass {Giugà a).
ASPERA. Aspiera, Fattorina, Voi-
ASP
25
AS3
tatrice: ragazza che mette in
giro l'aspo su cui s' innaspa la
seta nel trarla.
ASPERGES- Aspersorio, Asperge,
Asperges: mazzetta di metallo
con capocchia (pomell) dai cui
fori escono cinque fascetti di
setole {sedol), che si tuffano nel-
l'acqua benedetta per asper-
gere gli uomini e le cose.
ASPETT (QUART D'). Respiro: quel
segno musicale che fa arrestare
il suono.
ASPETTA, ASPIN. Naspino: piccolo
naspo..
ASPIN. Naspo da incannatoi {in-
cannatori).
ASQUAS. Quasi.
ASS. Asso: ne1 dadi e nelle carte
è nome di un solo punto — Vess
all' ass ^ fig. Essere all'ultimo
quattrino — Magher carne l'ass
deviceli, Allampanato, Secco
allampanato: magrissimo — Succ
o Sutt o Sbris o Secch o Biott
come l'ass de picche Sbricio co-
me Tasso di picche: vile, coi
panni strappati.
ASS, ASSA. Asse — Ass de mer-
canzia Assi, Tavole da mer-
canzia: grossa dai 25 ai 37 cen-
timetri — de mezza mercanzia^
di mezza mercanzia : grossa dai
13 ai 24 centimetri; anche Re-
fud — de imballadorJ Scàndor-
le : assicelle grosse meno di 12
centimetri — Trucioli: se sono
sottilissime — de solèe^ Pancon-
celli : assi sottili assai colle
quali copronsi le impalcature —
de stagn^ Assi di faggio o di ca-
stagno sode [stagn] — de sterlaJ
di faggio di castagno fesse {ster-
làa) V. Tran.
ASSA. Asse: quella su cui in casa
stendesi il cadavere che deve
poi essere trasportato alla chie-
sa o al cimitero — Andà in su
V assa ^ Batter capata : morire
— Vess a l'assai Essere al ver-
de : al fine di che che sia -— Vess
in su l'assa^ Esser sulla bara:
morto.
ASSAA. V. SàaJ par. 3.
ASSÀA (DÀ L'). Asciare: digrossar
legni con l'ascia (Ass de fer).
ASSA BRUTTA. In un tratto, Senza
pensare ad altro. Assa trutta
dal latino Ex abrupto , di pari
significato — Fa assa brutta.,
Far sui due piedi, Non por tempo
in mezzo — Vegnì a assabrutta^
Trovarsi stretto fra due assi:
fra due pericoli.
ASSADA. Assito: tramezzo di assi
commesse insieme, fatto alle
stanze in cambie di parete, o
altrove per chiusura, o addos-
sato a certe pareti o muri per
ripararsi dall'umido — per Pa-
vìment d'ass^ V.
ASSA DE COCCÉR. Pe dana : quel pez-
zo di legno su cui si posano i
piedi del cocchiere {coccèr)\ le
parti che la sostengono si chia-
mano Braccetti — asso, de la
carna^ V. Tajèe ^ sig. 1 — Assa
de la comoda,, Asse del como-
dino : della seggetta — del co-
moda Asse del comodo — del
ciccolatt^ Asse della cioccolata:
asse di legno, rigirata da un
sottilissimo orletto pure di le-
gno, alto dai 3 ai 4 centimetri ,
sulla quale si mettono le pallot-
tole di pasta di cioccolata cal-
da, che, seguitandosi a dibatter
l'asse, si distendono in pani [ta-
volett) che poi si pongono in
forme di latta {tolta) — de la
colla^ del mastice di cacio: sulla
quale i legnaiuoli impastano
con acqua e calce viva {cai-
cinna nanmò bagnada) il cacio
sciocco [fatt) per farne mastice
{colla de legnamèe) — del lett^
Assereno — del pan o de stua^
Asse da pane: sulla quale, di-
stesavi per lo più una tela , si
mettono il pane o i dolci a lie-
vitare {leva) — de soppressàj
Stiratoio, Asse da stirarvi— de?
telar J Panchetta: sulla quale il
tessitore sta seduto o appog-
giato — di formagittJ Asse delle
cacciuole: specie di taglierino
su cui si posano i cascini {quac-
ciroeu) entro ai quali è il latte
quagliato {cagiàa) che ivi si in-
salaper conformarsi in caciuole
{formagitt) , e ponsi inclinato
perchè il siero {seron) esca dai
ASS
26
AST
cascini e scoli, V. Salador — di
pagn o de lava i pagn., Lava-
toio: asse inclinata, talora tra-
sversalmente scanalata, sulla
quale si lavano i panni — di
piatta Stovigliaja — de tajà-foeu-
ra^ Asse da tagliare : sulla quale
i calzolai o altri tagliano pelli
o altro per adoperarle — dizupp^
Asse delle zuppe: la portano al
collo con uno spago i fattorini
per ponvi su le zuppe da far
colazione i giovani di bottega —
de fond_, Piante : nome della assi
che formano il complesso del
fondo delle carrozze — de la
cappia ^ Fondo da scorrere —
de la stadera,, Tavolone — di
part di car ^ Coscie , Ridoli:
quei lati d'un carro o d'un bi-
roccio che sono fatti a rastel-
liera: anche detti Scalin — de
mezz del car e de travers^ Assi
di mezzo , Traverse — de cor-
riceu^Croce delle raggine: asse
con traversa in cima, sulla quale
sono le raggine {corriceli).
ASSAFETIDA. Assafetida: gomma
resinosa che si trae da una
pianta della famiglia delle om-
brellifere (Ferula assa foetida),
che fa spontanea nella Persia.
ASSAGIADOR Saggiatore: chi as-
saggia l'oro e l'argento per co-
noscerne il titolo (la bontàa).
ASSALIN- Fusolo: quel ferro che si
appicca alla sala {assàa) di
legno.
ASSALTA. Assalire.
ASSALTAMENE Aggressione — As-
sassinio.
ASSAMM- Assame: quantità di as-
si, di tavole.
ASS DE FER (L') Ascia: ferro ta-
gliente il cui piano è curvato in
aria verso il corto manico; ado-
perasi per assottigliare o pa-
reggiare legni, stecche, e simili.
ASSÉE. Assai, Di molto — Abba-
stanza.
ASSEGN- Assegnamento.
ASSENTA. Accertare — Dà per as-
sentàaJ Dar per certo.
ASSENTASS. Assentarsi, Farsi as-
sente : star lontano.
ASSENZIA. V. Sensia.
ASSETT. Nacchere, Castagnuole:
due assicelle levigate , delle
quali l'una messa tra l'indice
{fregaceucc) e il medio dito ( lon-
ghignati), l'altra fra questa e
l'anuìare {sposili) i bimbi vanno
dibattendo per trarne suono — -
per Cotogneti del petten, V.
ASSETTA. Assicina, Assicella, As-
serella , Assereno — Assett del
bast. V. Arch del bast — del pet-
ten ^ del telar ^ Crestelle: due
pezzi di canna rifessi longitudi-
nalmente, e fra le due parti ri-
accoppiate, sono fermati con un
giro di spago impeciato i due
capi di ciascun dente, i quali
perciò sono un po' più larghi-—
del ciel d'ona carozza^ Fondi —
dHmballador^ Trucioli, Assicel-
le, Asserelle.
ASSETTIN , ASSETTINNA. Assereni-
no, Asserellina.
ASSETTIN (EU Asserellinuccio.
ASSIETT. Ciambella: cerchietto di
ottone, che spinto alternata-
mente or dalla serpentina (ser-
pa) deil'oriuolo, or dalla spirale
(spiragli) , oscilla circolarmen-
te, bilicato sull' asta della bi-
lancia (su l'asta del Mlancièr),
rafforzato dalle crociere(crosèr).
ASSON. Pancone — Tavolone.
ASSON. Assone: rotella di legno
pesante, larga circa 75 centime-
tri ed alta circa 10; che si pone
sopra la forma di formaggio per
gravarla onde si assodi.
ASSORTIDOR DE SEDA. Assortitore
della seta.
ASSORTÌ! Assortito, Fornito, Prov-
veduto, Provvisto.
ASSOSSENN- V. Sossenn,
ASTA. Asta — Asta de la mceuja^
Gambe delle molle — Asta del
fontaninJ Asta del fontanile: la
parte del fontanile che riceve
lo scolo della testa (testa)
del pendola Verga del pendolo:
che in basso è aggravato dalla
lente (lunetta) — del ternp^ Lan-
cetta del tempo: negli orivoli—
del bilanciere Asta della bilan-
cia: verghetta d'acciajo mobi-
lissimamente imperniata nella
potenza (potàns) e nel brac-
AST
27
AVA
ciuolo (~brascioeu) negli orivoli:
sull'asta sono piantate le palette
(alett).
ASTA. Asta: bastone qualunque
infilato in su che che sia — A-
sta, incanto — Digh a V asta ^
Dirci, Dire all'asta — Asta: no-
me di quelle righe obblique e
parallele, le une accanto alle
altre, che sono il primo eserci-
zio di chi impara a scrivere —
Vess ai ast^ Essere all'asteggio,
alle aste — Asta di uomo, ecc.:
uomo di bella presenza, diritto
sulla persona e d'alta statura
— Mazza: nome delle bacchette
di legno, o anche vetrici (sares
gorin) più grosse, le quali in al-
cuni panieri (zest) danno for-
tezza a tutto l'intrecciamento —
Maglietto: quell'asta colla quale
si levano e si trucciano (se bog-
gien) le palle del giuoco di pal-
lamaglio (pararnaj) — Stilo : quel
lungo braccio quadrangolare
della stadera , sur uno spigolo
del quale sono segnate le tac-
che (segn), e sul quale scorre il
romano [oronzin) segnando i
chilogrammi — Giogo: quella
spranga di ferro dalle cui estre-
mità pendono i piattelli (sqtcell)
della bilancia.
ASTANTERÌA. Residenza, Stanza
degli astanti.
ASTEG. Asteggio: l'asteggiare.
ASTEGNISS Astenersi.
ASTINNA. Astina: piccola asta.
ASTINNA. Tempiale (la): ognuna
delle aste laterali degli occhiali
che posano sugli orecchi.
ASTON. Astone: grossa asta —
Pennone delle vele delle barche
— per ciod de grappa o de rostt-
da^ V.
AS^ORG. Lo stesso che Stolch.
ASTRACAN. Pelle di Astrakan: d'a-
gnello d'Astrakan — ondàa_, ne-
ra — ordinari ^ ordinaria —
rizz j nera riccia d'Ucrania —
zenerin., bigia di Crimea.
ASTRECH. Lo stesso che Soffitt.
ATASS. Fermo : piccolissima cavr-
gliola, la quale intromessa nel
pertugio eh' è da capo a ogni
fuso da fìlatojo non lascia che
la rotella {camp aneli) balzi fuori
per di sopra, e assicura il giro
del fuso.
ATEM (IN ON). Tn un attimo, In un
batter d'occhio, Sull'atto, Nel-
l'atto, Di scoppio, Di schianto.
A TRA (DÀ). Dar retta, ascolto.
ATTAGCATRICE. Attaccaticcio: che
s'attacca.
ATTACCH- Attaccato — Stà attacchi
Star ai fianchi di — per ArentSV.
ATTENZION Attenzione — Riguar-
do — Cortesia, Officiosità.
ATTERGA. Attergare: scrivere a
tergo a un discorso la decisio-
ne, o altro.
ATTERGÀA Decisione, Rescritto.
ATTESA., Aspettazione.
ATTESTÀA. Attestazione — Atte-
stato.
ATTIVA. Attuare.
ATTIVITÀA. Attività: speditezza,
prontezza nell'operare — Debito
attivo, Credito — Azione — Mett
in attivitàa_, Mettere in azione,
in opera, Adoperare — Mettere
ad effetto — Vess foeura d'atti-
vitàa,, Essere fuori d' uso : non
essere più adoperato.
ATTORNA. Attorno, In giro o volta,
All'ingiro — Fass porta attornaJ
fig. Farsi fare i gazzettini: farsi
censurare.
ATTREZZ- Utensili, Arnesi.
ATTREZZISTA- Arnesario.
AUT AUT. Bere o affogare: di chi
è forzato dalla necessità a fare
una cosa spiacevole, perchè il
non farla sarebbegli di danno
maggiore —Aut autonzifol oon
flauti O Cesare o Nicolò, O Ce-
sare o niente: suol dirsi di chi
intende o di conseguire gran co-
se, o di perdere il tutto. Il det-
tato milanese viene dal latino
Aut cassar aiU nihil. L'italiano
Nicolò è un guasto del Nihil aut.
AUTUNlN.Autunnino.Franoi quella
stagione teatrale che corre dal
1.° al 21 dicembre inclusive.
AVANTAGG. Vantaggio: assicella
rettangola, bislunga con due
regoletti chiamati staggia che
fanno sponda a due lati conti-
gui; sopra il vantaggio e con-
tro gli staggi il compositore
AVA 23 AVO
( compositori di caratteri tras-
porta ordinatamente , e colla
interpunzione d' una interlinea,
le righe a mano a mano che
le ha formate sul compositoio
{compositóri, V. Balestra.
AVANTI DE. Prima di....
AVANZ- Avanzo — Avanz de Tro-
ja j Avanzo , Avanzi, Rottami,
Rilievi di Troja: dicesi di che
che sia che avanzi. Se della
mensa, Regaglia — de Carlin-
matt. V. carlin.
AVE- Avere, Possedere — Ave de
fa^ de di ^ ecc., Aver a fare, a
dire, ecc. — Aveghela con vun^
Averla, o Aver il baco con uno
— Avegh on poo del tah Arieg-
giare un tale, Aver aria del
tale : somigliargli.
AVEGNI (PER L') Per 1' avvenire.
AVEL. V. Navell.
AVEMARIA- Avemaria: orazione —
Tocchi di campana air alba , a
mezzodì, a sera, per cenno che
si dica l'avemaria — Nome delle
pallottoline della corona, mi-
nori di quelle che si chiamano
paternostri — Avemaria ìnfìl-
zada J fig. Avemaria infilzata,
Quietino, Ipocritino — anche
Viso di stecco.
AVENTÒR. Avventore — V. Posta de
bottega.
AVERT. Aperto , Schiuso — Sve-
glio, Sagace, Sveglietto — Aper-
to , Acceso: di partita di conto
— Allentato: che ha una allen-
tatura (apertura) — Sbocciato:
di flore.
AVERTA- Aperto, Aprimento — A
l'averta de la bottega,; All'a-
prirsi della bottega, All'aprire
della bottega.
AVES- Sorgiva sotterranea, Polle
di acqua, Acqua di vena: scor-
rimento d'acqua tra la ghiaja
(gera) che nello scavar fonda-
menta, o nel fare pozzi, incon-
trasi nel terreno naturale della
Lombardia. Aves deriva dal cel-
tico Avess^ Sorgiva — Alzass i
aves^ Gonfiarsi le sorgive —
Mceuves i aves J Ripigliare la
sorgiva — Quand s'è all' aves se
mett giò i fondamenta Trovato
il sodo , si fonda — Riva a V a-
ves* Essere alla sorgiva — Sbas-
sass i aves., Ritirarsi le sorgive
— Sugàj. Sugass i aves^ Prosciu-
gare, Seccarsi le sorgive —
Trova l'aves„ Trovar l'acqua —
Vess volt i aveS; Esser rigonfie
le sorgive, fig. Vess volt i acqu^
V. in Acqua., par. i. Il Lancetti
trae questa voce da Apice; che
significa appunto il livello, os-
sia la sommità o la superfìcie
delle acque.
AVI, AVA. Pecchia, Ape (Apis mel-
lifica) — V. Avon; Besej; Bisceu^
Carsenza^ Cagher^ Mel^ Camola
— Àvi salvadegh; Fuco (Apis
Fucus): è senza puniglione (be-
sej)\ non fa male; corpo grosso;
antenne (corni) corte; fecondate
le ova , viene ammazzato dalle
api operaie.
AVICC V. Avi — per Bisoeu V.
AV1GG. V. Bisceu.
AVIS (QUELL CHE TACCA-FffiURA I).
Tavolaccio — Taccà-foeura on
aviS; Affìggere un avviso.
AVISON- Cartello: foglio stampato
o scritto , che s' appicca alle
mura nei luoghi più frequentati
delle città per dar avviso al
pubblico d'una cosa.
AVOCATT DI CAUS PERS. Avvocato
de' miei stivali — rampin ^ Az-
zeccagarbugli — de gronda^ Di-
cesi di quei contadini del Basso
Milanese che sogliono sputar
sentenze appoggiati alle mura
delle case, quindi sotto i gron-
daj (le gronde). Direbbesi Spu-
tasentenze.
AVOCATT (GIUGÀ A L1). Fare all'av-
vocato : specie di giuoco che
appartiene a quello degli spro-
positi.
AVVOCATTÀ. Far il saccente, il sac-
ciuto.
AVOCATTENT. Avvocateli : che fa
del saputo.
AVOLI. Avorio.
AVOLT. Alto.
AVOLTRA. V. Voi tra.
AVON. Pecchione (Apis violacea):
ape maggiore delle altre, e che
succhia il miele prodotto dalle
api operaje.
AZE
29
AZZ
AZERB. Acerbo.
AZERBIN- Acerbetto, Acerbino.
AZION (DÀ GUNT DI S(EU). Dar buon
conto di sè — Che azioni Qual
tiro!: quale azionacela.
AZION (IN)- Sopra parto.
AZUR. Azzurro.
AZZA. Lo stesso che Ascia.
AZZAL. Acciajo — Toltgiò del'az-
zal, Dato nelle vecchie, Acciajo
logorato : fig. di pers. oramai
incapace a governarsi da sè, o
di cosa messa fuor d'uso.
AZZALÀ. Acciajare, Inacciajare.
AZZALÀA. Acciarito.
AZZALIN. Acciarino: pezzo d' ac-
ciajo , con cui, percotendo la
pietra focaja (preja d'azzalin),
si producono scintille {lughèr)
che appiccano il fuoco all'esca
(lisca) soprapposta alla pietra,
e con esso si desta la fiamma
accostandogli un solfanello —
L'intero attrezzino, cioè l'unio-
ne delle cose necessarie a far
fuoco.
AZZALIN. Acciajuolo: cilindro di
ferro con un pò di capocchia,
di cui si valgono alcuni artieri
per filare i loro ferri, affinchè
intacchino bene — per Azetla.
par. 2. V.
AZZALIN Acciarino: macchinetta
di ferro e d'acciaio, incastrata
nella base del fusto {fust) della
canna del fucile, della pistola
e simili, contro la parte laterale
della culatta. Coll'acciarino per-
cosso dalla pietra focaja {preja
d'azzalin) si cavavano scintille
per V accensione della inesca-
tura {càrega). Parti: Bassinett,
Fogon, Cari, cartella, Giceugh o
Nos, Stanghetta, Quart o cover e,
Passarìn o Scrocchine Vit.
AZZALIN A CAPSULL. Acciarino a
percussione. Piastra nella quale
il cane [can), fatto, per così di-
re, a bocciuolo, scoccando con-
tro il luminello {la tettinna), su
cui è stato posto il cappelletto
{capsull), dà fuoco al fucile.
AZZALIN AD AGO. Acciarino ad ago
— iressan, Acciarino bresciano.
Il mollone {mollon) vi è collo-
cato internamente, ed in cui il
cane (can), quando è a tutto
punto (a monta intrèga), meno
facilmente scatta inavvertito,
perchè trattenuto in due tacche
— fig. diciamo di chi è pronto
a incollerire, e anche di chi è
. facile a indispettirsi — roman,
Acciarino romano. Ha il mollone
(mollon) al di fuori, ed in cui
il cane [can) facilissimamente
scatta allorché è a tutto punto (a
monta intrèga)—ala consol, Ac-
ciarino alla Console. E inescato
a nastro metallico, combinato
colla cartuccia {cartatuccia) in
modo che non occorre più di
stracciarla co' denti; il cappel-
letto (capsicll) comunica il fuoco
difilato alla canna. L'invenzione
è del milanese Giuseppe Console.
AZZALIN INGLES. Acciajuolo : astic-
ciuola d' acciaio tonda o leg-
germente conica, colla quale il
pellaio [pellattèe) raffila tutti
i suoi ferri, quando non sia ne-
cessaria la ruota.
AZZAL1TT. Perline, Margheritine,
Coralline di acciajo: quei coset-
tini d'acciajo o d' altro che si
infilano in più modi nelle maglie
de' borsellini fatti ad ago (a gugg
de cusì), o che si usano in altri
abbigliamenti.
AZZARD. Cimento, Rischio, Peri-
colo, Azzardo — Giceugh d' az-
zard, Giochi di ventura, di az-
zardo: quelli dove non è posta
fissa, ma si mette via via a pia-
cere.
AZZARDA. Arrischiare, Azzardare.
AZZARDOS Rischioso, Pericoloso,
Azzardoso — Avventato, Incon-
siderato.
AZZETTA. Matassina, Matassetta.
BA
30
BAC
BÀ- Guardia: la parte inferiore
dell'asta del morso. Dal fran-
cese Bas de la trancile.
BÀBAO Bau bau, Bao bao : voce
usata per far paura ai bambini,
quasi significhi una cosa terri-
bile — Brutto babào^ Ceffo as-
saettato: faccia bruttissima. Ca-
morro: di donna in cui si ac-
colgono tutte le bruttezze.
BABBI. Muso — Glie voeur alter
babbi,, E' ci vuol altra barba:
tu non sei da tanto — Mascella
— Mena el babbi., Menar di ma-
scelle: mangiare.
BABBI. Babbo — Andar al babbi^
Far bocchino, Andar a babbo-
riveggoli: andar a riveder il
babbo , cioè morire.
BABBI- Babbio: sciocco, di grosso
ingegno.
BABBI per Pabbi o Sciatta V.
BABI. Cimitero — Andà al babi^
Andare a Domeneddio: morire.
BABIL (ANDÀ AL). Andare a Dome-
neddio : morire.
BABOIN- Babbuino (Simia sphynx)
— dicesi anche a Uomo contraf-
fatto di viso, e a chi ha difetto
di mente.
BABUAS. Babuaccio, Buacciolo : di
persona di grosso intendere.
BACAJÀ. V. Bajaffà-
BACCANÀ Far baccano.
BACCANÉRI. Baccaneria, Baccano
— Rombazzo sguajato — Bai-
lamme: frastuono , rumore di
voci alte e confuse.
BACCALÀ- Baccalà(Sadusmorhua):
sorta di pesce, per Merluzz. V.
BACCHETT. Bacchetto — Spoletto :
filo di ferro in cui è infilzato il
cannello {spoetila) nella spola
(navisella) — Sorcolo, Marza: il
ramoscello domestico munito di
gemme, che si taglia da un al-
bero per annestarlo nel selva-
tico — Vimine : la vermena {ver-
bena)dei vinco {sares gorin), spe-
cie di salice, di cui si fanno pa-
nieri e simili — de rnenà-su la
Volt . Mestatoio — Me.stolino.
BACCHETT. Battitore , Battiborra:
arnese fatto di più funicelle an-
nodate da ambi i capi in altret-
tanti fori di due regoli, il quale
serve per batter la borra — de
candir .Forme da candele — eie?
contrabof\'ettJ Contrafortini.
BACCHETTA. Bacchetta — de fer^
Bacchetta di ferro: come quel-
la, per esempio, ripiegata in
gancio (rarnpin) ai due capi,
per appendervi le tende o altro
— Bacchetta dì veder J Bacchetta
dei vetri: ogni regolo orizzon-
tale, nello sportello (antin) tra
il regolo da capo e quello da
piede , a uso di tenervi i vetri
incastrati — del fi(,silJ Bacchetta
del fucile — Bacchetta di ferro:
quella per misurare la capacità
di un vaso — del tambur^ Bac-
chetta da tamburo — de la ca-
piaj, Gretole ( le ) — de la bicoc-
ca, Costole — de materassèe,
Scamato, Vetta — de batt i pagn^
Scamato — de vescìiJ Panione,
Vergone — de la rócca, Gretole
— del telar, Compostoj —di liss,
Licciaroli : detti pure Lisciarceu
o Basgeritt — dei morinell, Per-
nio del torchio — del pian del
torc, Lastrine del dado del tor-
chio — del temp, V. Asta del
temp — di cavagn , Stecche —
del va-e-ven di molin de seda,
Barbini : ferretti ripiegati in
gancio (inzetta)o maglia, pian-
tati negli andivienl (va-e-ven),
e pei quali passa la seta che
va ad inasparsi sulle rocchelle
BAC
31
BAD
(rocchett) — auche,Barbini della
trattura: fili di ferro piantati
nell' andivieni (va-e-ven) , a un
palmo circa di stanza dall' al-
tro, dalla banda di sotto, unci-
nati inferiormente; su questi
ganci (rampin) passano i fili
che vanno a innasparsi in due
matasse (asc) sul medesimo
aspo, dopo di essere stati più
volte incrociati su di sè, all'u-
scire della filiera — di ma-
cellar,, Bacchetta : è di ferro
lunga, che i macellai ficcano e
rifìccano tra pelle e carne da
mezzo ventre alla gola delle
bestie macellate, e ciò per fare
posto all'aria con cui si gon-
fiano per di poi tamburarle —
del parafanghi Traverse del pa-
rafango.
BACCHETTA. Scudisciare — Misu-
rare colla bacchetta: la capa-
cità d'un vaso, ecc.
BACCHETTADA- Bacchettata.
BACCHETTÉE. Bacchettone: chi ar-
mato di bacchetta avviava alla
dottrina cristiana i piazzuoli, o
in contado, desta con essa chi
dorme in chiesa, toccandolo
leggermente — Ramarro : chi ha
cura che le processioni vadano
con ordine. In Toscana dicono
ramarro perchè colui è vestito
di verde, com'è verde il ra-
marro (ghezz); tra noi è vestito
di rosso. Dovremmo chiamarlo
Gambero cotto.
BACCHETTITT DE BRUSÀ. Bruciaglia.
BACCHETTONA. Bacchettona: don-
na che in contado con una lunga
bacchetta suol destare in chiesa
colei che dorme in tempo di pre-
dica, messa, e simile, toccando-
la leggermente.
BACCIACCOJ- Ciondoli: orecchini e
ornamenti degli oriuoli,se gran-
di assai e goffi.
BACIACCOL. Bischeraccio , Bische -
rello : uomo tra il grullo e il
giucco.
BACIACCOL. Bozzacchione: per sim.
le poppe vizze delle donne.
BACIAZZA, BACIACCIA. Grassume:
quei resti di grasso che si rac-
catta dalle casseruole, dai piatti
prima di rigovernarli, e di che
si fa il sapone — per Boggion e
Conca di piatta V.
BACICCIA- Baciocco, Rapa: di sem-
pliciotto, sciocco.
BACIOCCA. Dama, Gea : ragazza
amoreggiata, e, almeno in ap-
parenza, con fine non reo.
BACIOCCA. Sciacquattare — Ten-
tennare.
BACIOCCH- Bambolino — Bamboli-
na — Damo, Geo, Amoroso —
Cara el me bacciocch ! Ciocio,
Ciocia, Ciocino , Ciocino mio!:
parole di amore.
BACIOCCH E BACIOCCHIN DE FRÀA-
Strallòggi, Stalloggi (Aristalò-
chia clematitis): pianta pe-
renne, rampicante, medicinale;
fa in Italia.
BACOL. Broccolo, Bacocco: diuo-
mo stupido.
BACUCCA. V. Veggia.
BACUCCH. V. Vece.
BADA (VESS IN). Essere socchiuso,
V. Amia.
BADA. V. Amba.
BADALUCCHrCHÉRI. Baccano— Rob-
ba a badalucchi Roba a carra,
a barelle, a iosa.
BADÀN- Bamboccio.
BADÀN. Campanone : accr. di Cam-
pana.
BADÉE. Pàpero: persona da nulla
— Cucciolo: persona inesperta
e semplice.
BADERÒN. Ciocco , Scempione ,
Tronco: di persona balorda,
stupida, dappoco.
BADI- V. Bai.
BADILA. V. Bajra.
BADILÒN (GODÈSSELA A). Darsi tem-
pone , Coccolarsi — Toeu i coss
a badilon^ Fare a casaccio.
BADIN. Operante alla bassa del
Milanese. Il contadino che in
alcune stagioni dell'anno scende
dall' alto Milanese ad ajutarci
nei lavori agra»j della pianura.
La voce trae da Badi, Bai V. —
e V. Bassirceu, Pontiroeu.
BADINN Penne: quelle di struzzo,
o bianche o nere o d' altro na-
turale colore, e talora anche
tinte dall' arte, parlando d'ab-
bigliamento donnesco.
BAD 32 BAG
BADlRffiULA (VESS IN). Essere soc-
chiuso. V. Amba.
BAFF (NO Di NE BIFF NE). Non far
uè motto, riè totto; non zittire,
star cheto.
BAFFI. Baffi— Tira su ì baffi., fig.
V. Bar bis {Tira su i)— Vun cònt
i barbis. V. Barbellato.
BAGA- Otre — Ventre, Pancia.
BAGAGG. Bagaglio.
BAGAGGELL. Botto , Bodacchino
(Rana bombina): rettile anfibio.
11 crèpaud pluvial dei Francesi
— per nanna (giuoco). V.
BAGAGGELLA. V. Ranna san Peder.
BAGAGGÉRI. Bagagliume.
BAGAGGM- V. Bagaggell e Ranna
(giuoco). V.
BAGAJ, BAGAJA. Fanciullo, -la, Ra-
gazzo, -za — Deventà on bagaj,
Infanciullire — On facchinott
d'on bagaj, Un ragazzone — On
facchinott d' ona bagaj a J Una
mastiona, Una mastiotta.
BAGAJADA. Fanciullaggine — Ra-
gazzata — Bambinata — Fa di
bagaj ad , Far a1 bambini, alle
mammucce.
BAGAJARIA. V. Bardassarìa.
BAGAJOTT. Figliuolone.
BAGASCIA- Sbevazzare, Sbevac-
chiare.
BAGASGIADA. Sbevazzamelo.
BAGASCIONI. Bevo ne.
BAGATELLA. Bagattella, Chiappo-
leria, Bajuca: cosa che non ha
valore o poco — Bottello: ogni
breve lavoro di composizione
tipografica, che non formi pa-
gina intera e perciò sia da .es-
ser impresso con un solo botto.
BAGATT- Ciaba: per celia, il cia-
battino. Diciamo eaicìieBorgna—
Bagatto: il primo di tarocchi —
Scarta bagatt, fig. Far uno spro-
loquio: sfogarsi parlando a lun-
go — Dar sulla voce, Darla a
mosca cieca: dir in viso altrui
il fatto suo — Vuotar il sacco :
dir tutto ciò che si sa d'altri —
Scoprir gli altarini. V. Altarin.
BAGGER ( GIUGÀ AI). V. Legnett
{Gitigà ai).
BAGHER- Bàghero: specie di ca-
lessetto. La' voce è una corru-
zione del tedesco Wager.
BAGHET7. Otricello. Anche Man-
teghett.
BAGIÀo BASA. Bagiano. Voce colla
quale i Bergamaschi chiamano
noi Milanesi; come noi chiamia-
mo essi Bortolì «Avete veduto
quella bella bagiana (Lucia)
che c'è venuta?... L'epiteto
faceva passare il sostantivo
(Cap. xxxvin). » Perchè nel con-
tado rurale del Seprio fra l'Adda
e il Ticino, soggetto ai Milanesi,
si comprendeva pure la Bazana
verso il confine bergamasco, i
Bergamaschi ci danno il so-
prannome di bagìani. Anzi chia-
mano essi Basà tutta la pro-
vincia milanese. « Si marite-
rebbe lei a Milano ?: diss' io a
una giovane Capriatense. — Sul
Basà? domandò lei.
BAGIAN. Baggiano: uomo sciocco
e da nulla.
BAGIOTT. V. Basgiott.
BAGN. Bagno — Tinozza — a man,
Maniluvio — ai pèe o gamb, Pe-
diluvio — Fornel del bagn, For-
nello da tinozza o Tubo della
tinozza — Quell del bagn, Ba-
gnante — Mezz bagn ^ Mezzo
bagno — Bagn a on dit ecc.,
Bagnettino — Il liquore con cui
si bagna la parte lesa dicesi
Bagnolo — Tceu i bagn, Far i
bagni, la bagnatura.
BAGN- Bagno , Tinta: dei tintori
— de campusc ^ Tinta di cam-
peggio — frusta Bagno stracco
— guàa di guado — rosa^ di
robbia — scoeuden^ di scotano
— Bà l'ultem bagn^D&v l'ultimo
bagno, l'ultima mano: colorire.
BAGNA- Intinto, Sugo: la parte
umida delle vivande.
BAGNARCEU. Bagnaiuolo : chi serve
coloro che si bagnano.
BAGNAZUPP. V. Assa di zupp.
BAGNETTA (GIUGÀ A). Fare a ri-
piglino : giuoco detto cosi dal
ripigliare colla parte della ma-
no opposta alle palme i noc-
ciuoli o sassuoli o le monete
che si sono tirate in aria. Di-
cesi anche Giugà a pedinna o
ai ciappej.
BAGNIFFA. V. Bagna.
BAG 33 BAJ
BAGNMARIA- Bagnomaria: scaldar
che che sia , tenendo il vaso
immerso nell'acqua — Tira dent
vun a bagnmaria, fig. Pigliar
uno in mezzo: ingannarlo de-
stramente — Fà a bagnmaria^
fig. Far destramente che che
sia.
BAGNÒ. Manovale della cola (ba-
gnoeuj.
BAGNGSU. Cola: grosso telajo qua-
drangolare, bislungo, di legno,
a rete di fil di ferro (ramadin-
na) per farvi passare la cal-
cina, onde separarne pietruzze,
o altra mondiglia. Dicono anche
Colett — per Bagnò, V.
BAGNUSCÉRI Fracidume.
BAGNUSCIÀ Bagnucchiare.
BAGOGGIA Tasca.
BAGOLA Pecorino, Pecorina : ster-
co di pecora — Pillàcola: ca-
cherelli delle capre e delle pe-
core, che restan loro attaccati
al pelo delle natiche.
BAGOLA- Fandonia, Fiaba, Baja.
BAGOLA (FA LA). Far il granello,
la granigione: il granire dellino.
BAGOLA. Scacazzare: delle peco-
re, ecc.
BAGOLA. Battere la borra: tremar
dal freddo.
BAGOLA. Sballare: raccontar fan-
donie.
BAGOLADA- Sballata, Sballatura.
BAG0L0N,BAG0LISTA- Sballone: che
le dice grosse, sbardellate —
Gridatore: chi schiammazzando
grida per le vie a vendere frot-
tole di giornali, o simili — Ab-
bondone: chi fa la frangia a
tutto, sia per fine indiretto, sia
pur per prurito di esagerare.
BAGOLÒN DEL LUSTER- Cantoniere:
chi sta su pei canti o per le
piazze a spacciar frottole (bà-
gol), unguenti , e simili — Ciar-
livendolo: venditore di ciarle,
uomo che vive dello spacciar
ciarle e fandonie (bàgolj. Que-
sto bagolòn del luster è di re-
cente conio , e si dice di questi
cotali che smaniano (bològnen)
ai gonzi ceretta (luster) da scar-
pe, e altro su per le piazze o ai
canti delle vie, schiammazzan-
Banfi, Voc.
do, gridando — Campanaccio :
fig. di cicalone che mai non fi-
nisce di dire.
BAGÒN. Beone, Trincone.
BAGORDI. Crapula.
BAGÒTTERA- Cocciuola: piccolis-
sima enfiatura cagionata per lo
più da morsicature da zanzare,
e simili.
BAI. Badile , Pala di ferro, Pala
bresciana, Bresciana: arnese di
ferro, con manico di legno, che
serve a cavar fossati e levar
dalle stalle il tritume del con-
cio, a prender rena, e simili,
per caricarne corbelli, carret-
te, ecc. Parti: cassa, Orecc,
Ponta — Baloss de bai V. — Fa-
sti col bai, Spalare.
BAI DE FffiUGH. Pala di ferro:
quella che usano i fornaciai per
raccorne la brage nella for-
nace.
BAI DE PRÀA. Badile da prato : ha
la pala assai larga.
BÀITA- Baita, Capanno : capanna
da montanari, e speciaLmente
da carbonari montanini — Ca-
sotto: specie di capanno fab-
bricato con un muro a secco
(rnur a secch) nei paduli e nei
laghi, superiormente scoperto
ed alto tanto da giugnere al
collo del cacciatore che vede
bene senza esser visto , e libe-
ramente può tirare contro i ger-
mani (germanott, ecc.), e simili
uccelli — Botte: specie di ca-
panni, che negli stagni pongonsi
in terra sfondate da un lato, e
in tal maniera interrate che il
margine della parte senza fonda
rimane poco superiore allivello
dell' acqua ; il cacciatore eh' è
nascosto dentro esse dà la cac-
cia agli uccelli — Giaciglio:
quel letticciuolo in cui dormono
i braccianti (famej) nelle stalle
delle nostre mandrie — per Car-
bonièra, spiazzoeu o Carbonin,*V.
— per Cimbarda e Gabanna, V.
BAJ Bajo : del color pendente al
rosso dei cavalli e dei muli.
BAJA- Baja, Burla— Giugà de ba-
ja, Far di nulla, Non far di
buono.
3
BAJ
34 BAL
BAJÀ. Abbajare — Latrare — fig.
Gridare, Schiamazzare — adrée
a vun, Sgridarlo.
BAJ AD A. Sgridata.
BAJ AFFA. Anfanare: affoltar pa-
role senza venir a una conclu-
sione — Appaltare: ammazzar
con parole.
BAJAFFADA. Affollata : discorso
soverchio, precipitato, confuso.
BAJAFFÉE, BAJAFFON. Appaltone,
Chiassone — Millantatore.
BAJETTA- Bajetta: sorta di panno
leggiero con pelo accotonato.
BAJETTON- Bajettone: specie di
sottigliume di lana.
BÀJLA. Balia, Nutrice — Madre
del rilevato (bajlottell) — Tira
a cà on flceu de bajla, Ripren-
dere o Levare un bimbo dalla
balia — Baila succia, Balia che
non ha o non ha più latte.
SAJLÌ. Balire — per Latta, V
BAJLIDURA. Baliatico : la mercede
che si dà alla balia — Allattai
mento.
BAJLOTT. Balio — Padre del rile-
vato (bajlottell).
BAJLOTTA. Baliona.
BAJLOTTELL Rilevato, Allievo: il
bimbo ch'è allattato dalla balia.
BAJON. V. Bajaffon.
BAJONETT. Gangheri: due pezzetti
di ferro o d1 altro metallo , cia-
scuno piegato in mezzo a guisa
di un anello, che inanellati in-
sieme servono per congiungere
i coperchj delle casse e degli
armarj, e simili arnesi, che so-
pra essi si volgono.
BAJONETTA. Baionetta — Avegh i
bajonett ai fianch, o sotti bajo-
nett, fig. Aver la picchierella:
avere una fame che la si vede
— Mett baionetta in canna, in-
nestare la baionetta — Parti:
Manegh, Fassetta, Tonta, FU ,
Lama.
BAJRA. Pala di ferro: specie di
badile largo e che ha il lato
che scava riquadrato.
BAJRADA. Palata: tanta roba quan-
ta cape sul badile (bai), sulla
pala di ferro — Colpo di pala di
ferro (bajra) o di badile (bai)-,
BAJRESSA. Palona: specie di ba-
dile ( bai) , larga assai e riqua-
drata.
BAJRETTA- Paletta: specie di pic-
colo badile che usano i nostri
ortolani.
BAJRON. Cucchiaia: specie di pala
(bajra) ricurva, con orlo a cas-
setta da tre lati, e impiantata
in. un manico di legno un po' e-
lastico e lungo oltre sei metri,
di cui si fa uso per scavare
sabbia nelle cave di sabbione
e nei fiumi, e anche per cavar
fango, ghiaja (gèra). ecc.
BAJRÓN- Arenajuolo, Renajuolo:
chi scava colla cucchiaja (baj-
ron) sabbia, fango e simili.
BALABIOTT. Gufo salvatico (Strix
aluco): uccello di rapina; dorso
cenerino con larghe fascie lon-
gitudinali, e delle traversali
strette e ondulate, nere; coda
rotondata; iride nera; abita
sempre i boschi; nel giorno sta
nascosto tra rami; il verso che
fa dicesi bubbolare. Dicesi an-
che: Lorocch, Orócch , Orlócch.
BALABIOTT. Bruco della vite (Cur-
culio bacchus): insetto azzurri-
no. Dicono anche Borsa, cure,
Malbiàs , Malbecch — fig. Fi-
schione : di persona senza de-
naro e guitta — per Badèe, v.
BALANDRA. Voltafaccia: manca-
tor di parola.
BALANDRAN. Palandrano — fig.
Badèe, V.
BALAMSlé. V. Bilancier.
BALANZA. Bilancio, Equilibrio.
BALANZA- Bilancia. Parti: Asta,
Giùdes , Forcella del pollez ,
Squell, Segn.
BALANZA- Bilancia: pezzo di le-
gname fermato sul timone delle
carrozze, sostenuto da due pun-
toncini di ferro, a cui sono rac-
comandati i bilancini (balan-
zitt). Parti : Camber_, Giongorin^
Fonsg de fer Tirant Pontej
di tirant.
BALANZA. Bilancia : rete quadrata
da pescare, la cui corda che la
regge chiamano Sferzina — Di-
cono anche Casciafond.
BALANZIN. Bilancino , Bilancetta
— de Vor^ Bilancette : quelle che
BAL 35 BAL
tengonsi in una cassettina di
legno, insieme con minuti pesi,
onde pesare le monete d'oro, e
anche le gemme —Bilancia del-
l'orafo o dell'oro: piccola bi-
lancia con cui si pesano minu-
terie d'oro e d'argento, gemme,
perle, e simili, e anche monete
d'oro. Dicono anche Somella.
BALANZIN- Bilancino: ognuna di
quelle traverse per lo piùtonde,
alle quali sono attaccate le ti-
relle delle carrozze — Vessvun
a stanga e l'alter a balanzin^
Esser macchiato d'una stessa
pece: aver i medesimi difetti o
colpe.
BALANZIN per BilancierJ V.
BALANZIN DE CÉPOL. V. Casson.
BALANZINÉE. Bilancialo.
BALAUSTE!*. Balaustro.
BALAUSTRA. Balaustrata.
BALB Barbio (Cyprinus barbio):
pesce d'acqua dolce; due bar-
bette al naso e due agli angoli
della bocca, carne per lo più
grossolana e insipida ; teme il
freddo e il caldo. Barbaja^
chiamano la rete da pescare i
barbi.
BALCÀ. Spiovere.
BALDUCCHIN- Balducchino — del
lettJ Sopraccielo del letto.
BALÉE, BALISTA. V. Bagolon.
BALENNA (BACCHETT DE). Stecche
di balena — I al de balenna^ Le
barbe di balena — Oss debalen-
na Ossi di balena — Stecch de
balenna^ Stecchette di balena.
BALENNA (VESS IN CÀ). Balenare:
FiG. quell'ondeggiare che fa chi
non si può sostener in piede per
ebrezza massimamente. Quel ba-
lenna viene forse da baleno.
Ora diciamo Vess in gajinna.
BALENZA. V. Scocca (Dóndolo).
BALESTRA. Balestra: Tassicina in-
canalata nel vantaggio (avan-
tagg) del compositore {composi-
tori dei caratteri.
BALESTRERÀ. Feritoja , Archibu-
siera: apertura alta e stretta
nei muri, per trarre archibusate,
applicabile anche a cannoni,
balestre, ecc.
BALETTA. Pallina: piccola palla
— Girella: specie di ruota di le-
gno o di metallo, imperniata gi-
revolmente nella staffa di fer-
ro, e sulla cui periferia è inca-
vata la gola per allogarvi la
fune, con la quale tiran robe
per lo più dal basso in alto —
Pallino: spinetta con un cape-
rozzolo sagomato d'osso o di
metallo che si usa a mo' di bot-
tone nelle carrozze, ecc., per
maniglia — Dado: cubetto di
ferro, di varia forma che ha in
sè un foro a madrevite, il quale,
invitato su chiavarde, spine, a-
guti a spira, ecc., serve a for-
marli. È diverso del salett — de
s' cìoppirceul J Bolla del vajuolo
salvatico — di cavèjj Ceretta o
Cera da capegii: mistura da
varie maniere con che si am-
morbidiscono i capelli — dì
scarpj, Ceretta o Cera da scarpe
o stivali : mistura nera con la
quale si lustrano i calzari di
pelle.
BALIN. Pallino : la palla bianca
minore delle palle (bili) con che
si fa al bigliardo, che dicesi
anche casin — Mett el balin o
casin j, Acchitare il pallino
Pallino, Lecco, Grillo: la minor
palla del giuoco alle bocce
(bogg) , detta anche Boggin
Andà a balin j Accostarsi al
lecco — FiG. Andar in fumo:
svanire — Avè balin in nian^
fig. Aver la palla in mano: aver
in sua potestà che che sia —
Ciappà o Tocca balin,, fig. At-
taccare un mercato: rumoreg-
giar cicalando. V. in Balla —
— Mira : segno stabile nella
parte superiore della canna
del fucile , presso la bocca, nel
quale si fìssa 1' occhio per ag-
giustare il colpo — Mira: nei
fucili a due canne, è nel nastrino
fra l'una e l'altra canna, e ser-
ve per amendue, stante la con-
vergenza dei due assi — Mira:
quella semplice curvatura, sulla
culatta della canna, a modo di
canale per raccogliere e mirare
il raggio visuale — de s'cìopPj
Pallini.
BAL 36 BAL
BALIN. Saccone: letto dei prigio-
nieri — Canile : cattivo letto —
Balletta : piccola balla di merci
— per Tombon de gaietta V.
BALL. Ballo — maschè ^ Ballo in
maschera — butfJ buffo — seri.,
serio, ecc.
BALLA- Palla, Globo, Sfera, Mela —
Fa-su in d'una balla _, Appal-
lottolare.
BALLA- Palla — Cìappà la balla
al foolJ fig. Cogliere la palla
al volo — Intender le cose
per aria — Giugà a la balla ^
Fare o Giuocare alla palla —
Dà de botta a la balla^ Dar
di colta alla palla o Rimet-
tere o Dare la palla di posta:
batterla prima che balzi inter-
ra — fig. intender a mezz'aria:
da pochi indizi o parole — Falla
longa o curta la balla j Mandar
la palla lungo o corto: man-
darla troppo lontana o troppo
vicina — Cor sott a la balla ^
Andare alla palla — Dagh a la
balla,, Dare alla palla o Battere
la palla — Falla la balla,, Far
fallo o Fallire la palla — Lassa
minga el temp de dà a la ballaJ
Rompere il tempo — Impedì de
fa el giceugh de la balla j Rom-
per la palla — Mett su la ballaJ
Mandare la palla — Giugà a la
balla in sbiesSj Trinciare la
palla — Dà con la man roversa
a la balla Far un rovescione,
o rovescio, a manrovescio —
Rimett la balla Rimetter la
palla: ripercuoterla o di posta
{de botta) o di balzo (sbalz),
quando l'avversario le ha dato
•— Y. Battuda^ Rimessa^ Sbalot-
tà j Campis e Campanini Rac-
chetta J TamborellJ Balon. Il
luogo da giuocare alla palla
dicesi pallajo — Chi è bravo a
giuocare alla palla dicesi pal-
lerino — Pallottolajo chiamano
il tettino su cui il mandatore
deve far balzare la palla, e an-
che il luogo ove si fa un tal
giuoco — Vess de balla^ Fig. Es-
ser di balla: d'accordo — BallaJ
per Ciocca,, V.
BALLA. Palla. Edilìzio composto
di alcuni pilastri sostenenti un
largo tettaccio soverchiato da
una palla [balla). Sotto questo
portico tenevasi tre volte per
settimana il mercato del cacio,
dei polli, del burro, dell'olio,
ed erano occupati in esso molti
facchini, detti oggi pure Fac-
chini della balla. Ora il mercato
n'è alla piazza della Vetra; e la
via dov'era chiamata di S. Am-
brogio in solariole ( da certe
torre dette solai), poi di San-
t'Ambrogio alla Palla j dal 1859
è detta via di San Maurilio.
Così con incredibile vandali-
smo dai gran savi d'oggidì si
cancella ognimonumento di sto-
ria patria. — Andà in balla^ An-
dar al mercato del burro, ecc.:
dicono tuttora i nostri bottegai,
sebbene vadano alla Vetra, e
prima andavano al così detto
Cassinott de l'Ospedàaj v.
BALLA. Palla: pezzo di piallacela
(terra de vas) alquanto roton-
dato colle mani che corrisponde
alla grandezza del vaso che il
vasellaio (piattèe) vuol fare;
essa vien posta sul tagliere
(lajèe) della ruota (rosuda), an-
nesso al banco (bandi) — Quella
pallottola d'oro o d'argento, ec.
che si ricava dalla calce o da-
gli ori di cornici macinati e
depurati per forza di mercurio
— La parte più dnra che gli
scarpellini trovano in alcune
pietre come il nocchio (noeud)
nel fusto degli alberi.
BALLA- Panzana, Fandonia — Ca-
scia ball o Pettà, Dar panzane,
baggiane — Dà la balla, Sojare,
Dar la soja — Taccà ball, Ap-
piccar l'arpione: innamorarsi
— Taccà balla , Attaccar 1' am-
polletta: entrare in un ragiona-
mento e non lo finir mai — Rom-
pere lo scilinguagnolo (el pez-
zozu), Mettere la lingua o ilbecco
in molle: cominciare a parlare.
BALLA- V. Boggia, sig. 2.
BALLA per Biglia, V.
BALLA. Stoppaccio, Stoppacciuolo:
battuffolo di stoppa che mettono
i fanciulli nei loro schizzetti.
BAL
37
BAL
BALLA. I lavoratori del cacio gra-
none chiamano cosi quel pò di
caglio (cagg), appallottolato [fàa
sù in balla) che tengono in serbo
(a quei modo che si fa del lie-
vito {levàa) pel pane) come nor-
ma della dose da impiegarsene
ogni volta che ne fabbricano
una forma, però coi dovuti ri-
guardi di svario che la quan-
tità e la condizione del latte
viene di volta in volta esigen-
do — Perd la balla,, fig. Dicesi
di quel burrajo {casèe) che smar-
risce il buon ordine del fare il
cacio.
BALLA. Ballare — Danzare — Ca-
rolare, V. Pass — Balla beli. Di-
cesi per celia d'una danzatrice
che balli poco bene, ma sia ap-
plaudita per la sua avvenenza
— Essere in campo, in mezzo,
in ballo: di persona, arnese,
roba, argomento che sia sempre
tirato, a così dire, per i piedi —
Dondolare, Ballare, Tentennare,
Scrollare — Ballare : dicesi del
pericolare alcuna carta in certi
giochi, come dicalabrache, della
balocca, di tresette scopertole.
— Battere : parlando d'oscillare
di prezzi — La balla lì sui trej
tre e cinqu centesern., Ella batte
fra le tre lire, e le tre e cinque
centesimi — Piegare, Volgersi —
Vuj vedè come la ballaj Voglio
vedere come ella si volga, o
come pieghi.
BALLABONTEMP. Buontempone.
BALLA DE CANON, DE REVOLVER ,
DE PISTOLL, DE SCIOPP. Palla da
cannone, da rivolvero, da pi-
stola, da fucile o schioppo — Fa
doma de s'eiopp ^ fig. Far sole
caccole: essere stitico.
BALLA DE PIOMB. Piombajuola.
BALLA DE RAMAI. Nome del com-
plesso di quelle ciotole gregge
di rame che vengono dal ma-
glio {maj) accartocciate L1 una
su l'altra a mo' di cipolle, che
poscia si svolgono per lavo-
rarne gli utensili di varie gran-
dezze e forme. Parti: Bocca o
ZenaJ sponda Filett _, Fond o
cuu, Mader de fazura* Sottma-
deTj e talora BastardonJ Fioeulj
e talora Garb* Mader dedenter,
Orecc.
BALLA (PAGA LA). Lo stesso che
Sciavatta (Paga la).
BALLARIN- Ballerino — fig. Fra-
schettina — de corda j Ballerino
da corda, Funambolo.
BALLARINNA. Ballerina.
BALLARINNA per Bovarinna. V
BALLASCIÀ. Ballonzare — Ballon-
zolare — Ballonchiare.
BALLAVO. Cavalcavia fatto a bal-
latojo.
BALLOGRAFIA- Panzane — Bag-
giane,
BALLOGRAFO- V. Balie.
BALLETTA. Palletta — Pallina.
BALLCEURA per Bovarinna. V .
BALL MARSC- Quei di Melzo, di Li-
scate, di Settala, paesi del no-
stro contado ad est, e altri nei
dintorni chiamano cosi certi
globuli di ferro idrato pisolitico
che si veggono sparsi per le
loro campagne e sono affini al-
l'argilla ferruginosa {Ferretti.)
d'altre parti del Milanese.
BALL ROMANN- Questa locuzione
origina dalle scuole classiche,
nelle quali si imparano tutti
quei miracoli di valore , di
lealtà e slealtà, ecc., che si leg-
gono nella Storia Romana: mi-
racoli dei quali scrissero uo-
mini dottissimi, e che oggi, uno
strano pirronismo vorrebbe can-
cellare dall'immortalità.
BALOAR. Passacordone : spran-
ghetta d' ottone , presso la cui
estremità è un battente che
spinge lo spago , quando tra
esso e il cappello è introdotta
l'estremità assotigliata dell'ar-
nese, e questo è menato in arco
contro la fascia del cappello,
quando è posto sulla forma.
BALOCCA (GIUGÀ A LA). Far alla
balocca : si fa coi tarocchi in
due, in tre, in quattro ed anche
in sei. Somiglia al gioco di ca~
labrache colle carte da tresette.
BALOCCH. Balordo, Balocco.
BALOCCH. Arenaria fragile che si
incontra nei massi di quella
pietra che si traggono dalle
BA.L
38
BAL
cave di Vigano; e talora vi è
commista colla Marsciura^ v.
BALCEUS. V. castegn a less.
BALON. Pallone — Giugà elbalonj
Fare al pallone — Bagh al ba-
lonj Buttare il pallone o Dare
al pallone — Bagh de botta J
Dargli di posta o di colta, o Ri-
mettere il pallone di posta —
Ciappall al voL Coglierlo al volo
— Fall longh o curt^ Mandarlo
lungo o curto — Cor sott al
balorij, Andar al pallone — Falla
el ballon^ Fallire o Far fallo —
Lassà minga el temp de dà al
balorij Rompere il tempo — Im-
pedì de fa el giceugJ Rompere il
pallone — Mett-su el balon., Man-
dar il pallone — Giugà in sMessJ
Trinciare il pallone — Dagh el
brazzal a la roversaJ Far un
rovescione — Rimett el baione
Rimettere il pallone — Gioeugh
del balon ^ Pallottolajo — v.
Balonàro Battuda_, Rimessa,,
Sballotà CampiSj Campanini
Spalla,, Cordino Mezzine DamaJ
VoladaJ siringa,, Br azzai e Cac-
cia J Balonatt '_, Balla Mandar 'in _,
Battidor^ Vada.
BALON. Storta: vaso per lo più
di vetro , fatto a foggia di bot-
tiglia ricurvata in sè stessa per
la lunghezza del collo; se ne
servono gli orefici, ecc.
BALON. Ballone: quello di fìl di
ferro e di bambagia che bru-
ciasi in chiesa in certe solen-
nità — Pallone diretto o volan-
te: quello che pieno d'un fluvido
più leggiero dell'aria s' innalza
nell'atmosfera. Andreani Paolo,
a Moncucco , sulla strada ber-
gamasca, nel 1788, ardi primo in
Italia avventurarsi ad un volo
aerostatico. Lanternone, Rifì-
colona , Fanale di foglio : pal-
lone di carta con entro can-
dela o moccolo acceso di cui
si fa uso nelle luminarie —
V. Trasparente Balonìn.
BALON. Rilievo, Rilevo: quello che
avanza alla mensa e che tocca
al servitorame.
BALON per Coreghi sig. 4 V.
BALONARO. Palloniere, Pallonaio;
colui che gonfia i palloni da
giuoco.
BALONATT. Pallonaio: chi fa e
vende palloni di giuocare.
BALONIN. Palloncino.
BALONIN. Pallonciero , Palloneie-
re : nome di certi piccoli reci-
pienti di foglio per lo più colo-
rito, accomodati in guisa da
tenervi entro il lume e che si
adoperano in occasioni di pub-
bliche luminarie.
BALONISTA. Areonàuta: chi si in-
nalza con palloni diretti nell'a-
ria — per Bagolone V.
BALORDA- V. Balordon.
BALORDINNA. Balordaggine.
BALORDON. Capogiro, Vertigine,
Giramento : offuscamento di cer-
vello , che ne dà a stimare che
ogni cosa balli — Capistorno,
Capogatto, Vertigine : morbo per
lo più insanabile per cui certe
bestie, assalitene, girano sem-
pre dalmedesimo lato, e talvolta
invece camminano stupide per
diritto, oppur colla testa alta,
ma vacillano sulle gambe e pare
vogliano trottare.
BALORDON. Spranghetta : dolore
alla testa cagionato dal troppo
ber vino — Vegh el balordon*
Essere spranghettato.
BALORES. V. Vacchetta sig. 5.
BALOSS- Rompicollo , Furfante —
Ciaccherino: scapestrato — Ba-
loss fàa e finii e Birbante nato
e sputato o finito — Avegh del
balosSe Puzzar del birbone —
Faccia de balosSe Ceffo di tristo.
BALOSS. Ossa, Ossi (per celia) —
per Balossittj, v.
BALOSSADA. Bricconata.
BALOSSADELLA. Tiro da traforello.
BALOSSAJA. Canaglia — A toeulla
cont la balossaja V è on cattiv
fàj Con la canaglia è un cattivo
pigliarsi.
BALOSS DE BAI, o BADILA o BAÌRA.
Palajuolo, Spalatore: chi fa la-
vori colla pala di ferro {bajra)
o col badile {bai) a giornata.
BALOSSITT- Ossicini, Osserelli, Os-
setti — Vivanda d'ossicini: di
porco, di vitello, ecc.
BALOSSON. Tocco di briccone.
BAL 39 BAN
BALOTT- Ballone: grossa balla di
lana, e simile.
BALOTTA. Barbogio: di vecchio
che non ha più intero ildiscorso
— Deventà balottaJ Imbarbogire
— Vess balotta^ Rimbarbogire.
BALOTTÀ. Abballottolare : mandar
a partita , a voti — per celia,
Abballottolare: forbottare alcu-
no , o piuttosto stuzzicarlo ,
scuoterlo : non picchiarlo. Di
leggiadro bimbo che tutti i cir-
costanti toccano, accarezza-
no, baciano, si dice ch'eè l'ab-
ballottano.
BALOTTÉRA. Bossolo: vasetto da
raccorre i partiti.
BALOTTÉRA. Pallottera: specie
di tanaglia, le cui bocche sono
due mezze sfere cave , nelle
quali si gettano le due palle da
fucile, e simili.
BALOTTIN. Bindolo : chi con rag-
giri tende a ingannare, a fro-
dare altrui — Cascamorto: di
vecchio galante — per Ballin^
sign. 2.
BALSAMIN. Erba S. Giovanni, Cac-
ciadiavoli, Perico, Pilatro, Per-
forata (Hypericum perforatimi);
erba perenne; fiori con tre pi-
stilli; foglie bislunghe ottuse
con punti trasparenti, come se
fosser forati da spilli, ed in cui
si contiene un olio volatile ; fiori
a pannocchia (loeuva); odore a-
romatico; fa al margine de' bo-
schi, campi, prati. Anche, Erba
balsarninna.
BALSEM. Balsamo.
BALTRESCA. Altana : loggia aperta
sopra il tetto di una casa o al-
trove. La nostra voce trae da
Bertesca. V. Spazzacà.
BALTROCCA. Ciana, Cimbraccola,
Cecca, Struccia, Trusiana: don-
na volgare e spregevole.
BALTROCCA- Treccolare.
BALTROCCADA Cianata.
BALTROCCARÌA. Cianume.
BALZA- Pastoja: fune che mettesi
a pie delle bestie da cavalca-
re, perchè apprendano V ambio
{contrapass), e non possano
camminare a loro talento.
BALZAMIN, BALZEMIN, BARZEMIN.
Marzomino , Marzemino : specie
d'uva nera, di buccia grossa,
col grappolo spargolo ; dà vino
generoso e assai colorito.
BALZAN. Balzano: stravagante —
V. Mantell.
BALZANETTA. Nastro di filo: si fa
uso principalmente per rinforzo
agli abiti.
BALZANNA. Pedana, Orlo finto,
Rimbocco finto : lista di roba che
si cuce giro giro da piede e
dentro al vestito da donna o
alla sottana dei piedi per rin-
forzo o altro — cont la balzanna^
Balzano: di cavallo chehaipiè
segnati di bianco.
BALZETTA. Calza: strisciolina di-
panno di un determinato colo-
re, che si cuce attorno a una
delle gambe dei polli vaganti,
per distinguerli da altri o im-
pedir loro il volare.
BAMBANÀ- Sballare : raccontar
fandonie.
BAMBANN- Panzane, Baggiane.
BAMBÙ. Bambù (Bambusa arundi-
nacea): specie di pianta che fa
nel mezzo delle montagne del-
l'India, della sua canna si fab-
bricano mazze [boston) da ap-
poggio — Mazza di bambù.
BANASTA. Canestrone dello zuc-
chero: presso i droghieri. Voce
spagnuola: banasta.
BANCA- Panca. Parti: Schenal^
Garnb ^ Sedil — imbottida im-
bottita — Pann de quatta la
bancaj, Pancale— de gesa_, Pan-
ca di chiesa. Parti: Schenalj,
Parapetti Brella_, Sedila Garnb.
BANCA. Bottega a vento, o postic-
cia: specie di bottega postic-
cia, apprestata di giorno all'a-
ria libera.
BANCA Banca, Banco: in com-
mercio, stabilimento destinato
a ricevere in deposito l'oro dei
particolari, e ad imprestar ca-
pitali al lavoro, ecc. Il banco
di Venezia fu il più antico del-
l'Europa; durò dal 1171 al 1797.
BANCÀA. Palàncola: quel pancone
sul quale si passa per isbarcare
e imbarcare che che sia— Sca-
lo: quella coppia di travi sulle
BAN 40 BAN
quali voltolano botti, balle, ecc.,
o si fanno salire o discendere
da una barca pietre, marmi, ecc.
Travi di rovere che nelle cave
di pietra si sottopongono ai
massi per lavorarli, smuoverli,
aggirarli — Trasto : tavola nelle
barche su cui siedono i remi-
ganti a vogare — di granèe J
Palàncola de' granai. È un lungo
pancone, avente a volta inchio-
dati dei traversini, sai quali,
posti a mo' di scalini, salgono i
facchini o altri per versare sul
mucchio il grano o altro.
BANCÀA, BANCH, BANCAL BEL TOR-
NO. Banco: grossa e soda ta-
vola quadrilunga, sulla quale
son fermate le parti del tornio
(torno).
BAN CAB A- Pancata.
BANCAL. Cassapanca.
BANCAROTTA. Abbacchio , Banco
rotto, Bancarotta, o Banco fal-
lito: bottega a vento (banca) o
no, o carretta, dove si vendono
per prezzo rotto le cose, essen-
done il più delle volte fallito il
padrone. In Firenze a un ban-
chiere fallito si rompeva il ban-
co, onde bancorottoJ ove traffi-
cava il danaro. Tra noi alla
Piazza dei Mercanti , ov1 era
l'uffizio dei Panigarola, vi ave-
va una rozza pietra su cui e-
rano posti i mercanti, che rom-
pessero ilbanco, cioè fallissero,
a sedere nudo ; il che diceasi
acculacciar la pietra — vend a
bancarotta,, Far un abbacchio,
Abbacchiare, Bacchettare : ven-
dere a prezzo vilissimo.
BANCH- Banco — de scola,, Banco
da scuola. Parti : LettorinJ Pian^
Schenalj Bus di carimàaj Brel-
la — di macellar ij v. Sciocch —
del torno j v. Bancàa — de pe-
ruchèe^w. Banchett — de legna-
mèe j Banco. Parti: Carelli
Gioeugh — de oreves J Banco.
FSirtì:BrascJPondabrascJstocchJ
PellJ Cassettera — di coppJ Ban-
co — per i post J Banco : tavo-
lone posto in piano sul suolo, e
serve di base a tutta la sop-
pressa [torc a soppressa) delle
cartiere — di pellattèe^ Banco
— stend i peli sul banch Ab-
bancare le pelli, Fare l'abban-
c atura.
BANCHÉR. Banchiere : chi tien
banco per prestar danaro, dar
lettere di credito su altre piaz-
ze, per far cambiali, ecc. — Nei
giuochi, chi fa contro tutti —
Giovine di banco, Ministro: chi
tiene il banco nelle botteghe o
nei fondachi — Fà el banchèr^
Stare a banco — Tenere il ban-
co: in certi giuochi.
BANCHETT. Panchetto — de calzo-
làrJ Deschetto — de peruchée^
Telajo, Telaino. Parti: Busse-
rottJ canellaj Colognett.
BANCHETTA. Banchetta — de me-
don o de preja^ Muricciuolo —
del cor J Manganella — de co-
linnaJ V. contra.
BANCHETTINNA. Panchettina —
Assereno: tavola, pertica, o al-
tro fermato di fuori ai muro
della colombaja ( colombèra),
e sulla quale i colombi (puvion)
si posano o per ispollinarsi
(spollinass) o per star non lon-
tano dal compagno che stia al
di dentro covando.
BANCHIN. Muricciuolo: banchetto
a vento di libri per lo più usati.
BANCHINATT. Muricciuolajo , Li-
braino.
BANCHINN. Traverse: travicelli
che si inchiodano orizzontal-
mente di abetella in abetella
(antenn), onde assodarle fra
loro e assicurare i ponti delle
fabbriche.
BANCH FALIKGIDGÀ A)Fare abanco
fallito, istituito un capo a vi-
cenda il quale tiene il banco*
egli mescola le carte , e ne fa
tanti monti quanti sono i gio-
catori; questi pongono sopra
qual monte piace loro quanta
moneta vogliono (il che dicono
caricarli) lasciando un monte
scarico al capo. Ciò fatto, que-
sti alza il suo monte, ne mostra
la carta che toccava la tavola
e la confronta colla consimile
carta di tutti gli altri monti, e
di quel monte, che Tha minore,
BAN 41 BAN
o simile la propria, trae a sè i
denari, e a quello che r ha su-
periore compensa la posta ; e
così continua finché non viene
a perdere con tutti i giuocato-
ri, nel qual caso dichiara il
Banco fallito. Così si giuoca tra
noi. Il Biscioni nelle note alle
Kime del Fagiuoli, VI, 50, ne
parla. Anche dicono Giugàt ai
erbett o ai mazzitt.
BANCH FALII (GIUGÀ A). Giuocare
a banco fallito, Nel giuoco a
chiamare e alzare (passetta) si-
gnifica continuare a giuocare,
benché non vi sia più denari in
banco.
BANCON. Bancone — Pancone:
nome di quelle assi, sulle quali
salgono alla fornace i fornaciaj
per introdurvi i materiali da
cuocere.
BANDA. Banda — fig. Povertà ,
Miseria — A guardagli ai pagn
el par in la banda ^ Al vestito
mostra d' aver molta fìaccona,
o d'esser molto fiaccato: in mi-
seria — Vess in la banda^ Esser
nei cenci , Andar alla banda.
Forse i Toscani crearono que-
sto dettato dalla nave , che
quando dà alla banda, è in pro-
cinto di perdersi. E noi? — Es-
ser bue: di chi non sa nulla di
nulla, o non sa per tardità d'in-
gegno approfittare delle cogni-
zioni acquistate.
BANDA. Banda, Parte, Lato — Ve-
gnì minga in banda,, Non la-
sciarsi vedere — per Folla, V.
— Lista, Fascia, Banda, Striscia.
BÀNDER. Bandolo: capo della ma-
tassa (ascia), onde s'incomincia
a dipanarla (a falla giò). V. A-
scia.
BANDERA- Bandiera. Parti: Man-
scettJ Baston^ Banda — de mar
Vessillo — Fa banderaj Colpire
nel punto in bianco, o nel punto
di mira : mandar la palla del fu-
cile o altro proprio in mezzo al
punto nero del bersaglio , sì
che talora, scattando una mol-
la , balzi in aria una bandiera
— Far la bandiera: de' sarti
che rubano della stoffa nel ta-
gliare i vestiti — Volta bande-
ra„ fig. Voltar bandiera o ca-
sacca: cambiar sentimento —
Giugà a banderaJ Fare a ban-
diera: sorta di giuoco fanciul-
lesco , che somiglia molto a
queir altro detto Far alle bar-
riere (Giugà a bara) — Quell che
fa i banderJ Bandieraio.
BANDERA. Ventaruola di foglio.
Quella che tra noi i bambini e
i buontemponi riportano dalla
sagra di San Cristoforo, e da
altre — Bandierina: quella a
color rosso o altrimenti che la
guardia lungo le strade ferrate
mostra a mano per dar segnale
al conduttore del convoglio che
sta per passare , affinchè que-
gli sappia se può tirar innanzi,
ovvero se ha da rallentare il
moto, o anche da arrestarlo in-
teramente.
BANDERAL. Alfiere, Banderajo,
BANDERINNA. Pennoncello, Ban-
deruolina: quel po' di drappo
attaccato alle lance militari, o
alle bacchette dei ginnasti.
BANDERffiULA. Bandierina — de
tollaj, Ventaruola, Banderuola:
gran foglio di latta (folla) o
di lamiera, uno dei cui lati è
incartocciato in forma di tubo,
entro cui s'infila un'asta roton-
da di ferro, la quale si pianta
verticalmente sui comignoli (col-
megn) delle case, in cima ai
campanili, ecc. , affinchè col
suo volgersi a tutti i venti , ne
indichi la direzione — fig. Di-
cesi di persona leggiera, volu-
bile, incostante.
BANDINNA. Bandinella: quella tela
con cui 1 pannaiuoli involgono
le pezze di panno.
BANDIRCEU. Pesciolino persico
(Perca fluviatilis). Così chia-
mato forse perchè altre volte
vi era bandita, ossia proibita
la pesca.
BANDISTA- Bandista: ognun che
compone la banda musicale — ■
per celia, Baco: chi è mal in
arnese, poverissimo.
BANDO, Cuffia o Berretta o Ber-
rettina da notte, Cuffìna da notte.
BAN
42
BAR
BINDOLERÀ (A). Pendolerà, Pen-
zoloni, Ciondoloni — Cont i òrasc
giò a bandolera^ Colle braccia
pendo Ioni — fig. Colle mani alla
cietola: di chi non fa nulla —
Vestii a bandolera^ Vestito che
brendola.
BANDÒN. Abbandono.
BANDONÀ. Abbandonare.
BAND-ORIA. Baldoria.
BANFÀ- Ansare. Dallo spagnuolo
Banfanear.
BANFADA. Anfamento.
BANNÓTTEN. Nota di banco, Ban-
conota.
BARA- Bara, Cataletto — Gran
carro a bara: carro di letto
lungo e stretto, con grandi e
forti ruote pel carreggio di pe-
santi carichi. Le strade fer-
rate e i piroscafi li fanno uscire
d'uso.
BARA (GIUGÀ A). Fare alle barrie-
re . Fare o Giuocare a poma
tocca, e con Dante, Giuocare al
pome «.. .sorrise ^ come al fan^\
dui sifach'è vinto al pome.»È\
giuoco fanciullesco, dove alcu-
ni ragazzi si pongono appog-
giati o a cantonate, o ad alberi
che siano attorno, e uno di essi
resta nel mezzo. Quegli che sono
agli alberi o alle cantonate cer-
cano di mutar posto senza la-
sciarsi pigliare da colui che è
nel mezzo aquesto effetto. Quan-
do a questo riesce di chiap-
pare uno degli altri, il preso vai
nel suo luogo, ecc. Tal giuoco
è antichissimo, e si trova ri-
cordato da Libanio nell'Orazio-
ne 27. « Si migrationes pactisì
susttclerimus^ et non licuent ai) \
his ad iV os transcurrere et al)
illis ad istosJ quali ludo exer-
centur pueri circa angitìos. >\
Frasi: A li vivi.', A li morti! j
BARA- Toccare. Dicono i fanciulli
quando riescono a toccare nel
giuoco della poma tocca uno
di loro nella furia del correre j
e rincorrere.
BARABBA- V. Baloss e Raoott —
Piazzuole, Strascino : ragazzone
sùdicio, sciamannato che perla
città si butta al birbone.
BARABBA' Buttarsi al birbone.
BARABBIN. Traforellino , Ciacche-
rin ■ — Fiero : di bambino vivo
e troppo ardito.
BARABBINA- Rubacuori — Fiera:
di bimba viva e ardita troppo.
BARABBISMO. Fitta di birboni.
BARABBITT- Discoli, Traviati. Chia-
miamo così i fanciulli che per
incorreggibilità sono da sei a
tredici anni ammessi nell'Isti-
tuto della Pace in Milano, fon-
dato tra noi il 1841 dalsomasco
Marchiondi; visono ammaestrati
al mestiere del legnaiuolo, fab-
bro-ferrajo, calzolaio, sellajo,
sarto, ecc., e negli studj ele-
mentari.
BARABBOTT- Traforello. Ciacchero.
BARACAN Baraccane: specie di
stoffa fatta di peli di capra —
Pesce che trovasi nell'Adda,
presso Trezzo.
BARACCA. Baracca — fig. Qualsiasi
faccenda, impresa — Trabacca :
il coperchio dei barocci (volan-
ti'/}) — Canchero: arnese o stru-
mento qualsiasi sconquassato e
che non faccia al bisogno— per
Balandra e Baracchèe^ V.
BARACCA. Ire a zonzo, a girellone,
gironi , Smammolarsi — Gozzo-
vigliare, Far baccanella. Stare
in gozzoviglia , Stravizziare —
Stravizzare, Fare uno stravizzo.
BARACCADA- Stravizzo, Stravizio:
convito fra allegra brigata che
si dà buon tempo, mangiando
anche disordinatamente — Stra-
vizzo: convito fra colleghi per
istare allegramente e con qual-
che maggiore lautezza e libertà
del solito.
BARACCA DI MAGATTEJ- Castello o
Casotto da burattini, da gioco-
latori. I tempi serii dal 48 in qua
hanno privato il popolo di que-
sto divertimento educativo; tea-
tro chiamato pure Filostell.
BARACCHEE- Compagnone , Godi-
mondo, Gaudente,
BARACCHIN- Forzierino da posate.
BARACCHISI A. Bar acchiere. Barac-
calo — Burattino.
BARACCON. Baraccone: gran ba-
racca.
BAR
43
BAR
BARACCON. V. Baracchèe.
BARADÒR. V. Balottin.
BARAMAN. Appoggiatoci quella
parte del telajo da far calze che
s'impugna dal lavorante per far
avanzare e retrocedere lacag-
gide (gabbia) e mandare innanzi
il lavoro.
BARARIA. Baratteria — Giunteria.
BARATT. Baratto — Permuta.
BARATTA. Barattare, Far a barat-
to — Permutare — per Cambia
(danèe) V.
BARATTAMESTÉE- Scopamestieri i
quegli che comincia e cambia
in poco tempo varie arti o me-
stieri , non piacendogli i primi.
BARATTOZZ. Bazzarro — Fà di ba-
rattozz^ Bazzarrare.
BARAVAJ- Masserizziuola, Miscee,
Bazzecole, Bricciche, Bazzica-
ture, Ciarpe, Carabattole i cose-
relle di poco pregio — imbaraz-
zi: di banchi, casse, scatole di
cartone e simili, arnesi logori e
smessi che siano su solaj (sorèe).
BARBA. Barba, Zio — L'è forsi
robba del barba? O che è robba
di rubello?: si suol dire quando
altri malmena la tua roba —
fig. Oste.
BARBA. Barba — remissa, postic-
cia — strabnffada., arruffata —
Pezza de la barba,, Bavaglino —
Cadin de la barba J Bacile, Ca-
tino — V. BarbisJ Baffi,, Moschet-
ta,j MostaccJ sentilion, Sbarba-
teli J Neo Boeugg in barba —
Avegh de la barba ona notizia,,
fig. Aver la barba: la si sa da
un pezzo, è vecchia — Fàghela
if% barba a vunj Accoccarla ad
uno: fargli una beffa un po' ama-
ra — Non gli' è barba d' omm
the gite le poda fà_, Non gli croc-
chia il ferro — Rar de barbaj
Minuto di barba — Vegnx-su la
barbaJ Mettere la barba — Vess
in barba J fig. Riboccare: ver-
sarsi fuori per troppa pienezza
— Cavezza on freguj la barba,,
Dare un poco di riunita alla
barba.
BARBABICCH. Barba di becco o di
prete, Sassefrica, Salsefiica,
Scornabecco (Tragopogon pra-
tense): pianta bienne; calici
lunghi quanto i semiflosculi; fo-
glie intere; i polloni teneri e le
radici sono buone a maugiarsi.
Anche Basabiccìij Erbabicch.
BARBABICCH- Grullo: chi ha poco
sale in zucca — Deventà on bar-
babicchj Ringrullire.
BARBACAN-Barbacane: parte della
muraglia da basso , fatta a
scarpa per sicurezza e fortezza.
BARBACOSACCH. Color marrone.
BARBA DE LA MELGA. Barba o Ca-
pelliera della saggina.
BARBAGIAN. Mestolo: di persona
da nulla — Coss' el credi Che
siem tanti barbagiàn? Che cre-
de lei? Che si sia mestoli?
BARBAJ. Stipa, Pruname.
BARBAJADA. Bavarese : sorta di
bevuta eh' è un misto di fior
di latte e cioccolata, V. Bava-
resa.
BARBARITÀA. Barbarie.
BARBAROSS. Pettirosso , Pettiere
(Sylvia rubecola): uccello sil-
vano; superiormente olivastro;
coda troncata, cenerino-oliva-
stra; remigante (penna maestra)
seconda subeguale air ottava.
Anche lo diciamo Pettiross.
BARBÉE. Barbiere — Bottega de
barbèe,, Barbieria.
BÀRBEL. Farfalla — Fa el bàrbelj
Sfarfallare.
BÀRBEL. Punteruolo (Curculio gra-
narius) : insetto che divora tutta
la parte farinosa del grano. È
lungo una linea e mezzo all' in-
circa, con mezza linea di lar-
ghezza; color di paglia quando
depone la sua spoglia di crisa-
lide (bordocch) ; bruno e nero
invecchiando. V. cusetta J Già-
nin^ Cagnonj Fratin^ Gianna^
Zaninj cusaj Cicis^ Can^ Ca-
gnosu.
BARBELÀ. Barberare: del fattore
(birlo) quando gira inuguale e
va a salti non unito.
BARBELLA Bargigli, Bargiglioni:
caruncule rosse compresse e
pendenti, attaccate sotto la ma-
scella inferiore dei polli — di
caverj V. Pendellin.
BARBELLA. Facciuola: di quei pez-
BAR
44 BAR
zetti di tela pendenti dal collare
(colarin) del prete a cui sono
attaccati.
BARBELLA. Rabbrividire, Rimbri-
vidire : tremar dal freddo — Vol-
teggiare: degli uccelli quando
son per calar nelle reti.
BARBELLAMENT. Brivido — Bri-
vidìo.
BARBELLATO. Baccalare, Barbas-
soro,Sopracciò — Professorone.
BARBELLATT. Bargigliuto : che ha
bargigli (barbell).
BÀRBER Barbero : nome di cavalli
destinati alla corsa del pallio,
di razza di Barberia. Chi li con-
duce è detto barberesco ; sono
stimolati al corso dalle perette
{caslegnceur)\ il luogo ond' essi
si muovon dicesi mosse; il pri-
mo loro moversi scappata ; il
luogo ove fermarsi ritirata.
BARBERIN. V. SprellaJ sig. 1.
BARBETT. Barboni: specie di ma-
lattia nel palato o sotto la lin-
gua del cavallo, la quale con-
siste in piccole escrescenze
lunghette e acute, che gli impe-
discono di mangiare.
BARBETTA. Barbetta, Barbuccia,
Barbuzza.
BARBETTA. Guaime: l'erba che ri-
mette dopo una tagliata, sia la
prima, o la seconda, o la terza
— per Biò-biòj V.
BARBETTA. Gangheggiare, Fare le
forbici : il torcere la bocca dei
cavalli per far traboccare rim-
boccatura. Anche dicono: Sguer-
cia la bocca.
BARBIN. Cane barbone ( Canis
acquaticus).
BARBINEL. Barboncino.
BARBINNA. Cagna barbona.
BARBINNA per Brocchett. V.
BARBIS. Barbigi (I) — Vegnì-sù i
barbiSj, Metter i barbigi — Ba-
sette (Le): quel velo di tenue
lanugine che mette sul labbro
superiore dell'uomo e talvolta
anche della donna — Antenne,
Corna (Le): quei due o più fili
cavi, mobili articolati che gli
insetti de' crostacei portano in
sulla testa a lato della bocca.
Anche diciamo Comi — Mostra
i barbis^ fig. Mostrare i denti,
Far testa — Tirà-sù i barbiSj fig.
Imporla alta, Alzar la cresta.
BARBIS. Cenciata: macchia che
resta altrui attorno alla bocca
e massime negli angoli di essa
per vino o altro bevuto o man-
giato, o d'inchiostro o altro
fatto sulla faccia — anche, Tene.
BARBIS. Fungo castagnuolo (Vit-
tadini).
BARBIS (I). Tedeschi (I).
Quand che vun l'è in sul succ e
l'è sbris
Gii' è nissun chele pò fà stremi.
Ponn vegnì i PerghettJ i Barbis*
I Franzes^ i Spagnoeu ponn
vegnì^
Che per lu no gh'è on crist che
l'inquietta
In virtù de la santa bolletta,
BARBISASC. Basettaccia.
BARBIS DE LA SGOA o DEL SCOVIN.
Chioma della scopa o della gra-
nata — del formentj Reste — di
roeus,, Barbe delle rose: fìnte —
de l'uga,, V. cavrioeu — di garo-
folj e simili. Pistilli — Stami —
del formentone V. Cavij del for-
menton.
BARBISIN. Basettino: minuta ba-
setta e chi l'ha — Baffino : mi-
nuti baffi e chi li ha.
BARBISIN. Cenciatina.
BARBISON. Basettone — Baffone —
Cenciata.
BARBOJÀ. Barbugliare.
BARBOJADA- Barbugliamento.
BARBON. Barbone: gran barba, e
chi la porta.
BARBOTTÀ. Borbottare.
BARBOTTADA. Borbottamento, Bor-
bottìo.
BARBOTTAFASCEU. Brontolone.
BARBOTTON. Lamentone.
BARBOZZ. Mento — V. Bceucc in
barba j Basletta Geppa„ Mo-
schetta — Dùu barbozz j, Pap-
pagorgia: quella ciccia che
pende altrui sotto il mento. An-
che diciamo CollannijPettera—
On pugn sott al barbozz * Un
sorgozzone.
BARBOZZÀA, BARBOZZAL. Barboz-
zale: catenella che va attaccata
BAR 45 BAR
all'occhio dritto del morso della
briglia, e si congiunge colram-
pino, ch'è all'occhio manco die-
tro alla barbozza [balletta) del
cavallo. V. Balletta, sig. 3.
BARCA. Barca. Parti: ArscionàaJ
coverta^ Arbuselh SternoJ Ster-
ni, Sternett^ Acquarceu^ CipellJ
BóTj Poncin Temm Scerscej
CippJ Cagn j Guarnacc j Pala j
TrimionJ Poppa J PonciaJ ca-
sottj, Veli,, Bancàaj, cagnceu —
Scorsa de barche Regata, Nau-
macchia — Trà-foeura V acqua
de la barca,, Aggottare l'acqua
dalla barca.
BARCA (GIUGÀ A LA). Fare alla bar-
ca. Giuoco, in parte, simile a
quello dell'oca (oca), nel quale,
chi coi dadi fa il numero sette,
vince la posta, onde diciamo
anche Giugà al sett in barchett
o a la barchetta.
BARCH- Barco: specie di stalla
aperta sui monti — Barco aper-
to: specie di stalla nelle nostre
pianure per le bestie bovine
nell' estate e in parte dell'au-
tunno.
BARCHETT. Barchetto — Navicello,
V. AnzannaJ NavirceUs Strada
anzanna_, Bardott — Arida al
barchettJ fig. Venir il tiro sec-
co: morire — Giugà al sett in
barchettj V. Barca (Giugà a la).
BARCHETTA. Barchetta — de bevJ
Bicchiere di cuojo — Giugà a
la barchetta^ v. Barca (Giugà
a la).
BARCHETTA. Carrozza a barca. Ha
la cassa (scocca) a quattro luo-
ghi; con fondo concavo, spor-
telli, fiancate anteriori, grem
biulino (scossalinna) mobile che
si rialza per iscoprireil sedere
anteriore, e alzato che si va a
dare entro la sbarra della serpe
(scerpa), servendo così d' ap-
poggiatolo a chi siede in car-
rozza da quella banda, è retta
sulle molle , ha basamento di
serpe (casson), ed è munito di
mezzo mantice (boffett) e del
ciliudro (borlon)a. mezzo tergo.
Ha il carro (car) a coda, a quat-
tro ruote e a mezza volta (ster-
za) o a gran volta, secondo la
specie della coda, cioè se di-
ritta o a collo d'oca.
BARCHETTON. Carrozzone a barca:
ha carro a coda e a quattro
ruote, che ha cassa (scocca) a
quattro luoghi, con fondo ovale
sull' andare del fondo semplice
d'una barca, e munita di mezzo
mantice (boffett) e grembiulino
(scossalinna).
BARCHIRffiU. Barcaiuolo, Barchet-
tinajo — Navalestro, Navichie-
ro, Navicellaio, Navicellonajo.
BARCON. Barcone — Navicellone.
BARDA. Bardamentare.
BARDADÙRA. Bardatura.
BARDANON. Farfaraccio , Farfe-
rùgine (Tussilago petrasites):
pianta perenne; nasce nei luo-
ghi freschi e lungo le fosse , o
nelle ripe nelle gore dei mulini;
produce le più grandi foglie che
conosciamo tra le piante no-
strali, sotto le quali si pongono
i pulcini in tempo di pioggia;
servono a rivoltare il burro e
le ricotte; le radici contengono
materia resinosa , sono amare
e pungenti. Anche dicesi Bar-
denna.
BARDASSA. Bambinaccio — Ragaz-
zone.
BARDASSADA. V. Bagajada.
BARDASSERÌA MENÙDRA. Fanciul-
laja, Ragazzame, Ragazzaglia.
BARDASSON- Bambinone.
BARDENNA- V. Bardanon.
BARÉE- Carrettoniere : che guida
il carro a bara (bara) Detto
pure Barisón.
BARELL- Carretto a bara.
BARELLA. Barella — Portà a ba~
rella^ Portare a barella: pren-
dere uno per le braccia e per
le gambe e così portarlo da
luogo a luogo.
BARESG- Baregge: specie di stoffa.
BARETTA- Berretta, Berretto — Ca-
schetto. Parti: Ala corensgin^
Foeudra — de indorador a fceugj,
Buffo — de scultor o simile, ca-
schetto di carta — a guss d'ceuv^
Berretto a guscio d' uovo — del
pecco col peccJ Berretto a luci-
gnoletto : è a più colori a delizia
BAR
46
BAR
de1 nostri contadini — deviagg_,
da viaggio — a la marinara,,
alla mannaia — del pappa^Ca,-
mauro — de pretJ da prete o a
tre spicchi — cava la Caretta,,
Far di berretto.
BARETTA. Rumine, Digrumale, Fa-
vo : il primo stomaco degli ani-
mali ruminanti, il quale, dopo
dopo aver alquanto ritenuto il
cibo leggermente masticato, lo
rimanda alla bocca per essere
rimasticato. I macellaj milanesi
10 chiamano così [baretta), dalla
sua forma; e i toscani, favoJ per-
chè la sua rete, o pelle intera,
è divisa in cellette come i favi
(carsenz) del miele.
BARETTA- Berretta: ciò che serve
a difendere l'innesto {insed) dal-
l'azione del sole, dei venti e
delle pioggie.
BARETTA (GIUGÀ A FO RESETTA). Fa
re a prestami la forbice. Anche
diciamo Giugà a foresetta o ai
quatter cantóri. Consiste nel gi-
rar che fa uno intorno agli al-
tri che1! circondano, fra i quali,
mentre girano esse pure intorno
a lui, egli procura di prender
posto, e preso che l'ha, quello
fra i primi che lo circondavano
che rimane fuor del cerchio , è
perdente, va in mezzo e rico-
mincia il giuoco.
BARETTADA- Sberrettata — Berret-
tata. i
BARETTA-E-CAPPELL. Cosi chiamia-
mo chi sotto al cappello porta
anche una berretta della quale
lascia cadere il lucignolo {el
pece) e il sommolo per di sotto
11 cappello stesso. Un avanzuc-
cio dei Bravi del Manzoni.
BARETTÉE Berrettaio.
BARGNIFF. Furbo assaettato — Ber-
licche.
BARGNIFFON. Drittone.
BARI- Barile — del ton^ di inciodJ
di rengìhj ecc., Bariglione da
tonni, da acciughe, da arin-
ghe, ecc.
BARI- Botte : bariglione molto
grande , in forma diversa da
quella delle botti da vino , e di
doghe (dov) e fondi più sottili;
serve a trasportar zucchero e
altre droghe.
BARICÀ. Barricare, Asserragliare.
BARIGADA. Barricata, Serraglio. È
il Monument de la libertàa:
scrisse il medico-poeta Raiberti
in occasione delle nostre glo-
riosissime cinque giornate del
1848.
BARIGLIÉ. V. TamborJ sig. 4.
BAR1LÉE. Barilajo.
BARILETT- Bariletto — Barletta :
piccolissimo barile da portar a
cintola per cammino.
BARILOTT. Barilotto, Barlotto —
Barilozzo — Barlonco.
BARILOTT-Stregheria — Baccano-
ira barilottj, Stregare — Bacca-
nare.
BARISELI,. Bargello.
BARISÓN. V. Barèe.
BARLAFUS. Uomo a casaccio —
Barlafus d' on ficeu Uno sca-
patello di fanciullo.
BARLAFUS per BaravajJ V.
BARLANBA V. Raviscioeu.
BARLICCH. Berlicche,
BARLUMM. Barlume.
BARLUSENT. Tralucente.
BARLUSI. Tralucere.
BAROCCADA- Lavoro barocco —
Azione barocca.
BAROCGH Barocco: il superlativo
del bizzarro, l'eccesso del ridi-
colo, ciò che denunzia la de-
pravazione del gusto.
BAROMETTA- V. Borometta.
BARON. Carrone a bara.
BARON. Barone — per ironia, Ba-
rone : birbone.
BARONABA. Baronata.
BARONSCELL. Baroncello: birbon-
cello.
BAROZZA. Baroccio. Parti: Corlettj,
Lece passon ^ Piumasciosu ^
RoeudJ Scalin ^ Timon,, v. Ba-
rozzin — volta la barozza coi
stangh in su,, Acculare il ba-
roccio.
BAROZZABA- Barocciata.
BAROZZIN- Baroccino — Baroc-
ciajo: che guida il baroccio.
BARTABELL, BARTAVELL- V. Ber-
tavell.
BARTAVELLA. Diluvio : grandissima
rete, formata come un berta-
BAR 47 BAS
bello (bertavell) , in grand' uso
per la caccia dei passeri, che
si fa a notte giunta, nelle siepi,
nelle macchie (boscMnn) o in
sugli alberi , col massimo si-
lenzio.
BARTOLÌ. Bergamasco. La voce
Bartolì è uno storpio di Barto-
lomeo, patrono de' Bergamaschi.
V. Bagià _, Buseccóne Boggia-
nén^ ecc.
BARTOLLA. Bacocco: di persona
sciocca.
BARUFFAMENE Abbaruffio.
BARUFFASS. Abbaruffarsi, Abba-
tuffolarsi, Abbirrucciarsi.
BARZEGÀ Bazzicare — Rifilare in
un luogo: andarvi spesso.
BARZELLETTA. Barzeletta — Motto.
BASA- V. Basgia — per Mazz de
scigollj ecc. V. in Mazz.
BASA- Baciare —Accostare, Com-
baciare: esser ben congiunto.
BASABICCH. V. Barbaticeli.
BASAWAN- Baciamano.
BASAMHr. Baciapile, Baciasanti.
BASASS- Fondarsi, Aver per base,
per fondamento.
BASCHINNA- Giubba da donna —
Vestii a ì)aschinnaJ Veste a fal-
dino.
BASCULL- Stadera a bilico. Il fran-
cese basculle.
BASELL. Scalino: di case, ecc. —
Gradino: di chiesa, edifìzj, ecc.
— Grado: ognuno dei piani ove
posano i candelieri sull'altare —
Parti: Alzada Pedanna — Ba-
sej d'ona scala de man,, Piuoli —
Fa el prvmm basellj, fig. Fare il
primopasso a...— Fallàelprirnm \
basellJ FiG.Darmalei primipassi ;
— I primm basej,, L1 invito : cioè
i pochi scalini a poca distanza
dalla scala, e che accennano
alla medesima.
BASELL. Carpinata: nome di alti
scaglioni di zolla (Iota).
BASELLIN. Piccolo scalino, gradi-
no — Predellino: nelle carrozze ]
— a duu o trii pass o passati o
staff J A due o tre montate o bat-
tenti o palette.
BASÉN. Basino: specie di stoffa di
cotone, talora mista anche con
filo canapino.
'[BASGER per Basgier., V.
; BASGERITT- Calcolimi piccole cal-
ì cole (càlcor).
BASGIA. Rotellina di minuge d'a-
gnello o simile, preparate per
insaccarvi salsiccie, salami, ec.
BASGIA. Mannella , Manata , Ma-
nello, Mannello, Pugnello: quel
covone che si fa della canapa
e del lino quando si segano o
che già è scotolato e ammanito
per la vendita. V. Birceu — per
Penzolo d'uva, V. Rose
BASGIA. V. Bagià.
BASGIANNA. Bazzana: la pelle di
castrato assai morbida — Baz-
zetta: la pelle dell'agnello (be-
rin) non nato, o da poco.
BASGIANNA. Fava (Vicia faba) : le-
gume (lemm) di forma bislunga,
schiacciata, coi bellico (oggin)
sl una delle estremità, e rin-
chiuso in baccello (sgorbia) er-
boso , crasso , più facile a pu-
trefarsi che non a disseccarsi.
BASGIANNA per Bamborin^ V.
BASGIANNA (ERBA). V. Erba ba~
sgianna.
BASGIANffiURA. Fava piccola o mi-
nuta (Vicia faba minor),
BASGIER. Bilancia: mazza un pò
arcuata, con tacca (segn) in
ciascuna testata, a cui appen-
pender secchi, corbe, e simili,
da trasportarsi a spalla.
BASGIERADA- Colpo di bilancia (ba-
sgier).
BASGIETT. Minuge : budella d* a-
gnello.
BASGIffiU- Bacino, Bacinella.
BASGIOTT. Bazzotto.
BASILEGH. Basilico, Basilico ce-
drulo o cedrano o garofanato
(Ocymum basilicum): erba an-
nua, alta da mezzo a un piede,
ramosissima; sei fiori a grap-
poli; ha odore di garofano e di
spezie; si unisce alle insalate
ed alle erbe da cucina.
BASIN- Bacio — s'cèasser^ Bacioz-
zo — de fognJ Baciucco — Fac-
cia de basiltj Viso dolce — A
basin^ Accosto accosto —Basin
a la francesaj, Bacio alla fran-
cese : si fa stringendo lieve-
mente le guancie d'alcuno tra
BAS
48
BAS
l'indice e il medio piegati, e
poi baciandole; è carezza dei
bambini — Tira i basiti lontan
cent wiìaj Cambiare di lontan
le miglia i baci.
BASIN- Bacio, quel segno che re-
sta in un pane in quella parte
che si ha toccato un altro, o il
forno.
BASIN DE MORT. Bacio da morto,
Monachino : quel piccolo rista-
gno di sangue, che, non sappiam
come, talora ci troviamo nella
pelle.
BASLA- Ciotolone : vaso grande e
spaso, di terra cotta o di legno.
BASLETTA. Tafferia, Tafferiera:
piatto di legno, spaso, a sponde
bassissime per grattugiarvi il
cacio, sgusciare i fagiuoli, va-
gliare o mondar il riso o altro
— Farinaiuola: il medesimo ar-
nese per posarvi su la farina da
infarinar la frittura— fig. Bazza:
il mento che sporge molto in
fuori — Barbozza: quella parte
della testa del cavallo ov' è il
barbazzale (barbo zz da).
BASLETTA o SALAME! DE BASLETTA-
Ogni rifiuto o avanzo di salame
o carne porcina esposta in ven-
dita nelle botteghe dei salumaj
ammonticchiato alla rinfusa sur
una tafferia (basletta). Dò pa-
lanche tré palanch de balletta.
BASLETTA. La forma di cacio lo-
digiano (granon) spiattellata,
cioè assai larga e poco alta,
per allusione alla tafferia (ba-
sletta), la quale è cosi fatta
BASLETTADA- Tafferiata.
BASLETTIN, -TINNA- Bazzino, -na:
di persona che ha piccola bazza
(basletta).
BASLETTON, -NA. Bazzone, -na, Baz-
zante : di chi ha gran bazza (ba-
sletta).
BASLIN. Ciotolino.
BASL(EU. Ciotolina
BASLOTT. Catino : largo vaso di
terra o di legno per lavarvi le
stoviglie (piati) ^ pulire gli at-
trezzi di cucina, risciacquarvi
(resenlà) le erbe e simili — di
danèe_, Ciotola: vaso di legno
ove tengono i denari i botte-
gai, ecc. — M gWUa dàa ona
scàpola al baslottj Ha fatto uno
scorporo alla ciotola : ne levò
molto denaro.
BASLOTT, BASLOTTELL. Guscione ,
V. in cazzùu.
BASLOTTÉE- Catinaio — Ciotolaio.
BASLOTTELL. Catinetto — Ciotolino.
BASORGNÀ. V. Baratta.
BASOTTÀ- Baciucchiare — Bacic-
chiare.
BASS, STOO BASS. V. Bass'orae ecc.
BASSA (LA)- La Bassa: nome con
cui comprendiamo il basso Mi-
lanese, il Pavese, il Lodigiano —
Vun de la bassa, Un pianigiano.
BASSA- Abbassare — Chinare.
BASSACASSA. Cassa di sotto : la
cassa eh1 è più in basso, e più
vicina al compositore , e con-
tiene le lettere minuscole, gli
spazj e altro in una tipografìa,
V. Cassa di majicscol.
BASSASS- Scendere a... — Degnarsi
di... — Avvilirsi a... — già Chi-
narsi , Piegarsi.
BASSETT (STOO)- Verso sera, Sul
far della sera.
BASSETTA (GIUGA A LA). Giuocare o
Far a chiamar e alzare, Far alla
bassetta o al faraone. Di questo
giuoco sono termini: Carta di
faccia o Prima carta, Pigliar
di, o in faccia alla prima carta,
Chiamar la carta. V. Banch fal-
lii sig. 2, Dopiettj Tajàe Taja-
dor_, Cari (Dà foeura i).
BASSINETT. Scodellino: parte del-
l'acciarino di un'arme da fuoco
ove mettesi il polverino, e che
si copre colla martellina(<z^ar£)
— per Fogoiis V. I fucili ad ago
e a retrocarica i' hanno fatto
smettere tra soldati.
BASSIRffiU- Operante alla bassa del
Milanese. I colligiani dell'alto
Milanese, e specialmente iBrian-
zuoli, chiamano così que' loro
compatrioti che in certe sta-
gioni si recano alla bassa del
Milanese ad ajutarci ne' lavori
agrari. V. Badin Bosin^ Pon-
tirceu.
BASS' ORA. Bass'ora. l'ora che il
sole comincia ad abbassare.
BAS
49
BAS
BASS'ORADA- Vesperata: tutta Torà
bassa quant' essa dura.
BASSRELEV. Basso rilievo.
BAST. Basto. Parti : Fust Scen-
tenfij Avelia Arsórij Assettj Ar-
cionj Pellj Quattadura_, Guar-
niziortj CopPj, Cornadicra,, Sedèe^
Ferradura — Avegh poca paja
in dast_, fig. Aver poca paglia
in basto , Essere sburrato : di-
cesi di persona debole , fiac-
ca — Lassass arida el bast
sott la panscia^ Cacarsi sotto,
Cagliare: perdersi ed escire di
sè — Mangici la paja fozura del
bast_, Mangiarsi 1' erba e la pa-
glia sotto: consumare l'avere
senza più industriarsi — Mett o
Tceu giò el bast^ Imbastare o
Sbastare.
BAST (GIUGÀ AL). Fare al basto: si
fa colle carte.
BASTARDELLA. Bastardella: car-
rozza con cassa (scocca) qua-
drata a quattro luoghi, con carro
-a coda e quattro ruote — a bom-
be j Bastardella a bombe: a cassa
(casson) ovale. Avvi anche la
Bastardellina e la Bastardel-
lona.
BASTARDELLA. Travetta di misura
varia.
BASTARDELLA. Bastardella: vaso
di rame stagnato o di terra cotta
per cuocervi entro carni, ecc. —
Baracchina, Baracchino : specie
di bastardella, ma con due ma-
niglie laterali, ferme — Paiuola:
vaso a due maniglie, ferme, fon-
do concavo, senza spigolo per
poter bene rimestare con la
mestola, o la spatola, la roba
sul fuoco, come per chiarire lo
zucchero, fare il mosto cotto, o
altra cosa simile.
BASTARDON- Bastardone,Succione,
Succhione, Poppatone: ramo di
vite che ha gli occhi piccoli e
appianati. Sbastardare è il ri-
pulire la pianta dai bastardoni.
BASTÉE. Bastajo, Bastiere.
BASTÉVOL. Bastevole.
BASTI Bastare, Fare, Serbarsi: di
carni, frutta, e simili, che siano
serbevoli — Far piede, Prender
piede : dell' ingrossare delle
Banfi, Voc.
piante, radicare, ceppare.
BASTINAGGIA. V. Bastonaggia.
BASTINNA- Bastina: specie di ba-
sto con piccolo arcione (arsón)
dinanzi, senza cojame (quatta-
dura), senza ferri (ferradura) —
Bardella: specie di sella quasi
spianata di che usano i mulat-
tieri, i contadini, ecc. — per
zacchj, V.
BASTION. Le mura. I nostri ba-
stioni si dividono in bastion ba-
loardo e valetta cortina.
BASTON- Bastone — Mazza. Parti:
CordonJ Porrmi., Pontalj Ponta.
BASTON. Bastone: uno dei quattro
semi delle carte da giuocare —
Fa cor el re de baston^ fig. Dar
1' asso di bastoni: bastonare --
paga cont el re de bastonJ Dar
bastoni: invece di denari pagar
di minacce — Sponderola a ba-
stone: specie di pialla, il cui
ferro (fer), ha il taglio conves-
so, e simile; figura mezzo tonda
ha pure la corrispondente parte
del ceppo (legnazz)\ serve per
fare gli sguscj (sguss) alle cor-
nici, V. Mezz baston — Baston-
cello : confetto con rosolio o
rhum e panetto dolce — per Sup-
portJ V. — per Voltura^ sig. 1, v.
— de pollèe, da pollajo: nome di
quelle pertiche orizzontali , pa-
rallele, nel pollajo , sulle quali
stanno la notte i polli per dor-
mire-
BASTONADA. Bastonata — Mazzata
— El gh' ha piceda do bastonadj,
Gli ha zombato due mazzate.
BASTONAGGIA. Pastinaca, Pasti-
nata, Pastricciano, Pastinacci-
ni (Pastinaca sativa trifolia ):
piantabienne,mangereccia, alta
da due a quattro piedi; radice
bianchiccia, carnosa, foglie su-
periori a tre foglioline; frutti
ovali. Detta pure Gniff — per
CarotolaJ v. — Pastinaca sel-
vatica, Carota selvatica, capo-
bianco (Daucus sylvestris): pian-
ta. Anche detta Ronzon „ Radi-
settaJ Remigolj Rimìgol^ stob-
bion.
BASTON DE CADRÉGA- Cavigliuole
da seggiole — de cassia Boc-
4
BAT 50 BAT
ciuolo di cassia — de ciocolatt^
Pani di cioccolata — de collari-
na,, Stecche del collare : archi
di legno incastrati esterior-
mente nel collare delle bestie
da soma — de prda Stollo,
Stile: bastoncello per tener sof-
fice il fieno onde rasciughi —
d'ombrella,, Mazza, Asta, Canna
da ombrello — di cann * Specie
di pialletto tondo da armajuoli
— de la eros J de la bandéra^
Asta della croce, della bandiera
— de la polenta., V. cartella de
la polenta — del balducchin J
Aste del baldacchino — de pa-
storJ Vincastro — di orbiti^ Ran-
dello , Batocchio , Batacchio —
* di tendj, Asta — di tend a frec-
cia j Asta a freccia — del scovinJ
Bastone della granata — de la
ciavj V. in Mang aneli.
B ASTON DE LA FESTA. Maestro di
sala: il regolatore dei balli nelle
veglie private — Maschera del
teatro: il regolatore dei balli
nei veglioni pubblici.
BASTROZZ Baratteria, Treccheria :
compera o vendita tatta con
inganno.
BASTROZZÀ. Far baratteria — Trec-
care.
BASTROZZO. Barattiere — Trecco-
ne: chi nel comperare o vende-
re s'ingegna di mettere in mezzo
(fa-sù) la gente.
BATAR, BATARD. Lo stesso che Ba-
stardella,, sig. 1
BATAR, BATARD. Carattere bastar-
do : è quasi il medesimo che il
formato e il posato.
BATIZZA (TELA). V. in Tela.
BATIZZÀA. Battistato : di tela ri-
dotta a foggia di tela battista
(batizza).
BATOSTA. Batosta, Caso assaetta-
to, Buona buscata, Rovescio:
disgrazia, in genere — Capitom-
bolo: rovescio di faccende, di
averi — Tceu sto ona batosta
Avere una bella scossa : per-
dere di molto al giuoco, rima-
nere a grosso fallimento, soffrire
una grave malattia, e simile —
Carpicelo : busse — Ave tolt su
ona batostaJ Averne avuto una
bussata.
BATT. Battere — Sbatacchiare,
Dare una sbatacchiata — per
Arsonàj V. — Insistere — Ab-
battere, Vincere*, nel giuoco —
Battere: spalmare d'inchiostro
le forme da stamparsi.
BATTA. V. Verga» sig. 4.
BATTA. Battere col coreggiato
(verga).
BATTACC V. Battagg.
BATTADA. Colpo di coreggiato.
BATTAGG. Battaglio: quel ferro
appiccato alla gruccia (aneli) e
penzolone, dentro la campana,
che quand' è mossa , in bat-
tendola colla pera la fa suona-
re — Battacchio : lo stesso fer-
ro, se appiccato a grosse cam-
pane — Battaglino. Il loro bat-
tente dicesi Pera o Materozza
— Randello : gr osso e corto
bastone che mettesi al collo
delle bestie bovine viziate, per-
chè levandosi in ardenza, sba-
tacchiate da quello s'acche-
tino.
BATTAGG. Mazza sorda: la spiga
della stiancia (lìsconV Si crede
che entrando negli orecchi al-
cuni dei pappi di questa spiga,
faccia assordire, e perciò è
detta Mazza sorda.
BATTAGGIÀ. Scampanare.
BATTARELL. V. Boridór de rocól.
BATTARÌA. Batteria — per Sona-
rla, v. — de cusinna^ Attrezzi di
cucina.
BÀTTARA. Banco della bambagia.
Su di esso shoccasi la bambagia.
BÀTTELA Accattare, Andar all'ac-
catto, Far l'accattandolo, l'ac-
cattone — Frecciare: chieder
altrui denaro.
BATTELL. Battello — a vapor Bat-
tello a vapore , Piroscafo , Va-
poriera, Barca a vapore.
BATTELLA- Battella : specie di bar-
ca lunga, stretta e senza cer-
chi , che usano per viaggi lesti
e le regate sul Lario.
BATTELMATT. Cacio di Betalmat.
È vaccino pochissimo salato:
detto cosi dall'alpe di tal nome
BAT
51 BAU
nella Val Formazzain isvizzera,
donde a noi viene.
BATTENDA. Battitura: il tempo in
che si battono le biade.
BATTENT. Battente : quello che
suona le ore negli oriuoli — per
Battutici., sig. 1 e 2, V.
BATTENT. Battente : corpo d'acqua
alto oncie 2milanesi(metriO,09Pl)
che viene a gravitare sulla boc-
ca d'uscita, secondo il modulo
magistrale milanese, V, Onza
d'acqua magistral.
BATTERELL- Mestola: il legno con
che le lavandaje battono i panni.
BATTESSELA Battersela , Fumar-
sela : partirsi in fretta.
BATTIBUI. Battibolli : tumulto, ecc.
BATTICGEUR Batticuore.
BATTIDÓR. Chiedone, Frecciatore
— Assottigliatore — Stradiere —
Battitore, Datore : nel giuoco del
pallone e della palla chi pel
primo manda in giuoco la palla
o il pallone, gettatogli dal man-
darino.
BATTIDÓR. Battitore : il lavorante
che co' mazzi {mazz) spalma
d' inchiostro le torme da stam-
parsi.
BATTILOCCH. Lo stesso che Bar-
chirceUj V.
BATTIN Paratore, Battono: chi nei
boschi para sotto il colpo del
fucile, battendo, frugando la
preda.
BATTIRffiU. Martello, Picchiotto:
arnese, per lo più di ferro, pen-
dente dalla porta, ad uso di bat-
ter sul picchio per farsela aprire
— Picca cont el battirceu , Pic-
chiottolare — Mazzuola: legno
con che si divetta il lino, la ca-
napa, ecc. — Mazzuola da terra,
Mazzeranga, Pestone, Pillo : ba-
stone avente in cima un pezzo
di tavola per ispianare la terra
— Batt cont el baltiroeic V eraJ
Mazzerangare , Pestonare l'aja
— Maglio : battitoia di legno con
che isalumaj pestano le costole
delle schiene (mezzenn) di lardo
di majale — Manico della zan-
gola : mazza o bastone con cui
si dibatte il latte nella zangola
(penaggìa) per fare il burro —
Sbattitoja: pezzo di legno piano
con cui si pareggiano le lettere,
cioè si abbassano quelle che
fossero rialzate prima di stam-
pare — Matterello: legno con
cui si picchia la carne per dis-
nervarla, si che cotta, divenga
frolla — Tentennella: legno da
un lato della macina per avvi-
sare quando non è più grano
nella tramoggia — Stella : ruota
dentata di legno infìssa nell'asse
del tómbolo (borlon) nel frullone
(buratton) — per Batterei^ v. —
per Tirant de rèsega^ V.
BATTIRCEULA. Mazzuola di ferro :
specie di paletta con che si pic-
chia la carne, onde cotta, non
resti tiglio'sa {slègneda) — Ma-
glio : legno col quale i tintori
battono varie robe.
BATTIRON D'ACQUA. Scossone d'ac-
qua.
BATTO. Mazzaranga, Pillo, Pesto-
ne : arnese con che si ripesta e
sirassodalaterra novellamente
trasportata, o si picchia e si pa-
reggia il selciato (rizzada) fatto
di fresco, dopo avervi sparso
della rena — Batt cont el battój,
Mazzerangare — per Battin o
CascinJ V.
BATTOCC Battaglio, Battocchio.
BATTUDA. Battente , Battitoio :
quella parte degli stipiti, del-
l'architrave della soglia, se è
intavolata , la quale è battuta
dall'imposta quando si chiude —
Battente : ciascuna delle corri-
spondenti parti dell'imposta d'u-
scio o di finestra. Anche dicesi
Battei t.
BATTUDA. Battuta : quella misura
di tempo che dà il maestro della
musica battendo il tempo —
Mandata : nei giuoco della palla,
del pallone, ecc.
BAULÉE- Baulajo — Forzierajo —
Cof'anajo.
BAULL. Baule. Parti: Manett J La-
sterJ RetegnJ Lucchetti Fond^
CovercJ Zentorij, Tila^ saradura,,
Lenguetta ciavj Bolzon „ as-
sett — Arida in d' ona cassa e
torna in d'on baullJ fig. Andar
vitello e tornar bue, Viaggiare
BAU 52 BEC
come i bauli — Fà su el baulh
Far il baule: adattarvi la roba
da portare in viaggio — anche,
Disporsi a partire — Desfà el
bauli.. Disfare, Sfare il baule.
BAUSCENT. Bavoso — Biascicone.
BAUSCIA. Bava — Biascia. Per
bauscicij ecc., noi Milanesi in-
tendiamo la sola bava umana.
BAUSCIA- Scombavare — Biasci-
care.
BAUSCINNA. Bavaglio, Bavaglino:
pannolino che legasi al collo del
bambino , perchè non s'imbro-
doli o non si scombavi.
BAUSCIÓN. Bavoso.
BAVA. Bava. Quella, per noi Mila-
nesi, delle bestie; e allorché si
riferisce a sintomi di stizza e
di rabbia nell'uomo.
BAVA- Bava, Filaccia , Seta filac-
ciosa, Primo sfìlacciamento: filo
di seta dozzinale e senza nerbo
che traesi dopo la pelatura
(spelaja) e avanti il primo filo
perfetto del bozzolo {gaietta).
BAVARA- Tombolo : cataletto — Fu-
nerale, Esequie.
BAVARÉS. Mostreggiature, Mostre:
le rivolte di stoffa sui petti o
su altre parti del vestito, e che
sogliono essere di colore di-
verso.
BAVARÉSA. Bavarese al latte: be-
vanda di fior di latte con giu-
lebbe per lo più riscaldato.
"V. Barbajada.
BÀVER. Bavero.
BAZZA. Bazza, Scialo, Buona for-
tuna — Avègìien ona bazza_,
Averne da scialarla, da farne
scialo — Grìi' è minga sta bazza_,
Non V è sfoggi.
BAZZEGA (GIUGÀA)- Fare a bazzica
— Avegh del vun al sett a baz-
zega, Avere pantraccolone —
'Avegh trii ass trii re e si-
mile, Aver ^cricca o bazzicotto
di asso, di re, e simile ~ Baz-
zega gelerada,, Bazzica gigliata, I
Y. Comoda Gelée GeleròUj Tre
coss— Verzicola, Vergicola: nu-
mero di tre o più carte andan-
ti, che si seguitano secondo
l'ordine e valore stabilito dalle
regole del giuoco. V. comoda
Gelèe^ Geleron^ TrecossJ ecc.
BAZZILA. Bacile — Bacino —Guan-
tiera.
BAZZILON. Tegghia: arnese di ra-
me di superficie convessa, so-
stenuto da piedi di ferro, sopra
di cai, postovi sopra il fuoco,
si distendono i collari dei preti
e simili.
BAZZOFFL Basoffione, Costolone,
Buzzonaccio : d'uomo grassone.
BAZZOFFIA. Basoffia, Basina: mi-
nestra.
BAZZOFFIA. Sbasoffiare3 Sbaffiare:
mangiare smoderatamente.
BAZZOFFION , -IOTT. Sbasoffione ,
Sbaffione.
BAZZOL per BasgerJ V.
BAZZOLÀ. Affoltarsi: di chi mangia
molto e precipitosamente.
BAZZOLON. Minestraio : il conta-
dino che dispensa la minestra
ai compagni di lavoro — Pap-
pone : chi mangia smoderata-
mente e d'ogni cosa.
BAZZOLOWNA. Minestraja — Pap-
pona.
BAZZOTT- Bazzotto: fra duro e te-
nero, fra solido e liquido.
BEAT. Beato, Santone.
BEAT (I). Bisciole (Le) (Tinea epa-
tica): specie di vermi che s'an-
nidano nel fegato delle pecore
e anche delle bestie bovine —
negherj nere: dalle quali la be-
stia è morta in men d' una set-
timana — graSj grasse: dalle
quali la bestia è morta in poco
più di mezzo anno. Anche di-
ciamo Lumaghitt o Màa di Ut-
rnaghitt.
BEATA, BEATOCCA. Far il santone,
il beatone.
BEATOCCA. Battipetto,Pinzocchera.
BEATOCCH.Battipetto,Pinzocchero.
BEBELL. Gingillo, Ninnolo — Giugà
cont el bebell^ Gingillare, Nin-
nolare.
BECCAFIGH- Beccafico, Bigione (Syl-
via hortensis): uccello silvano,
olivastro cenerino al di sopra;
coda troncata, varicolore, ce-
nerino-olivastra; remigante se-
conda subuguale alla terza —
zenerin ^ Bigiarella , Sepera-
BEC
53
BEL
gnola minore (Silvia curuca):
uccello silvano — gross^ V. Tuin
— verdj v. Tuin verd — bianclij
V. Tuin bianca — piscininJ
V. Tuin piscinin.
BECCAFORMIGH. V. Stortacolh sig. 1.
BECCAMOSCHIN. Beccamoschino ,
Tinti (Sylvia cisticola) : uccello
silvano.
BECCARAGN. V. Rampeghin de mur
in Rampeghin.
BECCARIA. Macellarla.
BECCASCIOCCH. V. Piccozz-gainèe
in Piccozz.
BECCH- Becco — Bagnà ^ Mojà el
becche Mettere il becco in mol-
le: bevere — Nasello: nei vio-
lini, e simile, la punta dell'arco.
BECCH DE GASS Becco di luce o
di gas: cannello di metallo, che
ha in cima uno o più minutis-
simi forellini, di cui esce il gas,
il quale, all'accostarvi una fiam-
ma , si accende e continua ad
ardere di luce splendida e gaja.
BECCHÉE- Beccajo — Macellaio —
Norcino : cerusicastro — Mani-
scalco: tristo medico.
BECCHETT- Becchetto : piccolobec-
co — per Croscè J V.
BECCHIN. Beccuccio.
BECCHINCROS. Crociere, Becc* a
forbice, Becco storto, Crocione,
Becco in croce (Loxia curviro-
stra): uccello silvano; becco
debolmente curvo, lungo quanto
il dito modio [longUignan)\ l'a-
pice della mascella inferiore
che sopravvanza la superiore.
BECCHSTORT. V. Becchincros.
BÈDOLA. V. Bèola.
BÈE- Pecorino, Agnello — Vegh in
doss on poo de dèe„FiG. Aver un
po' dell' osso, del poltrone —
On oèe mortj Un abbacchio. V.
in Berin.
BÈE- Gobbo: pegno — Fà on bèe^
V. Irriderà.
BÈE BÈE. Bebù, Bò bè: voce del-
l'agnello o della pecora.
BEGASCIÀ. V. Bagascia.
BEGGIA. Stecca: specie di coltello
d'osso col quale si pareggiano
i piombi filati che incatenano i
vetri delle vetriate.
BEJDONN. Belledonne (Atropa bel-
ladona): pianta medicinale a
fiore bianco, a valve che scat-
tano con impeto appena tocche,
e lanciano i semi a certa di-
stanza, raccogliendosi a spira
sopra sè stesse.
BEJOMEN. Begliomini (Impatiens
balsamina): pianta annua a fiore
rosso screziato di bianco, valve
come quelle delle belledonne
{bejdonn).
BELÉE- Balocco — de stagn* Sta-
gnini — Giugà cont ì belèe,, Ba-
loccare, Baloccarsi.
BELÉE. Vaghezza, Giojello — per
BisgióJ sig. 2, V. Belèe de toeu su
cont la rnoeujaj fig. Un certo
fior di virtù segnato ed abboc-
cato.
BELEGOTT. Caldallesse , Castagne
lesse: castagne bislessate col
guscio e mezze secche o alle
quali fu dato un bollore, V. Bes-
cott,
BELERATT. Baloccaio, Ninnolalo.
BELIETT. Biglietto, Viglietto — Po-
lizza — Cedola — Beliett de tea-
ter_, Nomina: polizza di entra-
tura a un'accademia, un tea-
tro, ecc.
BELL- Bello — Ti te gite n' ett de
bey* Tu ne hai di belline,
BELL (FÀ ON)- Dar un passo: di-
cesi dell'invitare i bimbi a reg-
gersi in piedi da sè e a far qual-
che passo.
BELLA. Dama, Ganza, Amorosa —
Dama: l'ultima partita in un
giuoco — Andann fceura per la
bella,, fig. Passarsela liscia,
Uscirne o Passarne pel rotto
della cuffia.
BELLA Lezione di scritto: il dovere
al pulito — Mett in bella,, Reca-
re al,o in pulito, Far in pulito.
BELLANDADA- Buonandata, Beve-
raggio: mancia. Anche, Dà de
ben.
BELLBELL- Bel bello, Pian piano.
BELL-E-BON. Serio serio: di cosa
la cui purezza sia da deplorarsi
anzi che da magnificarsi — El
va sangu bell-e-bonJ E' va san-
gue serio serio — Questa V è
marscia bell'e bonna„ Questa ò
marcia scria scria.
BEL 54 BER
BELLEZZA- Bellezza — Belluria: di
cose che avventano agli occhi,
ma che non hanno pregio in-
trinseco — Sin fior doma de
"bellezza,, sono fiori di belluria.
BELLEZZA. Bellezza: quantità
grande.
BELL METT. Sorta di giuoco di
ventura.
BELLO. Ganzo, Damo, Amoroso.
BELL' OMETT. V. OmettJ sig. 2.
BÉLLORA- Donnola, Bellula(Mustela
vulgaris): animaletto bruno ros-
siccio di sopra, bianco di sotto;
coda dello stesso colore del
corpo; fiero, puzzolente, ma vi-
spo, leggiadro e grazioso; dà la
caccia ai polli; drindisce, din-
trisce.
BEN. Bene — Assai — Pure — Si.
BENEDICA. Benedica: il dono dei
confetti che gli sposi sogliono
fare ai parenti o agli amici.
BENEFIZIADA- Beneficiata: serata
teatrale destinata a particolar
benefìzio di un attore, di un
cantante, ecc.
BENIAMIN. Beniamino, Cucco, Mi-
gnone: figlio avente in sè dei
pregi da vincere V affetto del
padre o della madre.
BENINTES- Purché — Di certo.
BEN1S. Confetto — buSj vano: di
quelli che ci son dati dopo con-
sumate le nozze, o da chi si ri-
mariti — de gess Coriandoli —
per ì vermen^ Seme santo: se-
menzina coperta di zucchero e
fattone minuta confettura, la
quale si dà ai bambini tormen-
tati dai bachi (vermen) — con
dent i aiiesitt j, Anacino — con
dent la cannellaJ Cannellino.
UENIS (I). Fiori (I): quei chicchi
del granoturco (formenton) che
messi nel fuoco, scoppian e man-
dali fuori per la crepatura la
farina bianchiccia, e dei quali
sono così ghiotti i ragazzi. An-
che Micchinj Mlcchettj Biligott,
BENISÉE. Confettatore, Confettiere.
BENISIN. Confettuzzo — Treggéa,
Pizzicata.
BENISITT. V. Benis per i vermen.
BENNA Rastelliera: specie di
scala a piuoli(scaZa a man)vo-
vesciata, ferma pei capi nel
muro, alquanto inclinata al di
sopra della greppia {mangia-
dora). Dai ridoli {ridoj)ìe bestie
abboccano il fieno.
BENNITT. V. Ridoj.
BÉOLA. Betula, Betulla (Betula al-
ba): albero a rami eretti, co-
perti di lanuggine fitta e breve,
quando giovani; inclinati a ter-
ra adulti; corteccia segnata da
verruche ( gropp) e fenditure
(crepp)\ foglie ovate — per Al-
barott J V.
BÉOLA- Bevola, Pietra di Bevola:
specie di gneis che traesi a Be-
vola e in diversi altri punti di
Valdossola; ottima per pavi-
menti, terrazze, scale, ecc.; sal-
dissima anche assottigliata di
assai.
BEOLÉE- Betuleto: bosco di betule.
BEP BEP (FA). Fare bepebepe:dei
verso d'un cagnolino.
BÈRA Pecora.
BERÀ. Belare — Specorare.
BERCELLÀ, BERCELLOTTÀ. Andar fa-
cendo il piagni.
BERCELLOTT- Piagnone.
BERCIA. Fare il piagni.
BERCION, BERCIOTT. Piagnone.
BERGAMIN. Bergamino, Buttero,
Mandriano: chi specialmente
dagli alpi (alp) bergamaschi
(onde Bergamin) e di Valsassina
cala per lo più tra noi a sver-
nare i suoi vaccinati ( berga-
minn) sull'erbe delle marcite.
Lacciaja è una lunga fune a
cappia(asa) scorsojo,che i bùt-
teri portano seco, e, al bisogne,
acciambellandola e poi sfilan-
dola verso una mandra [berga-
minna) accalappiano con essa
le bestie che loro piace.
BERGAMINNA. Bergamina , Vacci-
nato, Mandra di mucche.
BERGAMOTT. Bergamotto: pianti-
cella a rami lunghi, fessibili;
foglie un po' rigonfie; fiori bian-
chi — Il frutto del bergamotto,
eh' è una sorte di lumia (lima)
fra i vari limoni odorosissima,
trae alla forma e al colore del
limone ; buccia che dà un olio
essenziale di odore soave , as-
BER
55
BER
sai penetrante; polpa acida e
amara
BERICCHIN Monello, Piazzuolo.
BER CCHINADA- Monelleria.
BER.CCHINAJA- Ciurmaglia, Gen-
taglia.
BERIN Agnellino, Pecorino — Man-
nerino : castrato giovane e gras-
so — Abbacchio: agnellino da
vendere per essere macellato.
BERINÀ- Stergare, Fare gli stergai
o le stergate: tagliare il fieno e
ammontarlo colla falce frullana
(ranzd), nell'atto del taglio fa-
cendone non già tante poste
{maragnoeu), ma tutto un muc-
chio di file e a dilungo. È voce
solenne tra i nostri contadini
pianigiani allorché hanno fretta
di lavoro, essa trae da&é., berin,,
berinna,, perchè il fieno cosi la-
sciato, sembra un branco di pe-
corini di filo e a dilungo.
BERINEE. Agnellajo — Buzzonajo.
BERIN ÈRA. Agnellaja — Buzzo-
naja.
BERINNA. Agnellina, Pecorina.
BERITT fi). Pecorelle (Le). I La-
riensi chiamano cosi le Ondi-
cene — Anche Ochett — per Bez-
zitt, V.
BERLICCH. Berlic, Berlicche, Ten-
tennino.
BERLINGHITI. Fronzoli, Ninnoli,
Ghingheri— Mettessindoss di bir-
linghitt per spicca., Riufronzirsi
per fare spocchia, Mettersi in
ghingheri per fare la coglia.
BERLINNA. Berlina: sorta di ca-
stigo, tra noi abolito dal AS in
qua — Giugà alla berlinnaJ
Fare alla berlina. Messo uno dei
giuocatori in un angolo della
stanza, un altro chiede in se-
greto a' compagni perchè cre-
dan che il tale sia alla berlina.
Raccolti i perchè, e' va a dirli
ad alta voce a colui eh' è alla
berlina, senza però nominar
persona. Questi allora ordina si
metta alla berlina in vece sua
quel tale che ha messo fuori il
perchè che più gli scottò. Il
raccoglitore dei perchè allora
ne dice il nome; quegli va alla
berlina in luogo del primo, e
cosi si rifa daccapo alla ber-
lina.
BERLINNA- Berlina : specie di coc-
chio scoperto a quattro ruote
che ha la cassa (scocca) racco-
mandata a due cignoni (zenlon)
assai forti di cuojo e tesi per
modo da levare ogni incomodo
di scosse a chi v1 è dentro.
BERNARDON- Tralcione : ordina-
riamente è il ramo vecchio di
vite che tirasi discosto dal tron-
co a palo, o dall1 albero per lo
più in linea orizzontale. Ha poi
lungo sè stesso gli speroni o
zingoni (spron) che sono come
i tralciuoli (trositt) dai quali si
ha l'uva. Talvolta si tendono a
tralcioni anche le messe del-
l' annata ultima. Anche dicesi
Tir on.
BERNAZZ, BARNASC- Paletta da
fuoco.
BERNAZZADAi Palettata.
BERNAZZON. Palettone: gran pala
di ferro, con risalti alti un quarto
di metro da tre lati, di cui il
fornaciaio si serve per estrarre
la brage dalla bocca della for-
nace e buttarla a freddare nella
sciuga (foppa).
BEROTT. Cannetto : il pennecchio
{paniseli) di lana cardata — per
Ghindanna, v.
BERSALI- Bersaglio. Ha il punto
di mira — Vess el ber sali de tucc*
Essere il bersaglio di tutti: di-
cesi di persona che sia V og-
getto di tutte le beffe e di tutti
gli scherzi che da quelli si fanno.
BERSALIER. Bersagliere. Nome di
quel simpaticissimo corpo di
nostri soldati che si mandano
spicciolati o a drappelli, fuori
della fronte del battaglione, o
dell'esercito, ad esplorare il
nemico, a tirare i primi colpi, a
tenerlo indietro con un vivo
fuoco, a stancheggiarlo, ecc. Si
chiamano cosi perchè loro prin-
cipale esercizio è il tirare al
bersaglio per divenire buoni
imber datori j come si chiama-
vano già. Il popolo, come al so-
lito, ne storpiò il nome in Bres-
saglier.
BER
56
IBES
BERSO. Cupola, cerchiata, capan-
nuccia : pergola di verzura,
sotto cui stare all' ombra nei
giardini.
BERTA. Cornacchia , Mulacchia .
Corvacchia, Corvetto, Corvo
de' campanili, Gracchiola, Cor-
nacchiella, Taccola(Corvus me-
nedula): uccello silvano; tronco
nero cenerino; pileo, ali e coda
nero cangiante; seconda remi-
gante uguale alla quinta; cro-
cita o crocida o corba — fig.
Svesciatrice : di donna che sve-
scia, che butta fuori ogni cosa
BERTA- Modestina: striscia di pan-
nolino lunga un palmo o poco
più, con qualche guarnizione
cui portano le donne sopra il
seno, massime a vestito di molto
scollato e aperto sul davanti.
BERTAGNIN. V. Merluzz.
BERTAVELL- Bertovello, Bertuello:
specie di rete fatta a imbuto
{pedrioeu). L'imbuto è diviso in
tre o quattro spartimenti ; il
primo che serve di bocca, è il
più ampio; il secondo è minore,
e gli altri sempre degradando
si ristringono. Ogni spartimento
è tenuto aperto da cerchio di
legno o da due bacchette in-
crociate. Entra il pesce nella
larga bocca del primo e passa
all'ultimo che ha l'entratura
stretta o a ritroso {borsetta).
BERTOLA. Cartacciamome di quelle
carte che non fan comodo al
giuocatore, e sono da scartarsi.
BERTOLDINNA. Schiacciata di fa-
rina gialla, burro, ecc., ch'usa-
no nei paraggi di Abbiategrasso.
BERTOWÀ. Zucconare: tagliar corti
i capelli — Rapare, Radere: to-
sar bene fino alla pelle il capo.
V. MelonJ Melonà^ Melonatt.
BESASC Cencio : cosa mencia o
sbiadita o guitta — fig. Guasta-
mestiere.
BESASC, BESASCENT. Guitto, Cen-
cioso, Sucido, Mencio.
BESASCIÀ Abborracciare.
BESASCIADA. Stivaleria: cosa gof-
famente detta o fatta o pensata.
BESASCIARIA. Cenciata: cosa vile
come un cencio.
BESBILLERI, BESBILLI. Bisbiglio —
Fà besbilli. Far il ciricl — Bru-
licchio: movimento di persone —
Un besì)illi de gent^TJna. mischia
di gente.
BESBILLI- Frugolo, Saetta, Nabis-
so: di fanciullo che non sa star
fermo.
BESCHIZI. Ticchio, Capriccio, Ghi-
ribizzo.
BESCHIZIASS. Pigliar il grillo, Cor-
rucciarsi, Montar sulle biche,
Inciprignire, Indispettirsi.
BESCHIZIOS. Scontroso, Permaloso,
Schizzinoso.
BESCIN V. Berin.
BESCOTINATT, per celia, Fitta-
mi, V.
BESCOTT. Biscotto.
BESCOTT. Caldallesse. Castagne che
sono quasi le stesse che i Bele-
gott; con questa diversità che
i Bescott non sono mai vizzi co-
me talora diventano i Belegott,
Anche son dette Verones.
BESCOTTARIA. Biscotteria: assorti-
mento di paste dolci, come bis-
cottini, biscotti, ecc.
BESCOTTIN. Biscottino — fig. Zuc-
cherino, Giulebbe: di cosa gra-
dita, soavissima.
BESCOTTIN (QUIJ DEL). Sotto questo
titolo va compresa la cosi detta
Pia Unione che cominciò in Mi-
lano nel 1802. Cominciò sotto i
padri De Vecchi per confortare
i malati nel nostro Ospitale
maggiore , e che è menzionata
col nome di biscottini che por-
tavano agli infermi. Nel 1836 fu
riconosciuta legalmente, e tanto
avanzò che aperse scuole gra-
tuite pei due sessi , e serali e
domenicali , oratorj , ricoveri e
soccorsi a domicilio. Dal 59 in
qua si urla contro, questi veri
amici dell'uomo; loro si tolgono
gli ospedali e le scuole, e i ri-
coveri, e i soccorsi. Ma invano
la malignità della ingratitudine
tenterà di cancellare nei gran
savi dei nostri giorni la verità,
cioè che la fonte di tanta be-
neficenza venne a denari e su-
dori aperta da quegli augusti di
spirito, che gli spìriti forti chia-
BES 57 BEV
mano Quij del bescottin. V.
susSj sussista.
BESGOTTINATT. V. Bescottin (Quij
del).
BESEJ. Pungiglione: l'ago delle
vespe, delle api, dei calabroni,
e simili animaluzzi — fig. Friz-
zo, Frizzore, Bruciore — cascia
fozura el besej ^ Far il viso del-
l'armi, Ringhiare, Mostrar i denti,
Risentirsi — On besej d'ona don-
na.. Una stizzosa di donna.
BESEJ. Lingua di serpe: di male-
dico — per BagotteraJ V.
BESEJ per Lenguàa^ V.
BESÌÀ. Pungere — Appinzare —
Frizzare.
BESÌADURA. V. Bagottera.
BESÌJ. V. Besej.
BESIJENT. Pungente — Appinzante,
Frizzante.
BESINFI. Gonfio.
BES'iOS. Bieco, Torvo.
BESONC Bisunto.
BESONCIARIA. Untume.
BESTEMMÀ. Bestemmiare, Sagrare
— fig. Chiedere uno sproposito:
un prezzo eccessivo. V. Saracchj
sig. 2.
BESTIA (ANDÀ IN). Entrare in be-
stia: in gnan collera.
BETTEGÀ Balbettare — Scilinguare.
BETTEGÀ (EL). Balbuzie (La) — Bia-
sciolo (II).
BETTEGADA, BETTEGAJADA. Balbet-
tamento.
BETTEG9I- Balbettante, Balbuzien-
te — Balbo, Bleso — Biasciolone.
BETTEGOIÀ. V. Bettegà.
BETTOLIN. Bettoletta.
BETTOLINATT. Bettoliere : chi tiene
bettola — Bettolante: chi la fre-
quenta.
BETTONEGA. Bettonica, Vettonica
(Bettonica offìcinalis): erba pe-
renne dei prati, boschi e luoghi
ombrosi; fusto lievemente pe-
loso; foglie bislunghe, grinzose
— Vess conossùu come la betto-
nega^ fig. Essere più conosciuto
che la malerba.
BEV. Bevere, Bere — senza man-
giò Bere a sciacquabudella —
minga mal^ Trincare , Sbevic-
chiare — fìnna all'ultem^ Sgoc-
ciolare — a cicc Centellare, Cen-
tellinare, Bere a scosse, a cen-
telli, a centellini — giò^ Tracan-
nare, Ber grosso — su iceuv^ecc.
Sorbire le ova, Succhiare, ecc —
su ì danèe^ ecc. , Bergli — a la
salut de..., Bere alla salute di..,
Brindare, Propinare, Far brin-
disi a... — a cicinin^ zinzinare,
Bere a zinzini — col palma de
la man^ Ber colle giumelle — a,
cannella Bere a cannello — adrée
a una pinola^ ecc., Ber sopra a
una pillola, ecc. : subito dopo —
a fida^Beve a tirate— i bellezz
de... Bere l'abbeveraticcio o l'ab-
beverato di... — Savori el bev^
Assaporare, Gustare il bere —
Dà de bev^ Dar da bere — an-
che,Dare il beveraggio,V..B<?^cm-
dada — Torna a bev^ Ribevere,
Cioncare — Vojà giò de bev^ Me-
scere — Dà de bev ai bestia Ab-
beverare le bestie — Bev a pù
non poss^ Avvinazzarsi, Zizzo-
lare, Inciuscherarsi — Giugà a
chi pù bev„ Fare a chi più im-
botta — Bev senza toccà col bic-
cer^ o simile^, la bocca Bere a
garganella o a doccia: bere al
litro senza appoggiarne laboc-
ca alle labbra; il che si fa pie-
gando il capo all' indietro, e
versando dall' alto il liquore in
bocca — Bev o Bev giò all' in-
grossJBevela su J fig. Gabellare:
credere — I tceu sparad ei be-
vom minga su^ Le tue sbracia-
te non le gabelliamo — Fà bon
bev. Dar buon bere : far somi-
gliar buono il vino — Bev-sù ona
reccada^ ecc., Succiar e una no-
ja, ecc. — Bev su coi orecCjBere
colle orecchie: ascoltare atten-
tissimamente—-Bev su coi oeucc^
Vagheggiare.
BEV. Assorbire, Suggere, Succiare:
di carta, ecc.
BEVASCIÀ. V. Begascià.
BEVASCION. V. Begascion.
BEVERA. Abbeveratolo.
BEVER D'ACQUA (DÀ NANCH ON )•
Non dare un bever d'acqua: di
colui al quale non casca nulla.
BEVERON. V. Bev-in-bianch^ sig. 2
— Composta: mescolo di paglie
BEV
58
BIA
di grano e dì foglie di grano
turco, di cavoli, trite e intrise
in acqua calda e crusca, che
l'inverno si dà per cibo alle
bestie bovine — cont la cruscaJ
Semolata.
EEVERON- Acqua e neve — Vegnì
giò tcn beveron^ fig. Piovere e
nevicare insieme.
BEVERON. Bevuta: vaso di vetro
0 d'altro con beccuccio ad uso
di dar da bere ai malati.
BEVIDOR- Bevitore.
BEV IN BIANCH. Dar il beverone:
dare alle vacche acqua tiepida
con entro crusca o farina di
segala o di linseme (linosa) onde
riaverle se malaticcie, e farle
più produttive di latte, se sane.
Il che si usa pure coi cavalli,
bovi, ecc., specialmente per ri-
medio. Anche dicono Fai bev in
bianch.
BEV-IN -BIANCH. Beverone : farina,
per lo più di segale, o crusca o
tritello, stemperata in moltissi-
ma acqua, che si dà talora ai
cavalli, specialmente nella sta-
gione calda — Anche Beveroiij
V. in Mantell.
BEVIRG5U. Bevirolo, Beverino, Be-
verello: vasetto per lo più di
vetro a orlo arrovesciato , in
cui bevono gli uccelli in gab-
bia — Abbeveratolo , Bevera-
toio : vasetto oblungo, per lo
più di terra cotta, in cui bevono
1 polli nei trogoli (albioeu) delle
stie(ca#pcwer jper bevervii polli.
BEVIROSULIN. Bevirolino, Beverel-
lino.
BEVUTA. Bevuta — Il bere — fig. per
Bajada^ V.
BEZZA. Pecora.
BEZZA. Treccia alla contadina,
V. BibaJ Bibin^ Coazz,, Cornuta
Trezza J Trezzittj Bezzin.
BEZZI- Bezzi, Soldi, Quattrini — Bu-
scass di bon bezzin Toccar di
buoni quattrini.
BEZZIN. Trecciuola alla contadina
— per BerinJ V.
BEZZINNA. Pecora.
BEZZITT. Gatti: gli amenti del noc-
ciuolo, della noce, ecc. — Anche
Beritt.
BIACCA. Biacca — Dà su la biacca _,
Imbiaccare.
BIADA Avena, Vena, Biada, (Ave-
na sativa): pianta erbacea delia
famiglia delle gramigne ; forni-
sce il foraggio al bestiame; vie-
ne coltivata al pari del frumento
e della segale (segra) — Ra-
zion de biada,, Razione o Pro-
fenda di avena — Dà la biada.,
Abbiadare, Profendare — salva-
degaj Forasacco peloso, Segale
lanajuola, Spigolina (Biomus
mollis): pannocchia in forma di
spiga un poco pendente; spi-
ghettine alterne , ovate , pube-
scenti; veste diritte; foglie de-
licatamente pelose; annua; tro-
vasi nei luoghi erbosi, ed ab-
bonda nei prati freschi — per
Erba guzza* V.
BIADARffiU- Biad aiolo.
BIADEGA. Abiatica: figlia di un fi-
gliuolo o di una figliuola. V.
Biadegli.
BIADEGH. Abiatico: figlio di un fi-
gliuolo o di una figliuola. Que-
sta voce ha molti esempi anti-
chi. La voce milanese trae forse
dal latino feudale ex avoJ avia-
ticus^ abbiatico. I Fiorentini di*
cono nipotino^ nipolina ; voci
amfibologiche, perchè suonano
pure giovini o piccoli nipoti. Il
Fanfani nel suo ricercato, a
torto, Vocabolario, alla voce
nipotino J piace vedere che dice.
BIADETT. Biadetto: materia di co-
lor azzurro.
BIANCA. V. cartabianca.
BIANCA (LA SURA). Le mosche bian-
che: la neve.
BIANCARIA. Biancheria. E non il
gallicismo Lingeria — Cusì in
biancaria^ Cucir di bianco —
Biancaria da tavola^ Biancheria
da tavola — operada* tessuta a
opera — de cusinna^ da cucina
— de lettj, da letto — de rnett in
dosSj da portare in dosso — de
bugadaJ di bucato, imbucatata
— masaradaJ fracida, fradicia —
sopressadaJ stirata — Dà l'amed
a la biancaria „ Insaldare la
biancheria — sporca^ sudicia,
sporca — solia^ liscia — de Fian-
BIA
59
BIC
dra^ damascata o di Fiandra —
che ha ciappàa el giald^ impor-
rata, imporrita — a uso de Fian-
dra., to vagliata o a uso di Fian
dra — Donna che lavora in bian-
caria * Cucitora di bianco —
eh' ha ciappàa el grernrn^ Bian-
cheria arsicciata , abbronziata
— a maccJ lumacata.
BIANCH. Bianchimento : composto
d'acqua, sai comune, allume di
rocca e gruma di botte {croppa
de vassell), e talora un po1 d' a-
Cido solforico a uso di imbian-
chire {sbiancà) — Bianco: quel
vano che lasciasi in un rametto
per incastrarvi una lettera ini-
ziale d'opera o di capitolo d' o-
pera — Fà bianchj Imbianchire,
V. Sbianca e SbiancaJ Brascio-
rin.
BIANCH. Bianco — De pont in
bianche Per appunto, Di punto
in bianco — Lassà in bianche
Lasciar in bianco: lasciar spa-
zio nelle scritture da potervi
scrivere asuotempo— fig. Aver-
la bianca : non conseguire che
che sia — Mett del bianch in
d'ona pagina Lasciar del bian-
co in una pagina: allargare le
righe.
BIANCH DE GUSS D(EUV, DE L'CEUCC
Bianco di guscio d' uovo, del-
l'occhio o albugine.
BIANCH DE L' ONGIA. Lunetta (nel-
l'uorao) — Tuello (nelle bestie).
BIANCH D'CEUV. V. Ciar d' oeuv.
BIANCH DE SBIANCA. Bianco : ma-
teria di color bianco colla quale
6' imbiancano le mura.
BIANCH D'OSS- Tenerume.
BIANCH (C(EUS IN). Lessare — Tro-
tare : di pesci.
BIANCHERA. Trebbiano, Tribbiano
fiorentino: uva bianca.
BIANCH-E-ROSS (VESS). Esser latte
e rosa: di carnagione.
BIANCH-E-ROSS- Trombetta, Trom-
bettiere. La bandiera munici-
pale di Milano è bianca e rossa;
le assise dei trombetti munici
pali imitano la bandiera, e di
qui tal loro nome fra il popolo
— Banditore — Anche, i Trom-
betta de la cittàa.
BIANCHETT. Gesso o Pietra da
sarti. Micio suole chiamarsi an-
che comunemente , e quando è
ridotto in polvere si chiama
Polvere di micio— Bianchetto:nel
sasso da calce è quello che ri-
sulta poco sodo e scegliticcio.
BIANCHETT. Melata, Melume : ma-
lattia che attacca alcune piante,
principalmente nella state, e
consiste in un trasudamento di
umore dolce dalle foglie, dagli
steli, dai fiori e dai frutti, per
cui imbiancano. Anche è detta
Manna.
BIANCHETTA. Camiciuola : vesti-
mento di pannolino o lana, che
si porta sulla carne o sulla ca-
micia, a maggior riparo dal
freddo. V. Rossetta.
BIANCHETTIN- Camiciuolina.
BIASSÀ. Biasciare , Biascicare,
Sbiasciare, Sbiascicare.
BIAVA. V. Biada.
BIBA- V. Bezza.
BIBIN per Riottin de la coronna
— per Bezzin^ sig. l, V.
BICC. Pedale, Pedano, Pedone,
Piede: il tronco dell'albero dalla
radice alla forcatura.
BICCER. Bicchiere. Parti: Bocca,,
Pè^ Orla^ Panscia^ FondJ Cùu —
Croppa del biccer^ Camicia del
bicchiere — de caccia ode viagg^
Bicchiere di cuoio — panàa^
diacciato o fatto a diaccio —
senza o cont el collarina senza
o con gorgiera — Cùu de biC"
cer^ fig. Gemma di Murano :
cioè falsa — chi fabbrica i Me-
cer^ Bicchier ajo — Biccer a ca-
liZj Calice, Bicchiere a calice —
col labro d' orJ messo a oro —
molàaJ arrotato — soli^ liscio —
lavoràa* martellato —groteschj,
scherzoso o di figure scherzose.
BICCER. Bagnatolo : queir arnese
che tiensi pieno d' acqua nelle
gabbie per gli uccelli ch'amano
diguazzarsi.
BICCERADA. Bicchierata: bevuta
di vino fatta tra molti allegra-
mente.
BICCIOLAN. Bozzolano : pasta di
varie maniere con zucchero,
uova e altro.
BIC
60
BIG
BICCIOLAN- Lungone; persona lun-
ga — Ghiozzo: persona semplice
e stupida.
BICCIOLAN (EL). Dito medio (II). An-
che Longhignan.
BICOCCA. Aicoiajo. Parti -.Bacchetta
Bardèrla o Pé, Fer^ Travers^
Birosu^ Baslottell — - de sarà suJ
pieghevole o da serrare.
BICOCCA- Ciondolare — Balenare.
Barcollare, Star male in gambe,
Andare a onde, Ondeggiare, Tra-
ballare , Barellare — fig. Dor-
micchiare — Tentennare, Stare
in tentenne.
BICOCCAD A. Barcollamento — Dagh
biccocad de UraJ Andar barcol-
lon barcolloni, Barcollando pi-
gliar tutta la strada.
BICOCCHIN (FA). Girare in tondo,
Far bindolo : giuoco che si fa
aggavignandosi in due per le
mani, e girando al tondo preci-
pitosamente.
BICORNIA. Bicornia: specie d'in-
cudine dipiano (massizz) stretto,
di corna lunghissime e per lo
più con codolo {eoa) che si pianta
in un cilindro di legno di piccol
diametro.
BIDAN. Pedano: sorta di scarpello
avente sulla grossezza la ralla
(ongia), il quale serve a inta-
gliare stretti e profondi canali—
Tagliolo: stretto scarpello a ta-
glio obbliquo, che serve a divi-
dere in due un pezzo sul tornio,
senza molta perdita di materia
— di bajonett de usSj Pedano
da incassar ferri.
BIDANIN. Becchetto: quel ferro che
verso la parte tagliente é ripie-
gato a squadra. Usasi dal tor-
nitore.
BIDÈ. Lavamano a scafa.
BIDELL- Bidello.
BIDELLA. Bidella.
BIDOJA. Specie di polenta mollic-
cia di farina di grano turco cotta
nell'acqua, insalata e regalata
di fagiuoli , foglie di cavolo, e
simili — Dì la bidoja^ vale Dire
il rosajo,in Vallassina.
BIDOJA (FA). Fare baldoria.
BIED. V. in Bieda.
BIEDA. Bieta, Bietola (Beta Tulga-
ris): pianticella, le cui foglie
chiamate pure biete, bietole
(bied), si usano in cucina e più
nelle medicazioni vescicatorie,
V. anche Erb^ Erbetta Cost.
BIEDRAVA. Barbabietola, Barba
(Beta ruba vulgaris): pianta er-
bacea, con foglie rosse e radice
bislunga — bianca,, Barbabietola
bianca, o bianco-rossa, o mo-
scatella (Beda pallida vivens
major) — bislongaJ Barbe dei
Cappuccini (Beta rubra radice
rapae) — gialda^ Bietola carota
o gialla (Beta lutea major).
BIELLA. Tegame. La voce mila-
nese trae da Biella, da dove ci
vennero i tegami la prima volta
— Mett dent in la biella^ Inte-
gamare.
BIELLADA. Tegamata.
BIELLASCIA. Tegamaccio.
BIELLATT, BIELLÉE. Tegamajo.
BIELLIN, Tegamino.
BIELLON. Tegamone.
BIELLOTT. Tegamotto.
BIFFA- Biffa: nome di due sottili
aste di legno, o anche due can-
ne , segnate in parti di una de-
terminata misura , come di me-
tro, piede, o altra. Le biffe dal
perticatore stesso, o anche da
uno o da due assistenti soste-
nute ritte verticalmente su due
punti da livellarsi. Nelle Biffe è
inferito lo Scopo o Mira che si
dica. Anche sono dette Palinn,
Paletti.
BIFSTECCH. Bistecca : larga fetta
di carne, tagliata dalla culatta
o d'altronde, poco arrostita
sulla gratella {graticola) o al-
trimenti, e che si mangia cosi
guascotta. Voce dall' inglese
BeefsteaKs (fetta di manzo).
BIGA. Biga: cocchio a due ruote;
cassa (scocca) ovata, nella quale
si entra da tergo, ove è tutta
aperta; scoperta; senza sederi;
con timone breve, tratto da due
cavalli. Se da quattro dicesi
Quadriga: se da sei Sestiga . Tale
è quella che abbiamo sull'Arco
della Pace , il maggior monu-
mento di bronzo, pesando i ca-
valli degli angoli ciascuno 16;553
BIG
61
BIG
libbre milanesi; e quei della se-
stiga 18,529, modellati da Gio-
vanni Putti; il carro e la statua
della Pace libbre 63,381, model-
lati da Abbondio Sangiorgio e
fusi a vari pezzi dai fratelli
Manfredini: col lavoro di sette
anni e la spesa d'un milione.
BlGATT. V. Cavaler.
BIGATTÉE. Bacajo.
BIGATTERA- Bacaja.
BIGATTERA. Bigattaja, Bigatteria,
Bacheria, Bigattiera.
BIGIA. Sbirbare, Marinare, Salare ,
la scuola, la messa, il dovere,
la lezione. Fare un buco.
BIGIADINNA (DÀ o DAGH ONA). Lo
stesso che Bigia.
BTGIADOR. Salatore: che manca
alla scuola, ecc.,o copia il do-
vere, ecc.
BIGIN. Chiamano nelle scuole quel
libro stampato o no , sul quale
sono da copiarsi i doveri; e per
lo più dicesi di traduzione dal
latino o dal greco in volgare.
BIGIN. Bacino: dim. vezzegg. di
Bacio. Voce infantile.
BIGLIA o BALLA. Palla: nome di
quelle palle d'avorio, rotondis-
sime , lustre per giocare al bi-
gliardo — Ciappà la biglia^ Co-
gliere la biglia — Mettes con la
biglia., Achittarsi, Dar l'achitto
— Vess in biglia^ Essere in pal-
la: avere la propria palla pa-
rallela con quella dell'avversa-
rio — anche, FiSsere in palla:
non fallir colpo, cogliere ad
ogni colpo, essere in buona di-
sposizione per giuocare al bi-
gliardo — Vess minga in balla
o già de ballaJ Non essere in
palla, Non aver punto di palla,
Non sentirsi o Non essere a
giuoco — Balla ferma o treggia,
Palla ferma. Tale è dichiarata
da chi n' ha interesse quella bi-
glia che dopo la corsa del colpo
ricevuto si sofferma quasi ra-
sente la buca; dichiarazione
priva di valore il successivo
suo cadere in buca se anche
avviene — ciappà on quart de
balla^ ciappà mezza ballaj Fa
balla resta J Pigliare la palla a
cusè o a resto o di arresto — Fa
balla o busa ^ Far biglia: man-
dar la palla dell'avversario in
qualche buca — Fa la ballaJ Fa
cor tutt e 6j0 i ball^ Sbigliar-
dare: dall' esser troppo vicine
le palle, sicché quella del bat-
tente non può subito arrestarsi,
se non percuotendola in testa
— Ciappà fìnna o on fxl la balla^
Sbucciar la palla: prender male
con la stecca la palla dell'av-
versario — Tajà la balla j Pi-
gliar la palla obbliquamente:
farla girare in modo che de-
scriva una linea curva; il che
si fa quando si vuol prendere
la palla dell'avversario, mal-
grado i birilli che la coprono,
quindi il taglio o effetto in den-
tro o il taglio in fuori (el tajin
denter o in foeura). strusà ona
biglia in on1 altraj Frisare una
palla in un'altra.
BIGLIARD. Bigliardo, Biliardo:
giuoco — Stanza del bigliardo
— per Truce * V. Sponda Bricol-
la^ Colonnitt,, Fassa^ Battuda*
zappèe^ Bus,, Borsa o Redioij
Balla., stecca „ Balin J Biglia^
OmenJ Cavalett^ Tavolazz^ Ga-
nassin^ casin^ FilottJ Carolina,,
Carambola^ pólJ Strusà (El).
BIGLIARD ÉE- Bigliardaio: fabbri-
catore e venditore di bigliardi
— Chi tiene giuoco di bigliardo
— per Marcador^ sign. 1.
BIGLIETT. Biglietto — Bullettino:
biglietto da passare al teatro,
࣠salire sui vagoni, ecc.
BIGLIETTARI. Bullettinaio : colui
che vende i bullettini all' in-
gresso dei teatri, alle stazioni
delle strade ferrate, ecc. — Chi
paga il bullettino ogni sera per
entrare in teatro; è voce di re-
lazione contrapposta ad Abo-
nàaJ V. — Creditore con vaglia.
BIGNA (VESS DE COCCH E DE). Es-
sere un tecomeco, un tamburi-
no : di uomo fìnto, doppio, e che
fa l'amico ad ambedue le parti
contrarie.
BIGNÈ. Frittella cotta nello strutto
o nel burro. Dal fr. Beignet.
BIGNONA. Lo stesso che catalpa.^.
BIG
62
BIR
BIGOLITT. Diavoletti , Diavolini .
Stoppini, Topazzoli: volgolo di
bambagia sul fil di ferro stretta
da filo di ottone . su cui si at-
torcigliano i capegli per arric-
ciarli.
BIGOLOTT.Merciadro, Merciajuolo.
BIGOTT, -TA. Bigotto, -ta.
BILIGOTT (I). V. Benis (I).
BILIGOTTA per Bagottora^ V.
BIGOTTISMO- Bigotteria.
BILA- Bile.
BILANCIER. Bilancia : quella parte
dell'orologio posta in bilico con-
tro la faccia esterna della car-
tella inferiore , parallelamente
alla medesima, in comunicazio-
ne colla serpentina [serpentin-
wa), di cui va interrompendo e
moderando il movimento. Parti:
Crosera,, Assa o Bacchetta., As-
siett^ Aletta Spirali.
BILÒ. V. Smirold.
BILCEU BILOCEU. Lo stesso che
Blceublceu^ V.
BILGEU- Pulcino, V. Poresin.
BILOS. Bilioso.
BIN Bacino: bacio da bimbo. La
milanese è voce infantile.
BINA- Accoppiare — Addoppiare:
raccorne insieme sur uno stesso
gomitolo i fili di due o più ma-
tasse, o fusi o rocchetti.
BIN ADOR,-RA. Addo ppiatore,-trice:
chi addoppia la lana sul filatojo.
BINADÒRA. Addoppiatojo : arnese
da addoppiare le fila della se-
ta, ecc. V. eros, sign. 1.
BINADURA. Addoppiatura : rad-
doppiamento della seta. «
BINDA. Benda.
BINDSLL- Nastro — appenna nas-
sùu^ Stertino — de colon,, di filo
di cotone — de fil „ di filo — de
tiriseli V. Frisa — de lamia ^ di
lana o di stame — de rens^ di
rensa — d'Olanda^ di filo di e-
strema finezza, di Olanda —
franzè frangiato — lustrinaa^
lustrino, imitante il lustrino —
operàa, a opera — rasàa o sa-
ten rasato: imitante il raso —
soli^ non a opera, piano, puro
— tafftà imitante il taffettà —
velàa^ imitante il velo.
BINDELL (FÀ). Far girandola : agi-
tare a tondo un tizzoncello in-
fuocato, il quale cosi tramenato
dà idea di un nastro fiammeg-
giante.
BINDE LLEE, -ERA. Nastraio, -aja.
BINDELLIN. Bindellino: specie di
diorite ossia di marmo allistato
a più colori che si trova in più
luoghi dei nostri monti, e spe-
cialmente nel!' alveo del fiume
Varrone in Valsàssina nella pro-
vincia di Como.
BINDELLINNA (ERBA). V. Erba Un-
dellina.
BINDIN- Bendella — Benderella.
BINDOLERÀ (A). A brani, A strappi,
A brandelli, Rimbrencioloso, A
rimbrèncioli.
BINOTT per Tomboli de gaietta V.
BIOBIÒ. Radicchio bianco, Radic-
chino: il comune radicchio (zuc-
coria) sotterrato nella rena in
cantine, e cosi privato della
luce, è reso meno amaro , ma
insipido. Si mangia in insalata
nel verno. Anche, Barbetta^ Zuc-
cona bióbiò.
BIOLCA. Bifolca, Corba: quanta
terra si può lavorare con un
pajo di buoi in un di.
BIOLLA. Lo stesso che Bèola (al-
bero) V.
BIOND. Biondo — Deventà bionda
imbiondire — Tra al bionda
Biondeggiare — A l'ultimm o A
quell bionda A tutta parigina, a
tutta usanza, All'ultima moda.
BIONDA. V. CioccaJ sign. l.
BIOTT. Nudo, Gnudo, Ignudo —
biottisc^ Nudo nudello, Nudo
bruco — fig. Trito: di povero
— Pulcino implume.
BIRA- Birra — de marZj marzolina
— doppia doppia — piccola ^
Birretta o Piccola birra — èlJ
Birra dolce, Él dall'inglese Ale
— nostrana^ nostrana — de li-
rnon^ de fambrós^ di limone, di
lamponi.
BIRARIA- Birreria.
BIRBA. Birba, Birbo — Batt la
birba ^ Andar in birba: vivere
limosinando o oziando — per
Birbonscell (vezz.), V.
BIRBADA- Birbanteria, Birbata.
BIRBARIA. Birbata — Monelleria.
BIR
63
BIR
BIRBIN, BIRBINETT per Carrettini,
Sigli. 2, V.
BIRBONSCELL. Furfantello (in senso
tristo e vezz.).
BIRBOTT. Birbone.
BIRÉE. Birrajo.
BIRERA. Birraja.
BIRIBARÀ- DOVE CON PUSSEE SE VED,
MEN S'IMPARA (EL GKEUGH DEL).
Il giuoco del biribara, dove chi
più vede meno impara: dicesi
di cosa imbrogliata e oscura.
BIRIBISS-Biribisso, Biribissi. Giuoco
di sorte , il quale si fa tra un
banchiere e quanti giuocatori
si vogliono. A far questo giuoco
si sogliono adoperar certe pal-
lottoline forate per lo lungo, in
ciascuna delle quali s'introduce
un numero dall'uno in su pro-
gressivamente. Tali numeri sono
più o meno, secondo le diverse
usanze dei diversi paesi, e cor-
rispondono ad altrettanti se-
gnati sopra un tavoliere in se-
parate caselle dipinte a ligure
umane e animalesche. Vincitore
è quegli che, avendo messo una
moneta sopra un numero, ha la
fortuna che il numero medesimo
sia cavato dalla borsa o dal-
l'urna, ove si pongono e si agi-
tano lepallottoline suddette. La
vincita è regolata in questa
proporzione, che se, per esem-
pio, i numeri sono 36, come si
usa tra noi, il banchiere paga
al vincitore 32 delle monete.
BIRIBISSANT. Giuocatore di biri-
bisso
BIRICCHIN. V. Bericchin.
BIRIDffiU, -OEURA. V. Ciridira.
BIRILÒ. Lo stesso che Ro ssa (Gizc-
gà a la Manca e la), v.
BIRLA, BIRLO. Palèo, Fattore, Stor-
nello: cosetto a imbuto (pedriceu)
massiccio, di legno a strie {righ)
o no nel corpo, col quale giuo-
cano a frusta i ragazzi. Il Burli
o Pirli o Sgurli o Sgorli dei
Friulani, o il Ghira dei Luga-
nesi — Andà foeura del dirlo_,
FiG. Dar nelle stoviglie o ne' lu-
mi: fortemente adirarsi —Andà
già del dirlo. Cascar di collo,
Uscirò Cadere di grazia o dallo
staccio a... di quando si perde
l'opinione o l'affetto d'uno —
V. Bardelà.
BIRLA, BIRLO- Palèo d'osso: co-
setto poligonio , fatto d' osso o
d'avorio, co' numeri sulle facce
e con perno su cui gira. Trastullo
detto anche Tir apaga.
BIRLA, BIRLO. Trottola: cono di
legno con ferruzzo piramidale
in cima , col quale i fanciulli
giuocano facendolo girare con
lo sfilare una cordicella avvol-
tagli intorno. La stritmmola dei
Siciliani. — Far cappellaccio: di-
cono i fanciulli quando vogliono
far girare la trottola, ed essa
percuotendo in terra col legnac-
cio (el legn del dirlo) e di co-
stato non gira. V. Boria {Giugà
a sparpaja, ecc.)
BIRLÀ. Girare — Trottolare — Ro-
tare — Fà dirla vun, fig. Far
alla palla di uno: prendersi
giuoco crudele di lui — V. Bar-
delà,
BIRLENT. V. Imdirlent.
BIRLIN- Trottolino : fondello {fon-
din) che si fa rotar colle dita,
prendendolo per lo stecco che
vi s'introduce in un forellino.
BIRLIN DE STRENCIRffiU. V. Zìrlin.
BIRLO. Fusaiuolo, Rotella, Verti-
cello. Torticelo: piccol disco di
legno o d'altro, bucato nel mez-
zo, cui le filatore e torcitore
mettono sul fuso, perchè aggra-
vato, ruoti più unitamente e non
iscatti.
BIRLO, per Ranna . sig. 3, V.
BIRLO CHINES. Palèo alla chinese:
cosetto che aggiunto su d' un
tavoliere ove stanno per ritto
vari birilli figurati , va a dar
dentro in essi per farli cadere;
e secondo usi ed accordi, fa
perdere o vincere i giuocatori
che lo fan roteare.
BIROCC Biroccio: specie di car-
rozza a quattro ruote.
BIRffiU Pirolo, Bischero: legnetto
congegnato nel manico del liu-
to, o d'altro simile istrumento,
per attaccarvi le corde e ten-
derle e allentarle, girandolo per
uno o per l'altro verso — Piro-
BIR
64
BIS
ne: nome di quei ferri che nei
cembali, nelle arpe, e simili , si
conficcano per avvoltolarvi at-
torno le corde — Mastiuolo: ca-
vigliela di legno che serve per
congegnare i vari pezzi di un
lavoro — Stecco : nome di quei
chiodi di legno che servono per
congegnare i tacconi delle scar-
pe, V. Sbrosciora — Manellino:
ognuno di que' covoncini in che
si manda un covone (basgia) di
lino per cardarlo. Due di questi,
cardati che siano e intrecciati,
formano un lucignolo {elza) —
per Legnoeu.. sig. l, V.
BIRCEU- Ftegona: servitoraccio —
Biroeu de la festa^ Domenichino:
nome di quei servitori che certe
signore di poco conto prendono
a pago solo la domenica (onde
Domenichino), e che sei condu-
cono dietro dietro, per compa-
rire da qualcosa. La voce figur.
milanese Biroeu^ in significato
di Domenichino viene da ciò,
che, siccome il pirolo (biroeu)
tira su le corde del violino, e
simile, così quel servitore tirava
su e sosteneva lo strascico (eoa)
della vesta della padrona, quan-
do questa s1 apparecchiava al
passeggio, o già vi era. V. an-
che Andrej a e Meneghin.
BIROLATT. Caldarostajo, Brucia-
taio. Anche, Borolatt.
BIS. Bircio, Bilurcio, Balusante:
di corta vista, Chi ha cattivi
lucci — fig. incollerito — Vess
bis^ fig. Aver gli occhi tra i
peli: essero ancora tra il sonno
— Anche diciamo Tobis To-
biceula^ Tiorba^ Tiorbon ^ To-
bisoeu.
BISA- Quella tinta che i pittori tea-
trali danno alle tele già dipinte
per sdipingerle e servirsene per
nuove dipinture.
BISABOSA. Scorbio, Imbratto — Pa-
nicolajo: dicesi di composizione
o altro dove non ci sia nè capo
nè coda, ma confusione e poco
sapere, e di qualche altra cosa
o luogo dove sia confusione e
imbroglio — On bisabosa d' ona
pittura,, Una pittura fatta colla
granata: uno scorbio, un im-
bratto di pittura — Vess on bì-
sabosa^ Essere come il pesce
pastinaca : di cosa o composi-
zione senz'ordine, nè garbo, e
che non ha nè principio nèfine;
a cui insomma... Spectatum ad-
missi risum teneatis amici?
BISACCA. Bisaccia.
BISATO. Lo stesso che Bissettin-
na> V.
BISBETEGH. Bisbetico.
BISC- Ricciuto — Lucignolato.
BISCA. Rodersi, Popparsi di rab-
bia, Andare in bizza, Marinare,
Assaettarsi: rodersi di rabbia —
Rodere: di uno a cui s'è fatta
tenere — Bisca! Rodi!
BISCANTÀ. Cantacchiare — Can-
tazzare.
BISCAV, BISCAVEZZ. Difalco: quelle
dodici libbre grosse che si leva
del peso totale di un intero as-
sortimento (ona sort) di cacio
parmigiano (formagg de gran-
na) da chi lo compera; e ciò in
compenso della roccia (vestii)
che riveste ogni forma, la quale
tolta via, monterebbe a non
meno di tanto.
BISCAZZA, per Scocca., sig. 1, V.
BISCIA. Arricciare.
BISCIGEU. Ricciutello, Ricciutino.
BISCION. Ricciottone.
BISCIOTT. Ricciotto: alquanto ric-
cio.
BISCLANCIA, per Scocca^ sig. 1, V.
BISCOCCA, per Scocca^ sig. l, V.
BISCOL, per Martelett^ sig. 3, V.
BISGIO. Giojello — El to disegn l'è
on vero bisgió , Il tuo disegno
pare finito col flato — per iro-
nia, Gioja, Bella gioja: di per-
sona, quasi tacciandola o di
malizia o di dappocaggine o di
qualsivoglia altro vizio o man-
camento. Si dice talora altrui
senza ironia — Arnesaccio trin-
cato: soggettaccio scaltrito.
BISGIÓ. Margine, Steccone: nome
di que1 regoli, per lo più di lega
metallica, che si frappongono
fra le pagine della forma, e fra
essa e i lati del telajo, onde nel
foglio impresso restino i corri-
BIS
BIS
spondenti margini, cioè glispazii
bianchi intorno a ciascuna pa-
gina. Anche dicesi Stella.
BISGIORELL, -OTELL. Giojuzza, Gio-
jetta. In tutti i significati di
Bisgió, V.
BISGIOTTARIA. Bigiotteria: lavori
gentili di oreficeria, quali le le-
gature d'oro, delle gemme, come
le anella, gli orecchini o pen-
denti, i polsini, i picchiapetti, e
l'altre sorta di giojeili; il suo
opposto è Grosseria.
BISGIOTTIER. Bigiottiere.
BIS1À. Lo stesso che BesiàJ V.
BISIJ. Lo stesso che Orligh^ V.
BISIN.Lo stesso che Bigin^ Bin. V.
BISION- Lo stesso che Avi^ V.
BISLACCA (A LA). A casaccio, Alla
ventura, A fanfera: negligente-
mente — Al bacchio , Alla ab-
bacchiata: senza maturo giudi-
zio ed esame.
BISLACCH. Casaccio: di chi non ri-
flette gran cosa — Tarchiano:
di persona goffa.
BISLONGON, per FiribusJ sig. 2, V.
BISGEU- Sciame: moltitudine di api
che vivono insieme. Anche di-
cesi Rose d'avi — V. Butta ^
sig 4 — Arnia, Alveare, Bugno.
Melario: cassetta da pecchie —
El sit di bisoeu^ La bugnerec-
cia. Anche dicono Avicc ^ Vas-
sell ^ Vassella — V. Car senza ^
sig. l.
BISffiU, per VespèeJ V.
BISOGN (EL o I). Gli agi del corpo.
BISORGNA. V. Pisorgna.
BISORGNÀ. V. Pisorgnà.
BISQUINCI. Anitrino: di chi cam-
mina dimenandosi — Arida in
bisquinci^, Squinciare , Squin-
dare.
BISS. Pidocchio — Andà a biss^
Impidocchire, Impidocchiare —
Pien de biss J Pieno di fastidio.
BISS. Bl, Biss: per domandare che
sia replicato ne' teatri per lo
più un'azione scenica, ecc. È il
latino Bis.
BISSA Biscia — Serpe — Vipera —
Andà in bissa., Andare a biscia:
cioè torto , tortoglione come
serpe — Met'es la bissa in senJ
fig. Allevarsi la serpe in seno:
Banfi , Voc.
beneficar uno, che poi, benefi-
cato, abbia a mancarti — fig.
Vipera, Serpe : di persona ar-
rabbiata a guisa di serpe, al-
tera e minacciosa.
BISSA inabissare — Bissa vun coi
ceucc^ fig. inabissare uno collo
sguardo e quasi cacciarlo in
fondo, sfolgorarlo, sperperarlo,
disterminarlo. Sinoti che la voce
vernacola origina da Abisso —
Robb che bissa l'aria^ Cose che
finano l'aria: per esagerazione,
quasi voglia dirsi che finiscono
l'aria, o che superano la quan-
tità dell'aria.
BISSA. Andare a biscia: a modo
di biscia.
BISSA BISSORBOLA, per OrbesìnJ V.
BISSABOVA. Turbine: confusione di
venti.
BISSACAN- Lo stesso che Pissacan.
V. sig. l.
BISSA D'ACQUA. Vipera acquaiola,
Biscia acquajola Natrice (Colu-
ber natrix): specie di serpe. An-
che detta Bissa ranera.
BISSA DE FffiUGH. Serpe: sorta di
saltarello che si spicca come
ondeggiando da' fuochi artifi-
zi ati.
BISSA RANERA V. Bissa d'acqua,
BISSARCEUSA. Lo stesso che Cer-
caria.
BISSA SCDDELLERA. Testuggine. Bot-
ta scudellaja (Testuto orbicola-
ris o lutaria): animale terrestre
e acquatico, che ha quattro
piedi e cammina lentamente, ed
è tutto coperto di una durissi-
ma coccia. La qual coccia la-
vorata in pettini, scatole, e si-
mili, è detta da noi Tartaru-
ga^ V. — Scampa o Viv dedrèe
di biss scudeller^ Andar in là
cogli anni.
BISSETTA. Bisciolina.
BISSETTINNA, BISSETTA. Cecolina,
Cria (Muroena coeca): l'anguilla
na che ci viene in barili, ripie-
gata a serpicella, infilzata in
istecco, e marinata.
BISSON. Biscione: gran biscia.
BISSON. Biscione : lo stemma du-
cale dei nostri Visconti. Un Ot-
tone Visconti ^Vice-conte) alla
5
BIS
66
BOA
prima crociata uccise un gi-
gante, e gli tolse il cimiero che
figurava un fanciullo in bocca E
a un drago {bisson)\ divenuto
poi stemma di quella famiglia,
poi della nostra città. Così la
cronaca.
B1STER. Bistro, Fuligine : colore
bruno di cui si servono i pit-
tori disegnando; e non è altro I
che fuligine (carisna) prepara-
ta. Dal francese Bistre.
BIUMM. Alburno: quella parte del
legno che trovasi immediata-
mente sotto la corteccia, di con-
testura floscia, sbiadito e meno
pesante del legno propriamente
detto.
BIVACCA. Dormire a campo o al-
l'aria, Serenare. Parola che ci
ha lasciato Napoleone I.
BIVACCH. Campo — Vess al bi- ,
vacch. Lo stesso che Bivaccà.Y.
BIVOLTIN. V. Cavaler bivoltin.
BJZZARR. Fior d' aliso , Fioraliso }
Battisegola, Battisuocera (Cen-
taurea cyanus): fior campestre
di color azzurro o bianco, comu-
nissimo fra il grano. Detta an-
che Moneghetta — Anigella, Sca-
pigliate, Damigella, Capelli di
Venere, Barba di cappuccino,
Zampa di ragno, Scompigli, Fan-
ciullacce, Streghe, Scarmigliate
(Nigella damascena): pianta an-
nua ; trovasi nei campi fiorita
di giugno; è proposta per le
terzane e per promuovere T es-
pettorazione e le altre separa-
zioni; il seme, è nero e un poco
caustico, e per aver l'odore di
fragole {magìoster)è adoperato
per dar l'odore ai sorbetti.
BLANDURA.Piacevolezza; Dolcezza
nel tratto.
B1ANMANSGIÈ. Biancomangiare:
gelatina fatta bianca con lat-
tata di mandorle dolci e zuc-
chero.
BLEÙ. Blù, Turchino — scurJ Bru-
no — barbò ^ Pieno azzurro —
sielj celeste.
BLISTER e BLITTER. Burattino, Va-
nescio: uomo di tutti i colori —
Mantello rivolto: di chi ha cam-
biato opinione , parte , ecc. —
per Balottin. V. Voce dal fran-
cese Bèlitre.
BLOCCÀ. Bloccare — vicn^ fig. Co-
gliere, Arrestare, Fermare , Af-
frontare uno — Bloccare : far
biglia con colpo forte, ridurre,
per cosi dire, ad assedio le palle
dell' avversario — per Fà on
bloccìi. V. in Blocch.
BLOCCH. Blocco — Blocco • fig. di-
cesi del far biglia con colpo
forte — de mesura J di misura:
far biglia con colpo misurato,
che appena giunga alla buca e
vi cada — Blocco, Cionco — Fà
, on blocchi Fare un cionco :con-
s trattare varie cose diverse tut-
te insieme, dando loro un prez-
zo cosi a occhio e croce, ma
^ sempre inferiore a quello che
costerebbero chi le vendesse
alla spezzata.
. BLffiU BLffiU. Billi billi, Bilie bil-
ie: il modo di chiamare e acca-
rezzar le galline.
! BLONDABlonda: specie dimerletto
3 {pizz) di seta fatta sul tombolo
1 {borlon) co' piombini {ossiti).
_ BLUSC Blusa, Camiciotto: soprav-
veste di tela o d'altro, ad un
i solo o più colori, dà al ginoc-
chio con tasche nel petto, affib-
biata alla vita per una cintura
B ed abbottonata lungo lo sparato
I {fessa).
x BLUSC per Sblusc o Sbluscia. V.
e BÒ- V. Boeu e Manz — de mazza^
Bue da macello — V. Nodrumm
e Grassa — d'or fig. Bue d' o-
0 ro : dicesi di ricco sfondolato,
ij ma stolido e ignorante,
o BOA. Boa: stretta e lunga striscia
di pelliccia fina, cucita per lo
a lungo in fondo col pelo al di
fuori ; portanlo d' inverno le si-
gnore facendogli dare uno o due
/ giri intorno al collo.
!" BOA per Scighera. V
BOÀA. Granchio di scorza tenera:
L_ cioè colto in tempo che sta rau-
_ tando la scaglia.
BOÀA o BOAR o EOARON (AVEGH).
t_ Aver pieno il fuso: presso i
_ giuocatori, avere gran giuoco,
i- BOADFÈR. Legno ferro.
- EOARESCIA. Armento di bovi.
BOA 67 BOC
BOARINNA, BOAROTTA, BOASClA5ecc.
V. Bovarinna J Bovarotta Bo-
rasela., ecc.
BOATT, BOATTA, BOATTON, ecc. V.
Bovatt^Bovatta^ Bovaiton^ ecc.
BOBÀA, BOBARIA. Bua, Buicinarvoce
infantile, indicante male, malo-
re — Gh' ìian fàa bobàa Gli
hanno fatto la bua.
BOBBA. Basina: minestra.
BO BO. Bu bu: voci imitanti 1* ab-
bacar del cane.
BOBO. Bombo : voce colla quale i
bambini chiamano la bevanda
— Fa bobó^ Bombare, Bombet-
tare, Far bombo.
BOCC, plur. di Boggia. V.
BOCC Cassule (Le) del lino.
BOCCA- Bocca — Bocca a la bornia
o Bonna 'boccaJ Abboccato e se-
gnato : di quegli a cui piace ogni
sorta di cibo, e ogni altra cosa —
/ìnwa_,Boccuccia: di persona che
non ama ogni sorta di cibo —
L'è ona bocca fìnna^ È boccuc-
cia — fresca^ Bocca fresca: di
chi è dilicato nel mangiare, di
palato fino — sfogonada o a
squella o che fa zerimoni o l'a-
mor cont i oregg , o granda co-
me el forna del prestiti di
ScansCj Bocca svivagnata, da
forno, da mangiar fichi piattoli,
grande come il forno delleGrucce
(el prestili di Scansc) V. Manzoni,
Cap.XIl — Desgiustd o Giusta la
boccaJ Guastare o Racconciare
il palato — Cont la bocca in
giò j, Bocconi, Boccone — Cont
la bocca in su^ Supino — Fà
bocca de piang. Lo stesso che
cazzùu (Fà). V. — Fà la bocca
flnna ai oregg ^ Mandarsi la
bocca agli orecchi, Far bocche
fino agli orecchi: ridersi d'al-
trui, o sparlarne con qualche
fondamento — Fass de bonna
boccaJ Farsi bello o buono di...
— Giontagh de boccaJ Metter di
bocca: dir più che non è —
Mett la bocca,, Por bocca a una
cosa: parlarne — Nettass la
bocca fig. Sputar la voglia,
Leccarsi i barbigi: di cosa che
non èi per noi — Robbà la pa-
rolla fozura de bocca j Furare le
mosse: prevenire altrui in dire
o fare che che sia — Slargà la
bocca,, fig. Sbraciare: largheg-
giare o in fatti o in parole —
Stoppà la bocca a vun^ Dar
sulla bocca : farlo tacere —
Sguercià la boccaJ Fare boc-
cacce : contraffarsi storcendo in
più guise la bocca — per Bar-
bettà. V. — Stortà la boccaJ Fa-
re la bocca mucida , Torcere,
Sbiecare la bocca — Vess alt
de ciel de bocca e spazios de
ganassJBssere abboccato: man-
giar molto e di ogni sorta di
cibo. A questi tali le nostre ma-
dri sogliono dire : Ch' el Ciel te
conserva la vista! — scars de
bocca j Di mala bocca: per ce-
lia sempre dell'uomo, non mai
per celia delle bestie quando
mangian poco e di mala voglia
per qualche magagna interna
BOCCA. Bocca: dell'apertura di
molte cose, come di camino, di
fucile, di forno, di mantice, sac-
co, vaso, artiglierie, e simili.
BOCCA- Bocca, Abboccatoio: 1' a-
pertura della fornace per la
quale si introducono le legna
ad ardere — Bocca mortaJ Boc-
ca morta : quella parte della
bocca delle fornaci fino alla
quale aggiunge il loro muro.
BOCCA- Bocca : nelle forme di ca-
cio lodigiano (formagg de gran-
na) è quel loro lato più con-
nesso che è l'ultimo a formarsi
nella caldaja. Lato che per tale
convessità, posata che sia in
piano la forma, riesce il supe-
riore.
BOCCA. Bocca: quel vano quadri-
lungo che vedesi di faccia tc$
la canna e il piede d'una canna
d'organo; dal quale vano esce
il suono.
BOCCA. Bocca, Imboccatura, Foce,
Sbocco — magistral o modella-
da^ V. in Onza d'acqua.
BOCCA. Bocca: di cosa rotta —
Strivaj che derven certe bocche
Stivali che aprono certe bocche:
rotti.
BOCCA. Abboccare: accettat e sen-
z'indugio un partito che ti paja
BOC 68 BOC
buono — tusscosSj Tirare a un
lui: dicesi d'uomo che tira a
/ qualunque meschino guadagno
— Abboccare: prendere colla
bocca; per lo più di pesci.
BOCCÀA. Boccale: una delle mi-
sure dei liquidi — Vess on toc-
caci rott figur. Esser una
conca fessa: di chi abbia poca
sanità — Toeu el vin a boecàa^
e ora al liter_, imbottare o Be-
vere all'arpione: di chi compra
il vino a minuto di giorno in
giorno. Il dettato viene da chi
lo metteva in fiaschi di vetro,
e usava appiccarli a un arpio-
ne {canchen).
BOCCÀA per Orinari, v. — Andà
in polver de boccàa o a fà ter-
ra de boccàa,. fig. Andare a far
terra cavolina , Far bocchino:
morire.
BOCCÀA per Boccam mJ V.
BOCCADA- Boccata — Ciappà ona
boccada d' aria * Prendere una
boccata d'aria, Asolare, Pi-
gliare un po' d'asolo — Vomita
ooccad de sangu. Far 'boccate
di sangue.
BOCCA DE DAMA. Bocca di dama:
pasta delicatissima, la cui so-
stanza è di zucchero, mandor-
le, uova, ecc.
BOCCA DE LA CAMPANNA. Bocca:
1' ampia apertura della campa-
na, la cui larghezza suoi essere
uguale all'altezza della campa-
na, non compreso il manico.
BOCCA DEL STOMEGH. Forcella dello
stomaco, Arcale: quell'osso del
petto o sia cartilagine, detto
così, perchè sta a guisa di
arco.
BOCCA DE SORA D'ODI FORNELL.
Buca, Fornello — denanz„ Fine-
strella.
BOCCADDRA- Tralciaja, Tralciajo-
la: l'unione di più tralci (trós)
da frutto intrecciati , o attorti-
gliati — Collo della tralciaja:
la parte della tralciaja che si
fa accavalciare, e si lega sul
ramo dell' albero, che serve di
sostegno alla vite.
BOCCAGNOCCH. Boccagno, Bocca
di gnocchi: di chi ha sempre la
bocca aperta cosi che pare vi
aspetti un gnocco; anche dicesi
di stupide ed ebete.
BOCCALÀ, BOCCARÀ, Cioncare, Trin-
care.
BOCCALAMM. Lo stesso che Boc-
chirceula. V.
BOCCA MAGISTRAL o MODULLADA-
Bocca magistrale o secondo il
modulo (modul) milanese: il
vano rettangolare dal quale
sgorga l'oncia d'acqua magi-
strale nelle irrigazioni milanesi;
esso, frapposto fra due trombe
(tromb), è costruito d'un pezzo
solo di pietra o di legno, erto
once 3 (metri 0,1487).
BOCCAMM- Boccame : pezzo collo-
cato quasi nel mezzo della parte
superiore della cartella della
forma dei caratteri da stampa,
e aderente in gran parte al
pezzo lungo e in minor parte al
bianco.
BOCCARADA DE VIN. Tirata di vino.
BOCCARESSA. Storta da donna: vaso
di vetro con collo brevissimo e
ovale, che serve d' orinale a
certe donne malate.
BOCCARIN DE L'OLI. Utello: vasetto
di terra invetriata a uso di te-
ner olio.
BOCCARINNA e BOCCALINNA. Boc-
cale: vaso di terra cotta, per
uso e misura di vino, e di cose
simili.
BOCCASCIA. Boccaccia — Sbocca-
to : di chi parla senza rispetto
al pudore — Boccalone : chi
ciarla senza garbo, nè discre-
tezza—Per canzonatura, Chi ha
la bocca troppo larga.
BOCCH. Bocche: persone — Nun
semm sett bocche Noi siamo
sette bocche in famiglia.
BOCCH! (ALT I). Fermo lì! Alto! A
modo !
BOCCH. Cionconi: strumenti a uso
di tirar verghe nelle ferriere.
BOCCH DE LEON- Bocca di leone ,
Capo di bue, Capo di cane, Lino
dei muri, Violacciocco salvatico
( Antirrhinum majus ) : pianta
sempreverde , a steli ramosi ;
foglie liscie intere; fiori a spiga,
rossi, porporini e bianchi.
BOC 69 BOC
BOCCHE- Mazzo, Mazzetto di fiori.
BOCCHELL. Turaccio, Turacciolo —
per Pennirosu.V. — de bottegUa,
Bocca.
BOCCHELL. Abboccatura: quella
parte di vaso a cui si accosta
la bocca per bere — Boccino-
lo: quel vuoto nel candeliere,
nel badile, e simili, ove si mette
la candela, il manico, ecc. —
Mela, Cipolla: specie di palla
stiacciata e foracchiata del-
l' annaffiatolo (dacquador) , che
spande minutamente P acqua —
Luminello : cortissimo cannello
metallico , per lo più di {latta
[tolla), amovibile, tondo o stiac-
ciato, in cui è infilato il luci-
gnolo {stoppili) del lume a mano
{lumm), piano e piatto.
BOCCHELL per Bocchetta^ sig. 3,V.
BOCCHELL, -LIN. Bocciolino.
BOCCHELL, -LIN. Bocchetta magi-
strale o secondo il modulo. La
bocca magistrale {bocca rnagì-
stral) se di piccola dimensione.
BOCCHETTA per Bertanell. jV. —
Rocchina: nome di tre pali pian-
tati verticalmente nel centro
della piazza (spiazz) della car-
bonaia (cartonerà) , collegati
con ritortole (stroppai) , contro
i quali son collocate le legne
(pojatt) da carbonizzare, il tutto
ricoperto dalla pelliccia (sci-
spit).
BOCCHETTA. Fascietta : sottil la-
mina di ferro o d' ottone, ripie-
gata su di sè in forma quasi di
cerchio o di ciambella, la quale
serve per tenere ben ferma la
canna nelle casse dei fucili ,
delle pistole, ecc. Parti: MiraJ
Canalin. Anche, Bocchetton.
BOCCHETTA. Boccajuola: piccola
apertura che si fa negli argi-
nelli de' prati marcitoj e delle
risaje a fine che l'acqua venga
dilatandosi misuratamente. An-
che dicono Bocchelli
BOCCHETTA. Buca : larga incava-
tura che attraversa il ceppo
(legnazz) d'una pialla (pianiti)',
termina nella feritoja (fìlett),
nella quale , mediante la bietta
(chignoeu), è fermo il ferro —
Bocchetta: lastrina fermata nel-
lo stipite d'una porta o d1 un
armadio, o simile, e nella cor-
nice de' cassettoni (eternò), ec,
nel cui pertugio entra la stan-
ghetta (cadenazzceiù) della top-
pa (saradura) nel serrare —
Sfogatojo, Bocchetta: ne' forni,
la finestrella con serrarne di
ferro dalla quale il fornajo ,
senza aprire il chiusino [bocca),
spia se il pane cuoce — Fine-
strella : nei fornelli è la bocca
dell'apertura sul davanti, alla
quale si agita fortemente una
ventola {ventala) per ravvivare
il fuoco — Scudetto : specie di
borchia, o pezzo di lamina me-
tallica, con traforo per lo pili
conforme agli stessi contorni
degli ingegni (conlracc) della
chiave, e conficcato sui buco
dell'uscio, della cassetta, del
cassettone (cumò), e simili, per
agevolare l' introduzione della
chiave, e anche per ornamento.
BOCCHIN. Bocchino — de popola,
Bocchino da sciórre aghetti.
BOCCHIN. Bocchino: specie di corto
e grosso becco, di ebano, co-
perto di un'ancia nel clarinetto
— Bocchetta: l'imboccatura del-
l'oboè e simile, formata di due
ance posta l'una contro l'altra,
legate con refe all'estremità di
un corto cannello d'ottone —
Quella dell' oboè, fermata alla
superiore estremità di un lungo
cannello d' ottone , curvato a
collo d'oca, chiamato la serpe
— Bocchino : cannuccia di me-
tallo che si applica in capo al
ritorto dei corni , delle trom-
be, ecc., per intonarli.
BOCCHIN DE PIPA. Bocchino da
pipa — de scummaj di schiuma.
BOCCHIROìlULA. Biàsciolo, Boccac-
ci, Magliette (le), Bolle (le): di
quelle pustolette che vengono
agli angoli delle labbra, per lo
più ai bambini. Credesi che sia
un malore attaccaticcio, e che
piglisi bevendo nei vetro, o
altro , in cui bevve chi ne pa-
tisce.
BOCCffiU- Boccuccia.
BOC 70 BCE
BOCCOLA. Buccola: pendente agli
orecchi.
B0CC0W. Boccone — Fà a boccon*
v. Bocconà.
B0CC0N. Brandello, Strappo — An-
dà a pezz e boccon* Non se ne
tener brano, Cascar a brani,
Seminar cirindelli da per tutto.
BOCCON. Morselletto, Bocconcello:
di materia medicinale — Boc-
cone : pasta avvelenata per am-
mazzare i topi.
BOCCONÀ- Boccare — Sbocconcel-
lare — Sgranocchiare.
80 CC 0N AD A. Boccata, Morso — per
Mangeria* V.
B0CC0NIN. Bocconcino.
B0CC0NITT Bocconcini: bocconi
di cibo non piccolo, ma squi-
siti.
B0DÉE- Buzzone : che ha gran
ventre.
BODESG, BOESG. Pachiuco, intru-
glio: la furia di grassa cucina —
Loto: quel sudiciume di fradicio
mezzo rasciutto e d'untuosità
che si forma o per terra o nelle
case, su per le scale, sugli ac-
quai (lavandini, nelle stanze —
Ciaccino, Ciaccione: chi s'affac
cenda,ma con più premura che
frutto.
BODESG, BOESG. Chiasso, Schia-
mazzo.
BODESGIÀ, BOESGIÀ. Impachiucare,
Intrugliare: fare pachiuchi, in-
trugli — Imbrodolarsi : guazzare
in qualcosa di sudicio — Acciac-
cinare, Ciaccinare, Acciannare :
darsi una grande fretta, ma
senza prò.
BODESG! AMENT. Acciannio : modi
affannosi di chi si accianna.
BODESGIÓN. Acciaccinato: che ac-
ciaccina.
SODIN per Busecchìn. V.
BODIN. Bodino, Pudino : specie di
vivanda.
B0DRI& Budriere : cintura dalla
quale pende la spada al fianco.
BO-E-FCEURA per Bolgiron. V.
BOETTA. Boeta, Bussolotto di ta-
bacco — Piomb de boetta* Fo-
glia di piombo o di stagno.
BOETTA. Boeta: nome di ognuna di
quelle due bussolette del torchio
da coniare monete, che servono
a tenere in sè i conj.
BffiU. Bue , Bove — de giog* da
giogo — V. Paràttola e Bò —
pig. Bue: di sciocco, ignorante.
La voce Bceu ricordala canzo-
ne popolare:
va là villan* coi boeu;
Va là* villan* coi boeu*
Che te daroo la paga*
Mironton*vnironton* mirontè;
Che te daròo la paga*
Mironton* mironton* rnirontà.
È notevole che il ritornello di
questa canzone è il ben noto
Mirinton dei Francesi. Si asse-
risce che la balia del Delfino,
figlio di Luigi XVI, alla culla di
questo cantò un'aria ingenua
in memoria del famoso Marle-
borough, e tosto essa divenne
di moda ; stampossi sui venta-
gli e i parafuoco; fu cantata
dappertutto, e fin Napoleone la
ripeteva.
Marleborough s'en va-t-en
guerre*
Mironton* mironton*
mirontaine:
Marleborough s'en va-t-en
guerre*
Ne sait quand reviendra
[ter), etc.
BffiUCC- Buco — Fà boeucc* F\G. Far
colpo : conseguir che che sia.
BGEUCC Bugigatto , Bugigattolo,
Stambugio: piccolo e povero
stanzino — Méscita, Cànova:
bottega dove si vende vino a
bicchieri , da bersi nel luogo
medesimo — per Bettolin* V. —
Trovagh el boeucc * fig. Trovar
la gretola: il modo, il verso, la
via di..., ecc.
BffiUCC per Bettolin. V.
BOEUCC IN BARBA. Forellino: quel-
l'affossamento o pozzetta natu-
rale che alcuni hanno nel mezzo
del mento, detta anche dai Fio-
rentini la Bellezza della Ren-
da* perchè Lorenzo il Magnifico
ne loda la Nencia nelle sue
stanze rusticali.
BCEUGGIA. Buca.
BffiUGGIA. Soffice: ferro quadro,
BCE
71
BOGr
traforato, che da' magnani o
fabbri si pone sotto ad un pezzo
di ferro infocato che si vuol
bucare.
BffiUSMA. Bozzima — Cava o Leva
la boeusma, Sbozzimare — Dà
la boeusma, Bozzimare , Imboz-
zimare.
BOFF- Buffo, Soffio — per Boffada V.
BOFF. Dente di leone, Capo di frate,
Soffione, Radichiella, Pisciallet-
to, Dente di cane, Capo di mo-
naco, Pisciacane, Stella gialla,
Grugno di porco, Cicoria salva-
tica (Leontodon Taraxacum):
pianta perenne; trovasi da per
tutto fiorita per molto tempo
dell'anno; tenera e mangereccia
in insalata; è opinione che man-
giata la sera dai ragazzi operi
come diuretico, onde il nome di
Piscialletto.
BOFF (GIUGÀ AL). Fare al soffio o
a soffino, Giuocare o fare a pè.
Giuoco che i bambini fanno po-
nendo una moneta per piano, e
sbuffandovi con qualche forza,
si ingegnano di farle inoltrar la
faccia.
BOFF! Vatti! — Boff quella pedin-
ila,, Vatti quella pedina.
BOFFA (LA) per coradella. V. Così
è chiamata dai nostri macellaj
perchè vi soffiano (boffen) den-
tro, onde faccia bella mostra
di sè.
BOFFÀ. Soffiare — No boffà , Non
zittire.
BOFFA- Soffiare , Camminar rim-
pettito : d' uomo altero — Posa-
re, Requiare, Rifiatare.
BOFFÀ. Soffiare: nel giuoco di da-
ma, portar via una pedina —
Stronfiare, Intronfiare: sbuffare
per grassezza o per ira o per
superbia o per vizio.
BOFFÀ- Sputar la voglia, Passarsi
di una cosa: dimettere il pen-
siero d'una cosa per impossibi-
lità di conseguirla — Per sta
volta botta. Per questa volta fa
senza.
BOFFÀ (GIUGÀ A). Lo stesso che
Boff (Giugà al), v.
BOFFADA. Buffa, Sfuriata - Folata
— per Botf. V. sig. l.
BOFFADIJINA. Soffiatina, Un po' di
soffio, Un lieve soffio.
BOFFANELLA per Boff, sig. 3. V.
BOFFANT. Pallone, Pallone di ven-
to : di chi molto di sè presume,
che crede sapere e poco sa, che
in andando affetta gravità —
Rimpettito: d'uomo altero — Fà
el bottant, Far il grossone : il
grave.
BOFFETT. Manticetto , Soffietto —
Parti: ciapp, Lenguetta, Peli *
Pian de sòr a e de sott, Porta-
canna., Soradór. V. Canna de
foeugh — fig. Soffione : le boc-
che da fuoco — per celia, Bu-
ratto, Bossolo delle specie.
BOFFETT. Soffietto, Mantice: tet-
tuccio delle carrozze, e simile,
che s'alza e s' abbassa. Parti:
crespin, Arch, del , Schenal,
Tendinn, Moli o Saetton,Emma.
BOFFETT. Culatta: stoffa a trian-
golo cucita nella parte più alta
dei didietri {partid dedrèe) dei
calzoni.
BOFFETT. Piumino : nappa di piu-
ma di cigno, anche di seta, a
uso d'incipriare.
BOFFETT DE CUNNA. V. Botfett ,
sig. 2
BOFFETTEE- Manticciaro , Soffìet-
tajo.
BOFFETTIN. Manticetto, Soffìettino:
specie di secondo soffietto che
s'attacca al vero soffietto delle
carrozze per parar l'acqua e il
sole.
BOFFIOTT Stronfione, Gonfione: di
chi ha le gote piene.
BOGA- Boga : grossa fascia di ferro
che accerchia la stanga del ma-
glio {maj). Dalla boga sporgono
lateralmente due grossi perni,
che per una certa rassomi-
glianza son chiamati poppe, e
queste posano e girano sugli
alberghetti o guancialetti di
ferro.
BOGG (GIUGÀ AI). Far al truccino.
Se invece delle bocce si adope-
rano sassi o simili.
BOGGETTA,-TIN- Boccetta — d'acqu
d'odor, Bottone.
BOGGETTA- Boccina, Pallottolina.
BOGGETTON- Boccione.
BOG
72
BOL
BOGGIA. Palla — Pallottola, Boc-
cia — Giugà ai bocCj Giuocare
alle bocce. V. BogginJ Falla de
dòj, devunnaj de treJ ecc.,, Brusà
via la boggiaJ Boggiàj Boggiadaj
BoggiadorJ Rigorà o Andò, sic de
rigororij Bongiceugh* A basin —
Fa boggia resta^Pigìiàr una boc-
cia a resto o di arresto — Lozwjlx
de giugà ai bogg^ Pallottolajo —
Strusà dent ona boggia in ori al
tra frogia.. Frisare una palla in
un' alt-'a palla, Far un friso.
BOGGIA. Boccia: specie di bottiglia
ma di cristallobianco e più pan-
ciuta, con tappo (buscion) del
medesimo cristallo, a uso di te-
ner sulla mensa per lo più l'ac-
qua.
BOGGIA. Campana, Globo: grande
palla vuota di cristallo smeri-
gliato, la quale, collocata sur
un lume, manda all' intorno una
luce diffusa e meno abbagliante.
BOGGIA. Trucciare, Truccare, Truc-
chiare — fig. Fare ad apporsi —
giusta Dar dentro in... — Tenta-
re, Dar un colpettino, Provarsi.
BOGGIA, BOGGIA A STA A SEGN. Ca-
rotare, Piantare o Appiccar ca-
rote: dar a intender cose non
vere e spropositate.
BOGGIADA- Pallottolata , Pallata,
Bocciata.
BOGGIADOR. Trucciatore.
BOGGIANÉN, BOGGIANELLA- Piemon-
tese. Questa voce viene dall'a-
vere i Piemontesi spesso in boc-
ca, massime militari, per finale
di certi loro discorsi, e s'boggia
nén (e non moviamoci). Essi la
tolgono dal loro proverbio: Óull
che sta no s'boggia nén. V.
Tolèe.
BOGGIATTER. Tana, Bucone.
BOGGIN. Buchino, Bucolino.
BOGGIN V. Balinj, sig 2.
BOGGIN- Pozzetta : avvallamento
che si fa nelle gote nell'atto del
ridere — per Bceug in barba. V.
BOGGION. Bucone — Pallottolone.
Boccione.
BOGGITT (I) Galle , Gallozzole di
quercie.
BOGH. Boghe. V. Boga.
BÓGHER. Cialtrone.
B0GI0N- Catino: specie di catinella
ovale , panciuta . di rame , per
rasciacquarvi i bicchieri, ecc.,
fra gli osti.
BOIS- Vendarrosti, Rosticciere —
Bottega de bois „ Rosticceria —
fig. Abborraccione: chi per vo-
ler operare o in fretta o di mala
voglia o senza pratica, fa una
cosa negligentemente.
BOISÀ. Abborracciare: far alcuna
cosa a strapazzo , senza consi-
derazione , a caso, alla cieca.
BOISADA. Abborracciamento.
BOISENT. Sciamannato.
BÓITA. Uzzo: il ventre rigonfio de-
gli uccelli nidiaci.
BOJA. Boja — fig. malprateghj, Ma-
niscalco: tristo medico.
BOJA. Toppo: quei ciocco sul quale
si appuntano i legni col pennato
o col roncolo o coir ascia, se-
condo la grossezza, che si vo-
gliono tagliare o spaccare.
BSjÀ. Abbajare — Latrare.
BOJACCA. Mota, Poltiglia, Broda,
Brodiglia, Melma — Rinzaffo —
Calcestruzzo — Moticchio — per
Big ni fra. V.
BOJACCADA. V Boisada.
DOJACCHEE. Bracino: di persona
sucida — Sciacquino: di persona
che sta a sciacquare, sucida —
per Boèsg. V.
BOJADA Abbajo — Latrato — Ab-
baio.
BOJENT- V. Sbrojent.
BOJMENT. V. Bujrnent.
BOJOCCH. Rapa lunga. Rapignone,
Rapone (Rapum oblongius): spe-
cie di rapa a forma di un fuso,
che si cuoce neir acqna , o
sotto la cenere nel forno —
fig. Cosone: d'uomo stupido o
mal fatto — Spiret de bojocch^
dicesi di chi vuol dire arguzie,
e non fa che scipitaggini.
BOLCH Bifolco — Boaro.
BOLCOGNA. Bifolca, Bubulca.
BOLCOGNADA- Bubulcata.
BOLGENNA. Ulivo infrantojo, Fran-
tojo, Frantojano, Ulivo mor-
chiajo, morcajo, morcajolo, fec-
ciajo : specie d' ulivo che fa i
frutti più grossi ehe quegli degli
altri, e molta morchia {morda).
BOL 73
BOL
BOLGENNA. Ulivo coreggiolo , o
Pendajolo, o Pendaglielo, Pen-
dolino: specie d'ulivo cosi chia-
mato dalle vermene pendenti
che hanno quasi forma di pic-
cole coregge.
BOLGETT. Mezzi, Strafatti : di frutti
quasi presso a infracidare per
eccessiva maturità — Fà bol-
getta Immezzire.
BOLGETTA. Pallottola di neve —
Fà ai bolgett o Tirà bolgett.
V. Bolgetta — Fà cor a bol-
getta_, Rincorrere a pallottole di
neve — Fà sù bolgetta Appal-
lottolare la neve.
BOLGETTA. Far o Giocare allaneve.
BOLGETTADA Pallata di neve.
BOLGION. Lo stesso che BojocchJ
sig. 1.
BOLGIA. Ferriera: tasca o bisac-
cia di pelle, o simile, nella quale
si tengono chiodi, strumenti di
ferro, ecc. — Borsa — Fiore:
queir ornamento al fine della
guardia {asta del rnors) , parte
della briglia, nella quale si met-
tono i voltoj [bolzon).
BOLGIN, BOLGION. V. Bolgiott
Sig. 2.
BOLGIOTT per Bojocch^ sig. 1. V —
fig Borsone : danaro sgranel-
lato a poco a poco — Fà sii el
bolgiott JFar borsone: accumular
moneta — Avegh el bolgiottJ
Aver grosso rognone: aver de-
nari in serbo.
BOLGIR. Cosetto: di oggetto picci-
no — Cosuccio , Minuzzolino : di
persona piccola.
BOLGIRA. Bùggera. Una di quelle
voci che esprimono un com-
plesso di idee varie, e or ne
abbracciano alcune altre, onde
una definizione generale e co-
stante è impossibile darla — Oh
che bolgira! Oh che imbroglio!
— Hin bolgir quist chì^ Le son
bazzecole queste — L' è minga
j)Occa bolgira È disgrazia as-
saettata: grande — Gh'è vegnùu
la bolgira de..., divenne il ten-
tennino di...: il capriccio — Te
diset sù de quij bolgir..., Tu di'
di quelle pazzie...: erroracci —
Fà montà la bolgira^ Far mon-
tare in sulle biche: in ira — ca-
scia via la bolgira Cacciar
mattana: malinconia — Aveghen
natica per la bolgira,, Aver uno
in quel servizio: in noncuranza
— Avegh tutV alter per la bol-
gira„ Aver tutt' altra fantasia, o
il capo a tutt' altro — Aveghen
pien la bolgira^ Averne piene
le tasche : esserne stufo.
BOLGIRA (LA). Oh giusto! Mi piace!
Di vero !
BOLGIRA. Buggerare, Incalappiare
— Giuntare — Danneggiare —
Perdere, Rovinare — Fare, Tra-
mestare, Rovistare — Andà tutt
a fass bolgir à_, Andar tutto a
rotoli — Ma cossa te bolgir etti
Ma cosi briccichi?
BOLGIRADA. Buggerata, Boccicata.
BOLGIRADA ! Corbezzoli!
BOLGIRADO. Furbo assaettato, Fur-
bo bollato: uomo accortissima
— Furbacchione: in senso non
cattivo.
BOLGIRATTÀ. Mestare, Trescare,
Tramestare.
BOLGIRETT. Cosetto, Cosuccio: di
cosa o persona piccola, una
furba.
BOLGIRETTA Cosetta, Cosuccia: di
ragazza furbetta.
BOLGIRON.Lo stesso cheBolgìrado.
BOLGIRON. Malaugurato, Disgra-
ziato, Sciagurato.
BOLL Bolo: sorta di terra tegnente
usata dagli indoratori e dagli
argentieri.
BOLIN. Bulino: specie di scalpel-
letto d'acciaio, col quale l'in-
tagliatore incide certe più mi-
nute parti delle lettere , dove
vano riuscirebbe l'ufficio del
contrapponzone.
BOLIN per Balilla sig. 2. V.
BOLIN. Stella: ferro col quale i
calzolaj abbelliscono i fori fatti
dalle bullette ( stacchett) nelle
scarpe, e simili.
BOLIN. Foglia: ferro allargato in
forma ovale, tagliente tutto al-
l'intorno, coll'apice strettamen-
te ripiegato in dentro. Se ne
servono i tornitori.
BOLIN, BOLINA per Bollin J Boi-
lina. V.
BOL 74
BOL
BOLINA. Bulinare, Lavorar di bu-
lino.
BOLL. Bollo: sigillo con che si con-
trassegnano e si autenticano
molte cose, come bestie da ma-
cello, carta, pane, ecc. — L'im-
pronta stessa che rimane nella
cosa bollata.
BOLL- Pesca. Sigillo, Monachino:
enfiato talora rosso, talora li-
vido, prodotto da percossa in
qualsiasi parte del corpo —
Corno: il medesimo enfiato, se
nella parte alta del capo - Cos-
so: ammaccatura in che che sia
cagionata da caduta o percos-
sa. V. Qibolladura.
BOLL. Buttero: il segno del va-
cuolo — Tutt pien de boli o Bol-
làa^ Butterato, Pizzicato dal va-
cuolo. V. Carpogn^ Carpognàa.
BOLLA. Bolla. Gallozza, Gallozzola,
Sonaglio.
BOLLA. Bollare — Marchiare — la
robba^ Mettere i sigilli.
BOLLA. Ammaccare.
BOLLADOR- Bollatore.
BOLL DE CICCOLATT. V. Tavoletta.
BOLLETTA. Polizza, Bolletta (da
Bollo).
BOLLETTA Tovaglia, Bracchetta,
Neccio:quel lembo di camicia che
aibambini esce talora per lo spa-
rato {fessa) dei didietri (partiti de-
drèe) de1 calzoncini — Mostra la
bolletta o Avegh anmò la bol-
letta brutta de merda,, o simile,
FiG. Non aver ancora rasciutto
il latte sui denti, Aver ancora
il latte alla bocca o sulle lab-
bra, Aver appena levato la boc-
ca dal latte, Non aver ancora
rasciutti gli occhi, Aver ancora
il guscio in capo: esser tuttora
giovanissimo e non aver pratica
di che che sia.
BOLLETTA. Arsura: cioè mancanza
di denaro. Il mio amico Rovani
in un suo articolo, arditamente
scrisse ebser sempre alla presa
colla bolletta. In una lettera mi
scrisse da Firenze Cesare Cantù:
« Vess in bolletta. Uno mi dice,
esser povero in canna ^ esser
sbriscio. Un altro m' assicu-
ra che non si dicono questi
modi, ma essere in stanga (si
mette una stanga davanti alia
bottega de' falliti), esser in stuo-
jaJ (dormir sulla stuoja), esser
tribolato e altre maniere va-
rie, ma nessuna ohe calzi come
il nostro. » Seppi dappoi che i
discoli in Firenze dicono a chi
è in bolletta: Esser co' debiti^
guarda che ti corron dietro —
Trà in bolletta., Gettar sull'am-
mattonato, al verde , al secco,
Rifinirlo. La nostra voce Bol-
letta che in questo significato e
valore sfida trovarne in tutta
Italia un'altralcosì calzante, ha
inspirato a Tommaso Grossi
quella lirica canzone popolare
che cosi incomincia:
Se han avùu i sò difensor
E la fevra e'I inda de testa^
Se gh'è stàa quell bell'umor
Ch'ha lodàa ftnna la pestaJ
L'è vergogna d'on poetta
Se noi loda la bolletta.
Vojj cojonet?... vun me diSj,
La bolletta!... oh che porscell!
Pìan^ respondi^ de camis
Gh'è bolletta e de scarsellJ
E mi lodi quella netta,,
Idest Vultema bolletta.
BOLLETTA. Spiccar bollette: po-
BOLLETTÀ Sbagliare i colpi a cac-
cia , quasi lasciar la bolletta
agli uccelli d'andarsene a libe-
ro volo.
BOLLETTAMM , BOLLETTARIA. Bol-
lettame: lavori di bollette da
stamparsi.
BOLLETTARI- Bollettario: libro delle
polizze a madre e figlia.
BOLLETTIN. Bollettino, Polizzino —
Bullettino, Piastrello, Pellicica-
to : pezzetto di panno o cuojo,
sopra il quale si distende l'im-
piastro per metterlo sui malori.
BOLLETTINÉE per Bigliettari. V.
BOLLETTO^I. Polizza, Bolletta.
BOLLIN. Bollino : dazio che paga-
no quei dei Corpi Santi di Min-
iano.
BOLLINÀ. Sottopporre al bollino:
dazio.
BOLLINATT- Appaltatore dei bol-
lini.
BOL
75 BOM
BOLOGNA, BOLOGNA VIA- Imbro-
gliare, Smaniare : vendere, dis-
farsi di che che sia — L'ha bo-
lognàa via i dò tosanti., Ha sma-
niate le due ragazze: le ha ma-
ritate.
BOLP per Golf. V.
BOLPATT. V. Golpati.
BOLS, BOLZ Bolso — Deven tà bolZ;
imbolsire — fig. Bolso, Tisi-
cuccio.
BOLTREGA, BOLTRIGA per Bolgi-
ra. V.
BOLTRIGADO , BOLGIRON, ecc. V.
BolgiradoJ Bolgiron^ ecc.
BOLZON. Staggia: nome di quei
bastoni che nei paretajo (tesa)
sostengono le reti quando scoc-
cano — Boncinello: staffetta, al
disotto della maniglia (maneg-
gia) del chiavistello (cadenazz)
che entra nella feritoja {bus) di
una toppa alla piana (saradura
sempia), e ne riceve la stan-
ghetta ( cadenazzoeu ) , mossa
dalla chiave — Fa ciocca el
bolzonJ Diguazzare il bolzone —
Fa fa el bolzon a uw^ fig. Ca-
var il granchio della buca con
le man d'altri, Cavar la casta-
gna coll'altrui zampa: far una
cosa con proprio utile, e rischio
altrui.
BOLZON- Pertica: nome di quei
pali che nelle viti a pergola
(viti a pelgora) corrono per
traverso a modo di filare (fi-
rag n) , dette secondo la gros-
sezza o piccolezza Perticoni,
Pertichette.
BOLZON. Voltojo: parte della bri-
glia dove sono le campanelle
(anej), alle quali s'attaccano le
redini.
BOLZON per Bols^ sig. 2. V.
BOM! Scagliai Ucucaia ! : suono
che si fa per burlarsi delle mi-
nacce d'un rodomonte e delle
spacconate d'uno sballone.
BOMBANADEGH. Arrestabue, Fer-
mabue, Bulimacola, Serpentina,
Intrigabarba (Ononis spinosa):
pianga che trovasi nei campi
montuosi e lungo i fiumi , pro-
fonda molto le sue barbe le-
gnose, ed ò incomoda agii ara-
tori, si per le spine che spesso
porta, e si per l'inciampo che
soffre l'aratro.
BOMBARA (FA LA). Far la tombo-
lata, Tombolare, Tornare, Far il
tomo: cadere o andare a capo
all' ingiù alzando il piede all'a-
ria — dicesi anche delle bestie
quando si gettano in terra colle
gambe all' aria in segno d'alle-
grezza.
BOMBAS. Bambagia: cotone lavo-
rato.
BOMBAS DI POBBI, ecc. Pappo:
quella lanugine che si vede
nella parte superiore del seme
di alcune piante, come nei piop-
pi (pobbi), ecc., le quali diconsi
pappose.
BOMBASINNA. Tela bambagina,
Bambagino.
BOMBASON. Pasticciano, Bonaccio,
Dolcione, Buon pastaccio.
BOMBE (A). Bombè (A): dicesi di
bicchiero 0 altro che si allarga
nel mezzo e fa pancia, per mo-
do che ha forma come di una
piccola botticina.
BOMBOLA. Bomba. Parti: Orecchie,
Maniglie, Culatta, Occhio, Boc-
chino, Spoletta.
B0MB0L0TT. Tombolotto: grasso e
tondo a foggia di tombolo (bor-
lon de ricamm).
BOMBON. Dolce, Bericuocolo, Chic-
co , Chicca, Confortino — Bom-
bon con dent el rosoli Pastic-
ca a liquore, a rosolio — fig. Va-
ghezza, Giojello — ìllssa come
on bombonJ Ravviata che pare
un giojello — fig. Zucchero —
Rispett a lù lèe l'è un bombon^
Appresso a lui lei è uno zuc-
chero.
BOMBONÉE , BOMBONATT. Chiccajo ,
Confortinajo, Bericocolajo.
BOMBONERA. Confortinaja, Berico-
coloja, Chiccaja — Confettiera,
Bericocolaja : scatola da riporvi
confetti o dolci.
BOMBONIN. Confettuzzo, Conforti-
no — fig. Zerbinetto, Profumino
Attillatuzzo — Attillatuzza, Tutta
lindura: di donna.
BOMBORA (FÀ LA). Capitombolare ,
Far capitombolo 0 capitondolo:
BOM 76 BON
puntare il capo in terra e get-
tare le gambe all' aria per tor-
nar ritto sui piedi.
BOMÒ- Lo stesso che GUzzura.
Dal frane. Beati-mot.
BOMBORIN. Bellico, Ombelico: quel-
la parte del corpo, d'onde il
fanciullo nel ventre della madre
riceve il nutrimento — Quella
parte d'una bestia macellata
che ne comprende e circonda il
bellico — El bus del bamborinJ
Gangame.
BON. Bono : ricevuta di viveri o
robe somministrative .
BON Buono, Bono.
BONAMENT. Bonariamente — Alla
buona.
BONASC V. Bombason.
BONDANT. Abbondante — per A-
gord. v.
BONDANZA- Abbondanza — fig. o
per ironia, Gioja, Bella gioja,
Dieta spesa: cattivo soggetto —
Ciavo bondanza! Addio delizia!
Addio galanteria!
BONDIANA. Muletta: l'intestino cie-
co — per CaggJ sig. 2. V.
BONDICEURA. Bondiola: specie di
salame ad uso di Parma. A Ve-
nezia è detto OssocolOj a Lucca
forse Bónzora.
BONDON. Cocchiume: foro in una
delle doghe (dov) di sopra e
nella parte più rigonfia della
botte (vassell). pel quale si versa
il vino o altro — Tegnì a man
de la spinna e lassa andà del
bondon J fig. Guardarla nel lu-
cignolo e non nell'olio: aver
cura delle cose minute, e non
badare alle grandi — Stoppò el
bondon Cocchiumare la botte.
BONDON. Tappo: pezzo di legno
tondo con che turasi il coc-
chiume della botte, il foro dei
secchi , e simili — Mett su el
bondon j Tappare — Tirali giòJ
Stappare la botte — Zaffo: pez-
zo di legno, leggermente conico,
col quale, a colpi di mazzuolo
di legno (mazzceu) turasi la
spina dei tini — per Borion. V.
BONDONÀ. Zappare, Tappare.
BONDONERA. Cocchiumatojo : spe-
cie di scarpello fatto a doccia
(a canal) per intagliar il coc-
chiume (bondon) alle botti (vas-
sej).
B0NENT,B0N BONENT. Buonissimo.
BONETT. Forma da pasticci: vaso
cupo di ramo stagnato: per Io
più incavato a spicchi (a fes), a
spire, o in altro modo, per dare
la corrispondente figura a ge-
latine, pasticci, e simili.
BONETT. Bonetto: berretto di pan-
no alla civile. Giambull ap-
par. (Landi) 132. «Pigliate anche
questa berretta, e datemi 11 vo-
stro bonetto. »
BONGÈ- Buzzonaccio : di persona
di gran pancia — Stronfione; di
un grassone. Questa voce ram-
menta le disgrazie di Giovannin-
Bongè.
BONGIffiUGH. A bon giuoco: voce
con che si chiama licenza di
trasgredire certe regole in al-
cuni giuochi.
BONIS (AVEGH DE}- Aver d'ogni ben
di Dio— Mangia bonìsJ Far buo-
na cena.
BONN (LA)- L'aja: la governante.
BONNA (IN). In buona, D'amore e
d'accordo.
BONNA CHE .. Fortuna che.. , Buo-
no per me. ..
BONNAGRAZIA La sua cortesia.
BONNAMAN. Bonamano, Mancia.
BONNAMESURA. Buona misura:
quello che si dà per soprappiù,
fatto il mercato — Misura col-
ma, piena.
BONNANIMA. Buonanima.
BONNASCOA (MICHELANGEL). Il pit-
tor Granata: cattivo pittore.
BONNFEST. V. Defest.
BONN-FEST (AUGURA I). Dar le
buone feste : per lo più di Na-
tale.
BONCEUR. Sorte , Ventura — A la
bonoeur,, Alla buon' ora, Via là,
Passi — A la bonosur de Dio^
Alla carlona, Alla grossa, Alla
sciamannata.
BONOMIA. Dabbenaggine , Bona-
rietà.
BON OMM. Dabbene — per ironia^
Buono tre volte : minchione.
BONORA (DE). Di buona levata,
BONORIV. Buon levatore , Matti-
BON
77
BOR
niero: di chi si alza dal letto la
mattina per tempissimo.
BON-PRO FAZZA. Buon prò faccia
Buon prò.
BONTÀA Bontà.
BONTÀA. Mescolanza, Minutina',
Mescolanzina : insalata verde,
di più sorta d' erbucce crude .
saporite e odorose, miste talora
con pezzettini di foglie di tene-
ra lattuga — Minutina tutt'odo-
ri: se è composta di grande va-
rietà d'erbe odorifere.
BONTAVOS. Lo stesso che Bonasc.
BONTON. Buontuono. Moda. Buon
gusto, Bonton.
BONVIVAN- Bonvivente.
BONZA- Bonza. Così va tradotta
questa e ogni altra voce pro-
pria di solamente quella tale
provincia, giacché né in Firen-
ze, nè nel resto della Toscana
usano di questa specie di botte.
E lunga, atta a contenere dai
sessanta ai settanta ettolitri di
vino e trasportarlo su carra. Ve
ne sono di rotonde o cilindriche
e di ovali schiacciate. I Piemon-
tesi la chiamano Botata carerà,,
cioè botte da carreggiare.
BONZA. Bonza : quella specie di
botte eh' è trasportata sur un
carro, ripiena d'acqua; ch'ha
nel fondo di dietro (cubbi) ta-
lora un grosso e lungo sifone
(siòn), il quale per una fune di-
menata a tutta forza dall'acqua-
rolo spande pe' fori d' un cipol-
lone (bocchetton) acqua per le
strade. Talora ha in vece un
ordigno pur di dietro che, l'ac-
quarolo , distando a cavallo
della bestia, con un piede apre
o chiude secondo che deve o
no lasciar uscire l'acqua a lar-
go sprazzo. É della forma per
lo più di quella del vino, e di
nna capacità un po' maggiore.
BONZA- Bonza dei pozzi neri.
BONZEN- Lo stesso che Bronzin
de stadera.
BOP BOP- Bu bu , Bau bau: voci
imitanti il latrar de' cani grossi
BONZETT, -TA- Bonzetto, -ta— FIG.
Tomboletto: di fanciullo toezo e
grassoccio.
BOR, BORO. Soldo — Quattrini, De-
nari.
BOR. Fodero, Zattera: l'insieme di
legnami e di travi collegate per
poterle condurre per le acque
a seconda — Paron de ì)or_, Fo-
deratore: che guida per le ac-
que i foderi.
BOR per Cagn e Travitt, sig. l. V.
BORA- Pedale, Toppo — Marame:
la peggior parte di che che sia
— Rovajo , Tramontana , Borea
— Borra: stoppa o simile che si
calca nelle bocche da fuoco per
premere la carica — Boria, Va-
nità.
BORADOR. Bozza; l'abbozzo d' una
scrittura, o simile — de campa-
gna., La bozza delle stime nella
quale gli stimatori di fondi scri-
vono sui luoghi le loro note.
BORADOR. Bozza, Stampone, Stam-
pino, Bozza o Prova di stampa:
di quei primi fogli che si tirano
per prova e che servono al cor-
rettore per le correzioni da
farsi.
BORAGEN. Borace, Boraggine (Bor-
rago officinalis): erbe, le cui fo-
glie, si mangiano in minestra e
i cui fiori adornano le mense ;
foglie scabre; fa spontanea nelle
campagne, e si coltiva nei giar-
dini; contiene nitro in abbon-
danza.
BORAGINNA. Fiaschetta, Corno da
polvere : piccolo fiasco di me-
tallo, in che, appeso al collo,
portan la polvere i cacciatori
e bersaglieri.
BORAINA- Lo stesso che Boragen.
BORAS. Borace : sala che risulta
dalla combinazione dell'acido
borico colla soda; usasi nella
saldatura dei metalli, nei saggi
metallurgici, nella dipintura a
fuoco sovra i vetri o gli smalti.
BORASCA- Burrasca — fig. Infor-
tunio.
BORASGEN- Lo stesso che Boragen.
BORASIN. Boraciere: vasellaio di
latta {lolla) con becco a coc-
che, affinchè, grattando coir u-
gna e brandendolo a scosse ,
versi la borace (boras) che con-
tiene, adagino e poca.
BOR 78 BOR
BQRCELL, B ORGELLA Burchiello, Gu-
scio — per Barcon. V.
BORGELLETT, -LIN, -LffiU. Burchiel-
letto, -lino.
BORD- Bordo : frangia, lista, rica-
mo, o simili , di che si fregiano
ed ornanole vesti, gli arazzi, ecc.
BORDA. Lo stesso che Sùghera.
BORDA- Abbordare, Avvicinare,
Affrontare uno: farsi innanzi a
uno con qualche risolutezza per
trattar seco di che che sia.
BORDA. Frangere, Listare, Rica-
mare: ornare di frangia, ecc. —
Filettare — Trinare.
BORDEGÀ. insudiciare — Imbrat-
tare — Vorè fàj, dìj bordegà^
fig. Minacciar di fare;dire, ecc.
BORDEGASCENT- Sudicio, Sucido.
BORDEGASCIÀ. Sucidare — Scia-
mannare, Sciattare.
BORDEGHISIA. Sudicio, Sudiceria.
BORDELERI- Chiasso — Fa borde-
lerij, chiassare.
BORDELERI- Nuvolo, Precipizio, Vi-
sibilio: gran quantità — de gent_,
Brulicalo di gente — de poetta^
Fungaja di poeti.
BORDELL- Tumulto — In onezz a
sti bordejs In questi bollori —
Rovina — Andà a bordell ^ An-
dar a monte — Andar in rovina
— Sciuparsi — Tira in bordelli
Strascinare a pericoli, a guaj.
BORDELL- Macco: gran quantità —
Vessegh un bordell de pujjecc,
Esservi macco di polli, ecc. —
per Bordelleri. V.
BORDELLAMENT- Chiassata — per
Bordeleri. V.
BORDIN, -INETT- Bordicino : friget-
to, filetto, ecc.
BORDICEU- Cascamorto: la larva
rossa della Cetonia stictica Lin.,
che è un bruco molto infesto
alla radice dei cereali, e spe-
cialmente a quella del grano-
turco.
BORDION- Lo stesso che Bordiceu.
BORDION, -IGLION- Fil di ferro gros-
so — de ramnij, Filo di rame. Si
usa, per esempio, accartocciato
per le catene da parafulmini —
dipedal d'ori arpa^ Bacchetti na
di ferro: vergucce di ferro che
dal pedale d'un' arpa passano
pel voto della colonna e met-
tono in moto il meccanismo ar-
monico dello strumento.
BORDIONIN. Sottil filo di ferro.
DORDO (SCIÓR D'ALTO). Signore di
prima riga , di primo ordine :
grande nella sua specie.
BORDOCCH. Piattola (Blatta orien-
talis): sorta d' insetto nero, gros-
so quanto un grillo , ma stiac-
ciato , comunissimo nelle case
vecchie, sucide, umide, che la
notte esce a torme infinite, il
di s'appiatta — Bacaccio, Ver-
mocchio , Crisalide : secondo
stato del filugello , la cui larva
dentro il bozzolo, muta pelle,
forma e colore, e stassi rattor-
zolato senza cibo, e immobile
fino al suo trasformarsi in far-
falla (parpaj).
BORDOCCH. Piattola: prete — per
Garzella. V. — per Scurièe. V.
BORDGEU SETT (FA). Far baco, Far
baco baco, o baubau: del far
certa voce o gesto ai bambini,
coprendosi, o altrimenti, nascon-
dendo il volto, e poi mostrarlo
all'improvviso, per recar ad
essi una certa maraviglia e stu-
pore, al fine di distrarli e di-
vertirli — varda che ven el bor-
doeu sett Guarda che viene il
baco, il baubau.
BORDOLOCCH per Garzella. V.
BORDON (TEGNÌ A). Tenere il sac-
co, Reggere i venti, Tener mano
o di mano — Chi ten a bordon^
Manutengolo.
BORDURA. V. Bord.
BORELLA. Rotella, Rotula: quel
piccolo osso rotondo eh' è so-
prapposto all'articolazione del
ginocchio.
Quij fraton borlonent e petardi
Ross in faccia J con luster i oeucc^
Lis de pellj con tre dida de lard
Sui borell di beati genoeucc
Porch in grassa scampaven a
creila
In virtù della santa bolletta.
BORELLA. Pallottola: quella palla
di legno con la quale si dà nei
rulli (oss). allorché son ritti, per
farli cascare giuocando.
BOR ^9 BOR
B0RGH- Borgo : villaggio che ha
certe dipendenze da città vi-
cina,
BORGH. Borgo : quel buon numero
di case che crescono contigue
alle mura della nostra città,
fuori di essa e in accrescimento
della medesima, e massime quel
degli Ortolani a maestro, ed a
mezzodì quello di San Gottardo
BORGH (I). Borghi. Tra noi s'in-
tendono quelle parti della no-
stra città, che già correvano
dalla fossa interna alla mura,
già bastionata dagli Spagnuoli
nel 1546, e ora ridotta a passeg-
gio, alberato da platani e da
ipocastani, interrotto però dove
stava il castello, fabbricato da
Galeazzo II nel 1358. Nei 1865
quel nome storico di Borgo ven-
ne cancellato, e vi fu surrogato
Corso o Via!
BORGHES. Lo stesso che Borsoà. V.
BORGNA. Ciaba.
BORGNA. Acciabattare.
BORI. Abborrire.
BORI. Scovare, Levare la preda,
Darle sotto: dicesi del segugio
(sauss) quando, sentita al fiuto
inasta) la fiera, schiattisce e
già la leva dal covo (tanna) —
Scacciare , Far frullare , Far
prendere il volo : far la scac-
ciata nelle ragnaje (rocco?)colla
ramata (boridor) — saettare.
BORICCH. Ciuco — Buzzo, Peccia:
ventre.
BORIDA- Lo scovare, il levar la
preda, il darle sotto — Lo scac-
ciare , il far frullare: i volatili.
BORIDON. Ragia, Pappatoria: in-
ganno artificioso — Pientà on
boridon^ Venir fuori con un im-
pianto — Fandonia, Carota —
Pientà di boridon^ Ficcar bozze.
BORIDONISTA. Almanaccone — Ca-
rotajo.
BORIDOR DE ROCCOL. Ramata: spe-
— In generale, anche ogni altra
siliqua globosa, come quella.
BORIN. Capezzolo, Zezzolo — Vess
senza el borin o Avegh el borin
scondtiu,h.v er il capezzolo cieco.
BORINERI- Turbine, Uragano, Bu-
fera, Procella, Temporalaccio.
B0RI0N- Bocciuolo: pezzo di can-
na che si pianta nel foro del
mastello e pel quale esce il ran-
no del bucato — per Bondon^
Sig. 2. V.
BORLA. Boccia, Pallottola, Palla.
BORLA (GIUGÀ A SPARPAJA o A LA).
Giuocare alla trottola. V. Birla_,
sig. 3.
BORLÀ. Rotolare, Ruzzolare — a-
dossJ Andare, Venire, Dare ad-
dosso a..., Investirlo — al spali
o adosSj, Sopraggiungere , Rag-
giungere, Arrivare, Cogliere, So-
praprendere uno inaspettato ,
improvviso — dent o denter* In-
cappare— dent a dìJ a fàj ecc.,
Lasciarsi andar a dire, a fare,
Trascorrere a , ecc. — fceura a
dìj, ecc., Incappare a dire, ecc.—
giòJ Cadere, Stramazzare — d'in-
namorati, Dar nel laccio — Fà
boria foeura vun „ Far uscire
uno: farlo parlare — via^ Stac-
carsi — Consegnare , Dare , Do-
nare, Regalare. Questo Boria
milanese, auzi lombardo, è quello
di Dante all'Inf. Cant. vii, terz. io:
Percotevansi incontro: eposcia
par li
Si rivolgea ciascun., voltando
a retro j
Gridando: — Perchè tieni? e:
Perchè burli? —
Perchè tieni ? cioè: perchè re-
sisti? Il prodigo grida all'avaro.
Perchè burli} cioè. Perchè ro-
toli, ruzzoli? L' avaro al prodigo.
E tutti sanno quante voci ver-
nacole poseDantenelsuopoema.
! BORLÀ. Cascar di fame, Arrabbiare
| dalla fame.
eie di mestola fatta di vimini BORLACÀ. Cascar di fame.
(sares gorin) con cui far la BORLACATT. Dicesi massime dei
scacciata degli uccelli nelle ra^
gnaie (roccol) — Anche, Batta-
rell.
BORIGGIffiU Follicolo, Bozzolo: la
siliqua del ravizzone (ravetton)
giovani di mercante, i quali sono
poco pagati, al punto, quasi di-
rei, di cascar di fame (boriacà
de la'famm). Anch© li dicono^az-
zabaslolt.
BOR 80 BOR
BORLAND. Pilloroue , Ciottolone:
grosso sasso bislongo e rotondo
di forme — piscinittj, Frombole,
Pillole, Ghiajottoli.
BORLANDA. Broda — FIG Frottola,
Tantafera, Peverada — Viluppo,
Tresca, Mena, Trescata, Tac-
colo: cosa nojosa, imbrogliata
— Broda: quella che traesi tra
noi da una fabbrica di spiriti, e
che si dà con biade da man-
giare a bestie bovine, che in-
grassano sì assai, ma peggio-
rano di sapore e nutrimento.
Progresso !
BORLANDA Acquarello: vino, caf-
fè, acqua acconcia, o simile, di
poco valore.
B0RLAND0TT. Stradiere: per sprez-
zo, colui che si oppone ai frodi
{sfros) sulle strade pubbliche,
che deriva da Boria de la famm
— Dazzino, Gabellino.
BORLATT. Lo stesso che Remiseli.
BORLAZiON. Sagratina, Fame as-
saettata , Picchierella : gran
fame.
BORLERA. Lo stesso che Penaggia.
B0RLIN- Pallino — Coccola, Boc-
ca: frutto dell'albero, del gine-
pro, della mortella, del pugni-
topo, e simili — de rogor^ Galla,
Gallozzola — per curio. V. —
FIG. Tomboletto, -ta. di persona
grassa e tonda a foggia di tom-
bolo [borlon de ricama).
B0RLIR(EU. Zangola a curro : ina-
lume delle nostre burraje (ca-
scm), è un congegno per fare il
burro. In due ritti, collegati con
una traversa da capo , viene
inastato a due terzi di altezza
con un curro in cui sono infìsse
due aste , delle quali una è
mozza, e l'altra va metter capo
in una zangola [penaggia) che è
interrata sotto al piantato. Due
manubri, inastati nell'asta moz-
za, che viene chiamata sajettaJ
serve a smuovere il curro , e
con esso anche l'asta lunga, la
quale fa diguazzare ii fior di
latte nella zangola fino a tanto
«he sia divenuto burro.
B0RL0 (TffiU EL). Pigliare il pen-
dio, Girar di bordo: andarsene.
BORLCEU. Lo stesso che Triquat-
trin.
B0RL0J. Cacherella o Pillola di
gallina: uovo. Voce di gergo.
B0RL0N. Cilindro — Rotolo — Rullo
— Fa su in d'on borlon^ Roto-
lare — Fass su in d' on borlon^
Raggruzzolarsi, Rannicchiarsi.
BORLON. Rullo, Rotolo, Cilindro,
Spianatoio: pezzo di legno cilin-
drico imperniato in un telajo,
che serve a rompere le zolle
(loft) di un terreno compatto e
indurito dall' alidore (sutta) ad
assodare il terreno — Rullo o
Cilindro dentato, Erpice a cilin-
dro: il rullo di sopra se armato
di punte.
BORLON. Rullo: strumento simile
al su descritto, con cui si rom-
pono le cassule deilegumi(Ze'mm)
per cavarne i semi — Tribolo :
lo strumento qui su descritto,
se è scanalato o armato di punte.
V. Tornella sig. 5.
BORLON. Ciambella: arnese fatto
di cuojo imbottito, di cenci o
altro simile, in cui s' intromette
una delle gambe di quel cavallo
che pecchi d' Scavallarsi (in-
tajass) — Nome di quei cerchielli
di cuojo che si mettono sulle
gambe alle bestie da soma in
que' punti ove abbiano alcun
malore per difenderli dagli at-
triti.
BORLON. Cannellone: negli abiti
donneschi è una specie di gon-
fìetto continuato che vi gira da
piedi tutto l'abito e lo ajuta a
staccar meglio del corpo.
BORLON. Tombolo: cuscino rotondo
su cui si fanno ricami, trine, e
simili.
BORLON. Cilindro: è di pietra fer-
mato in una specie di telajo con
manico, di cui si fa uso per ap-
pianare i pavimenti marmati (a
scajoeula) o a mosaico.
BORLON. Rullo: cilindro di flanella
e pelle che usano i litografi per
distribuire la tinta.
BORLON per Buratta sig. 2. V. —
per canon de sopressà. V. — per
Tombon de galett. V.
BORLON. Ciottolone , Ruzzolone :
BOR 81
BOR
grossa pietra che si fa roto-
lare.
BORLON (A) Rotolone, Ruzzoloni.
BORLONÀ- Rotolare, Ruzzolare —
giòJ Ruzzolare — per Borici. V.
BORLONÀ. Rullare, Cilindrare: smi-
nuzzare un terreno zolloso (a
lott), facendovi correr sopra il
rullo (borlon) dentato o erpice
a cilindro — Comprimere i ter-
reni troppo sciolti col rullo o
cilindro senza denti (borlon).
BORLONADA. Rotolata, Ruzzolata.
BORLON DE LA FRANCIURA- Ciot-
tolone. Mozzicone di pietra.
V. Franciura.
BORLON DE SOFÀ. Rullo : nome di
una specie di guanciali di for-
ma cilindrica che si mettono
alla base di ciascuna testata
dei sofà.
BORLONIN. Cilindruolo, Rotoletto.
BORLONIN. Tomboletto: di person-
cina grossa e tonda a guisa di
tombolo {borlon de ricama).
BORLOTT. Tonfacchiotto : persona
piccola e grossa.
BORLONENT. Costolone, Tombolo-
ne : di persona grassa e grossa
cosi che sembra un gr osso tom-
bolo.
BORLUSCH. Lo stesso che Borian-
doti,, sig. l.
BORNI, BORNIDOR, ecc. V. Imbor-
rìij, Imbornidor ecc.
BORNIS. Cinigia: cenere calda, mi-
sta con poca e minuta bragia
— Perdes in la bornis^ fig. An-
dar in fumo.
BORCEUL- Lo stesso che Maron a
rosi.
BOROLADA- Bruciatata: quantità
di bruciate [maron a rost) ar-
rostite in una sola volta.
BOROLETTA. Bruciatella.
BOROMÉE- Lanaggio : quantità di
lane diverse.
BOROMETTA. Merciadro, Mercia-
jolo.
BORS (AVE) Aver scovato o levato
la lepre. V. Bori, sig. 2.
BORSA- Borsa — La borsa de Giu-
da,, La borsa di Giuda, La mi-
niera del monte gajo: inesau-
sta. Tutti sanno come laborsa di
Giuda era inesausta — Gìon tagli
Banfi , Voc.
de borsa., Lasciarvi del pelo: ri-
metterci di capitale — Borsetta :
quella che portan le signore —
Scarsella: sorta di borsa di pelle
— Paniaccio, Paniacciolo : pelle
dove s'involgono le paniuzze
(bacchetton del vesch) — Sacco:
quella parte del panno della
ragna (anfana), e simili, dove
rimane preso 1' uccello — Fa i
borsJ Far le sacca — Sacchetta,
Taschetta : saccuccio racco-
mandato a una pertica per uso
di raccogliere elemosine in
chiesa o altrove.
BORSA. Borsa: il luogo pubblico in
cui si radunano pei loro affari
i negozianti, i capitalisti, i sen-
sali, ecc.
BORSA per BalabiottJ sig. 2. V.
BORSA. Lo scovare^ Il levare, Il
dar sotto: ai selvaggiume. V.
Bors (Ave).
BORSARIA (LAVORA DE). Lavorar
di borsa.
BORSELLA. Pinzetta, Molletta: stru-
mento di ferro o d' acciajo che
si allarga e si ristringe a pia-
cimento eh' usano gli orefici e
argentieri per prendere alcuna
cosa che non si potrebbe colle
dita.
BORSETTA. Borsetta — Ritroso:
raddoppiamento che ha la bocca
delle reti ridotta ad un' entra-
tura strettissima per cui entrati
gli uccelli o i pesci, non ritro-
vai! la via di ritornare.
BORSGIOÀ. Cittadino , Borghese —
In borsgioàJ Alla borghese.
BORSIN Borsellino.
BORSIN. Lupa, Lupia: tumore ci-
stico o freddo o follicolato.
BORSINÉE Borsaj o. In Milano vi
era da pochi anni una via detta
dal popolo di Borsinari_, dietro
al Coperto de' Figini; essa trasse
il nome dalle borse che i prigio-
nieri ivi incarcerati mandavano
fuori delle inferriate , pendenti
da una pertica, per pregare di
limosina i passeggieri.
BORSIRCEU. Borsaiuolo , Taglia-
borse.
BORSIRffiU. Per celia, diconsl i ne-
gozianti, i capitalisti, i sensa-
6
BOR 82 BOS
li, ecc., che frequentano la
borsa.
BORSON. Borsone — fig. Borsone,
Buona borsa. Quattrinaio: chi è
ricco.
BORSOTT. Buona borsa, Quattri-
naio: chi è ricco.
BORSOTT. Zafferano falso o ba-
stardo o salvatico (Colchicum
autumnale): pianta perenne a
fiori scempi, di bel colore roseo
porporino che spontaneo fa nei
prati freddi ed umidi in settem-
bre e ottobre.
B0RT0LÌ. V. Bartolì.
ROSA. Bosa, Sonaglio. I caciaj
chiamano cosi quelle bollicine
che gorgogliano sul latte quan-
d'e1 si sta riscaldando per di-
ventare cacio e che viene agi-
tato fortemente, tanto maggiori
quanto maggiore è il grado di
ebollizione; bollicine dalle quali
il caciajo trae regola nel suo
operare allorché sta riducendo
il latte a cacio lodigiano (gra-
non).
BOSA. Il fiore a capolino del tri-
foglio. V. BottoìaJ sig. 2.
BOSA per BotfJ sig. 3. V. — per Bot-
taranna. v.
BOSARD. Bugiardo — Tra dosar dJ
Smentire, Dare una mentita,
Sbugiardare — Catta bosard_,
Far bugiardo uno — Dimm bo-
sardj Tienmi bugiardo. Nelle
frasi condizionali, è modo di
accertare che la cosa sarà co-
me altri dice, per es: Se non
vado quest'anno a Napoli, tien-
mi bugiardo.
BOSARDÀ. Bugiardare, Mentire: dir
bugie.
BOSARDARIA. Bugia.
BOSCA Avviare, Mandare al bo-
sco , alla frasca, Infrascare i
bachi: porre la frasca ai bachi
(cavaler). il bosco.
BOSCARffiU. V. Boschirceu.
BOSCH Bosco, Selva, Foresta — de
tajà o tajada^ Bosco ceduo:
quel bosco le cui piante si so-
gliono schiomare e scapitozza-
re (gabba) per averne fascine e
legna da ardere — de piant de
scìmrna o d/alto fvM ^ Bosco di
alto fusto: cioè di piante che si
lasciano crescere a tutt'altezza
— dolz j fort _, Bosco di piante
dolci, forti — mistj Bosco misto:
cioè di piante in parte dolci e in
parte forti — biottJ deserto — Fai
boschi Tagliare i boschi — Ong
cont on poo de sciongia de
boschi fig. Dar l'asso di basto-
ni: bastonare — Deventà boschJ
Imboschire — Scarpa boschi Di-
boscare.
BOSCH- Bosco, Frasca: ramoscelli
fronzuti, ovvero di scopa (bru-
ga) o d' alto stipo (sarnient), e
anche trucioli (buscaj), con cui
tra palco e palco si fanno le
capannucce (casell), affinchè vi
salgano i filugelli (cavaler) a
lavorarvi il bozzolo (gaietta).
Parti: Casella ScnionJ Sces o
Scesitt, Manda o Fà el bosch. v
Boscà.
BOSCHETT- Boschetto.
BOSCHI- Tortire, Sgomberare: an-
dar del corpo.
BOSCHIDA (DAGH OWA). V. Boschi -
Che boschida hoo faa!^ Quanto
ho sgomberato 1
BOSCHINNA. Boschina, Macchia —
Scondes in d'ona boschinna.
immacchiarsi — Vegnì foeura
d'ona boschinnaj, Smacchiarsi.
BOSCHIRCEU. Boscaiuolo, Stipatore:
chi ha in custodia i boschi, li ta-
glia e governa— Boscaiuolo: chi
li frequenta; e dicesi anche di
bestia — Chi prende in appalto le
tagliate de' boschi, o Chi traffica
delle legne che se ne trag-
gono.
BOSCIW. V. Buscin.
BOSCION. Turaccio, Zaffo —Tappo:
di sughero (legnazz) per lo più
— Bocciuolo: piccolo strumento
di argilla, simile a un bicchie-
rino , che si mette sulla bocca
de' fiaschi, acciocché i topi non
succino da essi l'olio, come so-
gliono.
BOSCIONÀ. Turare, Zaffare — Tap-
pare.
BOSCIONIN. Tappino.
BOSCIOR.Lo stesso che Spinbianch.
BOSCON. Frasconaia, Uccellare:
bosco ad arte preparato per pi-
BOS
83
BOT
gliare alla pania (vesch) gli uc-
celli, massime i tordi {dord).
BOSIA. Bugia — Catta in bosia J
Trovare in bugia.
BOSIA. Bugia: piattellino con boc-
ciuolo {bocchell) per riporvi una
candela e servire da candelie-
re — Nome d'ognuno di que' punti
bianchi che ci compaiono talo-
ra sulle unghie, e che le mamme
danno a intendere a'ioro bimbi
che sono le bugie ch'essi fanno,
onde non abbiano a farne più
— Il marchio che i mercanti ap-
pongono alle loro merci — per
Sambrucca. V.
BOSIETTA per Sambrucchinna.. V.
BOSiJ per Buscaj. V.
BOSIN. Bosino. Cosi chiamano il
contadino dell' alto Milanese —
sul Bosin^ Sul Bosino , cioè , in
su quel di Saronno , di Vare-
se, ecc. V. BassìroeUj Badin ^
PontiroeUj, ecc.
BOSIN. Bosino. Cosi chiamansi, e
oraquasipuò dirsi chiamavansi,
quegli uomini che andavano per
lacittà cantando o recitando del-
le composizioni dette Bosinade —
Anche ai nostri poeti scrivendo
in dialetto vernacolo è piaciuto
assumere il titolo di Bosin —
Siccome poi di spesso i Bosini
che cantavano o recitavano pel-
le vie, erano ciechi mendicanti,
come appunto, lasciatemi dire
« Quel sommo D'occhi cieco, e
divin raggio di mente... »; così
per dire cosa visibilissima, pa-
tentissima, invalse tra noi il
detto:
El le vedarav o el le sa anca
Bosin orb.
BOSINADA- Bosinata. Composizione
in versi vernacoli milanesi, la
quale per lo più veniva gridata
o recitata per città dai cosi
detti Bosini — Ogni altra scrit-
tura in dialetto milanese, e spe-
cialmente ogni poesia verna-
cola.
BOSION. Bugiardone — Bugiar-
daccio.
BOSORGNA V. Pisorgna.
BOSORGNÀ. Acciabattare —per Pi-
sorgna. v.
BOTOLA CARERÀ. Lo stesso che
Bonza.
BOTT- Colpo — Bott E finisci li
— Alto là — Fa bott lij Far alto
— in d'on bottJ A un colpo, in
un botto, In quattro e quattro
otto, In un di botto — L'è on
beli bott avess... Fa bello esse-
re... — Stà a bott j Durare, Reg-
gere, Resistere, Bastare — Tutt
in d'onbottj Di botto. D'improv-
viso.
BOTT. Volta, Fiata — Ogni tre bott
dò el venCj Botto botto vince.
BOTT. Istante, Momento, Tratto —
Vóo on bott a la Vedrà,, Vo un
tratto alla Vetra.
BOTT- Staglio, Taccio, Stralcio —
Fà on bott j Stagliare, Fare un
taccio, Stralciare: contrattare,
vendere o comperare in corpo,
a un colpo, senza ponderare
partitamente il valore dei varj
oggetti formanti soggetti del
contratto. — Compra a bott
Comperare a taccio. V. Blocch..
sig. 2, e Botta.
BOTT. L'una dopo mezzodì — Al
bott se derv el Parlament ^ Al-
l'una si apre il Parlamento.
BOTT. Tocco, Rintocco — sona a
bottJ Rintoccare, Suonar la rin-
toccata: suonare la campana a
tocchi separati.
BOTT. Scocco: il batter delle ore.
BOTT Cottimo — Dà o Toeu a bott,.
Dare o Tórre a cottimo, Accot-
timare un lavoro. V. Cottimista.
BOTT. Coccio, Cocciolo, Bocco :
noce più grosso per tirar nelle
altre noci quando con esse si
fa alle noci (se giuga ai nós).
BOTT- Tocco, Picchio: colpo dato
ad una porta, e simile — per
BottinnaJ sig. l. V.
BOTT (I). Botte, Busse, Picchiate,
Pacche , Picchi — Catta sto di
bott _, Aver delle picchiate , Es-
ser picchiato — Dà via di bottu.
Rifilar delle pacche, Picchiare,
Bussare.
BOTTA. Botta — in terra,, Cimbot-
tolo — Dà ona botta in terra^
Cimbottolare — Ciappà vun de
botta saldaj Pigliar uno di pun-
ta, di filo, Stringerlo fra l'uscio
BOT 81
BOT
e il muro: sorprenderlo senza
dargli tempo di replicare — De
ì)Olta saldctj, Di colpo, Disbalzo,
Di schianto, Di secco in secco,
Di scoppio: in un subito — In
Trotta J Di botto, Di presente —
Levà la botta J Riparare al col-
po — Resta in dotta,, Restar at-
tonito — Stà a botta^ Tener sal-
do o l'ermo: prender parte a una
cosa — per Bordon ( regni). V. —
Stà a botta de martella Star a
martello, Star forte al macchio-
ne: non si scrollar per cosa che
avvenga — Stà a botta a <min-
cionàJ Tenere o Reggere il lazzo.
BOTTA. Corno: bernoccolo fattosi
in cadendo.
BOTTA. Danno, Scapito, Perdita —
Toeu su ona botta^ Toccare una
buscata, Avere una picchiata,
Restar di sotto in...
BOTTA- Botta. Bottata: molto pun-
gente — Botta e risposta^ Botta
risposta, Botta e risposta: si
dice quando a un motto si ri-
sponde subito con altro di pari
acutezza.
BOTTA. Smania, Mania, Ticchio.
BOTTA. Uzzo, Pancia, Ventre : la
gonfiezza che una botte riceve
nel mezzo per la disposizione
rotonda delle doghe — Dà de Za
botta sossenn al vassell^ ecc.,
Dar l'uzzo, Levare a uzzo: far
che la botte, il barile, o simili,
resti con più corpo e sia assai
più stretto da capo e da piedi
BOTTA. Uzzo : quella parte della
rocca sulla quale si avvolge il
lucignolo (elza) della materia
che si vuol filare — Ventre: la
parte di mezzo del fuso ov'esso
riesce corpacciuto.
BOTTA. Bombo : rumore di sparo,
di cosa che scoppia — per Bot-
tinna. V.
BOTTA, BOTTAGH DENT- Abbacchia-
re, Fare un abbacchio, Staglia-
re, Fare uno staglio, un taccio.
V. Bott, sig. 4, e Bancarotta.
BOTTA, BOTTAGH DENT. Spendere -
Coss' emm de bottagh denti in
monte quanto s'ha a spendere?
BOTTAGIN- Lo stesso che Busecca^
sig. 1 — per potasgin. V.
BOTTAI. Bottale : specie di botte
lunga.
BOTTAR. Lo stesso che Bottasc^
sig. 1 — Campana: l'ultimo pezzo
di che è composto il clarinetto
fatto a canna molto allargata
in basso.
BOTTARANNA. Girino , Cazzuola :
animaletto nero simile alla bot-
te, che è tutto pancia e coda, e
che sta alla proda dell'acqua.
Essa non è altro che l'embrione
nato dall'uovo della rana, in-
volto in una mucilaggine.
BOTTARDA. Pottarga, Bottarga:
sorta di caviale (caviàa) fatto
di uova di muggine {zèvol), sa-
late, compresse fra due tavole,
e seccate al sole o al fumo —
Bottarica,Buttarga. Gli uovicini
freschi che trovansi in vari pe-
sci, e specialmente nell'aringa
(rengh) femmina, involti in una
sottilissima pellicola che serve
loro di ovaja (ovèra).
BOTTASC Buzzo: il ventre.
BOTTASCELL. Pancetta, Trippetta.
BOTTASCIffiO. Buzzone : pancione.
BOTTASCIffiU. Catino : nelle trombe
prementi.
BOTTASCltJU. Panciuto.
BOTTAVEGGIA. Mal vecchio nelle
spalle: dolori vecchi nelle spalle
de' cavalli. V. Dceuja veggia.
BOTTEGA. Bottega — Garzon de
bottega^ Fattorino — Padron de
bottega Maestro di bottega —
Mett a bottega ^ Acconciare a
bottega — Mett su bottega J A-
prire, Rizzare bottega — Tra
fozura ona bottega ^ Sdrucire
una bottega — Desgustà i aven-
tor de bottega^, Sviar la colom-
baia.
BOTTEGA. Bottega: per celia di-
cesi lo sparato davanti, nei cal-
zoni.
BOTTEGAR- Bottegaio, Bottegaro.
BOTTEGHIN. Botteghetta — Stillo,
Botteghino: guadagno illecito —
L' è on botteghin per fà danée^
È uno stillo per far quattrini —
Fà botteghina fig. Far bottega
o mercato sopra una cosa: trar-
ne utilità propria contro il do-
vere.
BOT 85
BOT
BOTTEGLIA. Bottiglia — Boccia:
bottiglia dell'acqua — Trà via
el prìmm gott de la botteglia^
Sboccare la bottiglia — Ninzà
ona botteglia,, Incignare, Mano-
mettere una bottiglia — Botte-
glia strencia de collJ Bottiglia
a collo strozzatojo — Andà giò
el cuio a ona botteglia J Sfon-
darsi — Avegh giò on bon nu-
mer de bottelli,, Aver in cantina
una buona bottigliera — Cava-
gna di bottelliJ Portabottiglie —
Ninzà per el prìmm ona botte-
glia Bere una sboccatura di
bottiglia — Quel che guarda a
drèe ai bottelli , Bottigliere —
Bocciteli de la botteglia Cerci-
ne — V. Scolabot telli^ Rasà
Desboscionà^ somass., Imboscio-
nàj, Imbotteglià Panscia^ Bu-
scionJ cavabuscion Macchina
per imbotteglià,.
BOTTEGLIARIA. Caffè.
BOTTEGLIER. Caffettiere — Botti-
gliere — Acquacedratajo — Diac-
ciatine
EOTTÉRA. Rete da ghiozzi {bottinn):
mandasi in acqua con sassi e
piombi. V. Nettafond.
BOTTIATT. Bottegante.
BOTTIGGIA Bori accia : specie di
fiasca di legno, o di pelle, o di
latta (tolta), schiacciata in for-
ma da portare in viaggio vino
o acqua — Barilotto, Barlotto ,
Bottaccio: quel bariletto di vino
che si dà in regalia ai vettu-
rini — de l'asèe^ Botticino del-
l'aceto.
BOTTIGKEU. Baccello: l'involucro
in cui stanno i ceci (sciser), ecc.
BOTTIGION- Buzzone: pancione.
BOTTIN. V. Reciamm,, sign. 3.
BOTTINA. Saccheggiare, Far bot-
tino, Mettere a bottino.
BOTTINA. Rintoccare , Suonare a
rintocchi: a tocchi separati.
BOTTINNA Ghiozzo (Cottus gobio) :
pesciolino d'acqua dolce, lungo
un tre o quattro pollici; color
biancastro di sopra, più o men
variegato e biancastro di sotto;
capo rotondo e a forma di lan-
cetta. V. Bottera.
BOTTINNA. Fritto, Frittura: pe-
sce minuto , fritto o da frig-
gersi.
BOTTISC- Buzzo: ventre.
BOTT-LI. Alto 11! Fermo 11! Basta !
BOTTOLA- V. Bottinn a.
BOTTOLA. Fiore capolino: risul-
tante dalla riunione iu mazzoc-
chietto dei fioretti del trifoglio.
V. BosaJ sig. 2.
BOTTON. Bottone. Parti: Fondin
Gambetta^ Asetta — bombèj, con-
vesso o capoluto — a zenzuin_,
a scisger a oliva j, ecc. — a
giuggiola, a cece, a oliva, ecc.
— del Lapoft'j, Bottone grosso
quanto quelli del giubboncello
del Lapoff^ V.: cioè quant'un
uovo — fondùuJ Cappella —
gemejj Bottoni gemelli: due bot-
toni che ne formano come uno
solo , fermati a ciascuna estre-
mità di un gambo (gamba) co-
mune, e destinati ad affibbiare
due opposti occhielli (oggioeic) —
Batt o Mett i botton a la tur-
ca, Tirare giù buffa: por da
banda i rispetti umani — Fàaa
botton^ Bottonuto — Falla el
prim botton^ — fig. Dar male i
primi passi. V. Basell. — Slon-
gà i botton a la gippaJ Far co-
tenna, buona cotenna: ingras-
sare — Smolla i botton Sbot-
tonarsi.
BOTTON DE FIOR. Bottone : il calice
dei fiori non ancora aperto.
BOTTON DE FffiUGH. Bottone di fuo-
co: lo strumento col quale i
chirurghi, arroventitelo, incen-
dono una parte del corpo, per-
che ha in cima una pallottola
a guisa di bottone.
BOTTON D'OR. Lo stesso che Pè de
nibbi,, sign. 2, v.
BOTTONÀ, Abbottonare — fig. Far
il collo : tener alti i prezzi —
per BozzàJ V.
BOTTONÀA. Cupo: quegli, nell'ani-
mo del quale non si legge, non
si sa com'è' peschi.
BOTTONADURA. Abbottonatura
BOTTONATT- Bottonaio, Bottoniere.
BOTTONERA. Bottonaia— Bottona-
tura: l'ordine dei bottoni in un
vestito.
BOTTONIN- Bottoncino.
BOT 86 BRA
BOTTORÌ. Cominciar i bottoni , le
gemme dei vegetabili.
BOTTORBU Convesso, Copoluto: di
cosa nè piana uè concava —
Sgranato: di occhio che schizza
di testa vivo e mobile.
BOTTRISA. Bottatrice (Gadus Iota):
pesce del lago di Como; somi-
glia al rospo sciatt) nelle mac-
chie e strisce del corpo } nella
grossezza del capo e larghezza
della bocca, alla quale ha due
cirri {corni) ; vai poco — per
Bottaranna^ V.
BOTTUMM Cocci, Rottami, Ruderi:
quantità di rimasugli e pezzuoli
di cose rotte.
BOTTUMM. Bitume.
BOVARINNA. Cutrettola, Ballerina,
Cutrettola piombina, Cessaiuola,
Codinzinzola, Coditremola bian-
ca, Strisciattola, Batticoda bian-
ca, Cutrettola bianca o grigia
(Motacilla alba): uccello silva-
no; dorso cenerino; addome
bianco ; fischia — Ballerina gial-
la, Codinzinzola (Motacilla boa-
rula): uccello silvano; dorso
cenerino o cenerino olivastro;
addome giallo; timoniere ester-
ne bianche nel margine interno.
BOVARGEU. Bovarello: contadinello
che bada ai buoi.
BOVAROTTA. Batticoda, Cutrettola
gialla , strisciamola (Motacilla
flava): uccello silvano; dorso o-
livastro ; addome giallo ; timo-
niere esterne bianche con lunga
macchia nera nel margine ester-
no—de drugheraJ Calandro fore-
stieYo(AntusRichardi):\icc.silv.',
parti superiori lionato-oscure,
macchiate di nero, unghia del
dito posteriore più lunga del
dito stesso; piedi grigio-car-
nicini; dorso olivastro ; addome
giallo; timoniere esterne bian-
che, con lunga macchia nera
sul margine esterno — Strisciamo-
la (Motacilla cinereo-capilla):
uccello silvano.
BOVASCIA. Bovina: sterco di bue.
BOVASCION. Buaccio.
BOVATT. Buaccio.
BOVATTELL. Bovatello, Bucciòlo.
BOYATTON. Babuaccio.
BOVÉE- Boaro : il custode dei buoi.
BOVIRffiU. Boattiere, Boaro.
BOVIS. V. Bois.
BOZZ. V. BoradorJ sign. 2.
BOZZ. Spuntato , Ottuso — Tozzot-
to: di grosse membra, spropor-
zionate e goffe.
BOZZA. Storta: vaso per purgare
le calie, ecc. — Vasca: l'usano
nei giardini, ecc., scavata nel
terreno.
BOZZA. Tentare, Fare ad opporsi,
Dare un colpettino — Truffare —
Negare — Contrastare , Cozzare
con uno — Cavillare, Sofisticare.
BOZZADiWNA. Bozza, Colpettino.
BOZZABOR. Truffane — Cavilla-
tore.
SOZZERÀ, ecc. V. Bòlgira* ecc.
BOZZCEULA o BOSSOEULA. Bozzolo:
fiasco d1un litro circa.
BRAD IL. Bardiglio , Bardigliana:
varietà singolare di calce sol-
foricata; di colore bigio azzur-
riccio o azzurro; ci proviene
dalla provincia di Bergamo ; se
ne fanno tavole e simili.
BRAGA. Braca , Braghetta , Bra-
chetta : lista di carta che si ap-
pasta su quei fogli isolati che
non si potrebbero ridurre a qua-
dernetti e cucire a correggiuoli
(alemdr) senza tale aiuto; ta-
lora non è appastata e fa parte
dello stesso foglietto — Braca,
imbraca: parte dei finimento
dei cavalli da tiro che pende
sotto la groppiera (groppera) e
investe le cosce — Braca: spe-
cie di telaio che sottoponesi
alla pévera {pidria) quando si
imbotta il vino; non usasi in
Toscana — Geto: legame di cuoio
a piè degli uccelli allettajuoli
(stelon), per attaccarvi la lunga
(la corda) — Staffa: ferro curvo
quadrato per collegare o soste-
nere che che sia — Cappellina:
vaso di terracotta, a imbuto
(pedriceu)i che serve araccorre
in un medesimo doccione {ca-
nal) gli scoli di più altri in esso,
influenti — Scarpa da carrozze
V. Scarpa^ sig. 3 — Bracchetta:
parte delloscodellino {frassineti)
per Staffa de la nos^ V.
BRA 87
BRA
BRAGA. Il colletto della corolla del
fiore.
BRAGASCION. Bracalone: di colui
al quale cascan le braghe fino
alle ginocchia.
BRAGH. Brache: quella parte di
vestimento dell'uomo, che pren-
de dall'anca fin sotto al ginoc-
chio, s'affibbia sul davanti alla
vita, e veste ciascuna coscia
separatamente. Vestimento or
ora uscito d'uso, e rimasto solo
tra'preti e presso qualche ca-
poccia {resgió o messèe).
BRAGH- Grappe: le armadure che
tengono in guida la mozzatura
delle campane.
BRAGHÉE- Brachiere — Allacciatu-
ra — Ascialone: traverso della
abetella {antenna) — per An-
deghée, V. sign. 2.
BRAGKERISTA. Brachierajo.
BRAGHETTA per Balzetta e Bra-
ga,, sign. 1, V.
BRAMA Brama: malattia nella
quale incorrono le vacche quan-
do han pasciuto trifoglione (tre-
fojon) in erba maturo, e però di
di umori sommamente adden-
sati. Ne è sintomo il vederle
avidamente appetire tutto che
ha in sè di salsuggine o ni-
tro; ne è rimedio il pascerle
cosi malate con foraggi secchi.
BRAMA. Lo stesso che Gremà.
BRAMA AD RÈE. Gridare.
BRAMERÀ, BRAMERON (I). Gromme:
nome di quel gelicidio che ve-
desi sulle piante in tempo degli
stridori invernali — Piant coi
braraeron^ Piante grommate.
BRAMINNA. Nuvolaglia grigiastra
foriera di temporale — Acque-
ruggiola autunnale.
BRANCA. Brancata, Manata.
BRANCA- Abbrancare: prender di
forzae stretto — Aggiustare, Sug-
gellare: combaciare appuntino.
Branca cont i sgriffj coni i
zanchj Ghermire , Aggrancire,
Aggavignare, Avvinghiare , Ag-
grappare.
BRANCADA. Brancata — Manciata.
BRANCADON. Giumella: quanto ca-
pe nel concavo di ambedue le
mani per lo lungo accostate
insieme.
BRANCAL- Brancale : calesse da
viaggio con cassa (scocca) retta
da due lunghi cignoni (zenton)
assai molleggi anti, assai lunga,
massiccia, con mantice (boffet)
di legno alla grossa, senza spor-
telli, nè fiancate anteriori, a
due luoghi con grembiule [scos-
sàa) stabile di legno e col carro
(car) a due ruote e due stanghe.
BRASJCH. Sonagliera: l'asta di me-
tallo piantata nella collana
delle bestie da soma, con ap-
piccati per lo lungo^dei bubboli,
cioè sonaglietti tondi, con una
fessura, che hanno in corpo una
pallottolina di metallo, la quale
fa loro render suono quando si
muovono.
BRANCOSIN- Stroscione (Ranuncu-
lus repens, dei bot): pianta a
fusti angolosi: fiori gialli, fa
nelle praterie, e pascoli e lungo
le vie: nei giardini coltivasi
una varietà a fiore doppio. An-
che dicesi Pè de nibbi.
BRANDINÀA- Capifuoco: arnese di
ferro, con fusto alto dinanzi,
che nel focolare tien sollevate
le legna, affinchè, prendendo
più aria . meglio ardano
BRANZIN- Nasello (Labrus macu-
latasi: pesce di mare, con venti
o ventuna spine dorsali, gene-
ralmente picchiettato di color
lionato — Lupo (Labras lupus):
pesce che abbonda nelMediter-
raneo : carne assai squisita; di
sopra azzurro scuro, di sotto e
ai lati bianco argenteo: due
pinne dorsali distinte — Ragno
(Perca labrax): pesce di mare:
testa grossa, goffa e quasi af-
fatto ottusa: pinna della coda
ben distinta, e le pinne del petto
ampie e quasi rotonde.
BRASA. Bragia — Tirass la brasa
sui pèe^ Darsi la zappa sui pie-
di: nuocersi da sè — On lett de
brasa; Sbracio: distesa di bra-
ce accesa — Slarga fcctcra la
brasa_, sbraciare
BRASA, BRASCA. Abbraciare , Ab-
bragiare.
BRA 88 BRA
BRASAL. V. Brazzal.
BRASC- Braccio — A braso a brascJ
Abbraccioni — Cìappàin brascJ
Recarsi, Portarsi in braccio o
in collo — Ciappà sott braso
Prendere a braccio — Giugà a
braso Fare alle braccia, Far
la catena, Far alla lotta, Lot-
tare con: allacciare insieme le
braccia o esercitarle — Guada-
gnasi el pan cont i so braso ^
Campare dalle sue braccia —
Tra braso de per tutt „ Armeg-
giare, vagliar tutta la persona
— Andà-giò i brasCjFiG. Cascar
il fiato, Cader d'animo; disani-
marsi— Tegnì inbrasc^Tener in
collo, nelle braccia — per re-
gni a battesìm. V. in Battesim.
BRASO- Segnavia: palo con car-
tello indicante la via — Brac-
ciolo : appoggiatolo.
BRASCA. Brace: carbone che si fa
ne' forni, nelle fornaci e in altro
modo, bruciando legna sottili
con fiamma, cessata la quale,
si spegne soffocandola, senza
lasciarla consumare e andar in
cenere — Bracione: brace di
legna un po' più grosse — Quell
de la brasca^ Bracino.
BRASCA. Peverone (Agaricus con-
troversus): specie di fungo che
trae al sapore del pepe , onde
il nome. Anche, Sottana.
BRASCA, BRASCA SCIÀ. Cavar la
brace dalle fornaci col rescio
{brascon) — Fer de brasca. V.
Brascon.
BRASCÀA , BRASCHÉE. Rastione : il
ferro col quale i fornaciai di
calcina rammassano la brace
nella fornace.
BRASCIA (FA A LA). Far alla lotta
o alle braccia.
3RASCIADA. Abbracciata, Abbrac-
ciamento: l'abbracciare — Ab-
bracciata: tanta materia quan-
ta se ne può stringere in una
volta colle braccia — Presa :
l'unione di tre o quattro coppie
[cobbi) di carta quand' è in la-
voro.
BRASCIÀ SU. Abbracciare.
BRASCIN. Bracciolino, Braccetto.
BRASCIN- Monchino: di persona
che ha un solo delle braccia, od
ambedue più corte del dovere,
o quasi ritratte.
BRASCIGEU. Puntoni, Arcali: le due
travi che forman i lati del ca-
valletto {cavriada) del tetto —
Manichetto : nome dei due re-
goli che formano il telajo della
sega (rèsega) — Bracciatella:
piccola bracciata di legna, o
simile — Bracciuolo: ogni re-
golo che nell' arti ha forma di
braccio — In d' on brasciceUj,
All' imbracciata.
BRASCIORÀ. Portare in collo: te-
nere di spesso il bambino come
seduto sul gomito.
BRASCIORIN. Bacinella', Caldajuo-
la: vaso ove gli orefici tengono
la gruma (croppa de vassell) di
botte per imbianchire l'argento.
BRASCIOTT. Bracciotto.
BRASCIOTTÀ. Abbracciucchiare :
affoltar abbracciamenti.
BRASCIRCEU. Scalino : piuolo di le-
gno, o incavatura dove si ap-
poggia il remo. v. Trimìon.
BRASCON. V. Fer de brasca.
BRASERÀ. Braciere — Cavezza la
braserà., Rassettare il braciere:
accomodarlo sì che duri di
molto — Slargà-foeura el fozugh
de la braserà^ Sbraciare il cal-
dano: onde meglio s'accenda o
mandi più calore — Cicciaron
de braserà
BRASERINNA, BRASERETTA. Brace-
retto.
BRASI. Polverino : la polvere di
carbone più o meno grossa, che
alle fucine dei fabbri circonda,
contorna e forma il fondo del
luogo ove brucia il carbone a-
nimato dai soffio del mantice.
La brasca soppressa, e pillata.,
come dicono i ferrazzuoli, for-
ma la cavità dei fuochi delle
ferriere , dette anche crogiuoli,
ove si raffina il ferro per ri-
durlo malleabile — Quell del
brasìj Bracino.
BRASIL- Brasile, Tabacco di foglia
tonda (Nicotiaua rustica): erba
annua; fusto quasi cilindrico;
foglie viscose — Brasile: il ta-
bacco che si ha dall'erba detta
BRA
89
BRE
brasile — Verzino, Fernambuco,
Brasil rosso (cesalpinia echi-
nata): albero indigeno del Bra-
sile — Brasiletto (Cesalpinia
bahamensis) — Verzino di Santa
Marta o Brasiletto delle Indie
(Cisalpina Sappan) : alberetto
alto circa 16 piedi.
BRASCEULA. V. Cotelletta.
BRAVADA- Bravata, Palazzata.
BRAZZ- Braccio: misura lineare
fra noi corrispondente; a metri
0,595. v. Quadrett — de ass , da
asse — de fabrica, da fabbrica
— de fuga o terra J a terra — de
pann o de tila_, o lunghe da
mercante — A brazz de pann,
A braccia quadre : largamente
— Fà i robb a ontantal brazz,
Far le cose a casaccio , a fan-
fera: senza attenzione — Fà sii
a brazz o simile, Abbindolare
— Ingannass a brazz de pann,
Ingannarsi a gran partito.
BRAZZADURA. Bracciatura : quan-
tità delle braccia occorrenti per
che che sia.
BRAZZAL. Bracciale: strumento in
cui ponesi il braccio per far al
pallone — Vegnl sul brazzal,
Pi g. Balzar la palla in mano: di
quando giunge l'oppoi tunità per
l'appunto di fare la cosa.
BRAZZALETT. Braccialetto, Mani-
glia: cerchietto di oro, talora
ingiojellato , con cui le signore
cingonsi per ornamento le brac-
cia e i polsi — Braccialetto :
drappo che riveste il bracciuolo
di una seggiola, d'un faldistoro
e simile.
BRAZZER. Braciere: quegli che dà
braccio altrui quando cammina;
e si dice più specialmente di
chi dà braccio alle signore.
Mezzo secolo fa i grandi usa-
vano nodrire un famigliare da
ciò. Vedi il Giorno di Parini.
BRAZZETT. Passetto: sorta di brac-
cio . eh' è la metà della canna
{canna) — Metro. Ora che la
legge impose il sistema metrico
molti artigiani, ecc., chiamano
Brazzett anche il metro — de
saccoccia J Passetto, Braccio,
Metro da tasca: listerella di le-
gno a più ripiegature, su cui è
rappresentato il braccio o il
metro colle sue divisioni — Gau-
cioibra'cciuolo di ferro, ricurvo,
ingessato nei lati del caminetto
perriporvile molle (mceuja), la,
paletta (barnazz), e simile — vi-
ticcio: sostegno a foggia di brac-
ciuolo, che fatto uscir da mura-
glia,© simile, serve per soste-
ner lumi, cortina od altro —
Bracciuolo : ognuno di quei so-
stegni d' una poltrona od altro,
dove chi siede posale braccia,
o è' arresta cosa alcuna — No -
me di quei ferri, uno per parte
delle finestre, su cui si rialzano
le tende — per Sbagg, sig. 2. V.
BRAZZETT. Braccetto — A braz-
zett, A braccetto, Inciambella-
to: condotto a braccio.
BRAZZETT. Braccetto : strumento
d'ottone, composto di due aste,
una delle quali graduata rien-
tra nell' altra , accorciandosi e
allargandosi al bisogno. Di que-
sta misura servesi il cappellaio
per riconoscere che la testa di
un cappello convenga in dia-
metro con quella di chi ne deve
far uso. V. Sbagg, sig. 3.
BRECCIA. Breccia, Macigno da ma-
cine : sasso formato da infiniti
sassolini unitisi insieme per for-
za di tempo e di combinazioni
atmosferiche e terrestri, con una
materia dura quanto il sasso, la
cui base per lo più è quarzo.
BRECCIA- Breccia: l'apertura o le
rovine dei muri, dei terrapieni,
delle fortezze e d'altre opere di
fortificazione, prodotte dal can-
none o dalle mine — Fà breccia,
fig. Far breccia: persuadere,
far colpo o impressione.
BREGA. Rissa — Noja.
BREGADA. Brigata: gente adunata
insieme.
BREGADA. Brigata: una parte del-
l'esercito; in oggi per lo più
questa parte è composta di due
reggimenti, e di un certo nu-
mero di bersaglieri e d'artiglieri
co'loro cannoni; ed è coman-
data da un generale — Brigata,
Squadra: una parte della coni-
BRE 90
BRI
pagnia data in custodia al ca-
porale [bregader)\ e per lo più
intendesi di carabinieri.
BREGADIER. Brigadiere : coman-
dante di una brigata di carabi-
nieri.
BREGAMAN D'ACQUA Acquazzone.
BREGAMINNA. V. Bergaminna.
BERGAMINNA DE PUJ. Gran branco
di polli.
BREGN. Doccia: quel canale di le-
gno aperto superiormente , per
cui dalla bigoncia (navascia)
si fa colare immediatamente
nel tino l'uva già pigiata in
quella.
BRELLA. Cassetta: arnese a uso
d'inginocchiarsi, o d'appoggiare
i piedi quando si sta seduti.
BRELLIN. Panchettino : piccolissi-
ma biga , a così dire , in cui le
lavandaie s'inginocchiano a la-
var i panni alla fossa.
BREMA. Brillare, Scorzare: dare
al riso una prima brillatura per
levarne la prima veste.
BRENN. V. Ridoi — per Bregn. V.
BRENTA. Brenta: recipiente di le-
gno che i Toscani non cono-
scono, fatto a conoide rovescia,
per trasportar vino, aceto, ecc.
Ora le è sottentrato l'ettolitro.
BRENTA. Versare nella brenta.
BRENTÀA Brentale : il numero
delle brente.
BRENTADOR. Facchino da brenta.
BRENTINNA. Brentina.
BRESSANELLA, BRESSANA- Bressa-
nella : luogo di forma per lo
più quadra con liste di mac-
chia (boscUinna) , attraverso
delle quali tendonsi le ragne
(antann) per uccellare. Ha ca-
panna {gabanin) da uccellato-
re, e talora bertesche ai quat-
tro lati,
BRETELL. Bertella, Stracca, Cigna,
Straccale.
BRETELLER. Bertellajo, Stracca-
lajo.
BRETELLERA. Bertellaja, Stracca-
la.
BREVA- Levante, Breva: vento
che apporta nuvoli e pioggia,
talora serenità — Vento perio-
dico da cui è dominato il lago
di Como e il Verbano: suol muo-
vere da libeccio verso mezzodì
— Forse e senza forse la voce
Breva deriva da breve , perchè
questo vento dura breve tempo
BREVAGG. Ventaggine, Brevaggio:
vento fortissimo di levante e
piovoso
BREVAGGERL Levantiera, Brevag-
giero: levante impetuosissimo
che tragga all'uragano.
BREVETT. Brevetto : lettera o re-
scritto di special privilegio, che
sogliono accordare principi o
repubbliche ad artisti o scien-
ziati—Nell'esercito, il Rescritto
con uno ha grado di,uffìciale —
Scritto alla breve e senza trop-
pe formole che si fa stendere al
notajo pei contratti di non gran-
de importanza.
BREVETTA- Nominare con bre-
vetto.
BREVIA (ALLA). Alla breve.
BREVIARI Breviario — Studia el
breviario fig. Tagliar corto:
andare per le corte , per le
brevi.
BRIA- Briglia —Parti: AnellJ Bar-
bozzàaJ Bolg o Bosetti Botton^
Bronchi cadenella Cordonine
Filetta Frontàa.^ Forcella^ Fib-
bij Ganassino Guinzàao Sguin-
zàa., SguinzalJ MorsJ Musiroeu-
laJ Oggiàa o Occiaj J Passant o
VerJ PassettJ Portamors \, Rese-
ghetta Reden^ sottgola Sona-
jeraJSoratestaJ Stricchj, Testerà
— Cava i brijj Sbrigliare — Mett
la bria^ imbrigliare — Molla la
bria^ Allentare la briglia — Sen-
za la briaJ Sbrigliato — Strap-
pon de briaJ Tirata di briglia —
Tra la bria siU coli a vunJ fig.
Dar la briglia in sul collo a uno:
lasciarlo operare a suo modo,
non voler più correggerlo —
Briglia:per est., significa più cose
ch'hanno qualche analogia con
la briglia del cavallo — Ognuno
di quei correggiuoli che ten-
gono il trapano ( trapen ) io
guida.
BRIA (THUGÀ A CAVALL E). Fare a
cavalli; specie di giuoco che si
fa da due ragazzi, uno dei quali
BRI
91
BRI
si sottopone a far da cavallo, e
T altro imbrigliatolo con qual-
che funicella lo va stimolando
al corso.
BRICCH Bricco : specie partico-
lare di pane.
BRICCH (NO VORENN). Non ne vo-
ler punto.
BRICCOL Bricche : luoghi di monte
dove non potendo camminar
francamente, il cadere è facile
e la caduta pericolosa — Andà
sii per i briccola Abbriccarsi.
BRICCOLL, BRICCOLLA (GIUGÀ AI o
ALLA). Fare a mattoncello. Si fa
con tre mattoni piantati in ter-
ra, a cui si tra per abbatterli
e ciascuno ha diverso valore
di punti. Il vincitore si fa por-
tare dal perdente a cavalluccio
(in giggìceura) fino a quella di-
stanza a cui è giunto un sasso
tirato a forza.
BRICCOLLA (GIUGÀ DE). Far matto-
nella, Dar di calcio — de 'àrie-
colla d'ona sponda o dedrèc
Giuocare, Prendere, Battere di
calcio — de do^ tre sponda di
rinterzo, di rinquarto — Di bri-
colla,, fig. Per istorno,Di balzo
o rimbalzo, Per fianco: cioè in-
cidentalmente, indirettamente.
BRICCOLISTA. Chi è bravo a far
mattonella (giugà de briccona).
BRICCON- Briccone — Deventà on
briccon^ imbricconire.
BRICÒLA. Mazzacavallo — Altaleno.
BRICOLLADA. Quel lavoro di pane
che al sabato facevano i nostri
fornaj del secolo decorso.
BRIDON. V. Filetton.
BRIÉE- Brigliajo : che fa o vende
briglie.
BRIGHELLA- Brighella. Nome d'una
maschera comica del teatro
italiano, di ignota origine. In-
sieme all'Arlecchino , al Zanni,
al Truffaldino e ad altri siffatti
ci rallegrò per alcun tempo co'
suoi lazzi; poi non si sfogò che
dal castello de' burattini (ba-
racca di raagatej ). Brighella
corrisponde al Romano ; « non
ischerza, è un bravaccio sulse-
rio, e ha sotto un coltellaccio
da beccajo. Pronto come un ac-
ciarino, ei gitta fuoco spesso
per un nonnulla, e sciupa inu-
tilmente il suo coraggio un po*
troppo rodomontesco. »
BRIGHELLIN. Bimbo, Mimmo: per
un cotal vezzo a un bambino
vispo e carino.
BRILANT. Brillante.
BRILANTÀ. Brillantare.
BRILL. Brillo: pasta artifiziale ve-
trosa, che negli anelli, o in al-
tri giojelli, contraffa una gemma
o una pietra dura.
BRINDES. Brindisi — Fa on brin-
des^ Brindare.
BRIOZZ. Briglione.
BRISA. Brezza: venticello freddo —
Siza: vento freddissimo che tira
da tramontana — Stomachino :
animella attaccata alla rete
(reg) delle bestie bovine — Sa-
lda come la brisaJ Amaro di sa-
le: eccessivamente salato.
BRISA (FÀ o GIUGÀ A). Giuoco che
si fa cosi. Un ragazzo ha in
mano una cosa, un pezzo di pa-
ne, una mela, ecc ; altri ragaz-
zi, cólto il bel momento, vi
danno su una manata. Se la
cosa casca a terra, e la racco-
glie colui che ve la gettò, e' se
la tiene per sè.
BRISCA- Brisca: specie di carrozza
di cassa (scocca) alquanto bis-
lunga, e con luoghi di pari lar-
ghezza in ambo i lati — a bar-
chetta..Brisc8L a barchetta : car-
rozza quasi simile all' antece-
dente.
BRISCH. V. Triicanton.
BRISCH. Biodo, Giunco (Juncus la-
custris).
BRISCOLA (GIUGÀ A) Far a brisco-
la: giuoco che si fa colle carte
da tresette a due a due, o a
quattro a quattro. Secondo i
paesi ha regole. Termini di que-
sto giuoco sono poni de sott^
pont de soraj briscola e caregh;
e briscole si chiamano tutte le
carte del seme di quella che si
mette scoperta in tavola, con le
quali si pigliano le carte di al-
tri semi {pali) , benché le sieno
maggiori. Dall' essere il due la
carta minore a! questo giuoco,
BRI
92 BRO
si fa la frase Contare quattro
il due di briscola^ per dire che
altri non ha in casa propria, o
anche in un pubblico ufficio , e
anche più su, autorità veruna.
In toscano si dice poi briscola
chiacchierina., quando si giuo-
ca in quattro e si può chiac-
chierare e accennarsi col com-
pagno ; si dice briscola rnutaj
quando si patteggia di stare
zitti ; briscola matrimoniale ^
quando si stabilisce che chi ha
il re eia dama del seme stesso
(e ciò si chiama matrimonio)
guadagna dieci punti, e venti se
il matrimonio è del seme di bri-
scola.
BRISCOLON (GIUGÀ A). Fare o Giuo-
care a briscolone. È simile alla
briscola, tranne che si tengono
in mano cinque carte , e non
ponesi la briscola in tavola.
BBISETTINA. Sizzolina: aria fina e
fredda.
BRISIN Cichino,Micolino,Pocolino.
BRISON. Lo stesso che Brugh. V.
BRISSÀ. V Scarligà.
BROBR'3. Scroccone, Barocco,Man-
giaguadagno: che fa scrocchi.
BROBRORADA. Scrocchio, Baroc-
colo: usura nel dare o tórre
robe per grande e inconvene-
volissimo prezzo con iscapito
notabile di chi le riceve dallo
scroccone o di chi a costui le
cede.
BROCCA (LA). Il Soprasuolo, Il So-
praterra: il complesso degli al-
beri e degli arbusti che si tro-
vano sulla superficie di una data
presa di terreno, di un podere,
di un campo, e simili.
BROCCA. Mesciroba, Mesciacqua:
vaso di metallo, majolica o al-
tro, più alto che largo, con im-
pugnatura per manico ; collo
brevissimo, e bocca larghetta,
ma spasa, da cui versano acqua
nella catinella {cadin) del lava-
mani, o in altro arnese — Broc-
ca, Mezzina: vaso di majolica
a ventre rigonfio , con manico
curvo, fermato alla bocca, sotto
al cui orlo è un beccuccio a
bocciolo; serve a capir vino,
acqua e simile — Secchio: vaso
in che raccogliesi il latte nel
mugnerlo. V. Latt in brocca —
Pernio : ferrino rotondo intorno
a cui si volgono le lamine delle
forbici — Cocomerino: specie di
bulletta {stacchetta) con capoc-
chia (pomell) di ottone — Broc-
co : sterpo ( broccaj ) grosso —
Brozzola : arnesetto di legno per
tenere l'oro svoltato dai roc-
chetti — Rama: piccolo ramo —
Andà in brocca, v. Imbroccass
— Andà su per i brocchj. fig.
Andare in fumo — Ramaglia :
1' aggregato delle nuove messe
delle piante — compra o Vend
a brocca secca Comperare o
Vendere nel vendere o ai primo
germinare dei gelsi la foglia
che hanno a mettere per l'epoca
della bacatura, pagandola un
dato prezzo qualunque sia per
esserne la riuscita; e cosi del
frutto d' altre piante — Pelà
brocchJFa,re la frasca o la fron-
da — per Cattafìgh. V.
BROCCÀA- Ramaglia: nelle piante
il complesso delle rame — Broc-
cato : stoffa di seta intessuta a
oro, argento.
BROCCÀA. Ramoso — Ramuscoloso.
BROCCADELL, BROCCADIN. Brocca-
tello, Broccatino: specie distoffa
imitante il broccato.
BROCCAJ- Sterpo : rimessiticcio
stentato che sorge da ceppaia
(sceppa) d' albero secco e vec-
chio, o dal tronco (bicc) d'albero
già tagliato. Sterpacchio n' è il
peggiorativo — Ramo — Broc-
cato, Allargatojo: strumento con
che s' allargano o mettono in
tondo, o ripuliscono i fori fatti
in un pezzo di metallo col tra-
pano, o altrimenti, specialmente
in lavori di ferro. È una bac-
chetta d'acciajo benissimo tem-
perato, di forma triangolare o
quadrangolaje. o altrimenti po-
ligona , leggermente conica; è
lunga un paimo o poco più, e
piantata sur un manico come
una lima.
BROCCAJCEU. Ramoscello, Sorco-
letto. V. anche Merza.
BRO 93 " BROS
BROCCAMIN. V. Stacchettamm.
BROCCAMM. Ramatura.
BROCCH. Cavallaccio , Bozzone ,
Rozza.
BROCCH ( ANDÀ SU PER I )• fig. An-
darsene in fumo.
BROCCHETT. Barbina: mazzettino
bislungo di fiorellini artefatti,
che le donne pongonsi sotto la
tesa (ala) dei cappello da una
parte del volto.
BROCCHETT. Virgultino — Batt i
brocchettj Battere le gazzette:
tremar dal freddo. Anche dicia-
mo Fintinna^ Beatinna.
BROCCHETT. Brocchetto : caman-
giare composto di ricotta (ma-
scarpa) combinata col fior di
latte.
BROCCHETTA- Mescirobina, Broc-
chetto: piccola mesciroba — Pic-
cola rama — Bullettina.
BROCCOLCavolo broccolo, Brocco-
lo (Brassica cauliflora): sorta di
cavolofìore a più nappe di fiori
sulla stessa pianta, ma minori e
meno bianchi,talorarosseggian-
ti; fusto umile; foglie bislunghe
azzurre; capi carnosi alla cima
del fusto; maugiasi in insalata,
o in salsa, o altrimenti — ro-
man^ Broccolo romano (Bras-
sica asparagoides) : fusto più
alto; foglie biancheggianti più
lunghe; rami sparpagliati ; fiori
piccolissimi, per la più parte
sterili.
BROCCON. Bullettone: chiodo gros-
so col capo quadro con che si
congegnano insieme i tacchi del-
le scarpe.
EROCHÉN- Tronchetti: specie di
stivaletti.
BRODAJA- Broda. V. anche Broeuda.
BRODIN per Coli. V.
BR0D0L0TT. V. Garzella.
BRODON. Brodone : brodo succo-
lento, corto, grosso, savoroso.
BR0D0S- Brodoso.
BRGEU- Brolo, Verziere — Frutteto.
Dal latino Brolum. V Fondi.
BRCEUD- Brodo: l'acqua in che cos-
se il lesso — Broda: l'acqua in
che cossero fagiuoli, tutta sorta
di civaje (lemm), maccheroni
{lasagn largh) — El dessoravia
del broeud^ La cima del brodo:
la parte di sopra più sostan-
ziosa — che' sa de nagotta^ Bro-
do sciocco — in taxolettinJ Ta-
volette di brodo: brodo asso-
dato si per arte da esser 3ecco
e friabile — longhJ Brodo an-
nacquato o lungo, Acqua pazza^
Brodo di carruccola : brodo
lungo e con poca sostanza di
carne — fig. Lungheria, Lunga-
gnola, Lunghiera: discorso pro-
lisso e nojoso — ristretta Brodo
ristretto, grosso: fatto col cuo-
cere molta carne in poc' acqua
— senza sàa^ Brodo insipido —
tiràa_, Brodo consumato, Con-
sumato : fatto con carnaggio
eccessivamente cotto , e quasi
consumatovi dentro , e perciò
molto sostanzioso — (Eucc del
orceud ^ Occhi, Scandelle del
brodo — Lassa sta coeus vun in
del so brceudj Lasciar bollire
uno nel suo brodo: lasciarlo
star da sè nella sua opinione,
non impacciarsi di lui — Sma-
grì el brosud., Digrassare, Dima-
grare il brodo —Fond del brosud^
Bolliticelo del brodo — Viv in
del so broeud,, Far razza da sè,
Non ci metter nè sai, nè olio,
Bollir o Cuocersi nel suo brodo:
non s'impicciar con altri — Tira
su el brceuds Succiare: attrarre
a sè il fiato per freddo o per-
cossa — Vess in del so broeuda
Essere nella sua beva: essere
in luogo , o trattare negozj." di
suo genio.
BRffiUD- Ossa da far brodo — On
chilo de broeuda Un chilo di ossa
da brodo.
BRffiUD- Brodo. I nostri contacllnL
e specialmente quelli dell'Alto
Milanese, chiamano così il pane
turco intriso in un po' d'acqua
calda concia col burro e col
lardo.
BRffiUDA- Broda: brodo cattivo,
cioè acqua insudiciata e non
altro — fig. Brodo: dicesi di
uno scritto diffuso e scipito —
Mostarda: in gergo, il sangue
che cola dal naso — Me ven già
brosudaJ Mi sanguina il naso —
BRCE 94
BRO
Andà giò la brceudaj, Sbrodola-
re — Andà in broeuda J Andare
in broda, Spappolare, Spapola-
re : non si tener bene insieme,
disfarsi, e dicesi di cosa mor-
bida, la quale, toccandola, si
disfà tra le dita — fig. Andar
in broda, Andar in broda di suc-
ciole: godere, compiacersi —
Fràa broeuda^ Frate brodajo: si
dicono nei conventi i frati lai-
ci , deputati al servigio della
famiglia — Tra broeuda ^ Far
sangue per le narici.
BRffiUDA. Brodiglia, Brodicchio,
Fanghiglia: acqua fangosa e
pantanosa.
BRffiUDEN. V. canastrej.
BRONCÀ. Gridare, Schiamazzare —
per Branca. V.
BRQNCON. Schiamazzatore.
BRONTOLA- Brontolare — Dell'aria
quando tuona senza scoppio —
Baturlare: romoreggiar il tuono
da lontano.
BRONTOLAMENE Brontolamento —
Brontolio.
BRONTOLON. Brontolone.
BRONZ- Bronzo— Mortajo dibronzo
— Vess de bronz ^ Essere di
bronzo: dicesi di cosa qualun-
que assai forte , e anche di
persona di tempera robustis-
sima.
BRONZA, fig. Viso da pallottola,
Faccia tosta.
BRONZA. Abbronzare: dar ad un
oggetto l'apparenza del bronzo
mediante ottone od altro a ciò
preparato.
BRONZIN. Mortajo: vaso cupo di
bronzo , di grossa parete a uso
di ammaccarvi , infrangere o
polverizzare che che sia col pe-
stello ( pestell ). v. Mortèe e
Pirotta — Romano, Piombino:
il contrappeso ch'è infilato nel-
l'ago {aste) della stadera , il
quale scorre di qua di là delle
misure e per cui si ragguagliano
i pesi quando sta fermo.
BRONZIN, BRONZETT. Botte di do-
ghe (dov) grosse, e perciò sal-
dissima.
BRONZIN. Tosto, Abbronzato.
BRONZIROSU. Bronzista : artefice
che lavora in bronzo; gettatore
o doratore in bronzo.
BROSGIURA- Infilzatura, Puntata:
dicesi di pochi fogli stampati,
uniti con un sol punto — In bro-
sciura^ Alla rustica o in rusti-
co: di libro legato senza affi-
larlo nei margini.
BROSSA- Spazzola: arnese con che
si ripulisce il pelo ne' cappelli
— dura^ dura: quella adoperata
dal lavorante (proprìGeur) che
dà la forma al cappello per av-
viarne il pelo, uscito che sia
dalla liscivia — molla^ molle :
quella fatta con setole di ci-
gnale che viene adoperata por
dar lustrore al cappello.
BROSSA per Brossola. V.
BROSSAJCEU. V- Brossola.
BROSSERA per Brossola. V.
BROSSOLA. Cosso, Bolla, Pruzza:
enfiatellino cagionato per lo
più da umori acri sulla pelle
degli uomini e degli animali —
Pien de brossola Bolloso — Ber-
noccolo: enfiatellino che alza
nella nostra pelle per busse o
altro — Tutt a brossola Bernoc-
coluto — Bitorzolo : bernoccolo
alquanto molle — Pien de bros-
sola Bitorzoluto — per Brocca
signif. 7. V. — per Sbroscio-
ra. V
BROVA. V. Sovenda.
BRO VA , BROA. Quella parte della
ripa d'un lago dove incomincia
a sprofondarsi. A me però un
vecchio barcaiuolo a Varenna
mi disse Prona e più volte. Voce
latina da pronusJ a, um.
BROVÀ- Accarezzare, Piaggiare —
Pulire — inumidire — Sbastarda-
re, Mondare. Sbroccare, Sbroc-
colare: tor via ogni seccume
dalle viti.
BROVÀ. Rifare le carni. Lo stesso
che Buj (Fà tra on). V.
BROVADOR. Moiniere — Giuntatore
— Sbroccatoio: ordigno da sbroc-
care (brovà) la seta.
BROVADURA. Cassa da inumidirvi
la seta col vapore.
BROVADURA- Sbroccatura, Brusca-
tura: il seccume levato alle
piante.
BRO 95
BRU
BROVÀ LA SEDA- Inumidire la seta
coi vapore.
BROVAZZ- Frutteto.
BROVAZZCED- Piccolo frutteto.
BROVETT. Broletto. Chiamavasi
così il palazzo comunale di
Milano; che ora è al cosi detto
Palazzo Marino.
BROVETT. fig. Sobisso, Diluvio,
Nuvolo, Mercato: gran quantità.
BROVO, BROF, BROV (ROBBA DE). Nei
poggi della Brianza dicono di
quella merce di bella appari-
scenza, ma di poca o cattiva
sostanza.
BRUCC Asino, Ciuco — Cavallo ,
Ronzino — per Quattrass. V.
BRUCCELL, BRDCELL Burchiello. Il
milanese Barcon.
BRUGARCEU. V- in Fonsg.
BRUGARCEULA (ERBA). V. Sangui-
nella.
BRUGARffiU. V. in Fonsg.
BRUGGI, BRDGGIÀ Mugghiare, Mug-
gire — Rugghiare : del tuono.
BRUGH- Scopa, Erica, Brugo, Sco-
pereccia (Erica vulgaris): pianta
aita da due a tre piedi; fusto
tortuoso e corteccia rossiccia,
a rami numerosissimi; cresce
negli scopicci (brugher).
BRDGHERA. Scopeto. Scopiccio ,
Ericeto, Brughiera: terreno ar-
gilloso, siliceo e ferruginoso ove
fa la scopa {brug h)— Lassa andà
a brug her a j'La.scia.r che diventi
sodaglia, scopeto un terreno
— Scarpa una brugìieraJ Disso-
dare uno scopiccio — Pari o
Vess ona brughera J Esser una
grillaja: di terreni trasandati.
V. Zeri) — Quanto alla voce Bru-
ghera (cioè Brugarium) , sta
bene sapere che trovasi in una
carta del 1185. Dunque origina,
come vuoisi, dal frane. Bruyè-
reì E non abbiamo il milanese
Brugh che n'è il padre?
BRUGHERÀA- Macchioso.
BRUGNA- Pruna, Susino (Prunus
domestica): albero che dà la
prugna; foglie a lancetta accar-
tocciate ; fiori bianchi; legno
che si fa sempre più rosso quanto
è più vicino al midollo — Pru-
gna, Susina: frutto del prugno,
ovale e per lo più turchiniccio,
paonazzo, violetto, rossiccio;
velato da una polvere glauca,
che chiamasi fiore; neir interno
un nocciuolo {gandolla) bislun-
go e compresso, con guscio, en-
tro cui una mandorla — And",
ibrugn in erbionj Imbozzacchi-
re : intristire — Brugna andada
in erbion Bozzacchio — azer-
ba o de pret* Susina strozzatola.
— borlida candida^, gialda o
negra o tonda,, tonda, candida,
gialla o nera o tonda — cassia.
dolcigna — catalannaJ simiana
o semiana — reginna o de la
reginnaJ Claudia — gentil per-
nigonna^ gentile pernicona —
gialla giallina — gt assinna ..
Amoscina ghiotta — guggella^
Susina campana o diacciola —
massinna^ Amoscina nera —
Anche, Amoscina, Susina amo-
scina nxirabolanna,. Susina mi-
rabolana — pernigonna^ Susina
pernicona — salvadega^ Susina
salvatica — sanclò^ Susina della
regina, Claudia tonda — sangio-
vann j Susina sangiovanni —
scanardaJ spaccatola — sciresaJ
ciliegia — spinna J agostina —
verdazza,, verdesaJ verdacchia
— zucchetta gialda o negra
Zucchetta gialla o nera. v.
Cervelda de Monscia — Avegh
ona brugna al cùu^ fig. Avere
una pollezzola di dietro o un
porro dietro via: avere gran
pregiudizio — Anche1, Avere o
Stare con un cocomero in cor-
po : essere in dubbio , in pen-
siero.
BRUGNA. Stanza mortuaria, Cam-
posanto. Luogo del nostro Spe-
dai Maggiore ove già seppelli-
vansi i morti. Questa voce Bru-
gnaJ origina dall'esservi stato
piantato un prugno [brugna)
presso alle cameracce. Stanza
in ogni Spedale, in cui seziona-
no i cadaveri, e se occorre, ve
li depongono per poi sul caret-
tone da morti trasportarli al
Camposanto {foppon) — Faccia
de brugna^ Viso di moria.
BRUGNOCCORA. V. aiaccoli.
BRU 96 BRU
BRUGNOCOLA.V. Brossola — FiG. Mo-
lestia — per Boll. V.
BRUGNffiU. Prugnuolo , Susinello,
Spino nero o di macchia [bo-
schinna) o salvatico, Strigniculi,
Vepro , Prunello (Prunus spino-
sa): arbusto che fa spontaneo
nelle nostre siepi (sces), fiori
bianchicci, rami a spine — per
Brugnceula. v.
BRUGNIEULA- Prugnuola: frutto del
prugnolo (spin brugnoeu) roton-
detto o globoso; color turchino
nericcio; brevissimo picciuolo
(picoll); sapore sempre acerbo.
BRUGNON. Susina asinaccia: spe-
cie di prugna rossa, grossa,
bislunga, atta a seccarsi come
la provenzale.
BRUGNON. Musone: di persona che
fa il muso grosso e serio —Buz-
zurro : vinajuolo — per Maro-
nèe „ Rustegon. V. Questa voce
milanese Brugnon^ si estende a
nominare i lattaj , i marronaj ,
i rosticcieri (bois)\ per lo più
del lago Maggiore, Lugano, ecc.
Chiamansi buzzurri in Toscana
gli Svizzeri che dalla lor patria
calano d'inverno in Italia a
vendere la polenda e le bru-
ciate^ che verso primavera
tornano a casa. L' autore del
Marco Pacini, V. 2S , scrisse:
« Co' soldi in tasca e la bottega
addosso Sciamavano i buzzurri
a più non posso. » La voce ita-
liana trae da buzzo pancia; la
milanese da brugnon musone;
perchè questi cotali guaj che
tu li veda a ridere! Entri in
una bottega a berne un bicchie-
rino ? « Sii belli signori che re-
sten servii. » È la sola parola
che tu senti un po' graziosa, ma
egoistica all'uscire dalle loro
labbra ; essi non hanno mai
barba, nè barbigi. Questo è uno
dei loro segni per riconoscersi.
BRUGOLOSA. Lingua di bue, Borra-
na salvatica (Anchusa officina-
lis): erba, quasi per tutta Italia
ne' luoghi incolti:, fusto a peli
ruidi ; foglie a lancia, ispide:
fiori cerulei a pannocchia; s'u-
sa in medicina.
BRULLA V. Triicanton. V.
BRUMÉE, BRUMISTA. Fiaccherista :
padrone o conduttore di fiacre
a un cavallo (brumm).
BRUMM. Fiacre a un cavallo: car-
rozza con guscio {corp) piano,
e per lo più a due posti con
mantice (boff'ett) per lo più sta-
bile, sportelli, serpe [scerpa) an-
nessa al guscio, senza fiancate
anteriori, con carro a quattro
ruote e a gran volta (sterna) —
Brumm de remiss o de rimessa ^
Fiacre di rimessa. La medesima
carrozza; ma non sta sulle piaz-
ze o sulle vie, sì nelle rimesse;
è più elegante e vi, si paga di
più. La voce viene dal lord
Brougham.
BRUNA. Bruna: specie di cuojo di
capra , o di vitello lavorato in
nero.
BRUNELL. Brunellino: specie di
stoffa a mandorla — Carta bigia.
BRUNENCH- Bruno , Buiccio : cioè
non illuminato da luce — Aria
brunenga^ Ora brunenga_, Aere
bruno, Aura fosca, Ora bruna o
buiccia.
BRUS (SAVÈ DE o CIAPPÀ EL). Puz-
zare, Sentire d'arsiccio, di lep-
po, di bruciaticcio: di vivanda
disseccata, e quasi bruciata per
troppa arsitura — Di sapore e
odore di cosa riarsa — Ciappà
el brus^ fig. V. Incarognass.
BRUS. Bruso : nome di due malat-
tie del riso in vegetazione pro-
cedenti da troppa grassezza del
terreno, da scilocchi notturni,
da mancanza di pioggia ai tempi
opportuni, dagli alidori estivi.
BRUS (T(EU SU ON). Aver il baco, il
brucio di...: aver passione per...
BRUSA (GIUGÀ A LA). Fare a verga.
Si gettano in aria delle monete,
e vince colui del quale la mo-
neta è più lontana dalle com-
messure dei mattoni — Resta in
brusa^ fig Rimaner smaccato
o scaciato: aver danno o ver-
gogna per essere stato in alcun
che sgarato da un altro — Giun-
gere alla sgocciolatura: indu-
giar all'ultimo momento — Vess
in brusa de..., Esser a un pelo,
BRU 97 BRU
a un dito, a bilico, a tocca e
non tocca di..., Esser vicino, in
pericolo di .. — Pientà in brusa,,
Piantar in perdita: di giuoco.
BRUSÀ. Abbruciare , Bruciare —
viaJ Andar via, Spacciar a ruba:
di mercanzia di grande spac-
cio — Portar via a volo: dei
giuoco delle pallottole {bogg) —
Arrabbiare. Alidere: di frutta
staccate dall'albero, e di grano,
biada o erba, che per mancan-
za di umore divengono rasciutte
e grinze — Frizzare. Cuocere:
di quel dolore in pelle cagionato
dalle materie corrosive poste
sugli scalfiti, ecc. — Arder o Mo-
rir di voglia di... « Brusi anmì^
per dì el coeur giusta De vegnì
a la conclusion.» — Cuocere, Pu-
tere, Scottare : di cosa che molto
dispiaccia, dolga — Oh / questa
la me drusa ohi questa la mi
pute — Piantar in perdita: di
giuoco.
BRUSÀA- Inarsicciato: margine o
segno d' abbruciamento o d'ar-
sione — Calia: quegli scamuz-
zoli cioè minutissime particelle
dell' oro e dell' argento che si
spiccano da esso nel lavorarlo,
dette cosi quasi sia il calo fatto
da quei metalli.
BRUSÀA. Bruciato — Afato: di frutto
rovinato dalle nebbie o dal so-
verchio caldo — Arrabbiato: di
vivanda cotta in fretta e con
troppo fuoco —Savè de brusàaJ
Saper d'arsiccio, Sapere o Puz-
zare d'abbruciaticcio — Brucio-
lato, fig. Innamorato.
BRUSABOCCA. Cuocicnlo,Erba pepe
(Polygonum hydropiper): erba
annua; fa al margine dei fossi
e dei luoghi acquosi; fusti spes-
so rossicci; foglie alquanto on-
dulate; sapore bruciante, ma
principalmente il seme, del quale
al Giappone si servono come
del pepe. Pianta buona per tin-
gere di giallo le lane.
BRUSACANTON. Tagliacantoni,
Spaccamontagne, Squarcione,
Bravazzo.
BRUSACÙU. Lo stesso che Lusi-
roeula.
Banfi , Voc.
BRUSACOA- Abbruciacoda, Brucia-
coda: ferro rovente che s'ap-
plica alla coda de'cavalli do-
po che fu tagliata per ista-
gnarne il sangue. Rassomiglia
ad un anello , il cui vuoto
serve a ricevere 1' osso che
sporta dopo il taglio, mentre il
metallo infuocato, applicato so-
vra le carni, brucia e chiude i
vasi aperti.
BRUSADA, BRUSAVA. Bruciata: pane
di formentone, arrabbiato (bru-
sàa), e alle volte cotticcio [mai-
cott); talora intriso nella pasta,
finocchio {erbabonna) , uva, ci-
polle , e simili — Brusada con
dent i fich^ Panficato. V. anche
ChizzoeuJ Fugasela ^ Fugascin-
na^ Carsenza.
BRUSADELL, -DELLA, -DIN, -ELL
Bruciatela, -ella, -tina, -elio. :
panellino in sul fare della bru-
ciata {brusada) cotto sotto la
cenere.
BRUSADIZZ. Lo stesso che Imbra-
scadura.
BRUSADONNA. Bruciatona.
BRUSADURA. Bruciatura.
BRUSAJffiUJ. Lo stesso che Brusa-
dell. V.
BRUSALASEN. Astone, Stoppione,
Stroppione, Scardiccione (Ser-
ratula arvensis): erba perenne;
ne'campi si moltiplica per seme
e per radice; si svelle per dare
alle bestie nel segato con altre
erbe; il suo pappo, che è deli-
cato, si adopera per cuscini o
guanciali. Anche, Garzon.
BRUSAPAJON. Gabbaloste : di chi
ci inganna e burla. V. Mangia-
capara.
BRUSAPIGNATT- Fregona: chi fa le
infime faccende della cucina —
dicesi per ispregio ai Cuochi di
poca abilità.
BRUSAR'EULA. Padella dei marroni.
BRUSASCES. Bruciasiepi: caccia-
toruzzo. V. in parasciosula.
BRDSATTÀ- Abbrustiare , Abbru-
ciacchiare: bruciar le estremità
più tenui, per esempio, degli
uccelli, quando pelati, si metton
alla fiamma, per tor via quella
peluria che rimane; cosi delle
7
BRU
98
BRU
ragne di seta che i bachi (bi-
gatt) lasciano ne1 mannelletti
(casell) dov'han fatto il bozzolo
(gaietta) — Trinare: l'abbruciac-
chiare i peli sian di qualunque
specie — Abbruscare : l'abbra-
stiar con fuoco di paglia i peli
vani di un cappello — Arrab-
biare: abbruciacchiare una pie-
tanza , ma non lasciarla cuo-
cere.
BRUSCÀ-SU. Rampognare , Ripren-
dere.
BRUSCH. Brusco: di sapore ch'ab-
bia molto del piccante — Fa la
faccia brusca^, Far pepe : di chi
contorce la bocca per cosa aci-
da mangiata — Acetoso: rife-
riscesi alle acidità dello sto-
maco che producono i fortori
(bvuscon).
BRUSCH (I) V Bruscon (1).
BRUSCE (I). Brusche (Le): modi
conti-ari di soavità e di dolcezza.
BRUS CIA- Vespajo , Vespeto.
BRUSCHETT. Lo stesso che Fon-
sgin, sig. 2. v.
BRUS'CIA DI AVI- Lo stesso che
Car senza J sig. 1.
BRUS CIN. V. Zerbin.
BRUSCITT (I). I Bruschini: quei di
Busto chiamano cosi un certo
loro intingolo di carne vaccina
minuzzata e condita con burro,
aglio, spezie, finocchio e vino.
BUUSCONÙ). Fortori (I):diconsi quei
fiati acri che facciamo dalla
bocca, quandolaroba indigesta
impedisce lo stomaco e dà mal
sapore alla bocca — Mett i bru-
scoli sul stomegh^ Far lo sto-
maco acetoso.
BRUSCON- Cardo mariano, Cardo
santa Maria, Cardo latteo (Car-
thamus maculatus) — per Agher^
sig. l. V. — per Spongiaratt.V.—
per Insalatta del boja. V.
BRUSECC Ai sura: seccore nei campi
prodotta dalla calda stagione. ì
BRUSECC. Biusecchio: malattia che
attacca le viti nei grappoli e
nelle foglie, per cui divengo-
no come arsicciati — Anche.
Manna.
BRUSECC per Brusor de stome gii. ~S .
BRUSEGHIN. Cociore — Fomite, Fo-
mento, Amoretto, Amoruzzo, Il
brucior dell'amore.
BRUSÈLA. Lo stesso che Brusada.
BRUSIÀ, BRUSIASS. Incuocersi, Ri-
cidersi.
BRUSO ( NANCA ON). Nè anche un
picciolo : un quattrino — Hóo
nanch ciappàa on bruso^ Non
ne cavai nulla.
BRUS3. Brusuglio. Villaggio sulla
destra del Seveso , vicino alla
strada postale da Milano a Co-
mo. Alessandro Manzoni vi ha
villeggiatura — Lassà andà a
BrusóJ Lasciar bruciare, anda-
re a fuoco e a fiamme.
BRUSffiULA. V. Cotelletta.
BRUSON. Brusone : malattia che
assale il riso. Si manifesta dap-
principio coll'arrossire della ci-
ma delle foglie, che poi si fan
ferruginose, e più non abbando-
nano la spiga, la quale se è già
sbocciata, appaiono circoli ros-
sicci dilatantisi nell'intera ri-
saia {risera); che fatta poi di
colore ferruginoso, inaridisce
talvolta in meno di otto giorni.
Il poco riso che se ne ricava
logorasi sotto la pila; è smunto
e insipido. Il miglior rimedio è
la pioggia; mancando questa,
rasciugamento della risaia sino
al ricolto — Anche , Cairceu.
BRUSOR. Bruciore, Cociore : dolore
che si risente dalla scottatura —
Cocimento: quel prudore, pizzi-
core , mordicamento o cociore
che si risente alla cute di trop-
po grattata colle ugne, o tal-
volta in contatto con materie
acri e corrosive — Biuciaculo:
riscaldamento delle parti di die-
tro, che viene o dal troppo sta-
re a cavallo o dal troppo cam-
minare, ecc.
BRUSOR DE STOMEGH. Incéndito di
stomaco, Bruciore di stomaco:
| ribollimento dello stomaco ca-
gionato da indigestione.
BRUSORENT. Abbruciante , Bru-
ciante — Brucente: dicesi di
cosa che, toccandola, scotta.
BRUSTI- Setola: spazzolino di fili
metallici che si usa per ripulire
i lavori d'oro, d'argento, ecc.
BRU
m
BUD
BRUSTIA. Brusca. Brussola: specie
di spazzola fatta di barbicine
di alcune piante, anche di setola
di cignale o di porco, per ripu-
lire i cavalli dopo la stregghia-
tura {striggiada) — di pagnJ
Spazzola: inanella di saggina o
d'altro simile, con che si ripu-
liscon dalla polvere i panni —
Anche, Scovetta^ Striggia.
BRUSTIA- Bussolare: ripulire colla
bussola i cavalli — Setolare .
ripulir Toro, ecc., colla se-
tola.
BRDSTIADA- Colpo o Ripassata di
brusca o di setola — fig. Bato-
sta: malanno, calamità, sinistro
qualunque a cui alcuno vada
soggetto.
BRUSTIATT. Bruscajo: che fa o ven-
de brusche (brusii).
BRDSTIIN. Spazzolino.
BRUSTOLA Rapare: tosare o ra-
dere al vivo. V. Melonà.
BRUSTOLI. Abbrostolire, Abbrosti-
re: porre le cose intorno al fuoco
si che rasciughino e non arda-
no nè si cuocano, ma si riscal-
dino e abbronzino.
BRUST0L1DA Abbrustolita.
BRUSTOLIDURA. Abbi ostitui a: Tab-
brostolire.
BRUTT. Brutto — Devenlà brutta
Imbruttire . Rimbruttire — Met-
tela brutta ^ Mettere nel pensa-
toio: cioè in pensiero — Ridurre
a mal partito — Vegni ai brutta
Venire alla peggio: al maggior
segno di discordia o rottura.
BRUTT. Brutto, Sudicio, Insudi-
ciato.
BRUTTA. Minuta: il primo getto
del dovere di scuola, ecc. — Fà
la brutta., Minutare, Far la mi-
nuta — Fà el dover in brutta ^
Far la minuta del compito di
scuola.
BRUTTACOPIA- Bozza. Minuta — Vess
la bruttacopia de vunJ Esser la
scimia di: di chi contraffa i
modi altrui — Far lo scimiotto,
Scimiottare: contraffare.
BRUTTIN, -TINNA- Bruttuccio, Brut
taccinolo, -ola.
BRUTTMÀA. V. Bruttura.
BRUTT0N,-T0NNA. Bruttacelo,- eia.
BRUTI ONON, -NONA. Bruttaccione,
-ona
BRUTTURA. Malcaduco, Quel Male,
Quel Benedetto: convulsione for-
tissima che si ripete a vari pe-
riodi, e mentre dura, priva il
paziente dell'uso de'sensi — Fa
vegnì la bruttura^Y&v sveglia-
re i vermini: metter grandissi-
ma paura — El patiss la brut-
tura-, Se gli dà quel Male, quel
Benedetto — Benedetto, Male del
benedetto: malore convulsivo,
cronico, acuto, colla perdita dei
sensi durante il parossismo, che
attacca i bambini siche le mem-
brane del cervello sono addo-
lorate o punte, onde loro sem-
bra di vedere brillar agli occhi
una luce passaggiera, il che dal
popolo dicesi Veder le stelle,
V. Guald. Le balie usano pe-
stare del sopravvivolo {erba di
copp) e dare a bere il sugo ai
piccoli bambini presi dal male
del benedetto [bruttura) . onde
chiamano quest' erba Erba del
rada del eòo.
BUBA. Bubbola, Upupa. Galletto di
marzo, Galletto di maggio o di
bosco o marziale, Puppola (Upo-
pa epops)r uccello silvano; cre-
sta fulva e nera; ali e coda bian-
che e nere; vola a scatti; sta
nascosto entro gli alberi, di dove
ripete il grido bu bu^ bu bu bu;
onde il suo gridare dicesi Sub-
billare.
BUCOLEGA Buccolica, Boccolega:
in gergo, dicesi per il mangiare.
BUDELL. Budella, Budelle: parlan-
dosi di quelle delle bestie da
macello, le quali budella tra
noi si vendono a misura di brac-
ciate (Spazz) — Budell drizz o
dritt o Salsizzon o (nelle vi-
telle) Budell gentile Budello gen-
tile , Intestino retto, Retto, Bu-
del culai e — stort o tort _, Bu-
dello torto. V. BuellJ Busecche
Culatta J Bondiana , Muletta^
Crespon^ So:tcresponJ Scorzon^
Filzetto.j Basgietta — Budell de
bè o Basgietta Minugie, Minuge —
del bamborin. V. Imbr azzai —
gentil^ Lampredotto : l'intestino
BUD 100 BUG
delle vitelle e d'altri animali ri-
dotto in vivanda — Ona motta
de budella Budellame.
BUDELLOSA. Lo stesso che Brugo-
losa.
BUDGETT. Bilancio: il quadro dei
bisogni, dei proventi e della si-
tuazione finanziaria di un go-
verno. Si vuole questa parola
dall' Inghilterra per la Francia
a noi venuta in questo signifi-
cato , derivata dalla italiana
holgettaj cioè taschetta; poiché
il camerlingo d' Inghilterra por-
tava le carte dei conti pubblici
in una bolgia,, tasca; onde a
poco a poco siasi preso il con-
tenuto pel contenente.
BUELL. Budello , Intestino — Vess
el scisger di sozu buej^ Essere il
cucco di...: essere il favorito.
V. Caroeu — Aver tenero il bu-
dello per alcuno: amarlo assai.
BUELL II retto, Intestino retto,
Budello gentile, Budel culare —
Avè el buell invers^ fig. Aver
le lune, Aver le paturne : esser
di mal umore — Indrizzass el
buell o Indritturade buell. V. In-
drizzass e Indrittura — • Vess
scisger e buellJ fig. Esser pane
e cacio, o tutto pane e cacio
con alcuno, Esser carne e ugna
con..., o come passeri e colom-
bi: esser tutti amici e d'accordo.
BUELLIN. Budellino.
BUFF. Buffo: personaggio che sulle
scene fa la parte buffa.
BUFFÉ. Buffe, Credenza, Riposto:
tavola dove stanno apparec-
chiati i vini, i liquori, le frutta
da porsi in tavola, come pure i
vari strumenti della mensa. I
Siciliani chiamano Buffetta la
tavola.
BUFFON. Buffone —Burlone — Sgua-
iato — Sont minga el to buffon^
Non sono il tuo balocco.
BUFFONADA. Buffonata — Sguaja-
taggine.
BUFFONARIA. Buffonata — Sguaja-
taggine.
BUFFONNA. Buffonna — Sguajata.
BUFFONON. Buffonaccio — Sgua-
jataccio.
3UFUL. Bufalo (Bos bubalus): spe-
cie di mammifero dell' ordine
dei ruminanti e dei genere bue.
Fu introdotto dall'Asia in Euro-
pa nell'età di mezzo, e propa-
gatosi specialmente in Grecia,
Italia ed Ungheria. Fronte con-
vessa e più lunga che larga;
corna rivolte ai lati; muso al-
lungato, stiacciato e quasi rin-
cagnato. È feroce e gagliardo
e per tenerlo alquanto a freno
nell'usarlo a coltivare i campi,
gli si inseriscono degli anelli di
ferro nelle narici. Del latte di
bufalo si ha un cacio eccel-
lente; la carne dei giovani man-
giasi fino ai due anni; la lingua
un boccone assai squisito; il
cuojo pei cignoni delle carrozze
e per le armature ; dalle ossa
pettini onde solo noi lo cono-
sciamo. Torme di bufali, guidati
da pastori selvaggi del pari,mon-
tati su cavalli e armati di lancia,
pascolansi nelle Paludi Pontine,
nelle Maremme sanesi e al di là
del golfo di Salerno nei paduli
infetti della malaria, che son
presso le magnifiche rovine di
Pesto.
BUGÀ. Bubbolare , Baturlare : il
rumoreggiare dei tuoni. Il ruzar
de'Veneziani, e il truniari cub-
bu cubbu dei Siciliani sono
quasi il tronà sord sord di noi
Milanesi.
BUGADA. Bucato — Bagna la bu-
gada^ Mettere in molle, Ammol-
lare i panni : porli e tenerli per
più ore nell'acqua pura, per
rammollirne il sucidume — De-
stendi pagn de la bugada^Ten-
dere il bucato — Fa bugada^
Imbucatare — fig. Risciacquare
un bucato ad uno: fargli una gran
riprensione — Anche, fig. Far il
bucato , Imbucatarsi , Spazzar
1' orto : ripulirsi , lavarsi, net-
tarsi per bene — L'è fenida la
bugadal È fatto il pateracchio!
— Resentà i pagn de la bugada^
Lavare, Sciabordare ilbucato —
Bobba de bugada^ Roba di bu-
cato — Suga ona bugadaJ fig.
Ripescar le secchie : raccon-
ciare con fatica gli altrui er-
BUG 101
BUI
rori — Vess mai capitaci la pesg
bugaga^ Non aver mai avuto sì
mala gatta a pelare — Fa buj
la bugada ^ Bollire il buca-
to — Mett in del seggion i
pagn de la bugada^ Allogare,
Pareggiare i panni nel mastello
o tinello — Inconcare: se è una
conca — Tirà foeura del seggion
0 de la conca i pagn de la bu-
gada^ Sconcare — Porta ai post
1 pagn de la bugadaJ Riporta-
re, ecc. V. Lessiva ^ Rebuj
Smceuj^ Battirceu^ Seggiun^ Bu-
gavó o Cor.
BUGADA Pampanata : specie di
suffumigio che si fa con pàm-
pini (peuj de vit) bollenti, o al-
tro , alle botti {vassej) che san
di muffa, per liberarle dal mal
odore.
BUGADIN. Bucatino: di una piccola
quantità di panni che s' imbu-
catano in casa in una volta
senza l'opera del lavandaio —
La lavanda del cadavere fatta
dal necroforo che precede il
suo allogamento nella cassa
mortuaria
BUGADO, BUGAVO. V. Cor.
BUGIAZ. Bugiaza: rete a due ali
che si usa con gran frutto dai
Lariensi quando è torba l'acqua.
È simile alla Bottera.
BUGNA. Bugna, Bozza: ognuna di
quelle pietre che con maggiore;o
minore aggetto sportano dalle
fabbriche con varie sorta scom-
partimenti per lo più usate nel-
r opera rustica — A bugn^ Bu-
gnato. Tali sono i torrioni moz-
zati del nostro Castello, che
guardano la città.
BUGNÀA Bugnato , A bugne , Boz-
zato, A bozze.
BUGN0N- Bubbone , Gavocciolo :
tumor per lo più maligno.
BUGNONSCELL. Bubboncino.
BUI, BUJ. Bollire: queir agitarsi
dell'acqua o altro liquido , pel
bollir che vi fanno le bolle va-
porose prodotte dal fuoco ap-
plicato al vaso — Lo spontaneo
agitarsi d'un liquido in fermen-
tazione , nella quale le bolle
sono di gasse — Di cosa che ri-
sica voler seguir di certo — La
bui^ ma sossenn^ La bolle forte:
d'un affare che si sta segreta-
mente trattando e operando —
Quaj cossa bui^ Qualcosa bolle
in pentola — Bollire: esser gran
caldo — Se buj ^ Si bolle —
Impazzare, Impazzire, Dar la
volta, Andar il cervello a zon-
zo, Ammattire : diventar matto
— Lù el buj^ E' ha dato la vol-
ta — Pigliar il bollore, Ribolli-
re: di quando l'erbe tagliate e
seccate per quel po' d' umido
ch'hanno, vengono a riscal-
darsi e fermentano —Del grano
che si corrompe riscaldandosi —
Riscaldarsi , Corrompersi — Ri-
bollire: del vino o altro liquore
che per il caldo si guasta — Del
cacio quando per calore va a
male — Di cosa il cui movimento
non è propriamente quel bollore
eh' è prodotto per V avvicina-
mento materiale del fuoco, seb-
bene in tutti i casi, la causa
d'esso movimento, sia uno svol-
gersi di calore — Di chi è in
isdegno — La me Zm,?_,La mi ri-
bolle — Scottare: di dolce o al-
tro che non sappiamo serbare —
Te buien quij soldi,, éh? Ti scot-
tan que' quattrini, eh? — Bian-
chire: toglier ai metalli, e in
ispecie all'oro e all'argento, la
superfìcie non metallica che
hanno acquistato nell'infocarli;
il che si fa colla grumata
{bianclx) — Lampeggiare: di sag-
gio d'oro o d'argento, quando
repentinamente si fa veder nella
coppella luccicante, scintillan-
te — Massellare, Bollire, Dar un
caldo, una calda: arroventar
ferro o acciajo a segno di po-
terlo martellare e adoperare
come si vuole — Fà bui^ Bollire,
Dar il bollore : porre e tener che
che sia in acqua che si faccia
bollire — Te fàa bui la malba?
Hai bollito la malva? — Quasi
el bui,, Sboglienta — Bui adasi^
Sobbollire — Bui a la disperada^
Sbollire a scorsojo, a ricorsolo,
a sodo.
BUÌDA. Bollita: pane di grano turco
BUI
102 BUR
sminuzzato e cotto in brodo, o
in cagliata, o in siero di vacca.
BUIDA (FER DE)-Ferroracconciato:
ferro da cavallo lavorato con
due sferre [fer vece o rott) ri-
bollite.
BDIDA ,BUIDURA. Bollitura. Bolli-
zione, Bollimento: Tatto del bol-
lire — Stufa: acqua bollente che
mettesi nella botte perchè ri-
venga — Dà ona buida. v. BUI.
BUIDURA. V. Buida.
BUJ. Bollore: una o poche di quelle
ondate che formansi successi-
vamente sulla superfìcie del li-
quido che bolle — Bulicame, Bu-
lichilo : è il ribollir dell' acque
calde naturalmente e lo scatu-
rir dell'acque sorgenti — Fà Irà
on buj^ Fermare: cioè dare alle
carni una prima cottura onde
meglio si conservino. Anche di-
ciamo Fa Irasmortì — Tra o
Leva ttl buj Alzare, Levare,
Staccare il bollore — Incerco-
nire. Rincerconire, Divenir cer-
cone : dicesi del vino che ha
dato volta, che ha girato per
caldo, o altro — In d'on bui* l'è
cotta.; fig. in un bacchio baleno
è finita.
BUJENT. Bollente.
BUJMENT. Bianchimento: il mescu-
glio della gi umata (bianch), Tat-
to o l'effetto di bianchire i me-
talli.
3ULÀ- Seminare la pula: ossia i
semi del trifoglio sopra il fru-
mento; il che fassi in su Tuscire
dell'inverno — Buia on praa,
Seminarvi la pula per appra-
tirlo.
BULADA- Spargimento di pula —
Fàla bulada.V. cruscada{Fàla)
BULADA. Bravata: Tatto del bra-
vare — Soperchieria : bravata
con oltraggio.
BULARDÉE , BULARDERI. V. Bordel-
lerì.
BULARIA. Braveria: di atti e di
parole da bravo {buio).
BULAZZO Bravazzone. « Facea col
prete a picca e le calcagna Vo-
lea piantarci un bravazzon te-
desco..,. » (Giusti, Lo Stivale).
BULBERA, BULBORA. Burbera: stru-
mento di legno con manichi di
ferro imperniati in un cilindro
posto orizzontalmente, intorno
a cui si avvolge un canapo, per
uso di tirar in alto pesi per le
fabbriche, attinger acqua dai
pozzi, ecc.
BULGHER. Bulghero: cuojo che pre-
parasi in Russia. È tinto in rosso
col sandalo di questo colore;
non ammuffa nei luoghi umidi ,
| e allontana col proprio odore
| gli insetti — Fregagli el bulgher
I a vutij fig. Picchiarlo : batterlo.
BULIA Bravura, Suo ce i a, Superbia.
BULIN.BULLIN. Farinaccio : quella
' crusca che si ottiene nel bian-
j chire il riso, e che è il prodotto
j della sua seconda veste o mem-
j brana; serve per ingrassar ma-
jali e polli.
'BULLA. Lolla , Loppa, Pula: chia-
mansi i gusci o glume che co-
| prono i granelli delle biade, al-
; lorchè ne sono staccati per la
| battitura — Fiorume: quel tri-
tume che rimane in luogo dove
sia stato ammontato del fieno.
Spulare ^ Dilollare: è il nettare
| le biade dalla pula, lolla.
BULLA- Per lo stesso che Trefoeuj
e Trefceuj or denari.
BULLETT- Trifoglino: il trifoglio ve-
geto di pianta esile e foglioline
piccolissime che nel primo anno
dà di molto fieno.
BULLON- Loppa: il guscio del riso.
BULLON-Trif ■glione: trifoglio assai
rigoglioso che nel secondo anno
vegeta in pien vigore.
BULLOR. Bollore.
BULO- Bravo: chi provoca con mi-
nacce — Fà el oulo_, Far del ga-
gliardo , Bravare — Cagnotto:
uomo prezzolato e facimale —
Bellimbusto — Bravo, Valente
in....
BURATT- Stamigna : tessuto al-
quanto rado che si stende sul
burattello, ma più fina al canale
{canal), meno al mezzo del cas-
sone {buratton) , più grossa al
canaletto {bocca) — Tombolo :
il telajo di legno di forma d'un
tronco di piramide su cui si
stende la stamigna e in cui si
BUR 103 BUS
fa discender dalla tramoggia lo.
farina da abburattarsi — Parti :
Ci os_. List^ Travers.
BURATT. Carpiccio, Menata, Man-
ciata di busse — Dà via o Taiu
su on buratt _, Picchiare o Es-
sere picchiato.
BURATT per Buratlon. V.
BURATTA- Abburattare, cernere la
farina dalla crusca col frullone
(buratton). La stanza dove si
abburatta chiamasi bicralteria
— Abburattare: ripulire col bu-
ratto {buratt) i bozzoli (gaietta)—
fig. Rimugginare —Ventilare —
Esaminar con rigore.
BURATTADA- Abburattamento —
Scossa.
BURATTÀ-SU. Abburattare, Zomba-
re: percuotere.
BURATT DE LA GALETTA- Buratto,
Frullone de1 bozzoli. È uu cilin-
drone fatto di regoletti, gli uni
distanti dagli altri quasi un dito
mignolo. Sta su di un telajo; è
lungo un due metri; lo si fa ro-
tolare con un manubrio. Ripieno
di bozzoli serve a ripulirli dalla
polvere e da ogni altra immon-
dezza abburattandoveli . prima
di pesarli colla secchia (seggia
de la gaietta).
BURATTISI. Burattino, Frulloncino:
piccolo buratto, frullone — per
Magateli. V. — Fà scusò vun per
el sò burattili , Far alla palla
d' aitrui : sbertarlo, prenderne
giuoco — Fà ona figura de bu,-
rattìnJo simile, Essere una fra-
sca, un voltafaccia.
BURATTINADA Burattinata, Burat-
tinata.
BURATTO. Cruschino, Abburattajo,
Abburattina : colui che abbu-
ratta.
BURATTON. Frullone, Buratto. Par-
ti: Battiroeu^ Bocca ^ Borlon j
Buratt j Buratton ^ canale cas-
setta Tremceuggia.
BURATTON. Albaglo: grosso pan-
nolano che suole essere bian-
co, e conserva il nome anche
negli altri colori.
BURATTON Cassone: la parte del
fullone che ha chiuso in sè il
burattello e che è diviso da
tavole in piedi in tre o quat-
tro parti per ricevervi le vario
finezze di farina che dalla sta-
migna cala giù — Pari on bu-
ratt j Essere un campanaccio :
di chi non rifina mai di cicala-
re — per Boti (I). V. — Bà-via
0 Toeu-sù on buratton ^ Dare o
Toccar delle busse: percossa.
BURATTON. per Bazzolon. V.
BURATTONÉE. Frullonajo.
BURBA, BURBORA. V. Bulbera.
BURBER. V. Carpen, sig. 2.
BURC Burchio: barca da vivajo —
per VinèeJ sig. 3. V.
BURETT- Bure, Stanga : quel legno
più o meno lungo che dal cep-
po (sciocch) , o dalla stegola
(stiva) cui è annestato, va ad
attaccarsi al giogo de' bovi per
mezzo del chiovolo {conch), e
serve a trasmettere il moto al-
l'aratro (sciloria).
BURLA- Burla — Celia.
BURLETTA. Burletta — Fann ona
burletta,, Mettere in canzone,
Beffarsene — Vess la burletta
de..., Essere il balocco di...
BURLETTÉE. Burlone — Burattinaio.
BURÒ- Stipo, Burò: specie d' ar-
madmo d'ebano, di maogani o
d' altro legno e con molti spor-
tellini e cassettine, a uso di
riparvi scritture o altro di pre-
zioso — Scrittojo : il banco ove
stanno i pubblici impiegati —
per cantava o Cuniò. V.
BUROCRATEGH. Segretariesco, Can-
celleresco: dicesi di stila, ecc,.
usato negli uffizi.
BUROCRAZIA. L'influenza dei com-
messi d'ufficio nell'amministra-
zione. Pigliasi in mala parte.
BURSIGÀ- Lo stesso che Scarligà.
BURSIGURA. Lo stesso che Scarti-
ghetta.
BUS. Buco, Foro — Cerca per tutl
1 buSj, Cercar col fuscello — Refà
i bus j Ribucare: dei fabbri —
Trova el bus dove ven fceura el
rattJFlG. Trovar Ubandolo della
matassa: donde procede la cosa
— Vess tutt a busJ Esser buche-
rato, foracchiato — Focone: il
foro per cui si dà fuoco al fu-
. cile o ad altre armi da fuoco —
BUS 104 BUS
Ripostiglio — Apertura — Va-
canza : di impiego — Feritoja:
piccola apertura della serratu-
ra per cui entrala chiave — Bus
de la bacchetta d' on s'cioppJ
Sbacchettatura — de la ciav
(per antonomasia), Buco del-
l'uscio — de V acquirceit „ Bu-
co dell' acquajo — del foghèe,,
Buco del focolare — di frut_,
Bellico — di contracc d' ona
ciav j, Fernette — del fornelli
Braciaiuola — del gatt. V. Bu-
siroeula del naSj, — Cavernetta —
del nas di cavaj ,, Froge — de
passa in di sceSj Callaja, Va-
lico, Passo — di pont de rnura-
dor^ Covile — di ratt tappon,,
e simili, Conicolo — di struraent.
V. in Roeusa — V. Boeucc e So-
rador.
BUS. Bucato, Forato — Andà busJ
busa,, Non pigliare, Non pren-
dere, Andar tallito o vuoto, A-
verla bianca: di quando una
cosa cade senza effetto — La
m'endada busa,, Ella è stata
bianca — Vuoto : di frutti con
gusci vani — Intignato: di grano.
BUSA- Buca — Bilia: ognuna delle
sei buche del biliardo contro la
battuta della mattonella (V im-
bottidura de la sponda), una per
ciascun angolo del biliardo —
Fà busa,, Far bilia — Borro,
Botro, Burrone: luogo scosceso
dove, nello sciogliersi delle nevi
enei cadere delle pioggie, scor-
ron acque — de la calcinna
Calcinajo — de fà el carbone
Buca — per Bozucc. V.
BUSAROTT. Noce malescia (il frutto
dell'Jaglans regiafructu perduro
dei Bot.): quella in cui le due
valve del guscio sono forte-
mente attaccate runa all'altra,
e ciascuna, o anche una sola
di esse , in luogo equidistante
delle due suture, ha una specie
di spigolo che dalla punta della
noce va a perdersi verso la
metà del guscio: questo è du-
rissimo, da non potersi acciac-
care se non col martello : e
ciascun pezzo del guscio in-
franto ritiene fortemente inca-
strata la corrispondente por-
zione del gheriglio (cucurucùu)
— fig. Canchero: di persona ca-
gionosa — Scamonea: persona
malsana, brutta ed uggiosa.
BUSATTER, BUSASCIA. Busaccio —
Toppaccia.
BUSCA. Bruscolo, Fuscello — Avegh
oTrà i busch in di oeuccJ Avere
o Far venire le traveggole: far
travedere — Vess fceura di
busche Esser uscito della ba-
lia o di pupillo, Aver lasciato
il pappo (panin) o il dindi (siss),
Esser andato fuori di dentini:
esser oggimai grandicello — Ti-
ra sii la busca, v. Busche tt (Tira
su i).
BUSCA. Pula : il rimasuglio della
spica del riso che rimane dopo
la ventilatura.
BUSCA(ANDÀ IN CÀ). Toccarne delle
buone: busse — Manda in cà
Busca Picchiare, Chioccare:
battere. La voce Busca qui ha
giuoco con un antico e nobile
casato milanese detto Busca,
oggi oggi spentasi nel marchese
Antonio Busca.
BUSCA (GIUGÀ A TIRA LA). Lo
stesso che Buschett ( Giugà
ai), v.
BUSCA (PORTA). Andar in busca:
degli uccelli che vanno in cerca
di busche per far il nido.
BUSCA. Buscare : procacciare e
conseguire — Toccarne , Esser
crocchiato : battuto.
BUSCÀA- Buscate. Borgo a ventun
miglia al nord-ovest da Milano,
che ha dato origine alla frase,
fig. Andà a Buscàa, Toccarne,
Toccar delle busse, Esser chioc-
cato.
BUSCAJ. Brucioli, Tacchie , Pial-
lature , Bruscaglia : sottili stri-
scie raccartocciate, che il le-
gnajuolo cava da qualsivoglia
legno colla pialla — Anche di-
cesi Rizz — per Barbaj. V.
BUSCHETT (GIUGÀ o simili AI). Fare
alle bruschette o buschette o
ai bruscoli o ai fuscelli, Fare a
lunghe e corte paglie. Sorta di
giuoco usato dai fanciulli, che
si fa con pigliar tanti fuscelli o
BUS 105
BUS
fila di paglia non uguali, quanti
sono i concorrenti, e tengonsi
accomodati in modo che non si
veda se non una delle due te-
state, dalla qual parte ognuno
cava fuori il suo, e vince chi
toglie il fuscello maggiore o
minore, secondo che da prima
si è stabilito.
BUSCHETTA. Bruscolino, Brusco -
luzzo.
BUSCIÀ. V. Mossa.
BUSCIN Vitello, Birracchio — Bu-
scin negherJ Mucco.
BUSCINATT. Venditor di vitelli.
BUSCINNA. Vitella.
BUSCION. V. Boscion.
BUSCON. Cespuglio folto e spinoso,
Macchia, Macchione.
BUSECCA. Trippa — de coradella^
Picchiante — rizzalo simile,
Budella di vitello: il centopelle
ridotto vivanda — Fa busecca J
figur. Far gelatina d'uomini:
farne strage, macello — per
celia, Musica — per Budell e
Buell.v. — Andà-giò i busecche
Cascar lo stomaco — Andà-giò
i busecch de la famm o Avegìi
i busecch largii assèe^ Veder la
fame in aria — Andà i busecch
in fonzion o Bar botta o Cria i
busecch., Gorgogliare le budella,
il corpo — Fà trà-sù anca i
busecche Far venir male allo
stomaco, Far sollevare lo sto-
maco: di persona o discorso che
uggisca o irriti — Perd i bu-
secche Cascar a brani: di abito
logoro o altro — Sentiss a re-
scfjà-sù i busecche Sentirsi ag-
ghiacciare il cuore — Sgurà-giòe
Slargàe Smorba i busecche Far
buon fianco, Cavar di pan duro
— Tira la carrozza coi busecche
Esser nobile riarso ( in bol-
letta).
. . . luce quij strenc-in-quartj,
quìj scanna-piceucCe
Somenza de cocóe razza de
becche
Pien de marscia e deb et finn a
ai oeucc
Che tiren la carrozza coi
busecche
san ciapàa on'aria de baron
fOttÙUj.
Come che i olter fussen fàa
col cuu...
(Prineide)
BUSECCA MASTRA. Il retto, Intestino
retto , Budel culare.
BUSECCH. Budellame.
BUSECCHÉE. Trippajuolo, Ventra-
juolo, Peducciajo, Trippajo.
BUSECCHIN. Sanguinaccio, Biroldo
— Vess un busecchine Parere
un budello: di vestito.
BUSECCON. Milanese. Ne gettano
questa parola probabilmente dal
gusto che abbiamo alla trippa
(busecca) e in generale al man-
giar grasso. Ma forse perchè ^
meglio che in qualunque città
del bel paesee in Milano abbon-
da ogni ben di Dio. È parola di
scherno bruttamente insegnata
fra T ire delle città lombarde.
V. Basgià . Bortolì e Mangiafa-
soeUe Scartositte Scigolatte Bog-
gianéne Tolèee ecc.
BUSÉE Tavemaj o/Taverniere, Bet-
toliere.
BUSEGATTER. Buggigatolo —Stam-
berga, Scarabattolo: stanzuccia
stretta — per Busatler. V.
BUSILLES (CHI L'È EL). Qui sta il
busillis o il busilli, Qui è dove
giace nocco: cioè qui sta il dif-
ficile, hoc opuSe hic labor. il
Busillis è stretto parente di
Donna Bi so dia e la quale non
capiva cosa volessero dire nel
Pater noster quelle parole da
da nobis hodiee e perciò fu essa
chiamata Donna Bisodia. Un
chiericuccio aveva a tradurre
in italiano un breve vangelo,
che incominciava In diebus il-
lis. Cominciò per ispiegare Iti,
die e dicendo Nel giorno; ma
quel bus illiSe di che faceva ei
una sola parola, non seppe in-
tendere inai. E da ciò nacque
il riferito dettato.
BUSIN. Bucolino — Foretto, Stan-
zibolo.
BUSIRCEULA. Bucherattolo , Fesso-
lino — Lassa in busirozula e Te-
ner a fessolino — Sarà in bu-
BUS 106 BUS
sìroeula^ Socchiudere, Abbatte-
re. Nel Pisano, Accanare — Con
i 03UCC in busiroeula J A occhi
socchiusi — Gattaiuola: buco
da basso dell'imposta (anta)
d'alcuni usci, onde il gatto vi
passi liberamente per ire in
caccia di topi — per Gratiroeu-
laJ sig. 2. V.
BUS(EU. V. Bisoeu.
BUSSERÀ- Bussola: costruzione di
legname fatta dalla parte in-
terna attorno alle porte delle
chiese o a quelle d' ingresso
negli appartamenti — Cassetta:
piccolo arnese di legno o di
ferro di forma quadrata che
serve per metter la limosina —
Tramoggia: apertura superiore
del macinino (masnin), nel quale
si pone una macina di caffè
tostato che poi va cadendo nella
sottoposta campana (tazzin) —
Bronzina: quell'anima intiera di
ferro fuso (ghisa) o di bronzo,
colla quale si riveste verso le
due testate dell'occhio interno
del mozzo {testa) delle ruote per
dargli saldezza e scemar l'at-
trito fra il legno del mozzo e il
ferro del fusolo d'assile (cossin
de la sàa)\ ha due linguette
(oregg), e talora anche pani
(vermen) — de la posta ^ Buca,
Cassetta — de la sàa ^ Bossolo
del sale — del fen^ Botola del
fieno.
BUSSERÉE. Scaccino: servo di chie-
sa — per Bacchettèe^ sig. 2. V.
BUSSERELL. Bocciuolo, Cannello.
BUSSERIN- Bossolo: vaso tondo per
10 più di metallo, di che si ser-
vono gli accattoni — Scodelli-
no: ciotolino di latta (lolla) o
d'altro, in cui è una spugnetta
inzuppata d'acqua ove la donna
immolla la punta delle dita quan-
do fila — Bossoletto: arnesetto
di bossolo (mar teli) o di cuojo
{coramm) che serve per estrarre
11 capezzolo cieco (borin scon-
dùu). Il cappelletto è un piccolo
arnese, di legno o di gomma
elastica, tondo, in forma di pic-
colo segmento di grande sfera,
con in mezzo una prominenza
vuota perriceverviil capezzolo,
cui serve di riparo, quando per
setole fosse dolente.
BUSSERIN. Bollo : stampo in cui è
intagliato un particolar segno,
che il burrajo impronta sui pani
di burro che egli fabbrica —
Anche chiamasi, Il segno im-
prontato, che consiste in lettere
iniziali, croci variamente or-
nate, rabeschi, o altro,
BUSSERIN. Anelletto: il cannello di
buccia (peli) domestica che ha
in sò V occhio ( ceucc) di nesto
(insed).
BUSSERINNA! (ANIMA). Capperi!
Casi ita I
BUSSEROTT. Bossolo : quel boc-
ciuolo di cuojo in cui innasta
la croce chi la porta.
BUSSEROTT. Dado: piastra di ferro
che s1 invita nel verme (vermen)
dell' assile (assàa) che sporta
fuor dell'occhio del mozzo (testa)
della ruota , il quale gli serve
d'acciarino (azzalin). Parti: Cal-
lottaJ Lobbia^ Plachetla — Tra-
fusola: piccolo arnese rotondo
di legno, vuoto, che per lo più
ha merletti (pizz) superiormen-
te, per uso di lavori di maglia —
Bossolo: arnese che si adatta
da capo al palmone (pienton),
onde in quei buchi piantare i
vergelli (bacchetton) , nelle cui
tacche (segn) si fermano le pa-
niuzze (bacchettimi) per invi-
schiar nella caccia a civetta-
Schiaccia , Stiaccia , Strozzino,
Trappola a schiaccia o a stroz-
zino : maniera di trappola con
che rimane presa sotto e schiac-
ciata o strozzata o altrimenti
ritenuta la talpa (ratt tapon) —
v. Trappola,, Foinera — - Botola,
Bodola: quella specie di bussola,
di legno o di pietra, a foggia di
una mezza tramoggia (tramoeug-
gia) , cioè a tre soli lati, solita
apporsi esternamente alle fine-
stre dimonasteri, di prigioni, ecc.
— Assito che si fa dinanzi ad
una porta rustica e la quale si
tiene il più del tempo chiusa —
Cannello, Bocciuolo: quello che
per la codetta s' inuasta nell'ago
BUS 107 BUT
(spinna) dei candelieri da chie-
sa, e nel quale si pianta la can-
dela — Bussolotto : vasetto di
legno o latta (tolta) o altro per
far a bussolotti (giicgà ai bus-
solotti— Quell di bussolottiTva.-.
gittatore o Giuocator di busso-
lotti o di mano, Bagattelliere.
BUSSOLA. Boccaglia: la parte più
grossa delle corna , toltane la
punta — Portapunzoni : arnese
di bronzo per incidere i conj —
Bussola: strumento che serve di
guida nei mari , mostrando il
polo, quando l'atmosfera ingom-
bra di nuvole o di nebbia in-
vola ai nostri sguardi il sole e
le stelle — Perd la bussola., fig.
Perdere la bussola: non sapere
che cosa fare — per Busserà. V.
BUSSOLOTT. Stagnata, Stagnuola:
il cartoccio preparato ad es-
sere nelle fabbriche riempiuto
di tabacco — Fà-sù i bussolotti
Accartocciare le stagnate — per
Busserà^ Busserott. V.
B0SS0L0TT (GIUGÀ AI). Giuocar di
bussolotti. Giuoco detto cosi dai
bussolotti o bossoli, vasi coi
quali i giuocatori scuotono i
dadi, che servono per fare varj
• giuochi di mano.
BDST. Busto Arsizio: città di vivo
traffico e di moltiplice industria.
Trae il nome da spenti vulcani
o dal suolo aridissimo ? Non si
sa come, nè perchè, siano i Bu-
stesi proverbiati di grosso in-
gegno, onde quel detto: Andà a
tozu vun di Busti quando è di-
scorso di allargare una stanza,
o simile, troppo angusta.
BBST Busto: arnese che le conta-
dine portano stretto alla vita
sulla camicia —Ritratto di santi
con aureola o mitra scolpiti in
metallo che mettousi sugli al-
tari — Ritratto di qualsiasi.
BUSTA- Busta: astuccio di libro, ec.
— Custodia: quella cassetta dove
si custodiscono reliquie, giojelli,
e simili. V. stucc.
BUST DE FER. Usbergo.
BUSTINNA, Bustino.
BUTT. Germe : la parte interiore
dei fiore che contiene in sè
l'embrione del frutto — Occhio,
Gemma : la prima messe delle
piante — Andà-via i butt j Am-
mutolire, Accecare: delle piante
— Tirà-via i butt J Accecare —
dA vidi Cacchio — di oliv Mi-
gnolo — di radiSj Turione — di
HoTi Bottone.
BUTT per Bìscpuj sig. 1. V.
BUTT (DASS DE). Ajutarsi, Arrab-
battarsi, Ingegnarsi, Adoperar-
si a....
BUTTA (VA IN SU LA). Va alla ma-
lora.
BUTTA- Essere — Germogliare —
Buttare — Butta giò^ Allettare:
dei grani — anche , Buttar giù,
Gettar giù — Buttass giòj Sdra-
iarsi — Coricarsi — giò indrèe ^
Rechinarsi — Accadere, Succe-
dere — per Butti. V.
BU7TÀA-GIÒ (STA). Starsdrajone —
— Mett buttàa-gio Metter a
sdrajo, giaccioni.
BUTT AD A per Butti sig. 1 e 2. V. —
per Bordelli sig. 2. V. — per But-
tida. V. — A bultadi A riprese,
A sbalzi — Bonna buttadai Buo-
na detta: buona occasione.
BUTTAFCEURA. Buttafuora : colui
che avverte gli attori di quando
hanno ad uscir sul palco.
BUTTALÀ. Uomo a casaccio: chi
dice e fa da spensierato — Fa
i robb de buttalà J Fare a ca-
saccio.
BUTTALÀ (ON). Uno sgovernato,
Un avventurato.
BUTTASS-VIA. V. Trass-via.
BUTTAVAW. Cacciabotte: ferro on-
de si fanno gli sfondi d'intaglio
nelle botti, e simili. Anche, Fer
stori.
BUTTER. Butirro, Burro — gittàa
fuso, cotto — stantiii vieto —
pan de butter. Pane di burro.
BUTTERÉE. Burrajo.
BUTTEROS- Burroso.
BUTTI (AVEGH o SENTISS 1). Aver
una fame che la si vede — Scoeu-
des i buttii Torsi, Prendersi una
satolla di...
BUTTI. Sciamare, Far sciame.
BUTTIDA Sciame — Covata, Fola-
ta: quantità di animali.
BUTTON- Urto, Spinta.
BOT 108
BUTTONÀ Dar spintoni, Urtare.
BUTTONASS. Fare agli urtoni , Pie-
cheggiarsi.
BUTTONADA. Urtone, Spintone.
BUZA, BUZA DE CASCIADA. Sulle co
stiere dei nostri laghi e nelle
CA
valli adjacenti chiamansi così
quei torrenti gonfi dalle pioggie,
pei quali i pedoni d'alberi, en-
trati nella via, detta traccia „
se ne vengono a rotta ai laghi.
c
CÀ Casa — Famiglia, Fuoco, Fo-
colare — A cà miaj, A casa mia:
cioè secondo me, a mio pa-
rere — Andà a stà de cà in...,
Prender casa in... — Andà-fceura
de cà^ Fuoruscir di casa: spar-
tirsi dal ceppo della famiglia. E
fuoruscito è chi così si è divi-
so — Uscire, Andar fuori — fig.
Stuonare, Uscir di tuono, Dar
una stonata: uscir di tema o di
proposito — Andà in cà Mojan-
na o a mceuj. V. Moeuj — in cà
MendozzaJ Far un frinzello: ri-
mendare — in càPezzonna^zX-
toppare: rappezzare — Avegh la
cà in eòo,, Non aver nulla al
sole — Cà de rnatt Una mano
di pazzi — de pison J Casa da
pigione — PuresellaJ Pulciajo:
luogo sucido, povero ; nido di
pulci — senza numer _, così
chiamavano la Casa delboja,
la quale non aveva numero ed
era in via San Zeno, alato alle
carceri dette del Criminale —
che va inrovinna* casolare,
Casalone — di pover mort
Casipola Casupola — di sett
vent Spazzavento — cà Litta.,
figur. Macca: abbondanza di
cose comprabili, di cose per
lo più da mangiare. Macca di
polli, di frutte, e simili. Questo
dettato ci viene dalla casaLitta,
doviziosa già d'ogni ben di Dio —
Cà Zitta incosu! Macca oggi ! —
Cà Litta in Borghi È l'opposto
del primo, alludendo al nostro
sobborgo fuori Porta Tenaglia,
abitato d'assai poveri. Ora però
povera casa Litta! — senza só^,
a bacìo, al rezzo, all'uggia —
Cà soa e poeu pu^
casa mia^ casa mia,,
Per piccina che tu sia
Tu sei sempre casa mia.
Oppure :
Casa mia^ donna miaJ
pane ed aglio vita mia.
Oppure :
casa miaJ per piccina che tu
siaj
Tu mi pari una badia.
Bella cosa abitare in casa pro-
pria— voeuja^ spigionata — Dinn
ona càJ Scuotere i pellicini (pe-
derin) del sacco : dir tutto che
si sa, — Mett a vun la càin eòo^
Dargli il cuore, Spararsi per
lui — Fà andà in cà ona vigna^
ona possessionj Metter o Colti-
vare una vigna, una possessione
a mano: a opere giornaliere
o annue — Fà càJ Aprir, o Met-
ter su casa — Fà stà lì de cà^
fig. Far stare, Tener in tuono —
Povera cà! o Povera cà_, senza
tecc ! Sogliamo dire a chi ne
conta delle fandonie, a chi dà
segno di poco giudizio, ecc. —
Vess de cà stor tig nanna ^ Esser
un nanerottolo — Fass de cà^
Intrinsicarsi — La cà granda^
Lo Spedai maggiore: tra noi —
La Casa grande: dei trovatelli
— La Casa dei ceppi: la prigio-
CA
109
CAC
ne — La va la va^ la tira adrèe
la cà^ E va e va, la porta la
casa appresso : della chioccio-
la. I Latini dicevano domlporta—
Cà del Bentivoglìo * Casa della
baldoria — del Mancatutt , del
Nonnulla — Mangiass anca i
ciod de la càJ Ridursi in sul la-
strico o mattonato — Mett-su
cà a vurij Allestirgli casa —
Omm j, Donna de càj, Uomo ca-
salingo , Donna casalinga — Cà
che cria fozugh^ Casaccia, Ca-
succia — Ona miseria d'ona cà.,
Casuzza, Casucciaccia — Oh de
la cà! Oh di casa! — Pientà cà^
Far casa — Rose de cà ^ Ceppo
di case — Ona cà de robba^ Un
monte, un nugolo di roba —
Savè nanca dove sta de cà . . . ,
Non saper dove sta di casa...:
esserne al tutto ignorante. Ve-
di? Quel coso fa il medico; ma,
accidenti , se sa neanche dove
sta di sta di casa la medicina —
Tceu-sù la cà in spallaJ Tramu-
tare: sloggiare — Sta de càin...,
Star a casa in... — Stà lì de cà„
fig. Cagliare, Star in tuono —
Tozu càj Prendere un quartiere
— Vess lontan de c>'< , fig. Ap-
porsi, Ingannarsi — Tirà a càJ
Riprendere, Ripigliare — Rifarsi:
di giuoco — Tceu càJ Prendere,
Torre a pigione o fìtto una casa
— Toeu la cà a vun J Scasare
uno — M'han tolt la càJ Ho do-
vuto scasare, Mi trovo scasato
— Tremà la cà di pitt ^ Far le
cosce lappe lappe: aver gran
paura — Vess a cà„ fig. Esser
a cavallo , Aver rinvergato il
filo di... — Essersi rifatto : di
giuoco — Vess foeura de cà^ Es-
ser fuori di .. — fig. Esser in due
paesi: fuor di senno — Esser
fuori di strada — S' è settàa-giò
el Signor in cà„ il signore ha
visitato la casa: sogliam dire
di quando siamo colpiti da una
e poi un'altra disgrazia e via —
Vegh nanca un tocchell de cà^
Non aver sotto i piedi quattro
mattoni di suo.
CÀ. La Casa: la cucina — Casa
di commercio, Casato, Stirpe,
Schiatta , Legnaggio , Prosapia
— De Cà BassignannaJ Un pic-
cinaco — Cà Busca, v. Busca
(Andà in cà) — Cà Gambaran-
na^ Rozza: cavallaccio — cà
Legnanna^ Messer Batacchio —
Andà in cà LegnannaJ Andar a
Legnaja: esser bastonato —An-
dà a dormì in cà Painna_, ire a
dormir sulla paglia — Ave a che
fa in cà Tègna^ Esser tignami-
ca, Aver il granchio: avaraccio
— Vess de bonna cà^ Esser di
legnaggio gentile o benestante.
CABBI. V. Asa^ sig. 2.
CABBIÀ. Accappiare: fare il cap-
pio {l'asa) — Incappiare.
GABBIA SU. Menar su: prigione.
CABLOTT. V. Fonsg ferree.
CABRA, CABRETT. Capra: quel trian-
golo d'assi che, infisso nell'alto
d' un' abetella, serve ad appen-
dervi carrucola o taglia.
CABRETT, CAVRETT. Capretto: ar-
nese di legno ad angoli quadri,
che, soprapposto alla botte, sos-
tiene la pevera {pidria) quando
s'imbotta il vino. V. Braga.
CABRIOLÈ. Cesta, Cabriolè: specie
di calesse a due ruote.
CABROSSEL. Ligustro, Ligustico
Luistico, Levistico, Ruistico ,
Ruvistico, Ruischio (Ligustrum
vulgare): cespuglio da 5 a 12
piedi; foglie d'un bel verde;
coccole (borlin) più grosse d'un
pisello {erbion), e le più turchi-
ne nericce; legno bianco duris-
simo adoperato con la scorza
per tigner le lane in giallo.
CACAO. Cacao (Theobroma cacao):
albero nell'aspetto somigliante
ad un ciliegio {scires)\ corteccia
rossiccia più o meno cupa; fo-
glie alterne, appuntate; fiori a
mazzetto, giallastri e carnicci;
alligna nell' America meridio-
nale — Cacao: il frutto dell'al-
bero cacao; è un baccello co-
riaceo , legnoso , bernoccoluto ,
talvolta di color rosso vivo ,
screziato di punti gialli, con en-
trovi da 25 a 40 mandorle dette
cacao.
CACC, ecc. V. Cagg^ ecc.
CACCA. Cacca.
CAC 110 CAD
CACCA! (EH). Modo con cui voglia-
mo distogliere i bimbi dal toc-
care che che sia. In questo è
voce greca.
CACCHIN, CACCHI3HNA. Cacchina.
CACCIA. Caccia, V. Archctt . Bres-
sanella^ Lazz^ Tes^ spirmgonJ
Roccoli ecc. — Caccia a restellJ
Tela, Cacciarella. Si la strin-
gendo il branco degli uccelli
con la catena di barche , se in
acqua, o con schiamazzi se per
terra, in un punto solo, e ucci-
dendoli a colpi di fucile — ai
fossittj, all'acqua o all'abbeve-
ratojo. In essa rimangono gli
uccelli o accalappiati dalla re-
te , o invischiati ai paniuzzi
{bacchettili de vesch) tesi su
stagni, fossi, ruscelli asciut-
ti, ecc., ove essi gettansi per
trovar acqua — cont la palet-
ta., a frugnuolo {crosceu). S' ac-
cende in tempo di notte la lu-
cerna, e con essa s'abbagliano
uccelli e pesci — cont la sci-
guetta^ a civetta — del speg-
gettj, dello specchietto. È per
prender specialmente le lodole.
Si usa uno specchietto che ri-
flettendo i raggi d' un qualche
lume sugli uccelli, gli abbaglia
e fa radunare a stormi in qual-
che punto ove il cacciatore
vuol prenderli — de ciappà i
lodolj, Caccia delle reti aperte
— riservada^ Bandita, Caccia
bandita — Andà a cacciaJ Cac-
ciare, ire a caccia — Fà la
caccia a una cossaJ Uccellare,
Abboccare a una cosa: tirarci,
volerla.
CACCIA. Cacciagione: il prodotto
o gli animali presi alla caccia
— Caccia: pezzo di musica e-
sprimente ciò che indica il no-
me — Il luogo dove finisce il
primo balzo del pallone.
CACCIADOR. Cacciatore — Specie
di servidore , con paloscio ad
armacollo, piume nel cappello
a tre punte, abito verde a trine
{pizz) d'oro o d'argento e molto
sfarzoso. Ora è uscito d'uso,
tranne che nelle mascherate
solenni delle magistrature —
Soldato vestito, armato e disci-
plinato per le fazioni della mi-
lizia leggera.
CACCIADORA Cacciatrice.
CACCIADORA (A LA). Alla caccia-
tora — Mangia a la cacciadora^
Mangiare in pugno: poco e in
fretta.
CACCIA REAL (GIUGÀ A LA). Far
alla caccia reale. Specie di ta-
voliere a cassetta con cerchj
rispondenti per disotto a casel-
line di testata noverate dall' 1
al 5, e con un campanellino nel
cerchio di mezzo. Il giuocatore
scocca per un fuciletto di legno
ad arco una pallottola, e vince
punti secondo la casellina in
cui quella si muove.
CACCIA SALVADEGA- Lo stesso che
Cagnolitt.
CACCIRGEU. Segnatore: chi segna
le cacce nel giuoco del pallone,
CACHETTICI!. Cachettico, Stitico,
cacapensieri, Dubitoso, Canche-
roso.
CADAVER. Cadavero — Morticino:
di persona morta o quasi morta
— El par on cadaver ^ Pare un
morticino.
CÀ DEL MAJ Cartiera: la stanza
ove sono i magli (rnaj) da pe-
star gli sti acci da farne carta.
CÀ DE MELGASC Grosso mucchio
di saginale o melegajo o meli-
cale disposti in giro e in piedi
inclinati l'uno all'altro.
CADEWAL. Spranga: legno o ferro
che attraversa in alto la gola
(canna) del camino della cuci-
na, per agganciarvi la catena
da fuoco {cadenna del camin).
CADENAZZ Catenaccio, Chiavi-
stello. Parti; Bolzon^ Cadenazz^
Maggetta^ ManeggiaJ Oggioeu —
a bolzon^ a boncinello — a ca-
rillon _. a cariglione — a la ge-
novesaJ Paletto — a la spa-
gnoetilaJ Spagnoletta — de rnag-
getta^ Catenaccio a nasello —
sempì^ alla piana — Parti : A-
setts Lastra,, Balin^ Bocchetta
— Dà su el cadenazz Mettere,
Cacciare il chiavistello — Dà
già el cadenazz^ Tirare il chia-
vistello — Ong i cadenazz ^FiG.
CAD 111 CAF
Ugner le mani o le carrucole,
Dar l'unguento di zecca, Ugner
la ruota, Dar il boccone, lo
sbruffo : corromper con denari
— A vegh pussée bolzon che cade-
nazzJ fig. Aver più apparenza
che sostanza.
CADENAZZ. Bastone : quel ferro
tondo o quadro che si fa correr
negli anelli per chiuder uscio,
finestra o altro — Un canchero:
di cesi di orologio o di fucile
rugginoso e guasto.
CADENAZZ , CADENAZZADURA D' 0R-
GHEN. Catenacciatura.
CADENAZZ (EU. Stanghetta: ferretto
lungo ch'è nella toppa (saradu-
ra)ì il quale mosso da molla
serve per chiuderla — Parti:
AsettaJ cavci^ CovaJ Mandatici.,
Taech. <
CADET<!AZZ(EU per Scighezzoeu. V.
CADENELLA. Catenina , Catenella
— de Venezia J Catenina di Ve-
nezia. È lunga a maglie picco-
lissime, che fascia con più giri
il collo.
CADENIN. Cadenuzza.
CADENIN. Catenino: trinella lavo-
rata a più fogge, di seta, di la-
na, di filo o d'altra fatta, che
serve per orlettare gli addobbi
interni delle cai rozze.
CADENN. Setoloni delle fragole:
cioè quelle produzioni striscianti
sopra terra, che ad ogni nodo
gettano radici e nuove piante.
CADENNA. Catena — del camin^
da fuoco — Mangia cadenn^
Rodere i chiavistelli: aver ira
eccessiva — Catena, Sbarra:
negli strumenti da tasto , quel
legnetto incollato dietro il co-
perchio sotto il ponticello (sca-
gnell) dalla banda delle corde
ramate , per reggere alla loro
pressione — Ognuno di quei re-
goletti che si mettono per rin-
forzo nel fondo d'una chitarra,
d'un violino, ecc
CADENNA. Quello strato di matto-
ni crudi che nella fornace sta
di mezzo fra il cavallo e lo strato
a spinapesce {el scannapess),
ordinato si che dia modo al
fuoco di venirvisi aggirando.
CADENNA. Catena : il catenone
che chiude alla notte il passag-
gio alle barche nei nostri ca-
nali, come quello che è con
cancello di ferro tra il bastione
di porta Ticinese, via Giocati
e via Vallone.
CA-DIFOLL- Marcitolo: luogo dove-
si tengono i cenci a macerare
marcire.
CÀDILEGN. Magazzino di legnami
d'opera.
CADIN. Catinella — Bacino: la
parte più bassa della cavità
dell'addome — per Lavabo. V.
CÀ-DI-TINN. Tinaia : nelle car-
tiere.
CADO. Dono, Regalo.
CADffiU. Veggio: vaso di terra
cotta senza manico per uso di
tenervi il fuoco. V. Marìj sig. 2.
CADRÈGA. Seggiola. Parti: Basf-on^
CuUj Pientàa o Pèj, Se fienale
Sbarett^ Telar ^ Gamba,, Biroeio
— armada o d'appogg^ a brac-
ciuoli — cont sotta i roeud^ a
ruote — d,e comoda. V. Comoda
— de legn ^ di legno — de paja^.
di paglia — desbirolada sper-
niata, sfilata — imbirola da^ im-
perniata — imbottida^ de stoffa^,
imbottita, di stoffa. La cadrèra
dei Cagliaritani. La nostra vo-
ce vuoisi d'origine greca.
CADRÉGA- Culaccio: la parte de-
retana delle bestie che si ma-
cellano, separata dai tagli della
coscia. ■
CADREGHÉE. Seggiolajo : che fab-
brica e vende seggiole o sedie
— Sediario : colui che nelle
chiese dà le seggiole a prezzo —
per Andeghèe. V.
CADREGHETTA. Seggiolina.
CADREGH1N- Seggiolino— de bccuccJ
Seggiolina, Seggettina — Mett-
giò o Fà cadreghini Prender
quartiere d'inverno: di più per-
sone, ch'entrate in discorsi non
la sanno finir più — Porta a ca-
dreghini. V. Porta porta sca-
gneìlins ecc. Anche, Ghinghm.
CADREGOTT Seggiolone.
CAFFÈ- Caffé: semi dell'arbuscello
caffè (Coffea arabica) originario
dell'Arabia — Bevanda fatta con
CAF 112 CAG
semi del caffè, tostati e maci-
nati, ed acqua bollente — Caffè
e latt^ caffè con latte — e pa-
nerà diviSj diviso dalla panna
a mitàcij con latte e panna —
caregh,, carico — brulé J con
zucchero abbrostito — ciocola-
tàa^ con cioccolata — e panerà.,
con panna — die V ha dàa-giòj
posato — Color caffè ^ Colore di
caffè — Bottega dove altri va a
bere il caffè — fig. per Ba-
jada. V.
CAFFEAUS. Chiosco: padiglione po-
sto sovra alcuni poggetti o ter-
razzi nei giardini, ove dopo il
pranzo salesi asorsare il caffè,
a far ciarle, ecc.
■CAFFÈ DELL' ONGIA (EL). Diciamo,
per celia, quando un bambino va
a prendere il sorbetto a una
carretta vagante, perchè il sor-
bettajo fa dal cucchiaio scivo-
lare nel bicchiere o piattello il
sorbetto con 1' unghia del pol-
lice (didon).
CAFFETTÉE. Caffettiere.
CAFFETISTA. Caffeista,
tlAFFETTERA. Bricco : vasetto di
rame, tirato a martello stagna-
to, panciuto e rigonfio in basso,
con coperchio mastiettato; vi
si bolle il caffè — Caffettiera:
vaso di latta (tolla) o d'altro
metallo, e anche di terra, più
alto che largo, cilindrico, o leg-
germente conico , talora pan-
ciuto , a uso specialmente di
bollirvi l'acqua per far il caffè —
Specie di bricco d'argento, di
porcellana o d'altro, nella quale
sul vassojo (gabarè) in un colle
tazze {chiccher) si porta in ta-
vola il caffè.
«AFFETTERÀ. Caffettiera: la mo-
glie del caffettiere o la donna
ch'ha bottega da caffè.
tlAFFIN. V. Micchin^ sig. 2.
■CAGA- Cacare — a brasc .. cocco-
lone, accosciato. Il latino cos-
sim cacare — de menuderJ fig.
Fare a miccino, Andare stretto
di mano, Essere un cacastecchi
—dur^ Cacar sodo —giòj Cacare,
Sciorinare — giò liber_, Aver la
«acajuola nei libri — Caga in
del seggion o in del mastella
Essere in gattabuia, Essere in
luogo che il sole faccia lo scac-
chiere, Vedere il sole a scacchi:
essere in prigione, dove i car-
cerati hanno (se lo hanno an-
cora veramente non lo so) per
cesso il secchione o il mastello
— Caga e pissà di bestia Stallare
— Cagass adoss., Sconciarsi: ca-
carsi sotto — fig. Pisciarsi
sotto, Dare in cenci : non riu-
scire nella impresa — Cagass
adoss de la pauraJ Scacazzarsi
di paura, Cacarsi sotto o ad-
dosso — Lassass caga adoss o
sul muso ^ Lasciarsi cacare in
capo o addosso : lasciarsi so-
praffare o far onta — Te caghi
adoss o sul musOj, varda! T'ho
in cupola, T'ho nel bossolo delle
spezie ., T' ho a carte quaran-
totto.
CAGA. Svertare. Y. Canta, fig.
CAGABICCER. Spilungona : donna
lunga lunga.
CAGADA Cacata — fig. Impresa
mal riuscita, e specialmente
per soverchia paura — Anche,
Cacheria, Smorfia — Caccabal-
dole: carezze, vezzi e parole
lusinghevoli — Pien de cagad J
Cacheroso.
CAGADA. Freddura, Inezia, Giog-
giata.
UAGADINNA. Cacatina.
CAGADOR. Cacatojo. V. Camer —
Culattario, Cesso — Vess alt de
cagadorJ Dicesi delle persone di
statura alta.
CAGADDBBI. Cacapensieri, Caca-
dubbi: di persona pensierosa©
stitica e che in ogni cosa pone
difficoltà.
CAGARATT. Cacatojo — Fogna —
Topajo: casaccia — Andà al
cagaratt., Dar le barbe al sole:
morire.
CAGARELLA. Cacajuoia.
CAGARIN V. Cacher^ sig. 4 e 5.
CAGAROTT (VESS EL). Avere il mel-
lone: esser l'ultimo, il più dap-
poco in che che sia. V. crott.
CAGAZECCHIN V. Spantegapezzett.
CAGETT, CAGCEU. V. Cisquitt e Ca-
ghetta.
CAG 1]3 CAG
CAGETT. Borsotto pieno di denaro.
CAGG Caglio, Coagulo: la materia
che si mette in un liquido per
rappigliarlo— Presame: special-
mente la materia che si mette
in un liquido animale per rap-
pigliarlo — in acqua,, Caglio in
acqua — in pan. Caglio in pane.
CAGG. Lo stesso che Budell gentil
(Lampredotto).
CAGGIÀ. Cagliare, Coagularsi, Rap-
pigliarsi — Rassodarsi — Strin-
gersi: del farsi sodo un corpo
liquido, come latte, sangue, ecc.
— Quagliarsi il latte: della ma-
lattia nelle poppe delle donne
che si chiama cacità — Fare mi-
gliaccio: del freddare e rappi-
gliarsi del metallo già fuso.
CAGGIÀA- Cagliato, Coagulato —
Quagliato — Aggrumato: di san-
gue — Calcato — RoMoeula Vien-
na de caggiada de cagnoeu, Ca-
ciuola calcata di vermi.
CAGGIADA- Quagliatura : il qua-
gliare — Vess in caggiada,, Es-
ser in cera: dei grani maturati
— Latte quagliato o dei pento-
lini: il latte che mangiasi, la-
sciatolo prima cagliar da sè e
sfioratolo per farne burro — Ca-
gliata : il latte quagliato che si
fanno gli stracchini — Latte che
si quaglia: quello che incomin-
cia a quagliarsi.
CAGGIADURA. V. Caggiada, sig. 1.
CAGIASS. Asssevare , Rassegare:
del rappigliarsi il burro, il bro-
do grasso, il sego, e simile — el
sangu, Cagliare, Mancar d'ani-
mo: avere una paura sganghe-
rata.
CAGIOTT. Grumo : sangue rappre-
so, quagliamento del latte nelle
poppe — Andà in cagiott, Ag-
grumarsi — V. Cagiottass.
CAGIOTT. fig. Baggeo, Pincone.
CAGIOTTASS. Cagliarsi: di latte
che si coagula quando bolle per
cosa acida.
CAGHER. Cacola: lo sterco che ri-
mane attaccato, neir uscire, ai
peli delle capre , e alla lana
delle pecore — de moscon e avi.
Cacchione — de ratt, legor, co-
nili Cacherello — d' usell , Ca-
Banfi , Voc.
cherellino — de bigatti Cacolini
— de usej de padù, e simili, v.
Schigasc e Caper.
CAGHETTA. Cacajuola — per Pomrn-
pomm. v.
CAGHETTA. Domenichino: ometto
che sdottoreggia e spettegola —
Favetta : di un saccentuzzo , di
un impertinentello.
CAGAI. Madieri. Anche, Borr, Tra-
vitt.
CAGNA- Cagna: la femmina delcane
— Di donna crudele.
CAGNA- Cane: strumento per a-
dattare i cerchioni alle ruote —
Strumento per imboccare i cer-
chi sulle botti.
CAGNA. Morsa a coscie: strumento
di legno a due cosce con che il
sellajo stringe il cuojo da cu-
cire — Sergente : strumento per
tener fermo certi lavori che il
legnaiuolo sta facendo — Mo-
nachetto: ferro nel quale entra
il saliscendo (alzapè) e r acca-
valca, per serrar uscio, fine-
stra, o simile — Costola: nome
delle traverse che formano co-
me il costato dello scaffo delle
barche — Piana: il fondo di tutta
la costola della barca —Torci-
tojo: quell'ordigno con che si
spremono, di su le caldaje, le
robe tinte in esse.
CAGNA- Mordere.
CAGNADA Morsicatura.
CAGNADA, CAGNARIA. Gingillo,
Chiappo: cosa da nulla.
CAGNASC Canaccio.
CAGNETTA. Cagnina, Cagnolina,
Cagnuola, Cuccia — Cagna: dente
che impedisce al subbiellotszbfcz)
del telajo da tessitore di smuo-
versi da sè — Fermo: quel ferro
presso al quarticino posteriore
{sterzin dedrèe) nelle carrozze
con due uncini, i quali fermano
la volticella {sterza) indipen-
dentemente col maschio [mas'c).
CAGNETTERA Canile: letto dei cani
— Canetteria: luogo della casa
o di quella parte del cortile dove
si tengono i cani.
CAGN(EU- Cagnuolo, Canino — per
Cagna, sig. 7. V. — Costola: no-
me delle traverse ritte dai fian-
8
GAG 114 GAL
chi delle barche — fig. Crude-
lotto : di persone.
CAGNffiU o CAGNOLIN- Nelle cave
di Vigano si chiamano così i
fessi trasversali naturali nel-
l'arenaria, purché siano nel-
l'altezza del filare.
CAGNGEU per BarbelJ sig. 2. V.
CAGNGEURA (ERBA). V. Erba ca~
gnceura.
CAGNOLIN- Cagnolino, Cucciolino,
Cuccioletto — Cucciolotto: cuc-
ciolo grossotto e ben tarchiato.
CAGNOLITT- In campagna sono al-
cuni bivii o trivii o quadrivii
di valle o di bosco dove, se tu
avventuri un passo di notte, ti
danno tra piedi certi batuffolet-
ti, come chi dicesse pennecchi
di stoppa, i quali ora diventano
piccini piccini ed ora si fanno
grandi grandi e mandano con-
tinui guaiti canini {bep bep).
Guardi il cielo a toccarli! ne
avresti graffiature e morsi' in
mal dato ; i cagnolitt vanno ri-
spettati. Anche dicono , caccia
salvadega. Che ne dici eh ! di
questa ubbia? Ma non meravi-
gliarti se c'è a' nostri di questa
caccia salvadega, da che c'è an-
che la caccia riservada. Ubbia
e prepotenza sono due sorelle
che bisogna accoppare.
CAGNON. Canone: grosso cane —
Costola : nome delle traverse
della barea aventi orecchi u-
scenti dal bordo — Baco , Ca-
chione: la larva che rode inter-
namente le frutte — Andà a ca-
gnon la frutta, v. SbusasSj sig. 2
— Andà in cagnon Essere ca-
chionoso, bacato, tutto cachioni
— Pien de cagnon ^ Cachionoso
— Tonchio : la larva che rode
internamente i legumi {lernm) —
Andà a cagnon i lemm. V. Sbu-
sasSj sig. 3 — Cagnon di per*
Fucignoue.
CAGNON. Cancro: malattia che si
introduce nelle radici del gelso
e tosto 1' uccide.
CAGNON , CAGNOTT DE TERRA, DE
RAD1S. La larva delle mosche
more {vacchett).
SAGOLA, cacola, Cacherello: di
topo, di uccello, di bachi da seta,
e simili — Pillacela di capra e
pecora.
CAGON. Merdellone — Cacainbra-
che, Cacacciano: d'uomo timi-
do e da niente, che si caca o si
piscia sotto per la paura.
CAIJN. Guajo, Guaito: lo stridere
che fa il cane con certa voce
acutissima , quando ha tocco
qualche percossa — Fà caijn
caìjn^ Gualre, Far aita aita —
Cane: di persona crudele — Cruc-
cioso — Faccia de caijn * Fac-
cia stizzosa — Faccia da cane.
CAJENASC Catenaccio.
CAJENNA. Catena.
CAJENNON. Catenone.
CAJRGEU. Tarlo : la larva che rode
internamente il legno — Andà a
cagnceu. V. SbusassJ sig. 4 — Pol-
ver de cajroeUj. Tarlatura — Pol-
vere del cacio : tarlatura pro-
dotta dalla larva del cacio { Aca-
rus siro), la quale se gli genera
nella crosta, e rodendo, lo ri-
duce in polvere — Tarlo: specie
di malore che viene ai cavalli
sotto ai piedi — per Màa de la
formiga. v. — per Bruson. V.
CAIJROLÀA. Tarlato.
CAL. Calo.
CALA- Calare — Mancare — Sce-
mare — Tarare — Rientrare: di
tela, panno, e simile, nel lavo-
rarlo — Cessare, calmarsi di
vento — Calare: di sole, di luna
— In del calà de la lurina^ A
luna scema — Scadere, Esser
scarsa: di moneta — Stringere,
Scemare : diminuire il numero
delle maglie {scorler) in quei
giri della calza, dove essa ha
da rimaner più stretta.
CALÀA- Stretto : lo stringer (cala)
la calza; e anche la parte do-
v'essa è ristretta — Fà i calàa
V. Calà.
CALABRAGH (GIUGÀ A). Giuocare a
calabrache. Giuoco di carte da
tresette che si fa in più persone.
Messe in tavola quattro carte
del mazzo , e distribuite le re-
stanti ai giuocatori , ciascuno
piglia dal tavolino queiie carte
a cui ne ha di simili, come chi
CAL 115 CAL
ha un sette , piglia un sette, se
è in tavola, o un cinque e un
due se vi siano, e più n'ha,
quello riesce vincitore. Cuba
(dal francese Cu-bas) presso noi (
è il calabrache in cui ognuno
cerca di fare il meno che può, (
ma è obbligato mettendo una
carta sul tavoliere a prendere
con essa quante più carte com-
binate corrispondano al numero
di quella. Appartiene a questa
specie di giuoco la Balocca e
in qualche modo la Briscola e
il Briscolon. V.
CAL AB RESELLA (GIUGÀ A). Fare alla <
calabreselia Giuoco di carte
che si fa in tre. Forse di origine
calabrese.
CALADA.Spalata,Rotta:il passo che
sita nella neve caduta di fresco
— Fà la calada^ Far la spalata,
Spalare: colla pala di legno {pa-
lott) tor via la neve per farsi
strada — Far la pesta nella ne-
ve: calcarla pei primi appena
fioccata — Scalo: via per giun-
gere al piano dell'argine d'un
fiume — Calata: il pendio per ar-
rivar all'acqua — del sd. Il ca-
lar dei raggi del sole.
CALAM. Erba cannella (Acorus ca-
lamus): pianta esotica che fa
nelle due Indie ed in alcune con-
trade d'Europa ne' luoghi umidi
e paludosi; radice grossa come
un dito, tortuosa, spongiosa,
sparsa di punti lucenti; sapore
piccante, caldo ed amaro; odo-
re aromatico; stomachica.
CALAM AND RIA Durante: specie di
panno lano lustrato da una parte
come il raso — a brocchett ^ a
fiorellini — fioradaJa. fiorami —
giardinadaJ screziato.
CALAMINNA. Giallamina, Calamina:
sostanza minerale composta di
ossido di zinco , di silice e di
acqua.
CALAMITÀ* Calamitare: stopicciar
un ferro sulla calamita per ma-
gnetizzarlo—Far passar la ca-
lamita sopra un corpo.
CALAMITTA. Calamita — per Bus-
sola, sig. 3.
CALAMO CURRENTI. A penna cor-
rente. È ancora un avanzo della
lingua madre di quella che par-
liamo, cosi: Semper, Cumquì-
bus^ Sidellaj Vidè^ ecc.
CALANCÀ. Calancà: tela di cotone
stampata a fiorami e figure.
CALANDRA. Lodola cappelluta,
Cappellaccia, Allodula cappel-
lata , Gracchiellaccia (Alauda
cristata): uccello silvano; becco
poco più corto della testa; coda
più lunga delle ali; remiganti
secondarie di colore scuro e
tutte più corte delle primarie;
canta.
CALANDRINNA. Calandrino, Calan-
drella (Alauda calandrella): uc-
cello silvano ; becco subeguale
alla metà della testa, piuttosto
grosso; coda più lunga delle ali;
alcune delle remiganti seconda-
rie eguali alle remiganti prima-
rie. Anche diciamo, Lodìn.
CALANDRON-Calandra(Alauda ca-
landra): uccello silvano; becco
corto, grosso; due grandi mac-
chie nere sui lati del gozzo; co-
da eguale alle ali ; remiganti
secondarie scure, più corte delle
primarie.
CALANT. Scarso.
CALASTER. Calastra, Calastre (Le),
Sedili: nome di quelle due travi
orizzontali paralelle, sulle quali
son coricate le botti {vasseij)
nelle cantine — de rnedoris mu-
rata, murate, murati — Mett in
calaster^ Mettere a giacere co-
lonne o lastre di pietra o di
marmo su due travicelli o su
[ due fascetti di vimini o simili,
i equilibrati per modo che i pesi
estremi che avanzano per di
qua o per di là dai due travi-
celli, corrispondano al medio,
: affinchè il marmo ola pietra non
i s'abbiano a spezzare nel mezzo-
i CALASTER. Ceppi, Toppi : quei tra-
vicelli che nello strettojo avite
(torc de bottiggia) da vino s'u-
san per premer più e più le vi-
nacce (tegasc).
CALCA. Calca: moltitudine di po-
polo stretto insieme.
CALCÀA. Calcato, Fitto: di persona
in sull' età.
CAL
116
CAL
CALCACÙU. V. Pe-in-del-eùu.
CALCADA- Calcatura. Calcaraento —
Bagh ona calcada j, calcare —
Premere — Acciaccare.
CALCADELL (VESS). Aver i suoi an-
netti o annucci, Esser attempa-
tetto.
CALCAGN. Calcagno — Andà at-
torno, cont i calcagna Camminar
in calcagnini — Settass sui cai
cagtij Accoccolarsi, Star o Es-
ser coccoloni o Seder sulle cal-
cagna — Calcagno: nelle calze
e nei peduli la parte che debbe
coprire il calcagno del piede —
per Talon. V.
GALCAGNCEU per Retenuda, s\g. l.v.
CALC ATRAPPOLA, ecc. V. Tresent, ec.
CALCESTER. Tei reno duro , com-
patto, biancastro, sterile. I Bri an-
zuoli lo chiamano Gesson; i Pa-
vesi oltrepadani il Tóff.
CALCESTER. Calcetruzzo : sorta di
cemento, o smalto , in cui alla
rena (sabbia) si sostituisce ghia-
ja (gera) o mattone pesto e
frantumi di marmo — Macerie.
CALCHERÀ. Pressa.
CALCHERÀ- Calcara , Fornace da
calcina.
CALCHERATT. V. Calcinata
CALCHIN. Calchino : ferro appun-
tato con che si calcano le car-
te, ecc.
8ALCHIN. Succiacapre, Nottolone,
Calcobotto, Stiaccione , Fotti
vento, Nottolo , Piattajone (ca-
primulgus europseus): uccello
silvano; pilco, cervice e dorso
ugualmente coloriti di cenerino
e di nero; coda sbarrata; becco
ed iride di un bruno scuro. An-
che è ùettoScarcasciatt,Piacq ua-
ran„ SpiatterlanJ Tettavacch —
Schiribilla, Gallinella palustre
piccola, Forapaglie (Rallus pu-
sillus) : uccello di ripa; penne
del sottocoda nere, striate di
bianco; parti superiori oliva-
stre macchiate di nero, con po-
che macchie bianche non ben
decise — Schiribilla grigiata
(Rallus Baillonii): uccello di ri-
pa; penne del sottocoda nere,
striate di bianco ; parti supe-
riori olivastre e macchiate di
nero, e con molte macchie bian-
che minute decise.
CALCIDONIA. Caìcedonia — Bruni-
toio di caìcedonia: strumento
con capocchia (pomell) di cal-
cedonio ad uso di brunire —
Strumento con capocchia di
agata, di caìcedonia, o simile
pietra augnata anche di coral-
lo, dente, corno , ecc., con che
i librai bruniscono a freddo le
legature dei libri ed altri la-
vori.
CALCINARCEU, CALCINIRGEU. Sbullet-
tatura; il getto che fanno gli in-
tonachi (stabilidur) di porzion-
cella della loro superficie, per
10 più di figura tonda — Tra
fceura i calcinirceu^ Sbullettare.
Anche, S'cioppir celila — calci-
nello ; nome di certe pietruzze
che son dentro alla calcina o
nei mattoni o nella creta, le
quali, macerandosi poi, fan cre-
par la calcina ed il muro, e
gonfiare e sbullettare i mattoni.
CALCINATA Calcinatolo: fornaciaio
da calce.
CALCINAZZ. Calcinaccio: pezzo di
calcina stata in opera nelle mu-
raglie e risecchita dal tempo —
Sterco rassodato d'alcuni uc-
celli che cagiona loro malattie
— Tartaro, Calcinaccio dei denti:
malattia a cui soggiace chi si
lascia fra denti quel pattume
che vi si aggruma dopo il man-
giare — Calcino, Calcinamento,
11 diventar di gesso, Mal del
calcino: malattia che uccide i
bachi da seta, per cui essi ven-
gon ricoperti di un certo muf-
fore bianchiccio — Avegh elmda
del calrinazZj Aver il male dei
calcinaccio: di chi va matto per
' fabbricare.
;CALCINÉE. Calcinajo.
CALCINETT. V. CalcinazzJ sig.2e4.
CALCINIRffiU V. Calcinarceli.
CALCINNA- Calcina, Calce V'ha la
calcina magra, la grassa, la
viva, la spenta, la slattata o il
grassello, la colata o il fior di
calcina — de Geradadda o for-
taj forte — dolza^ dolce — Busa
de la calcinnaj calcinajo — Fà
CAL 117 CAL
la calcinna* intriderla calcina
— cosus la calcinna calcinare
— Fiorì la calcinnaJ Sbullettare
— Smorza la calcinna* Spegner
la calcina— Tocch de calcinna
tropp cott. Pezzo di calcina
sferruzzato.
CALCON. Stoppaccio: stoppa o si-
mile che si mette nella canna
del fucile, o simile, acciò la pol-
vere e la munizione ci stia den-
tro calcata — Boccone: lo stop-
paccio pei cannoni , mortai, e
simili. Ma se di stoppa, dicesi
stoppaccio* di cordame rotto,
sfilar za, di fieno, boccone di
fieno — Zaffo: il turacciuolo dei
mortaletti (mortèe) — cai con di
tegasc. V. Folador.
CÀLCON- Tenesmo. V. Pontur.
CALCOR, CALCOL, CALCORA Calcole:
regoli appiccati con funicelli ai
licci (lise) del pettine pel quale
passa la tela, in sui quali il tes-
serandolo tiene i piedi, e ora
abbassando l1 uno, ora alzando
l'altro, apre e serra le fila della
tela e forma il panno— I regoli
medesimi del calzettajo , del
torniajo, ecc.
CALCORITT. Calcolini.
CALD- Caldo — Chi se pò pù del
caldJ Ci si abbuja, ci si rinserra.
CALD. Caldo — Tceussela calda,,
Pigliarsela, Prendersela: darsi
pensiero — Tosussela minga
calda,, Prendersela a sei quat-
trini il braccio — El se le tceu
minga calda* Non se ne piglia
— Sciupinarsi: darsi da fare di
molto — Ohe minga pericol che
el se le tceuja calda* E' non c'è
pericolo che si sciupino — Met-
tela calda* Metterla calda a
uno: spronarlo, aizzarlo a far
che che sia.
CALDANNA. Smalto, Battuto : suol
di cemento che si stende sui
palchi delle soffitta — Smalto :
il cemento onde ricopresi la
vòlta dei forni — Tepidario:
quel cavo d'acqua che si lascia
stagnare perchè perda la rigi-
dezza e si renda più atta a fer-
tilizzare i campi — per Scalma-
nazz. V.
CALDAR. Pentola. Parti : Manegh*
as (occhi), Orlo* cùu o Fond .
spond.
CALDARIN. Pentolino.
CALDARINNA- Pentolina — Lat-
tiera: vaso di metallo con co-
perchio , nel quale si pone il
latte per portarlo alle poste.
CALDARON- Pentolone — Mett in
del caldarone Far un combru-
gliume — pig. Mett tutt in d'on
caldarone Mandar tutti alla pari
— per Calder onna V.
CALDERA. Caldaja — Caccavo: la
caldaja a campana rovesciata
in cui si versa il latte da farne
cacio nella cascina {cason) —
Caldaja, Caldajata: quanto cape
in una caldaja.
CALDERONNA. Caldajone.
CALDIN- Calduccio.
CALDIN. Caldetto.
CALEND. Calende. Il primo giorno
del mese: o anche il giorno in
cui si apre il mercato men-
suale. Anche, caren.
CALENDARI. Calendario — per Bie-
ciolan. V. — Sta li in pèe drizz
come on calendari. Starsi im-
palato come un cero — L'è an-
dàa foeura di ceucc quel calen-
dari* Se n'è ito quel cero.
CALESS. Calesso: sorta di sedia
coperta, a due ruote e ad un
solo cavallo — Calessante: chi
guida il calesso.
CALESSIN. Calessina.
CALIBER. Calibratoio : strumento
per conoscere di quale finezza
un telajo lavori le calze — Mo-
dello per riconoscere la giu-
stezza del diametro dei piastri-
ni {tondin) da coniarsi monete
— Piastretta d' ottone o di car-
tone sulla quale è segnata la
grandezza delle ruote degli ori-
voli — caliber a pignon* Calibra-
toio da rocchetti.
CALICC casale, Casalone, Casalo-
naccio: casetta rovinata e dis-
abitata che sorga nei boschi o
nei prati o nei vigneti monta-
nini o colligiani a tenervi luo-
go di capanna per rifugio mo-
mentaneo ai contadini.
CALICCÒ. Calicò: specie di tela di
CAL 118 GAL
cotone finissima vergata e co-
lorata in più guise , cosi detto
da Calicut, donde venne la pri-
ma volta in Europa.
CALIGO- Ghiado: eccessivo freddo,
freddo repente.
CALIMON, CALMON- V. Birlo — In-
via el calimon* Dar l'andata al
fattore.
CALISS (Aferesi di Apocaliss). El
par on caliss e minga on ca-
vali ^ Pare il cavallo dell'Apo-
calisse: si dice di cavallo gros-
so e magro. "L'Apocalisse è uno
dei libri della Sacra Scrittura,
dove è discorso di un cavallo
grosso appunto e magro.
CALISSOAR. V. Brocca j , sig. 1 —
Stampo : quello degli oriuolai.
Dal francese Equarrissoir.
CALISSON. Colascione: strumento
musicale in forma di liuto, a
collo lungo, tastiera a due sole
corde, intonato in quinta per-
fetta, che pizzicansi colle dita
o con un pezzettino di legno —
Pari on calisson^ fig. Parer os-
sacela senza polpa, Esser al-
lampanato : di persona assai
magra.
CALIZ. Calice. Parti : Coppa, Cop-
pettino, Nodo, Pianta.
CALL. Callo. — Fagh dent el calh
fig. Farci il callo — Ugnello:
escrescenza carnosa al piede
del cavallo.
CALLISTA. Callista.
CALMÉE, CALMER, CALMERI. Calco-
lo — Fà i calmèe^ Far i gazzet-
tini: censurare — V. Metta.
CALMUCCH. Calmucco : specie di
pannolano con largo pelo, ma
fine.
CALONEGH. Calonaco : canonico.
CALOR. Calore — Sobbollito: quel
caiore che sobbolle a' bambini
e dà fuori alla pelle, o sobbolle
sotto la gola dal sudore.
CALORENT. Caloroso : che ha ca-
lore.
CALOTTA- Calotta : specie di cap-
pello che serve di custodia al
movimento dell' orivolo — Spe-
cie di berrettino — Cupolino :
berrettino di pelle o di seta di
un quarto di diametro o poco
più con cui i preti coprono la
chierica.
CALISCEN. V. carisna.
CALVARI (MOSTRA EL). Mostrare la
calvaria": essere calvo.
CALZ. Calcio: il piè di fucile, ecc.
CALZA. Calzare.
CALZADOR Calzatoja, Calzatojo:
striscia di pelle o pezzo di cuo-
jo, concavo o ricurvo per tirar
su il calcagno abbattuto, o a
cianta o a calcagnino, e così
calzar agevolmente la scarpa.
CALZADDRA. Calzatura — Calzo: il
calzare, il mio calzolaio ha un
del calzo: cioè fa bene le scar-
pe — La pelle di vitello è il me-
glio calzo del mondo: cioè con
esso si fanno le meglio scarpe
del mondo.
CALZETTA. Calza , Calzetta — col
pèj solata o con pedule — Mez-
za calzetta ^ Mezza calza : che
arriva solo a mezza gamba —
Parti : Armandoleita ., Calda o
ristrett , cala o Ristreng^ Cal-
cagn J comenzin ^ chignoeu ^
CresSjCusidur ^pontinvers^ior '.,
Inter z^ Inter zda^ Inter zàJ In-
guggià „ Pè o Pedù^ Scimin ^
staffa — calzetta senza pè o con
soletta o scalfln^ calzetta a
staffa o a staffetta. Parti: Scal-
fiti o Soletta^ staffon — V. ca-
nettaj, canett (i), corlera^ Car-
pogn^carpognda^Fodrass^Gion-
ta* Gugg de calzetta Maggia^
Torna^ Pont., Pantofola sottcal-
zetta* Ligamm^ Ligamm ela-
stegh^, Orlaj, sottpè^ Indrilt (L'),
Invers (L'), Menda ^ Mendozzà^
MenderaJ Lis^ Slisass^ Sperlà^
Traccia^ scava „ Insedi J Fatta ^
Invia — Calzett incomincida o
appenna miss ^ Calzette princi-
piate — sforda^ traforate — in-
versda, rovesciate — che va giò
per i gami) ^ a cacaiuola, a
cianta — Senza calzett J Sgam-
bucciato, Scalzo, Scalzato —
Calzett fda a guggia^ Calzette
fatte coi ferri — fda a telar,,
tessute — Andà giò i calzetta
fig. Cascar le braccia, Far ve-
nire l'accidia — Avegh la co-
scienza fada a calzetta^ Aver
CAL 119 CAM
la coscienza camoscina o come
il sacco del mugnajo — Mett-sù
i calzetta Calzarsi — Tra foeura
i calzettj Scalzarsi — Tira i
calzetta fig. Dar i tratti,- Tirar
le calze o il calzino: morire. Ci
è poi il Calzerone o il calze-
rotto — per Balzella. V.
CALZETTERIA Calzetteria : nome
collettivo delle varie specie di
calze.
CALZETTÉE Calzettaio.
CALZETTERA. Calzettaja.
CALZOLAR. Calzolajo.
CALZOLARIA- Calzoleria.
CALZON. Calzoni. Parti: AlzadJ
Boft'ett^ Culatta, Botton^Bralejj
Cavalla ChignozUj contrapaltaJ
FalzettaJ Fessa., Fibbia Lazzi-
roeu ^ Oggioeu , Oradell ^ Partici
denanz Partid dedrèe ^ Patta,,
Saccoccitt^ Staffa zenturin^ Zen-
turon — V. Pantalon — Andà a
cavatoti de la cusidura dì cal-
zonì Spronare le scarpe, Pedo-
nare — Andà in fond di calzon^
fig. Avere una fame che la si
vede — Calzon tutt a boeucc e
strasciàa^ Calzoni tutti toppe e
strappati — Cont giò i calzotis
A bracaloni, Bracalone — Falla
in di calzon ^ Cacarsi o Pi-
sciarsi sotto — fig. Cagliare :
mancar d1 animo — Mett sii i
calzon ^ Infilare, Vestir i cal-
zoni — Porta i calzon ^ Met-
tersi i calzoni o Portare i cal-
zoni, fig. dicesi di quelle donne
che prendono il sopravvento al
marito o al padrone, e spadro-
neggiano esse — Lassa giò i
calzon Calar i calzoni, Sbra-
carsi — fig. Calar le brache :
aver paura — Quand tiraven su
i calzon cont la ruzella^ Quan-
do tiravan su i calzoni con le
carrucole — Scurtà i calzon^
fìg. Cader del capisteo, Cascar
di collo: del nascerci un fra-
tello, o una sorella, per indica-
re che ci è assottigliata la so-
stanza — Brachesse: per ce-
lia, le brache che portan le
donne.
CALZONITT. Calzoncini, Calzonetti.
CARIAI JN. Cammeo': pietra inta-
gliata in rilievo, a due o più
falde o strati di colore diverso,
sì che il fondo sia di tinta di-
versa da quella della figura, e
questa talora abbia varietà di
colori, nelle varie sue parti, od
ornamenti, rannosi cammei an-
che con pezzi bianco-gialli di
grossi nicchi (arzell) marini.
CAMAJA. Bavera : parte di abbi-
gliamento donnesco, la quale fa
il giro del collo, e pende libera,
scendendo a copi ire intera-
mente le spalle e il petto sopra
il vestito.
CAMAMELLA. Camomilla (Matrica-
ria chamomilla): pianta annua-
le a fiori uniti, amarissimi e a-
romatici, l'infusione dei quali è
usatissima in medicina. Anche
è detta Erba matrical — Deco-
zion de camamellaJ Scottatura
di camomilla.
CAMARA. Camera: stanza da letto.
CAMARADA. Camerata : compagjo
militare — Camerata, Camero-
ne: quello dei collegi, e simili —
Compagnone — Collega , Com-
pare: di persona colla quale vi-
vasi in famigliare eguaglianza.
CAMARETTA. Cameretta — Fà ca-
marettaj Far crocchio : seduta
— Tener consiglio, consulta —
Fascinotto : di rami d' alberi o
di sermenti, legato con ritorta
(stroppa) , unitavi una stecca
(s'cenna) \ preparasi nelle oste-
rie agli avventori per far loro
un fuoco fiammante.
CAMARIGLIA- Camarilla: in gene-
rale, la forza occulta che nei
governi arresta od impaccia il
corso regolare dell'amministra-
zione. È parola spagnuola che
si pronunzia come appunto da
noi Milanesi; e in questo signi-
ficato fu introdotta sotto Ferdi-
nando vii tornato in Ispagna
nel 1804.
CAMARIN- Camerino: piccola ca-
mera — Quello de'teatri ove gli
attori si vestono — de desvetiss^
Spogliatojo — di puvion^Avya-
jatojo — di usej^ Serbatojo — de
la frutta^ Fruttajo — de? fà secca
la frutta ^ Seccatojo — di nav_>
CAM
Capanna— di barche Copertine»,
Camera, Cameretta — ci'' ughett^
V. Carner — di bastimenti Ran-
cio — di galer^ Escandola — de
studia Scrittojo, Studio — per
Gaserà del latt e casiroeula V.
CAMATTA. Casamatta: luogo chiu-
so all'intorno e coperto al di
sopra a botta di bomba , con
cannoniere per battere il ne-
mico, senza scoprir i difensori
— Luogo coperto a volta nei ba-
stioni e nei cavalieri, che serve
d'alloggiamento alla guarnigio-
, ne e di magazzino per le munì
zioni e le vettovaglie. Chiamasi
però quella casamatta a fuoco
questa d' abitazione — Stam-
berga: stanza ridotta in pessi-
mo stato.
CAMBI. Cambio — Scambio : del
passar due carrozze che vanno
in senso inverso lungo una me-
desima via — Cambio: chi per
prezzo fa il soldato in luogo di
un altro — Baratto — Dà in
cambi J Fà cambia Dare a ba-
ratto, Far baratto.
CAMBIA. Cambiare — Barattare.
CAMBIAI. Cambiale, Lettera di
cambio. La prima cambiale che
si conosca fu tratta a Milano
nel 1325, pagabile sopra Lucca
a cinque mesi — Porta in ca-
mera i cambiai Protestare le
cambiali.
CAMBISTA, CAMBIAVALUTT. Cam
biavalute, Cambiovalute.
CAMBRA. Camera, Scassa: ferra-
mento di forma quadra o ton-
da, e talora inginocchiato, che
si mette nei lavori a saldezza,
a ritegno, a guida di alcuna
loro parte — per Gamber de la
sciloria. V.
CAMBRA (I OEDF) Volger le uova al
fuoco: le si pongon ritte sulla
cenere calda, in vicinanza della
bragia, e volgendole sovente,
onde la cottura sia uniforme e
non troppa, chè esse diverreb-
bero sode (in ciappa).
CAMBRAJON. Cambraja, Cambra-
gio : sorta di tela cosi detta
dalla città di Cambray, dove si
fabbricava.
120 CAM
C AMBRA JÉE. Venditore di cam-
braja.
CAMBRETT. Uncino: nome di que-
gli strumenti adunchi che po-
sano sugli staggi (stagett) dei
filatoi a reggere il filo torto.
CAMBRETTA. Staffa, Spranghetta:
ferro confitto nelle imposte del-
l'uscio per reggere il saliscendo
(alzapè).
CAMBRÌ, CAMBRICCH. Cambrì: spe-
cie di tela di cotone rada come
velo , venutaci le prime volte
da Cambridge.
CAMBROSSEN, CAMBROSTEN, V. Ca-
bròssel.
CAMELL. Camelo (Camelusbaetria-
nus) — Dromedario ( Camelus
dromedarius) : camelo a gobba
unica, situata alla metà del
dorso; pelo d'un bruno slavato.
Il verso del camelo dicesi: blat-
terare — Vegh sott el camelli
pig. Aver gran fame.
CAMELIA. Aver gran fame.
CAMELLIA. Camelia , Rosa del
Giappone (Camelia japonica):
arboscello alto da due a sette
o nove piedi, rami eretti, ve-
stiti sempre di foglie più o me-
no ovali: fiori di color rosso
vivo. Nel mezzodì d'Italia vive
in piena terra a cielo scoperto;
altrove all'inverno nell'aran-
ciera. Le camelie trassero il
nome da Kamel che primo dal-
l'Asia orientale le introdusse in
Europa nel 1739.
CAMELOTT. Cammelotto , Cambel-
lotto, Ciambellotto : tessuto di
pel di capra d'Angola. Antica-
mente era fatta di pelo di ca-
melo donde trasse il nome.
CAMELOTT. Occhio di bue. Grande
margherita (Leucanthemumfc er-
ba perenne: fusto sino a tre
piedi; foglie alquanto carnose,
di color verde carico; sapore
alquanto acre ed amaro. An-
che è chiamata Margheritin
btanch.
CAMELOTTIN. Camelottino, Camo-
jardo: stoffetta mista di pelo e
seta, fatta a foggia di carne-
lotto.
CAMER- Agiamento, Bottino, Caca-
CAM 121 CAM
toio, Cameretta, Camerino, Ces-
so, Destro, Luogo comodo o co-
mune, Latrina, Necessario, Pri-
vato, Ritirata, Stanzino, ecc. —
Strasc del carrier , Pezza d' a-
giamento , Cencio del luogo —
Tegnì vun per V assa del ca-
rrier., Tener uno come il cencio
del luogo: sprezzarlo affatto —
Carrier all' ing 'lesa , Agiamento
all'inglese.
CAMERA. Camera — In camera ca-
ritatis, A quattr' occhi — Per
bene.
CAMERER. Cameriere — de cori ,
Camerazzo
CAMERER A Cameriera — de cort.
Camerista.
CAMERON. Camerone — Arida o
Mett in cameron, Ire o mandar
in cameraccia, gattabuia: pri-
gione.
CAMES. Camice.
CAMIN. Camino — Caminetto: il
camino da stanza — V. Bornis,
Scendra, Brasa, Brasca, Brasi,,
Carbon, Fozugh, Romentà o In-
romentà o Indormentà-su, Bu-
scai , Legna, S'cenna, cama-
rettaJ Carbonella , Tizon , Rob-
biceula, Carisna, Fumm, Sbirr,
Lughera, Canna , Cappa, Fo-
goràa, Preja o Postfceugh , Se-
randa, Moneghinn, Torba, Tor-
rin, Franclin — Caminetto: ter-
mine collettivo di tutti quei
pezzi che ne ornano il focola-
re. Parti: Architrav , Sojelta,
SHpit — • Mett in opera on ca-
mini Murar un camino — For-
nitù d' 011 camin. Fornimento
del camino, cioè: Assa del pè ,
Pedana., Bernazz, Ramadinna,
MceujJ Fer del camin , Fer del
fozugh o del Fogoràa, cadenal,
Cunin, Brandinàa , Cadenna
del fozugh, Boffett, Ecran, Pa-
ra foeugh., Paracamin, caminie-
ra, Campanna, Pendola , Tri-
pèe, Ventala, Sorador , Bande-
roeula, Fornellin , Gira fumm ,
Zesta o Cassa de la legna o Tir-
netta, Brazzett, Seranda , ecc.
CAMINERA. Spera da caminetto,
Specchiera, Caminettiera.
CAMISA Camicia — Camisa d'omm,
Camicia da uomo. Parti: coli.
Coli postiz z, Par a funga, spalla o
Spallin ,Manega,Tassell,Manez-
zin .Manscion, LUlin, Fessa, co-
rin,Co < p o vitta,Marca,Oggiceu,
Botton, Ricamm, Oradell, Por-
tinna, Denanz, Pedagn, ecc. —
Camisa de donna. Camicia da
donna. Parti: Scalf, Gheda ,
Guadinna, Oradell largii, Ma-
nega, Corin, Corp, Vitta— ca-
misa de nott, Camicia da notte
— A costo de impegnà la carni'
sa. Bisognasse impegnar la ca-
micia — Avegh nanca la camisa
adoss. Non aver panni per in-
dosso — Avegh ona camisa
adoss e l'altra al /"oss, Aver due
sole camicie — fig. Non aver
uno che dica due: essere senza
roba, senza un quattrino — Ba-
gna do, tre, ecc. camis de su-
dor, Sudar due, tre, ecc. cami-
cie — Cava anca la camisa a
vun, fig. Trarre il filo della
camicia ad uno — Donna che
fa camis, Camiciara — In ma-
ne g a de camisa, in maniche di
camicia — La camisa no la ghe
tocca el cuu, fig. La camicia,
non gli tocca il culo : di chi per
troppa allegrezza, dandone so-
verchia dimostrazione, si rende
altrui ridicolo — Fass su ì ma-
negh o Voltass su> o indrèe i
manegh de la camisa, Rimboc-
carsi le maniche della cami-
cia — fig. Lavorar di schiena
— Levò, su con la camisa in-
versa, o Ave miss su ta camisa
inversa. Fare una levataccia,
Aver messa la rete torta: al-
zarsi di mal umore, di mal au-
gurio— Restà in camisa. Rima-
ner in camicia: povero — Mett
su la camisa, infilare la cami-
cia — Sta, Vess in camisa, Sta-
re, Essere in camicia: colla ca-
micia sola — Trass in camisa .
Scamiciarsi, Spogliarsi in ca-
micia, fig. Fare ogni sforzo —
Dà via anca la camisa. Dar via
la camicia: dicesi d'uomo libé-
ralissimo — Vegh la camisa de
torg. Aver fatto una camiciata:
aver affaticato per modo da
CAM 122 CAM
inzuppar la camicia di sudore
— Tra in camisa vun^ fig. La-
sciar sul lastrico uno: senza
casa nè campamento.
CAMISA. Cuffia. Nome d'una por-
zione delle membrane del feto
che esso spinge talvolta innanzi
a sè, e che rimane applicata
sopra la sua testa , quando nel
nascere si presenta la prima.
Le donnicciuole e non donnic-
ciuole credono ciò indizio di
buon augurio, onde Nass con la
camisa in cóo^ Nascer vestito :
esser avventurato.
CAMISA Sopravesta: quel foglio
che sovrapponesi ad atti di uf-
ficio , con cenno di che conten-
gono.
CAMISADA. v. Incamisada.
CAMISGEU Carnicina: quella dei
bambini quando comincia ad
esser formata come quella de-
gli adulti — Avegh anmò bruti
de cacca el camisoeuJ fig. Aver
il latte alla bocca, o sulle lab-
bra: essere tuttora giovanissi-
mo, e non avere pratica di che
che sia. V. in Bolletta, sig. 2 —
On strasc d'on camisozu ^ Un
brandellaccio di carnicina.
CAMISOEURA- Camicetta
CAMISON. Camicione.
CAMISORINNA. Carnicina: panni-
cello di lino, con cui si cuopre
T imbusto dei teneri bambini, e
allacciasi di dietro.
CAMISOTT, CAMISOTTA, Camiciotto:
quel che su altre vestimenta
portano gli stalloni neir atto di
governare i cavalli, ecc.
CAMOLA. Bruco , Bruciolo , Tarma
(Tinea): nome generico di vari
insetti — Tignuola (Tinea pel-
lionella): la larva che rode le
pelli, pelliccie — (Tinea gra-
nella): quella dei grani — (Ti-
nea sarcitella): dei panni, libri
— (Tinea crinella) : che distrug-
ge i mobili in crino — Andà a
camola v. Sbusass — Baco
della farina o di crusca ( Te-
nebrio molitor) : larva che vive
nella farina e mangiasi dagli
usignuoli — Baco della cera
(Phalsena tinea cerella): la larva
che perseguita le api — Baco 6
Zecca del cacio (Acarus syro):
la larva che guasta il cacio —
Fucignone: il baco che rode le
pere. — v. Cagnon.
CAMOLA per camolon. V. camola
è voce latina.
CAMOLASS. Intonchiare: dell'essere
i legumi (lemm) rosi interna-
mente dal tonchio [cagnon) —
Bacare: roso dal baco ( ca-
gnon) — Intarlare: dal tarlo
(cairceu) — Intignare : dalla ti-
gnola (camola).
CAMOLON, CAMOLOTT. Dormiglione :
larva d'insetto che, rodendo,
fa dei gran buchi nell'interno
dei peri e dei meli (pomm) gio-
vani — per Cagnon V.
CAMORRA Maltoita che riscuotesi
dai giuocatori.
CAMORRISTA. Colui che toglie ai
giuocatori forzatamente tanto
sul guadagno. Così nel voc. Si-
ciliano del Pasqualino a Ca-
murra„ camurrista. Da noi ha
pure il senso di accordare fa-
vori o posti pubblici a chi paga.
CAMOZZ. Camoscio, -scia (Capra
rupicapra).
CAMP. Campo: tra noi, piano col-
tivato a grani e gelsi {moron),
V. Losugh de biada,, imbiadato
— de fav^ Favule, Baccellaio —
De campJ Campìo — Camperec-
cio, Campestre — Semm chinun
al camp di 5 pertegh^Qm giace
nocco: qui sta il punto. V. Bu-
sillis — Campo, Tempo — Avegh
camp de fa^ ecc. Arer modo
a fare — Campo : il luogo sui
quale un esercito si stabilisce
per dimorarvi uno o più giorni
in qualsivoglia modo si ponga
con tende o trabacche , sulla
nuda terra, difesa o no da trin-
ceramenti.
CAMP ADA- Campo, Fondo: quello
spazio che circoscrive tutte le
estremità d'un soggetto dipinto,
inciso o scolpito — Campata: lo
spazio compreso, per esempio,
tra paracarro e paracarro, tra
un palchetto e un altro, ecc. —
Campata, Passina : lo spazio
compreso fra pila e pila nei
CAM 123 CAM
ponti, e tra colonna e colonna
o pilastro nei portici — Inter-
colonio:lo spazio tra colonna
e colonna o pilastro e pilastro.
CAMPADA Campata. Quella stanza
sfondata che è serbatoio del sale
presso le gabelle del pubblico.
CAMPAGNA. Contado, Campagna:
tutta quella parte di territorio
che è fuori della città, e nella
quale sono le possessioni, le
ville, i villaggi — Campagna: il
complesso dei campi — Il luogo,
il paese nel quale si fa guerra
campale, ed anche la stagione,
il corso del tempo nel quale si
sta in campagna guerreggiando
durante l'anno militare — Stan-
zone — Villa — Villeggiatura —
Scarrozzatina — Vess in cam-
pagna * fig. Essere rizzato a
panca': cioè essere fuori di pe-
ricolo da una malattia.
CAMPAGNADA. V. Scampagnada.
CAMPAGNffiU. Villico — Zaffo: birro.
CAMPAGNffiU.Campagnuolo — Cam-
pio: di pollo che vaga pei campi.
CAMPAGNCEULA. Minuta di campa-
gna: la pianta, la bozza del ri-
levato in campagna, presso gli
ingegneri.
CAMPAGNON. Capoperante: che so-
praveglia i lavori campestri —
Omaccione.
CAMPAMENT. Pascolo per le api.
CAMPANA- Scampanare. E per i-
scherzo, Far campatilo: suonar
molto le campane — fig. Suo-
nare il corno, Sonare: di carne
stracca (patida).
CAMPANADA. Scampanata.
CAMPANATT. Campanaro, Campa-
najo. « Quando un Cappon gelo-
so del pollajo, Gli minacciò di
far il campanajo » — Gettatore
o Fonditore di campane.
CAMPANELL. Rotella: tondo che
serve a tener accosto il filo dei
rocchetti ai quali è sovrappo-
sto sui fusi de'fllatoj. consta di
Cassa e FU de fer.
GAMPANELL. V. CampaninJ par. 2.
CAMPANELLA. Campanella, Cam-
panetta — Campanella: specie
di gocciola che si pone nei
fregi o in altri lavori d'intaglio.
CAMPANELLADA/Scampanellata.V,
Scampanellada.
CAMPANIN. Campanile, e campa-
nile a velaj si chiama quel pic-
colo arco che s'innalza sul muro
d'una chiesetta ove sono impic-
cate perla gola una o due cam-
panette — Andàsùa campanin.
V. Campis — Fà campanin^ Far
querciuolo, querciula o quercia:
giuoco che fanno i fanciulli pun-
tando il capo in terra e tragit-
tando all'aria le gambe allar-
gate — Bar come i campanin in
di sceSj Esser più raro che i
campanili in contado o nelle
selve. Dicesi per significare
scarsità grandissima o vanità
di che che sia. Appiè del rovi-
nato castello di Cernusco Lora-
bardone ( da Lombardorum )
prima dei 1839 si vedeva sorge-
re isolato dal mezzo di folta e
larga siepe un antico e rozzo
ma ben conservato campanile,
protetto da due gran noci. È
stato con poco savio consiglio
abbattuto per far materiale; e
non se n'è cavato altro se non
che s'è distrutta una cara anti-
caglia che faceva beli' effetto
con tutto il dintorno , veduto a
qualche distanza, ed era perciò
dai paesisti frequentemente vi-
sitato e disegnato.
CAMPANIN. Campanello. Nel cam-
panello da tenersi sul tavolino
osservi Manico J Fondo j Culat-
ta^ Battaglio,, Pallaj Bordo; per
quello delle stanze occorre la
Corda o il Cordone o la catena^
la Girella colla gola\, la Mani-
glia o Nappa o il Pallino., la
Molla di ritiro s la Lieva da ti-
rare. V. Scampanellada — Tiròt
el campanin ^ Tirare il campa-
nello— Da ona bonna tirada de
campanin ^ Dare una buona ti-
rata di campanello — Dovè
manda a cerca coni el campa-
nin. Volerci un almanacco per
trovar uno : essere difficile. Il
nostro dettato viene dalla co-
stumanza ch'era tra noi di man-
dare a suon di campanello in
traccia dei fanciulli smarriti col
CAM 124 CAM
pubblicarne ad alta voce i con-!
notati,
CAMPANIN. Giacinto , Diacinto ,1
Granbrettagna (Hyacinthus o-
rientalis ) : pianta a fiori odo-
rosi di colore vario, a forma di
imbuto {pedyiceu). globosi verso
la metà, da sei a diciotto in un
grappolo — Convolvolo dei cam-
pi, Vilucchio., Filucchio, Vilupplo
(Convolvulus arvensis): pianta
perenne; foglie a foggia di aste;
corolla a forma di campanello,
odorosa, bianca o rossa o por-
porina, e più sovente screziata;
fa nei campi e negli orti — sai-
vadegh o de pvàcij Giacinto stel-
lare ceruleo, Scilla a due foglie
(Scilla bifolia): bellissima pianta
a fiori d'un bel turchino , ino-
dori , piccoli, a grappoli, foglie
solo due, ma alle volte tre: fio-
risce per tempissimo in prima-
vera, se ne ornano il margine
delle ajuole (prceus) dei giardini
e se ne formano cesti assai folti
e di vaghissimo aspetto — per
Yiceul doppi. V. — per candi-
rò n. V.
CAMPANIN. Viola a ciocche, vio-
lacciocca, Violacciocco ( Leu-
cojum): sorta di viola di color
giallo, che fa i fiori a ciocche.
CAMPANIN per candiron, fig. V.
CAMPANI H ADA. Scampanellata.
CAMPANIN DE LA GOLA per L'gola.Y.
CAMPANINGEU. Campaniluzzo.
CAMPANITT. Ferri: quei ferri nelle
macine sulle quali, suonando,
danno indizio al mugnajo (mor-
nèe) che non v'è più grano.
CAMPANITT. Bucaneve (Galanthus
nivalis): pianta a fiore pendulo,
simile al giglio; macchiuzza ver-
de alla parte esterna dei petali
(fceuj).
CAMPANITT. Padiglione o Cappello
chinese: queir istrumento d'ot-
tone a più campauelluzzi , che
fatto roteare intorno a sè , e
scosso a scadenza , serve ad
accompagnar il suono di una
banda o d'un'orchestra. Esso ci
è pervenuto dalla Cina.
CAMPANITT IN DEL CÓO o IN DI
ORECC zufolamenti negli orec-
chi o nel cervello: dicesi cosi
il ronzio degli orecchi.
CAMPANNA. Campana. Parti : Aneli.
AsmJ BatiaccJBattudaJ castella
Coronna^ PèJ Sciocch o Sceppa
0 Scepp — ca mpan n a de fce ughj
La campana che dà segno d'in-
cendj — E daj con sta cam-
panna j, E picchi a ! e zomba! ec-
coci al quaresimale — Che ìm-
balordiment de campann ! Che
brusio di campane! — Faori-
cator de campannj, Gettatore o
Fonditore di campane — Fà. cam-
pann. v. campanili (Fà) — Fà
sona la carnpanna J Correre ri-
schio di morire. Allude a quan-
do a un moribondo si fa suo-
nare ad agonia — Ligà o Desligà
1 campann J Legare le campa-
ne: dicesi nella settimana santa
il non suonarle, perchè si lega-
no tra loro le funi di esse —
Scioglier le campane : il rico-
minciar a suonarle il sabato
santo. Digiuno delle campane
chiamano quello che tuttora
fanno alcuni di star digiuno da
quando si legano le campane,,
il giovedì santo, a quando si
sciolgono^ il sabato santo— Ma li-
gia no fin che sonna i campann,.
Far il digiuno delle campane o
del trapasso, Far lungo digiuno.
Locuzione tratta da ciò che al-
cuni sogliono starsi digiuni il
sabato santo, finché non si sente
scampanare il resurressi — So-
nà a campami doppiJ ftg. Suo-
nar le campane a doppio: pic-
chiare a replicati colpi — Sonèe
i campann Suonate un doppio
— Tirà-giò a campann doppi,.
Suonar dietro a uno le tabelle ,
Bandirgli la croce : sparlarne —
Abboracciare , Lavorar a ca-
saccio — Tira inpèe % campann,.
Suonar a distesa — Sentì di
oonn o cativ campann^ Dar
buon o Render mal suono— Sent't
tutt e dò i campann j Sentir le
due campane: ascoltar le ragio-
ni di ambedue le parti — Pa-
diglione, Campana: ne' clari-
netti il pezzo ultimo da piede-
Campana: negli oriuoli, quella
CAM 125 CAM
su cui batton le ore e i quarti
— Negli ostensorj la scatola di
vetro che cape in sè l'ostia —
Vaso di cristallo, o simile, le più
volte accampanato, per coprii
quegli oggetti che voglionsi ri-
parare dall'aria e dalla polvere
— Quel consimile vaso che si
usa negli esperimenti fisici e
chimici — Vaso di vetro sottile
di gran diametro con un bottone
alla cima che serve a concen-
trar il calore od accelerare la
vegetazione delle piante che
pongonsi nei letti caldi — Quella
parte dell' argano , accampa-
nata e di bronzo, nella quale si
pone la pasta da lavorare ver-
micelli (fìdelitt) e simile — Co-
perchio d1 alabastro che si so-
vrappone alle lucerne , onde il
lume si spanda dolce ed equa-
bile — campanna de la piazza
(Sona la), Suonar la rintoccata
Tra noi è il suonar ogni sera
dalle9e mezzo alle 10 la campana
del Comune, eh' è nella Piazza
de' Mercanti, sulla torre, eretta
nel 1272, da Napoleone Della Tor-
re , per dar i tocchi a mezzodì,
alle due di sera e quando alcu-
no veniva condotto all'ultimo
castigo. Nel nostro Museo civi-
co si conserva una campana
che nel 1848 fu crepata su quella
torre per l' incessante tempel-
laiia che fecero i nostri nelle
famose cinque Giornate a sgo-
mento e confusione dello stra-
niero.
CAMPANNA A B0LZ0N o A SBALZ.
Campana che si suona per una
fune attaccata immediato alla
cicogna (scepp) in cui stanno
fitte le trecce (ason) di essa;
non ha armatura (armadura) di
ruota.
CAMPANNA E| MARTELL (GIUGÀ A).
Fare o Giuocare a campana e
martello. Specie di giuoco fan-
ciullesco, il quale si eseguisce
con atti imitanti il fare , chi
suona a martello in sulle cam-
pane.
CAMPANON. Campanone — Giugà
a campanon s Far a scaricaba-
rili. Si fa in due col porsi schiena
contro schiena, ed, intrecciate
le braccia, alzarsi scambievol-
mente da terra — sona el cam-
panon. Lo stesso che campano.,
sig. 2.
CAMPARLA. Spesa di guardia.
CAMPASSELA- Darsi tempone, Go-
dersela, Camparsela.
CAMPI. Campire, campeggiare.
Fare il campo: dar la tinta alle
campate delle pareti, lasciati
gli zoccoli, i fregi, ecc.
CAMPÉE Campajo, Guardia dei
campi — Sopromo: per esempio,
a cui si affidano molte funzioni
del fattore - Fondo di bottega.
Fondigliuolo: di persona dap-
poco o di femmina che arrabbia
di marito invano — Spilungone:
di persona alta e sottile.
CAMPEE- Lucietta (cantharis ac-
quatica): insetto che va saltel-
lando sulla superfìcie di certe
acque e che abita tra le con-
ferve e simili piante acquati-
che. Lo chiamiamo anche Cu-
rapess.
CAMPÉE DI ACQU. Acquajuolo, Cam-
paro d' acqua — Caterattaio : il
guardia delle cateratte di un
canale — de bottega^ Fondo di
bottega: di un panno , un drap-
po, una mercanzia qualunque di
poco pregio per lo più, non po-
tuta spacciar da un pezzo.
CAMPION. Campione — Mostra di
mercanzie, Campione — Saggio.
CAMPIS. Colonnata: il getto o il
volo verticalmente verso' il
cielo — Andà-sù a campiSj Far
colonnata: innalzarsi a vertice
verso il cielo di volo o di getto
— Fà camp'Sj Far colonnata,
Far cadere a colombella: sca-
gliar la palla o il volante (vo-
lin) o altro, si che venga a ri-
cadere nel punto medesimo don-
de fu scagliata — Fà carnpis^
Cader a colombella: di qualsiasi
cosa che, scagliata in alto, ri-
cada nel medesimo luogo donde
sia stata scagliata
CAMPSANT. V. Capsant.
CAMPUCC, CAMPISC- Campeggio, Le-
gno campeggio ( Hsematoxylum
CAM 126 CAN
campechianumì : albero a stelo
dritto; rami spinosi; foglie al-
terne {disper)\ fiori piccoli, gial-
lastri ; alligna nell'America set-
tentrionale ; il legno serve alla
tintura.
CAMUFF. Abbacchiato: mortificato
— Faccia camuffa,, Viso avvi-
lito — Resta camuffa Rimaner
abbacchiato o scaciato o smac-
cato.
CAMUSCION. Cameraccia, Segreta:
prigione appartata — Vess in
camuse ion , Essere segretante,
Essere in domo Petri : in pri-
gione — per Camatta, sig. 3. V.
CAN. Cane (Canis familiaris): ani-
male domestico: il solo fra essi
che affezionasi con tanta fe-
deltà all'uomo — barMn , Bar-
bone (Canis acquaticus ) — bol-
docch, Dogo, Cane molosso o da
toro — bolognin, Canino di Bo-
logna, Moffolino, Arlecchino, Ma-
scherin da Bergamo, Cane do-
ghino — bracchi Cane da pen-
na, Bracco, Cane bracco — con
la musirosula. Cane ammuso-
lato — cors, corso — danes, da-
nese — de borida jCane o Brac-
co da leva (Canis excitans ) —
da caccia, da caccia, da seguito,
— de guardia, di guardia — de
lóff o de pastor, da pecorajo o
di pastore — de pajèe, dell' aja
{era) o da pagliajo (Canis villa-
ticus) — de posta o de red o de
ferma, cane da giugnere o da
fermo, da punta o da impuntare
— de presa, da presa — de quaj.
Cane o Bracco da quaglie — de
tor. Mastino (Lanienus) — in-
gles. Cane inglese o di pelo lun-
go — livrèe o de legor, da giun-
gere, Veltro, Levriere (Canis le-
porarius) — maltes, Mignone,
cagnoletto maltese (Canis mseli-
teus) — pine, Cane pincio — po-
wer, Cane pomerano, volpino,
lioncino ( Canis lupiformis ) —
saùs, da correre, corridore, da
corsa, segugio (Canis sagax o
venaticus) — tanin, bassotto
(Canis vertayus) — de trifol, da
•cerca — de volp, per la caccia
della volpe — Can che cerca.
Cane da ripolita, v. casott, Mu-
sirosula, collett, Cadenna, Om-
nibus di can, Ciappacan, Maz-
zacan, Cobbia, Sonaj , Cagnel-
tera, Caijn, Bó bó, Bep bep (Fa),
coscia, Canatter, Dent (Mostra
i) , Rogna, Bojà, Sussi, cova
(Mena la), cobbia, Sguagn, Sgua-
gnì,Versdelamort (Fàel), Scob-
bià — A la cà di can , A tutti i
casacci., Ai peggio dei peggi, Al
peggior partito , Alla più fraci-
da. Pare questa frase originata
dalle crudeltà di Bernabò Vi-
sconti che nutriva degli alani
per farci da loro isbranare, nel
suo palazzo privato a San Gio-
vanni in Conca, il quale, per un
corridojo sopra i tetti, comuni-
cava col palazzo di corte. Quel
palazzo ora fu rifabbricato e
nei serragli degli archi delle
porte son messi dei mascheroni
{mascheron) che figurano i Vi-
sconti, e dal capo alle mensole
(mesol) sportano ceffi di cagnac-
ci. Noi lo chiamiamo tuttora la
cà di can — A man a man co-
fà i can. Pesa e paga, To' qua
e dà qua : dicesi del farsi pa-
gare sul tamburo , cioè su-
bito — Andà de can, Andar
alla peggio le cose — Sentirsi
malissimo — Avegh nanca un
can che sia per lor. Non aver
cane che abbai per sè: non es-
serci chi si dà cura di sè — In
man a can e borian, in bocca
a, o In man di cani — can gross,
fig. Pesce grosso: di persona —
Drizz come la gamba d'on can.
Bitorzoluto — Drizza i gamb ai
can. Raddrizzar le gambe ai
cani : mettersi a riordinare co-
se imbrogliate , a racconciare
negozi intricati — Fà face ,
robb, vitt , ona fadiga de can.
Far viso di cane, vita dura, Ac-
ciabattare o Arrocchiare o Ab-
borracciare, Durar una fatica
da cani — Faccia de can o de
can bolognin, o simile, Faccia
di cane, Viso rincagnato — For-
tunàa come % can in gesa, For-
tunato come i cani in chiesa:
sfortunatissimo. E quando un
CAN 127 CAN
cane gualsce (el fa caìn) perchè
gli viene pigiato un piede, noi
sogliamo dirgli: E ti mett su i
scarp o Digh alto padron ch'el
te metta su i scarp — Inrabiss
come on can * Incagnire — Lù
de per lù come on can^, Nè cane
nè gatto: cioè solo solo, tutto
solo — La saria de can^ La sa-
rebbe agra — Lett di canJ Ca-
nile — Non ave on can che ne
guarda,, Non trovarsi un cane
che abbaj per uno: non esservi
chi ne prenda cura — Quel che
fa òallà i can* Aggiratore di
cani — Senza nanca dì : davo
can j Senza dirci: a Dio nè al
diavolo — Tegnì sald el can per
la coa^ fig. Tener il lupo per gli
orecchi, Aver alle mani una
mala gatta a pelare: aver alle
mani impresa scabrosa — Cane:
di persona crudele — Fà el can*
Cagneggiare, Esser cane.V. ca-
gnon^ camola — Andà a can^
Bacare.
CAN (LA CÀ DI). La casa dei cani.
Di fianco al nostro macello chiu-
dono i cani che l'accalappiacani
raccoglie vaganti senza muse-
ruola; i quali sono poi, o resti-
tuiti, pagata una multa, ai pa-
droni, o affogati, cioè, ven-
duti.
CAN. Cane: per una certa rasso-
miglianza di forma, quell'ordi-
gno nel quale viene stretta la
pietra focaja (preja d' azzalin)
di tutte le armi portatili, che
scattando al tocco del grilletto
(passarin), urta con la pietra
nella martellina lgwar?)e ne spic-
cano scintille di fuoco per l'ac-
censione della polvere dell' ine-
scatura. Parti; Barbozz de sottj
Barbozz de sora, Ganassa,, cùu^
Quaderj Preja^ Spinna sponda;
vidon ^ vid de la nos — Cane :
lo strumento per imboccar i
cerchi nelle botti — Specie di
tanaglia per cavar i denti —
Grilletto: specie di leva da so-
nerie.
CAN per Barbeh sig. 2. V.
CAN. fig. Avaro — vess can. Es-
ser cane del suo.
CANÀ o CANAL. Canale del bottac-
cio {gorga) nei mulini.
CANÀ A. Lingua: ordigno di ferro
riquadrato, e con una codetta
per la quale si fìcea nel foro
dell'incudine, che ha in sè una
scanalatura entro cui si va as-
sottigliando la verga (tondinel-
la) di ferro.
CANAJ. Figliuoli — Ragazzi. In
senso buono; l'usano da Gavi-
rate a Laveno. In sulle prime
credevo malintendere o essere
bubbolato; ma persone autore-
voli me ne fecero sicuro.
CANAJ A. Canaglia, Bordaglia, Bruz-
zaglia— canaja barettinna^ ca-
naglia berrettina.
CANAJA m. e f. Ribaldo, Briccone —
Ribalda, Briccona — Le voci
vernacole talvolta si usan an-
che in senso vezzeggiativo.
CANAJ AD A i CANAJ ARI A- Ribalde-
ria — Schiuma di ribaldi.
CANAJON. Ribaldone — Malva-
gione.
CANAL. Verguccio, Forma: specie
di canaletto in cui si fonde oro,
argento , e simili, per gettarlo
in verghe o in pretelle.
CANAL. Canale — fig. Via, Modo,
Mezzo — Portavento , Conduttor
d'aria: il tubo che porta l'aria
nel somiere (somèe) d'un orga-
no, e da questo nelle canne —
Doccia: canale per lo più di latta
(lolla), tinto a olio , che si pone
lungo 1- estremo lembo della
gronda per ricevere l' acqua
piovana che vien dal tetto —
Abetella {albera) risegata per lo
lungo e incavata angolarmente
con iscalpello, la qual si fa ser-
vire di doccia in alcune case
rustiche o vecchie — Cannon-
cino: tubo di latta o d'altro me-
tallo, il quale, fermato contro il
muro, comunica colla doccia, e
ne mena l'acqua fin presso al
suolo e anche sotto di esso , in
un condotto sotterraneo.
CANALA. Canala(La): grosso abete
(abiezz) o altro risegato per lo
lungo e incavato, il quale s'ap-
plica ad un fosso per far pas-
sar l'acqua da un campo ad un
CAN 128 CAN
altro — Cariala (La): acquedotto
minore che riceve le acque da
un cavo o condotto principale,
e le trasporta altrove passando
sopra altri cavi e sopra luoghi
bassi e avvallati.
CANAL DE LA MENESTRA, per celia,
Canal delle pappardelle, Canal
dei tozzi : il gorgozzale — de l'a-
ria^ Canale dell'aria: la laringe.
CANALE TT Conduttore: quel cana-
letto di legno che ricorre sotto
al biliardo per ricevervi le palle
che vi cadono.
CANALIN. Canaletto — de laghitt
o padùJ viaggiolo — Glifo: nome
di ognuno di due canaletti mag
giori che corrono fra tre bastoni
dall'alto in basso in quella sorta
di modanatura propria dell'or-
dine dorico chiamata triglifo —
Beccuccio: quello dei vasi, e
simili.
CANALIN- Canarino (Fringilla ca-
naria): uccelletto dalle penne
rance , becco puntuto e tirante
al bianco; ali piegate che co
prono alquanto più che la metà
della coda; ci proviene dalle
isole Canarie; canta — verd o
de montagna Venturone (Frin-
gilla citrinella , Lin.): uccello
silvano, dorso piombato verda-
stro; gola verde gialla, remi-
ganti marginate esternamente
di cenericcio verdognolo; fian-
chi senza macchie longitudinali;
timoniere nerastre. Anche è
chiamato Ver doliti — Fà fà
razza ai canalini Appaiare i
canarini.
CANALINNA. Passera canaria, o
di Canaria: la femmina del ca-
narino , in generale essa è di
color meno lucente, più piccola
intorno al capo, più breve di
collo e di corpo, non cosi alta
di piedi, e meno elegante — per
peverascia^ V.
CANAPÈ. Canapè: specie di panca
per lo più imbottita, a spalliera
e bracciuoli , su cui possono
star sedute tre o più persone, e
uno può anche adagiarvisi di-
steso. Talora i bracciuoli sono
rappresentati da due testate
piene e imbottite ; e per mag-
gior agio si aggiungono due
guanciali rizzati tra le testate
e la spalliera.
CANAPERIN- Piccolo canapè —
Predellino: quel piccolo arnese
imbottito su cui ie signore po-
san i piedi.
CANARELLA. Canale diversivo, Ca-
nale irrigatorio, Gora, Condotto,
Fosso: quel canale che riceve
l'acqua dalla presa , e la porta
sulle terre da irrigare — Con-
dotto : nome di quelle grandi
doccie di legno per le macchine
mosse dall'acqua.
CANARELLA- Trincarello: specie
di telajetto su cui è tesa una
tela di fil d'ottone, coperta an-
che di un pannolino. Pel trinca-
rello passa colata e chiara l'ac-
qua che continuamente entra
nella pila a cenci (folla che la-
va), mentre l'acqua sucida esce
liberamente da altra parte della
pila medesima.
CANARCEU. Canaletto.
CANARUZZ. Gorgozzule: la canna
della gola degli uomini e delle
bestie — Avegh el canaruzz
fodrda de tolla^ Esser una gola
lastricata — del cceur^ de la co-
radella^ canna del cuore, del
polmone : nelle bestie.
CANASTREL Bagole: il frutto del
pero cervino ( Pirus Amelan-
chier). Anche Peretta Brceuàen.
CANATTÉR. Canattiere: che go-
verna i cani.
CAN AVRÀ. Collare di ferro: quello
che mettesi al collo delle vac-
che per tenerle ferme alle man-
giatoie nelle stalle, v. GamMsa.
CANAVUSC V. canevusc.
CANCANIN. Gangherino — Arpion-
ano, Arpioncello.
CAN C ARI N. -NETT.Sconcajatura —
Tristanzuolo.
CANCHEN. Cardine, Ganghero: ar-
nese di ferro che regge le im-
poste (ant) e gli sportelli (an-
tin). Il ganghero è composto di
dandella e arpione — Arpione:
ferro sul quale le imposte o gli
sportelli si volgono Pai ti: Gam-
ba ^ spinna — de ingessà* ìm°
CAN 129
CAN
piomba* cascia dent a parpaj*
a rizzJ da ingessare, da im-
piombare, da conficcare ad ala,
con cartoccio — Mett sul can-
chen* Gangherare, Inganghera-
re — Trà-giò de cancheri . Sgan -
gherare — vess giò de cancheri^
Essere fuori di ganghero, sgan-
gherato — fig. Esser malazza-
to, malaticcio, cagionoso, Croc-
chiare — Erre: ferro ricurvo,
affisso accanto al pozzo, per
raccogliervi in più giri la fune
— Canchero, Cancherino , Can-
cherone, Cancheraccio, fig.i di
persona fastidiosa, o, come che
sia, incomoda, o malsana , di
poca fede o di poca abilità, o
arnese o strumento qualsiasi
sconquassato e che non faccia
al bisogno.
CANCHEN- Pippa : per celia.
CANCHENIN. Gangherino — Pippi-
no : per celia.
CANCKER D'UN ROBB (ON). Un can-
chero: arnese o strumento dis-
adatto o guasto affatto.
CANCRENNA- Cancrena — Andà
in cancrenno.j Cancrenarsi.
CANDELABRO- Candelabro — Dop-
piero: candeliere a due boc-
ciuoli (busserò tt).
CANDELIDEST. Lo stesso che can-
tarides. v.
CANDIDA- Candire: dicesi del con-
ciare frutte, o simili, facendole
bollire nello zucchero mesco-
lato con chiaro d'uovo.
CANDIDATI- Stronzi conlettati.
CANDILA, CANDIRÀ. Candela. I me-
todi di gettar le candele di sevo
sono due : collo stampo o alla
forma J colla bacchetta o per
immersione — a uso de Fran-
cia J ad uso di Francia — de
calzolari V. Mezzcandir o Moc-
colott — de forma „ alla forma
— de ìa Zerioeura ^ Candelara.
V. Zerioeura — de zila_, Candela
•li cera — frusta* arsa, arsic-
cia — de stearinna stearica o
d'i stearina — de tavola J Car-
delotto da tavola, da conver-
sazione — nostrann J Candele
nostrali — de spermaceti „ dice-
tina o spermaceti — Banch di
Banfi, Voc.
candii Desco delle candele
quello ch'è in chiesa — Deslenguà
come ona candita J Andarsene
pel buco delTacquajo (acqui-
roeu): smagrire e struggersi in-
sensibilmente — Fà el cùu ai
candii J Acculare le candele —
Sta* Fà sta in candita fig.
Stare o Far stare a segno —
Vess in eòo la candita Essere
agli sgoccioli la candela. V. La-
der, Fonsg, Mocusc, Rizz, Sbro-
dola , stoppin , Mocchirc&ula ,
Smorzirceula, Bosia, ecc.
CANDILA. Candela, Candeio; quel
trave lungo che si mette per
ritto a puntello di solaj , tetti, ec.
che minacciano affondare o ro-
vinare — Bracciuolo: canaletto
che irriga le praterie — in pée^
a traverSj verticale, orizzon-
tale.
CANDILA. Candila, Moccio — Avè
giò la candila Moccicare. V. Na-
rice — candila per cornaggia^.
sign. 2, V.
CANDILÉE, CANDIRLE Candeliere:
ai nese da piantarvi la candela.
Parti: Pedestall^ Vas „ Canna ^
Busserottj, Tollin* in quei grandi
di chiesa: Pè de leon o Pescitt^
PedestallJ Foeuja ^ Fusella* Pa-
dellinola * spinna ., rolla — de
la setlimanna santa J Saetta.
CANDIRATT. < andelaro, Candelajo:
colui che fa o vende candele.
CANDIRATTA- Candelara, Candela-
ia: colei che fa o vende candele
— La moglie del fabbricatore
di candele.
CANDIRETT. Spazzole: sottilissimi
sparagi (sparg). Anche Sparg
candirett, spargiti.
CANDIRON Candelone — Spara-
gione: di uomo lungo.
CANDIRON. Corno : quello dei tao-
chini (pollin). Anche, campa-
nin.
CANDIRONNA. Candelona — Rifìco-
lona: di donna brutta, lunga.
CANDIROTT. Candelotto — Cande-
lotto da carrozza.
CANEF, CANEV, CANOV. Canapa
(Cannabis sativa): erba a ra-
dice legnosa, fibrosa e biancat
fusto alto da quattro fino aci
9
CAN 130 CAN
otto piedi — Il tiglio Ull) che si
trae da quell'erba. V. Canevèe^
Canevin^ canevosa canevusc
Canovett^ canova. La canapa
più fina dai mercanti è detta
Garzuoli; e la più grossa ca
napone. Il luogo in cui è semi-
nata la canape dicesi canapa-
ia; e colui che assetta la ca-
napa, canapaio. La semente è
detta canapuccio. La canapa
si raccoglie a Steja { Manato o
Mannello), Peja (Fastello). Dicesi
poi, Arì)orare il seme della ca-
napa coll'ar&òZoo arboriOj, ch'è
un arnese dilegnoquasi a forma
di un vaglio, che si ripara al
petto e si sventola colle mani
per spulare il seme.
CANELL. Cannello: di varie cose
che hanno forma di bocciuolo
di canna od anche diverso —
Quel pezzuolo di vera canna
che, tagliata tra l' un nodo o
l'altro, serve a diversi usi nei
lavori di drappi e di panni.
GAMELLA. Cannella ( Cinnamo-
mum): la corteccia interna dei
giovani rami dell'alloro can
nella (Laurus cinnamomum): è
accartocciata e di color come
lionato per essere stata distesa
e seccata al soie. Scorticatore
di cannella^, si chiama r ope-
raio che ne fa la raccolta— de
la reginna^ Cannella regina o
di Ceilan (Laurus cinnamomum)
È la più stimata e si divide in
fina j, semi- fina „ comune — in
spolett j Minuzzoli, Rottami di
cannella. V. Scavezzon — color
canella^ Color di cannella, cioè
come lionato.
GAMELLA- Ruotolo: cilindro di
granito con cui si passa alla
pietra il cioccolatte — ■ Matte-
rello, Spianatoio: cilindro con
cui si spiana e assottiglia la
pasta — Rasiera : bastone ro-
tondo per uso di levar via dallo
stajo {stée) il colmo che sopra-
vanza alla misura — Dà la ca-
nella ^ Rasare: levar colla ra-
siera il colmo dello stajo che
sopravanza alla misura — Me-
stone: quel cilindro che s' usa
per tramestare la polenta —
Tceussen onacanella* Mangiare
a crepapelle.
CANELLÀ. V. Rasà, sig. 1.
CANELLON- Anella: capelli rac-
colti in forma di anello.
CANETT. Cannuccio , Cannellino.
CANETT (I). Intrecciatura: lavoro
di maglie (magg) scavalcate
{interzàa), che forma l'estremo
orlo della staffa, quando la
calza si fa senza pedule — Pie-
ghette V. caneltà.
CANETTA- Mestolo: nel bove, quel
prolungamento dell'osso della
gamba dalla parte del ventre.
CANETTA. Canna di padule o a
spazzole (Arundo phragmites):
pianta acquatica con che si
fanno stuojati (pi a fon) , e colle
piumose cime di essa non af-
fatto mature si fanno granatini
(scovin de piuma).
CANETTA. Stecca, Bacchetta, Fat-
torino : sottile mazza di legno o
d'avorio con foro nella direzione
dell'asse, per introdurvi la po-
steriore estremità di uno dei ferri
dacalze V. Fodrazz Oggidifan-
no senza, e dicono Fà i calzett
a la francesa — Cannello; tu-
betto di legno d'avorio che si
innesta alla cima della canna
del serviziale — storta, Can-
nello toito: è di stagno, termi-
nante in becco ricurvo, perchè
uno possa darsi da sè il cli-
stere — de zita de spagna^C&n-
nello di cera lacca — de saldà^
da saldare — Canetta per Pen-
nirceu. V.
CANETTA Toccalapis, Matitatoio
— Cannetta.
CANETTA. Nella cava d' arenaria
di Vigano è detta cosi ogni
stenditura longitudinale che si
fa per cavar dal monte quella
saldezza che vuoisi; sfenditura
di cui si vede la fine in una se-
ghettatura che rimane nel pez-
zo cavato. V. in Testa.
CANETTA. Pieghettare: stirar la
biancheria a pieghette minutis-
sime.
CANETTADA. Tocco di lapis, di
matita.
CAN
131 CAN
CANETTADORA. Donna che pie-
ghetta.
C1NETTÉ- Vergola a cappuccio o
a filo, Regolino: specie di tela
di cotone o di lino — Specie di
storta di seta a rigoline bianche
e turchinicce.
CANETTÉE. Canneto: luogo pian-
tato a canne.
CANETTÉE. Fiaschettone ( Parus
pendulinus, Lin.): uccello sii
vano, pileo bianco-periato; una
Jarga fascia nera ricopre lai
fronte, gli occhi e le orecchie.!
I nostri contadini dicono che
questo uccello col suo modular
di voce va gridando:
Chi l'è che fa la voltai
J poveri tt.
Chi l'è che god la robbaì
I ricche i ricch.
CANETTÉE per passera canèra^W.
CANETTÉRA V. Canetlèe, sig. 1
CANEV. V. canef.
CANEVA FEMENA. Canapa femmi-
na: il fiore della canapa più
alta, col solo fiore senza seme
— maschia Canapa maschia:
il seme o la seme, cioè quella
che rimane bassa, di seme ba-
lor io, e si chiama il viglio.
CANEVÀ, CANEVASC, CANEVAZZ
Canavaccio, Canovaccio: spe
eie di panno, per lo più di ca-
napa, grosso e ruvido per farvi
modelli di puntiscritti (march),
guanciali, tappeti e simili — de
seda,, di seta: stofTa di seta per
uso di ricami e simile.
CANEVARCEULA- Beccafico cana-
pino, Cannevarola, Canaparola
(Motacilla Hippolais): uccello
silvano; al disopra olivastro,
al disotto giallo-sulfureo; piedi
cenerino giallastri; terza, quar-
ta e quinta remigante sube-
guali, e le più lunghe. Anche,
ruinolt.
CANEVÉE. Canapajo: luogo semi-
nato di canapa — per Cane
vin, v.
CANEVÉRA Barba, Radichetta:
nome delle ultime fila o barbo
line delle piante.
CANE VETTA. Cantimplora : can
nello di latta (lolla) che verso
la estremità inferiore ha un in-
grossamento in forma di mela
(pomra) , o di doppio cono che
dicesi palla j capace d'un bic-
chier d1 acqua o poco più. Te-
nuto in acqua freddato col
ghiaccio, cavasi pieno di essa,
che vi rimane sospesa col solo
tenerne 1' estremità superiore
chiusa col polpastrello del pol-
lice (grassell del didon), rialzato
il quale, l1 acqua cade , e se ne
raccoglie nel sottoposto bic-
chiere, per inacquare e rinfre-
scare il vino. V. Seggell , sig. 2.
CANEVIN. Canapajo: l'uomo che
assetta la canapa.
CANEVOSA. Canapuccia: Seme di
canapa.
CANEVOSA (AVE MANGIA LA). Es-
sere in caldo: andar in amore,
o aver voglia di ruzzar con
donne. Vuoisi (Villa) che la ca-
napuccia riscaldi i cardellini e
altri siffatti uccelletti, e facciali
cantare alla distesa.
CANEV SALVADEGH. V. Erba china.
CANEVUSC Canàpuli: fusti aridi e
dipelati della canapa; si usano
ad avviar il fuoco.
CANEZ) V. Mezzacanezó.
CANFIN- Canfino: specie d'olio da
ardere.
CANIMEL. Caramell a : piccolo con-
fetto di zucchero giulebbato e
rappreso, liscio, trasparente ,
piano, tondo o quadrangolare,
incartato o no.
CANIN. Cannello, Cannella : il tu-
bo della pipa, pel quale il fumo
passa dal caminetto al boc-
chino — Castrino: coltellino a-
dunco per castrar le castagne.
CANIN. Pagliato, Canarino: color
di paglia, giallino.
CANIPPA, CANIPPIA. V. Nason.
CANNA. Canna: pianta di fusto di-
ritto , lungo, vuoto e nodoso —
Canna comune o da conocchie
(rócch) o domestica ( Arundo
donax) — Parti: canon, Gropp.,
Pellesinna — Mazza: bastone
cilindrico, di legno duro, lungo
poco più della canna da servi-
ziale, che da l'un dei capi ter-
CAN
132
CAN
mina nel manico ; r altro capo
è munito del rocchetto (vidon)
Cannello: il bocciuolo di canna
sul quale si formano i gomito
letti di filo. V. canon ^ sig. 9 —
de cresp'n^ Stecca. V. Canon J
sig. 4 — Canna de levutiv^ Can-
na da serviziale. Patti: cannaJ
cannetta^ CapellettJ Stopporon^
Maneghj VidonJ cannetta stor
ta — canna de fusi^ canna da
fucile. Parti: Bassinett ^ Fond ^
Vidon^ Scud de culatta^ TacchJ
Vosujj — a torcion^ Canna di o
a tortiglione , o a chiocciola o
a spira: fatta d'una striscia di
ferro avvolta a spire intorno
ad una incamiciatura o tubo
che serve di forma — rigada _,
rigata: in cui la carica vi è
spinta con forza da una bac-
chetta di ferro battuta da un
mazzuolo — canna de tintor
Canna: se ne servono i tintori
per istendervi le loro robe tinte
o altro — - de veschJ Fodero da
panione: bocciuolo di canna
nel quale si custodiscono i pa
moni {bacchett) e le paniuzze
(bacchettin) . quando son infitte
sul vergello (bacchetton) — de
la cassia ^ Bocciuolo — del ca
■mer^ Doccione — del pozz e del
camìn^ Gola — del lavandin ^
Smaltitoio, Gola — del bo fletta
Canna — d'apis Matitatoio ,
Toccalapis — de la pennaJ Can
noncino — de l'orghenj, Canna
Parti: canna ^ Anema^ Ani-
mella., Pèj Scud^ Sofì'egh— Can
na a anema^ a ancia ^ a stop-
pa^ Canna d'anima, a lingua
chiusa — Corpo: una delle due
principali parti delle canne da
organo — Canna del foeugh J
Soffione o Trombone a bocca —
de ritornell Canna di ritor-
nello — de strinali j. Gambale
Tromba.
CANNA- Canna : nell' arte deli' a
grimensore. dell'ingegnere, ecc.
è appunto un fusto di canna ,
diritto , suddiviso in più parti
minori, e serve a misurare lun-
ghezze sul terreno, muro o al-
tro. Canneggiare è misurare
colla canna; canneggiatore chi
misura colla canna.
CANNA CANNA (FA). Lo stesso che
Igna o inda (Fà). V.
CANNADA. Cannata: colpo di
canna.
L'ANNA DE PESCA. V. Sedagna. 1
Siciliani la dicono Cimedda.
CANNA D'INDIA. Canna d'india
(Calamus scipionum): piauta a
foglie a lancia ovali ed appun-
tate alle due estremità — de
zuccher^ Canna da zucchero
(Saccharum officinale) — del
naSj Ossatura del naso.
CANNA STORTA Sifone, Tromba:
tubo ricurvo ai due capi, col
quale si fa passar un liquido
da un vaso ad un altro. V. Si-
ghignoeula — de prscà Canna
da pescare — V. Sion.
CANNÉE. V. canettèe^ sig. l.
CANOCIAL. Cannocchiale — de tea-
ter^ Occhialetto da pugno, o da
teatro.
CANOCIALÉE. Fabbricatore e Ven-
ditore di cannocchiali.
CÀNOLA. Doccia, Scarpello a doc-
cia, Sgorbia: ferro con che il
bottajo (seggionèe) fa nei tini e
nelle botti quei fori nei quali si
ha da in intromettere le can-
nelle (spinn).
CANON. Cannone: grossa canna.
CANON. Cannone. Pezzo d'artiglie-
ria gettato in bronzo o in ghisa
per lanciar palle calibrate al
suo diametro intorno, cannone
in questo senso è voce venuta-
ci alla calata di Carlo Vili. Pri-
ma si disse bombarda, o in ge-
nerale , artiglieria; poi gli si
diedero nomi di animali o d'al-
tro che uscirono d'uso. Vi ha il
cannone da breccia^ da campo
0 da campagna^ da muro o da
assedio^ da montagna^ da piaz-
za J da costa e da marinajecc.
Quei di marina chiamansi can-
noni a camera^ obici^ gunnadi.
1 nomi delle parti principali del
cannone sono: anima, fondo,
bocca, vivo della bocca, culat-
ta, bottone, plinto, foro, gola di
culatta, culo di lampada, cor-
po, volata, gioja a tulipano,
CAN 133 CAN
vento, focone, gola, corona, co-
done, fascia, guscio, piattaban-
da, listello, ovoletto, asti agaio,
collare, sofiione, maniglie, orec-
chioni, zoccoli, alzo, o traguar-
do, ecc. Gli armamenti sono il
calcatojo, lo scovolo, il ditale,
il cavastracci, la cucchiaja, lo
sfondatojo, ilbuttafuoco.il por-
tasorfìone, la tasca da cannelli
e da munizioni, il cartoccio, la
miccia, la palla, la bomba, la
polvere, la mitraglia, la car-
retta, l'affusto, ecc. « Noi Mila-
nesi, Cherubini , che potemmo
già gloriosamente nominare con
voci vernacole ogni minima
parte della picca, della spada,
e di simili altre armadure, non
possiamo oggidì parlar di can-
noni che per le bocche d'altri,
e perciò non abbiamo nomi
volgari vernacoli per denotare
nè le specie, nè le parti di que-
sto padrone delle genti. » Spe-
riamo però che L' indipendenza
e libertà d'Italia ci forniranno
tali nomi vernacoli , e alcuni
già ne sentiamo dire.
CANON. Cialdone: sottilissima fal-
da di pasta cotta come le ostie
(obbiàa) in forme appropriate
e rattorte a guisa di barca o
di cartoccio ; suole mangiarsi
colla panna montata (latimel)
— Cannone: il maggiore fra i
nostri caratteri da stampa, u-
sato solo per messali, cartelli
di cortesia, ecc. — Bastoncello,
Stecca maestra: nome della
prima e dell' ultima delle stec-
che (cann) del ventaglio (ere
spin) — Cannello: piccolo doc-
cione dei condotti di piombo o
di terra — Trappola a stroz-
zino, Strozzino: trappola da
talpe — Gambo, Stelo: nelle
viole garofanate {garofol) —
Bocciuolo : la parte delle canne
e simile che è tra r un nodo e
l'altro. BubbolOe se ha un nodo
da un lato solo — Cannone: boc-
ciuolo di canna su cui s'in-
canna seta, lana, ecc. da dipa
narle — Cannoncino: gonfietto
alle cuffie e alle vesti. V. Bor-
lon — Fà el canon ^ Spingare:
del grano — canon de formen-
tone Stocco, Cannocchio, Ca-
nocchio — de nxantes ^ Bucola-
ro — di penn. V Pennirceu —
— per Imboccadura ^ sign. l, V.
— de la frusta Cannoncino: è
al serpe delle carrozze, ove im-
pianta la frusta il cocchiere.
CANON per Fer de Borlon, V.
CANON (FA). Accartocciarsi: di-
cesi delle foglie del grano tur-
co, quando, per alidore appas-
sendo, si ravvolgono su a modo
del cannone.
CANONÀ- Cannoneggiare — Sbom-
bardare: spetezzare.
CANONADA. Cannonata — Sbom-
bardata — Sparata.
CANONAMENT. Cannoneggiamento
CANONEGA. Canonica.
CANONEGA (ANDÀ IN). Sfiorire: del
perder il fiore le piante.
CANONEGH. Canonico — Lettore:
porta pelliccia, istituzione tra
noi di S. Simpliciano.
CANONEGH. V. Mazzaconegh.
CANONEGH: per BisyióJ sign. 4, V.
CANONÉR. Cannoniere.
CANONEHA. Cannoniera.
CANONZIN. Cannoncino.
CANOTT. Canotto.
CANOV. V. canef.
CANOVETT, CANOV-MATT. Cana-
pone.
CANSÀ- V. scansa.
CANT. Luogo, Stallo, Stalla — Ca-
sale, Ceppo di case.
CANTA. Cantare — Andà d'ac-
corda o simile, in del cantò..
Star in tuono — a la distesa .
Cantar alla ricisa , Spippolare
— a oreggia.. a orecchia — de
sopran^ o simile , Cantar in so-
prano, o simile — ona canzon
de indormentà i ficeu Cantare
o Far la ninna nanna-roma??,
fig. Cantare da ciechi: di fac-
cenda o cantaféra lunga lunga
senza nè sugo nè sapore —
senza ton^ a secco — El canta
tant bench'el tra locch^ E'cauta
cosi bene da ringrullire.
CANTA. Grillare , Stridere , Far
cri cri: di grillo — Gracidare:
della rana — Stridere, Cantare:
CAN 134 CAN
di cicale — Cantare: degli uc-
cellini — Cantare, Gorgheggia-
re: dell'usignuolo — Bubbolare:
dell'allocco (lorocch) — Ana-
trare, Tetrinare, Tetrinnire,
Schiamazzare: dell'anitra (ane-
da) — Stridere: del pipistrello
(tegnoeura) — Trombettare: del-
l'aquila — Pululare, Trombetta-
re, Pupillare del pavone —
Chiurlare: dell' assiuolo (sci-
sciceu) e di simili altri uccelli
notturni — Gloterare: della ci-
cogna {scigogna) — Squittire,
Coccuveggiare : della civetta
(sguiguetta) — Gemere, Mormo
rare, Tubare: della colomba
(puvionna) — Tronfiare: del co-
lombo (puvion) — Gracchiare,
Crocidare,Crocitare,Far ero ero,
Corbare, Cinguettare: del corvo
(scorbatt) — Cuculiare : del cuco
(cócó) — Par cirice : la capinera
— Sfringuellare: del fringuello
(frangiteli) — Spincionare: dello
spincione {frangiceli minga in-
orbii) Gracillare , Gracidare,
Schiamazzare : della gallina —
Chiocciare, Crocciare: della
chioccia {pitta) ~ Cantare, Far
cuccurucù o chicchirichì, Cuc-
curire, Rignare, Far delle chic-
chiriate : del gallo — Gurgu-
gliare, Cantare: del tacchino
(pollin) — Squittire, Cinquetta-
re: della gazza e del pappa-
gallo — Pigolare e Cinguettare .
della ghiandaja (berta) — Grac-
chiare, Scornacchiare, Cornac-
chiare: della cornacchia (cor-
naggia) — Gufeggiare: del gufo
(povera donna) — Stridere della
pernice, e della quaglia — Stri
dere, Fischiare , Far mio , mio:
del nibbio — Gracidare e Stri-
dere : dell' oca — Pigolare: dei
pulcini ( poresitt ) — Gruare:
della grù — Tinnital e, Chiocco-
lare: del merlo — Butire : della
paona — Pipilare, Pigolare, Far
pissì pissl: delle passere — Pis-
pissare: del rondinino — Cin-
guettare: della putta (berta)
— Chiocciare, pipare: dello
sparviere (sparavèe) — Zirlare,
Trutilare , Schiamazzare: del
tordo (dord) e della cesena
(dress) — Gemere, Tubare: della
tortora (tortorella) — Garrire:
degli uccelli di rapina — Metter
zilli: del rampichino — Trissa-
re , Trincare, zinzilulare, Zin-
ziculare: della rondine — Zin-
zilulare : dell' apiastro — Cigo-
lare: dell'arzavola (arzagola) —
Pulpare: dell' avvoltojo — Miti-
lare: della calandra {re de lo-
der o loderon) — Zinzilulare:
dello scriciolo (rìoltinì — Pu-
sitare : dello stornello — Frinire :
della cicala. Dicesi svernare.,
il cantar degli uccelli al co-
minciar di primavera; piare *
del lor cantare di quando en-
trano in amore ; garrire ^ del-
lo stridere al veder un uccello
di rapina. V. VerSj, sig. 3.
CANTA, CANTÀ-SU. Cantare? dire,
confessare — Far come la vec-
chia di Verona, che le si dava
un quattrino perchè cantasse ,
e due perché tacesse: di chi
non rifìna mai di dir su — Fà
canta vun* Scalzarlo: cavargli
il segreto.
CANTA. Crocchiare: dei ferri dei
cavalli quando dimenano e ro-
moreggiano cigolando — Sgre-
tolace , Scrosciare, Sgricchio-
lare, Sgrigiolare : di quel mo-
lesto cigolio che fanno talora
fra i denti il pane , le paste o
altro per terra o rena (sabbia)
rimasta nel grano , ov vero per
rosura delle macine ( moeul )
passata nella far ina.
CANTACUCDU. V. Grtoeu.
CANTADA. Cantata— a la distesa _„
Sgolata.
CANTADOR. Cantajuolo: di uccello
che si alleva per allettaiuolo
(stelon).
CANTANT- Cantante — Canta-
tore.
CANTANTA. Cantante: cantati ice.
CANTARÀ Cantarano: mobile con-
sistente in due , tre o quattro
cassette (cassetton) che si ti-
rano fuori per dinanzi dal gu-
scio in cui sono incastrate l'una
sovra l'altra, ad uso di riporvi
biancheria, vestimenti e simili,
CAN
135
CAN
che si vogliono tenere custoditi,
v. cumò.
CANTARANNA- Voce storica mila-
nese, cantaranna chiamavasi
da noi parte del Nirone; di poi
si chiamarono così tutte le
cloache e anche alcune aper-
ture, che di tratto in tratto per
la nostra città s' incontravano,
fatte anch' esse affine d'intro-
durre in queste chiariche l'ac-
que piovane. Ora queste canta-
vanne sono tutte scomparse.
Chi poi la vuole una tal voce
tratta dal canto delle rane* che
si annidavano in esse, e noi,
bambini ancora, che ne vedem-
mo varie , possiamo dire che
rane e rospi non ve ne manca-
vano. — Da questa voce tutta
nostra, deriviamo il dettato:
Spuzzà come una cantaranna_,
Putire come una fogna.
CAN7ARANNA. Canterino, Cante-
rina: p^r celia e in parte per
vezzo, di chi ama cantare, per
lo più senz'arte, e come la na-
tura e l'affetto dell'animo detta :
per ispregio, di chi è cantante
di professione.
CANTAREJ. Sònici, Sorognoni:
glandolette sotto la cute in
farcite, alle quali si fanno fre-
ghe fortissime per torre il male
— Romp ì cantar e j Schiacciare
le senici — fig. Tagliare i ca-
pricci, Scapricciare , Levare il
ruzzo dal capo. Col fargli di
sode freghe in su le spalle e
ragguagliargli le costure.
CANTARELL. Pernice fìstierella:
allettatola (stelon) da pernici
— Quaglia canterella: se è una
quaglia — Schiamazzo: se è un
dordo.
CANTARELL CANTARELLA- Cante-
rella (Cantharis vescicatoria):
insetto le cui ali sono chiuse
in un astuccio; lungo circa tre
quarti di pollice (dìdon)\ di un
verde lucente, gambe e antenne
{corni) di un nero azzurrogno-
lo; sta sui frassini delle cui fo-
glie si pasce; odore acutissimo
analogo a quello proprio dei
ratti o dei fiori di cicuta {erbo-
rinn spuzzolent); notissimo pei
suoi usi medicinali.
CANTARI. Doppieri: quei due can-
delieri i quali con su accese le
candele portansi da banda alia
croce nelle funzioni.
CANTARIDESSA- V. cantaress.
CANTARINNA. Cantatrice.
CANTASCIÀ. Cantazzare — Cantac-
chiare.
CANTÉGORA (ANDÀ o YESS IN). An-
dar per la bocca degli uo-
mini.
CÀNTEN. Càntero: vaso assai cu-
po, cilindrico, o leggermente
conico , a fondo alquanto mi-
nore della bocca, e tiensi nella
seggetta pei bisogni corporali.
CANTENIN. Canterinto, Canterello:
piccolo cantero {cànten),
CANTILENNA- Cantilena — Nenia.
CANTTN- cantino :la corda minore
del violino o degli altri stru-
menti posta in ultimo luogo, di
suono acutissimo — Tocca on
cantinJ fig. Toccar un cantino:
in un discorso, del far cenno di
un fatto , di un oggetto qualun-
que , più o meno bene, più o
meno a proposito.
CANTINÀA. A vòlta: dicesi di lo-
cali a pian terreno, i quali han-
no sotto cantine.
CANTINÉE. Cantiniere — Canovajo
— vinajo.
CANTINELLA. Cantinella: nome di
ciascuna di quelle lunghe stan-
ghe, le quali hanno confitti in
sè vari lumini, e le quali s'ap-
piccano alle quinte {quint) per
illuminarle.
CANTINERA. Cantinata — Canova-
ja — Vinaja.
CANTINETTA. Cantinetta — Porta-
bottiglie: paniere a più scom-
partimenti per porvi e traspor-
tar bottiglie.
CANTININ. Cantinetto , Cantinina^
Cantinuccia.
CANTINNA. Cantina, Cella, Volta
— Anco di qualunque luogo sot-
terraneo, cosi per similitudine;
e di luogo umido, che pare una
cantina — Andà la vos in can-
tinaJ fig. Affiocare, Affiochire,
Arrocare — Omm de cantinna^.
CAN
136
CAN
Vinajo — de la legna, Legnaja
— del viri, Canova: la vòlta del
vino nelle case private — Luo-
go dove si vende il vino a mi-
nuto — Gii' è sott cantinna, fig.
Mucina o Gatta ci cova, Trama
c'è sotto , Io dubito che non ci
sia altro sotto, E' ci cova sotto
altro che favole, Trama c'è, C'è
sotto magagna, c'è sotto cacca,
Ce mistero sotto, Qui c'è del
bujo, Qualche imbroglio c'è sot-
to, C'è sotto materia, C'è sotto
ragia: la cosa non è chiara.
CANTINON, -NONNA. Cantinone.
CANTIR. Steccone: nelle pergole
da viti è il nome delle pertiche
maggiori che le sostentano nelle
testate, perchè le minori e di
corpo diconsi Scarion.
SANTIR. Tondone: quel ramo d'al-
bero che per la sua grossezza
sta fra il palone e il travetto
e lo nominiamo cosi rozzo o
asciato o albero anco in piedi
— Corrente, Piana: nome d'ogni
legno riquadrato a foggia di
travicello che si inchioda in
buon numero sui pontoni {bra-
scioeu) tra cavalletto e caval-
ietto (cavrìada) parallelamente
al comignolo {colma) del tetto
— per Antenna, V. sig. l.
CANTIRADA, CANTIRERA. Bosco a
tondoni {cantir),
CANTIRELL. Corrcntino : quel ramo
d'albero ch'è grosso un po' più
del palone {palon) e un po' me-
no del tondone (cantir).
CANTON. Cantone — Mett in del
canton , Mettere al cantone :
mettervi a castigo i fanciulli
troppo vivi — canto — Angolo
— cà, Fenestrade canton, Casa,
Finestra di cantonata — Fà
canton, Far cantonata — Giugà
ai quatter canton, V. Bavetta
(Giugà a foresetta — Lassa in
del canton del ruff, Esser mes-
so in un cantone: trascurato,
posposto, disprezzato, come av-
viene d' ordinario ai poveri
vecchi, alla suocera {madonna)
— Mett fozura sui canton, Ap-
piccare ai canti — Mett in can-
ton, Rmcantonare — Stà sem-
per in canton del foeugh, Esser
confinato al canto del fuoco ,
Starsi a far cenere intorno a
buone legne secche — Stà-sù
per i cantori a vend, e simile,
Star su pe' canti a vendere, e
simile — Trass in d' on canton.
Rincantucciarsi — Tutt a can-
ton , Angoloso — Tra in d' on
canton, Metter da banda— Vess
in del canton di noeuf nxes, Star
nel cantuccio della casa — Volta
el canton, Scantonare — No ve-
deva V ora de sghimbiamela al
primm canton, Agognavo di sgat-
tajolarmela al primo canto —
Cocca: l'angolo che fanno i panni
piegati — 1 fold della toa mar-
sinna fan canton, Le falde della
tua giubba fanno cocca — per
Pederìn. V. — Dà on canton in
pegn, Dar un canto in paga-
mento: battersela, fumarsela,
fuggire nascostamente. La frase
italiana viene dal costume dei
volatili di sciogliere il canto
allorché fuggono dalla casa o
dalla gabbia dov'erano tenuti
prigionieri, o per ricompensa
dell'ospitalità ricevuta fino al-
lora in pegno dal loro padrone,
o piuttosto per indizio della loro
gio.ia nel ricuperare la libertà.
CANTON. Lieva da tirare i cam-
panelli. V. Gamba, sig. 2.
CANTON , CANTONIN. Cantonata :
nome di quelle lastrine metal-
liche onde armano gli angoli
acuti degli stipetti, degli scri-
gni, ecc.
CANTON. Rinterzo: dicesi di quan-
do la palla dell' avversario è
battuta alla mattonella corta e
descrive un angolo {canton) toc-
cando due o tre mattonelle
{spond) del bigliardo.
CANTONADA. Cantonata: l'angolo
esteriore d'un edifìzio qualun-
que, specialmente nella città.
CANTONAL. Cantoniera: sorta di
armadino il cui fondo di dietro
è unicamente rappresentato dal-
le due fiancate riunite ad an-
golo retto, onde poterlo adat-
tare agli angoli delle stanze, e
riporvi, su parecchi palchetti,
CAN
137
CAN
le minute masserizie che si vo-
gliono avere a mano.
CANTON CHE DÀ. Striscio : dicesi
di quando la palla dell' avver-
sario parte dalla mattonella
lunga, batte poscia la corta, e
descrive un angolo {cantori),
toccando due o tre sponde del
bigliardo.
CANTONIN, CAN70NSCELL. Cautino
— Cantuccio.
CANTONSCELLIN. Cantucchio.
CANTOR. Cantore: chi canta in
coro.
CANZON- Canzone — Avè J Dà per
ona canzon de carnevàa^, Com-
perare, Vendere per un tozzo
di pane; per un nonnulla — vari
ona, canzon de carnevàa^ Valer
un' acca.
CANZON. Randello, Bastone, Bilia:
bastone arcuato che attraversa
il verricello (curlett)dei carri, e
serve a farlo volger per istrigner
le funi che tengon e legano i ca-
richi sulle carra — Randello ,
Tortore: quel bastone di cui si
servono i facchini per avvol-
gere e stringere le funi con cui
legano le balle. V. Reson (I) —
Streng cont el canzon ^ Arran-
dellare, Attortal e.
CANZONA. Canzonare, Metter in
canzone.
CAPALLA, CAPALLINNA. Bica: mas-
sa di covoni {cceuv).
CAPASCÉE. V. Spazzacà.
CAP-DE-CÀ- Capocasa, Capoccia.
CAPELL Cappello. Parti: AlaJ ca-
pellett cordonsin ^ Bindelli
FondJ cùuJFassaJ Galton^ Fceu-
dra — Cappello, Cappellino:
quello della donna, fatto di fel-
tro o di paglia, di stoffa varia-
mente colorata, ornato di fioc-
chi {as doppi), di galoni {gali),
di fiori, di penne — « la correrà^
alla corriera,« la GzZms.,Cappello
alla Gibus. V. Gibus — cilìnder o
a cilìnder. V. capellina — cont
el pel longhj Cappello orsone o
peloso — cont i pium piumato
o con piuma — de castór* di
pelo di castoro — de lana,,, di
lana — de felpa J di felpa — de
felterJ di feltro — de mezz ca-
stori di pelo di lepre e castoro
— de strazza peloso o orsone
di seta — de paja bianca ^ di
stuoino — a la pastorello cap-
pellino di paglia — de felter^ di
peli di castoro o di lepre — de
paja de ris> di paglia di riso —
d.e sares., di trucioli di salcio —
de spaltrij di cartoncino — rnon-
tàa,, appuntato, arricciato — a
trii angola a tre acque, a tre
venti, col pippio — de pret o de
trii canton,, a tre punte, da pre-
te, a tre pieghe. V. in Lumm —
Cont el capell su on'oreggia^Col
cappello alla scrocca — inver-
nisela di pelle o di cuojo — de
paja,, di treccia; se delle si-
gnore — di paglia; se dei con-
tadini, de' carrettieri e di altri.
E Trecciajo dicesi chi fa il com-
mercio delle trecce di paglia da
farne cappelli; Trecciaja la
donna che lavora a far simile
treccia — impernxeabil di fel-
tro impermeabile: di peli, di ri-
tagli di pelle e di lana impre-
gnati e incollati di catrame —
tond. V. Capellinna — v. Capella,
Capellèe J Capellera J capellin a
Capottinna ... Lobbia,, Lobbiatt
Magiostrinna , Fortacapell ,Rob-
biceulaJ Robbiorin Robbioratt„
Tegnceura Tegnon „ Tegnv. u „
Sbagg J BrazzettJ Schiscetta —
Cava el capellJ Far di cappello,
Scappellarsi — Ciappà capell .
fig. Pigliare il cappello, Pren-
der l'ambulo: andarsene incol-
lerito. Frase venuta dal pigliar
davvero il cappello in una con-
versazione in casa e indispet-
tito o altro andarsene — Mett-sù
el capell Coprire col cappello,
Mettere in capo il cappello —
Scatola del capell. V. capellera
— Vess senza capell in coOj Es-
sere in zucca — Taccà-sù el ca-
pellJ fig. Attaccare il cappello:
di chi povero s'accasa per ric-
che nozze — Tegnì el capell
fozura di ceucc^ o simile, Andare
a faccia o a fronte scoperta, o
col viso scoperto: di chi ha co-
scienza pura — Ti te podet min-
ga andà con t el capell fceura di
CAP
138 CAP
osucc,, Tu vai con la berretta in
su gli occhi — Tegrìi in eoo el
capelli Tenere il cappello in
zucca: di villania involontaria
0 no — Tirasti un capelli Ri-
saldare, Informare un cappello
— Toeu-giò el capelli Scappel
lare, Cavar il cappello — Rasa
1 cavej. V. Rasàj, sig. 3.
CAPELL. Intestazione — Introdu-
zione — Titolo — Proemio — Esor-
dio — Cappello: la crosta che le
vinacce (tegasc) fanno al mosto
mandate che sian alla superfi-
cie per forza del suo bollire nel
tino — Alzàj Fa sii ^ Fà el ca-
pelli Levare in capo la vinac-
cia — Sbassass giò el capelli An-
dar giù la vinaccia — Cencio :
quello su cui seggono gli stuc-
catori di pavimenti e i lastri-
cajuoli. V. Scagnellj, Piuma
sciceu — Cappelletto: pezzo ro-
tondo , della stessa stoffa della
spoglia dell'ombrello, il quale,
sotto la ghiera {aneli), ma più
grande di essa, cuopre la riu-
nione centrale di tutti gli spic-
chj (fes) e concorre colla ghiera
ad impedire il passaggio della
luce e dell'acqua — Cappello:
lamiera che sta fra il mozzo
(scepp) della campana e il suo
contrappeso — Gambina: ilcuojo
con cui si congiunge la vetta
{voltura) del coreggiato {verga)
al manfanile {manegh) — Cappa,
Cappello: la parte superiore del
torchio da stampa e che gli fa
da cappello, fig. V. Beschizi —
capell del pozz ^ Tettuccio del
pozzo — Capell del pajèe.. Cap-
pa del pagliajo — de la fornasJ
Volta della fornace — de mur
de cinta j Cresta di muro di ri-
cinto.
CAPELL. Cappello di monte: dicesi
di quelle nuvole che alle volte
coprono come un cappello la
cima di un monte.
CAPELLA- Cappella, Cappello: la
parte di che è sormontato il
gambo {gamba) del fungo — Cap-
pelletto: il piccolo cappello di
un aguto {ciod) — de ciod„ fig.
cappel d' aguto : monetacela —
Cappellino: cappello non gran-
de, di roba gentile.
CAPELLA- Capella: quel luogo nei
templi o nelle case ov'è l'altare
per celebrarvi il sacrificio, ov-
vero un oratorio ad un solo al-
tare — La riunione de' musici
deputati a cantare in una chie-
sa — Majester de capella., Mae-
stro di cappella.
CAPELLA. Porre la cappa: del pa-
gliajo {pajee).
CAPELLADA- Scappellata, Levata
di cappello: saluto fatto col
trarsi il cappello — Fà ona
capellada, Scappellare —Quan-
to cape in un cappello — Colpo
dato con cappello — Fà corr a
capelladJ Rincorrer uno a colpi
di cappello.
CAPELLASC. Cappellaccio: di cap-
pello che può non esser grande,
ma goffo, sudicio o trito.
CAPELLASS Fare il cappello — Sta
tinna la s' è capellada prest ^
Questa tina ha fatto il cappello
presto.
CAPELL DE FITTAVOL. Cappello di
littabile. Ha testa bassa e tesa
assai larga e piana — de mezz
fittavoli cioè che ha tesa men
larga e testa men bassa di
quello di sopra.
CAPELLEE- Cappellajo. V. Lavo-
rant bianche negher^ de pel „
ProprìozWj, Arson„ ArsonàJ Ra-
sosura^ RasàJ Pinsa^ Pinsàj Pin-
soeura^ cardine Guarnisazura^
Apretts Aprettador^ Aprettà^
Secreta Imbastà ^ Imbiastidu-
ra Folda o Falda. Informa J
BrusattàJ Folà* Folador^ Fola-
duraJ Teng^ Tengidura— Scon-
troso: di persona facile a mon-
tar sulle biche {a ciappà capell).
CAPELLERA- Cappellata: moglie di
cappellajo o venditrice o lavo-
ratrice di cappelli — Cappelliera,
Portacappello : la custod.a di
truciolo, di cartone o pelle nella
quale si ripone il cappello —
Cappellinajo: asse fissa orizzon-
talmente nel muro con pianta-
tevi più caviglie, a uso di ap-
pendervi cappelli ed altri abiti.
CAPELLETT. Testa del cappello —
CAP
1S9
CAP
cappelletto: la terza vocale,
cioè V i con su l' accento cir-
conflesso i — Specie di ghiera
(aneli) di stagno, la quale, infi-
lata nel cannello (canetla) va
ad invitarsi alla cima della
canna del clistere (levativ) per
tenerlo più saldo — Coperchio,
Cassetta: la piastra co'suoi lati
rilevati in cui sono compresi gli
ingegni (rontracc) di una toppa
o serratura — Cappelletto : tu-
more rotondo, di varia grossez-
za, e di una cura sempre diffi-
cile, che dà in fuora alla punta
del garetto (giarett) del cavallo
— Nicchio: specie di pastello
con ripieno — Cupola: il coper-
chio de' lampioni (fanal) da car-
rozza — capelli sig. 7. V. — Giu-
gà a capellett^ Giuocare a santi
e cappelletto : lar a indovinare
se i danari agitati in un cap-
pello o in mano e rivoltati e
coperti siano volti per palle o
santi {eros o lettera).
CAPELLETT per Abasgìor. V.
CAPELLETTA. Capeiletta — Orato-
rio — Puitasanti: custodia di
carta che si fa ai sant;ni (mai-
stà.a) o simili. V. Portamaistàa —
Tabernacolo, Cappelletta: cap-
pellettina nella quale si dipin-
gono o conservano imagini sa-
cre. Come quella vicino alla
quale poco lungi dal paesello
di Renzo e Lucia, cioòAcquate,
su quel di Lecco, don Abbondio
si incontrò nei due bravi.
CAPELLIN. Cappellino (Agaricus
vaginatus di Bulliard ): specie
di fungo.
CAPELLIN. Cappellino — per ca-
pelli sig. 2. V.
CAPELLINNA. Cappello tondo: quel
lo, la cui tesa (ala), è allargata
e distesa quasi orizzontalmente
Cappetta: il letto del pagliajo
(pajèe), di un mucchio di fieno
e simili — per Maragnoeu o ca-
stellinna. v. — per Fonsg de
colzetta. v. in Fonsg — per Roo-
Metta. V.
GAPELL1TT. Cappellini: paste ton-
de, lunghe, sottilissime, quasi
capelli.
CAPELLITT DE PRET. V. Roncasgen.
CAPELLON. Guardia della città. E
non bai bai amente Sorveglianti
municipali. Quel sorvegliare non
è di lingua. Eppure i padri mu-
nicipali raccomandano tanto la
lingua. Che bel giuoco, eh! Quel
Catellon cosi detto per beffa e
continuati a esser detti cosi,
poco mancò non fossero stati
detti, stigmatizzati per Frusta-
scarp. il polisman degli inglesi,
CAPELLON per Tajèe. V.
CAPER. Cappero, Cappero dei muri
(Capparis spinosa): erba a foglie
rotonde, alquanto carnose, coi
picciuolo munito di due spine
alla base; fiori bianchi, fa pres-
so di noi nelle fessure dei muri,
trovasi con ispine e senza —
Cappero: il frutto e il bottone
dei fiori dell'erba cappero, i
quali, prima che si spiegano, si
acconciano nell'aceto, e si man-
giano per condimento — per C«-
gìier. v.
CAPER CAPUSCINN. Bottoni del na-
sturzio indiano (caputimi). Ap-
passiti nell'ombra e acconciati
nell'aceto s' usan in insalata o
in salse.
CAPESTER. Capestro — Pedale: co-
reggia che parte dal ginocchio
e passando di sotto alla pianta
del piede manco dei calzolaio,
tiene saldo il lavoro come in
una morsa per ricucire i tra-
mezzati isottpè) col calcetto (pò}.
Anche, Tirapèe.
CAPETT. Capetto, Mala lanuzza.
V. Bisgiò.
CAPETTA. cappina: piccola cappa
— Ferrajolino : mantelletta di
seta ripiegata per lo lungo die-
tro all'abito corto da prete, or
ora ito in disuso — Ciappa: ad-
doppiature fatte a cigne o si-
mili parti di finimenti, valige,ec,
che viene a formar come una
campanella (aneli) per passarvi
e stabilirvi una fibbia o simile.
CAPEZZAL. V Piumasc.
CAPI- Capire, Intendere — Capì a
la raej j intendacchiare — capì
al volj Capire di volo, per a-
ria — El le capiss ogni fedel
CAP
140 CAP
mincìon^ La vedrebbe un cieco
— Noi capiss 011 corno „ Non
annoda.
CAPIA Gabbia. Parti: Assa a Bac-
chetta,, BevirceuJ Bìccer^ cas-
settaJ casottin^ capicele ^ cupo
Un J Nid^ stasgett J Legnett J
Uss* cìceu — Mett in capia j in-
cappiare — Suefàa a la capia J
Appanicato — Tceu-fceura de
capia J Sgabbiare — Gabbia:
specie di gerla a fondo strettis-
simo con bocca e ventre lar
ghissimi — de gaijnn_, cavagno.
cesta fatta di vimini (sares go-
rìn), con altri vimini disposti
sotto a guisa di raggi e si strin-
ge di sopra, ov'è un coperchio
per impedir ai polli l'uscita
Un cavagno di polli: tanti quanti
ve ne stanno — fig. Gabbia: pri
gione.
CAPILE- Gabbiaio.
CAPIETTA. Gabbiola, Gabbiolina
Gabbiuzza — Scotitoio: arnese
da mettervi dentro l'insalata
sciaguattata e grondante, per
farne colar 1' acqua scotendo.
Gli è ora un pezzo di stamigna
(veli), ora un reticino di filo,
talvolta un paniere a vimini
(sares gorin), più frequentemente
a fili metallici, radi a modo di
gabbia.
CAPILER. Capelvenere , Capelve-
nere (Adianthum capillus Vene-
risi : pianta perenne che fa nei
luoghi ombrosi ed umidi; fiondi
a cespuglio; fiorisce da maggio
ad agosto — On capiler., Un'ac-
qua di capelvenere — Sciloppo
di capelvenere.
CAPILVENER per capiler. V.
CAPIN. Cappuccio : quella parte
dei piviale che a mo1 di semi-
cerchio sta pendente dietro
alle spalle — capperuccio : spe-
cie di cappuccio grossolano con
cui gli spazzacamini si difen
don il capo nel lavorar in su la
gola del camino.
CAPIOSU. Stanzino, Appajatojo: gab
bioia in un gabbione ove ridu-
consi le singole coppie d'uccel
lini posteviinrazza — Rocchetto:
quella ruota cilindrica, vuota,
a più fusi o tondini ritti ed equi-
distanti fra loro , nei quali in-
granano i denti delle ruote den-
tate o a corona — V. cariota —
per capietta, sig. 1 e Musirceu.Y.
CAPKEU. Gratella del fornello.
CAPION. Gabbione — Cestone: per
mettervi l'erbaggio.
CAPI0TT-. Gabbione — Gabbia: spe-
cie di cesta a ritroso (borsetta)
da pigliar pesci.
CAPITA Succedere — Capitare.
CAPITAL. Capitale — per Bisgió. V.
sign. 4.
CAPITELI.. Capitello — Capitello: il
correggiuolo che sta cucito su
le teste dei libri — Mett el ca-
piteli ai liber, Accapitolare, Ac-
capitellare i libri.
CAPMASTER. Capomastro , Capo-
maestro.
CAPNEGHER. Capinere Capinera,
Bigiola (Motacilla atricapilla ) :
uccello silvano; di sopra oliva-
stro; coda troncata, cenerina-
olivastra; remigante seconda
subeguale alla sesta; pilco nero
(maschio) o castagno (femmina
e giovani): fa cirici — de bru-
ghera, Occhicotto, Capinera ne-
ra, Occhiorosso (Motacilla me-
lanocephala ) : uccello silvano;
di sopra cenerino nero (maschio)
o cenerino rossiccio (femmina):
pilco nero (maschio) o del color
del dorso (femmina); gola bian-
ca, coda lunga, graduata, bian-
ca esternamente,
CAPON. Cappone: gallo acconciato
perchè meglio ingrassi — fig.
Un poco di buono — Fà vegnì
sic la peli de cap n_. Far fare la
pelle accapponata: metter su-
bito spavento e freddo — Sen-
tiss a vegnì su la peli de capon.
Sentirsi accapponar la vita, ar-
ricciar tutti i peli addosso, ve-
nire i bordoni: dicesi di quei
tremore che scorre per le car-
ni, o per orrore di che che sia
che fa arricciare i peli , o per
febbre sopravvenuta — Capon
ben caponàa^ Cappone diritto —
mal caponda. V. Galasc — per
Carpogn. V.
CAPON. Scarabeo solstiziale, Sca-
CAP
141
CAP
rabeo di aprile o di giugno
(Mellonta aprilina): scarafag-
getto di estate che i contadi-
nelli trovano saporito mangia-
re ; e perchè esso si lascia ve-
dere al maturar del grano, per
entro il quale svolazza in sulla
sera specialmente, lo chiamano
anche Madarant o Marudant.
A Cassano d'Adda Pacciacùu^
ad Abbiategrasso vacchetta o
Vacchetta de la sira; altri lo
chiamano Maduranza del for-
ment.
CAFONA- Capponare,Cuccare, Gab-
bare — No te me caponet d' ol-
ter^ Non mi gabbi più.
CAPONASSELA- Battersela, Fumar-
sela: andarsene — per carpo-
gnà. V.
CAPONEGRIN Capinerino: il pulci-
no del capinero {capneylier).
CAPONEGRO- V. Capnegher.
CAPONERA- Capponaia, Stia — Gab - :
bia : prigione — Cancellata:
quella di legno , entro la quale
aspettano d' esser chiamati al-
l'ufficio coloro che impegnano
o dispegnano.
GAPONERA(GiUGÀ A) Fare alla stia:
specie di giuoco fanciullesco
che si fa con sassolini.
CAPONNA (ERBA). V. Erba ca-
ponna.
CAPORAL. Caporale — Bargello: di
persona ardita — Fà el caporale
Far il gallo: procedere con certa
alterezza e superiorità dispet-
tosa, senza curare altrui — Di
giovani o di donnette che ricusi-
no di star soggetti, come chesia.
CAPORAL-DE-CUSINNA- Lavapiatti,
Lavascodelle , Bardotto di cu-
cina.
CAPORAL DI POVERITT. Così chia-
mavasi la guida e il soprinten-
dente dei poveri quando questi
potevano nelle città lombarde
andare di porta in porta men-
dicando la vita a frusto a fru-
sto. Tale vergognoso accatto-
naggio non si è ancora potuto
togliere del tutto a dispetto dei
nostri guardia della città.
CAPOTT. Cappotto — per capot-
ti una. V.
CAPOTT (DÀ). Dare cappotto!: fare
tutte le date, cioè vincer di più
che se si vincesse persolo aver
fatto più punti — Vess capotta
Essere cappotto — Tocu sù ca-
pottj Toccar cappotto.
CAPOTTINNA. Cappottinna : cap-
pello di stoffa sottile , la cui
tesa {ala), a guaine (guadinn),
è sostenuta da stecchini di ba-
lena, o da ferro fasciato (ra-
metti.
CAPOTTON. Cappotta : mantello .
per lo più di pannolano, di va-
rie fogge secondo la moda, che
le donne portano l'inverno.
CAPP. Capo — Derrata, Grascia —
Capitolo — Suppellettile , Arne-
se , Cosa — Il Cappa: la lettera
K — Torna de capp . Rifarsi da
capo — Bon capp. v. BisgióJ sig. 4.
CAPP. Capo di roba — Quest l'èon
beli capp de mettes intorna ,
Questo è un bel capo di roba da
mettersi d'intorno.
CAPPA DI PRET. Ferraj olino. V.
capetta — del camin Cappa o
Gola del camino — fig. Nappa,
Nappone , Nasorre. V. Nappi —
che dà in fijeura J Gola a padi-
glione — Robb de dì sott a la
cappa del camin,, Cose da dira
veglia: fole — per Nappi, v.
CAPPAMAGNA. Cappamagna:quella
con cappuccio (capin) e stra-
scico {cova) che portan certi
prelati.
CAPPAZZA. Gran cappa.
CAPPBANDA- Capobanda.
CAPPBOLCH. Capoboaro.
CAPPCACCIA. Capocaccia.
CAPPCASON. Capocascinajo : pro-
prietario di una cascina for-
male {casón) e che fabbrica ca-
cio lodigiano {de granna) col
suo e col latte comperato.
CAPPCIEL. Sopraccielo : specie di
baldacchino che pende al di so-
pra di molti altari.
CAPPCOMICH- Capocommediante.
CAPPCOMPOSITOR. Proto di stam-
peria.
CAPPCOR. Capocoro.
CAPP DE CÀ- Capo di casa, ca-
pocca.
CAFP-DE-FAMIGLIÀ. Capofamiglia.
CAP 142 CAR
GAPP-D'OMEN. Capoprante: capo di i
una banda di contadini lavora-
tori.
CAPP FACHIN. Capo dei facchini,
dei carnali di Genova e altre
città d'Italia.
CAPPIÀ Fare il cappio: alle ma-
tassine {fìlzceu) di seta racco-
stando l'una all'altra.
GAPPINFERMÉE. Il capo degli in-
fermieri.
CAPPL'EUGH. Capoluogo: terra pri-
maria.
CAPPMASTER- Capofornactajo : chi
dirige il lavoro della fornace.
CAPP POST. Capoposto.
CAPPSANT. Camposanto — Te pò-
de t fall fabricà in cappsanteTu
lo puoi far fabbricare in Cam-
posanto: dicesi agli indiscreti,
e a chi non sa contentarsi del
compagno quando gli è capitato
di buona ventura. Noi alludia-
mo alle officine di scoltura che
erano dietro al nostro Duomo
nel luogo detto Cappsant : una
delle parole storiche che insie-
me a tante altre furono cancel-
late dalle vie della nostra città.
CAPPSQUADRA. Caposquadra
CAPPTAMBOR. Tamburo o Tambu-
rino maggiore.
CAPPTESSERA. Capotessera.
CAPRIZZL Capriccio — Scceudes
tutt i caprizzie Cavarsi le vo-
glie, Scapriccii si — Romp i ca-
pri zzi J Scapricciare — Faccia
de caprizzie Viso simpatico:
che dà nel genio.
CAPS^ORNA- Capogiro , Vertigine.
V. BalordonJ sig. 1.
CAPSTORNA Pazzia stupida — Paz-
zia: nomi di due malattie del
cavallo.
CAPSULL- Cappelletto fulminante,
Cappellotto : quella cassettina
cilindrica di sottil lamina di
rame , il cui fondo è spalmato
di una chimica composizione
capace di infiammarsi, ed esplo-
dere per effetto dil percussione
— Fusilla capsulle Fucile a per-
cussione. V. Fusill.
CAPTAST Capotaste listello in ca-
po al manico degli strumenti
musicali da arco.
CAPTURA Cattura — vess semper
in cattura., fig. Aver sempre
uova a pulcini: esser sempre o
incinta, o coi bimbi alla poppa.
CAPUSC- Cappuccio — Tirà-sùe Ti-
rà-giò elcapuscJ incappucciar-
si, Scappucciarsi — de vetturina
Capperone.
CAPUSCIN. Cappuccino — Vess ca-
puscine fig. Non aver paura di
un cappuccino, Non ne aver uno
che dia due: non aver un quat-
trino in tasca.
CAPUSCIftN. Astuzie, Gemmini, Fra-
tini, Cappuccina, Nasturzio in-
diano, Cardamindo (Tropceolum
majus); pianta che fiorisce in
estate e nel!' autunno; i fiori o-
dorosi variano dal giallo al
giallo ranciato. e quasi rosso,
i bottoni dei fiori caper capu-
cinn) si acconciano in aceto. |V.
caper capuscinn.
CAPUSCINWA Ponticello,Sottoscat-
to: piastretta di ferro a squa-
dra, imperniata a modo di leva
curva , la cui pai-te anteriore
preme contro il gambetto {gam-
betta) dello scatto {stanghetta),
quando la posteriore, cioè il
grilletto {passarin),'è compres-
sa dal dito. Parti: Curvatura,
Nodo davanti , Nodo di dietro,
Pallina o Dente o Bottone — per
coridora.
CAPUZZOLA. Lo stesso che Buba.V.
CAR- Caro. Costoso— car come el
diavola Caro come il sangue,
Caro assaettato, Caro appesta-
to: di cosa che si venda a prez-
zo alto , che costi, come suol
dirsi, un occhio — Vend la rob-
ba carissima Assassinare.
CAR. Caro , Prezioso — Oh carata
, Oh garbato! Oh delizia! — Falla
paga caraJ Farla pagar cai o.
CAR. Cario. Parti: Assàa , Ass di
i parte Assa de mezz , ass de tra-
\ vers, contrafforte canzone cova
o covine Cunetta cossonitt e
i perseli , Lece e Mas' e,, Ridoj , Sca-
lin Scarin^ Rangon e Rosude
scagnej e Pignett e Paradega
Fassa , Timone Sterza — Andà
i per la strada del care Andar
colla corrente , per la pesta —
CAR 143 CAR
Ghe vceur alter car a menamm
vìa^ Questa carota non m'entra
— Tirà-là el car Ajutare la
barca — Anche, Campacchiare,
Vivacchiare — Tceu la volta o
Fà la voltada del car_, Volgere
lesto o largo ai canti, Far la gi-
rata del car grande, fig. starsi
avveduti — Vess on car roti
Essere una conca fessa : dicesi
di persona gracile e non molto
sana, che ha bisogno di star
sempre come un bicchiere ri
sciacquato — Carrata: quanto
di roba è in una volta portato
da un carro — Carro, Carrata :
la misura di quantità di roba
che cape in un carro.
CAR DE MACELLAR , DE CERVE LEE ,
DE BUSECCHÉE, ecc. Carri da
macellaio, da salumajo, da trip-
paio , ecc. Carri tra noi di re-
cente costruzione pel trasporto
delle carni dal pubblico macello
alle botteghe.
CAR. Carro: quella parte della
carrozza che serve a sostener-
ne la cassa {scocca). Parti: Assa
de coccer^ Lece del dedree J For-
cella:, Cassetta ScerpaJ Rompi-
coli o cadenazz ^ RuzellonJ Ti-
mone Sajett de pedanna, ecc.
CAR. Carro del torchio: nell'aite
tipografica, quella parte del
torchio su cui si pongono le
forme quando se ne vuol ese-
guire la stampa.
CAR per Cannati. V.
CAR- Argano orizzontale, v. Argen.
CAPA- Carezzina — Fà cara caraJ
Fate pa pa: carezzare. Dicesi
dei bambini.
CAPABINADA- Colpo di carabina.
C ARABIA E R Carabiniere.
CARABINNA. Carabina: sorta d'ar-
chibuso, di grandezza tra la pi-
stola e il moschetto.
CARACCO (NO VARI ON). Non valer
un cece coi buco, un fico:
niente.
CARACOLL. Caracollo.
CARACOLLA- Caracollare.
CARADÀ. Caradà: specie di tabac-
co — fior j flore — fojetta ^ fo-
glietta, Foglia di caradà.
CAR DE PREJ o DE TRAV. Carruco-
la : specie di carretta bassissi-
ma, pesante, a un asse a due
ruote.
CARADOR Carrajo, Carradore: chi
guida il carro.
CARADURA. Carreggio : il viaggio
che si fa con una carrata di che
che sia.
CARAFFA. Ciotola : vaso da bere ,
di varie fogge — per Tazza t
sig 2. V.
CARAFFA. Sbevazzare.
CARAGNÀ. Belare, Piangolare pia-
gnucolare, Sbietolare
CARAGNADA. Belìo, Piagnisteo.
CARAGNENT. Piagnoloso.
CARAGNON. Piagnistone , Pecoro-
ne, Belone.
CARAMBOLA. Caràmbola italiana:
giuoco del trucco a tavola {bi-
nar d) che si fa fra due, e con
due palle, una per ciascuno, ed
evvi inoltre un pallino. Lo si fa
anche con cinque, o con tre
palle di vari colori, secondo che
è caràmbola rossa o caràmbola
francese.
CARAMELLA. Caramella: pastiglia
di zucchero cotto.
CARAMPANNA- V. Garampana.
CARASC Palanca: palo fesso per
lo lungo in due a sostener le
viti.
CARASCIA (OH) ! Oh bene!
CARATANT. Caratante: chi ha parte
di capitale in un' impresa di
commercio — Partecipante: se
nelle cose di mare.
CARATER- Carattere: il complesso
di tutte le qualità per cui l'uo-
mo si distingue dagli altri es-
seri, e un individuo da un altro:
ed in particolare esso si divide
in fisico , morale e psicologico
— Nella stampa, nome di piccoli
parallelepipedi fatti di una lega
di piombo e d' antimonio , tal-
volta di un po' di stagno e di
bismuto o di rame, con un'e-
stremità intagliata a rilievo che
rappresenta, nel senso contra-
rio dell'impressione, lettere, ci-
fre od altro segno qualunque
adoperato nella esposizione del-
le scienze e delle arti. V. ca-
noto* canonziìij, cicero o Lettu-
CAR 144 CAR
ra* Diamante Filosofia* Ga-
gliarda o Garamonzin * Gara-
mon* Mignonna J Milaninna *
Nompariglia * CEucc de mosca,
Palest ifina * parangon* Paran-
gonin, Santagustin o Silvi., Test*
Testili * Trismegist * ecc. — Le
lettere d'ogni carattere hanno
corp , (Eucc , Pè , spalla* Tacca
— On caraterà Un corpo: l'ag-
gregato di tutte le lettere d'una
sola specie di carattere sì cor-
sivo che tondo — Nome dei di-
versi segni adoperati a rappre-
sentare tutti i suoni della melo-
dia e tutti i valori dei tempi e
della misura; cosicché coir a-
juto di essi si può leggere ed
eseguire la musica esattamente
come venne composta — Scrit-
tura: l'arte di formare i carat-
teri dell' alfabeto , metterli in-
sieme,comporne paroie,traccia-
te sulla carta d' ordinario con
penna ed inchiostro. V. Batard*
corsiv* Rond — calcàa* fitta —
Capi el caraterà Raccapezzare
10 scritto — carater d,e cari *
Scrittura secca: confusa — for-
maci* formatella — ingles* in-
glese.
CARATERASC- Naturacela.
CARATERIN. Caratteruzzo.
GARATERISTA. Caratterista: co-
mico che rappresenta le parti
di carattere spiegato.
CARAVÉE- Macereta, Macìa, Sas-
seto: mucchio di sassi o muro
diroccato. V Murachèe.
CARBON- Carbone— intocch* Bra-
cione. Trippa — canellin , Car-
bone in cannelli, cannelletti, o
in cannelle — de ferèe * da fab-
bri — de sass o fossile fossile —
cocch.Y. cocch — dolz* dolce: di
abete (abìezz), di salcio {sares),
di ontano (onisc), e simile —
— fort * forte: di leccio (luz-
zin) , di quercia (rogora) , di
cerro [scerr), e simile — Stanza
del carbon, carbonile — Andà
tutt in carbon, Incarbonire —
Fa brasà el carbon* Abbragiare
11 carbone — Robba de nota cont
el carbon bianch, Cosa da fare
un segno col carbone bianco.
CARBON per Negron, sig l. V.
CARBCNÉE, -RA. Carbonado, -ja.
CARBONELLA, CARBON iNNA DE PRE-
STINÉE. Carbonella: brace di
forno spenta nel braciajo {stua
de la carboninna) e crivellata.
È di legne dolci — cassetta de
la carboninna, Braciajo.
CARBONERA. Carbonaja: la moglie
del carbon&jo — Donna che ha
fabbrica di carbone , o che lo
vende.
CARBONERA. Carbonajo: quello
spianato nei boschi, o nelle
macchie (boschinn), dove i car-
bonaj fanno il carbone. V. Piazza
(Piazza), imboccadura (Bocca),
Tenda (Pai evento), Spazza fceu
(Scommodare), Mantegni (Rab-
boccare), carbonin (Fossa),
Scispit (Pelliccia), Piazza o
Spiazz (Piazza o Spiazzo o Spiaz-
zata), Pojatt (Carbonara o Ca-
tasta di legno), Spiazzceu (Piaz-
zetta o Spiazzetto). Dicono scar-
bonatura* levar il carbone dalla
carbonaja; la cavalla* specie
di forcone di legno a due rebbj
(rampon) in cui allogati i quer-
ciuoli (rogorett) da far carbone
trasportansi a spalle di uomo
alla carbonaja; cavallare * il
trasportar sulla cavalla; for-
mar un fornello* far il muc-
chio {pojatt) del legno che si
vuole carbonizzare; formar U
pavimento * ricoprire la piazza
(spiazz) con uno strato di pezzi
di madreselva pelosa (legn
bianch) diritti e vicini l'un al-
l'altro, che si stendono sul ter-
reno e partono dal centro a
guisa di raggi; rinfrescare* to-
glier giro gire quanta terra si
può, raschiando d'alto in basso
colla pialla* quindi aggiungerne
della nuova sulla superficie del
fornello; apparizione del gran
fuoco* il momento in cui l'inca-
miciatura, divenuta affatto ro-
vente, indica che il carbone è
fatto; pala* l'arnese da gettar
la terra sulla superficie del
mucchio; pialla* rastello senza,
denti, formato d'una tavola di
legno , tagliato a guisa di se-
CAR 14
gmento di circolo. V'ha poi le
carrette j le caviglie i paletti
gli uncini di ferro la roccMna,,
le ritortole J i cagnoli ^ ecc. V.
J?tt£>0ccó Za cartonerà.
GARBONIN. carboncello , Carbon-
cino.
iARBONIN. Fossa della carbonaia:
nel quale si fa il carbone. V. car-
tonerà.
CARBONINNA- Carbonigia, Carbo-
nina: minuto e leggiero carbone
spento, provegnente da legne
arse nei camini, nelle fornaci
e simili, crivellato colla padella
bucherata per separarlo dalla
cenere — Quell de la cardonin-
naj, Braciajuolo — per carbo-
nella e cassetta de la caroo-
•ninna. v.
GARBOKSGSLL. Carboncello : pu-
stola maligna.
CARBONSCIM- V. Negron^ par. 1.
CARCASS- Carcame : tutte l'ossa di
un animale morto , tenuto in-
sieme da nervi — Catriosso: os-
satura del cassero dei polli o
uccelli.
CARCER. Casellini, Carceri: luoghi
nella nostra Arena (Arenna) da
dove i cavalli piglian le mosse
per correr il pallio (fà la scorsa).
€ÀRCER!BUS (IN). In gabbia, In do-
mo Petri, (Nella casa di Pietro,
cioè di San Pietro): in prigione.
CARDEGA, ecc. V. cadrega^ ecc.
GARDEJA- Seggiola.
CARDENZA. Credenza: stanza, ar-
madio o tavola, dove stanno
apparecchiati i vini, i liquori, le
frutta, le paste dolci, le diac-
ciatine (acqu in giazz), i con-
fetti, e simile, da porsi in tavola,
non che i vari strumenti della
mensa — fig. Cercàj, Andà a la
cardenza ^ Cercare la poppa:
dei bambini — Fà la cardenza^
Pare la credenza. Questastorica
espressione significa l'assag-
giare i cibi e le bevande prima
di servirne il signore, il che so-
levano fare gli scalchi e i cop-
pieri. Fu costume antichissimo
importato dall'Oriente in Europa.
Per esso le bevande e i cibi
erano creduti innocui. Di qui il
Banfi , Voc.
5 CAR
nome all' atto in sè , al luogo e
agli oggetti inservienti al me-
desimo.
CARDENZA Credenza : quella che
si apparecchia da lato dell'al-
tare nelle solenni celebrazioni
degli uffici divini co' vasellami
e paramenti vari che vi occor-
rono.
CARDENZA. Credenza: armario su
cui s'apparecchia da lato dei
battisteri il vasellame idi ne-
cessità e d'apparato pei batte-
simi. Se un tale armario è rie-
chissimamente addobbato, di-
ciamo cardenza intrega; semen
ricco di vasellami d'apparato,
diciamo Mez za cardenza , e si
paga meno.
CARDE3IZER. Credenziere.
CARBENZIN TIRÀ-FffiURA (FÀ Et).
Far caselle per apporsi: per in-
dovinare. V. Tirafce-ura.
CARDIN. Cardo: quello strumento
a guisa di spazzola con punte
di sottile fìl di ferro col quale
si lustrano le tese (al) dei cap-
pelli.
CARDINAL, ecc. V. Gardinal „ ecc.
CARDINALETT. Farfalla dell'ontano
(Stenocorus alni): insetto dan-
noso agli ontani (onisc); bocca
fornita di mandibole e mascelle;
ali piegate in longo , rossicce.
onde il nome. Anche, Scibignceu
e Gardinalett.
CARBi&ALIN. V. Gardinalett.
CARDINALI^ CÈ CÈ. Sizerino (Frin-
gilla linaria, Lin.): uccello sil-
vano.
CARDìNALITT. V. Gardinalitt.
CAR DI STELL. V. Carmatt.
CARBONI- Cardo ( Cynara cardua-
culus ) : pianta che fa una pan-
nocchia ( loeuva } spinosa colla
quale si cava fuori il pelo ai
panni lani — El sit dove nass 6
cardjonj, Cardeto — El germoeuj
di cardonJ Carduccio — On' in-
filerà de cardon ^ fig. Una fila-
tera di fucili inastati — Cardo-
ne : la pianta del cardo che si
riseppellisce nel terreno perchè
diventi bianca e tenera , e si
usa per cibo.
CARECC Giuncaia. Giuncheto: luo-
10
CAR 146 CAR
go seminato a piante di giun-
chi.
CflREGA Carico — Carica: quella
quantità di polvere che si mette
nell'armi da tiro, nelle mine, nei
petardi , ecc. — La munizione
che si introduce in un'arma da
fuoco per fare il colpo — L'urto
o 1'arTrontata di un corpo di sol-
dati di fanteria o di cavalleria
che si scaglia addosso ad un
altro —Carica: un'aria per ban-
da militare in due tempi, che si
eseguisce quando l' esercito è
pronto a dar lacarica al nemico.
CAREGÀ. Caricare — Allestire : di
grano, ecc.
GAREGÀ. Disporre la fornace. I
fornaciaj dicono cosi rassesta-
re nella fornace i materiali che
vogliono cuocere — a bancono
in bancìi o in cass o a cassonJ
Disporre a pancone : assestare
nella fornace i quadrucci da
cuocersi ponendoli per ritto
ì'un sovra l'altro — a pilastrini
o a pilastrej J Disporre a pila-
strino : assestare i quadrucci
nella fornace a quattro a quat-
tro, ma sempre alterni , cioè
quattro ritti e sopravi quattro
a giacere, e così via via — a
scajon o a gambetta ^ Disporre
a scaglione: allogare nella for-
nace i quadrucci da cuocersi
per ritto e per iscacchiere.
CAREG ADURA. Smorfia — Smorfioso
— Attilato — Schizzinoso — Pre-
ziosa: di donna — Mezza care-
ga&ura^ Un cacaspezie — Dise-
gno di caricatura — Caricatura:
immagine satirica ed esagerata
di persona , di cose che si vo-
gliano mettere in ridicolo — per
Gnogn. v.
GAREGGIA, CARENSGIA. Rotaj a, Sol-
catura, Ruotaggio: segno che
lascia in terra la ruota — Car-
reggiata: la larghezza d'una
vettura tra ruota e ruota — An-
dà-fceura de cai eggiaj Uscir di
carreggiata — fig. Uscir del se-
minato, della pesta: di tema
— Sta in careggia., Tenersi nella
carreggia — fig. ir per la pesta,
Arar diritto.
I CAREGH. Carico, n.
CAREGH (I). Nel giuoco detto di
Briscola co^i si nominano quelle
carte che fanno le pi ime bazze
dei mattadori, per cosi dire, del
giuoco; e sono asso e tre di
qualunque palo , tranne quello
che è trionfo del giuoco o bri-
scola.
CAREGH. Carico, ag.
CARELL. Carretto — Carruccio da
bambini — Carretta: congegno
mobile nel telajo da tessere al
quale sono raccomandati i licci
{lise) — rie fà-giò)^ Carro: stru-
mento di legno per dipanare
{fà-giò)\ sostiene i rocchetti di
un filatojo ed ha una ruota colla
quale, girandola, si torce e tira
il filo — de cava seda.. Caviglia-
toj o.
CARELL per Capiceli. V.
CARELL DEL CÙU. Codione, Groppo-
ne : V estremità delle reni ap-
punto sovra l'ano, più apparente
negli uccelli che negli uomini.
CARELL DE TORG- V. Torció e ca-
rtola.
CAREN. V. calend.
CARENSG. Spade: liste di ferro sca-
nalate su cui scorre il carro
(car) del torchio da stampa.
CARENSGICEU. Fossatello — Scolo.
CARESC- V. caradura.
CARESTIA- Carestia — Regna ca-
restiaJ Cantar il misererò.
CARETT- Caniccio: alquanto caro.
CARETTA. Carretta, Carretto: pic-
col carro a due ruote che si
traina dagli uomini o da un ca-
vallo per trasportar che che sia
— Carriola, Carriuola: specie di
biroccio, ma assai più piccolo
e più basso, che si conduce a
mano. Ha una sola ruota in fon-
do, posta in mezzo alla traversa
che tiene unite le stanghe , di
sotto alle quali, dalla parte op-
posta, scendono fino a terra due
legnetti, perchè possa soste-
nersi nel fermarla — Quella di
che si servono i contadini per
trasportare erbaggi, e simile —
Una carriola di...: cioè piena di...
CARETTADA Carrettata.
CARETTA DEL MOLETTA. Castello a
CAR 147 CAR
earriuola. Parti: Ruota, Bruni-
tojo . Fuso , Guancialetti o Piu-
macciuoli.. Girelletto, Corda sen-
za capi. Frullone, Stanga, Nervo,
Botticello, Parapetto, Truogolo,
Loeroratura o Terra d'arrotino
CÀRETTÉE* Carrettiere.
CARETTELLA- Carrettella: specie di
carretto a quattro ruote e due
stanghe assai bislungo, con
isponde a cancello e due luo-
ghi ; l'usa chi frequenta i mer-
cati — Carrettella : vettura non
inelegante; a due luoghi; spor-
tellino; carro a coda e a quattro
ruote — per cariagginna. V.
CARETTIN- Carrettino — per Bir-
bin_, Birbinett. V.
CARETTINAT3A. Carrettata: quanto
cape un carretto.
CARET7Ò Carrettaio, Carreggia-
tore, Carrettona.io: chi nelle car-
rette conduce calcinacci, rena,
e simili.
CARE^TON Carrettone: grande car
retta che serve per portar via
le immondizie della strada — co-
rettori de morti Carro da moti,
Carro funebre. Or ora succes-
ser le carrozze per ricchi e per
poveri; sicché possiamo ben
dire con maggior verità quella
strofa del G -ossi, mentre prima
i poveri, che morivano a casa,
erano come i ricchi portati a
spalle al cimitero :
Quand l'è morti gii' è nissun
che le sforai
Nanch allora — vorrendegh
fa dar;
I scolar — no ghe canten
dessora —
Fóra fóra — el ved nanca
l'aitar:
Già del lece el và in ciel in
carretta
In virtù de la santa bolletta.
CAREZZA Carezza — Caro : sover-
chio prezzo.
CAREZZA. Accarezzare.
CAREZZOS. Carezzevole.
CARGA, CARGÀ. V. carega^ care-
gài ecc.
CARGABISCH- Carichissimo.
CARGO- Caricatore.
CARGOS. V. cabr ossei.
CARIADA- Doccia da molino, Go-
rello: il fossato che dalla gora
riceve l'acqua per mover il mo-
lino.
CARIAGG. Carriaggio dei militari
Ona trincera de cariagg^ Un car-
ri no.
CARIAGGINNA- Carrettone : specie
di carro a quattro ruote con so-
pravi un cassone lungo a ra-
strelliera o a corba, su del quale
posa la cassa (scocca) o sia il
guscio a più luoghi, e senza
mantice {boffett).
CaRKEU V. cajrceu.
GARIffiU. Trebbia: carro da treb-
biare {tribbia) il grano, invece
di batterlo col coreggiato {ver-
ga) — per cajrceu. V.
CARILION o CADENAZZ o CADENAS-
Z(EU A CARILION. Carigliene: ve-
ro saliscendo a cui si dà moto
per una rotella centrale che ag-
girata dalla chiave fa smuovere
in senso inverso le du« lamine
inferiore e superiore del chia-
vistello o paletto che dicasi.
CARIIfÀA. Calamajo. Parti: Boc-
chelli PennirceUj, Incioster^ Sab-
biai Sabbijn^ Strazza o Stoppin.,
Bacchett — carimàa senza el
stoppini a guazzo — conte' stop-
pini a stoppaccio — de saccoc-
cia., da tasca — Pesca: agli oc-
chi, il nero sotto — Calamajo:
quella tavoletta a parte di un
torchio da stampa sulla quale
si mesta l'inchiostro da tigner
le forme.
CARIMARADA. Colpo di calamajo
— Un calamajo: quanto cape un
calamajo.
CARIMARÈRA. Scrivania, Calamajo
a scrivania: specie di calamajo
fermato sur un vassoino {gaba-
rerin), di legno, o di metallo, o
di maiolica, giuntovi il polveri-
no (sabbijn), il pennajuolo {pen-
nirceu),\e ostie (obbiaditt) e al-
tro relativo allo scrivere.
CARIN- Carrino : la parte meno
grande del carro {car) da car-
rozze , cioè quella che si regge
suir assile (assàa) anteriore, e
sui due ruotini {rodin) , e che
CAB 148 CAR
per effetto della volticella [ster-
za) si aggira al bisogno più o
meno sotto la carreggiata [el
car) per dar di volta a piacer
del guidatore. Parti: Sàa* o as-
sàa* corp d' assàa* Bodin* cos-
son* Fer de cavali,, Sterziti Alz
o Aizziti Balanz* Timon* Timo-
nella* Carlos. V. Cariolàa.
CARICEU. Carie, Tarlo, Tignuola —
per Bruson. V.
CARIOS, GARIOLÀA. Carioso , Tar-
lato, Tignolato.
CARI0L1I- Roso, Guasto da bruchi.
CARIOTA- Rocchetto vacuo. V. Ca-
piceli * Bocchett — Tentennella:
rotella verticale che move im-
mediatamente le macine nel mo-
lino — Rocchetto: negli oriuoli.
CARISMA. Fuliggine. La chialim
dei Friulani.
CARITÀA. Carità — pelosa., pelosa:
interessata — Limosina — cerca
la caritàa^ Limosinare.
CARLÉE. Carnajo — Cataletto, Bara
— Fa dùu nxort o duu corp in
d' on carlèe* Far una via o Far
un viaggio e due servigi, Pigliar
due colombi a una fava: cioè
colla stessa operazione condur
a fine due servigi.
CARLINNA (ERBA). V. Ero a car-
linna.
CARL1TT o SAN CARLITT o FIOR DE
SAN CARLO. V in Fior e San-
carlin,
CARLO (EL SUR). La grazia di quel
Santo : i quattrini.
CARLOMNA (A LA)- Alla carlona.
CARMATT. Carromatto, Carroleva:
specie di carretta ferrata da
trasportare gravissimi pesi.
CAR KATT o CAR DI STELL o CAR.
Il Carro di Davide, 11 gran Carro,
Il Carro di Boote : nome di una
costellazione cospicua presso il
polo boreale del cielo. Compo-
nesi di sette bellissime stelle,
quattro delle quali figurano le
ruote e tre il timone. V. Polsi-
nera* aiongiorin o Giongrin.
CARMELI. Bigio, Carmelitano: spe-
cie di colore detto Carmelite
anche dai Francesi.
CARNA. Carne — Assa de la cama*
V. Tajèe — cama che dà al dent*
verdemezza — Tocch de cama
cattiva * Lacchezzaccio — che
deslengua in cocca o de mett la
pacciughinna * carne frolla —
cìie letiga* tirante, vinca, vin-
chiosa, viscida — mattaJ morta,
falsa — El magher de la cama*
Ilmagrino — patida* stantia — de1
porch* da porco: secca, salata
— mastra * vecchia, grossa: di
bue, di manzo — di vitello o vi-
tella: di giovane animale ma-
schio o femmina della specie
bovina, il quale, già divezzato,
abbia cominciato a pascersi di
erba — slegneda* tigliosa — sbat-
tuda* battuta — tarlucca* so-
rianna* Mala carne, vaccina —
V. Sorianna — floscia., Mollame
— sobbatuda*ca.rue livida — van-
zada* frusta * giostrata — gre-
megnosa* panicata — de bestia
w?orla tèe de per lèe* morticina
— succia* àlida — che spuzza *
mùcida, stracca — Color de c ar-
no.* Color carnicino — Fà dà on
buj a la cama* Fermare la car-
ne — Tra cama e peli* In pelle,
Pelle pelle — La gìonta de la
carna*lì tarantello — costà cor-
na salada* Costar salato, Saper
di sale — Doprà cama salada
per scceud la set* cavarsi la
sete col prosciutto: scapriccirsi
con danno — Me l'han fàa paga
cama salada* Esso mi è stato
insalato — Mettes in cama* Ri-
mettersi in carne — Vess minga
cama per i so dent * Non esser
osso da suoi denti — cama de
coli* fig. carne cattiva, Cattivo
pezzo di carne : di uomo per-
verso — Vess on tocch de cama
de coli* Esser una carne catti-
va: perverso — Trovà cama per
i so dent* Essere proprio pasta
da' suoi denti : cioè quel che sta
bene.
CARNA, CARNAGION. Carnagione —
Che bella carnagioni Che bel-
l'incarnato !
CARNÉE, CARNER. Carniera, Cac-
ciatora: sorta di giacchetta co»
parecchie tasche nel dinanzi, ed
un tascone che ricorre orizzon-
talmente tutta la parte di dietro.
CAR 149 CAR
CARRELLA, CARSI ISELLA, CARRETTA.
Cicciola (Peziza auricula, Lin):
specie di fango , cosi detto dal
colore della ciccia o carne la-
vata; cresce sopra un'erba par-
ticolare. Anche, lo chiamiamo
Codezellcij Oregginna — per 0-
reggia de Sant'Ambroeus. V.
CARNEVÀA. Carnevale — Fenì el
camevàa^ Seppellire il carne-
vale, d'ogni festeggiar che si
faccia l'ultimo suo dì — Góo in
doss settanta carnevàa^ fig. Mi
pesan sulle spalle settanta car-
nevali: anni— Bastaccone: d'uo-
mo goffo — Gonfione: un gras-
saccio sformato o schifoso —
Beffanaccia: di donna brutta —
Bécera , Becerona : di donna
goffa.
CARNEVALO^. Carnevalone. Costu-
me nostro ambrosiano , per cui
prolunghiamo il tempo allegro
fino alla domenica di quadra-
gesima. L'origine vattela pesca.
CARNINNA. V. Oreggia de Sant'Am-
brazus.
CAR1JUZZ. Carniccio: proprio la
parte di dentro della pelle degli
animali — Carniccio, Limbello,
Limbelluccio : quella smozzica-
tura che si leva dal carniccio
quando se ne fa cartapecora.
CAROBA. Carrubio, Carrubo, Carru-
bio (Ceratonia siliqua): alb. sem-
pre verde; legno duro e pesante
— Carrubo, Guainella, Baccelli
dolci: il frutto del carrubio, si-
mile a baccelli delle fave (sgausc
di basgiann)\ polpa dolce, me-
lata, gradita a' fanciulli, quan-
tunque si dica cagione di coli-
che e diarree — matta o falsa,
V. Legn de Giuda.
CAROBI. Trivellone: la maggior tri-
vella di che servesi il bottajo.
CAROCCÉE. Cocchiere.
CAROCCETTA. Carrozzino.
GAROCCIA o CAROZZA. Carrozza,
Cocchio — caroccia a quatter,
a ses, a vott, ecc., a quattro, a
sei, a otto: cioè tirata da quat-
tro, sei, otto cavalli — de cortj,
Carrozza di corte, di gala, di
cerimonia — di pover tnort., car-
rozza dell'Apocalisse — Fa ca-
roccia fig. Crocchiare, Esser
crocchio: malaticcio— Fabbrica-
tor de carocc^ carrozziere, Car-
rozzajo — Mett mala caroccia,.
Rimetter la carrozza nella ri-
messa — Andà sott a ona ca-
ro zza^ Rimaner sotto a una car-
rozza — Mett caroccia Metter
su carrozza — Tira la' carozza
coi busecche fig. Stentare.
CAROCGIA- Carrettone da morti,
Così lo chiamano i nostri poveri,
e massimamente quelli che si
muojono allo Spedale Maggiore,
onde la frase Fass porta via in
caroccia. Farsi portare al cimi-
tero nel carrettone da morto. E
tante volte , per non so quale
consolazione, van dicendo al
vedere un pomposo funerale:
Ecco i sdori se fan porla là in
spalla ^ e nun poveritt in ca-
roccia. v. Caretton.
CAROCCIA. Crocchiare, Esser croc-
chio: malito di salute.
CAROCCIADA. Carrozzata — Coc-
chiata.
GAROCCIN- Carrozzino — per Cop-
pe. V.
CAROCCIOM. Cocchione , Carroz-
zone.
CAROCCION'DELìPEGCÀA ODE LAMA-
LACARNA- Chiamiamo per celia
quel carrozzone in cui l' impre-
sario manda a levare dalla casa
alcune parti teatrali.
CAROEU. Cucco — L'è el caroeu de
la /ma/rnmaJ Gii è il cucco della
mamma.
CAROGNA. Carogna — Rozza —
Conca fessa: di persona male-
scia.
CAROGNETTA. Carognina, Caro-
gnuola: di persona scontrosa —
Giovereccia: di donna piacente
in senso un po'materiale — per
Bisgió, V. sign. 4
CAROLINNA (GIUGÀ A LA). Giuocar
alla carolina o alla russa. Fassi
con cinque palle, due bianche,
una per ciascuno dei giuocato-
ri: una gialla che ponesi nel
centro del prato {tappèe) : una
rossa e una turchina, che in
principio del giuoco vengono
collocate , nell' asse longitudi-
CAR 150 CAXt
naie dei prato, uguale distanza
della gialla, e da ciascuno dei
due lati di battuta
CAROTOLA- Carota (Daucus caro-
ta): pianta a foglie due o tre
volte alate, frastagliate : fusto
alto due o tre piedi, ispido, poco
ramoso, te> minato da un om-
brello di piccoli fiori bianchi o
rossastri — Radice della pianta:
carota; di forma conica, assai
lunga, bianca, gialla o rossa
nelle diverse varietà — ros-
sa., V. Bledrava — salvadega ^
v. Remigol — Quell di carotol^
Carotiere.
CAROTOLA. Forma: specie di bos-
solo alto otto centimetri e largo
dieci, assai cupo in cui i ca-
scinai mettono il fior di latte
{pannerà) per farne caciuole
(formaggilt) quadre. V. FassèraJ
QuacHoeu.
CAR0T0LIN- Formetta: specie di
piccolo bossolo circolare, poco
diverso da un quartuccio (quar-
tini \ cne s' usa Per *are i ma~
scherponi
CARO^T. V. Garott.
CAROZZA, ecc. V. caroccìa. ecc.
CAROZZABIL- Calessabile, Carroz-
zabile.
CAR0ZZ1NNA per Gugella^imv . 2. V.
CARPANSLL, CARPA2JESSA Carpi-
nelle (Carpiuus orientalis): al-
bero a foglie quasi simili aquile
del carpine (carpen)\ legno bian
co al par del nocciuolo (nìsciozu-
la), sodo e buono per impiallac-
ciatura
CARPEN. Carpine ( Carpinus betu-
lus, Lin.): albero che allignane!
terreni pingui e paludosi; va
a 50 piedi ; corteccia bianca-
stra, chiazzata di piccole mac-
chie grigie; foglie picchiolate,
ovali; del legno si fanno spal-
liere , cerchiate (bersò), ed
altro.
CARPEN. Carpione (Ciprinus car-
pio): pesce di forma allungata e
alquanto massiccia; dorso di
molto eie vato ;capo grosso ; agli
angoli della bocca due barbet-
te; superiormente d'un bel bruno
ulivigno, assai cupo sulla testa;
inferiormente d'un bianco gial-
lognolo.
CARPERADA. Siepe o Viale di car-
pini.
GARPIÀ. Velarsi : il primissimo
grado del rassegare (caggiass)
o rappigliare de' liquidi — Ve-
lare : dell'acqua.
C ARPIA A (VESS). Essere infreddato.
CARPIADURA. Velo: il superficiale
agghiacciamento dell' acqua e
degli altri liquidi — Infredda-
tura, Raffreddore.
CARPI JA. Ragna, Ragnatela, Ra-
gnatelo.
GARPIONÀ Carpionare. Accagio-
nare : coprire d' aceto i pesci
fritti, aggiuntivi spicchj (fes)
d'aglio, buccia (peli) di limone,
cime di salvia, pezzetti di ac-
ciughe (inciod), e simili.
CARPIONADA (T(EU SU ONAÌ. Pigliar
un brezzolone: un'infreddatura,
un raffreddore.
CARPIONERÀ- Navicella da pesce.
CARPQGN. CARPOGNADA, CARPOGNA-
DURA. Pottiniccio : qualsiasi la-
voro donnesco mal fatto — Frin-
zello: raccomodatura grossola-
na coll'ago — de calzetta, Fichi
secchi : i frinzelli delle calze
male rabberciate.
CARPOGN Stopposo, Passo: di ra-
molaccio, rapa e simili, che sia
internamente asciutto, caver-
noso e insipido, o per cattiva
vegetazione o per maturazione
troppo avanzata — Butterato,
Butteroso: di persona che ha i)
viso a bùtteri (doli),
CARPGGNÀ. R'mfrinzellare : far un
frinzello , accomodar male un
buco di calze , o simili — per
Poncìgnà. V.
CARRÉ. Quadrato: di camicie, ecc.
CARSENT. V. Levàa.
CARSENZA. Favo, Fiala: pezzo di
cera lavorata a cellette, dove
le api (avi) ripongono il miele.
CARSENZA. Stiacciata, Schiacciata
— Focaccia, Cofaccia — con £
gratton d' animala Schiacciata
unta — de' bombon^ dolce — La
pizza dei Romani, cressenza dei
Bolognesi, placenta de'Latini —
de pasta dura* dolce di pasta
CAR 151 CAR
soda — de pasta frolla, di pasta;
frolla — de pasta levada^ di pa-
sta lievitata — de mezza pasta*
di pasta mezz'alta alla coma-
sca — de marzapan * di pasta
di marzapane. V. Majstaa del
primm dì de l'ann.
CARSENZA. Raveggiolo fresco: spe-
cie di cacio, in foggia di schiac-
ciata.
CARSENZIN, CARSE5JZETTA. Stiac-
ciatala — Focaccitia — Fà in
d'on carsenzin * Sco tacciare —
Andò, in d'on carsenzin * Far
del suo corpo una stiacciatala
— per celia, cosi chiamiamo la
Tonsura.
CART. Ca^te: quelle da giuoco —
Dà-foeura i cart* Dar le carte —
coperta basse — scopert * sco-
perte — Fà i cart^ Far le carte
Giugà ai cart* Far alle carte —
Giugà ona bella carta* fig. Ti-
rare una grandissima posta:
aver gran sorte o campar da!
un gran pericolo — Mes'cià i
cart * Scozzar le catte — Mett-
iti semnxa i cart* Accozzar le
carte — Ris' cià tuttcoss in ona
carta* Metter tutto il suo in una
posta — Batt et tavol giugand
ai cart* Batter le nocca sulla
tavola in facendo alle carte —
sping ona carta* Succhiellare
una carta — Mett de part ona
carta., Succhiellarla: serbarla
per far giuoco — Caregà i cart*
Caricar le carte : rischiar di
molto — Tra a mont i cart* Ri-
far le carte . Far monte — Ma-
scherà i cart* Rivoltar le carte
— MUdà i cart* Scambiar le
carte v. Picca* Bontà* ecc.
CARTA- Carta: da scrivere, da di-
segnare , da stampat e , da in
voltare — azura o morella*
turchina — argentinna „ argen-
tina ; e dividesi in levigata
{battuda) e in dilegine [minga
battuda)—argentada* argentata
— a varj color*, scherzosa — a
■vergell* a filato o a trecciuola —
a la machina o tutta d'onpezz
o fada con la machina* carta
alla macchina , catta continua
© senza fine — bianca ^ Carta
; bianca — brunell* orunclca^.
bigia — anche, Fioretto da in-
voltare; cioè cat ta da involget-
ene che sia — bislonga ^ Carta
bislunga — bastarda * bastarda
— brunellott * Fioretto — bolla-
da* Carta bollata — bombonna
o bescotta* da chicche, da biscot-
tini — con filagrann a ^ in fila-
grana — che canta o incarta-
ciacche suona, che è stagionata
— che suga o che passa* che
succhia o che beve — con colla^
incollata — con mezza colla^
in colla dilavata — crespa o
Cresp* orlata — comunna* comu-
ne — coloradao de cover t* colo-
rita — anche, dipinta — destesa^,
distesa — de bonna pasta* buo-
na o di buon tiglio — de disegn^
da disegno — de musega o Mu-
sega* di musica — de lucida* da
lucidare, trasparente, da lucidi
— de stemegn o Stemegna * da
| impannate o da finestre — de
tapezzarij* da tappezzerie — de
plafon* da stuojate — de involta
da invogli — de collo, de pess,,
di colla di pesce — de lira^ o
simile, da involger lo zucchero
— de fà sù la seda* da involtar
la seta — de papigliott scura
da ricci, da cartucce — de
eoe ics * Carta grossolana — da-
mascada*Csiria. a, opera, opera-
ta — dora* dorata — de battilo?^
di buccio — de birlà * da arro-
tolarvi i fiori finti — de bigatti
da bachi — de filtra* da feltra-
re — de gìttdes* legale — de ira-
borni* da brunire — de lettera
da lettere — de letter col fi.1 o
cont el filett d'or* dorata nella
tondatura — de paja* di paglia
— de red*r\eva — de memoriale
da memoriali o da suppliche —
de minutt* da minute oda bos-
ze — de pes o de stadera* da
peso o da acciughe — de strasc
de coton* bambagina — rigadofJ,
rigata — sgresgia* rozza — so-
lia* liscia — frusta* strascia o
usada* straccia, di straccio...
Carta straccia o della bamba-
gia — tajadaj tondata — de
rostj da arrosti - veUnna u
CAR
152
CAR
vergella velina a filato — senza
colla,, non incollata — piegatici
ripiegata — fioretta Fioretto
perfine — soprafìnnai Carta so-
praffine — fìnna^ fine — terza i
terzotta scadente, Cantino —
mezzapasta i di mezzo tiglio —
sostegnuda , robusta — mal la-
vorada o scimesadUi magagna-
la — segnada de la corda ^ col
segno della corda — senza corp
o f ossa i dilegine — zerna^aJ
Zernaja, Mezzetta — ì)egoraJ
cartapecora — pegora oliadai
di capretto unta con olio — olia-
da, unta con olio — raminna o
sedagna o sed,arinnaJ setina —
sugai succhiante, sugante o suc-
chia — papaia,, papalon o aran-
d'aquila^ Grand'aquila o papale
— elefant imperiai elefant o
romani marchigiana imperiale
— imperiai j imperiale — sot-
timperiali sotto imperi ale— qua-
dronna da tavoletta ^ da dise-
gnatori — ir e al reale — real
Brambilla i reale Brambilla —
real trelunn^ reale pel Levante
— mezzan o Realin grandi reale j
mezzane — realin o realin pic- \
coli reale piccola — spera o
spiera o spiera veneta^ da stam-
pe — dolza ^ y>oq,o incollata —
leon o leon spartii o de colla J
leone incollata — leon Pavia i
feone di Pavia — leon doppi
Jeone doppio — leonnaJ leone —
leonna, doppia^ leone doppia —
leonna ooetta ^ leone da boete
— h'-onzin de colla o spartii o
feonzinna^ leonina, leoncina —
pellegrini pellegrinna. mez zan-
na o protocolli pellegrina — pel-
legrin d.oppij, pellegrina doppia
— olandes olandesa i olandese
— trij capejj, dei tre cappelli —
notarile notarile — olandinna^
olandina — quadrotta i da let-
tere mercantili — del ton da
involger il tonno — quartini da
biglietti — vacchetta ; da vac-
chette — tajadinna^ rastremata
— pista, pista o pesta — pesta,
Cartapesta — timbrada o col
fimber. timbrata o colla stam-
piglia ( timber ) — palpelar ,
nera — per zita, reale da invol-
ger la cera — sacchetton, da
sacchetti — stemegnon, da lina-
iuoli — stemegnonin , da lina-
juoli mezzana — marocchinada,
imitante la grana del maroc-
chino — rasada, rasata — velu-
tada, vellutata — tinta in folla,
colorita — fìorada a color o
scherzosa, indianata — marmo-
rada, marezzata — moghen, imi-
tante il maogani — ond.ada, on-
data — radica, imitante il cuojo
a marezzo — spruzzada, spruz-
zata — stellada^ stellata — ta-
jada^ tagliata — de biglietti da
biglietti — Mett in carta, Sten-
dere in carta — Là carta bian-
ca, fig. Dare carta bianca:
dar ogni facoltà, rimettersi
nell1 arbitrio di . . . — Fa cart
fals per vun, Fare carte false
per uno : fare in prò suo o per
amor suo qualunque cosa —
Gira doma carta , corre sola
carta monetata — carta del
crespin, Foglio — ciappà la car-
ta. V. Incartass — Giugà ona
gran cartai fig. Giuocare una
gran carta: arrischiare, tentare
un gran colpo, o come dicesi
oggidì. Fare un due di dicem-
bre. E chi non sa che vuol dire?
CARTABIANCA. Carta bianca, Bian-
ca; quella parte di un foglio di
stampa ehe si tira per la prima
e chiamasi cosi perchè il foglio
resta bianco nella parte poste-
riore finché non siasi stampato
anco la volta {volta). Anche,
Bianc.
CARTAEON. Quartabuono: squadra
che serve per lavorar di qua-
dro — a angalett, ad angolo
retto — a cova de ronden , a
coda di rondine.
CARTA DE GUGGITT (ONA). Carta di
spilli: chiamano un foglio ripie-
gato più volte su di sè, in cui
si vendono impiantati paralle-
lamente più filari di spilli, in nu-
mero variamente determinato.
CARTASCIA- Cartaccia.
CARTATUGGIA. Cartuccia: la cari-
ca del fucile — Cartoccio: quella
del cannone.
CAR
153 CAR
CARTAVOLTA. Cartavolta: la faccia
di tergo di un foglio di stampa.
CARTÉE. Cartajo: che fa carta —
Cartolaio: che vende carta al
minuto e più altre cose a uso
dello scrivere — Bottega de car-
ice, Cartoleria.
CARTEGG Carteggio.
CARTEGGIA- Carteggiare.
CARTELAMM. Cartilagine : una del-
le parti similari del corpo del-
l'animale , dopo l'ossa la più
dura — Panno , Pannume , Pel-
licina: membrana sottile e robu-
sta, della quale è ricoperta im-
mediatamente T interna parte
del guscio dell'uovo, cui rimane
aderente quand'esso si schiac-
cia, e si divide in due — (Euv cont
doma el cartelamm , Uovo col
panno — Tenerume: sostanza
bianca e pieghevole, la quale
spesso è unita all'estremità del-
l'ossa.
CARTELL. Cartello: pezzo di carta
o d'altra materia, non grande,
dove qualcosa si scriva per av-
viso altrui — Scritta a grosse
lettere, al di fuori della botte-
ga, per indicar l'arte che vi si
esercita o il genere di merce che
vi si tiene, giuntovi per lo più
il nome del bottegaio — Cartel-
lo: delle indulgenze, benedizioni,
e simili — Tavoluccia: quella
che tiensi dinanzi agli occhi ai
condannati nel capo — Cartell
de sfida, Cartello di disfida — de
fìtta, L'appigionasi: cartello o
polizza, in cui l'anzidetta pa-
rola è scritta o stampata sola
o con altro, e che si appicca a
quei luoghi per lo più che si
vogliono appigionare — De car-
tell, di cartello: dicesi di per-
sona di molta considerazione.
CARTELLA. Cartella : quella del
Monte di Pietà o dei prestiti —
Foglio di cartone ripiegato in
due in forma di coperta di iibro,
dove si ripongono schede, scrit-
ture , disegni, o simili — Quella
del lotto o della tombola —
Quella dote che si trae a sorte
per le fanciulle povere —Quella
che dalla Curia si rilascia a un
prete perchè nominato coadju-
tore o per altro — Quella lamina
di ferro in cui posano i pezzi
dell'acciarino delle armi da fuo-
co portatili, parti: Bàa „ eoa*
Incassadura j Ponta — Ognuna
delle divisioni della così detta
Stampa delle carte da giuoco —
Nome collettivo di quelle parti
di ferro che son nel vano del-
l' anello della fibbia , cioè la
staffa {stanghetta), oppure la
gruccia {gambetta), e l'ardiglio-
ne (ardion), girevoli nel per-
metto {ferett) — Quella custodia
di cartone o di pelle in che i
fanciulli ripongono i libri per
alla scuola — Piastra: ferro o
altro metallo ridotto a sotti-
gliezza — Quella lastra di ferro
sopra di cui sono incastrati gli
altri pezzi d'una serratura —
Grosso pezzo di ferro che riceve
i diversi pezzi componenti la
forma dei caratteri — Nel tor-
coletto da tonder carte e libri r
quel ferro liscio di cui è foderato
il primo ceppo di quello — Coc-
cia: guardia della mano, posta
sotto l'impugnatura della spada
— Stampa: quell'asse di bossolo
{martell) in cui sono intagliate
delle carte da giuoco divise in
varie cartelle — Paletta: ferro
che entra nei denti del rotello-
ne {ruzellon) delle carrozze per
impedire che non dia indietro —
Carta, Cartella: ogni carta delio
scritto di un autore , da com-
porsi per la stampa, che consta
di pagina retto e verso — Car-
tagloria : nome di quelle tavo-
lette poste sugli altari e conte-
nenti il vangelo di San Giovan-
ni , il gloria e il lavabo. Anche
dicesi Tavoletta — Linguetta:
di quelle piastrole che sono al
sederino {sgabellili ) delle car-
rozze.
CARTELL DE S'GIOPP. Controcar-
tella: laminetta metallica, fog-
giata per lo più come la lettera
S, incastrata nella parte sini-
stra della cassa del fucile, e ia
ciascuna delle due estremità è
ritenuta la capocchia delle due.
CAR 154 CAS
Ariti che vanno a invitarsi nella
cartella dell' acciarino , che è
dalla banda opposta.
CARTELLISI. Capellino: piccolo
caiteilo — Pezzo di piastra di
metallo, o un piccolo e sottil
disco di legno legato con ispago
o catenella all' anello di una
chiave, e sul quale è l'indica-
zione del luogo dove essa apre —
La cartuccia che s'appicca sul
dorso dei libu per iscrivervi il
titolo.
CARTELLINNA- Cartellina: assicel-
la bucherata e manicata, tenuta
in mano dal pallajo [biliardèe),
il quale, con un bischerello,
[Òir otiti) , eh' ei pianta nei vat i
Duchi presso a corrispondenti
numeri progressivi, segna i
punti che van facendo i giuo-
catoii. V. Marcadora
XARTELON. Cartellone: quello dei
teatri, dei librai, e simili.
CARTERA. Cartaja — Cartolala.
CARTERA Cartiera: edilizio dove
si fabbrica la carta. V. Cd del
maj Cd di foli,, cà di tinn *
Tendavó J Foladin \, Folador
Pia foeuj a Pan avó _, Tra vaijn^
Lavorant de tinna de sala _,
Donna de tend J Levadin Ma-
yazzin di strasc^ Caldera de la
folla, Slrasciroeu, ecc.
CARTIìMETTA, CARTINNA, CARTINNA
DE FRANCIA. Una coltrice: di-
cesi di chi studia di imitare il
figurino delle mode e se ne com-
piace.
CARTINNA. Cartina — Stampa in-
cisa — cartinna de guggitt^
V. Carta de guggitt.
CARTIR(EU. Cartolajno: cartolaio
di poche faccende.
CARTOCCIO- Cartoccio: certo colpo
di spada dal sottinsù che si fa
col piegare il ginocchio a terra.
CARTON. Scatola di cartone, Car-
tone : quello scatolone che le
sarte , le crestaje si fanno por-
tar dalle fattorine con entro gli
abiti, ecc., per le avventore.
CARTON Cartone — battùu^ pas-
sato al maglio {maj) — de cilin-
dra^ da cilindrare — de colla ^
con colla — de corda ^ forte —
de piega,, senza colla — de pizz^
da trine — impastàa o Carton-
zin^ incollato — rnetallich J li-
scio — per disegni da disegno
— per Cartella^ sig. 7. V.
CARTON DE SOMENZA- Cartone dì
seme dei bachi da seta.
CARTQNENT. Iatorsato.
CARTONERÀ. V. Capellera^ sig. 2.
j CARUBEI. Carruba; frutto del Car-
rubo o Guainella. È albero che
fa nel mezzo dell'Europa e nel
Levante, e se ne mangiano i
baccelli che rinchiudono una
polpa zuccherina di consistenza
siroposa.
CARUGA, CARUGOLA. Eruca (Melo-
lontha vitis): specie di insetto
lungo e grosso come un dito; è
dannosissimo alle uve. E tra
noi alcuni lo chiamano anche
Balores^ altri G-aj netta de la
Madonna — per Garzella ^ si-
gnif. l. V. Ci ha "chi la nostra
voce vuol trarre da carniccio..
piccolo carro; perchè si vuole
che un tempo di questi insetti
sia stato un si gran numero ,
che avevano un premio que'ra-
gazzi che ne portavano, a chi
si doveva, un carruccio pieno.
CARUGOL- Tamburo per trebbiare:
specie di rullo (borlon) scana-
lato con un manico a stella dal-
l'un dei capi, dei quali si ser-
vono in luogo di coreggiato
(verga) per batter i grani, e ciò
facendovelo strascinare sopra
a furia di cavalli — Trebbia:
specie di carro a quattro ruote
col quale si batte il grano. V.
carioeu.
CARUGOLA. V. Caruga e cantarella.
CARUSGEN, CARUSGENA. Lo stesso
che Carìsna. V.
CARUSPL Torso, Torsolo: specie
di nodo o gruppo cartilagineo,
diviso in più cellule, disposte a
raggi e contenenti ciascuna un
seme o due della mela [pormm)%
o simile frutto — pig. Scricciolo,
Scricciolino: di persona piccola
o meschina.
CARUSPI DE LA GOLA. V. Pomm
d'Adamm.
CAS. Caso — No ghe n'ha nè in ne
CAS 155 CAS
•ncs^ nè in dùu casJ E un pezzo
di carne con gli occhi, È un
Tia là via loro: di uno scimu-
nito. Quel nostro dettato trae
dalle voci latine dell'orazione
domenicale et ne nos inducas.
A chi poi ne regala quel dettato,
sogliamo spesso rispondere:
Boria giò^ rorapet el nas—Vess
roo~ba dt cas ^ Essere cosa da
strabiliare.
CASA (STA IN). Stare alla corda :
nel giuoco del bigliardo.
CASACCA. Casacca — Ave voltàa
casacca,, fig. Essere in là cogii
anni — Volta casacca, fig. Vol-
tar casacca : cambiar partito.
CASACCKIN Vestito a bustino, Sac-
chmo, Casacchina: quello la cui
vita, sul davanti in basso, ter-
mina in punta libera; cioè non
è cucita alla sottana (pedagn)
— per Vacchetta pelosa. V.
CASALINA. Gran casato.
CASARENGK. Casalingo — Case-
reccio.
CASARERGO^J, CASARENGOTT. Uomo
alla buona.
CASASS- Accasarsi, Aprire o Met-
ter casa. %
CASCA V. cascainpett.
CASCADA. Caduta — Balza: panno
di che si ricopre la cassetta
del cocchiere nelle carrozze di
parata — Cascata, Pendaglio,
Drappellone: quei pezzi di drap-
po che s'appiccano pendenti in
torno al cielo de' baldacchini,
de' cortinaggi, e simili.
CASCAINPETT. Picchiapetto , Pen-
zolo d'oro o d'argento: ogni or-
namento, che appeso alla ca-
tena, ricade sul petto, e che non
sia nè croce, nè oriuolo.
CASCAMM Cascami : denominazio-
ne collettiva di sinighella {stru-
sa), bozzolacci [recott), e simile,
che non sono vera seta — An-
che, I ritagli o gli avanzi di che
che sia come del falegname ,
calzolaio, ecc. ; i quali non sono
più servibili quasi a nulla. V.
Strusa.
CASCIA. Raggiro: in materia d'a-
more, d'ordinario.
CASCIA. Cacciare , Ficcare — Sti-
molare, Pungolare — Ardere: ài
giuoco — Pullulare, Mettere,
Germogliare, Scoppiare, Nasce
re: di vegetabile — Somare: di
vento — Ardere: di fuoco che
manda molto calore— Casca giò^
Ingollare, Ingojare — Cascià sù.,
fig. Rampognare, Rimbrottare,
Garrire, Sgridare — Cascià-via^
Sfrattare, Rincacciare da...
CASCIA. Scannellare, Gittar forte,
Versare con forza, Schizzare.
Spicciare, Spillare con impeto:
parlandosi di botti e simili.
CASCIABALL. Sballone.
CASCIAGiOD. Cacciatoja: strumen-
to di ferro a guisa di scarpello
della grossezza d'un dito d'uo-
mo, e più grosso da capo che
da piede, il quale serve per cac-
ciar ben addentro i chiodi spe-
cialmente nel legno, ed anche
a cacciar fuori dal loro luogo
chiodi, perni, chiavarde, copi-
glie, ecc., ond'è che dicesi an-
che Cacciacopiglie — caccia-
chiodi: ferro da rinettar i buchi,
dei chiodi ne' piè del cavallo e
da cacciarne quei chiodi che
fossero mal fitti.
CASCIACUNI- Cacciatojo: nelle ti-
pografie, pezzo di ferro di cin-
que a sei pollici di lunghezza ,
tagliato a conio il quale serve
d'intermezzo al martello per
istringer od allentar le forme —
Spina: presso i mugnai, specie
di scarpello che serve all'uso
della cacciatoja (casciaciod).
CASCIADA. Gettata , Germoglia-
mento.
CASCIAFOND- Caccianfuori : ferro
lungo circa mezzo metro, tondo
per una metà e quadrato per
l'altra, col quale si caccia fuor
della forma la lastra da tondini
ivi fusa battendo con esso su
quel tondello mobile ch'è in essa
forma, ovvero si ricaccia asuo
luogo lo stesso fondello qnan-
do. accompagnata com'ei fa la
lastra all'uscir della forma, non
siasi, raddrizzata questa, ridotto
a luogo di per sè.
CASCIAFOND per BalanzaJ signifi-
cato 2. V.
CAS 156 CAS
CASCIAME1IT. Accoramento , Affli-
zione, Passione.
CASCIASS. Ficcarsi: di chi s'intro-
duce non chiesto — Accorarsi,
Crucciarsi, Accasciarsi: darsi
passione o pena di checche sia —
Casciass mingaJ'Non farsi nè in
qua, nè in là, Non si scrollare :
non turbarsi — El prirnm che
s'è casciàa l'è mort_, Dicesi per
rincorare altri a non darsi trop-
po pensiero dei dispiaceri.
CASCIASTACCHETT. Cacciatoja: ca-
viglia di ferro per profondar le
bullette nei lavori.
&ASCIAVIT. Cacciavite: piccolo ar-
nese di ferro, fatto a scalpello,
il cui taglio a smusso si intro-
duce nello spacco che è nella
capocchia (pomell) delle viti,
per istringerle o allontanarle,
rigirandole.
CASCIN- Bracchiere: chi guida i
bracchi ad appostar le fiere —
Badatore : chi nella caccia si
lascia in luogo più elevato ad
osservare i siti ove si fermano
gli uccelli per avvertirne il cac-
ciatore — Paratore, Cascione,
Scascione: colui che nella cac-
cia in pianura para, spinge al
cacciatore la preda.
CASCIO. Stimolatore, Pungolatore
— Cannucciaro: che vigila nelle
fabbriche ai manuali, e li cac-
cia {cascia) al lavoro se pigri o
scioperoni.
CASCICEU. Tenerume: la vettarella
dei poiloncelli nelle piante.
CASCIOTTA- Caciuola : formetta di
cacio. Anche, casceu.
CASÉS. Cascinaio: il contadino
che attende alla fabbricazione
del cacio lodigiano [formai de
gratina) e dell1 altro cacio —
Burrajo: chi attende alla fab-
bricazione del burro — de l'as-
sa, Custode del cacio.
CASEGGIÀA- Caseggiato, Casime,
Casamento, Casaggio.
fiASELL- Ammazzatoio , Macello :
la stanza o il luogo in una ma-
celleria dove si ammazzano i
buoi — Bottino: per lo più stec-
cato a sereno dov' è il fornello,
in cui allogasi la caldaja da,
bollirvi il latte per farne cacio
lodigiano.
CASELL- Casotto: quello che serve
di ripostiglio e di ricovero alle
guardie (casellant) delle strade
ferrate. Anche, Castn.
CASELLA. Casellino : scomparti-
mento — Casella : quadrateli©
aritmetico — Celletta: ogni buco
de1 fiali (carsenz) delle pecchie
(avi). Anche, Tirella — inanelli-
no : ogni fascetto della frasca
{bosch) dei bachi da seta — IL
covone {cov) che si fa del lino
al primo raccoglierlo.
CASELLA (AVEGH). Essere appal-
tato alla posta delle lettere: a-
vere casellino a una volta.
CASELLA (FA). Cosi dicono i bimbi
quando si mettono a sedere in
due o più contornandosi di se-
die, ecc., di modo che pare a
loro di avere una sicurezza e
una quiete maggiore.
CASELLANT. Guardia: r uomo che
ha la custodia delle strade fer-
rate.
GASERÀ, o CASE HA DEL FORMAJ.
Formaggeria : vasto stanzone ,
asciutto e fresco ove in ordine
di età si dispongono su diversi
piani di panconi le forme di ca-
cio per venderle — Caciaja:
luogo dove lo si conserva tosto
fabbricato onde poscia allo-
garlo nelle formaggerie — Ca-
scinajaila moglie del cascinajo
— Caciaja: donnapratica del far
cacio — del sàa^ Salatojo: la
stanza d' una cascina formale
(cason) in cui si insala il cacio
— del latt. V. Casirozula.
CASERMA. Caserma. Voce compo-
sta da casa e arme.
CASERMER. Custode di caserma.
CASETT- Smiracolone: di chi fa le
meraviglie fuor di luogo— Ve ss
on casett ^ Smiracolare: guar-
dare o voler ch'altri guardi co-
me miracoli le piccole cose.
Anche, Sparavèe.
CASIMIR. Casimiro : stoffa incro-
cicchiata di pura lana, fabbri-
cata d'ordinario col vello degli
agnelli di Spagna, di Sassonia
e di Francia.
CAS 157 CAS
CASIN. Casino: casa di piacere in
campagna, o casa di sociali a-
dunanze in città — per Ca-
sella par. 2. V. — per Balin
sig. 1. v. — Giugà a casin^ Giuo-
care al pallino. Si fa con tre
palle , una minore delle altre
due.
CASIRffiULA DEL LATT. Camera o
Stanza del latte: quella ove si
depone il latte munto la sera e
la susseguente mattina. Anche,
casera — del scia. V. in casera.
CASLCEU. V. GaslceUj, Gaslett.
CASGEU. V. Casciotta.
CASOSI- Cascina formale, Burraja:
1' aggregato di quelle stanze
nelle quali il cascinaio (casèe)
fa il cacio, e il burrajo la il
burro.
CASON. V- Bottinna (pesce).
CASONERA. V. Selvarosula.
CASOTT o CASSOU. Casotto. Parti:
Cologn^ Culonett o Pienton* Te-
naja^ spalla CiaVu, ColmegnaJ
Cappin ^ PertegoUj, codegliett j,
Codegìiettin J Stropp ^ Paja de
segna^ sces_, Al., cossinell^ mu-
rell — Capanno: quello di cotto
— de Romanin. V. Baracca di
magattej.
CASOTTELL. Capannuccia — dì pujJ
Casotto dei polli.
CASPI- Stretta, Stretto: quanto vi-
no il torchio spreme in una
volta — per Torciadegh. V.
CASPIA V. Torcia.
CASPIADÀ- V. Torciada.
CASPITA! Cappio I
CASS (I). V. Form (1).
CASS- Capannone: luogo delle fat-
torie dove si raccoglie gran
fieno dai prati. Cass nella lingua
zingaresca significa Fieno.
CASS- Lecco : sasso o altro che
serve di scopo allo slancio della
lippa (rella) — Fa cass^ córre
nel segno. V. Matrigin „ Rella
Passar ella J polenta^ Polenton.
La voce vernacola cass sembra
un guasto di Sass, perchè il più
delle volte, specialmente in con-
tado, usano per lecco un sasso,
un mattone, ecc.
CASS per Fenil. V.
GASS. Castelli: i mucchi di mattoni
o tegoli cotti accatastati senza
interstizi al sereno. V, Pign.
CASS. Sacca delle reti— cass rar^
Sacca di maglia rada — spess^
di maglia fitta.
CASSA, cassa — Andà in d'on ~baull
e torna in d' ona cassa J Andar
vitello e tornar bue. Andar mes-
sere e tornar sere, viaggiar co-
me i bauli. Y. in Bauli — Ave
nanch per la cassa ^ Aver in
quel servizio — Romp la cassa^
Romper la tasca , Infracidare:
annodare — Quella in cui stanno
le varie lettere dei caratteri da
stampa — Specie di custodia o
scatoletta metallica, per lo più
d'oro o d'argento, di forma ton-
da, più o meno stiacciata, la
quale racchiude il castello e le
altre parti dell' oriuolo. Parti:
Battuda_, Borlin^ CùuJ spajazz^
Molla^ Passetta Sercett^ Veder ^
Zainera^ Cover e, Mane gii A-
nell — Quell'ingrossamento della
cannella ( bocchell ) di certe
trombe da tirar acqua (trom-
ba), dove è un ampio foro tras-
versale , in cui entra e gira la
chiave (rubine té) , onde lasciar
uscire 1' acqua o rattenerla —
Nei gravicembali , r ossatura
contenente la tavola armonica,
le minuge, ecc. — Intelajatura
mobile che serve a colpeggiare
o a battere il ripieno attraver-
so all' apertura delle fila del-
l'ordito per far la tela. Parti:
Cassaj cassetta Portacassa^ Por-
taliss^ Staggj Stagett — il legno
in cui posano le canne e gli ac-
ciarini delle armi da fuoco por-
tatili — Cascio : il coperchio
della forma da far la carta —
Stagnata: cassetta di latta (tol-
ta) nel cui piano posa la cote
dei rasoj — Cassa da morto —
Cassetta: r intelajatura o base
del torcoletto da tondar carte
e libri, nel cui fondo cadono le
tondature (remondur) — casci-
notto : nome di que' truogoli in
cui si fiorisce il pesto delle pri-
me pile con fior di calcina per-
chè si consumi il sudiciume dei
cenci— Cassettamome di ciascu-
CAS 158 CAS
no scompartimento dello span-
ditojo (sena!) formato dai pila-
strini (tendon) e dalle pertiche
{tendirceu) — Armadio : quella
specie di scaffale a sportello
che difende le canne e il con-
gegno fonico dell'organo — Tra-
vone : quella parte della cassa
del telajo da tessere che serve
a tener fermo il pettine — Te-
lajo: quello del falcione da fare
il segato (triapaja) — cassa di
ferro , Forziero , Cassa: specie
di scrigno, ma più stabile, più
forte , e meglio serrato , cioè a
più chiavi a secreto. E Cassa è
il danaio ch'altri ha a disposi-
zione in cassa; più , la stanza
in cui il cassiere riscuote e
paga — Deficit de cassa. Vedi
Deficit — Fà cassa s Far cas-
sa: mettere insieme nel giuo-
co, ecc. — Mett a cassa Re-
gistrare nel quaderno di cassa
— Gir de cassa J conto morto a
cassa - L'omm de cassa,, Il
Facchino — Batt cassa Dare
una bussata: chieder danaro —
Yiv su la cassa di pover -mort^
Campare a ufo — cassa d'aria^
Cassetta dell'aria: quel conge-
gno in alcune stufe e in alcuni
caminetti per cui si serba del-
l' aria calda da distribuirsi a
piacere — del Cavell. V. capel-
leva — de V ceucc J Coppo , Oc-
chiaja — del pastizz^, Crostata
— tarmborJ, Cassa— de ordidora.
V. Ordiceula — per Cavell de- fà-
giò. V. in Cavell — de vespavmiJ
Cassa di risparmio — de tajà i
cornisJ Ceppo da ugnare a cas-
setta.
CASSA (FOHD DE). Fondo di bottega.
CASSA- Lasciar addietro, Non met-
tere in opera uno, ecc.
C&SSABANCH. Cassapanca : panca
per lo più con spalliera (sclie-
7\al) e il cui piano mastiettato
serve per coperchio.
CASSA DE LA LEGNA. Cassa da ca-
minetto o della legna. V. zesta
de la legna.
GASSÉE Scaffalino: quello che sta
appeso a lungo il banco degli
osti e simili.
CASSELL. Erba raperina, Sacco
montagnuolo, Borsa di pastore,
Borsa pastore (Thlaspi borsa
pastoris): pianta umile, di niuna
apparenza, comunissima; frutto
quasi triangolare ed attaccato
ad un peduncolo alquanto lun-
go, onde prende aspetto di una
borsa. Anche , Erba che ram-
pega.
CASSER. Cassiere.
CASSEBA. Cassiera.
CASSETT. Cassetta: parte della
carrozza dove siede il cocchie-
re. Parti : Cascada^ Assa de
cocceVj, Pienton de pigna — Il
cassettino in cui cade il caffè
macinato col macinino (masnìn)
— Cassettino: ripostiglio nelle
tavole , scrivanie , negli arma-
di, che si tira fuori per dinanzi
— On cassett de.danèe o simile,
Una cassetta di danaro o si-
mile—Coperchio: quella tra-
vetta orizzontale della cassa
del telajo da tessere, che in-
sieme col travone {cassa) tien
fermo il pettine — per Cas-
seri, v.
CASSETTA- Cassetta — Cassetta da
sputare: di sottili assicelle, con-
tenente segatura(r£<7%sc)di legno
o rena (sabbia) , e tiensi nelle
stanze a uso di sputare dentro,
per non lordare altrove — La
soa cassetta^ II danaro dello
stipo — Spillatico: quel danaro
che non è parte della cassa ge-
nerale d'una società o simile —
Ceppo: la cassetta delle mance
— Botteghino: armadino che i
piccoli merciajuoli (borometta)
portano appeso dietro la schie-
na andando di paese in paese,
o vendendo per le strade — de
la capia^ de la caponeva * Bec-
catojo — de decroteenv^ casset-
ta — del fceugìi Cassettina da
fuoco, da piedi — di letter. Bos-
solo , Cassetta delle lettere :
quella appesa al di fuori delle
botteghe dei tabacchini {tabac-
chée) nei vari quartieri della
nostra città, dove impostar let-
tere , senza recarsi all' uffìzio.
Tra noi questa piccola posta fu
CAS 159 CAS
messo nel 1807, e tolta nel 1814.
rimessa nel 1850.
CASSETTERA. Scannello : specie di
tipo o d'armadio da riporvi
scritture o altro.
CASSETTON. Cassetta : ognuno di
quei recipienti quadrangolari di
legno, in numero di tre o quat-
tro , in dimensioni appropriate
a quella dei cassettone (cumò),
entro il quale scorrono; vi si
ripongono vestimenta, bianche-
ria o altro. Parti: Bocchetta
Manetta ^ Pomm — Nome degli
sfondi dei rosoni nei palchi a
soffitto o simile.
CASSINATT- Abitatore di cascina,
cascinaio.
CASSINELL- Cascinello. Nei capan-
ni camperecci di legno e paglia
chiamasi cosi tutta quella Sof-
fitta che li tramezza per dare
posto al fieno e agli strami che
vi si allogano come sopra una
cascina (cassinna).
CASSINNA- Cascina, Cassina: luogo
dove si tengono le vacche e dove
si faanche il burro e il caci —
Casale: mucchio di piccole case
in contado — Capanna, Paglia-
no: specie di tettoja, le più volte
sopra la stalla — Podere, Pos-
sessione.
CASSINNA. Nome particolare del-
l'arsenale in cui si conservano
gli infiniti attrezzi che occorro-
no in servigio della fabbrica
del nostro Duomo.
CASSINOTI. Capannotto — Tettoja:
ricovero aperto da ogni lato.
GASSINOTI DE L' OSPEDÀA Era un
capannotto proprio all'Ospitale
Maggiore; cioè una gran tettoja
sostenuta da informi pilastri di
cotto. Sotto di esso tennesi il
mercato del burro, ecc., fino al
18 marzo del 48. Perchè in que-
sto giorno cominciò ad essere
atterrato dai Milanesi , e delle
macerie si fecero barricate. Ora
il mercato n' è alla Vetra; e
quella piazza venne alberata
simmetricamente. V. in Balla^
par. 3.
CASS0N- Frullone: quella specie
di cassa in cui sta il burattello
— fig. Cassa: la cavità dei petto
a cui difesa è il costolato — del
VozZj. Tino da pozzo.
CASSOU. Pagliuolo: ripostiglio a
poppa nelle barche — Capanno;
quello di fiasche o di paglia
dove si nasconde 1' uccellatore
per pigliare gii uccelli al pare-
tajo (tesa) o alle rete aperte (ai
red de ciappà ì lodol).
CASTAN. Castagno (Castanea vul-
garis): grosso albero che prova
bene ne' luoghi alpestri, e a ba-
cio (a l'invers)\ fusto dai 40 pie-
di fino ai 75; foglie bislunghe,
appuntate — Intend ona rogora
per un castan ^ Dicesi cosi di
chi è sordissimo.
CASTAN. Castagno: di colore cupo-
oscuro non vivace; quello della
peluj a (gèa) di castagna.
CASTAN AMAR o D"1 INDIA Castano
d'India LEsculus hippocasta-
num): bellissimo albero; cresce
presto ed ama i piani e le rive
dei fiumi e dei fossi ; legno te-
nero , fragile, adattato per gli
intagliatori; scorza capace per-
le conce delie pelli. V. Castegna
d'India.
CASTANELL. Castagnolo , Casta-
gnuolo.
CASTANIL. Luogo selvato a ca-
stagneto , Castagnoleta per la
palina, castagneto per la pali-
na, Bosco da palina, Boscaglia
a palina, Palaja o Vernacchiaja
0 Polloneto di castagni: casta-
gneto di pon ine o di virgulti di
castagno che si coltiva per a-
verne pali da palar le viti.
CASTÈGNA. Castagna: frutto del ca-
stagno; diricciato (contfàa fceu-
ra el risc)\ è prossimamente o-
vale, schiacciato da due parti,
ovvero da una sola, farinaceo,
asciutto , dolcigno, e mangiasi
lessato o arrosto, o anche can-
dito (candidàa). È primamente
velata della peluja (gèa), poi
coperta della sua buccia (dova)
di color bruno rossiccio eccetto
che nel bellico (cùu) per cui sta
attaccata al riccio (rise) — Pelà
1 castegn^ Sbucciar le castagne
— pan de castegn* Castagnac-
CAS 160 CAS
ciò, Pattona, Nicci — Quell del
pan de castegn ^ Castagnaio —
Castegn arost.V. Mar on — Quell
di castegn a rostj Caldarrosta.) o,
Bruciataio — Padella de fa To-
sti i castegn, Padella delle bru-
ciate , Bruciamola — castegn
~bianch o pestj Castagne secche
o bianche , le Tallone (i Luc-
chesi) — a less. V. Belegott —
urodeli o I crodell J di casco o
di fogliajole o cascaticce o ca-
scarecce — gemella doppie —
amar. v. castegna d' india —
Ona pansciada de castegn a
less ^ Una succiolata — Quell
di castegn a less. V. Castegnatt
— Castegn a less d' on cattiv
savorperl'umed^, Succiole diac-
ciuole — El sit dove se lassa i
castegn in di rise ^ Ricciaja —
castegna varisella^ Giuggiolana
pastinese — ostanna^ castagna
agostina — r ossero- „ dossola o
rossola o grossola — setlem-
ì)rinnaJ primaticcia — salvade-
ga , salvatica — garavinna „
carrarese o carpinese — spe-
ronila _, frombola o fronzola —
che s'eioppa in acqua J colatìa
— FU de castegn Resta di ca-
stagne — Castegn appenna cat-
taa,, Castagne fresche, verdi. E
Castagnaio è colui che coltiva,
raccoglie, vende le castagne. V.
Antegià, Borceul, cuni, Maron,
Pela de j , Farti, Veronesi, Bele-
gott ^ Salvarceli , Selva — Far la
castagnatura : dicono il racco-
gliere le castagne. V. anche in
spigorà e Antegià.
CASTEGNA D'INDIA o AMARA. Ca-
stagna dei cavalli o d: Iudia. È
ottima pastura per le pecore, i
bovi e le vacche; la farina di-
battuta in acqua, presta il ser-
vizio del sapone, e ne rimane
una fecola che può convertirsi
in amido. V. Castan amar.
CASTEGNA , CASTEGN (EURA. Casta-
gnuola: cartoccio lungo un pal-
mo e mezzo , ripiegato tre o
quattro volte, ripieno di polvere
da fucile, e di carbon pesto, e
eon nodo in mezzo ; piglia fuoco
schiaffandola per terra . scop-
pia e saltella. Anche, Rasgiaj,
sig. 1.
CASTEGNATT. Succiolaio: che ven-
de le succiole (belegott) — Ca-
stagnaio: che vende le castagne.
CASTEGNCEURA. Castagnuzza: pic-
cola castagna — Peretta: nome
delle pallottole a punta che,
poste sulle groppe ai cavalli, li
stimolano al corso — Casta-
gnetta: strumento di percussio-
ne composto di due piccoli pezzi
di legno o d'avorio concavi
che si fanno aderire alla mano
per mezzo di un filo che si lega
intorno alle dita e si fanno suo-
nare in cadenza battendo le
due cavità una contro r altra
— Batt i castegnceur j, Andando
toccar l'uno con r altro piede:
quel tagliarsi che fanno talora
alcuni cavalli urtando co'piedi
posteriori negli anteriori — Fà
■ i castegnceur^ Far le castagne:
di queir atto che colle mani si
fa in dispregio altrui, messo il
dito grosso tra l'indice e il me-
dio — per Castegna^ par. 3, V.
CASTEGNCEURA per Pradirceu si-
gnif. 2. V.
CASTELAN (I). Le Castella: gli abi-
tanti dei castellani dipendenti
da alcun paese grosso.
CASTELETT. Castelletto: piccolo
castello — Castelletto: quel con-
gegno che tiene in guida le
stanghe dei mazzi da pila.
V. Tremezz — Quella parte del
torchietto dei cartolai che ha
in sè il ferro che s'impugna dal
legatore per tondare. Parti:
Cartella j Fer_, Guid^ Sciocchiti^
vit — Castellina, Cappa: muc-
chio di tre nocciuoli con uno
sopra — Giugà a castelett^ Giuo-
care alle noci disposte a cappe,
Far alle noci o ai nocciuoli di
cappe. V. in Nós.
CASTELINNA. V. Maragnosu.
CASTELL. Castello — Fà i castell
in aria., Far castelli, castellet-
ti, castellucci in aria: figurarsi
nella mente cose che non pos-
sono avvenire — Castelli : l'inte-
lajatura della frasca (bosch)
dei bachi da seta — Castello:
cas m CAT
le due cartelle d'un oriuolo che,
fermate coi colonnini , ne con-
tengono tutto il meccanismo —
Midollone: il midollo intimo dei
cocomeri (auguri), v. MoUasc
— Mozzatura: il complesso delle
particomponenti il mozzo (scepp)
delle campane — Palco, Ossa-
tura delle rame : negli alberi, la
ben ordinata diramazione di
quei tre o quattro rami nei
quali si divide il tronco alla
sua inforcatura — Tra in Ca-
stells Mettere in castello : man-
giare.
CASTIGAMATT Gastigamatti , Con-
ciateste, Castigapazzi.
CASTON. Castone : quella coppetta
o cassettina metallica, saldata
sul gambo (gamba) dell'anello,
e nella quale è legata la pietra
Consta del fondo della fascia ,
della foglia — cassetta: quella
coppetta metallica, in cui è le-
gata una pietra che non sia
anello.
CATAFALCH. Catafalco - per celia,
Cerimonie.
CÀTAL0GHt Catalogo — di avocatt^
di procurador,, e simili , Ruolo
degli avvocati, dei procurato-
ri,ecc. — Fa el cataloghi Tesser
il catalogo — Mett a cataloghi
Catalogare.
CATALPA. Catalpa di foglie cuo-
riformi, Bignonia (Bignonia ca-
talpa): albero a foglie grandi e
fresche; fiori copiosi ed ele-
ganti, bianchi screziati di por-
pora, di odor soave, disposti a
pannocchia (Iceuva) alla som-
mità dei rami; regge al freddo
più gagliardo dei nostri invei-
ni: orna parchi e giardini —
Bignonia della Virginia , Bigno-
nia americana (Bignonia radi-
cans) : alberetto che s'attacca
agli alberi o ai muri per mezzo
di radichioni o succhiatoj ed in
breve vi forma sopra un tap-
peto di amena verzura: si mol-
tiplica dividendo il cespo dei
suoi fusti e delle sue radici per
margotte o per barbatelle tratte
dai rami di due rami. Anche,
Big non a.
Banfi, Foc
CATAPUZZA. Erba da pesci, Cata-
puzia , Cacapuzza , Gomitaria
(EuphorbiaLathyris): erba bien-
ne, alta da due a quattro piedi:
foglie opposte in croce, om-
brello con due a cinque raggi;
semi grossi, bruni, obovali;
scabra.
CATARATTA. Cateratta: cecità di-
pendente da opacità della lente
cristallina dell'occhio o della
di lei membrana.
CATASTER. Catasto: libro in cui
sono descritti i fondi stabili del
paese coir indicazione d'estimo,
i confini, il nome del possesso-
re, ecc.
CATASTRIM. Catastino: l'estratto
del catasto che 1' estimato ot-
tiene dal pubblico uffizio per
quella parte per cui vi è in-
scritto.
CATATOMBA. Catapecchia: cattiva
casa, in brutto luogo.
GATATOPPIA o CATOPPIA. Trabic-
colo : di cattiva stanza o casale
— Trabacca di frondi, Frasca-
to: capanno di frondi verdi di
vite, carpine (carpen), ecc.
CATELINA- V. PicozZj par. l.
CATERINETT. Pappi : lanugine del
seme di alcune piante, la quale
al minimo soffio si spicca e svo-
lazza per l'aere e impela i vi-
cini.
CATERINETTA. Vaccuccia: magra
vacca da macello.
CATERININ DI C0STAJG5UR. La Sec-
ca, La Morte secca: la morte.
CATIV. Cattivo — Deventà cativ
incattivire , Rincattivire — Fa
el cativ Buttarsi al cattivo —
Minga cativ '_, Belloccio: di cosa
bella anzi che no.
CATIV (I). V. Br uscii (I).
CATIVERIA. Cattività, Cattivezza.
CATOI. Gattabuia: prigione — Vest
in catóìj Esser al bujo, in car-
bonaia.
CATTI Oh catta! Mesci! — Avegh
nanca temp de dì: catt ^ Nol
aver tempo di dire: mesci!
. . . palpirozu a Natala
Sicché se corenj catti rè naturai.
(Porta ).
41
CAT 162 CAT
CATTA, G ATT AD A. Cólta - Rac-
colta.
CATTA (VÀTTEL A). Vallo cerca!
Indovinalo grillo! indovinalo!
Bosco ! vattel' a catta.
CATTA. Cogliere: staccare dal-
l'albero pesche (persegli), mele
(pomm), susine (brugn), e si-
mili — Raccogliere : pigliare al-
cuna cosa di terra; fragole
(magioster) e simili — Sopra-
prendere — Trovare, Ritrovare,
Rinvenire — catta adoss^ giò„
Cogliere — foeura., Scegliere,
Scerre — Ricapare: sceglier il
bello e il buono — sù^ Toccar
delle picchiate , Toccarne , Es-
ser zombato— Ricogliere, Ri-
corre — per Bàttelaj, sign. 1, V.
CATTABRÉGA , CATTABUJ , CATTA-
BOLDA- Bolli bolli. Parapiglia.
CATTABBJGH. Accattabrighe.
CATTABUSA. Catrafosso : preci-
pizio.
CATTADINNA. Un po' di cólta o
raccolta.
CATTADOR. Coglitore : chi coglie
o raccoglie frutti — Cogliluva:
chi coglie l'uva.
CATTAFiGH. Ladra, Brocca: lunga
canna rifessa in cima in più par-
ti, tenute allargate, per lo più in-
tessuto di vimini (sares gorin)
fin quasi all'estremità : serve a
cogliere i fichi — per Giova ^
V. sig. 2.
CATTAFIRA (A). In fila.
C ATT AME JANNA. Strumento agra-
rio, assai somigliante a quelle
reti che diconsi vangaiuole (gua-
da), col quale radendo la cima
della panicastrella (mejanna)
se ne raccolgono iseminel sac-
chetto conico pendente dall' a-
sta cerchiaja che impugna il
contadino.
CATTANAJ. Canchero : di arnese e
strumento qualsiasi sconquas-
sato e che non faccia al bi-
sogno.
CATTAPABBI. Lo stesso che il Cat-
tamejanna, tranne che racco-
glie i semi del panico peloso
(paddi).
CATTAR(ED. Corbellino : panierino
(zestin) di vimini (de sares gorin)
a bocca dentata, fermato in ci-
ma d'una sottile asta: serve a
cogliere diverse frutte, special-
mente in vetta, e da non do-
versi abbacchiare (pertegà).
CATTARQSU. Cavagnola, Burgogno-
la: specie di brocca (cattafigh)
della quale servonsi i contadini
per cogliere pere, mele, pesche
e simili. È una paletta di legno,
inastata sur una lunga pertica,
nel cui piano è infìssa una spe-
cie di cestellino di vinchi o ro-
tondo, o ellittico, da cui orli e-
scono , a guisa di denti, varj
sprocchi aguzzi , tra' quali ri-
mane prigioniero il frutto ca-
dendo nel cestello.
CATTAStj (DA VIA DI). Andare per
darne e toccarne, Far come i
pifferi di mgntagna, che anda-
rono per suonare (per dà via) e
furono suonati (han cattàa sii).
CATTÒLEGA (BATT LÀ). Andare al-
l' accatolega. « Questo è un
giuoco di parole, dice il Fan-
fani nel suo Vocabolario del-
l'uso toscano; la cattolica è un
luogo tra Rimini e Pesaro: e il
popolo , profittando del suono
quasi uguale che rende con
l'articolo innanzi, scambiò di
La cattolica ne fa V accatolica^
riducendola al proposito suo. >
Fiabe, dico io, fiabe, fiabe. Que-
sta parola con desinenza di su
di giù uguale è vivissima in
tutti i cento dialetti d' Italia, il
cui popolo, è vergogna il dirlo,
ma bisogna, non sa neanche
esservi quel luogo detto Catto-
lica^ meno chi vi abita o vive
in quei paraggi. La voce Cat-
tolega o altrimenti pronunciata
e scritta trae certo da catto-
lico o da cattare^ accattare ;
andà a catta sù.
CAUSA. Causa — Domà causa de
fà, de dì, ecc., In punto di fare,
di dire, ecc. — Andà a cercò,
tante caus pers, Chi la guarda
in ogni nugolo non fa viaggio.
CADT. Cauzione — Cauto — per
Caved, V.
CAUTA. Far cauto, Cautare: assi-
curar di non iscapitare.
CAU 163 CAV
CAUTASS- Rifarsi, Riscattarsi, Re-
staurarsi di....
CAV. Conche, Fossette: quelle con-
cavità che ha il cavai vecchio
sopra le sopracciglia {zij).
€AV. Cavo: cavità naturale o ar-
tefatta— Cava: qualunque luogo
un po' incavato nella terra —
Miniera già incominciata a ca
vare — Fosso — Gran gora —
de sabbia, Cava di sabbione —
del fer, Ferriera — del marmor,
Lapidicina — del soffregh , Sol-
fanaria , Solfatara — de V ar
gent, Argentiera — del lumm
de rocca,, Allumiera — de l'or J
del raram ^ Cava deir oro , del
rame.
SAVA. Fiosso: la maggiore inca-
vatura del iato interno, onde
risulta un calzare destro , e un
calzare sinistro, da non doversi
scambiare l'uno coli' altro —
Incavo per Molerà,, V.
CAVA. Cavare — Accavigliare : tor-
cer la seta sul cavigliatojo, ac-
ciocché prenda maggior lucen-
tezza (su la caviggia).
CAVABALL. Tirapalle: strumento
per estrarre le palle fermate
entro le carni. Anche, Tira-
ball.
CAVABALL- Tirapalle : strumento
che serve a cavar le palle dal
fucile. Anche, Tiraball.
CAVABUSCION- Cavaturaccioli, Ca-
vatappi, Cavastopacciolo — a
macchina^ composto — a rubi-
nett J a cannella. Anche, Tira-
busciorij, Tiraboscion.
CAVADA- Ricavo, Rendita, Frutto,
Fruttato.
CAVADENT. Cavadenti.
6AVADIN. cavalno : specie di ta-
naglia con cui si tengono saldi
i ferri nei fabbricarli — - V. Ca-
vallina.
6AVADINNA. Cavatina — Scappa-
tella, uno Scappavia: di di-
scorso.
CAVADOR. Cavatore: colui che
cava la seta
6AV ADORA. Palancola : quella ta-
vola sulla quale sta il renajuo-
lo (bajron) a cavar la ghiaja
{gera) e la sabbia nelle cave di
rena (cav) — Ferro da cavar le
forme: ferro ricurvo e fermo ia
unmanico orizzontale, del quale
si servono i calzolai per levare
le forme dalle scarpe e dagli
stivali.
CAVAGN. Paniere : vaso il più
delle volte rotondo, tessuto di
strisele di leguo, col tondo {cùu)
piano — del disnà, Panierone
da pranzi — de semenza „ Pa-
niere da semente. Dante dal no-
stro Cawzgw trasse il verbo Rin-
cavagnare.
CAVAGNA- Paniere: arnese fatto
di vinchi, con manichi, da te-
nervi e portar entro robe —
zana: cesta ovata, intessuta di
vinchi, per tenervi dentro più
cose, o quantità di cose — del
pan^ Panattiera — del ciel^ Ce-
sta: quella che ponsi sovra il
cielo delle carrozze per collo-
carvi checchessia —di bottelli^
Portabottiglie — di fiasca Por-
tafiaschi.
CAVAGNADA. Un paniere di —
Colpo di paniere — Zanata:
quanto cape in una zana.
CAVAGNÉE, CAVAGNIN. Cestaruolo
— Panieraio — Canestraio.
CAVAG3KEU. Panierino — Canestri-
no — Fà cavagnceUj Far masse-
rizie, Metter da banda — Fa on
cavagnceu a vun ^ Far una ca-
valletta a uno, Accoccarlo.
CAVAGUJCEULA. Canestrina.
CAVAGNCEDLA (GIUGA A). Fare a
cavagnola : specie di biribisso.
Ha gran diversità da paese a
paese, anzi da conversazione a
conversazione. Per lo più è co-
si: S' un cartellone son 70 nu-
meri, spartiti in 9 colonne tra-
sversali di 8 numeri ciascuna,
e 6 quella di mezzo, in un' urna
o bisaccia altrettante palle fo-
rate., con insertavi una carto-
lina su cui sono un numero e
una figura. Invece dell'urna, i
Genovesi, donde questo giuoco,
adoperavano un tovagliuolo
{mantin), che in loro vernacolo
dicesi cavajola; onde la nostra
voce. I giuocatori hanno da-
vanti a bò una cartella, su cui
CAV 164
CAV
stanno alquanti numeri colle
figure corrispondenti. Il gioca-
tore mette una somma sovra
un numero, e se il numero pun-
tato esce, vince 64 Volte la sua
messa, o può metterla sulla li-
nea che separa i due numeri, e se
esce uno dei due, riceve 32 volte
il valore che ha arrischiato. O
può metterla sulla croce che
divide 4 numeri, o se vien sor-
tito uno di questi , guadagna
16 volte la posta. Comunemente
non v'è il banchiere (bancher)
ma i numeri sono estratti per
turno dai giuocatori, e pagansi
le vincite dalla cassa comune
a seconda del valore stabilito
per ciascuna delle figure, le
quali sono bestie o caricature,
come il Pantalone, il Pulcinella,
l'Arlecchino, il Brighella. Parini
lo descrive nella Notte j, verso
655, ecc. V. anche Biribiss.
CAVAGNORIN. Canestrettino — Pa-
nieruzzolo.
CAVAGNOTT. Cavagne
CAVALANT. Cavallaro, Barocciajo.
CAVALANTIN. Cavalantino.
CAV AL ASC Cavallaccio — Sciatta:
di donna mal messa della per-
sona — Nabisso: di ragazzo o
ragazza, quasi che spiritati.
CAVALCA. Cavalcare, Accaval-
ciare.
CAVALCADA. Cavalcada.
CAVALLE, CAVALER. Bigatto , Filu-
gello, Baco da seta: quel bruco
che, appena schiuso dall'uovo,
si nutre della foglia del gelso
(moron) , e dal cui bozzolo (ga-
ietta) si trae la seta (Bombix
mori) — caino zz o camozzin
Pestellini — moscardin ^ Gelsi ,
Calcinacci — quartin o indiarla
Bachi svegliati dalla grossa o
di quattro volte — fxoron* Bachi
avanzaticci — che lavoren o
tacchen ben al boschj che ra-
gnano bene — bianche bianchi
— de la chinila , della Cina —
del Giappon , del Giappone —
terzolàa o terzoràa o zopp J
squagliati — Ospedàadi bigattJ
Bachi da seta raccogliticci:
racc^oi da terra o perchè ca |
duti, o altrimenti intristiti — che
ciappen color d' or che s' av-
viano a pigliare un color d'oro
— gialdon o grass, Vacche, Gial-
doni: che malati d'idrope non
fanno bozzolo — marscion^ Ba-
chi marci o neri — orbon., orbi:
cioè privi delle granella , dure,
lucide e a corona — rescion o
rescìott Jinfra.titiì Frati, dei quali
sono uua specie i bachi costo-
loni — che hin inanz in del sò
lavorerà Bachi avanzati — Man-
da ^ Avech ì cavalée al boschi
Avviare, Avere i bachi al bo-
sco, alla frasca — Peli di cava-
lée ^ Pelle, Buccia — Leva i ca-
valée ^ Allevare i bachi, Averla
bacatura — Vuj tegnì dò par-
tid de cavalée J vo' tener due
messe , due cavate di bachi —
Ona mettuda de cavalée Una
posta di bigatti — Andà giò de
la primrnaJ de la segonda^ ecc ,
Andar della prima, della se-
conda muta, ecc. — Mett o Te-
gnì cavalèeU Porre o Fare i
bachi — Tegnì i cavalée ^ Cu-
stodire i bachi — Scumà i ca-
valée j Scegliere i bachi — Ca-
valée lusirceu Chiarelle, Chia-
relli, Luccioli: que' bachi da
seta che si fan trasparenti, in
ispecie sopra la testa , e |non
mangiano , restando torpidi e
infingardi — Anche , Bachi pri-
maticci — terzin o terzirceu^
Bachi di tre mude o di tre volte
o indiani o Terzini — trevoltin^
Trevoltini — che dormen de la
primma o hin andàa giò de la
primmaj de la segonda,, de la
terza^ de la quarta,, Bachi che
dormono della prima, o la bian-
ca o la bianchina, cioè il primo
sonno, della seconda o la cene-
rina, cioè la seconda dormita,
la terza, cioè la terza dormita,
la quarta o la grossa o della
grossa o della quarta, cioè la
quarta dormita — Didda de so-
wnenza de cavalée J Anello di
semi di bachi: cioè quella quan-
tità di uova da bachi che entra
in un anello da cucire di mezza
I grandezza, e che in paro si rag-
CA.V
165
CAV
guaglia a un dodicesimo d' on-
cia. I bachi nati da quel seme
si chiamano pure Un anello di
bachi. V. Gattelli GattinnJ Fa-
loppJRecotlJ GaltozzJBordocch,
parpaj; S'cioppitt; Segn bianche
Segn negher^ Segn ross, Màa del
segn calcinazz „ Schiscetta J
Strusa,; strusin., Dobbion^ ecc.
CAVALETT- Cavalletto: panca ca-
valcioni alla quale il bottajo
lavora le doghe (dóvi e simile
— Quello che serve a reggere
da terra una botte di poca te-
nuta — Quella specie di capra
di cui fan uso i venditori di le-
gna, per pesarle — Ne'carrettini,
specie di bilico a V, posto
sotto al letto presso alle stan-
ghe dei barocci (volantin) , per
reggere in bilico il carro senza
cavalli — Quello su cui si spia-
ntano i mattoni — Capra, ca-
valletto: aggregamento di più
travi e legni, ordinati a trian-
goli per sostener pesi — Caval-
letto o Leggio da pittori: stru-
mento fatto di tre pezzi di legno
fra loro ad angolo, e su di essi
i pittori posano le loro tele per
dipingervi — Panca: arnese su
cui si lavorano i pettini — Ar-
cione: la parto arcata del fusto
di una sella o di un basto — de
denanz^ de dedrèe anteriore,
posteriore — Forcella: nelle
nostre barche, quella specie di
cavalletto colle punte in su, in
cui si fa punta di leva al timo-
ne (guarnagg) — Capra: stru-
mento sul quale si ragguagliano
le pelli — ingles], all'inglese —
ala r o manna ; Piedica; stru-
mento di legnamesimile a un par
di seste {compass) spalancate,
il quale serve a tener salde e
sollevate le travi o i pauconi,
mentre si segano ed anco ad
altri usi — de fe^rà. Cavalletto
a ferrare: i cavalli, ecc. — de
caV; da incavi: per stringervi
le tavole in cui s' hanno a far
gli incavi — de pèner * da pè-
nere — a staffa^ V. Cavaletton
— Giugà al cavalett; Far a ca-
valcioni o a cavalcione. Giuo-
co che consiste nel saltar che
fanno più fanciulli un dopo l'al-
tro a cavalcioni sulla schiena
d'un compagno, il quale se ne
sta incurvato come fosse ca-
vallo ad aspettarli — per im-
pugnadura ^ V. e per Cavra ,
sign. 5 e 6 V.
CAVALLET- Gàmbina : coreggia o
striscia di cuojo che connette
la vetta (scossura) del coreg-
giate (verga) al manfanile (vol-
tura). Anche, Cavali ^ Capelli
Treposta.
CAVALLETT. Banco: tavola bis-
lunga, sulla quale il fornaciajo
riduce colla forma la mota in
materiale. Consta di Piana; Ta-
volino BeviroeU; Truogoletto4
CAV ALETTA. Cavalletta: doppiezza,
inganno — Fàuna cavaletta^ Far
una cavalletta: ingannar con
doppiezza e con astuzia — Muc-
chio dai 30 ai 40 covoni (cceuv)
di grano accavallati 1' un l'al-
tro a foggia di tenda campale.
Anche, cavali de cosuv ; staf-
fetta — Botta o Rospetto. I no-
stri contadini chiamano cosi
quelle due bestioline, allorachè
le vedono negli stagni, cioè il
rospetto (sciattili) esser portato
a nuoto sulla schiena dalla
botta (sciatt) — per Saltamar-
tini V. — Giugà a salta cava-
letta; V. Saltacavaletta.
CAVALETTON. Pietiche (Le): ordigno
di che si servono i venditori di
legna per segare pedali, top-
pi, ecc.
CAVALIER DEL DENT. Cavaliere del
dente : dicesi per ischerzo di chi
fa Io scroccone, di chi uccella
a cena o a desinare — Fà el
mestèe del cavalier del dent
Scroccare.
CAVALLIN. (GIUGÀ A PIMPIN). Fare
a pimpino cavallino. Fare a
Mona luna. Un fanciullo di ce-
lato mette in una mano un quat-
trino, un confetto (benis), ecc.,
e quindi presenta le due mani
serrate all'altro giuocatore , e
gli domanda che indovini ia
qual pugno si trovi la cosa na-
scosta. Questi allora dice toc-
CAV
166 CAV
cando col dito indice ora runj
pugno or F altro.
pimpin cavalin^
Acqua calda acqua treggia \
Ten ti quest
E damm a mi quest.
Oppure :
Pimpin cavalin^
Con tré stera de molin^
Pan caldi pan freschi
Ten ti questa
E damm a mi quest.
Pimpin cavalin^
Va a toiu l'acqua al fontanin;
Va a lozu l'acqua a la fonianna^
Pimpin Marianna.
Se queste ultime parole s' ab-
battono sulla mano ov'è il con-
fetto, ecc., costui vince quel
eh' è dentro: se sulla vuota,
perde e talora dà una peni-
tenza. Questo giuoco non usano
i Toscani.
CAV ALINEA. Cavallina — Ronzina
— Giugà a la cavalinna Fare
a portaragazzo.
CAVALITT DEL LETT. Cavalletti,
Tréspoli, Caprette: pezzi di tra-
vetta, o di piano, lunghi quanto
è largo il letto , retti su due
gambe, con piede a gruccia.
CAVALL Cavallo (Equus caballus).
Il cavallo nitrisce, corvetta,
sbuffa, galoppa, trotta, rincula,
▼a di portante , di trapasso, di
scappata, a briglia sciolta, gua-
dagna la mano del cavaliere,
spranga, raspa, vibra le orec-
chie, vola, sbizzarrisce, casca,
brava, braveggia, stramazza,
s'abbindola, s'incarognisce, si
inguidalesca, s'innalbera, s'at-
tinge, s'impenna, ambieggia ,
stalla, scalpita, si sbocca, si
accoscia, aquatta, si aquatta,
fa il salto del montone, fa croc-
chiare i ferri, s'intaglia, si co-
pre, si sbalordisce, s'ammatti-
sce , vettureggia , ricalcia o
scalcia, andando tocca l'un con
l'altro piede, caracolla, fa ca-
racolli, carosselli, corre il pa-
lio, ecc. — V. Baslett j, calli
cav (1)^ Ce (El)_, ciomma„ cor-
nOj, coronna^ codon^ CroSi Dent
denanz de mezz Fiocchi Fa-
digli Gr-nga^ Dentin ^ FasceUj,
FettonJ FoppellJ Ganasson_,Ga-
ron^ Grasselli Giarett * Ganas-
sal^, Gnucca,, lncolladuraJ Muso,
MusellaJ Peli di naris^ Pastu-
rai Pasturell^ Quart , Schejonj,
Schinca^ Soe,ula Scagnej j Spe-
rona Stomegh in foeura^ Zij *
zuffs Vocuj j Mantell. Baj Do-
olàaJ FalpJ GrisJ RottinJ Savori
Tigràa zaina Contrapass *
Traina * Travarga .. Mascarizz*
Frontal bianche MorocoJTi Bai-
zanna j Roeusa * Stellàa^ Bols ,
Botta-veggia ^ Barbon Acqu ,
Paladinnaj cairceu, capstorna^
Borsini Ciumor crepazz Ca-
pellett J Doeuja veggiaJ Folett ^
Ciappon o Formella,, Forlunna
del cavali j Idoli Mar use „ Mo-
sear in „ Mascella .. Mastegador^
Galli Galettonì Giavard., Incio-
dadura„ Lunna^ Mal del tir<,
Pontinnctj Por . Povizz stran-
gojonj Rozzj Vertigeni vivol o>
Idoli Arta„ Brus ia^ Brustià,
Basti Bastinna^ cavezza^ Bria*
Brusacoa Fer a botton i Mors^
Pariceula J Mangia (El), Foett*
Scuriadaj Rognetta Striggia^
CasciaciodJ Fornimenti Speron*
RedinjSella. ecc. —Cavali bon de
dà al ciocchine Cavallo da man-
darsi alla Sardigna, o che ha
più mali che il cavallo della
carretta. Ciocchin chiamavasi
tra noi un uomo che s'era as-
sunto di ammazzare i cavalli
oramai inabili al lavoro — Ca-
vali che marsciss in stalla^ stal-
lìo — cavali che se drizza sui
pèe dedrèe^ che s'impenna —
che s' ingenceuggia^ o simile, che
casca — che irà * che calcitra,
calcia — che bev in bianchi che
ha un labbro bianco o che ha
le labbra bianche, o segnato di
cometa (cont el frontal bianch)
— cont la rceusa sul colli colla
rosa sul collo — del basini dalla
macchia bianca sul labbro —
che gh' ha la piaga del speron.,
travagliato dalla spronaja —
che va ben de contrapass am-
bi ante — che va ben de traina,,
CAV 167 CAV
o simile, che va di traino — de
balanzinJ di bilancino. E Bi-
lancino Jsi chiama chi lo guida
— de bara o stanga ^ da stan-
ghe — de barca o barchiroeu j,
di rimorchio — de caroccia^ da
carrozza — de scorsa^ Barbero,
Corridore — de fittavol o de mon-
tagna o de tirj, Cavallo da trai-
no, da basto, da soma, da tiro
— de paratia j, di rispetto o da
comparsa — de posta., di posta,
Cambiatura — razza^ Cavallo
da razza o di guadagno — de
noli d'affitto — de ritorno * di
rimeno — de sella ^ da sella —
de truppa^ da guerra — de vet-
tura,, vetturino — de vitta,, quar-
tato, Ronzone — insellda^ Ca-
vallo sellato — ligàa in di spallJ
attrappato — moccJ mozzo della
coda — cortaldo: se mozzo della
codao delle orecchie — bertone:
se delle sole orecchie — mor-
duu del loff,, allupato — ombriosJ
che aombra — pajsan^&dL cam-
pagna — perteghin o rampe-
gìiin j, Pertichino , Trapelo/, de-
nominazione del terzo cavallo
da tiro che qualche volta si ag-
giunge agli altri due per rinforzo
— restin^ Cavallo restio — sboc-
càaj, sboccato — senza cùu,
sgroppato — de saltador, salta-
rizzo — senza fìanch, sfiancato
— sutt de fìanch, scarso di fian-
chi — sutlil de coli o fin de gam-
ba, scarico di collo o di gamba
— stalladizz che marcisce in
istalla — tiràa sù in di fiancìi
0 senza fond, scarico di ventre
— Razza de cavali, Puledraja —
— Andà a cavali, Cavalcare —
Fà el cavali matt, Scavallare —
Sensal de cavaj, Cavallivendolo
— Cozzone — zifolà per fa bev
1 cavaj , Far il zuffolino ai ca-
valli — Pari on cavali marin ,
Parer lo smisurato: di persona
di collo assai lungo, ecc. — Gi-
ra el cavali, Volger il cavallo —
Matt per i cavaj , cavallaio —
Moccià on cavali, Scodare un
cavallo — Vess minga el cavali
de Ghinella, Non esser l'asino
Marrone, chiamano i cavallaj il
Cavallo bene ammaestrato, che
si accoppia al tiro con quello
da avvezzarsi.
CAVALI. Inforcatura: quella parte
del corpo umano dove finisce
il busto e cominciano le coste
— Cavallo : quel ciocco fitto
su tre piedi, dal quale esce
un grosso legno quadrato e
biforcato angustamente , nella
cui biforcatura si fa passare la
canapa per divettarla (baitela)
col mazzuolo {mazzosu) e dili-
scarla prima di passarla alla
maciulla {frantola) — Quello del
cocó, dei fanciulli per trastullo,
degli scacchi — Trespolo: ar-
nese forato pei lungo ed inte-
laiato su quattro piedi per col-
locarvi entro le ruote onde sian
ferme allorché se ne serrono i
quarti {gavej) — Reggia: quella
alla quale sostiene la forma
delle paste nella campana del
torchio — Fondo: la parte dei
calzoni che dall' inforcatura va
verso il dietro {partida d^edrèe)
e che fa sacca {borsa) quando
essi hanno in questa parte una
grande ampiezza — Cavallo, Ca-
valletto: quel legno a cui il com-
positore accomoda lo scritto da
comporsi a stampare per po-
poterlo leggere comodamente —
per celia, Bastone — Cavalletto:
congegno piramidale di tre travi
che si fa ne' fiumi per difesa ad
opere idrauliche — de la pesa,
Cavalletto della stadera — de
la noSj Anima: laminetta legnosa
e pieghevole, liberamente inca-
strata e frapposta fra i lobi della
noce, eccetto che nel centro del
gheriglio ( cucurucuu ) , dove è
l'attaccatura comune dei quat-
tro spicchj ( fes ) — Cavalletto :
quello a cui il contadino ap-
poggia la gerla in cui carica il
letame, ecc. — del seggion, quello
a cui le donne di campagna
posano il mastellone del bu-
cato — de coeuv. V. cavaletta,
sig. 2 — per cavalett, sig. 5.
CAVALL per carcass. V.
CAVALL (A). A cavallo — Vess a
cavali , FiG. Esser a cavallo ,
CAV 163 CAV
avere il vantaggio, aver vinto
— per cavallon (A). V.
CAVALLA. Cavalla.
CAVALLINNA (ERBA). V. Erba ca-
vallinlla.
CAVALLITT. Così chiamano i Brian-
zuoli quelle strisce di terra, che,
smossa e voltata all' insù dal-
l'aratro, rileva su quella che
P aratro non ha ancora rotto.
Somigliano a piccoli dossetti
dossetti longitudinali; e Virgilio
(Georgica I, r.97) pur li chiama
— proscisso quce (arator) susci-
tai cequore terga — Quando la
terra è profondamente smossa
e tutta ben rovesciata, siffatte
strisce son dette cavallitt grass;
e quando o per imperizia o per
malizia del bifolco si lasciano
tra l'un solco e l'altro dei tratti
sodi, coperti dallaterra smossa
lateralmente , questi sono detti
dai nostri Brianzuoli cavallitt
magher^ Scanna dai Rustici la-
tini— nee ubi crudtim solum et
immotus (bibulens) relinquatJ
quod agricolce scamnumvocant
(Colum. Il, 2, e 25).
CAVALON (A). A cavalcioni — A
cavaliere — Giugà a cawalon,
Fare a andar cavalcioni alla
mazza: cioè ad un bastone.
CAYAMACC Cavamacchie.
CAVANELLA. V. cavadinna.
GAVAOR. Lavorator d'oro vecchio.
CAVAPOLVER. Lamina: quella non
dentata della stregghia (strìg-
lia).
©AVARA Funerale. — Cataletto.
CAVASSELA. Battersela, Coglierse-
la, Pigliar le gambe, Sgabellar-
sela — Uscirne: dello sbrigarsi
di che che sia — Cont pocch me
la cavi, Ne esco a poco.
CAVASTACCHETT. Cavabullette :
strumento rifesso in una parte
a uso di cavar bullette (stac-
ehett).
CAVASTOPPA. Cavastoppa: arnese
di ferro , a vite in cima , col
quale si estrae la stoppa dalla
cannella di una botte.
CAVASTRASC Cavastracci: picco-
Io arnese di ferro a due branche
appuntate e spiralmente ritorte
in contrario verso , e cosi fatte
acconce adaggrappare lo stop-
pacciolo e cavarlo fuori della
canna senza sparare il fucile —
Garagolo: il cavastracci da can-
none.
CAVASTRIVAJ. Cavastivali.
CAVASUDOR. Stregghia: arnese di
ferro a lamine non dentate a
uso di stregghiare (siriggià).
CAVAVERDDRA. Cucchiaino della
verzura.
CAVAVIDON. Cacciavitone: ferrd
di cui si fa uso per estrarre il
vitone dalle canne delle armi
da fuoco portatili.
CAVE (DÀ). Trucciare nel palla-
maglio.
CAVED. Tralcio guardiano, Guar-
dia'.tralcio (tros) novello o del-
l'anno nella vite che si vuol ta-
gliare a due oèchi.
CÀVEDAGNA- Testata, Capezzagna.
Capitagna , Capezzaggine : quel
pezzo di terreno che in capo ai
campi si lascia incolto, perchè
il carreggio (la caradura) giuo-
chi senza danneggiare r arata
— Lembo : ne' prati marcitoj ,
quello spazio largo un due me-
tri che si lascia tra le fosse mi-
nori e la maggiore per darvi
pasco ai buoi, ecc.
CAVEDANI. V. cave zzai.
CAVEDELL. V. Borin.
CAVEDEN. V. cavezzal.
CAVEDIN. Stoppa di filaticcio.
C A VELERÀ Capelliera: la foltezza
della capigliatura — Capiglia-
tura: la qualità della capelliera
— Chioma: l'insieme de' capelli
tutti.
CAVELL. Capello : propriamente
pelo del capo umano — In ca-
vej , In capelli: a capo nudo,
cioè senza cappello, o simile,
delie donne — cavej de denanz\
de drèe , de la coppa, Capelli
della fronte , della nuca , della
collottola — Cavej drizz in pée,
Capelli irti — giò per i spali,
sparsi per le spalle — ciappass
per i cavej j, Accapigliarsi, Far
a capegli — cavej remiss, Ca-
pelli posticci — Ave el sangu in
di cave;, Bollire il sangue — Fa
CAV 169 CAV
vegnì biond i cavej, Rimbiondir
i capelli — Perd i cavej , Incal-
vire, Incalvare — Cavell tiràa,
Capello che piove — chefà for-
cella, forchettuto — anelàa, ina-
nellato — canelàa. V. canellon
— Portalla foeura per i cinqu
cavej, Salvarsi per una gretola,
Scapparla bella o pel buco della
cuffia — Robba che fà drizza in
eòo i cavej , Cosa che fa arric-
ciare i capelli — Sta in pèe per
i cinqu cavej , Reggersi a mala
pena — spartì i cavej, Scrinare
i capelli — Cavezza i cavej, Rav-
viare i capelli — Vegnì-gìò i ca-
vej a mazz , o simile, Cascare
i capelli a cespo a cespo —
Ve ss lì per i cinqu cavej de..., o
simile, Essere a un pelo di.... —
Scotta i cavej , Riprendere i
capelli coi ferro — Cavej destes,
Capelli spresi — Ona massa de
cavej, Un batuffolo di capelli —
On jllzceu de cavej ^ Una cioc-
chetta di capelli.
CAVEZZ- Ruotolo : volume di tela
che s'avvolge egualmente da
due capi.
CAVEZZ. Ravviato
CAVEZZA. Cavezza.
CAVEZZA. Ravviare, Rassettare,
Assettare.
CAVEZZADA. Ravviamento — Dagh
ona cavezzadinna_, Ripicchiarsi
— Cavezzata: colpo di cavezza.
CAVEZZAL, CAVEDEN. Cavedine, Ca-
vedano, Cavezzino (Cypri.nus ca-
pito): pesce d'acqua dolce; si-
mile al muggine, ma con isqua-
ma più larga ed inferiore an-
co in bontà. La rete da muggini
dicono : Saltatoja.
CAVEZZIN, CAVEZZINNA. Raviatti
no, Raviattina.
CAVEZZCEU. Scampolo: l'ultimo ta-
glio che resta d'una pezza già
tutta venduta.
CAVIÀA. Caviale: uova di storione,
salate, compresse, e ridotte in
pani nericci, di forma cubica.
CAVIADA. Accapigliamento: il pi-
gliarsi a' capelli.
CAVIASS SU Accapigliarsi.
CAVICC Cavicchio, Cavigliuolo :
la caviglia per sospendervi ve-
stiti o altro — Piuolo — ingessaci
in del mur_, Zingoncello — fig.
Detta: fortuna — Avegh el ca-
vicCj, Aver la fortuna nel ciuf-
fetto, Essere nato a buona luna,
Aver la lucertola da due code
— Spillo: pernietto di legno con
cui si tura il forellino che si fà
in qualsiasi luogo della botte o
del tino, per assaggiare il vino.
CAVICC Cruccia, Gruccia: stru-
mento rustico , fatto a guisa di
gruccia (scanscia) per ficcare i
magliuoli (molett o guggell) nel
divelto.
CAVICC DI MAZZ. Caviglie dei maz-
zi {mazz): ne'torchj da stampa.
CAVIERA. Capelliera. V. Cavelera
— fig. Barbata, Barbatico: cioè
tutte insieme le barbe d' una
pianta. Anche è detta Barbicaja:
la quai voce però usasi da ta-
luni a significare quel gruppo
di radici che alcuni alberi han-
no a fior di terra intorno al
colletto , chiamato coronna di
radis.
CAVIGGÉE. Cavigliatojo: nome di
quelle travi a più caviglie (ca-
vicc) a cui i macellaj, i salsic-
ciai, e simili, appiccano i pezzi
delle carni macellate —Mettin
caviggiaJ Appiccare al caviglia-
tojo : incavigliare pei garetti
(giarett) posteriori le bestie ma-
cellate.
CAVIGGIA. Caviglia: specie di ca-
vicchio — La parte sotto il mal-
leolo o la noce del piede — Cavi-
gliatojo: strumento di legno di
forma cilindrica', incastrato da
un capo nel muro, o a dente in
terzo in un palo, e terminato
dall'altro da una testata di le-
gno tonda sopra di cui si torce
la seta. V. cava. Lo adoperano
pure i merciaj per avvolgere il
refe, i tintori per avvolgervi il
filo. Anche, Caviggiott — Par-
rucello: nome di quei bastoni
sui quali si ligia la seta — Ca-
tello : quella parte che serve a
tener incatenate le stanghe dei
mazzi nelle pile da cenci — de
manegg j Torno : legno lungo e
rotondo che nello avvolgervi e
CAV 170 CAV
svolgere i panni dai tintori,
gira.
CAVIGGIABA. Colpo tocco nella ca-
viglia: del piede.
CAVIGGIM. V. Fortunin.
CA\IGGI(EULA. Mastiuolo tondo.
Nome di quelle vitine colle quali
si usa fermare i cerchioni sui
quatti {gavci) delle ruote da
carrozze, ed anche assodar al-
tre parti.
CAVIGGION. Cavicchiotto — Un nato
vestito: di uomo fortunatissimo
— Assortito: uomo fortunato
(Fag. Rime, II, 152):
Ma al gatto riesce e poi si vede
In piè restare; onde d'un as-
sortito
Si dice: come i gatti ei salta
in piede.
CAVIGGIOTT. Cavigliatojo. V. \Ca-
viggia, sig. 3.
CAVIGGIORATT. Colui che fa i ma-
stiuoli (caviggioeul).
CAVIJ DSL FORMENTON. Barba, Ca-
pelliera del grano turco: quella
nappa o ciuffo di fili rossicci,
capelliformi, che escono dalle
glume della pannocchia (losuva)
e pendono dalla cima della me-
desima; sono essi i pistilli del
fiore femmina, cui rende fecondi
il pulviscolo (polverinna) che
cade dal fiore maschio posto in
cima alla pianta. Anche, BarMs.
CAVION Zazzerone — Capelluto —
Soldato con elmo a criniere —
On azident d'on cavion franzes.
CAVOL (VARI ON). Valer uno strac-
cio, una boccicata: nulla.
CAVOL- FIOR. Cavolo fiore (Brassica
caulifioi a): sorta di cavolo(,y<?r^)
i cui numerosi e fitti fiorellini
formano una bianca nappa ton-
deggiante, o palla, cioè l'unione
de' rametti e dei rudimenti dei
fiori, la quale, cotta, mangiasi
in insalata, o in salsa, o altri-
menti.
CAVOLLATT. Crema, Cavo di latte:
vivanda fatta di panna {pan-
nera), mista a tuorli d' uova
(ross d' oeuv), anche con cioc-
colata o caffè, zucchero e aro-
mi, il tutto rimestato per farlo
i incorporare e rappigliare al
fuoco.
CAVORIN. Cosi chiamiamo un bi-
glietto di lire due, sul quale è il
ritratto di quel valent' uomo di
Cavour.
CAVRA. Capra (Capra hircus). essa
bela, specora — sataactef,'^ stam-
becco (Capra ibex). v. Pentellin.
CAVEA- Capra: macchina per sol-
levare verticalmente pesi assai
grevi — Grue, Gru: macchina
per sollevar grossi pesi e tras-
portarli alquanto orizzontal-
mente dopo di averli elevati.
Anche, Grua — Capra: legno
su cui si fìssa V osso che si
vuole spianare col parone (fer
de raspa) — Strumento per ac-
conciar le ruote — Cavalletto :
T ordigno che sostiene i torni
{tornej) che si. usano per far
ben intignere le pezze nelle
caldaje,e nome degli ordigni
su cui prosciugano le robe tinta
0 le si posano per tignere.
CAVRA (ERBA). V. Erba cavra.
CAVRÉE. Caprajo, Capraro.
CAVRETT- Capretto, Cavretto, Pe-
corino. I verbi vagire j miccire
ne esprimono la voce — mon-
tagnin montanino — pastor ^
allevato dai pastori — Ligà per
1 quatter gami) i cavretto Acca-
prettare.
CAVRETTA. Maniglia, Manico: quel-
la del segone {resegon).
CAVRIADA. Cavalletto: congegna-
tura di tre travi e altri legni,
ordinati in triangolo verticale;
è parte principalissima della
travatura, ed è posto a inter-
valli nella lunghezza del tetto.
Parti: Fond o RadiSj, BrasciceUj,
. Ometl J Sajett ^ Terzer^ Travers
de gronda., cantirJ Codeghett —
Cavriada a fond doppi o a trii
omitt^ Cavalletto a doppia ca-
tena o a doppia asticciola.
CAVRIffiU. Viticcio: il riccio che è
sulla cima e lungo il tralcio
delle viti, che inanellandosi, si
avvoltiglia attorno al sostegno
— Andà in cavriceu^ Andarsene
in pampini.
CAVRIffiU- Capriolo (Cervus ca-
CAV
171
CE
preolus): mammifero ruminante;
corna diritte, rotonde, divise in
tre rami, e profondamente se-
gnate di solchi longitudinali
nella parte inferiore.
CAVBIOEULA. Vitalba (Clematis vi-
talba): erba perenne; fiorisce
d'estate nelle siepi; matura il
frutto in autunno ; ci è chi man-
gia in primavera le tenere pian-
te, ma quando è adulta, è cau-
stica, e messa sulla carne, la
svescica e produce una piaga
superficiale. La chiamiamo an-
che Ligabosch ^ V'ineritola. V.
Erba de pitocch.
CAVRON. Caprone — Pari un ca-
vron^ Sembrare un caprone :
avere folta e lunga barba.
CAZZA. V. Tazza de tenció.
CAZZA VE LLA. Averla maggiore o
grossa, Castorchia grossa, Verla
grossa (Lanius excubitor): uc-
cello silvano; parti superiori
cenerine chiare; petto bianco;
base delle remiganti secondarie
bianca.
«AZZIRffiULA, CAZZARCEULA- Casse-
rola: vaso non molto cupo; fon-
do uguale alla bocca senz'orlo;
manico laterale; ponesi sul for-
nello per cuocervi le vivande —
de terra^ Terrina.
CAZZffiULA. Cibreo, Creste, Fega-
tini: manicaretto, composto di
coratella (polmon) o fegatini (/£-
degh), colli, ali e creste (scest)
di polli — per Lumnij, sig. I V.
CAZZffiURA, CAZZffiULA. Mestola,
Cazzuola : str umento che serve
per maneggiare la calcina nel
murare, intonacare (stabilì) ed
arricciare (reboccà).
CAZZOTT- Cosotto: colpo dato al-
trui col pugno chiuso e sotto-
mano — Fa sott « cazzotta Fare
a' cosotti: darsi a vicenda dei
cosotti — El m' ha refllàa dicu
cazzotta Mi ha accoccato due
cosotti.
CAZZOTTÀ-SÙ. Dar cosotti , Cosot-
tare.
CAZZURADA. Mestolata.
CAZZDRERA. Mestola: quella di ra-
me quadrata, sforacchiata, con
cui si schiuma la ricotta (ma-
scarpa) bollente e la si tragge
dal siero.
CAZZURETT, CAZZURIN Mestolino.
CAZZURON, GAZZUROTT. Mestolone,
Palettone, Anatra salvatica, Fi-
stione (Anas clypeata): uccello
acquatico ;becco più lungo della
testa, molto dilatato in cima ,
scuro o nero; cuopritici delle
ali celeste cenerognole; spec-
chio verde marginato anterior-
mente di bianco, piedi arancio-
ni. Anche, Colverd.
CAZZÙU. Mestolo : specie di cuc-
chiaio di legno, pochissimo in-
cavato e a lungo manico; serve
per rimestar roba nelle casse-
role e in altri vasi e simili —
Ave mangiàa el giudizi cont el
cazzùu., Aver il cervello sopra
la berretta , o nelle calcagna o
nelle gomita: avere poco sen-
no — Fà cazzùu^ Far ciuffo: dì
vestito eh' alza in un luogo
— El fà cazzùu al coll^ E'
gonfia da collo — Fà el caz~
zuu^ Far greppo o la bocca bir-
cia o sgringia,Far bocchi: di
certo contorcimento di labbra
che fanno i bambini, quando vo-
gliono cominciare a piangere.
Il fa o sappin dei Genovesi. —
Mena el cazzùu Tenere o Avere
\\v2im^\xo\o\(cuggiarón) in mano
o il mestolo, Ammestare, Spadro-
neggiare : comandare.
CAZZHU. Guscioni: quelle castagne
che alle volte son nel riccio
(rise) insieme alle piene. An-
che, Basloeu.
CE- Ci— ce coettao con la eoa. Codet-
ta : quel C che ha sotto di sè una
specie di virgola arrovesciata,
come il seguente C, e che si usa
soltanto nelle stampe spagnuole
e francesi nelle quali è denotato
col nome di e cedille — Fa ce o
on ce ^ Fare, Descrivere una
curva — Farla per ce o in per
cèj Parlare per quinci e quindi,
Favellare in sul quamquam, Par-
lare per filo o per punta di for-
chetta: ricercato, affetato. Il
cultiparlar (parlar colto) degli
Spagnuoli; il Parlare sull'a dei
Genovesi.
CE 172 CEN
CE (EL). Gomito: la piegatura delle
gambe dinanzi del cavallo.
CECÈ. Sizerino (Fringilla linaria):
uccello silvano; dorso lionato
pallido , macchiato di scuro, a
timoniere unicolori , con sotti-
lissimo margine lionato sudicio;
due fasce biancastre attraverso
le cuopitrici; gola nera. Anche,
Cicè.
CECCHETT DEL CAROBBI Nome d'un
oliandolo abitante già al ca-
robbio, passato a dinotare ogni
uomo pinguissimo, com'egli era.
CED. Cedere.
CED Far avvallamento o cedi-
mento: di fabbricati.
CEDOLA. Cedola — V. Placarti.
CEDOV. Bosco ceduo — Vend on
cedoVj, Vendere il diritto di ta-
gliarlo una volta. La voce è la-
tina ccedere, tagliare.
CEDRÀA; CEDRON- ecc. V. Zedràa^
Zedrorij ecc.
CEDRONERA. Cedrara, Aranciera,
CEMBOL- Cembalo. Chi lo suona
chiamasi cembolante.
CEMBOL- Cembalo, Pianoforte — a
coa^ a coda — a tavoliti ^ a ta-
volino — a orgherij a organo —
de quatter^ cìnqu^ ses ottav ^ a
quattro, a cinque, a sei ottave.
Parti: Gami), cassa J Tavola ar-
monica JPontesejJ Somèe, Tasta-
duraJ Register^ MartelettJ Tast
bianch J Tast negher Banda J
PedalJPedaleraJcordJBiroeuJec.
CEMBOLIN- Armonica a lastre.
CENSI. Censuare.
CENSUARL Censuale.
CENT. Cento — Avegh el novanta
per cent de sicur d'ona cossa^
Credere a novanta per cento —
Fest che se fu ogni cent ann„
Feste centenarie, secolari, Un
centenario.
GENTE NÉE- Ceutinajo.
CENTENNA. Centinajo, Un cento.
CENTFffiUJ. Millefoglie, Millefoglio
(Achilloea millefolium ) : pianta
erbacea perenne : fiori bianchi
o gialli , talora porporini; fra-
granza aromatica; foglie sotti-
lissimamente divise. Anche, Er-
ba del taj — per Fojceu. V.
CENTINBOCCA. Avannotti, Unguan-
notti, Uguannotti: nome collet-
tivo d'ognisorta di pesci d'acqua
dolce di quest'anno — Latterini :
pesce minutissimo, il quale, pe-
scato, non sembra altro che
carnume o gelatina, ma lessato,
è bianchissimo e molto delicato
a mangiare. Anche, Gianchett.
CENTPÉE- Centogambe, Millepiedi:
insetto nero, compost > come di
tanti anelli, a ciascuno dei quali
sono due piccolissime e sottili
gambe — per Vinde forbesett.V.
CENTRALIZZA. Far centro, Ridurre
al centro.
CENTRUP. V. Riottin.
CE-O-CO (ON). Un codone: un min-
chione — Rapa: uomo da poco.
CEPP, CEPPERÀ , ecc. V. Scepp ,
ScepperaJ ecc.
CEPP, CEPPIN. Laschettino, Chep-
pia, Laca: nome di un pescio-
lino (Clupe Aiosa o Tryssa).
CEPPÉE. V. Sceppèe.
CEPPITT. rn.pl. Ceppetti: nella ca-
va di Vigano è il nome di una
arenaria rossigna schistosa, che
si trova a un terzo di cava,
frangibile e a pezzetti o a fila-
retti interrotti — master,, ma-
stri: le arenarie, di cui sopra,
che coperchiano, a cosi dire,
la cava.
CERA. Cera: apparenza — averta J
lieta, ilare — de pancott o de
pett o de pomm cott o &' ospe-
dàaJ da malato, da interriato —
sbattudaJ sparuta — scura^ cu-
pa, fosca — Fa cera brusca J Ag-
grottare le ciglia, Accigliarsi,
Far ceffo — Ghe sarà on piati
de bonna cera^ Vi sarà un rin-
fesco da povera gente, ma con-
dito dal buon cuore — Vess già
de cera^ Aver mala cera — In-
versa la cera o Volta sott la
cera^ Accigliarsi, Aggrottarsi,
Rannuvolarsi.
CERA per Scira. V.
CERCA. Cerca , Accatto — Andà
a la cerca j Andar all'accatto,
all'accattolica. V. Cattolega.
CERCA'. Busca!: dicesi al cane
che va a cercare.
CERCA. Cerca — Chiassatola ,
Chiassajuolo : canale fatto a
CER 173 CHI
traverso a' campi, per raccorre
e cavarne l'acqua piovana, mu-
rato dalle bande e ciottolato
nel fondo.
CERCA. Cercare — cerca e che te
cerca., Frusta e rifrusta.
CERCARIA* Salamandra terrestre
(Lucertola salamandra): rettile
di color nero , chiazzato di
giallo che trae mezzo al rospo
e mezzo alla lucertola, il cui
apparire è tenuto presagio di
pioggia. Da altri è chiamata ta-
rantola bissarceusa rceusa
marinna^ marinila,, corrizzola,
lusascia^ rosasela coruzola j
luserton^ ecc. In Piemonte la
udii chiamare piovana; essa fa
schifo; alcuni la credono vele-
nosa. Sotto questo nome mede-
simo corre anche la Salaman-
dra acquajuola simile a quel-
l'altra, ma tutta nera per di so-
pra, con poco giallume sotto
pancia, con coda squamosa e
retta e piedi più alti.
CERCÀ-sb. Accattare — Pitoccare.
CERCOTT. Cercante , Cercatore —
Fa el fràa cercott. v. in Fràa.
CERCOTTÀ. Accattare , Andare al-
l'accatto.
CERIFORARL V. Zerif oraria ziffo-
lari.
CEREGA, CEREGADA- Chierica —
Capo.
CEREGAJA. Chiericheria : per celia,
il complesso dei chierici.
CEREGH, CEREGHETT, CEREGOTT-
Chierico, Chierichetto, Chieri-
cotto — Vestii de ceregh^ Mette-
re la tonaca.
CEREGHITT (I). Le Zinne, Le zizze:
poppelline — per (Euv in cere-
ghett. V. in (Euv.
CERIN. Cerozza: cera allegra, gio-
viale.
CER IN per Zirin.
CERNIERA. V. Zainera.
CEROS. Piacevole, Ilare, Gioviale.
CEROTTA. Cerona: sembianza pie-
na e gioviale.
CEROTTON. Ariona, Cera giovia-
lona.
CERDSEGH. Chirurgo, Cerusico.
CERUSIA. Chirurgia, Cerusia.
CERUSISCA. Spianuccio: quadrato
da spianar la terra dopo la co-
steggiatura.
CERV. Cervo, Cervio — clocitare è
il verbo che esprime la voce di
questo animale.
CERVELÀA. Cervellato, Cervellata:
grascia di orco e di manzo
imbudellata con ispezie, sale
e cacio che serve di condi-
mento — Cervelàa de Aron-
scia,, Susina {brugna) giallogno-
la: specie di susina grossa,
bislunga, assai carnosa e di
dolcissimo sapore. Noi la chia-
miamo così dal colore del bu-
dello del cervellato eh' è tinto
in giallo col zafferano —Mostrà
ziff e zaff e cervelàa _, Far che
che sia a scesa di testa: per
bene e di forza — per Maj ^ si-
gnif. 9. V.
CERVELL- Cervello — Porta fozwa
de cervell, Trarne, Cavar di cer-
vello.
CERVE LLARIA. Pizzicheria.
CERVELLÉE. Pizzicagnolo, Salsic-
ciaio.
CERVELLERA- Pizzicagnola.
CERVELLIN. Testolina amena, Cer-
vellino: di poco senno leggiero
— Stravagante, Incostante, ecc.
CERVELLOTECH. Fantastico , ca-
priccioso.
CERVELLOTEGAMENT All' impazza-
ta, Alla sbadata —A capriccio,
Di fantasia, Di proprio capo.
CERVIS. V. Paletta busa.
CESADA. V. Assada, sig. l.
CESSIT (EL). V. Access — per ca-
rrier, V.
CHECCIN. Scacciata: specie di car-
tapecora, in cui si mette l'oro
per batterlo. V. Recheccia.
CHE TE (E). — E rid che te rid,
E ridi e ridi — De che. Da che —
De clie n'è, Che ne è — eh' el
scriva, eh' el dorma, Scriva,
Dorma.
CHEPL Kepi, casco: il cappello
militare.
CHI. Qui — Di' chi, Ve' qua, To' —
De chi, Quaggiù — chi insci,
Quici — Chi sù^ Quassù — De
chi fin chi, Per filo e per segno
— Tira in chi, Accostare.
CHICCHERA. Tazza , Chicchera —
CHI 174 CIA
fig. Cogliata: affettata elegan-
2a — Andà in chicchera, An-
dar o Esser in ghingheri: vestir
attillato — L'è tutt in chicchera,
È tutto in coglia: vestito bene
e affettato uq po\
CHICCHERA per SchiscetiaJs\%.%.V.
CHICHINGER. Alcachengi, Alche-
chengi (Physalis alckekengi) :
pianta erbacea; fusto alto da
uno fino a sei piedi; fa nelle
siepi, nei vigneti, ne' boschi ;
fiorisce in maggio e giugno. An-
che , Erba del nxàa d' orinna —
Frutto delTalcachengi: coccola
{borlin) globosa, grossa quasi
come una ciliegio, lucida, con
semi piccoli, di colore giallo
pallido, sapore acidetto.
CHIFFEN- Chifello : panino lungo
circa un palmo, rattorto a spi-
re su di sè, e ripiegato a foggia
di mezza luna.
CHIGÀ. V. caga.
CHIGNffiU. Zeppa, Conio: strumen-
to di ferro, tagliente da una e-
stremità , per fendere e pene-
trare. E coniera dicesi quel la-
voro che gli scarpellini fanno in
un marmo per ficcarvi la zeppa
e spezzarlo — Cogno , Quader-
letto: specie di gheroncino tra
le due staffe a ciascun lato della
calza, ed è lavorato d'un pezzo
con essa — Taglio: pezzo di ca-
cio o di qualsiasi roba, di figura
piramidale, cioè di cuneo o
bietta — Bietta : quel pezzo di
legno che ferma il ferro nelfa
pialla — Profime: il legno che si
caccia in un foro della bure
(burett) dell'aratro per assicu-
rar l'orecchio e la stiva col re-
sto dello strumento — Bietta ,
Conio, Zeppa: mazzetta a cuneo
per tener aperto lo spacco ne-
gli innesti a'spacco — per Staf-
fa^ sig. 2. V.
CHIGNCEU DI CALZON- Chiavi, Fon-
di: le pezze che si mettono al
fondo {cavali) de' calzoni quan-
d'esso è rotto — de la fassetta^
Chiavi della fascetta: quasi ghe-
roni o pezzi triangolari, coi
quali essa è allargata in alto
sul davanti e in basso lateral-
mente — di camis. V. Tassella
sig. 2.
CHIGNOGA, CHILO, CHILOGA. Quici.
CHILO Chilo: voce che si premette
al metro, ecc.
CHILO (FA EL). Far il chilo, Chilifl-
care — Sonnecchiare, Velare
l'occhio', dopo aver mangiato.
CHI LO CHIGNOGNA, CHILOGA, CHI-
GNOENGA. Quivi. I Sardi dicono
Scioghe.
CHIMM. Cornino , Cumino , Cornino
da piccioni , Cornino domestico
(Cyminum cominum : erba ra-
mosissima; radice a fittone {ma-
dron) fusto striato, foglioso; fo-
glie celesti; ombrelle piccole,
pochi fiori.
CHINCAGLIER- Minutiere , Chinca-
gliere.
CHINCAGLIERIA. Minuteria, Chinca-
glieria.
CHINCOSTA. V. Scocca J par. 1.
CHININ. Chinina, Chinino, China.
CHIRI. Carrick: specie di pastrano
assai quadrato, non molto lun-
go e con maniche attillate. Oggi
fuori d'uso.
CHISCKEURA per Brusada. V.
CHISSESSIA. Chi che sia.
CHITTEN- Giulecco: specie di spol-
verina di tela che il soldato o
altri porta d'estate, in cambio
della tunica di panno d'inverno.
CHIVIV! Chi viva! — Stàin sul chi-
viv, Star all'erta.
CHIZZCEU. Lo stesso che Brusada.v.
CIA. Dà qui , Dammi — A me —
Qua.
CIABACCÀ. V. Sciavatlà.
CIACCER. Quistioni — Ciance — Se
la và a ciaccer... A grosseggiar
con parole— Fà onapartida de
ciaccer ^ Far una partita da
chiacchiere — Fà ona partida
de ciaccer dopo avè disnaa^Ta.-
voleggiare.
CIACCER ! Frottole !
CIACCERA. Chiacchiera — che ciac-
cera el gh'a! Che parlantina e-
gli ha! — Voce sparsa, ma
falsa.
CIACHETA! Ciacche!
CIAFF (ANDÀ DENT A CIFF E). Sfan-
gare : andar nel fango — Par
pesciolini: di chi sguazza nel-
CIA
175
CIA
l'acqua con mano o con parte
altra del corpo o con tutto.
CIAFFOLETT. Vispo. V. ciappin.
CIALADA. Gingillo: cosa minuta che
faccia perder il tempo — Fà di
eialad, Gingillare, Gingillarsi —
zacchera: cosa da nulla — Che
cialad hin quist? Che geateson
queste ?
CIALARIJ. Bricche: cose da poco
— Fà di dalarij Briccicare —
Vanesia : azione smorfiosa.
CIALARIJ (QUANTE) ! Quante grul-
lerie !
CIALL- Gingillone — Sciocco— Ven
cKij dalla! Vien qua, grulla!
CIAMÀ. Chiamare — Andà o Man-
da a ciamà vun^ JLnd&ve o Man-
dar per uno — Gh'óo dama de
ti, Lo richiesi di te — Citare,
Chiamar in giudizio.
CIAMAD. V. Zanforgnitt.
CIAMADA. Chiamata —per zanfor-
gnitt. V.
CIANFER. Voce dinotante imperfe-
zione neir oggetto a cui si ap-
plica — On danfer d'on danéeJ
Una chiosa di denaro — On dan-
fer d'on omm^ Un caso d'uomo,
e via.
CIANFER. Straccio : di oggetto di
nessun valore — Canchero : ar-
nese e strumento qualsiasi scon-
quassato e che non faccia al
bisogno.
GIAPOTT. Bazzecola: coserella di
poco pregio — per Badan. V.
CIAPOTT (I). Piaccicotti: medicine
fuor del bisogno — Toeu doma
dapott, Rimpiaccicottare.
CIAPOTTÀ. Aver il bambinone: di
persona adulta che. fa lezj di
bambina — Sciacquare: lo sguaz-
zare e tramestar nell'acqua che
fanno i bambini — per Mastinà
e Vessigà, V.
6IAP0TTADA. Bambinata, Bamboc-
ciata.
C1AP0TTARIA. Bambinaggine — per
Ciapott. V.
CIAPOTTIN. Mimmo: di fanciullo —
Bambinone: per celia, d'uomo.
5IAP0TT0N- Sciacquino.
GIAP0TT0N2IA. Bambinona: di don-
na fatta e grossa che vuol far
la bambina.
CIAPP (I). Quartieri(l): la parte late-
rale e posteriore del tomajo (to-
rnerà), delle scarpe.
CIAPP. Chiappo: metà dell' uove
sodo {in ciappa).
CIAPPi (BON). Buona Pasqua! Buo-
na Pasqua d'uovo !
CIAPPA. Chiappa, Mela , Natica —
Palco: nome delle due assicelle
che formano in un colla pelle
una specie di cassetta al man-
tice e ai soffietto (boffett) —
Coccio, Greppo: piatto, tegame
{biella), o altro vaso di terra,
ferro, sdruscito, o in parte rot-
to , che pur si faccia servire a
uso di porvi il mangiare e il
bere ai pulcini, ai gatti, e simile
— Battes i dapp , fig. Battersi
l'anca: dolersi — Mena % dapp,
Uscir del manico, Menar la lon-
za: lavorare molto — Menar le
seste: correr assai — Podè bat-
tes i dapp, Poter appiccar la
voglia alla campanella — per
croppa e Tazzinna. V. — (Em
in dappa. v. in CEuv
CIAPPA! Sette tuo!, Tal sia di te!:
tuo danno.
CIAPPA. Cucchiara: ferro, della fi-
gura d' un cappello di fungo ,
inastato in un tappo piombato,
sul quale la stiratora {soppres-
sadora) dà la salda alle cuffie.
CIAPPÀ Chiappare, Pigliare, Pren-
dere — Guadagnare — Far pri-
gione, Menar su, Catturare —
Cogliere, Investire, Colpire —
Imbroccare , Dar nel brocco —
Raggiungere, Arrivare, Soprag-
giungere — Tenere, Occupare —
Contrarre. Dal latino captare.
CIAPPÀ. Prendere — De quij liber
te podevet dappà de pù, Di quei
libri potevi prendere di più.
CIAPPÀA , CIAPPÀA IN DI QUAR7 DE
DRÉE, per celia, Lavorante di
sarto.
CIAPPÀA (VESS). Esser accanito al
lavoro, Aver da lavorare.
CIAPPÀA , CIAPPADELL. Strozzato :
di vestito che stringa , e di cui
lo porta.
CIAPPACAN. Accalappiacani.
CIAPPA CE'EL GHÈ! Buco tò! Quan-
do alcuno vorrebbe persuader-
CIA 176
CIA
ci, o indurci a cosa che non ci
piace, o che ci sarebbe di dan-
no o di vergogna, per significare
che non la vogliamo fare, e che
abbiamo conosciuto la sua ar-
te, sogliamo dirgli Buco tò!
CIAPPA-CIAPPA (ON). Un piglia pi-
glia— Fà el ciappa-ciappaJFa.re
il piglia, il capiatur: catturare.
CIAPPA CIAPPA (FÀ A). Fare alla
ruffa rafia, o alla ruffola raffo-
la , o alla grappiglia: di molti
che sian attorno alla medesima
cosa. V. zaffa.
CIAPPADA. Guadagno, Chiappo —
Fà ona iella ciappada, Fare un
bel chiappo : guadagnarsi di
molto — Presa, Presura, Funata.
V. Ligada — Preda, Retata, Pe-
scata, Cacciagione, Uccellagio-
ne — Scorpacciata d'uova sode
{d'oeuv in ciappa).
CIAPPAMOSCH. Apocino chiappa-
mosche (Apocynum androssemi-
folium): pianta a fiori a campa-
nello e strisciati di rosso; ha
la proprietà di ritenere per la
proboscide lemosche che vanno
a succiare il nettare nel fondo
de' suoi fiori.
CIAPPASS (GIUGÀ A). Fare a chi
prima si chiappa.
CIAPPÀ-SÙ. V. cattà-siV
CIAPP D'ffiUV. Spiechi d'uova.
CIAPPÉE. Cocciajo.
CIAPPELL. V. Ciappa^ sig. 3— Giù-
gà ai ciappej^ Far a ripiglino o
a sbrescia. Giuoco così detto
dal ripigliare col dosso della
mano e poi colla palma de'cocci
(ciappej) di terra, o simili, che
si siano tirati in aria. v. Ba-
gnetta^ Pedinna.
C1APPIN. Berlicche — Frugnolo ,
Demonietto: di bambino che non
sa star fermo — Ciappìn de
V ozux) ^ Culetto, culacino del-
l' uovo.
CIAPPON. V. Formella.
CIAPDSCIÀ. Diguazzare.
CIAR. Lume, Luce — Pizzà el ciar^
Accender il lume — Fà ciarJ Far
lume — dar de la lunna. Lume
di luna — de só^ Luce di sole —
Portà el dar. v. Mocchett (Por-
tà el).
CIAR. Chiaro — Ciar ciarent ^ Di
là da chiaro.
CIAR-DE-CIAR. Lume di lume, Luce
accattata.
CIAR DE LUNNA. Lume di luna.
CIAR D'CEUV. Chiara d'uovo (se
crudo), chiaro d'uovo (se cotto)
— Chiarata: chiara d' uova ap-
plicata a ferita o a percosse, e
nella quale s'intinge per lo più
stoppa od altro.
CIARELLA. Sputacchio.
CIAR-FALS. Contralume.
CI ARI. Bombare: bere.
CIARIDA. V. Bevuda^ sig. l — per
Bajada. V.
CIARITT. V. Lusiroeu.
CIARLATANÀ. Far il ciarlatano.
CIARLATANADA. Cantamb ancata.
CIAROR. Chiarore.
CIASMA. Bagliore.
CIASS. Chiasso : rumore festivo —
Fà ciass^ Chiassare.
CIAV. Chiave — Parti: BottonJ con-
tracCj, canna ^ Anelli Porin —
mas'cia^ maschia — falsaJ con-
tracchiave — femmina,. Chiave
femmina — Bà-giò su la ciav^
Dar di volta alla chiave , Chia-
vare, Dar di chiave, Girar la
chiave — Sarà-sù soft ciav^ Chiu-
der a chiave — V. Cartelline Ga-
riooldinj, Manganell — Ferro da
volger i bischeri (birceu) e i pi-
roni (ciavett) degli strumenti
musicali da corde — Carattere
musicale che si pone al comin-
ciamento d'un rigo per fissare
il nome delle note e determinar
il grado dell'elevazione — Quella
parte movibile di metallo negli
strumenti da fiato, per la quale
si apre o chiude il buco a pia-
cimento — L'ultima pietra di
un arco o di una volta piana od
arcuata che, essendo più stretta
al di sotto che al di sopra, preme
e rafferma gli altri cunei {chi-
gnoeu) ch'entrano in tale costru-
zione— Culaccio:taglio delle be-
stie bovine macellate —Chiave,
Chiavetta, Mastio: ordignetto
che dà la via all'acqua nei tu-
betti delle fontane, delle trombe,
e simili — Chiavarda: chiave
grande col cappello bislungo,
CIA
177
CIC
con cui si ferma saldamente che
che sia — Licciaiuola: chiave
da allicciare la sega, t'erro del
quale si servono i segatori (re-
segott) per torcere i denti della
sega (resega) — Piastra: disco
di lamina di ferro, girevole en-
tro il tubo {canon) della stufa,
per dare o togliere la comuni-
cazione della parte inferiore di
essa colla superiore e coll'aria
esterna — Traversa : nome di
quelle assi che attraversano e
collegano i ritti (pienlon) del
telajo da tessere — vite: quella
che nel tondatojo da libri , gui-
da, ferma, stringe il ferro da
tondere — inglesa., Chiave ingle-
se: strum. per levare i denti che
presenta una leva laterale for-
mata da un uncino che prende
il dente e lo serra, e da un gam-
bo lungo quattro pollici soste-
nuto da un manico.
CIAVÀ. Chiavare, Chiuder o Serrar
a chiave.
CIAVELL- Chiavetta: mastiuzzo di
t'erro del torchio da stampa.
CIAVELLA. Arpese : pezzo di ferro
con che si tengon unite pietre
con pietre — Caviglia: piccola
lingua o bietta di ferro che s'in-
troduce nell'occhio delle chia
varde (ciac) perchè non escano
dal loro posto — a mceuja^ mol-
leggiante.
CIAVETTA. Chiavetta, Chiavettina,
Chiavicina, Pirone; nelle arpe,
e simili, nome di quei ferruzzi
che vi si conficcano per avvol
tolarvi intorno le corde.
CIAVO. Addio, Schiavo. La nostra
è parola celtica — davo suo,.
È fritta: non ne facciam nulla
— Fà davo .Far santa, Far ser-
vo: modo d'insinuazione ai bim-
bi, perchè salutino qualcuno.
CIBER. V. Ziber.
CIBERIBt (GIUGA A). Far bazza a
chi tocca, o Far a chi primo la
piglia, è suo, Fare a chicchi-
rillò, Fare a chicchiriò. Chicca
(bombon)yo altro, appeso a una
canna o ad altro per un filo, con
che si allettano i ragazzi a tra-
stullarsi cercando essi di chiap-
Banfi, Voc.
parla a forza dì salti. Più di
spesso però la chicca o altro
10 teniamo alto tra i polpastrelli
(grassej) delle dita facendo pe-
pe (pìgnceu); e cosi allettiamo i
ragazzi a chiapparla. I Siciliani
dicono Ciuciuleo.
CICC Un cocolino, Un cichino, Un
micino, Un micoiino, Un pochi-
no, Un tantino.
CICC Altetto, Alticcio, Coticcio,
Albiccio: di chi è un po' alterato
per soverchio bere.
CICCA. Cicca: tabacco da masti-
care.
CICCA (GIUGÀ A LA). Lo stesso Che
Foppej (Gìugà ai), v.
CICCA Ciccare: masticare tabacco
— per Bisca. V.
CICCH. per celia, Mistrà.
CICCHETT- Un bicchierino di mi-
strà, ecc.
CICCIA- Ciccia, Ciccione, Carnac-
cia: di persona grassa.
CICCIA. Succiate.
CICCIACCH. V. Laganna.
CICCIADA. Tirata, Succiata: be-
vuta.
CICCIARÀ Chiacchierare, Ciancia-
re, Ciaccolare, Cicalare, Ciam-
bolare.
CICCIARADA. Chiacchierata, Chiac-
chiericcio : atto dei chiacchie-
rare; e discorsi chiacchierati —
Chiacchierio.
CICCIARETTA. Chiacchierino, Cica-
lino.
CICCIARON. Chiassone: di ragazzo
che non sa mai star zitto — Sve-
scione : che butta fuori ogni
cosa — Ciarlone: che parla di-
cendo dei male — Battolone ,
Tabellone , Tabella: di persona
11 cui parlare risuona sempre
all'orecchio — Campanaccio, C»-
calone: chi non finisce mai di
dire — cicciaron de braserà .
Ciambolone — cicciaron del lu-
sterJ V. Bagolon del luster.
CICCIARON DE BOE.MffilA. Garrulo di
Boemia: uccello.
CICCIARONON. Cicaìcnaccio.
CICCION. V. cara:u.
CICCIORÀ- Fare il cil ici : bisbiglia-
re in due o più persone — Pi-
golare: il mandar fuori che fan-
32
CIG
m
CIL
no le passere ed i pulcini {pu-
resiti) la lor voce — canticchia-
re, Cinguettare : dicesi del bisbi-
gliare de' merli e simili.
G2CCI0RITT. Bucinlo, Cilici, Bisbi-
glio, Pissipissi: discorsi segreti.
CICCIORLANDA (GIUGÀ A). Giocare
alla ciciilanda. Giuoco in cui
ad uno si dà la facoltà di co
mandare, e, collocato in luogo
eminente , chiama quelli che
stanno in giro dicendo ciccior-
landa ^ a cui venendo risposto
da tutto il cerchio chi me di
manda? egli ordina quello che
intende che s'abbia a fare, e
tutti obbediscono. Talora si fa
in due soli; il primo comanda,
l'altro obbedisce:
L.° eie cior landa?
2.° chi me dimanda?
\.° Quel bruti o Quell'asen ch'è lì.
t.° com'hal de vegnì?
Dir Ut o Stori?
i.° com'el voeur lù.
E il secondo viene o al modo
ordinato o diverso a suo ca-
priccio.
GICÈ. Codilungo, Paglianculo, Cin-
cia codona, Codibugnolo, Lan-
ciabue (Parus caudatus): uc-
cello silvano; fianchi rossi ame-
tistini — per Cecè. V.
CICERO Lettura: carattere di stam-
peria, che sta tra la filosofia e
il testo.
CICERON. Servitore di piazza, Ci-
cerone.
C1CHIN DE FRATE. V. Baciocchin
de fràa.
C1CI. Uccellino.
GIGI* Ciccia: dicono i bambini
qualsiasi mangiare che sia di
carne.
SICIN. Cecino : di bambino ama-
bile.
CICIN (ON). Un zinzino: un tantino.
GIOCOLATI. Cioccolata — ala san-
Cè^ senza droghe — Fà el cico-
latt j Cuocere la cioccolata —
Sbatt el ciccolattj, Frullare la
cioccolata — Tocu la cicolattaJ
Sorsare , Bere a sorsi la cioc-
colata — Tavolett de oicolait *
Pani di ciccolata.
CIOCOLATT (ON). Una cioccolata:
una tazza di cioccolata — Mojà
i fett de pan in del cicolaltj la-
tignere i crostini nella ciocco-
lata — fig. Cosucciaccio : di
persona dappoco — per Baja-
da. V.
CIOCOLATTÀ. Sorsare la cioccolata:
. . . Hai giamo ciocolatàa? —
NOj signor \, hòo bevùu on
agher de zeder
con dent on para de bescott
del gerlo —
Ma bravo lù! la colazion del
merlo f
CICOLATTÉE. Cioccolatiere — fig.
Giucco: tra lo sciocco e lo stor-
dito.
CICQLATTERA- Cioccolatiera : ven-
ditrice di cioccolata o la mo-
glie del cioccolatiere — Cioc-
colatiera: vaso in cui si bolle
in acqua la cioccolata per far-
ne bevanda.
CICOLATTIN- Chicca, Pastiglia di
cioccolata, Cioccolatino — Pa-
nellino da bachi: coserellina
mangereccia e medicata che si
dà ai bambini per guarirli dai
bachi {vermen) — per Polsin* V.
CIERLIN. V. Mollitt.
CIF DE BAVA.I monelli chiamano co-
si il fazzoletto da naso di seta.Non
son voci che traggon dall' ingle-
se Kerchieff. Essa è tra noi voce
formata dal verso che si fa colla
bocca allorché si vuole, per ce-
lia, imitare il verso che si fa nel
soffiare il naso. I nostri baron-
celli da chi hanno imparato V in-
glese? Per carità ci bastarono
al collo gli Spagnuoli, i Fran-
cesi , i Tedeschi per tanti anni.
CIFFON. Tavolino da notte, Como-
dino da notte.
CIFFONERA. V. Scift 'onera.
CIGALER V. saler, Roccol.
CILAN. Tondone — per candiron. V.
CILAPP. Bacchinone.
CILAPPÀ. Gingillare, Gingillarsi,
Far il gingillone; perder il tei*-
po in bazzecole.
CILAPPADA. Bazzecola.
CILAPPIN. Gingillino.
CILAPPINNA. Gingillina.
CILINDER, Cilindro. V. Rotò - per
CIL 179 CIO
cappellinna e Orelogg a cilin-
der. V.
CILINDRA. Cilindrare — perROlà. V.
CILINDRÉE- Cilindratore. V. Boia-
dor.
CIMBALIS (ANDÀ IN). Andar in cim-
berli, in cotta, in bernesche:
ubbriacarsi.
CIMBARDA. V. Gimbarda.
CINADA. V. cilappada.
CINCIAPETTA. Ciammengola : di
donna pettegola.
CINCIN (I). V. Piatt (I).
CINCINASS. Cincinnarsi, Ricincin-
narsi : acconciarsi il capo con
molt'arte — Soverchio raffazzo-
narsi, abbellirsi ricercatamen-
te, mettersi di molti fronzoli
(berlinghitt).
CINQD. Cinque — Fà la regola del
cinqu. Far leva ejus, Porre cin-
que e levar sei: cioè rubare;
perchè si pongono nel rubare
cinque dita e si levano sei cose,
con la roba rubata. Noi, nel
dire il nostro dettato, alziamo
aperta la mano, e poi la chiu-
diamo rotando giù le dita dal
mignolo ali1 indice.
CINQUANTA. Baloccare, Badare —
Quistionare.
CINQUENNA. Cinquina: di cinque
oggetti.
CINQUENNA- Specie di forcone con
cinque rebbj (rampon) piatti e
spuntati che molti usano per
ammostatojo (folador). I Napo-
letani lo chiamano cincorenza.
V. Trienza, Forcon.
CINTA- Far una cinta di muro ,
Cingere di muro.
CIO V. Balabiott* sig. 1.
CIOÀ. Manfanile, Manfano: il ba-
stone del coreggiato {verga) che
è tenuto in mano del battitore
Anche, Oltu ^ Ottura ^ JdaneghJ
Voltura.
CIOCIBIO (FÀ). Spincionare : dicesi
del verso dello spincione (fran-
giteli minga orò).
CIOCCA. Cotta, Balla — Ciappà la
ciocca, Andar in bernesche, Pi-
gliar la monna: ubbriacarsi —
Fà passa la ciocca. Smaltire la
balla — Frullo, Inezia — Dà via
per ona ciocca, Abbacchiar©,
Fare un abbacchio — No vari
ona ciocca , Non valer cica o
una buccia.
CIOCCA. Crocchiare, Croccare: quel
suono che rendon le cose fesse
(crepp), quando son percosse —
Chioccolare, Tinnitare : il verso
che mette il merlo — chiocco-
lare: fischiare col chioccolo
(ciocch) — Crochiare : esser ma-
laticcio — per Bagatt (scarta). V.
sig. l — Gridare , Strepitare — -
Dolersi — Guizzare: queir agi-
tarsi e romoreggiare che fa il
vino in una bottiglia sbocciata
o l'interna sostanza dell'uovo
scemo, o simile — per Batteggià
e Dondà. V.
CIOCCA (GIUGÀ A). Lo stesso che
Aria (Butta in). V,
CIOCCATTÉE. Briacone , Beone ,
Trinca.
CIOCCH. Briaco, Ubriaco, Ebrio,
Ebro— Ciocch masaràa degrap-
jpa^Cotto come una monna (sci-m-
oia) — ciocch del sogn^ Abbar-
bagliato dal sonno.
CIOCCH- Chioccolo: specie di fischio
di latta (lolla) con cui imi-
tasi il chioccolare (ciocca) del
merlo.
CIOCCH (PIANTA o METT GIÒ ON).
V. Bagatt (Scarta) — Anche, Dar
una bottata , un raffaccio , una
parrucca: un rimprovero.
CIOCCHÉE. V. Cioccattèe.
CIOCCHETTA. Campanuccia — Ua
po' di balla, di cotta — ciappà
ona ciocchetta. Divenir brillo.
CIOCCHIN DE FRÀA. V. BaciocchiP.
de frànti
CIOCCHITT. V. Sonaj.
CIOCCON DE GRAPPA. Trincone.
CIOD Chiodo, Aguto — ciod bozz .
quadro — fals scapocchiato e
smontato — roman j, Dorone —
svelta Chiodo piano — de barca
con capella Tozzetto da navi-
cello — de barca a rampin ,
Chiodo a barbone — de grappa
o rceuda^ da ruota — de cantir ,
o simile, da incorrentare — de
quaranta bozz. Tozzo — vot-
tantin ^ Ottantino — de giazz.
Rampone acciajato — de mur,
Tozzetto da muro — Tutt a ciod.
CIO 180 CIT
Ballettato — Dà-sù el ciod^ Met-
ter il chiavistello: chiudere.
CIODARIA. Chiodame, Chioderia,
Agutame: assortimento di chiodi
— Chiodagione : l'aggregato di
tutti i chiodi per qualche lavoro.
CIOD DE LA-VERGA. Capitino : bor-
chia dove il manfano ( cioà ) si
congiunge alla vetta (voltura)
nel coreggiato (verga).
CIODERA- Chiovaja: strumento per
far la capocchia (capella) agli
aguti (ciod).
CIODIN. Chiovello, Agutino: pic-
colo chiodo — cur£ e gross ^
Tozzetto.
CIODIN per Spadin. V.
CIODIN per Fonsg ciovirceu. V. in
Fonsg.
CIODIRCEU. Chiodaiuolo : facitore
di chiodi.
CIODIRCEULA. Distendino: la fucina
d'onde esce la chiodagione (Cio-
ciaria).
CIOI. V. Piccozza sig. 2.
CIOLA. V. Ciall.
CI0LL- Coso perso: d'uomo che
non sa far nulla.
CIOMMA. Chioma, Criniera: il crine
del cavallo — Tajà la ciò ruma J
Scrinare.
CIORLINNA. Sciacquatura, Risciac-
quatura: vino scipito o inacqua-
tissimo.
CIOSS- Agghiaccio, Ghiaccio: luo-
go dove i pecoraj rinchiudono
il gregge con una rete che lo
circonda, per passarvi la notte.
CI0VIR(EU (FONSG). V. in Fonsg.
GIOVITT- Sonajoli : quattrini — Fà
ciocca i ciovitt J Acciottolare i
sonajoli: dimenarli, farli sona-
re, armeggiare con essi, come
se fossero ciottoli (cceuden) —
Fà salta i ciovitt J Far alla palla
de' quattrini: spender senza ri-
guardi.
CIPELL. Scassa : pezzo di legno
che mettesi a piè dell' albero
(arbusell) della barca.
CIPP CIPP. Il verso degli uccellini.
CIPFCIPP-Pissipissi : il pigolar (eie-
ciorà) delle passere unite in-
sieme.
CIPPA, GIPÌ. V. cicciorà^ sig. 2 —
Sbizzarrire. Scapriccire: far mo-
stra di vivezza e di brio — Ri-
saltare, Brillare.
CIPPELI MERLI ! Cocoja !
CIPPETT. V. Par asciceli la.
CIPRESS. Cipresso (Cypressus sem-
pervirens): albero assai vasto,
a tronco grosso, diritto, coperto
di corteccia bruna , ramoso a
poca distanza dalla sua base.
I Buiauzuoli dicono Arcipress.
Un cipresso annosissimo della
specie dei piramidali si eleva,
a Somma, a 43 metri, il cui tron-
co n'ha più di 4 di circonferen-
za, e le cui radici si estendono
sotto gran parte dell' abitato
sino alla profondità di 65 metri.
Per Erba cipressinna. v.
CIRCOLAR- Lettera circolare.
CIRCUÌ. Circonvenire: stare attor-
no a uno con tante arti da ot-
tenere l'intentò.
CIRCUMCIRCA. A un dipresso , A
presso a poco.
CIRIBIBI. V. Ciberibì.
CIRIB1RA- V. mieter sig. 2.
CIRIBIRADA. Burattinata; atto di
burattino , di uomo senza di-
gnità.
CIROSSA. V. Scirossa.
CISPA. Caca, Cispa: Tumore pitui-
toso che cola dagli occhi, e im-
pedisce il veder chiaro. Risec-
chito questo umore, dicesi cac-
cola.
CISPOS. Cisposo, Cisposo.
CISQUITT. Civettino: dicesi di chi
della galanteria non ha che l'i-
nezia e il ridicolo — Accattamo-
ri, Bucacori, cascamorto : di chi
pori l'assedio alle finestre, arde
le gelosie col fiato.
CISQUITTÀ. Civettare.
CITTADELLA. Cittadella. Cosi chia-
mavasi tra noi quella strada
che corre dal ponte di Porta
Ticinese alla Porta di questo
nome , perchè altre volte e fin
verso il 1400 era fortificata a
modo di una cittadella. Ma ora
i gran savj e storici del nostro
Comune cancellarono un tal no-
me storico e chiamarono quei
nome di strada Corso di Porta
Ticinese dal Carrobbio alla Por-
ta da dove si esce di città. Se-
CIT
181 COB
tu fossi al mondo oggi, gran pa-
dre della nostra storia, Lodo-
vico Muratori, che diresti ?
CITTO ! Zitto ! Sta ! Silenzio ! Buci !
— Andà-via citto cillo * Andar-
sene cheto cheto.
CIUCCIO- Ciuco: di scioccone.
43IUMOR. Cimurro : infermità del
cavallo e d'altri animali, onde,
infreddati assai nel capo, di-
scende per le nari un flusso a
mo' d' acqua continuamente —
Ciappà el ciumorJ incimurrire.
CIURMAJA- Ciurmaglia.
CIUS. Chiuso, da chiudere.
tlIUSA. Steccaja, Tura, Pescaja:
lavoro che si fa ne' fiumi per
mandar P acqua a molini, o si-
mile — Chiusa: d'un teatro , o
simile — Conclusione, Chiusa.
CIUSÀ Chiudere ermeticamente.
C1US0N- Lastrone, Chiusino! quella
lastra di ferro, o pietra, che
chiude la bocca del forno —
Gran pescaia (ciusa), Pignone.
«IVETT, CIVÈTTON. V. Sciguett J
Sciguelton.
■CLACH. Caloscia: specie di sopra-
scarpa, o calzatura, che va so-
pra le scarpe per conservarle
asciutte e nette dal fango.
CLARINETT. Clarinetto. Parti: An-
cia * Bocchini Bariletti Pompa,
Pezzett o Pezz de rnazz . Primm
pezZj, Botton o Tromba o Trom-
biti o campanna* ciav.
CLO. V. Clacch.
€0A. Coda: la parte finale della
spina dorsale nei bruti — Avegh
la eoa bianca., fig. Aver la ca-
micia sucida: esser intaccato
nella riputazione per brutta
azione qualunque — Lassagh
denl la eoa* Esser preso al lac-
cio — Mena la coaJ Scodinzo-
lare: del cane — Menagli denl
la coaJ Ficcar il naso in... —
Schiscià la eoa a vun* Toccar
il pelo o il naso a... — Regolzà
la eoa * Arroncigliar la coda —
Coda, Strascico: la parte di die
tro della veste che si strascina
per terra — Fà coaJ Strascinare
— Coda, Chioma: quella striscia
di luce che lasciano dietro di
sè le comete in cielo — Naso:
quella parte della corona da ro-
sario a cui s'appicca la meda-
glia — Codolo: la parte inferiore
e sottile della lamina del col-
tello, e simile, e che è piantata
nel manico — delcadenazz d'ona
saradura* Codetta — de la vit*
Puntone — spessa* Codazza: spe-
cie di rete avente la parte di
dietro ultima a coda'che si sten-
de con cerchietti aperti e dove
si spingono gli uccelli.
COA A COLL D1 OCGA. Coda a colli
d'oca. V Coli d'occa. Parti: Coa
con intaj o Rizz cosson* coli
d'occa J eosson* Ver de coaJBra-
glieli 'j, Avell de catelamm* Ram-
pin de scarpa — eoa drizza che
ha stanga* cosson* Intaj— eoa
storta in cui v' è la Beccavo-
versa.
COA DEL DIAVOL. Manubrio. Per
celia, il manubrio del torchio
de' tipografi.
COA DE RATI. Coda di topo (Phleum
nodosum): pianta a spiga quasi
cilindrica; foglie oblique; radice
bulbosa; fa sui colli — coda di
lepre, Piumino ( Alopecurus ) :
pianta avente spiga a somi-
glianza di coda di volpe.
COA DE RATT- Coda di ratto: di-
cesi quella coda ne' cavalli che
riesce per difetto naturale sot-
tile , brevissima e pochissimo
crinita — Lima da straforo: li-
ma cilindrica appuntata, che
serve ad allargare fori rotondi
nel legno, nel ferro, ecc. — pei*
Coetta de pràa. V.
COAIJELL. Codino.
CO AROSSA. V. Mornirceu* sig. 2 —
Bossignosu de montagna.
COAZZ. Crocchia, Trecce: nome
delle trecce che le contadine
si arrotolano sulla nuca {coppa)
e fermano colla t»ecciera (spe-
ronada) o cogli spilloni (gug-
gion) disposti a raggi — per
spadinn. V.
COAZZA. Nervo.
GOBBI Covile, Cuccia: letto— An-
dà al cobbi* Cucciare — per En-
cobbi. V.
COBBIA- Pariglia: di cavalli ac-
coppiati — Mett in cobbia. v.
COB
182 COC
Coò'bià — Coppia: di sette od
otto fogli posti a rasciugare uni-
tamente nello spanditojo {sten-
didor) — Guinzaglio, Accoppia-
tolo: lunga striscia di sovattoìo
o altra simile legaccia che s'in-
fila in un anello del collare del
cane, per condurlo o tenerlo le-
gato — Convoglio: cinque fin a
dodici navi legate insieme per
salire, rimorchiate da cavalli ,
il nostro Naviglio Grande, per
toccar il Lago Maggiore . in
cinque giorni.
COBBIÀ. Accoppiare, Appajare —
Apparigliare: dei cavalli — Ad-
doppiare : del filo — Dormire —
Guinzagliare: legare il cane col
guinzaglio (cobbia) — Accodare:
legar le bestie da soma cosi
che la testa d'una, sia vicina
alla coda dell'altra.
COBBIÀA. Accoppiato, Appajato,
Addoppiato: aggiunto di filo se-
rico non toi to; il che avviene
quando, perdutasi la tòrta, la
seta corre doppia sul naspo,
senza essere torta.
COBBIS (GIUGÀ AL). Fare alla ser-
pe: giuoco ai noccioli (gandoll)
disposti in figura di serpe, o al-
trimenti, in terra.
COCA. Biocca: la gallina.
COCA COCA- V. Cora céra.
COCC Mezzo: soverchio maturo,
vicino all' infracidare per la
troppa mollezza — Contento, Al-
legro — per Colt. V.
COCCÀ. Dormicchiare.
COCCARDA Coccarda , Nappa. La
nostra è tricolore :
II verde la speme tant'anni
pasciuta;
Il rosso la gioja d'averla
compiuta;
Il bianco la fede fraterna
d'amor.
Berciiet.
COCCARCEULA. V. cocchìroeula —
per Blicter^ sig. 2. V.
COCCER. Cocchiere — Assa de eoe-
eer^ Pedana: quei pezzo di le-
gno su cui posano i piedi del
cocchiere. Le parti che lo so-
stengono ai chiamano Braccetti.
COCCETTA. Letto a carriuola: pic-
colo e basso letto a ruote, che
di giorno sta sotto altro letto
per lasciar libero lo spazio della
camere, e di notte si tira fuori
— Lettiera: intelajatura di bel
legname, o anche di ferro gen-
tilmente lavorato, entro la quale
sono collocati per traverso gli
assereni (ass del lett), e sopra
questi è posato il saccone (pa-
jon).
COCCH. Cocco : il nucleo del cocco
dell' India ( Cocos nucifera ), il
quale è adoperato in lavori di
tornio — Galla di Levante: frutto
del coccolo menispermo (Meni-
spermum cocculus). Lo si usa
specialmente per distruggere il
fastidio {biss) del capo — Dà el
cocche Dar l'esca: ai pesci per
farne caccia — Ciappà el coccà,
Addormentarsi — anche, Pigliar
la pasta: lasciarsi ingannare —
Dà el cocch a vun^, fig. Affatap-
piare o Aopiare uno: renderlo
smemoriato e stupido quasi per
incantamento o per beveraggio
opiato — anche, Dar la pasta:
ingannare — Avegh di cocch per
el cóOj. Aver de' capricci.
COCCH. Rigonfi: piccoli cilindri di
materia rigida chele donne so-
gliono o solevano porre entro
ai capelli delle tempia, avvol-
tolaceli e così tenerli gonfi e
cilindrici per fare spoccia.
COCCH. Coke : il carbone fossile
che già ha servito alla forma-
zione del gas. Voce inglese che
suona arso.
COCCHETTA. Cocchetta : quel boz-
zolo {galletta) di baco da seta
(cavaler) che tramenato suona
come se avesse in sè qual-
che osserello — Nome di quelle
piccole stecche di legno, an-
nesse alla volta superiore dei
valichi, le quali rattengono i
fusi nella situazione verticale.
COCCIA- V. cobM — Andà a eoe-
cia^ Accucciarsi: porsi a letto.
COCCIA' Cucciare, Accucciarsi,
Accucciolarsi: andare alla cuc-
cia {cóbbi) — coccia 11^ Cuccia
11: per dire al cane che si pon-
eoe m eoe
ga a giacere. È notevole che i
Rumeni chiamano Ciocol i cani
accovacciati.
COCCHIRCEULA. Straccocca, Cocca-
rola, Muscola, Muscolo: cono
vuoto, molto allungato, di sottil
lamina di ferro o d' ottone o
d'altro, in cui si pianta a forza
la punta superiore del fuso;
nell'estremità del cono è un'in-
taccatura a spira, nella quale
si fa passare il filo , che vi sta
rattenuto per isfregamento , e
ciò serve come di cocca. Talo-
ra la punta della muscola ter-
mina in gancetto, e allora si dà
ai fuso la torta non colle dita,
ma con la palma della mano,
C0CCH1TT. V. Mollitt de formen-
toni.
COCCI COCCI Popone mezzo — Vess
cocci c cc\J Esser zucca, popo-
nella, mellone: di popone {me-
ìon) sciocco.
eÓCCORA- Cocca del fuso: quel
bottoncino eh' è all'uno e al-
l'altro capo del fuso , e dove si
incocca il filo sia nel filare, sia
nel torcere — cocca del filo chia-
mano quella specie d' annoda-
mento, o maglia del filo attorno
alla pianta , o cocca del fuso,
acciò l'asse di questo stia nella
stessa direzione del filo.
COCCORÀ. V. Poporà.
C0CO. Cucco, cuculo, Cuculo co-
mune o rugginoso o francesca-
no (Cuculus canorus ): uccello
silvano; addome biancastro,
striato in traverso di nerastro;
canta cucù , cuculia — ciuc-
colo fig.: d'uomo da poco.
GOGÒ (GIUGÀ AL). Fare al cucù,
Fare a stoppa. Specie di giuoco
che tra noi si fa comunemente
colle carte da tresette, e in più
persone. In esso, data una carta
sola a ciascun giuocatore, e
questa con opportune leggi cam-
biata reciprocamente e in giro
tra i giuocatori stessi, viene a
scoprirsi il giuoco da chi ha Re
<Cocd), che ferma la giuocata
gridando cocó^ e resta perdente
quegli che si trova di avere in
mano la carta di minor valore
fra tutte ie altre de' compagni,
come sarebbe un Asso che è la
peggior carta, un Due,, ecc.; e
si continua cosi finché perduta
tutta la posta dei giuocatori ri-
mane vincitore quel di loro che
unico alla fin del giuoco ha con-
servato o in tutto o in parte la
propria carta. Questo giuoco si
fa anche con carte speciali det-
te cari de giugà a cocój, le quali
variano secondo i paesi; fra
noi consistono in 19 carte, vale
a dire quattro di nessun conto
dette 2 Matt^ 2 Mascaron^ 2 SeggJ
2 Moli; dieci numerate dair I
al 10; e cinque di conto dette
2 Ostarijj 2 Gnao^ 2 cavaj^ 2 Brà-
gon e 2 cocó. In allora ha com-
binazioni alquanto più compli-
cate, ma si governa a un di
presso colle medesime leggi.
Notisi però che il Coro figurato
in queste carte è il Chuchu dei
Francesi o V Allocco della lingua
italiana da noi detto Loro ceti.
Coucou dicono anche i Proven-
zali e i Francesi, e Stop gl'In-
glesi. Sono termini di questo»
giuoco: Vess a gotta * Fermà^.
Stagnài cor^ Andà inans^ Vess
andàa-sù o MortJ incocorass, ec-
Forse corrisponde a queste il
giuoco cosidetto di Lumaggrè
dai Fiorentini, Numagrè dai Sa-
nesi , Nonmagrè dai Lucchesi,
Piavitella dagli Aretini (cioè a
dire Non m' aggrada.. , Ti pia-
c'ella?)) ecc.
COCÒ. Cucù. Nome di quelle due
carte del giuoco dei cucù figu-
rato nelle quali è dipinto F al-
locco [lorocch) o il cucù.
COCÒ. Cucù. Altra specie di giuo-
co la quale fassi con piastrelle
tonde di legno figurate e distinte
per numeri.
C0C0. Cucù, Trottola rombante.
Trottola ronzante. Giuoco che si
fa con una pallottola di legno vo-
ta e avente un piccol foro da una
parte, la quale, slanciata per
mezzo di una cordicella avvolta
intorno a un perno , che sta in
fondo alla stessa palla, gira in
terra come un fattore [pirici e
eoe
184 COD
fa uri rumore quasi simile al
verso dell'allocco (lorócch).
COCO per cuccur ucùu de nos. V.
G0C5 MI GOGÒ TI (GIUGÀ A). Fare a
cocù io cocù tu. Giuoco che si fa
cosi. Uno siede a gambe aperte, e
tiene le mani in quel vano; un al-
tro , inginocchiato dinanzi , fa
passare o finge di far passare il
suo capo in quel vano, e se il
seduto può serrarglielo tra le
mani, vince; se no, perde.
COCO (GIUC-A A). Fare a cu cu. È
un giuoco che fanno i ragazzi,
alcuni rimpiattandosi, altri cer-
candoli, e aìle volte i rimpiat-
tati metton fuori il capo, quan-
do i cercatori son lontani da
loro, facendo cu cu,, e lo 1 inflet-
tono subito dentro, quasi allet-
tandoli e dileggiandoli ad un'o-
ra.Il Poliziano in una Ealiata ha:
Tanto abhiam fatto a cu cu*
Che qualcun già ci dileggia^
E se 'l gioco dura pia
Vedrai j beila coccumeggia.
CC'CO (GIUGÀ A). Fare a cu cu. Giuo-
co che fanno le mamme e le ba-
lie a1 bambini, Nascondendosi
dietro a qualche cosa, e met-
tendo fuori il capo, e rianascon-
dendosi, affine di svagarlo, fa-
cendo cu cu.
GOGÒ- Cucco, Cocco: i bambini
chiamano l'uovo, crudo o cotto,
e col guscio.
COCOCCIA. Ceppicone, Coccuzza,
Coccio : il capo — Fà salta la
cococcia^ Far la cipolla: tagliar
via la testa.
COCONETT. Cocconetto: giuoco che
si fa con le carte di Tre sette.
Era assai in voga al secolo XVII.
COGORADA. Partita al cucù — Fà
CQCorado.j, Far cucù.
CBCU! Quando noi vogliamo per
modo d' interiezione negar che
che sia e ad un tempo cuculiare
appuntando il polpastrello (gras-
sell) del pollice (didon) della
man destra alla punta del naso
e sventolando per taglio il resto
della mano diciamo cocò, ed
equivale a No, non ne faremo
nulla, Non ne sarà nulla, ecc.
Un poeta pisano cantò :
/ Numi a scompartii' perchè
non vaiì .
Ch'io glidivida? Eh via! mostra
qui su! —
Ed alzò un pugno j e poi canto
cucù !
E il Guadagnoli nella Lingua
d' una donna alla prova :
La Mea lasciarsi sopraffar?
Cucù !
Al fin del salmo te n'andrai tu.
COCUMEB. Cetriuolo — fig. Citrul-
lo: d'uomo dappoco.
COD. Cote — per Preja de fina. V.
CODA. Affilare.
CODADA. Raffilata.
GODAROSSA. V. Mornirceu — per
Rossignoeu de montagna. V.
CODAZZ- V. auidazz.
CODAZZA. V. Guidazza.
CODÉE. Bossolo della pietra: quello
in cui ripongon i contadini la
pietra {cod) — Corno dell'acqua:
lo portano a cintola i falciatori
per bagnare la pietra (cod)
quando vogliono affilare la falce
frullana {messora)— a cassetta.
Bossolo a mo' di cassetta — de
la sclonsgia^ Bossolo della su-
gna — de vìt^ Bossolo del pota-
juolo [podirceu), ecc.
CODEGA. Cotenna, Cuticagna, Co-
tica, Cute del capo: la pelle
della testa dell'uomo — Cotica,
Cotenna : la cote del majale
dalla quale il lardo è ricoperto
— Cotenna, Cotica, Maggiatica,
Salda, Feltro, Seccia, Carta del-
l'erba, Pellicce del terreno:
quell'intreccio d'erbe minute e
fitte e di barboline, che veste
un campo, un prato, ecc., come
a guisa di peli — Lassà a codc-
ga^ Tenere o Mantenere a sec-
cia — Manda fceura la vacca
in la codega^ Mandare la vacca
nella salda — Maggese: campo
a grano lasciato sodo per se-
minarvi l'anno vegnente — ■ per
Lotta,, sig. 2. V. — Sciavero,
Scorza: una delle quattro parti
di cerchio che si ha dell'albera
COD 185
CCE
in riquadrarlo coli' accetta [sé-
gurin) o colla sega (resega) —
Roccia: quella corteccia più o
meno dura che ricuopre le fac-
ce piane delle forme di cacio
(formagg) lodigiano — Tarpano:
di uomo rozzo.
CODEGÀ. Far fare cotenna o col-
lottola: ingrassare le bestie pa-
scendole di buon'erba — Piota-
re , Inerbare: coprir di zolle
[loti) d'erba un prato.
CODEGÀA. Infiltrato dalle radici
dell'erba.
CODEGASS Inerbarsi: di prato di
cui le zolle (i lott) cominciano
a produrre bell'erba e ben ra-
CODEGH CONT EL FCEUGH (REFÀ I).
Lo dicono i caciajuoli per Far
liquefare le croste d' ambe le
facce d'una forma di cacio lo-
digiano (granon) per mezzo del
calor delle brage sottoposte a
poca distanza.
CODEGHETTA- Palanca: palo diviso
per lo lungo , che serve a più
usi — Piallaccio: quelle sotti-
lissime assicelle di cui copronsi
i legni più vili — Corrcntino :
nome di quei regoletti riqua-
drati che ricorrono spessi e pa-
ralleli, nel verso del pendio del
tetto a sostegno immediato dei
tegoli (di copp) — Broncone : re-
golo con cui sostengonsi le viti
nel mezzo dei campi.
CODEGHETTAMM. Regolarne: quan-
tità di regoli (de codegtiett).
CODEGHIN. Codighino, Coteghino ,
Cotighino : salame fatto di scelta
cotenna (codega).
CODESELLA. Anguinaja: la parte
del nostro corpo che è tra la
coscia e il basso ventre — per
camelia. V.
CODILI- Codiglio: nel giuoco delle
ombre, la perdita di colui che
fa il giuoco con vincita di uno
de'due av versarj.V. in Ombretta
Pan di angiol (Mangia el).
CODITJISTA Codino : chi in politica
si mostra avverso alle intem-
peranze liberalesche.
CODOGNADA. Cotognato: conserva
o confettura di mele (pomm) o
pere cotogne, con miele e zuc-
chero.
CODON. Tronco della coda ne' ca-
valli.
COETTA. Codetta: segnetto in for-
ma di picciuolo e che si appic-
ca sotto alla \Tocale delle voci
latine per indicare ch'elle sono
dittongate — Rigagnoletto : ca-
naletto ne' prati marcitoj che
si sperde per mettere capo in
alcun altro rivo — Striscia: pelle
su cui si strisciano i rasoj , e
simile, per affilarli o asciugarli.
Anche, coramella — Traccia:
quella porzione di polvere che
dal luogo donde s' appicca il
fuoco, si distende fin presso agli
strumenti da fuoco per iscari-
carli.
COETTA. Coda di volpe, Ventola-
na (Cynosurus echinatus): pianta
a stelo ramoso; fiori rossicci,
picohiettati di giallo; fiorisce
in giugno tra le biade; spiga
paragonata ad una coda di vol-
pe - per corderà j sig. 1. v. —
per Erba brugaroeulaJ V.
COETTA DE PRÀA- Ventolana (Cy-
nosurus cristatus): pianta aven-
te le spighe piane da una part*
e convesse dall' altra , che so-
migliano ad una coda di cane.
CffiUDEN- Cappellaccio , Crostone.
Specie di arenaria che trovasi
le più volte a metà cava, duris-
sima, male atta ad essere lavo-
rata, e come tale posta da ban-
da. Suol essere isolata ed a
strati alti non più d'un metro.
Spesso è disposta a Stampi-
rozu. V. — Leit de coeuden^^z.-
mezzuolo.
CCEUDEN. Ciottolo, Ciotto : sasso.
CCEUGA. Cuoca.
CCEUGH- Cuoco — del perscimm *
Cuoco che sa far l'acqua lessa.
CCEUR. Cuore — Andà giò el cceur*
Ustolare, Morire o struggersi di
voglia di... — El gha tanto cceur
de..., Ha tanto fegato da... —
Cavà el coeur., fig. Strappare ,
Spezzare, Passare, Strignere il
cuore, Scorare — Quattass el
cceur ^ Spezzarsi il cuore — Bruti
de cosur^ Brutto da maladetta
C(E 186 COL
senno, Brutto assaettato — Toeu
el cceur^ Importunare, Infasti-
dire — Commuovere — Avegh
strengiùu-sù el coeur* Aver il
cuore come una susina amosci-
na (brugna massina): ristretto
dalla passione.
CGSUS. Cuocere — in bianch o a
lesSj Lessare — Trotare, Mari-
nare: di pesci — pocch j incuo-
cere — Fà coeus* Cuocere — a
rostj, Arrostire — Farti de fa
cceus* Cottojo — Fà coeus in
pressa,, Arrabbiare — Cuocere
una fornace, Far cotta; di cal-
cina, di mattoni, ecc.
CCEUS per Magolcià. V.
CGLUSES- Rodersi, Consumarsi dalla
rabbia e simile.
CGEUVA. Covone, Balzo, Manna:
quel fascio di paglia legata che
fanno i mietitori {segò) nei mie-
- tere. culaccino * dicesi la por-
zione di paglia che rimane al
di sotto della legatura de' co-
voni.
COFEN. Corbello: cesto di forma
elittica, di fattura gentile e con
coperchio a cerniera — Cassa
o Cofano da morto.
COGITOR. Coadiutore.
COGNIT. Esperto, Pratico, cono-
scente.
COGOMA. Cuccuma: piccolo vaso
di rame o d' altro metallo nel
quale si fa bollire l'acqua.
COIN. Stretto : nei tegolini è la
parte più angusta della pianta
— per covin. V.
COINITT. Cojacci, Cuojazzoli, Cuo-
jattoli , Limbelli, Limbellucci,
Carniccio, Mozzatura di cuoja:
ritagli membranosi che si le-
vano dalle pelli col ferro da
scarnare, che si adoperano per
far colla o per letame.
COL V. Colaroeu.
COLÀ, ecc. v. Incolla* ecc.
COLABRGEUD Colabrodo, Passabro-
do: vaso di latta (lolla) o di ra-
me, a fondo bucherato, per uso
di colar brodi, sughi, ecc. — V.
passabrowd* Sedazz del brceud.
UOLADA. Colatura.
COLAROSU, COLIN, C3L. Colatojo.
CQLDERA. V. caldera.
jCOLBERATT. V. Magnan.
Soldinella (a la), a solatìo.
COLDUSC- Afa, Afaccia.
COLE. Corsivo: quella specie di
carattere che ha la forma del
corsivo dei Francesi.
COLERSNNA. Coierina: malattia non
così pericolosa come il colera.
COLETT. V. Bagnozu* sig. 1.
COLEZION. Colazione, Asciolvere.
COLI. Coli, Sugo spremuto.
COLIBITT. Derisioni — Fagli adrèe
a pun i colibitt* Metterlo in can-
zone.
COLIN. V. Colaroeu.
COLISS (A). A scanalatura, A in-
castro.
COLL Collo — A rotta de coli* A
fiacca collo, A rotta di collo, A
rompicollo — Ciappà vun per el
coli* Aggavignarlo, Prenderlo
alle gavigne (crovattin) — coni
el coli biotta Scollato — Romp
el coli a la robba, Abbacchiare
— Senza eoli* Sgolato : con collo
o gola corta — Se cressen mal
V oss del coli* dicono quando
rincarisce le cose di prima ne-
cessità. E riferisce all'esser ap-
pesi, nel qual atto il collo si al-
lunga.
COLL- Collo, Canna, Bocciuolo :
quello delle bottiglie e simile —
Collo : fardello o pacco di mer-
canzie, ciurlo , è detto il collo
d'indaco —Scollatura : la estre-
mità superiore del vestimento
scollato — Passino : tanta lun-
ghezza di tela, quanta tiene !a
lunghezza dell' orditojo — Colli-
no, Collo, Goletta: la parte della
camicia, o altro, che fascia il
collo della persona — Colletto:
il collo della camicia posticcio
— Filo, Filza: serie scempia di
gemme, o di altre materie pre-
ziose, con che la donna si orna
il collo.
COLLA. Colla — a bocca^ Gomma
labiale — de carnuzz * Colla di
carniccio o di carnicci o di lim-
bellucci — de formagin o de le-
gnamèe* Mastice di cacio, colla
di formaggio — de pess., Colla di
pesce — de pitor* Colla da pit-
tori — de invedrièe , Mestura ,
COL 187 COL
Stucco, Mastice — colletta te-
desca J Colla caravella, o di
spicchi.
COLLA. Lonza : la coda e l'estre-
mità carnosa che dalla testa e
dalle gambe rimane attaccata
alla pelle degli animali grassi,
che si macellano nello scorti-
carli.
COLLA. Colla, Attaccata — Palla
attaccata: cioè vicina cosi alla
mattonella {sponda) del bigliar-
do, che malamente si può tirare
— Batt ona colla ^ Battere una
palla a colla: mandar lungi
dalla mattonella del bigliardo
una biglia che vi sia attaccata
— Dà ona colla o Mett o Manda
a colla j Mettere a mattonella:
spingere o mettere una biglia in
modo che sia attaccata alla
mattonella del bigliardo. Vedi
Colleg.
COLLA (BATT ONA). Staccarsi : re-
spinger dalla mattonella {spon-
da) del bigliardo una palla {di-
lla) — Dà ona colla o Mett a
colla Mettere a mattonella —
Vess a colla ^ Essere attac-
cato.
COLLANNA. Collana: guarnizione
larghetta del collo, composta
d'oro o di gioje, ovvero di più
fila di gemme — Collare: quel-
l'arnese di paglia e altro fitto
in una tela ricoperta di bazzana
( b a sgiann a) che ponesi al collo
delle bestie da tiro per attac-
carvi gli altri finimenti. Vi si
notano: il cappuccio ^ i corpi J
rimboccatura le stecche^, la te-
sta,, il tiratojo il ventre la
verga — Pappatola, Soggiogala,
Paglioloja, Pappagorgia: quella
ciccia che pende altrui sotto del
mento {barbozz). Anche Pettèra.
V. in Barbozz.
COLLARIN. Collare, Collarino: da
prete — Mett el collarina Metter
la tonaca, il collare, Pigliar
l'abito di chierico — Trà-via el
collarina Gabbare o Lasciare
san Pietro: schericarsi — Fà tra
via el collarina Cavar l'abito a. .
— Anello, Ghiera: zona o ar-
milla3 da cui è cinta nella sua
parte snperiore il gambe (gàfa-
ba) di alcuni funghi mangerecci,
ed è il residuo delia volva {cal-
zetta) che dal gambo si proten-
deva al margine del cappello
{capella). Si distingue in mobile,
fugace^ persistente J a rag nate-
lo. E cortina è l'anello che allo
svilupparsi dai fungo si lacera,
si stacca dal gambo e aderisce
all'orlo del cappello.
COLLARINATT- Collarettajo.
COLLARINNA. Corvatta, Cravatta,
Croatta : pezzuola di roba fine
che si porta intorno al collo,
allacciata sul davanti, i dut»
canti opposti pendenti sul pet-
to, ovvero rannodati in cappio
{asa) , oppure in fiocco (asa
doppia) — de fer Camaglio: la
parte del giaco o d'altra arma-
dura dintorno al collo.
COLLÀRON DE LA DOTTRINNA. Ani-
ma di messer Domenedio, Uomo
d'anima.
COLL D'OCCA (I COLL). Colli d'oca,
Colli, Stanghe a colli d1 oca.
Quei due ferri lunghi, massicci,
ed in parte arcuati che servono
a collegare il carro delle car-
rozze fermati, com' e' sono, per
le scarpe ( oreggion ) nelle due
partite anteriore e posteriore
del medesimo. Parti: Oreggion*
Tocch o Manegh^ Becca ^ coll^
eoa — V. eoa a coli d'occa.
COLLEG. Collegio — per Colla {Batt
ona). V. — per Preson. V.
COLLEGIANT. Collegiale.
COLLER- Languore o Ribollimento
di stomaco.
COLLERA. Còllera — A la larga
quand l'è in collera! Guardati
dall'orso quando gli fuma il na-
so ! Andà in collera ^ Entrar iti
collera — In alt de collera^ Nei
colmo della collera — Andaróo
minga in collera con JijNon ini
guasterò con te — Lassà andà
o Mett-giù la collera _. Por giù
la collera — Tegnì collera,, Du-
rar nella collera, Portar collera,
Far sacco o saccaja.
iCOLETT. Collicino: piccolo collo
I da camicia, ecc. — Collare r
I striscia di pelle o altro che si
COL 188 COL
affibbia intorno al collo ai
cani.
COLETTA. Colla dolce: quella che
s'applica agli oggetti da dorarsi
prima d' ingessarli — Colletta.
COLINNA. Collina — Braso de col-
linna* Branca di collina — che
dà in foeura^ Risalto o Sporto
di collina — Costa de la collin-
na* Declive di collina — I col-
linn_, Giogaja di collina — In fi-
lerà de collinna* Propaggine di
collina — Pian in collinna* Ri-
piano di collina — Stimma o
sciumm de la collinna,, Ciglio
di collina.
COLLIMA- Concorrere. Accordarsi
— Collimare.
COLL-LUNGH. Codone, German ma-
rino, Anatra di coda lunga, Co-
dolannea, Campigiana (Anas a-
cuta): uccello acquatico: becco
lungo, turchino nero; piedi ce-
nerini; coda acuminata; spec-
chio verdone.
COLL-ROSS Moriglione, Bosco (A-
nas ferina): uccello acquatico ;
becco lungo, celestognolo, con
cima e base nera; ali senza
specchio, cenerine; piedi cele-
stognoli.
COLL-STORT- V. Baso.mur.
COLL-VERD. V. Cazzurott.
COLMA, COLMEGNA. Comignolo, Spi-
na: quello spigolo o linea nella
più alta parte del tetto, dove si
uniscono due opposti pendenti.
fig. Coccola: il capo. Dal latino
culmen.
COLMA (FÀ LA). Fare la colma.
Quel giorno in cui i contadini fi-
niscono di condarre sull1 aja i
covoni del riso, quasi a ricono-
scerli di quel pesantissimo la-
voro, costumano i fìttabili dar
loro a merenda alcun che più
del solito, massime il risotto di
cui sono ghiottissimi ; e questo
si chiama fare la colma — fig.
Finire un lavoro.
COLMA. Colma: ogni pasto dato ai
lavoratori di campagna del Bas-
so Milanese, e nel Pavese dopo
finito un lavoro campestre.
COLMEGNON. Scamozzo: dicesi di
persona sciatta, zotica.
COLOGÀ. Collocare — Maritare, Al-
logare al mondo.
COLOGNA. Colonna — Colonna: di
gamba grossa.
COLOGNETT DEL PETTEN. Crestelle
del pettine dei pettinagoli (pet-
tenèe): due pezzi di canna ri-
fessi longitudinalmente, e fra le
due parti riaccoppiate son fer-
mati con un giro di spago im-
peciato i due capi di ciascun
dente, i quali per ciò sono un
po' più larghi. Anche. Asseti del
petten.
COLOMB. V. Puvion.
COLOMB DE BANCA. V. in Puvion.
COLOMBERA. Colombaia : stanza o
ricetto dove si tengono i colombi
{puvion) a nidificare — perZ,o&-
bion. V.
COLOMB FAVÉE o SALVADEGH. Vedi
Tuon.
COLOMBIRffiU. V. Puvion colombi-
T02U — per Pradirazu^ sig 2. V.
COLOMBITT (I). Trovatelli (I). I
bimbi esposti, ai quali per lo
addietro s'imponeva nel nostro
Ospedale il nome di Colombo*
dalla colomba,, insegna di quella
casa pia, che sorvola alla por-
tantina {portanlinna), in cui ì
portantini {portantini) traspor-
tano dalla casa i miserabili
malati. I portantini stessi erano
pure chiamati Colombilt Creb-
bero poi tanto le famiglie Co-
lombo che da poco si penso di
porre agli innocentini altri no-
mi. E siccome se si è lasciata
facoltà a certi cacherelli di
chiamare Omiomi il tale, Air ci-
gno la tale bambina, ecc. Quanto
eroismo, eh! — Nelle nostre Gride
milanesi però i Colombilt er ano
propriamente i seppellitori {sot-
terrò): voce or ora voltata dalla
schifiltosa società progressiva
nella greca Necroforo (Necro
morto, foro porto).
COLONNETT- Colonnini: que' pila-
strini per mezzo de' quali son©
congegnate insieme le due car-
telle (platinn) d'un oriuolo.
COLONNETT. Paracarri. Quei co-
lonnini che erano a'bei tempi
degli Spagnuoli davanti a case
COL 189 COM
di ricchi prepotenti, e ove i bravi
portatisi potevano , commesso
un delitto «ridersi di tutto quel
fracasso delle gride. » Oggi non
ce n'è che un avanzo, e che certi
prezzolati bociano per farlo
scomparire.
COLP GCEUB8- Colpo di sbieco : nel
giuoco del bigliardo.
COLOR- Colore — bronz Colore
bronzino — celadon^ verdemare
— di pover mort J interriato —
d'Isabella^ Color isabella: color
•giallo lionato, misto con carni-
cino — piomba cenerino piom-
bato — testa de morOj, cappa di
frate — verd dot teglia verde
bruno — viceula,, violaceo —
Andà giò el celor^ Non reggere
il colore — Ciappà color ^ Pi-
gliar il colore — Smart el color
Morire il colore.
COLP. Colpo — Credeva eh' el fuss
restaa sul colp ^ Credevo eh' e!
fosse rimasto sul tiro — Resta
lì sul colp _, Rimaner sul tiro —
colp goeubbj Colpo di sbieco:
nel bigliardo — per Accident.V.
COLPETT. Colpetto, Colpicino: pic-
colo colpo — Buon affare, Buon
negozio — Fa on bel colpettJFa.\
un negozio vantaggiato.
COLTER. Coltro, Coltello: coltellac-
cio che l'aratro ha nel dinanzi,
il quale fende verticalmenie la
fetta del terren sodo.
COLTIV. Coltura — Mett a coltìv
on boschi ona brughera ^ on
marischs on zerb ^ on padù J
Dissodare, Lavorare, Ingrassa-
re e seminar un bosco, uno sco-
peto, una sodaglia, un geibajo,
un padule.
COLTRÀA. Coltrato: terreno lavo-
rato col coltro.
COLTURA per Fond, sig. 2. V.
COLTURÀA. Lavorato: terreno col-
tivato — Ara de coltura^ Ter-
zare, Rifendere: arar per la
terza volta — Zappare: il zap-
pare — Coltivazione: terreno a
grano turco e che, vangato a
primavera e zappato fra l'anno,
è ottimo al grano — Coltura
maggenga J Coltura maggese:
Uicesi quel!' arare che si fa più
volte d'agosto il terreno da se-
mentarsi comunemente in otto-
bre — a trii o qnatter soldi
Coltura a tre o quattro solchi :
cioè arare tre o quattro volto
pel lungo e pel largo.
COLTURA. Zappare: lavorar a zap-
pa i gelsi (nioron), le viti e si-
mili — Maggesare: arare di
maggio le terre.
COLZÉE- Calzettoni : le sopracalze
d'inverno de' contadini , pastori
e simili — Stivaloni : special-
mente di quei grossi stivali
calzati dai postiglioni, e che van,
sopra le scarpe, o anco sopra
gli stivali ordinarj.
COLZETTA. Volva : invoglio mem-
branoso, bianco, che nella pri-
ma loro età cuopre interamente
alcuni funghi, pei successivo
ingrossamento dei quali la vol-
va si distende, si assottiglia, si
rompe , il cappello (capella) ne
sboccia fuori — per Calzetta e
Balzetta. V.
COLZON. V. Calzon.
COMÀA. Mammana, Levatrice, Co-
mare — La comàa Ranzonna.
V. Catterinin di costajoeur.
COMAND. Comando — Comandolo,
Riannodo: nome di quei fili d'or-
dito che il tesserandolo tien
pronti per supplire ai fili che si
rompon nel tessere.
COMANDA. Comandare — Acco-
mandare: ordinare alcun lavoro
a un artiere — chiudere prezzo
— L'ha comandàa lù el maros-
sèe vint lira., Egli il cozzone ha
chiuso prezzo venti lire — Ordi-
nare alla taverna è il doman-
dare bevande e cibi.
COMANDA EL COC Accomandolare:
rannodare o rimetter le fila rotte
dell'ordito.
COMARIWMA. Matrina, Comare,San~
tula: denominazione che dà il
battezzato o il cresimato a co-
lei che lo ha tenuto a battesimo
o a cresima — Denominazione
reciproca tra la matrina di un
battezzato e la madre di esso
— Denominazione che dà alla
matrina il padre dei battezzato
— Appellazione che dà alla ma-
COM 190 COM
trina l'uomo che con lei ha te-
nuto una creatura al battesimo.
GOMAZZ. V. Bottaranna.
COMBALL. Barcone — Battello, Bur-
chiello.
COMBINA. Concertare — Conveni-
re — Darsi il caso.
COMBINAZION. Caso fortuito, Com-
binazione.
COMBUSTION (IN). A soqquadro, In
confusione.
eOMBUTT (FA A) Fare a, o Metter
in combutta: accomunare che
che sia, da ripartirsi poscia se-
condo il convenuto — per Bott^
sig. 6. V.
COME. Come, Siccome —Molto, Di-
molto.
COMEDI fi). Burle, Baje, Celie.
COMEBIA. Commedia — Fa do part
in co me dia „ Far tutte le parti
in commedia: si dice di chi fa-
cilmente muta opinione e cam-
bia parte secondo rutile.
COMEDIÀ. Far baje, Ruzzare, Ce-
liare.
COMEDIATT, COMEDIANT. Comme-
diante — Bajone, Bidone, Ruz-
zante.
COMENZÀ. Cominciare , Incomin-
ciare.
COMENZIN. Giri rovesci, Giri a ro-
vescio: certo numero di giri a
maglie alternatamente dirette e
rovesce nel lembo superiore
della calza, affinchè e^sso non
s' arrovesci — Avviatura : il
principio della calza, della so-
letta o di altro lavoro di maglia.
jCOMETTA. Cometa — Aquilone : quel
balocco che si fa con carta
stesa sopra cannucce e stec-
che, e con tre code fatte di
anelli di carta L' uno intrec-
ciante l'altro, come ad imitare
una cometa, e il quale viene
mandato in aria quando spira
un poco di vento, allentando lo
spago a cui è raccomandato, e
che si tiene in mano per ria-
verlo a piacere — Giugà alla
cornetta., Fare all'aquilone.
COMETTÙU. Commesso, da Commet-
tere.
COMIFÒ. Di santa ragione, A buon
diritto, A modo, A verso, Bene,
A dovere, Appuntino, Come va,
Perbene — L'è un omm comifò*
È uomo ammodo: savio, onesto
e prudente.
COMMISSION (FÀ DE). Fare a posta.
COMOD- Matta: carta di giuoco la
quale si fa contar quanto uno
vuole, onde meglio accomodarsi
per la vincita. Per lo più ella è
o un sette o un sei o la donna
di cuori — Luogo comodo: il
cesso.
COMODA. Predella, Seggetta, Sella:
specie di sedia a bracciuoli,
per uso di andar del corpo —
Assa de la comoda t* Asse della
seggetta.
COMODA. Calzare, Quadrare, An-
dar a verso, a sangue, Acco-
modare, Accostare : piacere, far
comodo — El me comoda min-
ga., Codesto non m'accomoda
punto — a la mej Riaccomo-
dare — per carezza, v. — co-
modass j, Accomodarsi, Sedersi
— Abbellirsi: scegliere la roba
in una bottega come un vuole —
Ch'el resta servii , ch'el troverà
de comodass j La passi , che la
troverà da abbellirsi : dicono i
venditori al compratore.
COMODIN. Santagio , Ser Comodo,
Don Agiato, Ser Accomoda, Co-
modone, Signore de' suoi co-
modi : persona che ama i suoi
comodi — Ripieno: la carta del
sette di cuore — Comodino: nei
teatri , quel secondo sipario ,
collocato alquanto più addentro
del primo nel palco scenico —
stoppaboeucc. V.
C0M0L. Colmo, Traboccante.
C0M0R DE LA SGOLTA (EL). Il po-
mello della guancia, della gota.
C0M0R. Incolmato: di campo che
sia colmetto nel mezzo onde
scolino le filtrazioni. E colma-
tura * Colmo dicesi ii declive
che si dà al campo nel vangare,
onde sanarlo dall' umido — Mi-
surà corner cómor J Fare alla
misura il colmo — Pien cómor^
Pieno col colmo, Pieno colmo,
A misura colma.
COMORÀ. Colmare, Fare colmo,
Aggiugnere colmo.
COM
191
CON
COMPÀA. Padrino, pati-ino, Com-
pare: chiitiene un bambino a
battesimo, e risponde per lui —
Chi assiste per lui nella cresi-
ma — Fass compàa* Incontrar
comparatico: tra il patrino e il
battezzato o il cresimato strin-
ger una certa cognazione spiri-
tuale— Restà compact* Rimaner
compare: dicesi quando si pre-
stano denari a uno . e quei non
gli rende — Compare. Usasi co-
me per denominazione affettuo-
sa, che dinota familiarità e in-
trinsechezza.
COMPÀA. Compare alla romanesca.
Modo di dire che indica la di-
mestichezza che ha con la co-
mare colui che tiene a battesi-
mo un fanciullo.
COMPAGN. Compagno.
COMPAGN- Compagno, Eguale : che
ha le medesime qualità— Un'ac-
qua compagna l'ho mai vedudaJ
Un riverso d' acqua compagno
non vidi mai.
COMPAGNA. Rivincita: nel giuoco
— Te voeu minga fa la compa-
gna? Non vuoi far la rivincita?
COMPAGNA. Accompagnare — per
Cobbià. V.
COMPANADEGH. Companatico, Ca-
mangiare: ogni cosa da man-
giare oltre il pane, e insieme
con esso
COMPARSA. Citazione: al tribunale
— Comparsa: nelle rappresenta-
zioui teatrali, dicesi dei perso-
naggi del seguito che non par-
lano.
COMPASS. Compasso, Sesta: stru-
mento con cui si misurano lun-
ghezze e si descrivono circoli —
Parti: Botton o Brocca* Gamb*
Pont — a botton* a testa — a
muda* doppio. Parti: Gamba
tajenta* Ruzellin* Stanghetta*
Tiralini — a pont slori* colle
punte storte, o torte air indie-
tro — a vit * a vite — de gros-
sezza o a spessor o a vott o el
Vott * a imboccatura — de ver-
ga* scorritojo o a verga — stort*
torto da legnaiuoli, curvo — a
pont flss* a gambe fìsse — de
proporzion* di proporzione —
de saccoccia* da tasca — fe&et,
fedele — ovai* ovale.
COMPESÀ- Mangiare a miccino —
Spendere a miccino. La lingua
non ha, cred' io, una parola da
contrapporre alla nostra Com-
pesd.
COMPETI". Competere.
GOMPEZZ Compenso, Rimedio, Ri-
piego, Mezzo.
COMPI. Compire.
COMPLEAMUS. Anniversario.
GOMPLOTT- Combriccola — Accor-
dellato : trattato e pratiche più
che segrete, di negozio da con-
chiudere.
COMPLOTTA. Far combriccola o
intelligenze.
COMPONN. Comporre, Tessere, Di-
stendere — a stent* Componic-
chiare.
COMPONN- Comporre: accozzare i
caratteri corrispondenti al ma-
noscritto da stamparsi — a la
longa* Comporre a dilungo.
COMPOSITOI Compositore: chi trae
i caratteri della cassetta e ne
forma il disteso dell' opera da
stamparsi — Arnese del regi-
stro (copo >r) pel pulimento delle
lettere, presso i fonditori di ca-
ratteri — Compositoio: arnese
di ferro con cui il compositore
compone le linee ad una ad
una — Strumento per tener fer-
me le iscrizioni che si voglioa
stampare sul dorso dei libri.
COMPOSTERA- Ciotola da guazzi,
Guazziera, Compostiera: specie
di ciotola coperchiata, a più
fogge, per lo più di metallo ; iu
essa si servono in tavola i guaz-
zi o conserve.
COMPRENSORI- Tutti i fondi che
godono del benefìcio d'uno sco-
lo, formano un Comprensorio.
Tutti i possessori de' fondi si-
tuati in un comprensorio for-
mano una Società.
COMPRO. Compratore — Spesatore.
COMPÙ- Quanto più — Tanto più.
COMDNION. Comunione — Fé la
primma comunioni * Passare a
comunione.
CON. Con — con fón^Per quanto.
CONCA. Conca, Sostegno : quel eoa-
CON 192 CON
tjegno attraverso di un canale
per tener in collo ì' acquatili
«love occorre onde passarla
agevolmente. Consta di: came-
ra (fond), callone {conca), por-
toni (anton), caterata {ìncaster).
scaricatore (scare gador). Vi so-
no poi: i salti a gradinata ^le
cateratte a ventola,, i canali di-
versivi a fianco* i ponti* le por-
tine, ecc.
CONCA (FÀ). Imbiecare, imbarcare,
Far barca: de' legnami che pie-
gansi — Fà conca * Passare la
conca , il sostegno. È quel fer-
marsi che fanno le barche nei
nostri canali nello spazio che
corre fra i sostegni binati , per
lasciar che 1' acqua del canale
venga a pareggiare come il
primo anche il secondo soste-
gno.
CONCA DI PIATT. Conca: largo
vaso di legno a doghe (dov) o
tutto d'un pezzo, a uso di ver-
sarvi il ranno (l'acqua di pialt)
per rigovernare le stoviglie —
Vassojo: catinozza di legno en-
tro cui si ripuliscono il cacao,
il caffè e altro.
CONCA FALADA. Conca fallata. Il
nostro Meda divisò nel 1595 il
canale da Milano a Pavia e di
là in Po ; vi si mise mano , ma
tra le opposizioni di chi attra
versa un'opera col pretenderne
una perfetta, tra il governatore
spagnuolo che stillava sottile i
pagamenti, si cessò dal lavo-
rare, dopo spesi 111,650 scudi, e
per giustificar l'inerzia s'inva-
lidò nel volgo, il nome di conca
falada — Portinar di conc* ca-
terattaio.
CONCE. Gogno, Cernice, Chiovolo,
Govone: campanella (aneli) che
tien fermo al timone la gombi-
na (giongìiera) del carro o del-
l'aratro.
CONCHÉS. Caterattaio: custode dei
sostegni (conchj dei canali na-
vigabili.
CONCHETTA Sostegno. È il primo
sul canale da Milano a Pavia.
V. conca* par. 2.
COMCHIN. Conchino, Concola : vaso
di legno quadrangolare che sot-
toponesi allo zipolo (spinin) della
botte, perchè nello spillare non
gocci vino in terra.
CONCORA. Bozzello : specie di pu-
leggia per issare e abbassare
il pennone delle barche.
CONDEMANCH, CONDEMEN- A meno.
C0NDIZI0N. Condizione — Lutto,
Bruuo, Gramaglia: vestimento o
segno nero che si porta alcun
temijo per onoranza e corrotto
di prossimo parente, morto di
poco o di nazionale calamità —
Porla condizione Vestire il bru-
no di. . o a bruno, o in gramaglie,
Abbrunarsi — Ferii deporta con-
dizione Passar il tempo del
bruno.
CONDUTGBUR. Conduttore.
CONFESS. Confessione, Ricevuta,
Quitanza.
CONFESSIONARI. Confessionale —
Parti . Antin, Gratirceula, Scagn,
Brellin* Spali* Schenal* Ten~
dinna.
CONFICIÀ. Conciare, Dar la concia
alla pelle — Scamosciare: con-
ciare le pelli in olio.
CONFICIARIA. Concia: luogo dove
lavorano i conciatori le pelli.
GONFICI-). Conciatore — Scamo-
sciatole : colui che concia le
pelli in olio.
CONFIBENT. Confidente, Angiolino,
Soffione, Delatore, Spia.
CONFIDENZA. Confidenza — Dà
troppa confidenza * Dar troppo
braccio — T<euss confidenza
con vun * Prendersi confidenza
con uno — A dà on 6At de con-
fidenza ne ciappa on orazza*
A dare il dito, pigliano il dito e
la mano.
CONFINA- Confinare a..., con...: es-
ser contiguo — Crogiolare: la-
sciar molto tempo al fuoco le
vivande onde sian bene pene-
trate dall'unto.
CONGRATULASS. Congratularsi con,
Dar il mi rallegro a...
CONILI. Coniglio (Lepus cunicu-
lus ) : specie di quadrupede ro-
sicante della famiglia delle le-
pri; orecchie bigie senza nero,
alquanto più corte della testa;
CON 193 CON
coda sparsa di bruno minore
della coscia; pelame bigiogial-
lognolo, con rosso alla nuca
[coppa)\ gola e ventre bianchic-
ci ; la pelle forma un ramo di
commercio assai ragguardevole
— Nid di conili ^ Conigliera —
V. Tovist^ Furett.
CONOSS. Conoscere — M' han co-
nossùu^ M' hanno annusato: tro-
vato troppo buono.
CONOTÀA(I). Segnali, Contrassegni:
descrizione d'ivia persona.
CONQUIBUS (I). Conquibus, Cumqui-
bus(l). Usansi comunemente per
Quattrini, Danari; ma in ischer-
zo. Venuto senza fallo dalle
carte latine del medio evo dove
si ricordino denari, cumquibus
fieri possit in tale e tal' altra
cosa.
CONQUALMENT. Qualmente che.
CONSC(ANDÀ). Andar a rilento,
adagio.
CQNSCENZA. Coscienza — Guarda-
petto : quel legno che si applica
al petto, quando s'adopera il
trapano \trapen).
CONSCIA. Concio, Concime : letame
per l' ingrasso delle terre — Con-
ditura , Condimento : denomina-
zione generica di certi ingre-
dienti, co' quali si dà o si mi-
gliora il buon sapore alle vi-
vande, e altre cose da mangia-
re — Concia: medicamento di
vini o di frutta con ingredienti
spiritosi.
CONSCIÀ- Conciare, Acconciare —
Condire, Condizionare.
CONSCIÀA. Concio, Conciato , Rac-
conciato, Racconcio, Rassettato
— come te set consciàa ! Come tu
sei acchiappato !: malconcio o
malandato.
CONSCIACALZETT. Conciacalzette.
CONSCIACÓO. Parrucchiere — fig.
Conciateste: dicesi di chi crede
poter mettere altrui il cervello
a partito.
CONSCIALAVESG. Acconcialaveggi
— Acconciascodelle, Picchiapa-
delle, Battirame, Conciabrocche.
CONSCIAOSS- Raccontatore di
ossa.
CONSCIATECC Conciateti.
Banfi , Voc.
CONSCIN. Rattoppatore — Raccon-
ciatore — Paciere — Concia-
scarpe.
CONSENS (AND A A TffiU SU EL). An-
dare a togliere il si.
CONSERVÉE Bustajo, Stucciajo.
CONSOL. Console.
CONSOL. Messo del Comune — Sa-
vell doma tre personn : el con-
sola la comande la comunìtaa.
Nella lingua si legge: Essere il
segreto delle sette Comuni, Sa-
perla il Popolo e il Comune :
noto a tutti, il notum ìippis
atque tonsoribus dei Latini.
CONSOLÀA. Buzzo, Ventre — re-
gni i man sul consolàa^ Grat-
tarsi la pancia , Stare a mani
giunte, Tenersi le mani in pan-
ciolle, a cintola, Star colle mani
a cintola: consumar il tempo
senza far nulla.
CONSOLINNA. Acqua dolce — Quell
de la consolinna JAcqua.t'resc3L.jo,
CONSONTIV. Rendiconto.
C0NS0NZI0N. Consunzione — Anda
per consonzionj Dar in consun-
zione.
CONSUMA- Consumare — Ustolare:
stare chiedendo amorosamente
con atti cose per lo più mate-
riali come cibo: atti e d'uomini
e di animali. Anche Sussi., Sussi
adrèe — consumagli adrèe
Struggersi , Spasimare di.... —
L'ha consumàa tutt el sò^ Egli
ha abbacchiato tutto il suo.
CONSUMM- Consumo — Calo — Lo-
goro.
CONT. V. conch.
CONTEGNISS. Governarsi, Dirigersi,
Regolarsi.
CONTENTA. Assenso, Fede di sposa.
CONTENTIN. Vantaggino: quel di
più che si dà ad una tazza di
cioccolata, caffè, ecc.
CONTINENZA. Umerale : velo da
spalle ricamato, che serve ai
sacerdote qnando dà la bene-
dizione, ecc.
CONTffiUR. Misuratore del gas;
strumento con cui il volume dei
gas è misurato di mano in mano
che passa ad arrendersi nei
becchi {becch). L'ha ogni botte-
ga e luogo illuminato a gas. É
13
CON 194 CON
una cassetta metallica che fa
interruzione al tubo distributo-
re J e nella quale il gas, nell'at-
traversarla per andare ai bec-
chi, imprime a un interno roti-
smo un movimento che vien se-
gnato da più lancette o indici
su altrettanti mostrini o qua-
drati, visibili al di fuori, si che
il primo di questi indica i metri
cubi; il secondo, i decametri;
un terzo, gli ettometri cubi, ecc.,
del gas che vi passò e che vi
fu consumato nei becchi. Parti:
il tamburo * l'asse., i rocchetti.,
le ruote,, l'acqua* il galleggian-
te* Yasticciuola* il disco* il bat-
tente V animella o la valvola.
V. G-azometro.
CONTORNA. Assediare, Circondare
uno, Andar alla volta di...
CONTORNATOJ. V. Trancia* sig. 1
CONTORNO. Contorno, Dintorno: lo
spazio circonvicino alla cosa
di cui si parla — Cordone, Con-
torno: il giro d'una moneta ri-
cinta come da un cordone —Co-
nio a vite.
CONTRA. Contra , Contro — A la
contra* Incontro — Andà a la
contra* Andare a riscontrare,
Rintoppare uno.
CONTRA. Presa, Ripiano, Tramite:
il piano di ciascuno degli sca-
glioni di poggio coltivato a ri-
piano. V. Ronch* contrajoeura*
Sièe.
CONTRÀA, CONTRADA. Contrada,
Via — contrada de veder* Così
quei di fu or a chiamano le no-
stre Gallerie. V. — Andà in la
contrada di matarazzèe* fig.
Andare a consigliarsi col piu-
maccio : andar in letto a dor-
mire — No savè dì nanch la
contrada d'ona cossa o Savenn
nanch la contrada, fig. Non ne
saper acca o boccicata — Da
contrata, cum stratum* i nostri
notaj dal 200 in poi usano Con-
trada per vicinato.
CONTRAGO (I). ingegni (Gli): la
parte della chiave che apre le
serrature. Mulinella , si dice
quella specie diTch'è nella te-
stata degli ingegni; e denti o
tacche i loro risalti, e fernetta,
è il nome dei trafori degli inge-
gni della chiave , più dilatati,
che non i tagli ordinarj.
CONTRADOTA. Dar contraddote.
C0NTRAF0ND. Contraffondo —Con-
trasse.
CONTRAFORT. Fodera, Soppanno:
pano lino, lanot serico o altro,
che si cuce contro il rovescio
delle vestimenta , delle scarpe,
per fortezza o per ornamento —
Fortezza: di ciò che serve di
rinforzo a certi lavori di legno,
di metallo, di marmo — Melt el
contra for t * Foderare, Soppan-
nare — Vess de contrafort* Stai-
pronto alle riscosse, ad ajuto —
Soppanno: pelle sottile che fa
foderatura alla parte interna
della scarpa. E cappelletto di-
cesi quel pezzo di cuojo grosso
che si pone interiormente in
fondo della scarpa per soste-
nere il tomajo (tornerà) — con-
trajoeura. v. contra* sig. 2.
CONTRAJOEURA, Presella , Tramiti-
no: piccola presa (banchetta).
CONTR'AL- V. Aletta* par. 3.
CONTRALTAR. Copravvento : af-
fronto improvviso fatto con van-
taggio e soperchieria — Con-
trammina: ogni mezzo coperto
per guastare gli altrui disegni
— Cavalletta: inganno fatto al-
trui con doppiezza e astuzia —
Fà on contrattar * Far un con-
traltare o un ridosso: attraver-
sare a uno una impresa qua-
lunque,© dandosijallamedesima
industria alia quale si è dato
egli, o scrivendo un'opera di
simile argomento alla sua , o
simile — Fà de contrattar* Far
il contrabbasso: di chi f a o dice
cosa opposta a quella che fac-
cia o dica un altro.
C0NTRAM0STACC. Contraserratura:
lastrina di ferro incassata nelle
imposte e simile, che serve di
battente (battuda) alla piastra
a cassetta (mostacc) della top-
pa (saradura) , e che ha in sè
un traforo (bus), in cui entra la
stanghetta ( caden azzoeu ) per
serrare.
CON 195
CON
CONTRAMUR. Contramuro, Muro di
rinforzo — Ripresa di muro.
CONTRANTIPORT. Contrauscio.
Quell'usciale, per lo più rive-
stito di bajetta, che si mette
d'inverno agli usci delle stanze,
a maggior difesa del vento in
luogo di un secondo usciale o
paravento.
CONTRAPAGINA. Contropagina: la
pagina retta che riesce a con-
tatto della pagina verso — Ta-
lora, La pagina verso.
CONTRAPASS. Contrapasso, Ambio,
Ambiadura, Portante: andatura
di cavallo, asino o raulo, a passi
corti e veloci — Andà de con-
trapass, ^ Ambieggiare, Andar di
portante.
CONTRAPATTA. Pistagnino : quelle
strisce , della stessa stoffa , le
quali son cucite a ciascun lem-
bo laterale della toppa {patta)
dei pantaloni, e a quella dei ta-
schini del panciotto (gilè) e del-
l'oriuolo.
CONTRAPEL- Contrappelo : pelo al
contrario ; il verso e la piega-
tura contraria del pelo — Dà el
contrapel ^ Dare o Fare o Ra-
dere il contrappelo: si dice del
barbiere che , dopo aver raso
il pelo , rade il residuo a ro-
vescio.
CONTRAPES. Contrappeso: sasso,
legno, piombo o altro che serve
a tener che che sia in bilico o
simile
CONTRAPES ( I )• Contrappesi : i
piombi degli orivoli da torre o
cassetta.
CONTRAPONZON. Contrappunzone :
nome di quei pezzetti di acciajo
sui quali si incidono le figure
de' vani interni delle lettere del-
l'alfabeto per potere, temperati
che siano , batterli in altri pez-
zuolini d' acciajo e farne risul-
tare i punzoni. Il contrappun-
zone presenta in rilievo il iva-
no della lettera, il punzone la
figura di essa in rilievo: la ma-
dre la figura medesima in in-
cavo.
CONTRAPONZONÀ. Contrappunzo-
nare: conficcar il contrappun-
zone nel pezzuolo d'acciajo che
debbe risultar punzone di ca-
rattere da stampa.
CONTRARI. Lo stesso che Taj in
foeura.
CONTRAVEDER. Impannata di ve-
tri, Contrimpannata: la seconda
invetriata aggiunta per di fuori
alle finestre nell'inverno a mag-
gior riparo dell'aria e del fred-
do. Quasi quasi la contrafene-
stro dei Provenzali.
CONTROLÀ. Riscontrare — Biasi-
mare, Riprendere, Censurare.
CONTROLARIA. Riscontro, Registro
— Censura.
CONTROLL. Riscontro.
CONTROLCEUR. Riscontratore —
Censore — Criticastro.Voce fran-
cese da Contróleur.
CONTROMBRA. Banchiere: di colui
che sostiene il giuoco contro gli
altri giuocatori nell'ombre spe-
cialmente.
CONTROSPIZZ. Timpano, Frontone.
CONVEGNI. Convenire — Affarsi,
Addirsi.
CONVEGNÙU- Convenuto.
CONVERSA. Gorna: quella parte e-
sterna d' un tetto , ove conflui-
scono le acque di due pioventi.
CONVERSAZION. Conversazione —
veglia.
CONVOJ. Convoglio : vettovaglie,
armi ed altro per soldati o città
assediate, che si mandano sotto
buona scorta di truppe — De-
nominazione collettiva di tutti
i carri [vagon) di varia foggia,
attaccati gli uni dietro agli al-
tri, e tutti trascinati dal loco-
motore sulle strade ferrate.
COO. Capo — A eòo a còoJ A tu per
tu — Rasente — A eòo biott ^ in
zucca — A eòo e pée^ capopiede,
A eòo in giòj A capo di sotto, A
capo fìtto — Andà o Dà al cóo^
Dare al o nel capo — Andà fceura
del cóOj Uscir di mente — Andà-
via coni el eòo * Farneticare —
Vagellare — Esser sopra pen-
siero , Vagare colla mente —
Andà attorna el eòo. Aver il
capogiro — Ave el eòo a càJ
Aver il cervello seco, Esser in
senno — Ave el eòo a fa conscià .
COO 196 COO
Aver dato il cervello o gli orec-
chi a rimpedulare o al cimato-
re: esser pazzo— Porre o Pian-
tar una vigna: non attendere o
badar a quel che altri dica —
Ave el eòo alarla Essere sviato,
Sdarsi, Svagarsi — Ave l'argent
in eòo j, Esser fidanzata o pro-
messa sposa — Avegh de fà fin
dessoravia del eòo Aver che
fare fin sopra i capelli — Avegh
el eòo come ona pasta Aver il
capo indolenzito — Avegh el eòo
ligàa ligàa o come ona zucca,
o grev* Avere accapacciamen-
to, Essere accapacciato: affati-
cato —Avegh imbindàa su el eoo.,
fig. Esser in parto — Avegh la
ed in cóOj o Avegh minga cà in
eòo* Aver niente che sia al sole
o aver del suo al sole — Avegh
quajcossa per elcòoJ Aver il ci-
murro: di chi ha alcun umore o
fantasia, o di chi sia sdegnoso
o imbizzarrito — Avegh-via el
eòo o Gira el eòo* Aver meno il
capo — Avegh el eòo a sfonde-
rà^ Volar il cervello — Borlà-
già cont el eòo in giòJ cadere a
capofitto, Capitombolare, Far un
capitombolo — Bassà el eòo *
Arrendersi — cercagh o Guar-
dagh in eòo J Levar il fastidio
— ciappà el eòo in man* Dar le
spese al suo cervello: star so-
pra di sè raccolto in un solo
pensiero — cont el eòo bass* A
capo chino o chiuso — cont el
eòo via,, A capo sventato — eòo
bass^FiG. Pepino: di persona che
sa far il male a suo tempo —
Gattone , Mozzina : di scaltro —
Acqua cheta : di persona dop-
pia, simulata — bisoeu o de ca-
vij* Bravo , Bravazzo, Sgherro
— Capo rotto : di persona che
mette in pensiero altrui — de
ìtrucc o bus_, Zucca, Poponella:
di baggeo — curiosa Capo ame-
no — de ciati* Testa di rapa,
Cervel trapanato — de legn o
dWjCapo quadro, Capo da sas-
sate, Capassone, capaccio, Ca-
potacelo di tinca — de matt*
Capo scarico, a cantoni, di pazzo
— costà i ceucc del eòo J Costar
un occhio , Valere il cuor del
corpo — eòo de romp gandoll*
Capo d'asino o di bestia, Testa
bajarda — quader * Testa ben
assestata — Dà el eòo * Dar del
o di capo — Dolor de eòo,, Grat-
tacapo : tribolazione — Dormì
bass de eoo, Giacere a capo steso
— Alt de eòo* A capo elevato— Fà
andà via o girà o S'eeppà el
eòo, Tórre, Rompere, Spezzarla
testa — Fà vegnì tanto de còOj,
Intronare — Gòo tant de eòo*.
Sono stordito — Fà i robb cont
el eòo in del sacche Far a van-
vora, a bambera, al bacchio —
Girà el eòo* Aver le traveggole:
per ubbriachezza — Girar la
coccola o la coccia: dirne o
farne di strane — Giugagh el eòo,
Rimetterci la testa — Giuslagh
el eòo a vun * fig. Quadrar la
testa a uno: abituargliela a ra-
gionar sodo — Lassass minga
mangia i fasoeu in eòo * Non si
lasciare mangiar la torta in ca-
po, o metter sotto, Non portar
basto — Lavada de eòo, Un la-
vacapo — Lavorà de o Tosu-
foeura del eòo* Cavarsi, Lavo-
rare, Fare di sua testa, di suo
capo — Metl-giò o simile el eòo*
Metter il cervello a bottega —
Menà via el eòo, Abbagliare,
Confondere — On gran eòo, Te-
sta di ferro : forte — Pestà ona
robba in del eòo* Ribadir che
che sia in capo— Podèpù dagli
del dolor de eòo* Aver la testa
tutto un ceppo o il capo incep-
pito dal dolore: intormentito
quasi come un ceppo — Scaldass
el eòo, fig. Prender una scesa di
testa — Scorti adrèe el eòo * Spe-
dire uno: di malato — Scorti el
eòo* Dir di no — Senza eòo* Sca-
pato — Sentiss quasi pù altac-
càa el eòo* Incatorzolirsi la te-
sta, Aver il capo vuoto: dal
gran dolore non se lo sentir più
quasi, a chi il capo non dice il
vero — Tajà via el eòo ai
rann* ecc., Scapar le rane, ecc*
— Tegnì el eòo a cà * Star in
senno, Tener il cervello o il
giudizio a bottega — Tira la
COO 197 COP
peli in eòo Voler la pelle d' li-
no : pretender troppo da lui —
Tirass in del eòo ^ Ridursi alla
memoria o mente — Vess pìen
de de~bet fìnna al còOj, Aver de-
bito il cuor del corpo, o più de-
biti che la lepre — Vorè andà
in duu el eoo,, Andar la testa in
pezzi: dal dolore — Vess robba
de tra via el cdo^Esser cosa da
ammattire, impazzirne, da bat-
ter il capo nelle mura — Vess
senza còoJ fig. Aver dato il cer-
vello al cimatore — Vorè tra-
via el eòo Sfasciarsi la testa,
Scaparsi: darsi pensiero o pena.
£0*0. Intelletto — Giudizio — A rnè
pocch eoo,, A mio scarso giudi-
zio — Ato cóOj Di tuo capo— Bon
cóOj Buona testa — Donna de
eòo* Donna di garbo — Omm de
cóoJ Uomo aggiustato.
COO- Capo, Principio — d£ con-
trada, capostrada — Andà in
eòo* Scadere — De eòo del lett,
A capo del o al letto — Descor
a eòo pu bellJ Metter il becco in
molle :di chi comincia a cica-
lare e non rifina — In eòo, In
capo: in fine — Vegninn a còoJ
Venirne a capo — Vess in cóo^
Esser a termine.
CDO. Capo, Suppurazione — Vegnì
a cóoJ Maturare , Infradiciare,
Suppurare, Far capo: di suppu-
razione al dito o altrove — Ca-
po : della matassa {ascia) — V.
Bander^ cornanti, — Cerro, Fran-
gia: il vivagno della tela - Ca-
po: di viti, zucche, ecc. — de
vin o de uga_, da frutto — Di
seta, filo, cotone, ecc. — Fà-giò
i eòo, Sbroccare la setn.
CDO D'ARGENT. V. Speronada.
CÓO DE MONTURA. Zucca: sciocco
di legno foggiato a capo d'uo-
mo, senza però alcuna forma di
viso , sul quale i parrucchieri
vengono costruendo le parruc-
che.
COO DE PERUCCH. Testiera, Testa:
ciocco simile alla zucca {eòo de
montura), che però talvolta ha
anche la forma del viso , sul
quale si posano le parrucche di
uso giornaliero per pettinarle.
CÓO DE PETTENÀ. Testiera, Testa:
ciocco foggiato a capo d'uomo,
con viso anche colorato, di cui
i parrucchieri si servono per
montarvi ogni specie di capel-
latura posticcia.
CÓO DE RGSUDA. V. in Testa.
CÓO DE ROMP GANDOLL. Capo di
stipito o da sassate: capo duro,
di dura apprensione — fig. Te-
sta di pazzo , Capo a cantoni.
CÓO DE SCUFFI o DE MADAMM. Te-
stiera: le modiste e le crestaje
chiamano cosi quel bustetto di
cartone sul cui capo montano
cuffie, cappellini e simili.
CÓO D'OR. Martinello , Piviere, Pi-
viere dorato (Charadrius plu-
vialis): uccello di ripa; pileo e
la parte superiore del corpo di
color nero, macchiato di giallo
vivace; becco nerastro; pitìdi
neri ; fischia.
CCOTESSERA. V. captessera.
COPÈ V. Coppe.
COPELLA. Coppella -- de fina, Af-
finatolo — Mett in copellaJ Cop-
pellare — Fàa a copella, Fatto
per bene — Stà a copella , Reg-
gere al paragone, Star dal pari.
COPIA. Copiare — in bella,, Copiar
in pulito.
COPIADURA. Copiatura.
C0P1ALETTER- Copialettere : tor-
chio con cui si copiano le let-
tere scritte coli' inchiostro di
Watt. Esso d'ordinario è di fer-
ro; le lastre di ferro fuso {ghi-
sa); i ritti, la traversa a chioc-
ciola {lumaga). la vite e il bi-
lanciere di ferro battuto. Tutta
la macchina è fìssa ad una forte
tavola con madreviti che in-
granano T estremità inferiore
dei ritti e ne serrano il piede,
più largo del diametro della vite
contro la tavola orizzontale.
COPIASCIÀ. Esercitare la menan-
te ri a.
COPISTARIA. Copisteria , Menan-
teria.
COPOAR. V. SciocchJ par. 2.
COPON. Stacco, Tagliando: poliz-
zina aggiunta alle carte di de-
bito dello Stato, per dar facoltà
al creditore di riscuotere il
COP 198 COP
frutto del denaro investitovi. La
nostra voce è dal francese cou-
pon.
COPP. Tegolo, Tegola: lavoro cur-
vo di terra cotta, lungo tre o
quattro spanne , arcato per lo
lungo a modo di doccia (canal),
aperto forse una spanna al
Largo {testa), alquanto meno
alio Stretto (coin)\ servono a
coprir il tetto — Tegolino : te-
golo di minore grandezza con
che copronsi le congiunture de-
gli orli di due file contigue di
tegoli , perchè 1' acqua non vi
passi — Copp rornan j Embrice,
Embrice romano: lavoro piano
di terra cotta , in figura di tra-
pezio, con Orlo rilevato a squa-
dra in ciascuno dei due lati non
paralleli; la parte piana dicesi
Pianta: poco usato da noi — de
marmor^ Tegolo di marmo — a
uso d'usejj Frate da stanze a
tetto — a ess^ Tegolo fiammingo
o ad esse — de torr* da torri —
de colmegna.. Colmegnolo — de
fornas, Comignolo da fornaci —
de gronda^ le Gronde — de cri-
stalli Tegoli di cristallo — de
ghisa di ferro fuso — de con-
versa., da gorna — Band come
on copp _. Popparsi di rabbia —
Fà i copp j, Spianar i tegoli, gli
embrici — Ciappà quaj copp ^
Sghembarsi i tegoli, gli embrici:
di quando posti sull' aja a sec-
carsi s1 acquattano e perdono
V arcatura — Primm pian sott
ai copPì Soffitta, Stanza a tetto
— Giugà a copp. V. Pizz (Giugà
a) — Fabbrica de copp Tego-
laja — Quatta de copp on tecd
Embricare un tetto — Quell di
coppi Tegolajo — Banda come
on copp„ Arrovellato — Bi copp
in giò o in sù^ fig. Dal tetto o dai
coppi in giù o in su— Tirà-via i
copp d'on tecc Distegolare un
tetto — Banch di copp,, Banco da
fabbricar tegoli — Copp piovat-
tàa o sbagorda ^ Tegoli scre-
ziati.
COPP- Coppe : uno dei quattro se-
mi (pai) delle minchiate (ta-
roccò) — Bà el dùu de copp ^
fig. Dare lo sfratto, il puleggio:
licenziare — Tceu su el dùu de
copp* Pigliar il cencio, Spulez-
zare, Pigliar le gambe, Girardi
bordo : andarsene.
COPP. Braciere: cassetta di ferro
che piena di bragia sottoponesi
alla pietra per tener liquida la
pasta da cioccolata, intanto
che la si vien menando col
rullo (cannella).
COPP. Coppo: misura di liquidi
equivalente alla metadella (mi-
tàa) — Randello : quel legno ar-
cato ch'è nei basti.
COPP- Tegolo, Tempella: arnese
che i cappuccini suonano o
suonavano per chiamare a men-
sa — Sona el copp > Battere la
tempella. Lodovico Muratori,
Annali d' Italia a pagina 269,
tomo IV. Storia dell'anno 699.
COPPA. Nuca — Fà coppa , Far
collottola: ingrassare — capo-
collo: taglio di bestia che con-
fina coir aletta, colle costole
dello spigolo (crosera) e coi
collo — Giogo: la carne dei
collo che nel bue vivo è bat-
tuta dal giogo — per Tazza del
caliZi V.
COPPA- Specie di rastrello senza
denti. Anche, Redabol^ Redibol.
COPPA Accoppare — Integamare:
far cuocere le uova nel tegame
(biella), V. in (Euv — Alzare:
delle carte da giuoco.
COPPATT. Lavorante di tegoli, Te-
golajo.
COPPE. Cuppè: specie di carrozza
avente il cassino con coperto
stabile e sportelli: carro a
quattro ruote; non fiancate an-
teriori; retta sulle molle.
COPPELOTT. Scappellotto, Scapez-
zone, Scapaccione — Bà o tozu
sù on coppelott,, Appiccicare o
Toccare uno scappellotto, Scap-
pellottare, Scapezzare.
COPPÉRA. Tegamino da uova —
per Mceud, sign. 2, V.
COPPETTA. Ventosa , Coppetta —
secche a vento — tajàa^ a ta-
glio — Mett i coppetl j Vento-
sare.
COPPETTA. Coilottoletta: piccola
COP 199
COR
collotta — per sciavattin* para-
grafo 2, V.
COPPIN- Coppino , dim. di coppa
— per Quartin, sign. 1,V. — per
Mesurin, V. — per diletta V.
COPPIRGSU- Portatore: l'uomo che
alloga suir aja i tegoli appena
fatti.
COPPON. Scappellotto, V. coppe-
lott.
COPPON. Embricione — de con-
versa J Embricione da gorna —
rornan^ Embricione romano.
COPPONA Su'. Dare scappellotti.
V. Coppelott.
COPRAPIATT. V. Quattapiatt.
COPRIÈRBA. Rete da quaglie.
COR- Coro — El dedrèe del cor; Il
Poscoro.
COR. Correre — Fà a chi córpus-
sèeJ Fare alla corsa — Giugà a
cores adrèe^ Far le corse.
CORA CORA. Curra, Curra curra ,
Curre curre , Billi billi , Bilie
bilie: voci colie quali si chiama
una gallina o più , quando si
vuol dare a beccare.
CORADELLA, CORÀDEGA. Polmone:
viscere nella parte interiore
del petto, eh' è l'organo princi-
pale della respirazione — Parti:
Ala; Aletta,; canaruzz — Pasto,
Polmone : quelli degli animali
che si macellano, per mangia-
re, come di bovi, porci, e si-
mili.
CORAJ. Coralli: quelle pallottoline
rosse che hanno i tacchini (pol-
lin) sotto ai bargigli (bardell)
e giù lungo il collo — Rid che
passa minga i coraj * Riso di-
spettoso, Ridere che non passa
dal gozzo in giù.
CORAJTT, CORAIJN. V. Marg a ritin;
par. 1.
CORALL. Corallo (Madrepora ru-
bra). Filotto è il filo di coralli
di circa sei once di peso: cor-
poj, più fili di coralli men grosso
del filato di cui si compongono
i massi; cavatore o pescatore
di coralli,, chi lo pesca; coral-
liferi si dicono i fondi fertili di
coralli, corallina, la barca da
pescarlo; cor allume ^ quantità di
coralli; corallino, ciò ch'è ros-
so come il corallo; coralloide
ciò eh1 è com' esso diramato —
Corali bianch; Corallo bianco
(Medrepora oculata) — carbo-
nett; carbonetto — eoo de fila;
capofilo — me zz ernia o smez-
zàaj Mezzania — molàa co-
rallo arrotato — sfaccettato
negher^ nero (Gorgonia antipa-
thes)— sgresg^ greggio — smorta
Corallese — Mazz de coralli
Rappa di corallo — Ramm de
corali j Branca di corallo —
Scorza de coralli Corteccia dì
corallo.
CORALLÉE. Corallaj.o.
CORALINNA Corallina di Corsica,
Musco di mare: miscuglio di
piante e altro che colla loro
decozione e infusione , danno
una bevanda buona ad uccidere
i bachi.
CORAMELLA. V. Coetta, sign. 3.
CORAMN. Cuojo.
CORAVu. Colatojo: telajo intrec-
ciato di corde, sovra cui si di-
stende un panno per colare la
colla prima di farne uso — Co-
lino : telajetto di legno fatto a
rete con funicelle sul quale si
pone la colatoja.
CORDA. Corda. — Noi mediterranei
non conosciamo le ansiere le
boline j la corda conlinova^ la
corda di filo di ferro le corde
di Cairo ; le draglie J le drizze ;
i fornelli; i gerii; i gherlini, le
gomonette; il le zzino Aq mano-
vre,, che si distinguono in dor-
mienti o stabili e in volanti o
correnti; il menale^iì merlino
le mure; le pitte ; le sartie ; le
antarie; gli stragli; e via. V. Ga-
mir ; Legnceu — Ballarin de
corda; Funambolo — FU de cor-
da, Tréfolo — Corda del man-
tes , Menatojo — de Monscìa
V. Lugànega — di barch; cavo
— de sacch; Cornandole — de
saltà; Cordicella da saltare —
d'erba; Breino o Cavo d'erba:
fatto di falasco o pattume —
Stramba: cavo d'erba intrec-
ciato — Libano : fatto di sparto
de canov, Canape — grossa de
canov ; Canape — de caregU ;
COR
200
COR
Susta — Gir de corda* Duglia —
Fà-sù la corda in gir , Addu-
gliare la corda — Lassass giò
cont ona corda* Coliarsi — re-
gni corda* fig. V. Bordon {re-
gni) — Fà corr la corda,, Scor-
rere la corda — Tira la barca
con la corda* Alare la barca —
s/ìlozzass la corda* Strefolarsi
la corda.
CORDA. Corda armonica: fili at-
torcigliati, composti di metallo
o d' altro che si usano negli
strumenti musicali — de budell,
Minugia — Chi je fà, Minugiajo
— rawiàa * Corda ramata, fa-
sciata — Andà-giò de cordaJ
Scordarsi: di strumento — Uscir
di tempra: d'uomo — Mett i
cord a* Metter in corde, Incor-
dare — Tom-aghi a mett * Ri-
cordare— Vessgiò de corda* fig.
Non essere in lena — Non es
sere in buon giuoco: in ordine
di far giuoco — Briglia: la mi-
nugia con che si fa girar il tra-
pano (trapen).
CORDA. Corda: la voce o il suono
componente la scala e i vari
registri della nostra voce, onde
corda di petto* di testa* grave*
media* acuta.
CORDA- Accordare, Far accordo
— Noleggiare.
CORDADA. Funata: colpo di fune.
CORD ARI A- Cordame, Cordaggio —
Funame: assortimento di corde,
di funi — Corderia: luogo dove
si fanno cordami, funami — Sar-
tiame.
CORDÉE. Cordajo, Cordajuolo —
Funajo, Funajuolo.
CORDERÀ. Codetta: l'assereno fer-
mato sul coperchio d'un violino
in cui s'infilano da 1' uu capo
le corde.
GORDSTTA Cordicella — Funicella.
CORDIN, C0RD0N. Guida : specie di
redine con che si guidano i ca-
valli da tiro.
CORDISI- Mezzo: ciascuno dei giuo-
catori che stanno verso la linea
mediana del giuoco per ribat-
tere il pallone.
GORDON- Cordone: corda alquanto
grossa per aprire, chiudere o
tirar le tende, i campanelli e
per altri diversi usi — Nastro o
cordcllino di seta o d'altro av-
volto alla mazza [baston) che
finisce in due nappette [fioc-
chiti)— Truppe collocate a po-
ca distanza le une dalle altre,
in modo da poter impedire il
passaggio agli abitanti dei paesi
infestati da una malattia con-
tagiosa—Truppe che si fermano
su frontiere con intenzioni ostili
siano offensive o difensive —
Cordiglio : quello dei frati — Co-
stola : la parte più grossa e ri-
levata del pettine — Cordone :
quelli a modo di funicoli di fi-
laticcio o di corda o d'altro
dietro le carrozze per ritegno
dei servitori — Guida , Rotaja:
nome di due, o anche quattro
strisce parallele di lastre in
alcune strade acciottolate , pel
più comodo carreggiare — Ton-
dino, Bastoncino. Bottaccino:
cilindro di piccol diametro che
nell'architettura serve d' orna-
mento all'estremità delle co-
lonne, alle cornici e simili —
Bastone: sorta di palla col ta-
glio a mezzo cerchio , per uso
di fare scorniciamenti tondi e
massime il bastoncino — Tèn-
dine: parte del muscolo che
biancheggia e che ne forma la
estremità — per Cordin* V. pa-
ragr. l.
C0RD0N. Corde del collo: i due
nervi del collo.
CORDONITI- Cordoncino.
C0RD0VAN. Cordovano: cuoio di
pelle di capra, di castrato odi
altri animali la cui concia fu
ritrovata in Cordova — Ceppa-
tello: ogni limbelluccio di carne
che i conciatori staccano dalle
pelli dei vitelli e dei manzi e
che vendono ai poveri.
COREGO- Correggere.
COREGGGIBD. Corretto.
GÓREGH. Cestino da bimbi: araese
di vètrice {sares gora),& foggia
di cono tronco, dentro cui si
pone in piedi il bambino , per-
chè s'avvezzi a reggersi e ira-
pari a camminare — Trabicco-
COR 201 COR
io, Tamburo, Tamburlano: ar-
nese composto di sottile assi-
cella piegata in tondo a modo
di cassa senza fondo; coper-
chio libero; una rete di spago
tesa internamente per porvi
panilini da rasciugare o da
scaldare al fuoco d'un veggio
o d' un caldano sovra il quale
il trabiccolo vien collocato —
Cestino, Cestello : arnese di vi-
mini (sares gorin) fatto a cam-
pana, aperto anche nella parte
superiore, e sotto il quale si
pone il becchime ai pulcini
(poresitt) e ai grossi polli — Cri-
nolino: quel particolar tessuto,
il cui ordito è di mille robe, a
nso di farne un corto sotta-
nello, il quale, perchè boffice ed
elastico , impedisce che il so-
prapposto vestito non istia mu-
cido e cascante ma gonfio e ri-
levato. Pare ch'esca di moda.
Anche, Ballon^ vapor.
COREL ATIV(ANDÀ)- Accordar si( ver-
bo che trae da coreJ cuore).
CORENSGIA. Coreggia: cintura di
cuojo (coramm) — Queli di co-
rensgj Coreggiamo.
CORENSGIN. Coreggiuolo: striscia
di cuojo, a guisa di nastro che
si usa aile scarpe, agli stiva-
li, ecc. — Soggolo: strisciolina
di pelle, che all'uomo si fa pas-
sare sotto alla gola, perchè il
caschetto o il berretto stia più
fermo in capo.
CORENT (STA OGNI DÌ IN). Far ogni
di capo d'anno.
CORESPONSION. Ricompensa, Rico-
gnizione.
CQRIN- Cuoricino: picciol cuore
— Cuoricino: pezzuolo di tela,
tagliato per lo più a foggia di
cuore, e cucito per fortezza in-
ternamente all'angolo dello spa-
rato del petto — Cuoricino, A-
mor mio: di persona cara.
CORISPOND- Corrispondere — Ri-
spondere, Dare: di finestre, ecc.
che sono vòlte in verso un tal
luogo, o vi riescano.
CORISTA. Cantore di coro, Co-
rista.
FORIERA. Maglia scappata: quella
maglia che per rottura di fìl»
trovasi lente e allargata, o non
più concatenata colle maglie
vicine — Tozu sii una corlèra^
Riprendere, Ripigliare una ma-
glia — Tante corler , Smaglia-
tura.
CORNA. Corno — Dà i corna in
vun, Rintoppare in uno — Rornp
i corna avuno simile, V. Crost
(Romp i) — Ave in sui corna ^
v. crost {Ave in sui) — Fà i
corna j Metter le corna — Far
le castagne: dispregio che si fa
altrui alzandogli contro il dito
mignolo e l' indice a pugno
chiuso — Far pepe: beffarsi di
— Pestass i coma,, Fiaccarsi le
corna, Zombarsele sode, Me-
narsi botte da orbo — Vegnì i
corna^ venir la muffa, l'uggia,
la mosca al naso: adirarsi.
CORNA, per BarbisJ sig. 3. V.
CORNÀA. Corniolo, Cornio (Cornus
mascula): alberetto a tronco
tortuoso, nodoso, a corteccia
verde cenericcia, molto ramo-
so, foglie ovali: fiori che appa-
riscon prima delle foglie e di-
sposti a ombrella — Corniola,
Cornia: frutto del corniolo ; for-
ma di piccole ulive di un bel
colore rosso; carne da prima
acerbissima diventa poi molle
e di sapore dolce acidetto —
conserva de cornàa^ Conserva
di corniole.
CORNABÒ. Bucapere, Mangiapere,
Mangiapera , Diavolaccio , Sal-
tabecca, Cervo volante (Lu-
canus cervus): insetto a co-
lor nero; mascelle prominenti
che terminano in estremità bi-
forcate; sulla testa certe, a
cosi dir , tenagliuzze rassomi-
glianti nella forma alle eorna
del cervo, se maschio; due sem-
plici corna a guisa di tenaglie
se femina. il Diavol dei Luga-
nesi.
CORNABOESSA. Bucapere , Cervo
volante non cornuto , Scarabeo.
Rinoceronte femmina. È diverso
dal cervo volante [cornabò) sol»
nell1 esserne men grosso e nel-
l'avere le antenne (barbis) bre-
COR 202 COR
vissime e non racemose. Anche
lo chiamiamo Triapaja.
CORNACC, CORNUCC Costole: quelle
del naspo (aspa).
CORNADA. Cornata — Dà ona cor-
nadaJ Menar una cornata.
CORNAGGIA- Mulacchia, Cornac-
chia bigia, Cornacchia (Corvus
cornix): uccello silvano; dosso
e addome cenerino; testa, da-
vanti del collo, ali e coda nero-
cangiante; becco con apice su-
badunco ; seconda remigante
più corta della sesta; esso grac-
chia, scornacchia, cornacchia
CORNAGGIA. Ghiaccinolo , Diac-
ciuolo, Gocciolotto : striscia ag-
ghiacciata dell'umore che stava
per grondare da' tetti , dalle
doccie {canal) e simile — Gelò,
i cornagg^ Tirar brezzone, brez-
zolone, Essere un freddo che
pela, che fende.
CORNAGGITT- Bubbolini (Behen al-
bum): pianta campìa (de camp),
le cui foglie tenerine si man-
giano la primavera nella mine-
stra de' contadini.
CORNAJffiULA. Gramigna (Panicum
dactylon): erba perenne, molto
strisciante; foglie alquanto lar-
ghe; comune nei pascoli e nei
campi.
CORNAJffiULA Canna da serviziali :
pei cavalli — Mastice veneziano:
specie di colla.
CORNAJffiULA. Cornajola: specie
di agata, semitrasparente, ros-
seggiante ; adoperata massime
per le incisioni e per le scoltu-
re; le più belle vengon dal golfo
di Cambaja.
CORNARE- Cornaredo. Nome di un
villaggio un otto miglia lungi
da Milano, il quale dà luogo
alle locuzioni — Alida a corna-
rè,, fig. Andar podestà a Corna-
redo — Manda a cornare fig.
Mandar a Cornaredo: cioè rom-
per la fede al marito , o questi
alla moglie. I Vocabolari hanno
Corneto; e perchè non possiamo
noi dire cornaredo?
CORNETTON. Cote arenaria, Pietra
arenaria , Cornettone. Pietra
nella quale predomina il calca-
rio, e che ha scarse e piccole
parti micacee e sabbiose. Traesi
dalle cave di Vigano, distretto
di Missaglia. Dicono anche cor-
nett — cornetton bianch Cor-
nettone bianco. Nelle cave di
Vigano è nome dell'arenaria
di colore fra 1' argentino e il
rossigno. V. Argentili ^ sig. 2 —
cornetton ross^ Cornettone ros-
so — salvadegh o bastarda sal-
vatico o bastardo — v. Molerà.
CORNI per Barbis, sig. 2. V. — Cor-
nocchj : punte estreme di monti.
CORNIGGIÀ V. Scomìggià.
CORNIN- Cornicino, Cornetto, Can-
tuccio : l'estremità o culatta di
un pane bislungo.
CORNIS. Cornice : ornamento e
quasi cintura di edilìzio , la
quale sporge in fuori — Orna-
mento de' quadri — a cordon^ a
gussonj a s' cenna de muli,,
mezztond^ piatta tond^ a filoni,
a guscio , a arcate , bistonde ,
piatte, tonde — Canaletto smal-
titoio : piccolo canale murato
che mette nella palude del le-
tame (foppa del gius) o nella
buca (foppa del letamm) di esso,
le orine della stalla.
CORNISÉE. Fabbricatore di cornici,
Corniciajo.
CORNITT.Fagiotetti verdi, Fagiuoli
in erba: i bacelli stessi ancor
teneri da potersi mangiare in-
sieme cogli interni fagiuoli non
perfettamente maturi. Anche ,
Erba comnnna — de l'oggin^
Fagioletti in vainiglia, Fagio-
letti in baca.
CORNITT(FÀI) o ON PIATI DE COR-
NITI, fig. Far le fusa torte:
disonorare il marito o la mo-
glie — Mangia i cornitt d'estàa
e d'inverno J fig. Portar le corna
in capo.
CORNO- Calzatoja, Corno da cal-
zare : pezzo di corno concavo
e ricurvo, con che ci ajutiamo
a calzar le scarpe — per Cal-
zador. V. — Muraglia, Parete,
Corno: parte dell'unghia del ca-
vallo che ne circonda il piede
e gli dà la forma — Corno: estre-
mità dell'altare — Specie ditrom-
COR 203 COR
ba, il cui corpo è rivoltato su
di sè in due o tre larghi giri
circolari compresi tra il boc-
chino e l'ampia campana, Parti :
Ritorte d'accordo, Fori laterali,
Tasti o Chiavi — Cornetto: quel
piccol corno che portano a tra-
colla i postiglioni.
CORNO ! (ON). Un fischio!
CORNUCC. Costole.
C0R0BBIA. Rigovernatura : lava-
tura di piatti, cioè il ranno con
cui furono lavati i panni — Im-
bratto: quel cibo che si dà al
porco nel truogolo {marna) —
Pastone, Mescolo: quello che si
dà alle vacche. Dal latino col-
luvies.
CORCEU. Otre: pelle d'olio.
CORONATI. Coronajo — per Basa-
mur. v. t
C0R0NATTÀ. Scorouciare.
C0R0NNA. Corona — Rosario, Co-
rona. Parti: Avemarij ^ Pater ^
Gloria,, coa^ Argentin o ftl de
Bologna^ Recalclùn Maggetta^
Reliquia o Croselta o Medaja —
Dì adrèe la coronna di ratt^ Dir
l'orazione o il paternoster della
bertuccia: brontolarci alle spal-
le; anche, bestemmiare , impre-
care. Bottonelle si chiamano
quei bottoni d' argento di fila-
grana posti a tutti i così detti
paternostri, cioè ogni dieci pal-
lottole della corona del rosar io.
CORONNA- Bordo : l'orlo sul quale
dà il battaglio delle campane —
Ghirlanda: quella di fiori che
ponsi sulla cassa dei bambini
morti.
CORONNA. Lagrime di Giobbe, La-
grime (Coix lacryma): sorta d'er-
ba delle cui coccole {borlin) si
fanno avemarie, paternostri e
gloria per le corone.
CORONNA FERREA o DE FER. Coro-
na ferrea. Dono , vuoisi , di san
Gregorio Magno alla reginaTeo-
dolinda. Essa consiste in una
fascia di lamina d'oro con gem-
me, fiori e smalti esternamente,
e nell'interno un cerchietto di
ferro formato con parte d'un
chiodo che si crede aver servito
alla crocifissione di Cristo.
CORONNA IMPERIAI*. Corona impe-
riale (Fitillaria imperialis): col-
tivasi in alcuni giardini per i
suoi bellissimi fiori; la sua ra-
dice solida bulbosa ritiene qua-
lità venefiche ed è assai fetida;
i fiori sono pendenti, i frutti poi
dirizzano.
C0R0SS. Caporosso, Bibbo, Bibbio^
Anatra, Morigiana, Fistione, Fi-
sohione (Anas Penelope): uccello
acquatico ; becco mediocre ce-
leste ; specchio marginato di
bianco anteriormente e supe-
riormente; piedi cenerini (ma-
schio e femmina); vertice ce-
ciato ; rimanente della testa e
collo bajo chiaro (maschio); te-
sta e collo gialla lionato mac-
chiettato di nero (femmina). Es-
so fischia.
C0R0SS0L0N. Codirosso sassatile ,
Codirossone, Codirosso maggio-
re, Tordo o Merlo sassatile, Co»
dirossolone, Tordo marino (Tur-
dus saxatilis): uccello silvano;
coda di color fulvo ; addome
giallo fulvo, immaculato ( ma-
schio), o trasversalmente striato
di nero (femmina e giovane).
CORP. Corpo — Mettegh tutt e
cinqu i senliment del corp ^
Aguzzare tutti i suoi ferruzzi,
Arar col bue e coli' asino, Met-
tervisi di casa e di bottega o
coll'arco dell'osso o della schie-
na — Andà a corp,, Andar al
morto: assister a un funerale —
Tegniss in corp una volontàa^
Patirsi una voglia — Corp d'on
liberJ Costola — Morì cont la
voeuja in corp^ Attaccar i pen-
sieri alla campanella dell'uscio,
Baciar la campanella — Tetta
in corpJ Accoccarla , Calarla ,
Appiccarla — Resta in corpJ Ri-
maner a carico — tosuss in
corp^ Succiarsi : un uomo tedio-
so, una lettura mortifera, un' in-
giuria, un rimprovero, ecc.
CORP (D' ON LIBER). Schiena d'uà
libro: la parto di dietro del libro,
CORPASCIHU. Corpaciuto.
CORP-SANT. Corpi Santi (I). È tra
noi quella zona di terra irrego-
lare circuente la città , che &
COR 204 COS
mezzodì allargasi fino a 6900 me-
tri, e appena 900 a nord-est fuor
porta Venezia. S' intitolò cosi
tra noi, perchè, ai tempi feudali,
quando l'arcivescovo era anche
conte della città, la sua giuri-
sdizione si estendeva pure nel
circondario, che , come appar-
tenente alla Chiesa, era consi-
derata alloratutt'una cosa collo
Stato. Corrispondono i Corpi
Santi alle Camperie dei Toscani,
alle Furie dei Palermitani, ecc
CORPIJU. Corputo.
C0RPUSD0MEN- Corpusdomini , Il
Corpo del Signore. Urbano IV,
il 1264 , ordinò che cadesse nel
giovedì dopo l'ottava di Pasqua
di rose. Fra noi fu attuata da
Azone Visconte fin dal 1335.
C0RRAMAN. Maniglia, Bracciuolo:
quella foderatura di legno alle
ringhiere da porvi la mano.
CORREGHADRÉE V. corraman.
COUPELL per Tomell del pozz.
C0RRID0RA, C0RID0R. Corridojo,
Corridore.
C0RRKEU, C0RKEU. Raggina : no-
me di quelle quattro o sei gi-
relline che stanno infisse sur un
asse , in capo delle quali s' at-
tacca il filo datorcere per farne
spago o fune, e nel cui vano sta
la cordella che , mossa dalla
ruota, aggira la girella e con
essa il filo che si va attorcen-
do -- Assa de corioiUj, Croce delle
raggine.
C0RS. Corso — Filare.
CORSETI1. Corsetto , Giubboncino ,
Camiciuola, Casacchino.
€0RT. Corte , Cortile — Corte: pa-
lazzo del principe, cosi detto
perchè una volta i querelanti
vi portavano a trattarsi le loro
cause.
CORTASCIA- Cortaccia, cortilaccio.
CORTELL- Coltello. Parti: cupola J
LammaJ Manegh^ Sbiess^ Vera
— che taja quell ch'el ved^ che
taglia com' è luce — del lardJ
Coltella, Coltellaccio — de pesSj
Tagliapesce, Mestola da pesce —
de saccocciaJ Coltello da tasca,
da serrare — de tavola^ in asta,
da tavola — de scanna i castegn^
Castrino — de banche Coltello
da banco, Mannaja a lunetta:
è come una mezza luna e l'u-
sano i calzolaj — de beccarla..
Coltellaccio da beccajo — de
pellatèe J Scannatoio , coltello
sordo — de mezzenna Squar-
ciatolo — de s' ciumni, Spac-
chino, Spaccherello: ferro per
ispaccare i virgulti e le mazze
da far panieri (cavagn) e simile
— de scortegà. V. Scorteghin —
ingleSj Coltello da scarnire —
de insedi Innestatojo — Mangia
pan e cortellj Mangiar pane ra-
sciutto o pane e cipolla — Avegh
in man el cortell per el ma-
neghj Aver forza.
CORTELLA. Coltella, Coltello dabat-
tere : grosso e largo coltello ,
spuntato (mocch) a uso di ta-
gliar roba a colpi sul tagliere
(assa de la cama) \ V usan pure
i macellai, i bottegaj, i fornaj
[i prestinèe) — Coltella: è curva
al collo e n1 usano i calzolaj
per tagliare da una groppa di
cuojo le strisce da cavarne le
suola, le mezze pianelle [mezz-
sceul) e i sopratacchi (mezz-ta-
lon).
CORTELLA (ERBA). V. Erba cortella.
CORTELLADA. Coltellata.
C0RTELLANNA. Lo stesso che Erba
cortella. v. in Erba.
CORTELLÀ-StJ. Accoltellare.
CORTELLASS-SU. Fare o Venir alle
coltella. Accoltellarsi.
CORTELLERA- Coltelliera: astuccio
di più coltelli.
CORTESCIA. V. Pè de nibbio sig. 6.
CORTESIA (STRUPPIÀ. o simile, DE).
Confettare.
CORUZZOLA. Lo stesso che Cercaria.
CORVÉE. Comandata: il di più dei
lavorare pel comune.
C0SC (A LA). Alla cuccia, Al canile:
voce con che si manda il cane
a giacere — Accucciar. v. Fanf.
C0SCRIZI0N. Leva — Tozu el cambi
de la coscrizion , Riscattarsi
dalla leva.
COSPETTÀ. Fare il cospettonaccio.
COSS (FA I SÒ) Acconciarsi del-
l'anima, Far le sue devozioni.
COSSIN- Cuscino. Parti : Fodretta*
cos
205
COT
JFceudra — Guanciale : specie di
materassina scantonata, su cui
si pone a giacere il bambino, e
che gli tien luogo di culla, o
anche serve per portarlo attor-
no, quand' è affatto piccinino —
capezzale: sorta di guanciale
stretto e lungo quanto è largo
il letto, e poiiesi in capo di essa
sulla materassa, involto per lo
più nel lembo superiore del len
zuolo di sotto — Piumaccio : ca-
pezzale o anche guanciale di
piuma — Ciambella: disco anu-
lare di sala {lisca) intessuta o
di pelle imbottita che serve per
sedere con più agio.
C0SS1N. Guancialetto : parte d' un
lavoro destinato a scemare at-
trito o alar letto a che che sia.
COSSIN DE CUSI. Guancialetto, Cu-
scino — de pizz o simile, V.
Borione sig. 10.
COSSINETT. Guardastinco: piumac-
ciuolo posto nell' interno degli
stivali per guardia dello stinco
(schinca) — di gucc^ Buzzo, Tor-
sello, Guancialino da spilli —
d'odor^ Polviglio.
COSSINITT (I). Cuscinetti, Guancia-
lini, Traversine: pezzi di legno
o di ferro sui quali posano le
guide d1 una strada l'errata —
Ralline: nel tornio.
C0SS0N. Cosciali: quei due pezzi
dello sterzo (sterza) che metto-
no in mezzo il timone —Quei due
pezzi di legno che rinfrancano
la coda del carro delle carroz-
ze — Quei due grossi traversi
di legno che trapassau pel gu-
scio della sala (assàa) del car-
rino (carin).
COST. Costo — A cosi de...% Ancor-
ché, Se anche — A tò mal cóstJ
A tuo danno, A tuo mal costo —
A tutt l cost., A ogni costo, Dà
al cost^ Dar pel capitale.
COST (I). Costole,/*, pi. : erbucce che
si mangiano acconciate con bur-
ro e cacio. V. Sieda e Eri).
COSTA (IN). Per coltello : di mat-
toni, e simile, quando posano
sulla costola.
€0STAJ(EUR (I). Costerecci : costo-
line del porco.
C0ST0S. Dispendioso, caro.
COSTRENG- Costringere.
COSTRUZION ( CATTA LA ). V. Ascia
(Cattagli V).
COSTUMA. Educare ne' buoni co-
stumi,Insegnare la buona crean-
za — Picchiare i ragazzi, Presso
i contadini, facendo essi consi-
stere il miglior metodo di edu-
care i fanciulli in dar loro di
buone picchiate,
COTELETTA- Costoletta: pezzo pia-
no di carne, aderente a una
parte della costola dell'animale,
e arrostito sulla gratella (gra-
ticola) o in padella.
COTIZZÀ. Tassare — Far perdere :
al giuoco.
COTONA. Accotonare : aggrovi-
gliare col pettine i capegli già
prima avviati e spianati, per
amplificarne il volume.
C0T0NNA. Cotonina: tela grossa
di cotone.
COTT. Cotto, Testaccio: lavoro di
frammenti di terra.
COTT. Cotto, Da cuocere — Mezz
cott.. Guascotto — Mal c<9^_, cot-
ticelo — in padella j fritto, af-
frittellato — tropp in pressa^
arrabbiato — Colt collise Stra-
cotto — L'è cotta! Abbiam frit-
to! Addio fave! — fracido, cot-
to, guasto, spolpo, innamorato
— Vess cott per ona voooaJ An-
dar pazzo di..., Bacare per...,
Aver il baco, di..., con... — Vess
cott adrèe a..., Incapriccciarsi
di: innamorarsi di buono — cott
a la carta. V. Papigliott (Cott
a la) — Cott per ciócch. V.
par. L
COTTA- Cocitura: e del tempo ne-
cessario al cuocere e dell'atto
del cuocere o del cuocersi — A
mezza cotta Verdemezzo , A
mezza cocitura — Cotta, Cottura:
il grado, la qualità della coci-
tura — cottoja: 1' attitudine al
cuocersi — Fornata, infornata:
quanto pane si cuoce nel forno
in una sola volta — Cotta: quan-
tità di roba che si cuoce in una
sola volta — Breve sopravvesta
di pannolino bianco che porta-
no i chierici e i preti — rizza»
COT 206 COV
arroccettata — Amorazzo — per
Ciocca, v.
GOTTARIA. Brigata — Compagnia.
COTTCODESCH (FA). Schiamazzare:
quel mandar fuori che fa la gai-
lina, che ha fatto l'uovo, quel
grido, quasi di cacchinno, lun-
gamente ripetuto — Il gridar
de' polli e altri uccelli quando
spauiiti o scacciati o presi —
per Scrottà. V.
C0TT1M. Cottimo. V. in Bott — Fa
a cotlirrij, Accottimare.
COTTIMISTA. Accomittante. V. in
Bott.
COTTOLA. Lo stesso che Brosso-
la. V.
COTTURA. V. Cotta.
GOTTURNIS- V. coturno * sig. 2.
COTURNO. Coturno: stivale che ar-
riva a mezza gamba.
COTURNO. Coturnice (Perdix grse-
ca): uccello razzolatore ; gola
bianca, marginata di nero; petto
cenerino ametistino — Pernice,
Pernice rossa o comune (Perdix
rubra):uccello razzolatore; gola
bianca marginata di nero; petto
cenerino ametistino, macchiato
di nero; strida. Anche, coturnis
— Starna (Perdix cinerea): uc-
cello razzolatore; gola lionata;
petto cenerino, minutamente
striato in traverso di nero; can-
ta. Anche, Pernis.
COV. cova, covatura — Mett a cov
la semenza de bigatt., Mettere a
cova o al caldo le uova de'ba-
chi da seta.
COV(I). Balze (Le) : le parti di cor-
tinaggio, o simile, che per or-
namento pendono da quel che
chiamasi cielo.
COVA. V. eoa.
COVA. Covare: lo star della galli-
na sulle uova diuturnamente per
riscaldarle, sì che in tre setti-
mane circa ne nascono i pul-
cini (poresitt) — Fà covà ^ o si-
mile, i gajnn o i poli Por le
galline o le chioccie in cova, o
in covo — Nicchiare: dei ram-
maricarsi delle donne vicino al
parto — Far roba, Esser buzzo:
di tempo non beilo, che minac-
cia pioggia — Avegh lì o Vess
lì o chi che la cova,. Avere o
Esservi una cosa covata o co-
vaticcia : vale essere essa lì.
come a covo, ma dicesi ironi-
camente per Non l'avere o Non
essere.
COVADA. Covo, Cova: l'azione del
covare — Covata, Nidiata.
COVADURA. Cova.
COVANELL. Codino, Codinello.
COVERÀ. Tempo chiuso, Buzzo:
nuvoloso assai.
COVERC- Coperchio — del tecc Co-
pertura o Coperto del tetto: de-
nominazione generale delle la-
stre , tegoli , embrici , paglia o
altro, che si ponga sopra la tra-
vatura a compimento del tetto
— Piano, Coperchio: la parte
superiore orizzontale di una ta-
vola, d'un cassettone (cwmò),
e simile, la quale è per lo più
di legno, talora di marmo— per
Quarta sig. 2. V.
COVERC DI FIGIN. Coperto de' Fi-
gini. Fino al 62 esistette sulla
piazza del nostro Duomo; non si
sa chi fu quel Figino che V ha
innalzato; almeno gli si attri-
buisce, e perchè. L'architettura
sembra dell'epoca sforzesca. Or
ora scomparve per farvi una
piazza degna veramente del no-
stro Duomo.
COVERCELL Pergamena: quel car-
toncino formato a guisa di cono
mozzo nella punta che copre il
pennecchio ( paniseli ) in sulla
conocchia {rocca) e lo tien saldo.
COVERT (I). Quarti (I): quelle parti di
una sella su cui posano le co-
sce del cavaliere.
COVERTA. Copertina, Copertoio:
persona onde altri si vale per
coprire le sue azioni men che
oneste — Servì de coverta,, Ser-
vire per copertina ad uno: di-
cesi di persona onde altri si
vale per coprire le sue azioni
men che oneste.
COVERTA. Coperta: ampio pezzo
di stoffe di varie materie, il
quale si soprappone alle len-
zuola, e le ricopre largamente
— Fà solt la coverta,, Rincal-
zare la coperta — Copertine :
COV 207 GRE
tela o stuojache s'adatta sopra
alcuni cerchi piegati ad arco,
e forman una specie di capanna
nel navicello {barchett).
COVERTINNA. Copertina: quell'ab-
bigliamento che si attacca alla
sella delle bestie da cavalcare
e loro copre il dosso.
COVERTIRffiU. Mautellino: drappo
di seta, o altro ricco panno
con cui si cuopre la creaturina
nel portarla a battesimo o al-
trove.
C0VERT0N. Copertone: panno col
quale si cuopre la cassetta del
cocchiere nelle carrozze — Co-
vertolo: specie di rete con che
si cuopre una brigata di starne
{cottemi) o simile. V. Soraerba.
COVETTA. Bertovellino: rete a ma-
glia stretta per la pesca dei
pesciolini — per Erba bruga-
roeula^ V.
COVETTON- V. Bertavell.
COVIN. V. Straforzin — Coderinzo,
Codetta: picciola coda — Codi-
no — per codinistcìj V.
COVINATT- V. Codinista.
COZZADA- Capata, Testata.
COZZIN. Zucchino , Capino: capo
piccolo — Capino: di donna che
si sfoga in leggerezze — Ca-
petto: di ragazzo insolente e
discolo un poco — Cappuccio:
d'un uomo o brusco ounpo'ca-
pone — Uomo di genio — Cica-
tricola, Cicatricetta, Punto sal-
tante: macchietta cospicua in
un punto della superfìcie del
tuorlo dell'uovo (ross de Voeuv)
e contiene V embrione dei pul-
cino (poresin) — per comand.v.
C0ZZ0N- Zuccone, Capone: capo
grande e l'uomo che l'ha — Uo-
mo testardo — Testone: uomo
di gran genio.
C0ZZ0TT. V. Cozzon, sig. 1, 2 e 3.
CRA CRA Cro ero: voce dei corvo
(scorbatt), e simile — Fà era
era., Gracchiare, Crocidare.
CRACO (NO GH'È NÈ CRICO, NÈ). Di-
scorsi o Repliche a monte, Non
c'è che ripetere.
CRAPPA- Cranio , Teschio — pera-
da* zucca monda.)
GRAPPETTA o CRAPPA- Bottone:
picciol disco d' osso o altro,
con quattro o cinque fori nel
corpo, senza gambo {gambetta)
metallico, che gii si fa con
punti di cucito nell'atto di at-
taccarli al vestito.
CRAVATTA. Corvatta: fascinola di
varia stoffa e colore che po-
nesi a un solo giro al collo, e
affibbiasi di dietro: talora ha
sul davanti un fiocco {asa dop-
pia) per somigliarla ad una
crovatta.
CRAVATTE^- Fabbricatore di cra-
vatte.
CUECCH Vecciuola salvatica (Vi-
da cracca): erba che infesta
i grani, e, avvolticchiandosi
loro attorno, li tira giù a terra.
CREDENZA V. Oretta.
CREDENZON. Credulo , Corrivo: di
persona facile a credere, a
bere.
CREDITÀA. Accreditato.
CREJA. V. Medegozz^ sign. 2.
CRÈMES. Chermisino : color rosso
nobile che si ha colla grana di
chermes.
CREMM (LATT A LA). V. Cavol-latt .
CREMORTARTER. Cremor di tar-
taro.
CREN. Crenno, Ràfano, Ràfano ru-
sticano, Cren (Cochlearia Ar-
raoracia): radice a fittone (ma-
rron) assai grossa, lunga, car-
nosa, bianchicchia, di sapore
molto acre, la quale, grattug-
giata e concia con aceto , si
mangia per salsa.
CRENNA. Fessura.
CRENNÀ- Gonfiare : avere stizza
e corruccio dentro.
CREPASCIÀ DEL RID. Schiantarsi,
Scoppiare dalle risa.
CREPÀZZ. Crepacce, Rappe : ulce-
razioni della faccia posteriore
delle ginocchia nei cavalli,
{garett) e della faccia poste-
riore dei pasturali {pastur).
CREPE. Gramolata: sorbetto al-
quanto acquoso, perchè poco
congelato.
CREPP, CREPPADURA. Screpolatu-
ra, Screpolo: lo screpolare
(creppà) — Crepatura : il crepa-
re — Pelo, Crepa: il far pelo
CRE 208 CRI
{creppà) — Spaccatura: larga e
violenta disgiunzione delle parti
esterne del corpo — Crinatura:
l'incrinare (creppà) — Sona de
creppj Sonar a fesso : di cosa
fessa o incrinata — fig. Starvi
a pigione, Balenare: non esser
ben fermo in istato.
CREPP- Pieno pinzo — Vess mai
crepp, Non saziare mai — In-
crinato, da incrinare (creppà).
CREPPÀ- Crepare: l'aprirsi di un
corpo per dilatazione interiore
— Scoppare, Schiattare: morire
— Screpolare : il dividersi della
superficie d'un corpo — Fen-
dersi: delle parti che perdono
d'ordinario la loro unione —
— Incrinare, Far pelo: degli og-
getti di cristallo che mostrano
certe crepature — Far pelo:
degli edilizi che s' aprono in
qualche parte.
CREPPADA, CREPPADINNA ( DAGH
ONA). V. Creppà, sign. 2.
CRESP, CRESPÀA. Grinzo, Grinzoso
— Deventà crespàa_, Increspare:
per vecchiezza o macilenza.
CRESPA- Grinza : brutta piega nelle
vestimenta, o in altri panni —
Grinza, Ruga: increspatura o
ripiegatura della pelle, special-
mente della faccia — Crespa:
nome di certe pieghe fatte a
posta nelle vestimenta, e cucite
all'un dei capi — Fà i cresp,
Increspare.
CRESPIN. Ventaglio: Parti: CannJ
CartaJ Canon,, Brocca — Piè di
uccellino: le grinze che ven-
gono negli angoli esterni degli
occhi di chi invecchia — Ro-
sta, Lieva: il giuoco del soffietto
(ìtoffett) delle carrozze.
CRESPIWÉE. Ventagliajo, Ventaro.
CRESPOLA, CRESPORA, CRESPERÀ.
Amareggiola, Amarella (Matri-
caria parthenium): erba peren-
ne; fusto striato, foglie picciuo-
late ; pappo (Caterine tt) breve,
dentato, trovasi nei ruderi (bot-
tumm). Anche. Erba crespa.
CRESS. Crescere, Accrescere, Au-
mentare — Rincarare — Cre-
scere : far un maggior numero
di maglie in quei giri (torna)
della calza, dove essa ha da
venir più larga, come nel pol-
paccio.
CRESSUU. Cresciuti: l'aumento del
numero delle maglie, nel cre-
scere e la parte stessa della
calza che così risulta allargata.
CRETTA. Credenza: fidare che che
sia altrui sul credito— Tceu sù^,
Man già a eretta., Comprar, Man-
giar a debiti, a credenza.
CRIA. Gridare — Sgridare, Garrire.
GRIADA- Gridata — Sgridata.
CRIRBI- Cribro, Crivello, Vaglio —
Garba: crivello di pelle a^forel-
lini di varie grandezze.
CRIBBIÀ. Crivellare, Vagliare —
Tribbiare: del rovinio che fa la
gragnuola ( tempesta ) nelle
piante.
CRIBBIADA. Vagliatura.
CRIBBIÉE. Crivellajo, Vagliajo —
Vagliatore: chi vaglia il grano
o altro.
CRIBBIDSC , CRIBBIADURA. Vaglia-
tura: mondiglia che si ricava in
vagliando e che serve di bec-
chime (el mangia) alle galline.
Anche. Mondala.
CRICCA. Gruccia : serrarne alle
bussole, ai paraventi (antiporl)
a colpo — Dà sùla, cricca^ chiu-
der la gruccia — Cricca: quel
pezzuolo di legno, su cui va a
posar la mazza dopo dato il
colpo al pirrone.
CRICCA- Schiamazzare: il mandar
fuori lo schiamazzo (criccador)
che fa la sua voce.
CRICCADOR. Schiamazzo: l'uccello
in gabbia che veduta la civetta
(sciguetta) fatta giuocare dal-
l'uccellatore schiamazza (cric-
ca), attirando con ciò gli altri
uccelli a calar nelle reti — in
generale, Uccello allettajuolo —
v. Stelon^ cantarella zipon^ U-
selh Levagiceugh, ecc.
CRICCH- Cricch, Cri cri: voce imi-
tante il suono di cosa che stri-
toli, scoppietti o si fenda — -
Stiantettino : il suono ch'esce
dalla nocca (nozud) delle dita
pigiate con mano contro la pal-
ma — Crico: leva con asta di
ferro per sollevar pesi gravi,
CRI
209 CRO
come per sorreggere carro e
cesta d'una carrozza allorché
se ne vogliano levare le ruote
© vi si voglia lavorare di sotto
in su, ecc. — Fà cricch,, Scattar a
vuoto, Fare criceti, Far cecca:
delle armi da fuoco portatili che
non levan, non piglian fuoco —
Zittire, Fare buoi.
CRICCH ! Taci lì! Zitto ! Buci !
CRICCH (PAN DE) o DI SETT COLP
o CRICCH- Cosi chiamiamo il pan
di miglio (pan de niej), perchè
sotto ai denti fa proprio criceti.
che se Tabernicch
Vi fosse su cadutOj, o
PietrapanaJ
Non avria pur^ dall'orlo.,
fatto cricch.
(Dante, Iuf. XXXII.)
CRICCHCRACCH. Cri cri, Cricch,
Cricche: voci imitanti il suono
di cosa che stritoli, che scop-
pietti o che si fenda.
CRICO NE CRACO (NO GH'È NE). Di-
scorsi a monte. Non c'è che ri-
petere, Repliche a monte.
CRISTALLÉE. Cristallaio, Cristal-
laro.
CRISTÉE (CANTA EL). Cantare il Cri-
sto. In varie parti dell'Alto Mi-
lanese usano i ragazzi nella set-
timana santa andare di brigata,
vestiti a festa, ai casolari dei
contadini con un palmizio in
mano a cantare diverse ora-
zioni relative alla passione di
Gesù Cristo, traendone da quella
buona gente uova o seccumi o
denari coi quali poter bene pa-
square. La sapienza d' oggidì
però scema quel cantare e quel
donare, perchè altamente pro-
testa contro quelle superstizio-
ni, nate nella tenebrosa età di
mezzo. Cosi essa.
CRISTOFORIA- Cristoforia. Il ritor-
no di Gesù bambino dall'Egitto.
Nelrito ambrosiano questa com-
memorazione (il 7 gennajo) fu
introdotta ai tempi di Federico
Borromeo; dal calendario ro-
mano fu tolta non ha molto. Tra
noi era una festa di mezzo pre-
cetto , onde avevamo il det-
Banfi, Voc.
tato La cristoforia tutt i fèstje
porta vìaJ che abbiamo tramu-
tato in L'Epifania tutt i fèst je
raenna ma.
CRIVELL. Calcatoja: specie di cri-
vello di cui servonsi i cappei-
laj — Crivello: quadrilungo di
cartone con orlatura di legno,
lungo tanto quanto è la trave
(somèe), nel quale sono tanti fori
quanti corrispondono.aifori del-
la trave stessa, che in distanza
da esso un terzo di braccio,
regge e tiene in sesto le canne
tutte d'un organo.
CROCCÀ. Croccare, Scrosciare: di
cibo sodo che sotto il dente
suona e si divide in minuzzoli
sodi anzi che in pasta.
CROCCANT. Croccante: pasta dol-
ce fatta di mandorle, zucche-
ro, ecc.
CRODA (LA). Frutte di casco: per
malattia.
CROBÀ. Cadere, Cascare — Scari-
care: dello spiccarsi dalle mu-
ra e cadérne a terra gli into-
nacati (stabilidur) — Colare r
cadere alcuna cosa da sè, quasi
gocciola.
CRODADA. Caduta.
CRODABURA Caducità del riso.
CRODELL. V. castegn crodellJ in
Castegna.
CRODELL, CROVELL. Cascaticcio,
Cascatojo, Cascareccio, Fogna-
iolo, Di casco, Colativo, Cola-
tio: di castagne e simile che
per maturità precoce cadono
dall' albero di per sè — V. Vin
crodell.
CRODELLÀ. V. crovellà.
CRODELLADURA- V. crovelladura.
CRffiUGGIA. Bujose (Le), Gattabuja
(La): prigione.
Manderò chi mi pare in
gattabuja»
(Giusti).
CRCEUSC. Crocchio — Tegnen fer->
vnaa cont el crceusc la gent^
Tengono in collo col crocchio
la gente. V. Rose par. 2.
CROJ. Crojo: di cosa dura, cruda
che non acconsente — Aggiunto
di terreno, quando nel verno,
14
CRO 210 CRO
per non essersi ricotto e con-
fettato dall'alternativa del gelo
e dai sole {sovvernato), resta
duro e intrattabile.
CR0PPA- Schiena: un'intera pelle
di bue lavorata a cuojo — Lo-
ttarne, Loto: il sudicio della per-
sona — per carell del cùu^ V.
SROPPA DE VASSELL. Tartaro, Ta-
so da botte , Gruma : la crosta
che fa il vino dentro la botte;
fassene medicine. Anche dicono
Greppola,, Grippola, Grippola
in ciappitt — Raspa via la crop-
paJ Sgrumare — per Boesg,, V.
GROPPA (PORTA IN). Lo stesso che
Spalletta {Porta in). V.
CROS. Croce. Consta di asta e tra-
versa; se dell'altare, anche di
piede ^ vaso J raggiera — Fà
eros e medajJ v. Crosett e me-
da) (Fà) — Giugà a eros e let-
tera ^ V. Aria {Giugà a tra in)
— Moltiplica in cross Moltipli-
car per crosetta o casella —
Fà-su tant de cros^ Far il cro-
cione : non ci pensar più, sia di
persona, sia di cosa — Croce:
tribolazione — Te ghè la toa
cros^ Hai la tua croce — Mi
gh'hoo la eros e el crocefissa lo
ho la croce e il crocifisso.
CROS. Croce: strumento simile ad
una croce fitta in un piedestallo,
nei cui rami si conficcano al-
cune caviglie alle quali si rac-
comanda la matassa ( ascia )
della seta che si vuol dipanare
(fà-giò) e, dipanando, incanna-
re sul rocchetto aggirato dal
filalojo {carell), ch'è mosso dal-
la mano della incannatrice —
Gruccia: arnese fatto a T che
serve a stender i fogli sullo
spanditojo ( tendavò ) — Coda
del torchio — Stella: manubrio
5i croce per cui si fa mover il
cilindro che preme sulla carta
da stamparsi — Crociera: nelle
arti, ogni attraversamento di
legno, ferri e simili, fatti in
qualche modo a croce — Man-
data : quei primo incrociamento
di gretole che forma centro al
fondo d' una cesta o simile —
Crociata : quella parte di chiesa
ch'è fatta in forma di croce —
per croseraJ sig. 2. V.
CROS. Croce : nome di quelle due
strisce che in forma di croce
sono nel fondo dei corbelli e si-
mili.
CROSCÈ. Punteruolo da ricamare:
ferruzzo inastato in un mani-
chetto di osso, d'avorio o simi-
le, terminato in una finissima
rivoltura uncinata, col quale le
donne lavorano cuffie collet-
ti, ecc.
CROS DE MALTA. Croce di Gerusa-
lemme o da cavaliere, Scarlat-
tèa(Lychnis calcedonia): pianta
a fusti semplici, pelosi; fiori
disposti a fascicoli terminali,
di color rosso analogo a quello
del carminio, la cui forma vuoisi
aver servito di modello della
croce, distintivo già dell'ordine
di Gerusalemme, poi di Malta.
CROSER (I). Sale (Le): traverse di-
sposte a scala sulle pianete
dei sacerdoti.
CROSERA. Corsìa, Crociera: ampie
stanze a guisa di corridojo ne-
gli spedali ove sono i letti dei
malati. La parte del cortil cen-
trale del nostro Spedale di cui
si pose il fondamento ai 4 apri-
le 1457 , è un quadro perfetto ,
diviso in 4 grandi spartimenti
formanti due braccia che s'in-
crociano nel mezzo — Croce,
Garrese : quella parte del corpo
del cavallo eh' è al disopra
delle spalle posteriormente al-
l'incollatura — d'aspa,, Croce di
naspo.
CROSETT E MEDAJ (FÀ). o FA STAC-
CHETT E CORAJ. Desinare alla
crocetta: non aver da man-
giare.
CROSIN. Crocetta — Cernitolo:
bastone o telajetto di legno su
cui si dimena lo staccio ( se-
dazz) nella madia {marna), in-
tanto che si staccia (sedazza)
la farina. Anche, Fraschera.
CROSIN- Villano, Contadino. Cosi
li chiamiamo perchè ne suole
sciamare giù a Milano un buon
dato nel dì dell'invenzione della
santa Croce, il tre di maggio.
CRO
2
U CRU
Anche chiamiamo Crosin il ri-
levato (Ijajlottell) che in quel
dì riprendiamo dalla balia.
£R0SIN- Crociera : quella interna
nel naspo da filatoj sul quale si
inseriscono le braccia (i diett)
— per CroSj sig. 3. v.
43ROSOEU. Crogiuolo, Correggiuolo :
vaso per lo più di terra refrat-
taria, dove si fondono i metalli
— Frugnolo: specie di lanterna
in qualche modo simile ad un
piccolo forno: serve per la cac-
cia detta frugnuolo che si fa
di notte in autunno ed in in-
verno — Quell che porta el ero-
soeu^ Frugnolatore — Andà a
caccia cont el crosceu^ Frugnuo-
lare.
CR0S0L0N Correggiolone.
CR0S0N- Crocione.
CROSTA. Crosta: qualunque trasu-
damento che copra qualche al-
terazione della pelle — Crosta,
Corteccia : quella che copre
tutta la mollica (moli) del pa-
ne, il ripieno (pien) de' pasticci,
e simile — Romp i erosi a vun,
o simile, fig. Picchiarlo, Accon-
ciarlo, Dargliene delle buone — •
Vegnì in sui crost a vun_, ve-
nir in fastidio a — Ave in sui
crosta Averlo in uggia, sulla
cùcuma. sulle corna, Uggirsi di
uno — Dà in sui crost,, Dar
sulle nocca: nuocere — Avegh
quatter crost al só^ Esser pa-
drone di quattro zolle (lott), A-
ver della terra al sole: di-
cesi di un po' di podere — Fà
fà la crosta a la polenta o si-
mile, Crostare la polenta o si-
mile.
CRQSTIN. Orliccio: l'estrema cor-
teccia [crosta) del pane intorno
intorno, o anche un pezzo di
essa — secche Seccherello —
Crostino: fetta di pane arrostita
sulla gratella ( graticola ) ^ o
fritta in padella, e posta intor-
no all'arrosto, al fritto, ecc.;
anche fettolino di pane da in-
zuppar nel vino, nella ciocco-
lata, ecc.
CROSTINÀ. Sgranocchiare: man-
giare facendo sentire il suon
de1 denti — Rosicchiare — Sboc-
concellare, Mangiucchiare.
CROSIINATT. Signor di quattro
zolle (lott), Possidentuccio, Pa-
dronella — Poggiajuolo: se nei
poggi.
CROTT. Cria: il più piccolo e ba-
lordo uccello dei nidi, e che è
l'ultimo a impennarsi e volare
— fig. Lo si dice al più stentato
e debole d'una famiglia; onde s'è
fatta la voceScriato, Scriatello
— Crocchio, Malaticcio, Malsa-
niccio, Malazzato, Mal ito, cagio-
noso — Fà el erotta Portar i
frasconi, Esser crocchio, Croc-
chiare, Chiocciare, Far crocchio
o chioccio, Ingrullire : degli uc-
celli quando sono;ammalati— fig.
degli uomini quando sono in
cattivo stato di salute.
CROTT. Grottone da vino, Grotta,
erotto: cantina nel masso.
CROTTIN- Grotticino, Crotticino.
CROTTIN- Scriatello, Scritino : un
povero cria, un ragazzino ma-
laticcio.
CROV. Lo stesso che Scorbatt. V.
CROVATTIN- Gavigne: quelle parti
del collo sotto il ceppo dell'o-
recchie e i confini delle ma-
scelle — Ciappà per el crovat-
tin^ Aggavignare , Afferrar per
le gavigne.
CROVELL. V. Vin crodell.
CROVELLÀ, CRODELLÀ. Svinare:
trarre il crovello (vin crovell)
dal tino o dalle botti dove bollì
il mosto.
CROVELLADURA Svinatura.
CRU o CRUD (LAVORA A). Allegare
la propria opera nel fabbricare
solamente mattoni crudi in su
l'aja per un prezzo pattuito a
ogni migliajo.
CRUSCA. Crusca: la bucia delle
biade macinate separata dalla
farina — Stà-lì a fà-sù crusca.
Lo stesso che Refi (Stà-lì a fa-
sù el). v.
CRUSCA. Forfora, Forfore: escre-
mento secco, bianco, sottile, che
si genera per lo più nella cute
del capo sotto i capelli.
CRUSCADA. Cruscata : beverone
composto di seccume e crusca
CUC 212 CUL
— Anche , Crusca bollita nel
vino.
CRCSCATT. Cruscajo: rivenditore
di crusca.
CRUSCHÉE- Abburattina-
CRUSCHELL (GIUGÀ A). Giuocare a
cruschello , a semolino , a cru-
scherello. Giuoco da fanciulli,
consistente in ricercare i danari
nascosti in alcuni monticelli di
crusca eletti a sorte.
CRUSCION (IN). V. scruscion (In).
CRD VELA , CROELA. Aggiunto della
terra, che, resa putre dal gelo,
sdrucciola facilmente dal colmo
della porca nei solchi. Anche,
Sassceul.
CRUZZI. Cruccio: travaglio e affe-
zion d'animo — Tosuss el cruzzi
de, Crucciarsi, Prender una sce-
sa di testa per — impiccio, Be-
ga, Briga, impaccio — Ciappass
di cruzzi ^ Entrar in beghe —
Canchero: dicesi di persona ug-
giosa.
CRUZZIÀ. Crucciare.
CRUZZIASS. Stillare: pensare con
sottile ricerca — Arrapinare.
CRUZZIOS. Cruccioso.
CUARZ. Lo stesso che Foeicgharz.V.
CDAS. Lo stesso che FoGUgh arz. V.
CUBBI. Fondo: il piano circolare
da cui è terminata la botte
(vassell) di dietro.
CDBIANCH. Massajofa, Maciola ,
Co dibianco, Culbianco(Motacilla
CEnanthe): uccello silvano; parti
superiori cenerine; gola cecia-
ta;remigante seconda più lunga
della quinta.
CUCAGNA. Albero della cucagna.
È un palo lungo e robusto la cui
superfìcie è liscia ed unta con
sapone , che piantasi vertical-
mente in terra. Il giuocatore si
sforza di salire in alto , affine
di afferrare alcuno degli oggetti
espostivi per premio della sua
valentia — Fà cucagnaJ fig.
Sguazzare.
CUCCA. Accoccarla, Appiccarla.
Suonarla, Cuccarla, Coccarla ,
Calarla, Caricarla, Barbarla a:
far una beffa — Te wne la cocchet
nOjTu non mi cocchi: non mi ci
pigli, non mi ci chiappi.
CUCCASS o SCUCCASS- Invecchiuz-
zire , Intristire, Imbozzacchirei
delle piante che non attecchisco-
no e non vengono più innanzi.
CDCCH. Vano, Vuoto — Arrabbia-
to: di grano, biade o erbe, che
sian ancora sovra la terra ,.
quando si seccano prima del
debito tempo per nebbia o so-
verchio caldo — Freddo, Impo-
tente — vess cucchJ O il pozzo
è secco, o la fune non arriva ~
Cucco, Barullo: cioè rimbambi-
to, balordo.
CUCURDCCDU. Cuccurucù, Chicchi-
ricchi: il canto del gallo — Fà
cucuruccùu * Cantare a gallo,
Chicchiriare, Cucurrire — Ghe-
riglio: il seme della noce, quan-
do è intero, coperto della sua
cica o pellicina.
CUCURUCCBU. Strobilo , Pinocchio:
il frutto che è nella pina , e
quello del noce sgusciato quan-
do resta intiero.
CUCURUCURADA. Chicchiriata: Tat-
to del fare uno o più canti di
seguito.
CUCIA A. Cucchiajo. Parti: ManegìiJ
Cùu — de legnj Mestolino — de
la leccarda., Romajolino— Riva
a la levazion di cugiàa _, Giun-
ger al dar dell'arme in tavola
— per cugiarada. V.
CUGIARADA- Un Cucchiajo , cuc-
chiaiata.
CUGIARERA. Cucchiajera: astuccio
de' cucchiaj,
CUGIARON. Cucchiajone: cucchiajo
più grande di quello da posata
e che serve a prender dal piatto
e porre sul tondino la deside-
rata porzione di pietanza o 4i
minestra asciutta (risott) — Ro-
majuolo , Ramaiuolo : specie di
cucchiajone che in tavola ser-
ve a scodellare la minestra
brodosa
CULASS.Lo stesso che Foeugharz.V.
CGLAZZ. Lo stesso cheFoeugh\arz.Y.
CULETT. Coppettino : quella parte
d'un calice che ne abbraccia la
coppa. Anche, la chiamiamo
Coppih.
CULITT (GIUGÀ AI). Lo stesso che
Saltaformaggia {Giugà a). V.
CUN
213
CUR
UULITT (I). Arcioni (Gli): due legni
curvi, fermati trasversalmente
sotto alla culla o alla zana
(cunnade bacchett), e sulla con-
vessità dei quali essa posa sul
pavimento come in bilico, onde,
dimenando, poter cullare il bam-
bino.
CULOTT- Culatta: l'oro e l'argento
che beli' e fuso e netto di sco-
ria resta nel crogiuolo (cro-
soeu).
.CUMÒ. Cassettone. Parti: Coverd
Spalla^ Schenalj Fond,, Contra-
fondi Register j Battuda „ Ma-
netta j Pomelli Prèjaj Segreti J
Bocchetta., cassetton.
CUNA Cullare, Ninnare.
CUNETT, CUNIN. Cassetta , Arcuc-
cio: arnese di legno che si pone
nel letto o nella zana {cunna de
bacchett) per cura di non soffo-
care i bambini nati di poco.
CUNETTA. Zana : nome di quei fos-
satelli lungo i due lati delle
strade presso gli arginelli per
servire di scolamento all'acque
e delle fossette che la attraver-
sano.
CUNI (I). Anseri, Vecchioni: casta-
gne cotte in forno, spruzzale di
vin bianco serbevoli e dolcissi-
me. V. Verones^ Bescott.
CUNI- Cunei, Biette: que'conj di
legno , di varia grossezza, per
strignere a colpi di martello gli
stecconi {stella) intorno alle pa-
gine entro al telajoda stampa-
tore.
CUNIN. Alare: arnese di ferro per
lo più con ornamenti d'ottone;
nel caminetto serve a tener
sollevate le legne perchè, pren-
dendo più aria, meglio ardano.
V. Brandinàa.
CUNIN. Piccola culla — per Cu-
nett. V.
CUNNA. Cuna, Culla. Parti: Ar-
chetti delitti Manescitti cu-
netta cunin — Baratta el fioeu
in la cunna i fig. Scambiar le
cai te, i dadi: ridir altrimenti il
detto altra volta.
CUNNA (GIUGÀ A LA). V. Didinna
(Giugà a la).
■ CUNNA DE BACCHETT. Zana.
CUNT. Conto — regni de cunti
Tener di conto — Lassa andà
su on cunti Abbonare su di un
conto — cossa me lassèe andà
sù sto cuntì Non mi abbonate
nulla su questo conto? — cunt
de spiziéej Conto alto — cunt de
l'ost Scatto. Il rancin dei Si-
ciliani — savèpocch i cunti Aver
poco abbaco.
CUNTABIL. Computista.
CUNTABILITÀA. Computisteria.
CUNTÉE. V. cruzzi,, sig. 2.
C UNTERÀ- Bancherotto , Banche-
rottolo , Tavolone : specie di
banco altetto , sodo e con orli
rilevati sul quale si contano i
danari dai banchieri, trafficanti
e simili — Bernazz de cunteraj
Mestola, Cucchiaja: mestoletta
di rame con un cartoccio per
impugnatura , della quale si fa
uso per raccorre i danari dal
bancherotto e versarli ne' sac-
chi — per Marcadora. V.
CUPOLA. Cupola. Vi si notano la
volta i la lanternai la palla o
mela,, il nodOi il palo — Coccia:
fornitura di metallo con che si
riveste il calcio del fucile, l'im-
pugnatura della pistola e simili
— Cocchiglia: specie di bottone
con che si guarnisce da piè il
manico de1 coltelli.
CUPOLIN. Cupola: pezzo di legno
lavorato al tornio ch'è come un
disco, nella gabbia, sormontato
da una pallina.
CURA. Curare — Far la posta a....
CURA D'ANIM. Cura d'anime — Vess
in cura d'animi Aver cur a d'a-
nime,Averin governo le anime,
Curar le anime.
CURAPESS. V. campèd sig. 4.
CURC V. PizzceUi Balabiott.
CURCUMA. Terramerita, Curcuma
(Curcuma longa): pianta la cui
radice è tintoria; foglie lanceo-
late con moltissimi nervi nei
lati.
CURETTA- Scojattolo (Sciurus vul-
garis): piccolo mammale; color
rosso cupo, estremità dell'orec-
chie guarnita di peli lunghi;
nuoce massime ai pini, man-
giandone le gemme; è una spe-
CUR 214 CUU
eie di topo. Anche, Fusella^ Fu-
sero,., Fusetta^ LardiroeUi Mar-
torelli Martorj Sghiratti ecc.
CURIÓS. Curioso — Strano, Bizzar-
ro, Ameno : dicesi di persona e
cosa.
CURIOSA. Spiare.
CDRIOSITÀA (TffiUSS ONA). Scurio-
sirsi.
CURLÀ. Currare: trasportar pesi
gravi per via di curri (curii) —
Arrandellare : stringer le some
coi randelli (canzón).
CURLETT- V. Perseli del car — per
Tornell del pozz. V.
CURLO- Curro : grosso cilindro di
legno che sottoponesi ai pesi
gravi per farli facilmente scor-
rere.
CURT(EL)Corta(La);asticciuolache
usano, quando per la posizione
del biliardo colla stecca si ver-
rebbe a dar nelle pareti e a
fallire il colpo.
CUSÀ. Accusare: dichiarar le sue
carte o verzicole (napol).
CDSETTA. V. Barbel — per Cu-
retta. V.
CUSADA- Accusata.
CUSI. Cucire — Risprangare : riu-
nir vasi rotti confilo di ferro-
se filli Cucir di fino. Dicono, cu-
cire a filo scempio^ cioè col no-
do fatto a un solo capo della
gugliata , tenuto molto più lun-
go dell'altro; cucire a filo dop-
piOi quando si fa il nodo ad
ambedue i capi insieme.
CUSIDURA. Cucitura — Costura:
tuttala serie dei costurinì [pont-
invers) formante una lunga riga
lungo la parte di dietro delle
calze, quando son fatte co' ferri
(gugg de calzetl) — Cucitura che
fa costola ed è quasi sempre
cucita di dentro e sta quasi
sotto alla superficie del drappo.
CUSIDURETTA. Spighetta bianca:
linea di punti bianchi intorno al
tacco (talon) delle scarpe.
CUS1I Cucito, da cucire — Ristret-
to, Affoltato.
CUSIN, -NA. Cugino, -na.
CUSINÀ- Cucinare.
CUSINADA. Cucinatura: l'azione e
il modo di cucinare.
CUSINADA. Discorso in cui inav-
vertitamente si biasimi taluno
alla presenza di persone che
abbiano legame di parentela o
d'altro col biasimato. I Voca-
bolari hanno Accettante per Chi,,
volontariamente , o mal suo
grado, si trovi presente a' fatti
o discorsi che lo riguardano o
che gli sono spiacevoli.
CUSINÉE- Cucinajo, Cuciniere —
Cucinatore.
CUSINNA. Cucina — Battaria de
cusinnai Stovigli, Stoviglie, Sto-
viglieria — Sit de la cusinna^
Scanceria — Garzon de cusin-
na^ Leccapiatti, Leccascodelle,
Lavapiatti, Bardotto di cucina.
CÙU. Culo, Ano, il Buratto — Avegh
el cùu in del butter, Nuotar nel
lardo — Avegh el cùu su la fac-
cia, Aver fatto collottola : in-
grassato — Fà el cùu de gaijn-
na^ Far la bocca d'ucchiello —
Mena el cùu. V. Slronzonà — Se
te vceut fà caga el cùu, bisogna
lavora i Se vuoi mangiare , la-
vora — Tra in aria el cùUi Dar
del culo a leva: de' cavalli — de
VoeuVi de cardila de biccer,,
Culo — de bottegliaj de cassai e
simile, Fondo — Andà giò el cùUi
Sfondarsi — Volta conti el cùu
in sili Capovolgere — de capelli
Stoino — d'articiocchj, Girello-
ne cardega^ Piano, Sedere — de
castegna^ Bellico — de la gug-
giai Cruna — de Paris, Culo po-
sticcio — de salanvMi del Cam-
panini de lalampedai e simile,
Culatta — di caldar^ Melarne —
Vegnì el cùu quader „ Fare uu
gran sizio: star seduto a lungo.
CÙU. Fondo: la tavola panciuta
de' violini, e simile — li fonda
dei panieri e simile.
CÙU. Rovescio — Batti Laghi
ciappà de cùUi Battere col cal-
cio della stecca, ecc.: spingere
la palla non colla testa, ma col
piè dell'asticciuola.
CÙU-BIANCH. V. Cubianch.
CÙU DE SACCH- Via mozza, Ronco:
via che non ha riuscita.
DA 215 DAM
DA. Dare — Gettare : di penna
che scrivendo rende bene o
male , a spruzzetti o altro —
Supporre — indenta Tornar in-
dietro: di calore, ecc. — Dà del
lUj, del vu, ecc. ^ Dare di tu, di
voi, ecc. — El rada el gh'è tor-
nàa a dà fozura il male gli si
è ripresentato — E dagliela!
E tonfa! — fozura J Dar nelle
furie — Impazzare, impazzire —
— Scoprirsi — Fiorire: Dar in
fiora: di malattia — in fozura J
Sportare — sott, Far uscir uno:
cavargli il segreto — Aizzare —
per Scorniggià, v.
DÀA- Dato , Misura — Vess el so
dàa, Esser la sua misura, Esser
quel eh' è giusto.
DÀA- Dado — Giugador de dàa.
Dadajuolo — Giugà ai dàa, Fare
ai dadi, Dadeggiare. Pariglia,
si dicon due numeri medesimi
dei dadi; quando due dadi han-
no scoperto asso {ass) , dicesi
Aver fatto amò assi ; se il 2,
duino; il 3, terno; il 4, quader-
no ; il 5, cinquino; il 6, seino o
sino; un dado segnato a una
sola faccia, farinaccio: chia-
mare, si dice il nominar il
punto che uno vorrebbe: pian-
tar i dadi, tirarli cosi da far
il punto che uno vuole : pian-
tatore di dadi J chi così tira;
dadotto, dado di mediocre gros-
sezza — Dado di pietra: o-
gnuna di quelle pietre, special-
mente cui posano le barre [guid)
d'una strada ferrata.
DACORD. Accordo.
DACQUÀ. Annaffiare , innaffiare —
Irrigare.
DACQUADA- Innaffiamento , Annaf-
fiatura.
DACQUADINNA. Un po' d'annaffia»
tura.
DACQUADOR- Annaffiatojo, Innaffia-
to,] o. Consta di fondo [cùu), ci-
polla o mela [bocchell), tettino
{teccioeu), maniglia {manetta).
DACQUADORIN. Annaffiatoino.
DACQUAGIARDIN. V. Altalenila, si-
gni f. 2.
DACQUAPRAA- V. Allalenna si-
gnif. 2
DACQUARCEU. Acquaruolo, Acqua-
rolo.
DADA (L'È). Ella è battuta, è fritta
— per L'è cottaJ V. Coti.
DADIN. Dadicciuolo.
DAGH. Tentare di — Tirar col
bocco (bott) — Boggià, V. — a-
drèe a vun _, Rincorrer uno;
corrergli dietro — a tutt dà ,
Mettercisi coll'arco della schie-
na : far che che sia di forza —
dent, dar in concambio.
DAGHELA. Fuggire, Fumarsela.
DÀGHEN. Importare, Calere.
DAI, DAI. Dàlie dàlie: voci deno-
tanti azione continuata — Dagli
dàgli, o Dalli dalli: grido che si
mette per avvertir d'arrestar
uno — E daj e daj ghe soni
reussiij E picchiai e zomba! vi
riuscii.
DÀLIA. Dahlia, Georgina (Dahlia
variabilis): pianta di bellissimi
fiori, i quali compariscono nel-
l'autunno*^ nativa del Messico.,
ma vive posta in terra anche
fra noi.
DAL IN. V. BalinJ signif. 3.
DAMA. Dama — Boccon de dama ,
Boccone di dama: specie di pa-
sta delicatissima, la cui so-
stanza è di mandorle, zucchero
e torli (ross) d'uovo.
DAMA. Dama: l'ultima partita del
216 DAN
DAM
giuoco al pallone ed anche di
altri giuochi. V. Bella.
BAMA. Regina. Ne'giuochi di carte
— Giugà a fant, dama e re che
stoppa; Fare a chiamare, Fare
a stoppa, Fare a stoppare : spe-
cie di giuoco che si fa colle
carte da tresette — Dama per
Bamon, v.
BAMA. Scacchiera, Tavoliere,
Scacchiere: la tavola su cui si
fa a dama e simile — Dama:
sorta di giuoco — Giugà a da-
ma,. Fare a dama — Andà a
dama o Fà dama, Andare a
dama.
BAMÀ. Damare: dicesi quando il
giuocatore ha condotto una pe-
dina fino agli ultimi quadretti
dello scacchiere alla parte op-
posta e la fa coprire con un'al-
tra dell'avversario.
BAMASCÀA. Damascato, A opera —
Damaschinato: di ferro, di ac-
cìajo, di lame di spada o di
sciabola o di altre armi a cui
si è dato l'apparenza di quelle
di Damasco , dette damaschine.
©AMAZZA. Gran dama — Damuz-
zaccia.
BAM1GIANNA. Damigiana: specie
di grossissimo fiasco di vetro,
a collo breve , vestito di sala
(liscia) o di vinchi (gorin), a
uso di tenervi o trasportar vino
o altro liquido.
BAMINNA. Damina — Damigella —
per Pann de dama, V.
BAMINNA DEL POZZ. Vela del poz-
zo: muro verticale che per al-
cuni metri divide in due, nel
verso della lunghezza, il vano
del pozzo, quando questo è co-
mune con quei di altra casa
continua: esso impedisce l'urto
di due secchie (sidej) , e l'ac-
cesso delle persone dall'una
all'altra casa.
BAMINNA. Violacciocco forestiero
{Hesperis matronalis): pianta
bienne, spontanea nelle siepi
{sces) e nei boschi; fogiie den-
tate; fusto alto circa due piedi;
fiori olezzanti; color porporino,
violetto o bianco, fiorisce in
omaggio e giugno.
DAMIANA. Muricciuolo a vela :
quello che si alza a traverso
di quella lingua di terreno, la
quale si prolunghi fra due fos-
sati o simile e che non si vuole
che sia percorso da gente.
DAMME L (FÀ A TffiUMMEL E). Fare
a' fanciulli o a' bambini: del
non istare a che s' è concerta-
to; appunto come i bambini che
fanno e disfanno a capriccio.
DAMON. Pedina damata: nel giuo-
co a dama.
BANDA- Dondolo — Dà la danda^
Ninnare, Cullare, Dar l'andata:
dello spingersi della persona
un po' innanzi e ritrarsi un po'
indietro per prendere una rin-
corsa, o saltar via qualche co-
sa o simile — El gh'ha dàa
prima un póo de danda e poeu^
ecc., Diede prima un po' d'an-
data, e poi, ecc. — Dagh la
danda^ pig. Dar la burla — Dar
la soja — Divid per danda ^
Partire a danda. Modo partico-
lare di partire dell'aritmetica.
DANDALÒ. Mazza da lisciare: ba-
stone cilindrico di bossolo (war-
tell\ di corno, o anche di ferro
che serve a lisciare la superfì-
cie del suolo della scarpa —
Lisciapante, Bussetto: pezzo di
bossolo (martell) bislungo, qua-
drangolare , avente alle due
estremità le marcie, cioè certe
riprese, scalini o intaccature,
con le quali fregando forte si
liscia il margine del suolo o
del tacco dopo che è stato ta-
gliato col trincetto (trincett).
Anche, Dandolo o Gandolott o
Gandolorin. v. Lìscèe^ Lisciott^
stecca; Tondin.
DAN DAN- Ton ton: voci imitanti
il suono della campana quando
suona a fuoco, ecc.
D AND ANNA (DÀ LA). Dar la baja,
la berta, la soja.
DANDINN (J). Falde (Le): due stri-
sce di panno, di gallone o d'al-
tro fermate al gonnellino, con
cui si va sorreggendo il bam-
bino per avvezzarlo a reggersi
da sè a camminare. — I Senesi
le chiamano Dande — Tegnì
DAN 217 DEB
vun per i dandinn,, fio. Te-
nergli la briglia : reggere, sov-
venire altrui nella condotta —
Manicottoli, Bracciajole, Brac-
ciaje: quelle falde che pendono
dalle zimarre che portano i preti
d'inverno, e dalle vesti che
portano i cherici servienti del
nostro Duomo e d'altre chiese
in Milano.
DANDOLO. V. Bandaio.
DANÉE. Danaro, denaro — mattj
falso — de stagn_, Stagnuolo —
mortj, Danaro secco: che non
dà frutto — Fà danèe,, Far mo-
neta, quattrini : arricchire — Fà
sonai danèe^ Acciottolar i quat-
trini: dimenarli, armeggiar con
essi come se fossero ciottoli —
Compra cont i danèe a la man,
Comperar a danaro — Per celia
i denari li chiamiamo Fiorii^
Pirli ^ conquibus „ Quist chi _,
Filij Pessitj Pescuzzi^ El pess,,
El te luziss^ Bezzi., Soldij, Lu-
gagn^ Tolin^ ciovitt^ Ghej,, ne
quist j Pelter^ I plin plin El
sur Carlo ^ I gasg Mantecca^
El quint elementi I tolderij ecc.
DANÉE Denaro : uno dei semi
(pai) delle minchiate.
DANNA. Cuccuma, Stizza.
DANNA. Dannare, Stizzirsi, Stiz-
zai si.
DANNÀA. Stizzoso, Dannato — Stiz-
zito.
DANNADÓN. Stizzonaccio.
DANNAZION. Dannazione : di cosa
che inquieti forte.
DAPOCHiSIA. Dappocaggine.
DAPOS. V. Depos.
DAQUA, ecc. V. BacquàJ ecc.
DÀRBIA, DARBIOEU. V. Fassera^
Facciroeu^ Quacciroeu^ ecc.
DARDAN, DARDANELL, DAREEN. To-
pino , Dardanelio, Rondine ri-
paria, Balestracelo selvatico o
ripario (Hirundo riparia): uc-
cello silvano; dorso, groppone
e coda, bigio cenerino — per
Rondón. V.
DARE- V. Terz.
DARENSC. Difficile, Duro: di per-
sona che fa fatica a cedere
che che sia — a spenda Agro :
di chi è duro a spendere.
DARSENA. Dàrsena. S'allarga fuor
di Porta Ticinese, fatta sotto il
regno d'Italia nel 1810 — Su i
nostri laghi è quella camera
d'una casa fondata in acqua, e
con apertura verso il lago ove
si ritirano al sicuro ed al co-
perto le barche.
DARTISC. V. Derusc.
DARUSCION. Zoticone, Sucidaccio,
Sorgnone, Sornione.
DARVI. Lo stesso che Bervi.
DASS- Darsi — Accadere — Dar il
caso — Darsene: percuotersi —
Porsi con, Famigliarizzarsi con
— Gonfiare: dei cacio.
DASSEN. Addarsi — Avvedersi —
Avvisarsi — Accorgersi — En-
trar in sospetto — Sospettare.
DATA- Datare : indicare il tempo
da cui deve cominciare che che
sia — Dare o Porre la data —
Far la data.
DATÀA. Dato.
DATÀA DE CORNARE. Dato da Cor-
naredo.
DATER, DATERON. Manesco.
DATTA. Data.
DATTASS. Adattarsi — Accomo-
darsi.
DATTOL- Dattero , Dattilo : frutto
della palma (Dactylus dactyli-
fera): polpa di figura simile al-
l'oliva, lunga e grossa quanto
il dito pollice ; pellicciua al-
quanto rossiccia; carne zuc-
cherosa ; sapore gradevolis-
simo.
DAVANTAGG. Di vantaggio.
DAZI- Dazio — Porta della città.
DAZI. Lentaggine, Vavorna (Vi-
burnum lantona): pianta fruti-
cosa de' cui ramoscelli si fanno
ritorte per legare le viti. An-
che, diciamo Giazz Merda-
gatta.
DAZIA. Addaziare — Sgabellare,
Sdoganare.
DAZIÀA. Gabellamento.
DAZIÉE. Dazzino, Daziere — Ga-
bellino, Gabelliere, Gabellotto —
per Prepose. V.
DAZIERA. V. Zilera.
DEBASS. Da basso, Dabbasso.
DEBEN. Dabbene, Perbene.
DEBIT. Debito — Notò, a o Tra, in
DEB 218 DEN
debita scrivere in debito, Dar
debito — Nettass in debita Uscir
di debito — Canchero: dicesi di
persona fastidiosa, o come che
sia, incomoda.
DEBOL. Debole, Debolezza.
DEBOSG Scapigliatura, Dissolutez-
za— Dass aldebosgJ Scapigliarsi,
Scavallare — per Baracca, sig. 2.
V. — Fà debosg insemma* Ac-
cozzar i pentolini, Mangiar in
comunella. Appresso il popolo
fiorentino è usitatissima la voce
francese Deboscia per signifi-
care il vivere licenzioso; e an-
che la voce Debosciato cioè ri-
dotto a debolezza per la debo-
scia.
DEBOSGÉ. Dissoluto, Scapigliato.
DEBUTA- Esordire : montare il
palco scenico, il pulpito, ecc.,
per la prima volta.
DEBUTTANT. Esordiente : chi si
presenta le prime volte in sulla
scena, ecc.
DECAMINENDEN. A corsa.
DECAMPA. Declinare da.
DECAPP. Da capo — Fass de cappJ
Rifarsi da capo.
DE CHE, DE GIÀ. Da che, Dacché,
Dappoiché, Giacché.
DECLIN (ANDA IN). Declinare, Ve-
nir meno, Andar in declino,
Scemare: della salute e delle
forze del corpo, delle sostanze
e fortune.
DECÓO DEL LETT (EL). La spalliera
del letto.
DECORAZION. Decorazione, Nastro.
DECROTGEUR. Lustrastivali , Lu-
stratore, Lustrino.
DEDÈ (FÀ NORIN). Fare a te te o
alle mammucce : trastullarsi
con cose frivole, come fanno i
bambini.
DEDENT- Dentro, Entro.
DEDENT (EL)- L'interno del cassi-
no delle carrozze.
DEDRÉE. Rovescio: la parte di
dietro di che che sia.
DEDRÉE (EL). La partita di dietro:
il tergo delle carrozze , in cui
si osservano la sala (assàa), il
'guscio della sala (corp), leruo-
te* le molle., lo scannello (sest),
i puntoni (puntej),i coscialetti
(cossinitt), il contr ammontatolo
(staffon), i montatoj (pedad).
DEDRÉE, DEDREVIA- Dietro, Per di
dietro, Di dietro, Dietrovia —
Dagh de drèe_, Tirare al calcio :
nel biliardo.
DEDRIZZ. Da senno, Bene, A dove-
re, A modo.
DEFÀ. Faccenda, Affaccenda-
mento.
DEFÀ ?. A qual fine?, A che ^Per-
chè ?.
DEFEST. Ceppo : il regalo in da-
naro o altro che s'usa o Pasqua
di ceppo (al dì de Natal) —
Mancia.
DEFICIT. Ammanco, Buca: la man-
canza di somme o sostanze —
Dissesto: di traffico o d'altro.
DEFILÉ. Sfilare: dicesi del mar-
ciare dei soldati in colonna o
in ordine di parata.
DEFINÌ- Finire, Terminare.
DEGORA. Nome volgare della mota
oraria secondo la quale si re-
gola la distribuzione delle acque
d'irrigazione a' varj possessi
cui competono.
DELIGENZA. Diligenza.
DELIGENZA. Diligenza: ampio coc-
chio con guscio a più luoghi;
retto sulle molle o sui cignoni;
carro a coda dritta e a quattro
ruote ; non serpe o cassetta, ma
sedere a più luoghi con manti-
ce (boffett) e a tergo spesso uri
cassino ( baltreschin ) a due
posti
DELIMÀ. Struggersi.
DELIN DELIN. Tintin : voce imi-
tante il suono del campanello.
DELIQUI- Svenimento — Andà in
deliquio Svenire. Basire.
DELIRATO. Maniaco, Pazzo, Matto
per che che sia.
DELIRI. Delirio — Andà in deliri*
Delirare.
DEMANIMAN, DEMENEMAN. Di ma-
no in mano.
DEMEZZ. Via di mezzo, Mezzo ri-
piego, Mezza misura.
DENANZ. Davanti, Dinanzi, Innan-
zi — Stà denanzj Entrar mal-
levadore, Star garante.
DENANZ (EL). La partita davanti:
la porzione anteriore del carro
DEN
219
DEN
delle carrozze, la quale consta
delle molle dello scannello
(sesl), del ruotino [di volticella
{rodin de sterza), dei coscia-
letti{cossinitt).de[ pontoni (pon-
tej) , del mastio (mas'c), delle
staffe curve {cavalott), de' mon-
tatoj (pedad).
DENANZ. Facciata delle carrozze
che guarda il cocchiere.
DENCIÀ. Addentare.
DEWCIADA. Dentata.
DENCIATTER- Dentaccio — per Den-
cion. V.
DENCION. Sannuto, zannuto: di-
cesi di persona eh1 ha denti
grandi e sporgenti.
DENCITT per Gajnoeura spino-
sa. V.
DENESCONDON. Di nascosto.
DENONZIA- Disdetta — Dà la de-
nonziaJ Disdire la casa, il po-
dere, ecc. — Disdetta in botta
0 sul fattj, Disdetta in tronco.
DENT, DENTER Dentro, Entro —
Dent per dent^ Di tempo in tem-
po, Di quando in quando — Dà
in dentj, Rientrar in dentro : di
malattia — Andà denterJ Voler-
ci: di panno, tela, ecc. — Vess
dent in,, Averci parte — Ves-
segìi dent anca chi l'ha fàa^ Es-
servi dentro il maestro — Ves-
segh dent nagotta de màa.Non
ci esser nulla di male — Ves-
segh dent tuttj Somigliare tut-
to ; di ritratto — Vess dent,, Es-
ser bue: ignorante — Esser in-
cappato — per Vess in colletta.
V. Bolletta — cossa ghe femm
dent? Che ne facciamo ? — Dent
per el d\J Fra dì, Tra il di.
DENT. Dente. V. RestelleraJ Den-
taduraJ Dentirceu Tettirozu^
Gnerv^ BoeuccJ calcinazz, ecc.
— Andà fceura i dent,, Cadere i
denti — Avegh la rabbia in di
dent ^ Aver la gina nei denti —
Balla o Dondà i dentJ Tenten-
nare, Vacillare i denti — cascià
1 dent^ Mettere i denti, Dentare,
Esser in dentizione — Dà al
dent^ Reggere al dente: delle
cose sode, come frutti, carni,
ed altro, le quali non cedono
facilmente alla pressione dei
denti - a restellJ Dente abischeri,
a piroli — bus^ bucherellato —
che sponta^ Barba di dente —
cont el calcinazz Dente coi
tartaro, col calcinaccio — ca-
nin canini (sono quattro) —
denanz incisivi (sono otto r
quattro superiori e quattro in-
feriori) — de la sapienza o del
giudizzij, della sapienza o del
giudizio: degli ultimi due mo-
lari — ganassal molari, ma-
scellari (sono venti, otto mi-
nori e dodici maggiori) — de
presa,, Sanne, Zanne — de latt^
lattaiuoli, o di latte — fasceu_>
V. Fasosu (I) — giazzoeu^ diac-
ciamoli, che di leggieri si spez-
zan , come il diaccio, o che a
sentir corpi diacci dolgono —
oggiàaJ occhiali: corrispondenti
all'occhio — Rimett i dentJ Met-
tere o Rimettere i denti: dei
posticci — Batt i dentj, Battere
le gazzette, Battere le nacchere
co' denti: tremar pel freddo —
Ligà i dent^ Allegare i denti —
fig. Non mangiar di una cosa:
non intenderla — Desligà i dent.,
Slegare i denti — cambià €
dentJ Mutare, Rimettere i denti
— Mostrà i dent j Sguainare i
denti — fig. Ragnare : dei ve-
stiti logori — Fà vegnì l'acqua
ai dentJ Far venir l'acquolina
in bocca: l'appetito di che che
sia — Menà o Mollà i dentear
ballare i denti: mangiar sapo-
ritamente — Strappà on dent^
Trarre, cavare un dente — Scriz-
zà i dent^ Dirugginare, Digri-
gnare i denti — Tiralla cont i
dentJ fig. Viver di limatura, a
spiluzzico, a stecchetto, Campar
refe refe, Campacchiare, Cam-
pucchiare.
DENT. Dente: del cavallo , in cui
se ne contano 40: cioè 12 inci-
sivi, quattro scaglioni {bus),
24 mascellari {denton) — barbi-
rozu, Quadrati — de mezz,, Denti
mezzani — de latt^ Dentini — in
costaJ Fagiuoli.
DENT- Tacca: quel poco di man-
camento ch'è nel taglio del col-
tello , del temperino , o d' altro
DEN 220 DER
— Dente : tacca assai fìtta e
minuta — Quegli sporti nelle
ruote, nei pettini, rastrelli esi-
mili, che han figura di dente —
Incastra a dentJ indentare.
DENT. Dentello: ognuno di quegli
sporti di mattoni che formano
l'addentellato (dentada) dei so-
prarco d'una bocca di fornace
da mattoni o tegole — Becco:
quel ferruzzo rostrato che fa
parte dello scatto [monta) del-
l' armi da fuoco e serve a te-
nerlo montato — Coniera: nelle
lapidicine e nelle cave delle
pietre le intaccature per inco-
minciar lo scavo di ciascuna
saldezza.
BENTÀA- Dentale : l' arnese nel-
l' aratro che serve di base e
sostegno alle altre parti . e
scorie contro la terra soda
lungo il taglio fatto dal coltel-
laccio {cólter), V. Sciloria.
BENTABA- Addentellato: il com-
plesso di dentelli (dent) spor-
genti in una fornace.
DENTABURA. Dentatura: ordine e
componimento dei denti — ri-
messa , Dentiera — Dentatura:
1' ordine o la fila dei denti del
pettine.
DENT-BE-CAN. Calcagnuolo: spe-
cie di scarpello corto, con una
tacca (dent) in mezzo che serve
agli scultori per lavorare il
marmo dopo averlo digrossato
con la subbia (scopell de picca-
prej).
DENT-BE-CAN per Boff^ sign. 3. V.
DENTICC Dentini — per Gaijnceu-
ra spin osa V. in Gaìjnoeura.
DENTIRGSU. V. Tettiroeu.
DENTISTA. Dentista.
DENTON. Dentone.
DEPÉE DEL LETT (EL). Il dappiede:
sponda del letto di fronte alla
spalliera {decóo).
BEPERLÉE, DEPERLÙ, DEPERLOR, ec.
Di per sè, Da sé sola, Da sè so-
lo, Da loro soli, ecc.
DEFODISNÀA. Dopo pranzo.
DEPONN. Deporre — Posare : di
liquidi — Depositare, Dar in de-
posito.
DEPOS. Dietro, Di dietro, Dopo.
DEPOSET. Deposito — Posatura.
DE?fc (VESS OH). Esser grassa: di
cosa che si ha per favore— L'è
ori de pu se al dì d' incoeu se
riva ai 70 ann^ È grassa se al
di d'oggi si toccano i 70 anni.
DEPURADOR. Depuratore, Lavato-
io: grande caldaja di ferro, la
quale fa interruzione al tubo
{canon) di condotta in una fab-
brica di gas. Essa contiene ac-
qua di calce, e su questa è ca-
povolto un pesante cappello di
lamiera, che v'entra dentro, te-
nutovi sospeso da una catena
o fune, con girella e contrappe-
so. In quest'acqua di calce illu-
minante (gass de brusà), prove-
gnente dalle storte (pipp), viene
privato del gas acido carboni-
co, e altro, se ve n'è, e così de-
purato e lavato passa pel tubo
d'entrata sotto la campana del
gasometro.
DERANSC- Carnaccia: dicesi di un
pigrone.
DERBEDA, DERBITA. Serpigine, Im-
petigine, Volatica: infiammazio-
ne della pelle che produce di-
verse pustolette serpeggianti su
di essa.
DERBEDA. Nome di quei pertugetti
che rimangono nelle rinzaffatu-
re alle muraglie per difetto di
appianatura. Anche, Derbed^
Derbedin.
DEREKERA. Lombaggine : mal dei
lombi.
DERLA, DERLON- Mallo, il Vecchio:
scor za verde, erbacea, di sapor
astringente ed ostichissimo , la
quale è aderente al guscio della
noce — An dà in derlaJ Ammal-
iare, Coprirsi di mallo.
DERLÀ. Smallare: togliere il mallo
alle noci — Derlass^ Smallarsi.
DEROCÀA. Diroccato.
BEROCCAMENT. Rovina— Casa spal-
cata, rovinata — Moriccia, Muc-
chio di ruderi [bottumm).
BERSETT. Diciassette — Oper sett
o per derselt ^ Ad abacchio: a
prezzo rotto.
BERUPAZZI, BERUFERL Dirupo: pre-
cipizio di rupe — Vallone — Sca-
vezzacollo: caduta arompicollo.
DER
221
DES
DERUSC- Aspro — Scabro , Ruvido
— Vess derusc Non aver diritto
uè rovescio : dicesi di persona
che non ha grazia, nè garbo in
cosa alcuna.
DERUSC. Sornione: dicesi d'uomo
ruvido di maniere, sempre serio
e imbronciato e poco inclinato
a far servigi.
DERUSCÀ. Scalfire : stracciare la
pelle.
DERUSCADURA. Scalfitura.
DERVÌ. Aprire — Andà adrée a
dervìj Apricicchiare — Sparare:
fendere il ventre delle bestie
per cavarne gli interiori o per
altro — Sezionare: un cadavere
— Derviìfoeura ; tassella andàj
Ammanna eh' io lego, Fate lar-
go, lasciatela passare, Pon' rena
che lo Sbracia armeggia, Affa-
stella, eh1 io lego, Suona, eh' io
ballo: si dice di coloro che lan-
ciano, raccontando, bugie e fal-
sità miste, per mostrare di non
le passar loro.
DES. Dieci — Quell di des, Il deci
mo — Cinqu e cinqu des la ca-
valla l'è nostra., Cosi, la vacca
è nostra: cioè la cosa è beli' e
fatta. Talora diciamo : cinqu e
cinqu des j ti la merda e mi i
scirès j E rispondiamo : I scirès
hin minga bon ti la merda e
mi i bomì)on — Dann des a an-
dà ai dodes^ par trenta ad al-
cuno: dicesi a chi ci è inferiore
— Fà trenta e des vintJ Fare di
trentatrè undici: scapitarci.
DESABIGLIÉ (IN). In veste da ca-
mera.
DESAEI7ÀA- Disabitato.
DESABUSA Abusare.
DESABuSASS. Disingannarsi.
DESAFITTÀA. Spigionato.
DESAGREGÀ. Segregare.
DESANIMÀ. Disanimare.
DESAPROVA. Disapprovare.
DESARMÀ. Disarmare.
DESASI. Sbrattone, Sbrattonaccio:
chi guasta, dissipa,che che sia
— Uomo a casaccio.
DESAVIÀ. Sv are, Disviare.
DESAVIASS-VIA. Spassarsi , Sdarsi.
DESAVOGO. Sollievo, Svago.
DESBALLA. Sballare: aprire o dis-
fare la balla.
DESBANDASS- Disviarsi, Deviarsi,
Sbandarsi.
DESBARAZZÀ. Sbrattare, Sbaraz-
zare.
DESBARCÀ. Sbarcare.
DESBASTÌ. Sbastire.
DESBATTEZZASS (VORRÈ). Volersi
sbattezzare: per meraviglia,
stizza o simile.
DESBAVÀ. Sbavare: levare la bava
ai lavori di getto, di lastratura,
e simile.
DESBINDÀ. Sbendare.
DESBIBOLÀA. Sperniato , Sfilato —
Sgangherato —Uomo disadatto:
senza garbo nè grazia.
DESBOCCÀ. Sturare.
DESBOSCÀ. Diboscare —Cacciar di
bosco.
DESBOSCIONÀ- Sturare : di botte —
Stappare: di bottiglia.
DESBOTTONÀ. Sbottonare.
DESBRATTÀ. Sbrattare.
DESBRIÀA. Sbrigliato.
DESBBIGÀ Sbrigare.
DES^EOCCA. V. Sbroccà.
DESBROJÀ Disimbrogliare.
DESBRONCÀ- Dibrucare, Disbruca-
re: levar dall'albero iramoscelli
inutili e secchi.
DESCADEVÀ. Scatenare.
DESCATtfCHINÀ. Scalzare: alberi per
atterrarli.
DESCANTA. Svegliare, Discantare:
far prender animo a chi è che-
tone — Scaltrire: far pratico
delle cose, cauto e assennato —
Dar anima, Avvivare: un fiore,
una rosa e simile nell'arti del
disegno.
DESCAWTÀA Svegliato, Desto: di-
cesi di persona pronta , alacre
della mente e degli atti.
DESCAN7ASS. Discantarsi, Snighit-
tirsi, Sgranchiarsi.
DESCAPET. Discapito.
DESCAPITÀ- Scapitare, Scapitare
Perderci.
DESCAPRIZIASS- Scapricciarsi.
DESCAREGA. Scarica — Sparo.
DESCAREGÀ. Scaricare — Sparare.
DESCAREGABARI (GIUGÀ A). V. Cam-
panon (Giugà a).
DESCARNA. Scarnire.
DES
222
DE8
BESCARNAA. Scarnito.
DESCASCIÀ. Cacciar via.
DESCAVIÀ. Scapigliare , Scarmi-
gliare.
DESCAVICC Disdetta.
DESCAVIGGIÀA Disdicciato — Vess
sewiper descaviggidajEsser sem-
pre in disdetta.
DESCIODÀ. Schiodare.
DESCIODALLA- Schiodarla , Venire
ai ferri : deciderla , uscir di
dubbiezza.
DESCOBB À Sparigliare: dei cavalli
— Sguinzagliare: levare il guin-
zaglio (cobbia) a' cani.
DESCODEGÀ. Scotennare: levar via
la cotenna (codega) — Spiotare:
spogliar delle piote {loti) erbose
un prato, ecc.
DESCOLLÀ. Scollare.
DESCOLPASS- Scolparsi, Purgarsi.
DESCOLZ Scalzo, Scalzato.
DESCOLZÀ. Scalzare: spogliar pie
de, gamba di calzamento — Le
var la terra intorno alle radici
delle piante, alle fondamenta
de' muri e simili.
DESCOMOD. Incomodo — Disagio.
DESCOMODÀ. Incomodare, Disagia-
re — Guastare.
DESCOMPAGN. Spajato , Scompa-
x gnato — Dissimile , Non com-
pagno.
DESCOMPAGNÀ. Spajare, Scompa-
gnare — per Descobbià. V.
DESCOMPONN. Scomporre: separar-
le lettere di una forma di stam-
pa , e disporle di nuovo nella
cassa, ciascuna nel suo proprio
nicchio.
DESC0NC0RD1A. Discordia.
DESCOiMSACRÀ. Sconsacrare — Pro-
fanare.
DESCONSC Sconcio.
DESCONSCIÀ. Sconciare — Sciupare.
DESCONTENTÀ. Scontentare.
DESCOR ! Pensa tu !
DESCORDASS Scordarsi.
DESCREDITÀ Screditare.
DESCROSTÀ. Scrostare — Scortec-
ciare — Sgrumare : levar i gru-
mi — per eroda,, sig. 2. V.
DESGROSTADA. Scrostamento.
DESCUMMIÀ. Sviare, Disviare, Far
che l'uccello abbandoni il nido.
DESCUMWIOS. Svievole, Disvievole:
di uccello facile ad abbandona-
re il nido ed i pulcini suoi.
DESCUSÌ. Scucire — Sdruscire, Sdru-
cire.
DESCUSIDURA- Uno scucito.
DESCUTTI. Discutere.
DESDAMÀ. Sdamare : nel giuoco a
dama.
DESDI. Disdire — Sconvenire.
DESDITTA. Desdiccia, Disdetta:
sfortuna. Sditla dicono pure i
Siciliani.
DESDOBBIÀ. Scempiare.
DESBOTT. Diciotto — Andà o si-
mile sul cinqu e desdottJ Esser
tutto in coglia : vestito bene e
affettato un po' — Quell di des-
dott^ Il decimo ottavo.
DESEGNÀ- Indicare.
DESEMBER. Dicembre.
DESENEMIS. Nemico.
DESENNA. Decina — Posta: una
delle quindici divisioni in che
si riparte la corona, composta
di dieci avemarie e un pater-
nostro.
DESENNL Decennio.
DESÈR. Postpasto, Deserto : deno-
minazione di qualsiasi cosa che
si mangi prima delle frutte , e
dopo il pasto, sia questo di un
solo servito [portada) , ovvero
di due — per Parterr, sig. 1, e
Frutta. V.
DESERTA. V. Disertà.
DESF. Sfatto, Disfatto.
DESFÀ. Disfar e, Sconnettere — Dis-
dire — Desfàgiò o foeuraJ Spie-
gare — Svoltare — per Descom-
ponn e Descusì. V.
DESFASS. Disfarsi — Struggersi.
DESFASSÀ- Sfasciare.
DESFERENZ1A. Differenziare, Esser
diverso o dissomigliante — Di-
versificare, Distinguere.
DESFERIA. V. Fer snodàa.
DESFERLA. Strappare, Fare in
strappi: lacerare.
DESFESCIÀ. V. Desbarazzà.
DESFIBBIÀ. Sfibbiare.
DESFIGURÀ- V. Des forma.
DESFILÀ- Sfilare, cavar di filo.
DESFI0RÌ. Sfiorire : cessar di fio-
rire.
DESFIRONÀ. Sfilare, Direnare,Slom-
bare.
DES 223 DES
DESFODRÀ. Sfoderare , Sguainare
— sfoderare: levar la fodera a
un abito , ecc.
DESFORMÀ Disformare: render de-
forme laforma conveniente della
cosa — Sformare : tórre la for-
ma propria della cosa.
TESFORNASÀ. SfornaciareJ
BESFORTUNÀA. V. Descaviggida.
DESFORTUNNA. V. Descavicc.
DESGAGGIÀA. V. Descantàa.
DESGALLONÀ. Scosciare.
DESGAMBISS. Sgranchiare , Sgran-
chire: dei polli che si sciolgono
dal granchio — Desgamdiss %
garrii); Dirugginire le gambe.
DESGARB. Sgarbo, Malestro.
DESGARBÀA. Sgarbato — Duracelo
— De desgarbàa el me diS; ecc.,
Rotto rotto mi dice, ecc.
DESGARBADARIA. Sgarbataggine,
Sgarbatezza.
DESGARBIÀ. Distrigare.
DESGARBIÀA per Descantàa. V.
DES'GELÀ. Dighiacciare , Didiac-
ciare, Disghiacciare.
DES'GERBÀ. Dissodare: rompere,
lavorare un terreno incolto
{gerì)).
DESGIARÀ. Svanare: col rasojo o
altro levar via il pelo vano dei
cappelli.
DESGIUNÈ- Colezione, Colazione.
BESGORGÀ. Disgorgare: spazzare
canali o tubi perchè ne sgorghi
liberamente il liquido.
DESGRAZIA. Disgrazia.
DESGRANÀ. Sgranare: spiccar dal
grappolo gli acini (grann) del-
l'uva.
DESGRAPPÀ Sgranellare.
DESGRASSÀ-Digrassare, Dimagrare,
Dimagrire.
DESGROPPL Sgroppare, Snodare.
DESGROSSÀ. Digrossare, Sgrossare.
DESGUARNI Sguarnire.
DESGUGELLASS. Uscire V aghetto
dalle stringhe.
DESGUST- Disgusto
DESICGÀ DRÉE A- Struggersi per.
DES1MB0RS. Disborso.
DESIMBOTTl Sborrare : cavare la
borra da basti.
DES1MBR0JÀ. Strigare, Spacciare.
DESIMPARÀ. Disimparare.
JDES1MPEGNÀ Disimpegnare: cavar
d'impegno — Spegnare: levar di
pegno che che sia.
DESIMPIEGÀA. Disimpiegato.
DESIMPREGNÀ. V. Desbarazzà.
DESINVOLT. Disinvolto.
DESINVOLTURA. Disinvoltura.
DESLATTÀ. Divezzare , Svezzare,
Spoppare. Slattare.
DESLAZZÀ- Slacciare, Dislacciare,
Dilacciare.
DESLAZZASS FffiURA. Spettorarsi :
scoprirsi il petto — Sciorinarsi:
sfibbiarsi e allargarsi i panni
di dosso, o pel troppo caldo che
fa, o per cominciare a spo-
gliarsi.
DESLAZZL Guasto — Rovina.
DESLEGGERI. V. Deslingerì.
DESLENGUÀ. Dileguare — Stillare :
dal caldo — Struggersi, Venire
in acqua : di metalli Deslen-
guà via., Consumarsi a poco a
poco. Struggersi.
DESLIGÀ. Slegare — Sciorre , Sle-
gare: cavare una pietra legata
dal castone o dalla cassetta.
DESLINGERÌ. Alleggerire — Alle-
viare.
DESLIPPA. Sperpetua: sfortuna, dis-
grazi a — Mett la deslippa in...;
Mettere la sperpetua in....
DESLIPPÀA. Disgraziato — Vess
deslippàa^ Aver la sperpetua.
DESLISCASS. Spagliarsi: delle seg-
giole (cadregh) intessute di sala
(lisca) che si vanno stessendo o
perdendola.
DESLOGADURA. Slogatura: lo slo-
garsi delle ossa.
DESLOGASS. Slogarsi — Sconciarsi,
Diroccarsi: muovere delle ossa
dalla loro naturale positura.
DESLUSINGASS. Uscir di lusinga.
DESMENTEGÀ. Dimenticare.
DESMETT- Dimettere — Porre da
una parte — Desmett mai de fà^
de dì; ecc., Non restare, Non
rifinire di fare, di dire, ecc.
DESMETTÙU. Smesso, Dismesso.
DESMOBIGLIÀ. Smobigiiare.
DESMONTA. Scendere, Dismontare
da — Smontare: staccar le di-
verse parti di una cuffia, ecc.
— Levar dalla carretta un can-
none a cannonate — Fà desmon-
tà; Scavalcare.
DES
DESMORBÀ. Smorbare — Ripulire.
DESMOSTRÀ. Dimostrare.
DESNODÀA. Snodato.
DESNOEUV. Diciannove — Cala
desnoeuv e mezz a fa vìnlsold.
Aver sempre carestia di due
quattrini , Star sempre fra due
soldi e ventiquattro denari, A-
ver ogni cosa in caffo e non
arrivare a tre , Come gli alti-
anni, vien il freddo innanzi i
panni . di povero.
DESONEST. Disonesto — Inonesto
— Ingordo — Iniquo.
DESOCUPÀA. Disoccupato — Ozioso
— Sfaccendato.
DESORDENÀ. Slavizzare.
DESOTT. Di sotto — Andà al de-
sott,, Andare al chino, Esser in
disordine.
DESPACHETTÀ. Spacchettare: scior-
re un pacchetto.
DESPAJÀ. Spagliare: levar dalla
paglia bicchieri, fiaschi e simili.
DESPALÀ. Spallare: tor via i pali
che sostengono le viti.
DESPALLASS V. Spallass.
DESPANÀ. V. Spana.
DESPARÀ. Sparare : spogliare dei
paramenti.
DESPAREGGIÀ- Sparecchiare.
DESPART. In disparte.
DESPASTÀ- Spastare.
DESPECCENA. V. Despettenà.
DESPEDI Spedire — Dare spaccio.
DESPEGNÀ. Spegnare: levar il
pegno.
DESPENOLÀ o DESPENERÀ- Scalet-
tare: il contrario di calettare
{imperlerà).
DESPERÀA ( ON )• Uno scavezza-
collo.
DESPERASS Disperarsi , Gettarsi,
Darsi alla disperazione.
DESPERS. Sperso.
DESPERSA. Sconciatura.
DESPESS. Di spesso, Sovente, So-
venti volte.
DESPETTENÀ. Scarmigliare, Spet-
tinare, Arruffare i capegli.
DESPIASÈ. Dispiacere.
DESPIASDD Dispiaciuto.
DESPIEGÀ. Spiegare.
DESPIENTÀ. Spientare: sbarbare
piante — Smontare: un letto o
simile.
DES
DESPIGASS. Disgranellarsi: uscir
della spiga il grano al batterio-
in aja {era).
DESPIOMBÀ. Spiombare : levare il
piombo.
DESPOLPÀ. Spolpare.
DESPOMN. Disporre.
DESPONTÀ. Spuntare: di spilli e
simili.
DESPONTELLÀ. Spuntellare.
DESPOSTASS. Spostarsi — Degnarsi
di — Indursi a.
DESPREPARÀ. V. Despareggià.
DESPREZI. Dispetto — Noja — An-
dà via la roba per desprezi
Andar via a ruba la roba — Fà
roda per despreziJ Ammoggiare
le cose — Ho faa vin per de-
sprezi . Il vino mi ammoggio,
ebbi vino a moggia: cioè in
grandissima copia — Vesseghen
o Aveghen per desprezi_,~v. Lece
a cavaj (Aveghen de fà).
DESPREZIÀ. Nojare, Dar noja.
DESPREZIOS. Dispettoso, Cacadis-
petti — Nojoso.
DESPROPRIÀ. Spropriare , Spode-
stare.
DESPROVIST. Sprovvisto, Sprovve-
duto.
DESQDATTÀ. Discoprire — Scoper-
chiare — Scoprire il masso, Sga-
lestrare: nelle cave di pietra.
DESQUILIBRÀ. Squilibrare.
DESRANGHISS. Sgranchiare, Sgran-
chire. Snighittire.
DESRAZZÀ. Far lo sgombro— Sra-
dicare — Dirazzare.
DESRENÀ. V. Des/ìronà.
DESRESCA. Diliscare : levar le li-
sche (reseti) a' pesci.
DESRESCIÀ. Sgrinzare: levare le
grinze (i rescij).
DESRUSGENI. Dirugginare.
DESS (0)! Oibò! — No!
DESSADESS. Or ora — Che sì che
si — A caso, Per sorte — Sicco-
me, Poiché, Da qui a poco, In
breve, Tra poco — Or., ora -
Dormii Fàj ecc., on poo adess
e on poo dessadesSj Dormire r
Fare, ecc., a bocconcini.
DESSALDÀ. Dissaldare.
DESSEDÀ, DESSEJÀ. Svegliare —
Dessedà anmòJ Risvegliare.
DESSEDÀA Svegliato: di chi ha
DES 225 DES
vivezza d'ingegno — Stà desse-
dàa., vegliare.
DESSEDADA- Destamente — Sve-
gliamento — Dagh una desseda-
da^ fig. Eccitare, Sollecitare.
DESSEDASS. Destarsi.
DESSEPARÀ. Separare.
DESSEPPELLl. Dissepellre —Desu-
male
DESSIGILÀ- Disigillare, Disuggella-
re — Sturare, Stappare: di bot-
tiglia.
CESSOLA. Dìsolare: tagliare o levar
via il suolo , cioè la parte del-
l'unghia morta (delle bestie da
soma nella pianta del piede.
DESSOLÀA. Disolatura: stacca-
mene morboso del suolo nel
piè del cavallo; disolatura del-
l'unghia.
DESSORA. V. Sora {De).
DESSORAPU. In oltre, Soprappiù,
Giunta, Di soprassello.
DESSORAVIA. Di sopra — A galla —
Andà o Vegnì dessoravia^ Ri-
boccare, Ridere, Levare in ca-
po, Traboccare, Dar fuori: il
versarsi fuori il liquido per la
bocca del vaso, nel forte bolli-
re, o perchè va in ischiuma, o
perchè è stato soverchiamente
empiuto — Stà dessoravia^ Gal
leggiare — Vegnì dessoravia^
Venir a galla.
DESSOTTERÀ. Dissotterrare — De-
sumale — Dissepelire.
DESSU. Albagia — ciappà on des-
sù* Pigliare il gambone: dicesi
di chi si fa troppo ardito.
DESTACCÀ. Staccare, Spiccare.
DESTACCH. Distacco — Fà on dell
destaceli J Spiccar bene: di co-
lori e simile.
DESTACCHETTÀ. Sbullettare.
DESTAGNASS- Staccarsi la stagna-
tura.
DESTANÀ. Stanare.
DESTAPEZZÀ. Staccare la tappez,
zeria.
DESTAROCCÀ- Staroccare: giocar
tarocchi superiori per tor via
quelli dell'avversario.
DESTECCIÀ. Smontare il tetto.
DESTEMPERADA (DAGH ONA). Stem
perare.
DESTEND. Distendere — fceuraJ
Banfi , Voc.
Sciorinare — Appiastrare: di
cerotto e simile.
DESTENDÙU. Disteso.
DESTESA. Giro: mucchi di fogli
stampati, disposti in ordine so-
pra tavole per raccoglierli in
quaderni e formarne libri —
Mett già la destesa,, Preparare
il giro — Mettere insieme il giro
— per s tenditore sig. 3.
DESTESA (CIARA E). A lettere d'ap-
pigionasi {de cartell de fitta).
DESTIN. Destinazione — Manda
al so destin^ Mandar al suo
viaggio.
DESTINÀA(QUELL CH'È DESTIKÀA È).
A quel che vien dal cielo (o di
sopra) non è riparo.
DESTINGU. Distinguere — Scorgere
— Onorare.
DESTINGUES. Segnalarsi.
DESTIRÀ. Stirare.
DESTIRASS. Protendersi, Sbarrarsi.
DESTCEU Distorre — Sconsigliare
— Dissuadere.
DESTOMEGÀ. Stomacare.
DESTONÀ. Stonare, Uscir di tuono.
DESTOPPÀ- Sturare, Stappare.
DESTORTIÀ. Storcere.
DESTRIGÀ. Districare — Sviluppa-
re — Ravviare, Accapezzare —
Spacciare, Dare spaccio.
DESTRIGÀA. V. Desgaggiàa.
DESTRÙ, DESTRUG, DESTRUVÀ- Di-
struggere.
DESTRUGÀ. Sciupare, Sprecare,
Sciattare.
DESTRUGADOR, DESTRUGON. Spre-
cone, Sciupone, Sciattone.
DESTUCCA. Dissaldare.
DESTURB. Disturbo — Se sont de
desturb ^ andaróo-via _, Se gua-
sto, me n'andrò.
DESUBEDl Disubbidire.
DESUEFA. Svezzare. Divezzare.
DESTINI. Disunire.
DESUNION. Disunione — Discordia.
BESUSÀ. Disusare.
DESUTEL. Disutilaccio.
DESVARI. Divario.
DESVARIASS-VIA. Svagarsi, Sdarsi.
DESYEDELLÀ. Vendere il vitello.
DESVEGKÌ Smagrare, Dimagrare.
DESVERG , DES^ERGES. Districarsi
— Svilupparsi — Ravviarsi —
Accapezzarsi — Spicciarsi.
15
DES 226 DIA
DESVESTi. Svestire — Spogliare —
Spaiare — Stanza de desvestisse
Spogliatoio.
DESVESTISS (GIUGÀ A VESTISS E>-
Far a staroccare : g uoco che
si fa colle minchiate (tarocch),
e il quale noi chiamiamo cosà
perchè ognuno de' giuocatori
fa a gara, osservando certe
date leggi, per ispogliare l'ai
tro di cai te, essendo che vince
quello che alla fine del giuoco
ha la propria bazza più nume-
rosa.
DESVIDÀ. Svitare — Sciorre da un
invito.
DESVOLTIÀ. Svolgere, Svoltare.
OESZERBA- Dissodare: rompere,
lavorare un terreno sodo (zeri))
per metterlo a coltura — Des-
zerbà una cossa^ Manomettere
immaturamente che che sia —
Deszerbà el formentone Coglie
re il grano turco prima che sia
maturo — fig. Deszerbà ona to
sa Maritare una giovane che
non sia ancora da marito. An-
che, Szerbà.
BETAGLlA- Pai ticolareggiare , De-
scrivere minutamente.
DETAGLIATAMENT. Minutamente,
Specificatamente , A cosa pei
cosa.
DETALI. Particolarità, Minuto rag-
guaglio — Vend o compra al de-
talie Vendere o Comperare a ri-
taglio, a taglio, a minuto.
DETALIANT. Venditore a minuto, a
ritaglio.
DETENDU. Carcerato.
DETTADURA- Dettatura — Scriv sott
detladura^o, ivere a dettatura
DEVÉRA. Davvero.
Ei. Dei, Degli — Delle — Dai, Da',
Dagli — Dalle.
DÌ. Di, Giorno — De tutt i die Da
ogni dì — Ogni dì eh' el signor
ha creàa^ Ogni dì che fa il sole
— L* ha fàa in pocch dì e Dette
addietro ?in pochi giorni: moli.
DI. Dire — Dire, Dirci o Dir sopra:
in un incanto o dove parecchi
concorrano ; è concorrere ac-
crescendo il prezzo — Abboc
care a: tirarci, volere una per-
sona o un oggetto di desiderio
— Ghe dis nissun. Non ci ab-
bocca nessuno — adrèeJ Dir con-
tro , Avventare — atturna j Di-
vulgare - yiòe Dir a distesa —
minga j Non confarsi, Non af-
farsi — tant che sia assèe. V.
Bagatt (Scarta) — Disseta sì o
no con vun ^ Affiatai si sì o no
con uno: prender confidenza si
o no con uno — No sóo cossa
ditte M'hai fatto cascar il fiato
— Podè minga dilla! Non ce ne
potere ! — Podè minga dilla con
vun^ Non la poter pigliare con
uno — Trova de dì sor a tutt
cosse Trovar di appellarla in
ogni cosa, Trovarci f>empre il
suo appello: d'uno che in ogni
cosa trova da ridire c da op-
porre.
DI'. To\ Ve' — Oh di' chi; ch'el fà
bruii temp! To' ch'el tempo si
butta al cattivo!
DIADEMM. Pettine di gala, Diade-
ma. Anche, Sevignè.
BIAMANT. Diamante: cosetto di
Metallo a sei facce in cui è in-
cassato so idamente un diaman-
te con che si taglia e si fora il
vetro.
DIAMANT. Diamante — a balla * a
rosa: quello che nella parte in-
feriore è piano, e nella superio-
re è a punta ottusa, formato da
16 faccette, ed è inoltre suffi-
cientemente aggruppito — grop-
piij gruppito: che ha una nota-
bile grossezza — lasch o minga
groppi^ lasco: sottile, cioè che
abbia poca grossezza relativa-
mente alla sua larghezza — sa-
voiarde savoiardo: nero e bru-
no— Quader del diamante Fac-
cette del diamante: le scabrezze
della superficie dei diamanti —
A ponta de diamante A punta
di diamante: di figura aguzza a
guisa di piramide quadrango-
lare. V. Ponta.
DlANNA. Diana. La stella che ap-
parisce innanzi al sole — In sù
la dianna * in sulla diana: in
sul far del giorno — Batt la
dianna e Battere la diana : nel
militare, vale, battere il tara-
buio allo spuntar del giorno.
DIA
227
DIANZE"5J! Diamen, Diamine, Dia-
cme ! — Che dianzen d' on .., E
che domiti d' un...
DIASPER Diaspro.
DIAVOL. Diavolo, Il Maligno, lì Na-
bisso, La Parte avversa — Ma-
lanno — Sì Certo, Di certo.
DIAVOL ! Diamine !
DIAVOLAMENT. Maledizione — Dia-
voleto, Diavo.io, Diascolìo: con-
fusione, rumor grande, inquie-
tudine — Ribalderia.
DIAVOLERI V. Diavolament.
DIAYOLETT- Nabisso, Saetta: fan-
ciullo irrequieto e facimale.
DXAVOLOTT. Diavolino, Diavolone:
zucchei ino di sapore acutissimo
— per Balabioft, sig. 1. V.
DID- Dito. V. Didon o Mazza-
Piceucc j Freyaoeucc J Bicciolan
o Longhignan Sposin Didm
GrasselhNneud^ Ortgia — A dagh
de la libertaa in d'on dida s'en
tceujen on brazz^ Porgi loro il
dito ed essi voglion pigliar il
dito e la mano — Fà carità i
dtdj Far le cocche colle dita — Fà
canta i noeud di did.. Far schian-
tettare le nocche delle dita —
spellassi did^ Sbucciarsi le dita.
DID. Ditale: il dito che si taglia
da un guanto per difesa del dito
ch'abbia un qualche malore.
DID- Dito: ognuna di quelle parti
del guanto che corrispondono
alle dita della mano — La lun-
ghezza d' un dito.
DiDÀA- Ditale : anello da cucire,
se chiuso in cima da una spe-
cie di cupoletta — Anello: lo
stesso se aperto anco in cima
— Bolla, Sonaglio: nome di quelle
vesciche d' aria che talora si
formano neir acqua , quand' ei
piove — Did de somenza de
gatt. V. in Bigatt.
DIDABA. Ditata : impressione di
dita.
DIDELLA. Ditola (Clavaria coral-
loides): specie di fungo, il quale
nella forma imita alquanto il
corallo , cioè tutto ramuscoli
uscenti da un solo ceppo. Anche,
Didellinna J D'dceula , Manetta
— Didella giada * Ditola gialla
{ Clavaria flava ) — gialda e
rossa,, Ditola gialla e rossa (Cla-
varia boti ytis).
DIDELLINNA. V. Didella.
DIDGEULA V. Didella.
DIDIN. Dito mignolo, Mignolo: il
minor dito ti del piede, sì della
mano — Dà el didin solt a la
eoa , Dar gambone : dar tanta
baldanza a uno che pigli quasi
padronanza sulle cose nostre
— Tirar lo spaghetto a uno: dire
per far dire — Dà el didin in
boccaJ Dar la chicca: dicesi di
persona grande che fanciulieg-
gi e a cui voglia dar del bam-
bino.
DIDINNA (GIUGÀ A LA) o FÀ DI-
DINNA. Far a ripiglino. Giuoc»
che si fa in due , avvolgendosi
in sulle mani del filo, e l'un dal-
l'altro ripigliandolo in varie fi-
gure. Anche, cunna (Giugà
a la).
DIDCEULA- Lo stesso che Didella.V.
DIDON. Pollice, Dito pollice.
DiESIFÀ (FÀ DI A VUN LA). Far pen-
tire uno.
DIETTA. Dieta: astinenza di cibo
a fine dì sanità.
DIETTA- Braccio: quella parte della
tavella (aspa) da hlatojo che
serve a tenderlo e ad allentarlo
— doppia j B. accio doppio —
strenciaJ Braccio scempio.
DIETTA Dieta: mei cede diurna che
si accorda oltre l'onorai io an-
nuo a chi per ragione di pub-
blico incarico dalla 3ede fissa
cui è tenuto per esercitarlo si
allontana per andare uno o più
giorni in luoghi diversi per vi-
sita, ecc. — vess in dietta^ Es-
sere in gita — Andà in dietta.
Andare in gi»a.
DIFFIDA- Diffidare — Diffidà vun.
Fargli sapere, Intimargli-
DILIGENZA Diligenza: vettura più
grande dalle comuni, che fa gite
regolari, a prezzo fìsso, sempre
da un luogo medesimo air altro,
e con velocità Gli antichi quan-
do uno doveva spedirsi in un
luogo con sollecitudine diceva-
no che lo Spedivano con dili-
genza.
DIMA. Specie di pialletto [fratas s)
DIM 228 DOB
onde i muratori acconciano e
tirano l'arricciato {reboccadu-
ra) e l'intonaco (stabilidura) ne-
gli sguanci ( squarc ) degli usci
e delle finestre.
DIMORA. Soffermare, Trattenere.
DINC. V. Dent, par. 2.
DIN DIN. V. Delin delin.
DININGUARDAi Dio guardi!
D1PENDÙU Dipeso.
DIPLOMATEMI (FA EL). Fare il di-
plomatico: fig. Darsi Paria d'uo-
mo a cui marciscano in corpo
grandi segreii, fare alcun tale
l'arcifanfano in modo che altri
possa per burlarsi di lui dirne
ch'ei soffia il naso alle galline.
DIPORT. Portamento: modo di pro-
cedere nella condotta, ecc.
DIPORTASS. Portarsi.
DIRAMA. Diramare, fig. Spedire, e
per lo più nello stesso tempo,
uno o più spacci identici a di-
versi uffici.
DIRETTOR- Direttore — de spiret^
Direttore di coscienza.
DIRIGIÙU. Diretto, da dirigere.
DISAPONT. Disappunto, Disavanzo:
perdita per lo più di denaro —
Mett a dìsaponl^ Mettere a dis-
avanzo : a conto di perdita.
DISAVOGO- Largo, Spazio, Sfogo.
DISEGN- Disegno — Tira già on
disegn^ Prender un disegno.
DISEGNA- Disegnare — Presagire.
DISERTA. Disertare : parlandosi di
poderi, rovinarli , ridurli a de-
serto.
DISERTA. Disertare : dei soldati,
che abbandonano la bandiera,
fuggendo — Abbandonare , La-
sciare.
DISERTOR- Disertore.
DISIMBORS Disborso: l'atto di ca-
var denari dalla borsa — fig.
Pagamento fatto de' propi de-
nari per dovergli riavere, e non
ancora riavuti — Vess in disim-
borSj Stare, Essere in disimbor-
so: indugiare a riprendere, a
rimettere in borsa i denari messi
fuori.
DISNÀ. Desinare — Pranzo — de
spos Convitato — Desinare,
Pranzare.
DISPER. Dispari — Giugà a pari e
dispera Scaffare, Caffare , Fare
a pari e caffo o a pari e dispari.
V. in Fari.
DISPETT. Dispetto.
DISPIASÈ- V. Despiasè.
DISPONN. Disporre.
DISPOSIZiON (VESS A). Esser a si-
gnoria di...
DISPOST(VESSSEMPER). Esser sem-
pre in filo a ..
DISSAPOR. Dissapore: screzio, al-
terazione di animo tra due per-
sone per qualsivoglia motivo.
DISSESTÀA (VESS). Esser in disse-
sto : sconcertato negli affari.
D1SSESTASS. Sconcertarsi nelle fi-
nanze, Andar al di sotto.
DISSIPÀA. Svagato, Sviato.
DISTA. Distare.
DISTRUTT. Malito : di chi tutto a
un tratto ha dato un crollo della
persona — Allampanato : di per-
sona secca all'estremo.
DISTURBA- Disturbare, Guastare.
DITT. Detto, da dire.
DITTA (A). A detta di...
DIUTEL- Diario.
DIVAN. Divano — a la turca^ Di-
vano alla turca. Anche, Duscéss.
DIVERSAMENT. Altrimenti.
DIVERSIV. Spasso, Divertimento,
Sollazzo — Trastullo.
DIVISION. Divisione — Tratto, Trat-
tuzzo: quella lineetta che si
mette in fine di riga, se la pa-
rola con cui questa finisce si
spezza, per indicare che il resto
della parola sta nella riga se-
guente, o che mettesi fra una o
più voci per denotare che van-
no pronunciate insieme.
DÒ- Dove — In dò veti Dove vai?
DÒ. Due — Dagliela de dò., Filar
grosso, Non guardar nel sottile
o per la minuta — Andà de dò^
Star in poppa: andar bene —
Perdela o Vengela de dò^ Per-
derla o Vincerla marcia: posta
doppia — Ogni tre bott i dò*
Botto botto: spessissimo.
DOBBIA Rimboccatura: la parte
del lenzuolo che si arrovescia
sopra le coperte del letto — • Fà
la dobbia Rimboccare il len-
zuolo — Fà-sott la dobbia^, Rin-
calzare la rimboccatura.
DOB 229 DOM
DOBBIÀ. Doppiare — Piegare.
DOBBIADURA- Addoppiatura.
DOBBIASS. Ripiegarsi — Incurvar-
si — Divincolarsi
DOBBIERA. V. Incaster.
DOBBIETT. Doppia: gemma artifi-
ciale formata di due pezzi di
cristallo con uno o due sfogliette
di pietra preziosa appiccate in-
sieme — Doppietto.
BOBBION. Doppia: striscia sem-
plice, liscia e piana, e per lo
più un nastro che si cuce poco
al di sopra del lembo del ve-
stito da donna e parallelamente
ad esso per guarnizione — Cop-
pietta: nei giuochi, un numero
accosto all'altro — Doppio, Dop-
pione: nome di quei bozzoli {ga-
lett) formati da due bachi (bi-
gatt) e della seta che se ne trae.
DOBLA. Doppia: moneta d'oro.
DOBLÀA. Pomato , Pomellato : di
mantello di cavallo.
DOBLETT- Dobletto: specie di tela
tessuta di lino e cotone.
DOCUMENTA. Corredare di docu-
menti, di prove, di atti, ecc.
DQDES. Dodici — Dan des andà ai
dodeSs Dar giunta un miglio. V.
Des.
DffiUJA. Doglia, Dolore.
DffiUJA VEGGIA. Mal vecchio nei
piedi: dolori vecchi nelle gam-
be dei cavalli.
DffiUSC- Dosso, Colle — Poggio.
DOGGIÀ. Occhiare.
DOGGIADA. Occhiata.
DOGGION- Occhione: che adocchia.
D0J0S- Doglioso — Andà dojosJ An-
dar su doglia, Andar ancajone
o sghembo: andare aggravan-
dosi più in sull'una che in sul-
Taltr'anca per dolore che le sia
sopraggiunto — Ciancicare: an-
dar lento, tentennare — chi va
dojosJ Ciancicone.
DOLA. Ne1 boschi assegnati al ta-
glio, dicesi così ogni albero che
venga scortecciato per io lungo
affinchè serva come segnale di
limitazione al taglio stesso. É
voce latina: Dolabra a ossia,
pialla, coltello da beccajo, Do-
labella^ piccola ascia — Dola-
mene il piallare, Dolare* ascia-
re , piallare : onde la locuzione
dolare fuste (col bastone), pig.
Accarezzare le spalle.
DOLCI- V. Bombon.
DOLETTA- Buletta : specie di pic-
cola sgorbia da bucare gli in-
gegni \conlracc) d' una chiave.
DOLIETT. Vestito a vestina : queL
vestito delle donne eh' è aperto
sul davanti si nella vita e si
nella sottana {pedagn).
DOLMANDA. Giacchetta volante de-
gli ussari. Voce ungherese Dol-
many.
DOLOR. Dolore — coliche Mal di
fianco — M ' è saltàa on dolor ^
Mi s' è presa una doglia.
DOLORITI. Dogliuzze.
DOLZ. Dolce.
DOLZ- Dolcezza.
DOLZASC. Dolciastro, Dolciaccio.
DOLZ DOLZ. Dolcemente.
DOLZ-E-BRUSCH. Agrodolce, Dolca
forte: delle vivande in cui l'a-
gro e il dolce sono insieme con-
iemperati.
DOLZIN. Dolcigno.
DOLZUSC. Sdolcinato.
DOMA Solamente, Soltanto, Solo —
Doma che, Solo che, Appena che,
Se non che, Quand' ecco — Do-
ma ade ss j, Or ora, Pur dianzi,
Testé, Poco avanti, Un momento
fa. Voce spagnuola o meglio la-
tina Dumtaccat?
DOMANDA. Dimandare — Accenna-
re : coppe, per esempio, od al-
tro, nel giuoco.
DOMESTEGÀ. Addomesticare, Dime-
sticare.
DOMESTEGH. Servitore.
DOMESTEGH. Dimestico, Domestico?
contrario di salvatico, e dicesi
di terra, luogo, foglia, bestia, ec.
— Sit domesteghJ Domestichete:
terreno sementato e con abi-
tanti.
DOMINA. Dominare, Render man-
sueto: delle bestie.
DOMINO (GIUGÀ AL). Far al domino.
Giuoco che si fa con 28 tessere
che di sopra sono di osso nero
o d'ebano, di sotto di avorio o
di osso bianco, la faccia bianca
delle quali è partita carne in due
paginette da un rigo nero ver-
DOM 230 DON
ticate, e sopra ciascuna di esse
pagiuetie è segnato un punto o
più fino a sei, ed otto ne sono
lasciate bianche, per modo che
vi sia, per esempio, la tessera
da ambe le pagine bianca, detta
Doppia bianca, e la Bianca as-
so, Bianca due, fino a Bianca
sei; e co*\ la Doppia asso, Asso
due, ecc., per modo che in tutto
vi sia otto bianche, otto assi,
otto due, ecc. Si giuocano met-
tendo in tavola la maggiore, e
coprendo il numero col suo
eguale. Chi prima finisce le tes-
sere e resta con meno punti ,
vince.
DOMINÒ. Dominò: leggier mantello
di seta che si porta in falde {in
marsinna) nei veglioni, con
cappuccio, per lo più guarnito
di una gala di nastri.
DOMIVI. Duomo: il pi incipal tempio
d'una città. Il nostro principiò
nel 1387 sotto Gian Galeazzo
Visconti, sopra disegno non si
sa ben di chi. In Italia è il capo
del gotico stile, cui guastano le
cinque porte e finestre romane,
* la scalinata greca. È la mag-
gior mole che si conosca in
marmo, il quale traisi da Gan-
<dolia sulla dritta del Verbano e
Bulla sinistra della Toce. Dal
latino Domits — Andà in dorami
fig. Andar a male.
DON. Dono, Regalo — Vess ondon
di DioJ Essere un don di Dio, del
Cielo.
DONA. Donare.
D0NC4. Dunque, Adunque.
DONDA. Dondola — Dà la donda*
Dar l'andata.
DONDÀ- Dondolare: d'un moto in
qua, in là, anco orizzontale —
Ciondolare: d' un moto vei ticale,
e men regolare e deliberato —
fig. Traballare : dell'esser a un
pelo per perder V impiego od
altro — Tempellare : indugiare.
DONDADA. Dondolo.
DONBAZI- Dondolone — Badalone
— Tentennone.
DQNDIGNA V. Doti dà.
DON DON. Ton tori : voci imitanti
il suono della campana a rin-
tocchi (a bott) — Fà a don don.
v. Dondoli.
D0ND0N (GIUC-A A). Far a staccia-
buratta. Due seggono incontro
l'uno all'alti o ; si piglia» le mani
e tirandosi innanzi e indietro
come si fa dello staccio (sedazz)
abburattando la fai ina, vanno
cantando una frottola qualun-
que.
D0ND0NÀ. Dondolarle.
DONELL Lo stesso che Conili. V.
— per Donisceu
DONIN. Cecino: di fanciullo avve-
nente e di care maniere — Fà
el donin* Staccai si: dei bimbi
che incominciano a farei passi
da sè.
DONISCEU. Porcellino d'India (Mus
poi cellus) : piccolo quadrupede,
portato a noi dalle indie orien-
tali, il quale è senza coda, ed
ha le orecchie coite e rotonde,
pelo del coipo parte bianco e
pai te aranciato; misto di nero.
DONNA- Donna — Donna fatta —
Moglie — Ghe pias i donn* E"
tira alla gonnella — Spend tutt
in donn* Far del ben bellezza.
DONNASALTA GIUGÀ A).Fare a don-
na salta: giuoco di caitenelqua-
le chi riceve un asso paga la mo-
neta convenuta al banco, chi
un fante la paga al compagno
di giuoco che lo precede nel
giro, chi un re la paga a colui
che vien dopo, e chi una donna
la paga a chiunque lo sussie-
gne secondo nel giro: e di qui
chiamiamo anche questo giuoco
Font indrèeJ Re inanz. Donna
salta e ass in bandi. E diciamo
Morì il perdere tutta la posta,
e Resicscilà il rimetterla in tutto
o in parte.
DONNA E A LA BESTIA (GIUGÀ A
L'OMM, A LA). Far al turchetto :
nome di un giuoco di sorte a
tavoliere.
DONNA Serva - Donna de gross*
Serva da fatica, Donna di mez-
zo , Ceneientola — Donna de
servizi* Donna di servizio — in
prestiti Donna di scambio.
Scambio — 0 V è cambiàa lo
donna? No^ questa l'è domd in
DON 231 DOR
prestiti O che' hai cambiato
donna? No, questa è solamente
uno scambio — Donna che cu
siss o che lavora in 'bianca-ria^
Camiciara— Donna che petten-
na^ Pettinatol a — Quella don
na Mammana: la levatrice —
Donna de càe Massaja. Donna
massaja — Donna de color o
che lava ì robb de color o la-
vandera de color J loda o savo-
iarda la chiamano i Torinesi ;
Savonnecìses le dicono i Fran
cesi. E noi ? — de eòo o de seste
Donna di garbo — Matrona —
de soppressa e Stiratora — de
lobbia J ciana — de fìnJ che at-
tende ai lavori più fini ed ai
servigi mei! bassi che non la
Donna de gross — de conclu-
sione Donna valente, stimabile,
di conto.
DONNA Donna : titolo d'onore, che
è il femminile di Don, V.
DONNA DE TEND. Spandente : chia-
mansi quelle donne che atten-
dono a distendere coir aspetto
(scanscia) le coppie {cobbi) dei
fogli nello spanditojo ( sten-
ditor).
D0NNATT, DONNÉE. Donnajuolo.
DONNETTA. Donnetta, dim. di Don
na — Donna graziosa e piace-
vole — Per ot legni q iteli poste
ghe voeur ona donnetta^ Per ot
tenere quel posto e' ci vuole un
po' di gonnella.
DONNETTA , EONACCINA- Donnino,
Bel donnino : donna piccola e
graziosa — Uomo tutto preciso
e tutto per l'appunto intorno a
sè e le cose sue — Ometto che
si compiace di occuparsi in
faccende da donne — Bambina
che ha senno di donna fatta.
DONNINA (ERBAK V. Er ba donnina.
DONZELLA per carne r era V.
DONZELLA. Specchio a bilico : quel
lo che sospeso a due perni in
due punti opposti verso la metà
della sua altezza, può prendere
e conservare ogni inclinazione
che riesca altrui più comoda
allo specchiarsi tutta la perso-
na. Anche, Specc portatila
IK)NZELLANT. Dozzinante.
DONZENNA. Dozzina: quantità nu-
merata che arriva a dodici —
Quel tanto che si paga convi-
vendo in casa aitrui — Dodes
donzenn de., Una grossa di — -
Lavoreri de donzennae Lavoro
da dozzina: dozzinale, di poco
pregio — Ona donzenna d/ceuv,
de pere de noSe de micchett e e
simili. Una serqua d'uova, di
pere, di noci, di panetti, e si-
mili.
DOPO! No !
DQFODiSNÀA. Dopo pranzo, Il dopo
(lesinare.
DOPPI. Doppio — Duplicatura: ciò
che il compositore di caratteri
inav vertentemente raddoppia.
V. GarnbeVj Pess — Doppieggia-
tura : difetto d'impressione,
quando le medesime parole o le
linee sono doppiamente impres-
se, Tana accosta all'altra — Ve-
grìi doppie Doppieggiare : im-
primere le parole o le linee
doppie.
DOPFIETT. (I). I doppietti, Le cop-
pie: nel giuoco di faraone —
Anche nel giuoco di bigliardo.
DOPRÀ- Adoperare, Adoprare.
BOR- Dorato.
DORA DURA. Doratura — V. lndo~
radura.
DORO Tordo bottaccio (Sylvia,
musica), uccello silvano; partì
superiormente di color grigio
olivastro ; fascia sopraccigliare
appena visibile; cuopritrici in-
feriormante delle ale di color
giallo ruggine chiaro; zirla, tru-
tila, schiamazza, manda zirli
— stelone Schiamazzo, Alletta-
tolo, Cantajuolo.
DORDÀ Zirlare, Mettere o Mandar
zirli, Ti utilare : dicesi del verso
del tordo (dord), delle cesene
(dress), ecc.
DORDìN , DORDINNA. Pispolone ,
Tordino (Anthus atboreus): uc-
cello silvano; parti superior-
mente olivastro chiare, mac-
chiate di nerastro; petto con
macchie nere ; unghia del dito
posteriore più corta del dito
stesso, piedi grigi carnicini; fi-
schia.
DOR 232 DOT
DORDINETT. Pispoletta.
DORDDINNA. V. Dordin.
DORDON. Tordone — per Rondena
d'acqua. V. Rondena.
DORÈ. Dorato.
DORI. Dolere — on póo Dolic-
chiare — on ciciminin* Doluc-
cicare.
DORMA. V. Dormida^ sig. 2.
DORMI. Dormil e — a la serenna^
Serenare , Dormire alla bella
diana, e scherzevolmente, Dor-
mire all'albergo delle stelle —
Dormì come un sciocch , o
simile. Dormire della grossa —
de soraj fig. Aver le campane
grosse : udito cattivo — in
s'cennaj in setton^ pondàa sui
gomoet * sarda,, col tamborlan
in arij su on fìanchJ destes,,
ligerjin d'on groppJ sl rovescio
o supino, a sedere, a gomitello.
sodo, boccone, da fianco o da
lato o da parte, disteso, leg
germente, raggricchiato , rag-
gruppato, raggruzzato, rannic-
chiato — Dormì placidamente
Dormire tutti i suoi sonni —
Dormì sic la cassinno,. Dormire
a pagliajo: sulla paglia — V.
Bigatt.
DORMÌ- Biascicare: di quando la
richiesta d'una derrata rallenta
e che il mercato comincia a
stagnare — Te lavoret anmò ì
Se dorma., Lavori anco? Si bia-
scica.
DORMIA. Alloppio — Dà la dormia^
Alloppiare.
DORMIÀ. Dormicchiare.
DORMIADA. Dormitona: il dormir
di molto.
DORMIASCIA. Dormir della grossa.
DORMIDA. Dormita: dormizione —
Tempo in cui ifilngelli cambia-
no la pelle.
DORMINPÉE. Dappoco : di chi non
sa, non può, non vuoi operare.
DORMION. Dormiglione: chi dorme
frequentemente e di molto.
DORMION. Traversa: quei tronco
di trave o d'altro che in ogni
macchina sostiene pesi e pres-
sioni conservandole equilibrate
— Ceppo zoppo: quella trave
ohe fa letto agli strettoj da
olio e da vino e in cui entrano
le cosce (vergin). Anche, dico-
no Fonde s"1 ceppa — cappello :
traversa orizzontale superiore
che tiene in sesto i cosciali ©
cosce (spali) del torchio da
stampa.
DORMIOTT. Dormiglione.
DORMITORI. Dormentorio, Dormen-
toro, Dormitorio, Dormitoro.
DORMGSUS. Poltrona a sdrajo : seg-
giola i cui piedi si reggouo su
4 ruote matte, con sedere bas-
so, il quale si allunga a mo' di
letto.
DORMCEUS. Carrozza a sdrajo: car-
rozza terminante in un lungo
cassone, il quale, aperto che
uno il voglia, dà campo a chi
vi siede contro di stendere in
esso le gambe e adagiarsi per
dormire.
DOSA. Dose.
DOSS (FANN DE SOTT E). Far d'ogni
erba un fascio: far ogni sorta
di ribalderia senza riguardo —
Fare il diavolo a quattro o il
diavolo a sei o il diavolo e
peggio: imperversare — Anche,
Fare ogni sforzo per ottenere
P intento — Far mille pazzie —
Fare calze e scuffini d'una cosa
o di una persona, Farne calze
e scarpe: maneggiarla senza
riguardo, ecc.
DOSS. Dosso, Schiena — Poggio.
DO SSERA- Dossiera: larga fascia
di cuojoche dai capi agguanta
le stanghe d'un carretto o si-
mile pesando per mezzo in sul
basto o in sulla sella del ca-
vallo o del mulo vetturino.
DOSSETT. Collicello , Poggerello ,
Popgetto.
DOSSETTIN. Poggioletto.
DOTA. Dotare, Dare la dote.
DOTAZION. Dote, Assegnamento,
Assegno.
DOTTA. Dote — fig. Rabbuffo ,
Spellicciata.
DOTTOR. Dottore — Dottor de la
cispae Dottore de' miei stivali,
Toccapolsi, Dottore in volgare,
o da pochi cujussi : dottore
ignorante e dappoco — Salami-
stra, Saccente : chi credendosi
DOT 233
BRI
d'intendere o di sapere assai,
vuol metter la bocca in tutto,
di tutto giudicare con cercaria
di pretensione che fa rabbia —
Sermonatore: chi troppo si com-
piace nel fai e predicozzi al
prossimo — Dottor con dutt* Dot-
tore di condotta: cioè a salario
di un comune.
DOTTORA- Sdottoreggiare, Fare il
coramvobis, Fare ildodda:fare
il saccente, il saputo, il dotto-
rello.
DOTTORADA. Saccenteria.
DOTTRINNA. Dottrina — La dot-
trinila di sdori j Così diciamo
di quel divertimento musicale
che si dà ne' nostri Giardini
Pubblici o altrove in certe do-
meniche e feste dell'anno, nelle
ore appunto che nelle chiese si
spiega la dottrina cristiana.
DOTTRINETTA Dottrinetta.
DOVA- Doga: nome delle liste di
legno leggermente curve, e au-
gnate de' due lati, onde è fatta
la botte, il barile, il tino e si-
mili vasi — Gross de dovaJ fig.
Di grossa pasta : di persona
ignot antona — per Gtiss de ca-
stegna. v.
DOVANNA. Dogana. Via della Do-
gana v'era in Milano, e per fare
la piazza del Duomo fu testé
cancellata!
DOVANNA per Guss de caste-
gna. v.
DOVARIA Dogame: complesso di
doghe.
DOVÈ? Dove? In quai luogo?
DOVÈ- Dovere.
DOVER DE SCOLA. Dovere, Compi-
to, Lezione di scritto — Fà el
dover in bella^ Recare in pulito
il dovere — Fà el dover in
brutta^ Fare il dovere in bozza
o la minuta del dovere — Fagli
a vun el dover,, Imburchiare il
dovere — Sti trii vers chi ghe
jóo fàa mij, lo gli ho imbur-
chiati questi tre versi — Credi
minga che te lée fàa ti stóo do
ver chì-^ ma te l'han fàa. Io
non credo esser di tua testa
questo dovere, ma che ti sia
stato imburchiato.
DOVE SESIA- Dovunque, In qua-
lunque luogo.
DOVETTA. Dogarella.
DRAGANT. Dragante.
DRAGHETT- Lo stesso che cartel-
la^ sig. 5. V.
DRAGON. Dragone: soldato di ca-
valleria con elmo a criniera ed
armatura grave.
DRAGON. Dragone, Cargone, Dra-
goncello (Artemisia dracunce-
lus): pianta perenne; è appetita
nelle insalate alle quali e al-
l'aceto in cui si tiene infusa, dà
odore e grazia col suo piccante
aromatico.
DRAGON- Dragone: specie di mal
d'occhi ne' cavalli.
DRAGONA- V. struggionà.
DRAGONNA. Dragona: ornamento
di gallone o di passamano con
frangia e nappa, che, intrec-
ciato nella impugnatura della
spada o sciabola, viene usato
per distintivo per gli ufficiali,
sottufficiali o soldati scelti. Gli
ufficiali per altro l'hanno di fìl
d'oro.
DRESS Tordo, Tordela, Tordeia
alpigina, Cesena, Tordela gaz-
zina (Sylvia pilaris): uccello
silvano; pileo e groppone ce-
nerino, piombato; schiena e
cuopritrici delle ali castagno
cupo.
DRESSIN. Tordo sassello, Tordo
minore o alpigino (Silvia ilia-
ca): uccello silvano; parti su-
periori grigio olivastre; fascia
sopraccigliare larga , bianco
gialliccia; cuopritrici inferiori
delle ali fulve. Anche è detto
Spinar d^ ZippJ zipper.
DRESSON. Tordela, Tordiera, Tor-
do maggiore, Tordella, Torde-
scaja (Sylvia viscivora): uc-
cello silvano; parti superiori
grigio olivastro cenerine; cuo-
pritrici inferiori delle ali bian-
che. Anche, Visciera.
DRITT. Ritto, Dritto, Diritto.
DRITT. V. Drizz.
DRITTA, DRIZZA. Destra — Sta su
la soa dritta Tenersi su la
mano.
DRITTO. Dritto, Avvistato, Astuto.
DRI 234
ECC
DRITTON. Arzigogolone: chi fai
lendogli un'astuzia, ne trova
un'altra e poi un'altra, finché
non sia giunto al suo fine —
DiritTone , Furba ccio — L'era
ona driltona^ Era una delle
fine.
DRITTURA Dirittura — Avvedu-
tezza, Sagacità, Astuzia.
DRIZZ. Diritto, Ritto — Andàdrizz^
Camminai- difilato: addii ittura
— Afidà drizz in del scriv,, Rpg
gere la linea — in del tajà.Ta.-
gliar per o di filo, o filo filo —
Ritto: il contrapposto di seduto
o sdrajato o chinato — Sta
drizz. Star bello o ritti no: fer-
marsi iu sulla vita in positura
bella — Rimpettito.
5R0GHER. V. Fondeohèe.
DROLL, DR0L10 V. Drìtton.
DROLLARIA. V. Dri/tura, sig. 2.
DROYA Adoperare, adoprare.
DOGO- Gufo reale o grosso, Bar-
bagianni salvatico(Sti ix bubo):
uccello di rapina ; ciuffi lunghi ;
addome lionato con macchie
nere longitudinali, ed altre tras-
versali più strette; diti coperti
di penne; statura d' un'oca;
gu ffeggia.
DULCAMARA- Lo stesso che Erba
farine Ila ^ sig. 1. V.
DULCAS. Pieghevole? di legno.
DULCASS. Il piegarsi d'una trave.
DUR (AVEGHI) Aver i polsi grossi:
Hsser i icco sodo.
DDRAS- Duracine : di frutto che
non lascia nocciolo (r/andolla).
DURON- Durezza: afflusso d'umo-
ri induriti in alcuna pai te del
corpo.
BURGTÀ. Fischiare: per allettare
le allodole a calar nelle reti.
IDIìSCESS Divano alla turca. V. Di-
van. Dal francese Duchesse.
DUSENT. Ducento.
DÙU. Due — Ali dà in dAiuJ Spac-
carsi — Dervì in dùUj Dividere.
DUCLIN. Pannolino di tutto lino.
DUUP03IT. Mezzi punti, Due punti.
DUVIA. Scopa fatta di forti rami
di betulla.
DUVIA. Betulla (B^tula alba): al-
bero. Anche, Beota.
DUVIS (VESS o SAVÈ). Parere, Sem-
brare — - Me sa duvis chequi
pare che.
ÉBEN. Ebano: grand'albero a ra-
mi e foglie glabre; fa nell'isola
di Ceylan e nelle Molucche ; le-
gno d'un bel nero; alburno
(biumm) bianco.
EBENISTA- Ebanista — Stipettajo.
ECCEOMO. Ecce Homo. Dicesi ogni
dipinto che rappresenti Nostro
Signore alla colonna — Pari ori
Ecceomo, Pai-ere un Ecce Homo:
esser tutto guasto dalle ferite,
grondar sangue per ogni parte.
BCCIUMM. V. Acciumm.
ECCO! Ecco! — Eccol anraò ! Ri-
deccolo ! — Eccomi chi de bel
wxwo! Rideccomi qui!
ECCO- Eco: suono rimandato o ri-
flesso da un corpo solido, e che
perciò si rinnova e ripete al-
l'orecchio anche due o più vol-
te.La facciata del palazzo della
Simonetta fuor Porta Tenaglia,
verso il giardino, n'era emersa
costrutta con sì artificiosa dis-
posizione di angoli, che da una
finestra a sinistra del secondo
piano s'avea un'eco che ripetea
fino a cinquanta volte uno spa-
ro di pistola, morendone a poco
il suono: un batter di palma vi
facea l'effetto dell'applaudire di
un'intera platea, e va dicendo..
ECC 235 ERA
Ora è scemato d'assai per le
fabbriche fattevi. Presso a Gal-
biate, sulla strada della Valsas-
sii.a , è un eco che ripete sin
quindici sillabe — Sala parlan-
te: fenomeno che consiste in ciò
ch'womo non può dir parolnzza
si cheta presso ad uno dei quat
tro angoli estremi d'un poitico
che non sia inteso da chi si po-
sti al pilone diagonalmente op-
posto demarco. Gli archi del
poi tic i della nostra Piazza dei
Mei-canti fosse aite o piuttosto
accidente, sono combinati in
maniera da produrre un tal f